Anne Sinclair appassionatamente difende il poco difendibile marito Dominique Strauss-kahn. Camille, figlia di Domique, serenamente sostiene nell’impresa Anne che non è la sua mamma. Chiara Sciarrini scagiona il marito Lucio Petrizzi responsabile della morte della loro bimba Elena, 22 mesi, abbandonata per sei ore nell’auto, sotto il sole di Teramo: “Mio marito non è colpevole di niente. E’ un padre esemplare, doveva pensare a tutto in questi mesi della mia nuova gravidanza. Andiamo sempre di corsa, non ci fermiamo mai”. – Tre donne forti che incontro nelle pagine dei quotidiani. Un mio bacio a ognuna.
Anne Camille Chiara: le donne forti
48 Comments
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Caro Luigi, perdonerai se non mi associo al tuo bacio a ciascuna donna, ma non capisco come puoi dire un bacio a ciascuna e poi dire: “Anne difende il poco difendibile marito” se lui è poco difendibile, e lei lo fa lei è ipocrita facendolo.
Chiara scagiona il marito, ma se era così “esemplare” non sarebbe caduto nella trappola di “andare sempre si corsa senza fermarsi mai”. E’ questione della priorità che si deve dare alle cose più importanti. Se la priorità è quella di “correre senza fermarsi,” significa che ci si è fatti prendere dall’ansietà per le cose della vita. Tu sai cosa dice il Vangelo delle ansietà delle cose della vita vero ? E’ triste ma è la verità.
Vedi il guaio moderno è che tutti vogliono salvare la faccia e mostrare il “politically correct” così nessuno dice mai quello che pensa in realtà e il mondo si riempie di ipocrisia. Tutti si vogliono mostrare più buoni e tolleranti, mentre in effetti non sono che dei sempliciotti un pò ipocriti. Ma non prendere per buona la mia parola, è solo un’opinione in controtendenza ma sempre molto in linea con il vero vangelo. Anche se tu non ci credi e vorresti insegnare l’amore. L’amore non si può insegnare è nell’aria basta respirarlo. Ma la maggioranza per correre non respira neanche più !
Ho la sensazione che ci siano più donne che perdonano i propri mariti che uomini che perdonano le proprie mogli. Sbaglio?
scusate ma il papà che ha lasciato la figlia 6 ore nell’auto è proprio indifendibile..da qualsiasi punto di vista.. che la moglie lo difenda non è strano..ma essere solidali con questi due genitori è qualcosa che va al di la’ delle mie capacità( un requiem per la piccola defunta che non si meritava genitori simili)
MC
Quanto alla moglie di Strauss -Kahn esiste quella situazione che si chiama “complicità”, ci sono delle donne che sanno benissimo che il marito le tradisce ma sono consenzienti e quasi partecipi ( del piacere) ; ne conosco a bizzeffe. Dicono che Simone de Beuvoir portasse lei stessa le ragazzine a Sartre ( a cui piacevano molto, molto giovani)
non mi pare un sentimento molto encomiabile questa complicità, non mi sembra molto limpido e molto onesto, mi sembra un po’ torbido.. un po’
mosochistico.. non mi piace .. mi ricorda tanto il marchese De Sade e come diceva Paolo VI “il fumo di Satana”. la complicità non è il perdono cristiano, è qualcosa di brutto , quel qualcosa che fa sì che in molti casi di incesto la madre sa ma fa finta di niente…
MC
Più la nostra vita si protrae e più impariamo la nostra fallibilità.
Con le persone che amiamo è una scuola durissima, e l’unica preghiera che ho elevato ed elevo è di avere la Grazia di non compiere errori irreparabili.
Tutta la mia pena per quella famiglia, e la mia preghiera perchè il Signore mantenga saldo il coraggio di quella mamma e di quel papà.
Ot ma non troppo
http://www.ilfoglio.it/soloqui/8949
Leggendo l’amica discy stavo pensando: “adesso dice che il padre è un pacifista, adesso dice che è un pacifista”…
e invece ha detto:
“un requiem per la piccola defunta che non si meritava genitori simili”
La frase si commenta da sola.
Luigi è sempre generoso.”Tre donne forti?” Dubito che lo siano.Mi chiedo come si faccia a difendere un uomo di cui molti sapevano che avesse un debole per le donne(e D.S.K lo ammetteva con grande disinvoltura),cosa che secondo me è una “malattia”.L’ho sempre sostenuto anche per un politico di casa nostra,anche se ci sono delle differenze.Allora,non è lecito,dal mio punto di vista,ricoprire cariche pubbliche di notevole importanza.Punto e basta.
Non sono solita gettare le croci sulle spalle degli altri e sono sempre portata a trovare le scusanti per i comportamenti inadeguati delle persone.Ma francamente mi riesce difficile trovare attenuanti per un padre che dimentica la figlioletta in auto per cinque ore sotto il sole.Mi sembra assurdo.Anche in questo caso c’è qualche indizio per lo meno di scarso equilibrio,ciò che significa che sarebbero necessarie delle cure.
E comunque anche la scusante dell’andare di fretta,del dover pensare a tutto,non ha solidità,a parer mio,di fronte al pensiero-che dovrebbe essere preminente-di una figlia lasciata in auto.Una bimba non è una bambola o una qualsiasi altra “cosa”.Non lo si fa neanche con gli animali.O sbaglio?
Le donne che difendono a spada tratta i loro uomini,responsabili di atti inconsulti,lo fanno spinte dall’amore,forse dalla pietà,che provano per loro,e magari anche dal timore che vengano pesantemente condannati.O forse vogliono convincere se stesse che i loro compagni non sono così lontani dall’immagine che esse avevano coltivato nel loro intimo.Uno psicanalista saprebbe “leggere” bene tali discutibili atteggiamenti di solidarietà.
Detto ciò,sono ben consapevole che alla base di tutto c’è la fragilità dell’essere umano.
Mi permetto di dissentire nuovamente. Quasi sempre, ma soprattutto in un caso come questo, non credo che nessuno possa mai presumere di essere diverso da quel padre. Forse che la vita ancora non ci ha insegnato che frasi come “non meritava genitori simili” un domani saranno pronunciate per noi? Forse crediamo veramente che quel padre sia un malvagio carnefice e non la prima o la seconda vittima di se stesso? E’ un po’ come quello che fa marcia indietro e mette sotto il figlio: sarà facile giudicare per gli altri, difficile continuare a vivere con quel peso, impossibile evitare che qualcosa di simile possa accadere anche a noi.
chiarisco: difficile continuare a vivere con quel peso per gli altri, per il padre; impossibile evitare, per noi…
Farei una distinzione.
Un conto mi pare la moglie del docente universitario e un conto il caso Strauss-Kahn (buono, fra l’altro, il commento uscito ieri su “Avvenire” rispetto a un socialista, con in mano i destini del mondo, che abita in un lusso ovviamente pagato dai poveri).
In genere io sto con i “dietrologi” e dunque sono perfino portato a pensare che qualcuno, al potente, gli abbia fatto … un trappolone mandandogli in camera una donna.
In ogni caso qui siamo nella commedia (o nell’intrigo) mentre il docente universitario abita il paradigma del “dramma”.
E che la moglie lo difenda pare anche a me un atteggiamento da baciare.
E del vicario di Gesù che vive in Vaticano non ha nulla da commentare Avvenire?
Perché i cattolici sanno fare solo demagogia?
Anche io distinguerei i due casi come fa mauro banchini, però – pur avendo sentito da altre campane la sua versione – non riesco a capire come si possa dire che mandare una donna (cameriera) in camera sia un trappolone. O si hanno notizie più chiare (del tipo: lo ha provocato; oppure gli è entrata dentro la doccia mentre si lavava) oppure non capisco….
insomma se strauss kahn è saltato addosso alla donna, trappola o non trappola, gli è saltato addosso lo stesso.
Con tutto il rispetto per le opinioni altrui, rilevo che,per quanto mi riguarda,non ritengo affatto che il padre della piccola Elena sia “un malvagio carnefice” e trovo che paragonare la sua triste vicenda a quella di un uomo che “fa marcia indietro e mette sotto il figlio” non sia pertinente.Il secondo caso,infatti,parla piuttosto di casualità.È abbastanza verosimile che un bambino,senza rendersi conto del pericolo che corre,si metta all’improvviso dietro l’auto del padre mentre questi si accinge a fare manovra all’indietro o anche attraversi di corsa la strada mentre arriva un’auto.In questi casi l’automobilista non ha responsabilità.
Ma quando un padre o una madre(o magari tutti e due insieme),presi da mille faccende,dimenticano per ore che in auto hanno lasciato una bimba che non è in grado di cavarsela da sola né di chiedere aiuto,allora la responsabilità c’è tutta.
Dico questo ben sapendo che ciò può accadere a ciascuno di noi,poiché gli errori sono propri della natura umana.
Cerchiamo di non cambiare il topic…non si sta condividendo circa chi e se e’ saltato adddosso a chi, come, quando etc etc etc… 🙂
Grazie Nico. Mi riconosco molto nella linea della tua riflessione (ieri, 20:02).
Penso di comprendere l’atteggiamento delle tre donne, e un po’ le ammiro pure. Psicologicamente parlando poi c’e’ sempre un meccanismo in noi che tende “a negare” anche l’evidenza piu’ evidente, pur di non considerare vero qualcosa che sarebbe…troppo, TROPPO per essere vero. Anche qui dove mi trovo (ma non solo qui), mi vengono in mente le mamme di alcuni tossicodipendenti, o di tanti ragazzi/adolescenti che finiscono in carcere a volte per crimini molto seri…: la tendenza e’ negare, aggiustare, scusare, “la colpa non e’ sua”. Ma non escludo che ci sia molto vivo amore in tutto questo.
E di passaggio: ma la presunzione d’innocenza negli USA c’e’ o no? Vero o non ver, quello l’han preso e messo dentro! Altro che comunisti, fascisti, stampa etc etc… qui i vari Leonardo & C. potrebbero aiutare a capire come funziona.
P.S. Condivido con Marco “l’accusa” di shameless ipocrisia del quotidiano cosidetto dei cattolici. E’ sufficiente vedere, tra le centinaia di possibili esempi, come hanno reagito all’assalto televisivo a reti quasi unificate del Berlusque’. Tre righettine, “legittimi dubbi…” tutto sul fatto che il loro rappresentante ha sbagliato strategia, piu’ che sullo schifo e scandalo dell’uso/abuso e misuso della Tv pubblica.
Mattlar lei potrebbe avere finto il consenso per poi accusarlo. Ma non è necessario immaginare il complotto per intuire scenari diversi dall’aggressione selvaggia. Possono non essersi capiti. Lui – abituato a non chiedere mai – può aver pensato di averla con una mancia. Lei può aver immaginato un bacio ed essersi trovata a subire molto di più. La vita è di suo piena di trappole e altre ne mettiamo da soli con creativa attitudine.
Condivido il punto di Marilisa @21.59 in particolare : ”Le donne che difendono a spada tratta i loro uomini,responsabili di atti inconsulti,lo fanno spinte dall’amore,forse dalla pietà,che provano per loro,e magari anche dal timore che vengano pesantemente condannati. O forse vogliono convincere se stesse che i loro compagni non sono così lontani dall’immagine che esse avevano coltivato nel loro intimo.
Ed il pensiero conclusivo è ciò che maggiormente la nobilita: “ Detto ciò,sono ben consapevole che alla base di tutto c’è la fragilità dell’essere umano.”
Mi permetto invece dissentire dal parere di Mattlar: ” non credo che nessuno possa mai presumere di essere diverso da quel padre “ – non è facile elencare tutte le implicazioni che la frase include, ma ci sono una molteplicità di genitori che si sacrificano per i figli e non giungono mai al punto di dimenticarli, (senza voler alzare l’indice l’accusatore) ma come la Bibbia insegna ci sono figli di un tipo e figli di un altro. Non tutti i figli sono uguali anche se spesso accomunati dalle stesse passioni ma divisi anche dalle impronte digitali come dai circuiti neuronici.
Non si tratta di condannare il carnefice, ma neanche di dichiararlo “vittima di se stesso” perché la vittima è un’altra, anche se può essere lui oggetto dell’umana pietà. “Difficile continuare a vivere con quel peso e che possa accadere a ciascuno di noi” – vero, proprio per questo l’invito è “divenire saggi e non mostrate alcuna negligenza” ( Proverbi 8.33) , dare la precedenza alle cose impostanti, ”non divenite bambini nelle facoltà di intendimento, ma siate bambini in quanto a malizia; e divenite uomini fatti nelle facoltà d’intendimento.” ( 1Corinti 14.20)
Non è nemmeno vero che è “impossibile evitare che qualcosa di simile possa accadere anche a noi.”ma dobbiamo fare ogni sforzo affinchè non accada.
Io non uscirei mai dal bagno nudo dirigendomi verso una cameriera sconosciuta, per quanto attraente possa essere.
Specialmente se ho la responsabilità di essere il Presidente del FMI… O comunque un livello di istruzione superiore alla prima elementare.
Ormai il bacio non gradito è una molestia sessuale, dunque…
Non dico che sia necessario chiedere: “Posso, mia regina, accostare le mie labbra alle vostre”, però, se si vuole fare alla selvaggia, almeno annusarsi prima potrebbe evitare “trappole”.
La Donna decide se accogliere o rifiutare.
“Può aver pensato di averla con una mancia”. Ben gli sta, allora!
Caro Mattlar,
nel Foglio quotidiano c’è quasi quotidianamente un articolo che minimizza, ironizza, chiacchera riguardo l’episodio che ha coinvolto S-K.
Questi articoli, quasi una giustificazione del gravissimo gesto di molestia o violenza sessuale, sono scritti da giovani donne un po’ sciocchine o forse troppo precarie per poter esprimere la loro vera opinione, oppure da sedicenti cristianisti cattolicissimi.
Detto questo, concordo con il post di luigi sulla grandezza delle donne citate e sulla loro forza che ci insegna tanto.
Infine personalmente penso che il modo in cui è stato ed è trattato S-K sia altrettanto brutale e violento.
Prima di dire che è un “perverso francese” occorre dimostrarlo.
Due anni fa, una domenica mattina, chiamo mia moglie per la colazione e dopo… mi ritrovo su un divano mentre parlavo con lei. Tra la colazione e la conversazione era passata un’ora della quale io non ricordo niente. Mia moglie mi ha raccontato che in quell’ora io non ricordavo alcuni episodi recenti, mi meravigliavo di questo fatto e comunque ragionavo. Avevo un comportamento del tutto normale, tanto che lei non ha nemmeno pensato di chiamare un medico (ciò di cui poi è stata rimproverata, ma non da me). Solo il giorno dopo sono andato al pronto soccorso e quindi ho fatto tutti gli accertamenti del caso. Risultato: niente di niente.
Se in quell’ora io fossi stato solo e avessi combinato qualcosa di riprovevole, cosa sarebbe e mi sarebbe successo? Io della mia vita ho il vuoto assoluto di un’ora.
Perché a volte si trinciano giudizi così facilmente senza avere tutti gli elementi del caso e, soprattutto, i titoli?
Discorso ambiguo, caro Lazzaro.
Ambiguo quindi cattolico, sempre più sinonimi ormai.
Proprio non capisco, sta dicendo che il Presidente del FMI fosse incapace di intendere e volere?
Non so, stando al Foglio e a certi commenti, d’ora in poi se una ragazza che corteggio non mi si concede, vado, la seguo in bagno, le tappo la bocca e ci dò dentro.
Poi dico di esser stato colto da un raptus, che è stata lei a guardarmi un po’ così oppure che è colpa di Woodstock e della rivoluzione sessuale del 1968, cui non sono stato adeguatamente preparato.
…Ma per favore!
A Marco.
Chiedo scusa, sono stato incompleto. Mi riferivo esclusivamente alla tragedia della piccola “dimenticata” in auto dal papà e poi deceduta.
Sul caso del padre “distratto”docente in veterinaria “, che dire…oh si, certo che provo pietà, ma questa non impedisce le ovvie domande. Mi vado chiedendo se, nel caso in cui sul sedile posteriore dell’auto anziché esserci una piccola bambina dormiente ci fosse stato un cane dormiente, ecco, mi chedo: se ne sarebbe ricordato ??? !!! ….Il dubbio mi assale: forse del cane se ne sarebbe ricordato!
Oh certo, è vero che si va sempre di corsa e il da fare è tanto, nessuno più delle donne lavoratrici che si fanno in quattro, anzi -scusate lo sproloquio – ma si fanno un mazzo così dalla mattina alla sera lo potrebbe sapere!!!Eppure, non mi risulta, almeno che cronaca ricordi, cha alcuna mamma abbia mai fatto asfissiare, cuocere a fuoco lento dentro un abitacolo il proprio figlioletto: nessuna!!
Sulla consorte cornificata di Strauss -Kahn, quello è un altro paio di maniche…se lo giustifica molto probabilmente avrà pure lei i suoi bei scheletrozzi nell’armadio… anzi, mummie egizie, Tutankamon nell’armadio!
Non dimentichiamo infine che esiste pure una categoria di donne flaccide, molli, devote fino all’accidia che coprono mariti pedofili, lasciv, sporcaccioni… e anche di peggio…
Chi sbaglia deve pagare, la legge non deve e non può ammettere sconti: chi sbaglia paghi!!
Sono io che le chiedo scusa.
Pensavo si riferisse a DSK.
Il padre di quella bambina dovrà fare la cosa più difficile: perdonare se stesso per un errore irreversibile.
Forse la forza sarà proprio la moglie a trasmettergliela. Spero che sia così per lui e la sua famiglia.
ehh..per forza…certamente col tempo questo nodo tornerà, e, quando nascerà l’altra bambina questa donna non lascerà che il padre la porti in…dentro questa madre e questo padre ci sarà sempre un muro di separazione! Certe ferite NON rimarginano, la loro vita sarà segnata per sempre da questa tragedia. Dovranno affidarsi ad un bravo terapeuta …ed essere aiutati entrambi.
Quella su Sartre di discepolo è una calunnia nuova.
Dove l’avrà letta?
a) Il Foglio quotidiano
b) Libero
c) Il Giornale
d) Avvenire
e) Tempi.
“Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare… ecco la Nausea”
@Lazzaro
È da apprezzare la volontà di trovare motivi che scagionino quelli che purtroppo sono incorsi in errori tremendi,il cui ricordo,fra l’altro,sarà una sorta di “punizione” per tutta la vita.Già solo per questo c’è da avere pietà.
Consentimi però di dire che nel caso in questione non mi pare che si possa parlare di un vuoto di memoria di cinque-sei ore.Mi sembra impensabile.L’uomo di cui si sta parlando è andato perfino-se non erro- all’Università per tenervi delle lezioni.Posso capire che,tutto preso dal suo lavoro di insegnamento si sia scordato,ma prima? Come si fa a non ricordare che nell’auto si è lasciata incustodita una piccolina di 22 mesi? Molti non lascerebbero i loro piccoli neanche per qualche istante.Forse si è trattato di una imperdonabile distrazione motivata da ragioni che sfuggono a chi è al di fuori della mente di un uomo e anche di una specifica situazione familiare.
Comunque giudicherà chi ne ha facoltà.E,credimi,non credo che qualcuno si permetta di “trinciare giudizi”.
A Marilisa
Nessuna volontà di trovare motivi di scagionare quanti commettono errori tremendi, ma solo l’invito ad essere cauti nei giudizi e a non essere precipitosi nel condannare senza appello. La condanna più tremenda per quel papà l’ha indicata Marco.
Io non capisco, proprio non capisco:
“Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato;
date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6,36-38).
L’ipotesi che queste donne mostrino di capire e siano sulla strada del perdono non per debolezza, o per fragilità psicologica, o perchè negano l’evidenza, ma semplicemente perchè stanno vivendo la stagione della croce nel loro amore, autenticamente e consapevolmente, questa ipotesi non ci sfiora? da cristiani, non ci sfiora?
Ci siamo così avvelenati di giustizialismo o di paura della sudditanza femminile da dimenticare che la giustizia è solo la misura minima di amore che dobbiamo al nostro prossimo, e che oltre la giustizia c’è la misericordia? misericordia che non è fatta di nuvolette rosa ma di fatica, lacrime e sangue?
Sono donne coraggiose, perchè sanno di essere incamminate su un Calvario eppure abbracciano la loro croce, e io credo che di donne così ce ne siano tante, madri e mogli e sorelle e figlie che prendono sul serio l’Amore, l’unico autentico, che non vive certo di sola giustizia ma di servizio, in tutte le sue forme…
…ma l’amore e la verita’ devono camminare insieme…
Concordo.
Il fatto è che l’amore è ciò che ti fa “sopportare” anche la verità più dolorosa.
Avete presente il papà di Novi Ligure, la sua vicinanza costante a quella figlia?
Nico,hai ragione: “l’amore è ciò che ti fa “sopportare”anche la verità più dolorosa”.Ciò implica che si debba riconoscere,senza tentennamenti,tale dolorosa verità,anche se costa molto.Ci sarà poi una via da intraprendere insieme per ritrovare un po’ di serenità.
Lazzaro invita alla cautela nel giudizio:niente di più giusto.Ma nessuno,credo,di fronte agli eventi di cui si viene a conoscenza,può esimersi del tutto da una riflessione su di essi,essendo noi dotati di una capacità di giudizio che comporta il formarsi di un’opinione.È nell’ordine naturale delle cose.
Ma opinare non è condannare.
Non voglio commentare Camille.
Tutta la mia ammirazione invece per Chiara Sciarrini che al di lù del dolore pazzesco riesce ad amare il marito.
Lei lo sa che quel professore con la testa sempre fra e nuvole sbadato a un
livello più che patologico, è un uomo che ama lei e amava la figlia; che come ogni padre che ama veramente avrebbe dato la vita per quella bambina.
Lei lo sa che la vita di quell’uomo è completamente trafitta da un dolore che solo la morte potrà estinguere; un dolore che gli brucerà dentro ogni giorno senza sosta.
Rivedo in quell’uomo le sofferenze di Cristo in croce che grida: “Padre, perché, perché mi hai abbandonato?”; e prego per lui, per la sua famiglia, per il bambino che sta per nascere, perché lo Spirito Santo, Consolatore perfetto li possa sostenere, sorreggere, guidare e costudire.
@ Marco 23 maggio 2011 @ 11:06
Discorso ambiguo (…)
Ambiguo quindi cattolico, sempre più sinonimi ormai.
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Credo di comprendere i sentimenti di Marco,
e mi ferisce la sua generalizzazione.
Tutti i battezati nella Chiesa Cattolica sono de jure cattolici.
Poi sensibilità, e ideologie creano differenziazioni e divisioni.
Ci sono i cattolici tradizionalisti, papalini,
ma c’erano i monaci di Tibhirine,
quei laici che senza ideologie danno il mese di ferie partendo a lavorare al fianco di missionari nelle favelas, mi in sobborghi africani,
e tanti che non si riconoscono in nessuna denominazione particolare
ma soltanto cattolici del quotidiano,
con la fatica di essere seguaci di Gesù,
con la fatica di perdonare,
cattolici a cui non frega un accidente delle mura vaticane, nè se chi vi sta dentro è incapace di toccare con mano la quotidianità oggi fuori da quelle mura.
Anche io sbaglio quando l’ho fatto, il generalizzare.
Inoltre grazie a Luigi
che si fa interprete di domande di misericordia,
e capisco anche i cuori induriti,
ormai abituati alla barbarie delle flatulenze televisive,
che si attaccano a ideologie dei media,
ormai giustificando ogni giustizialismo.
Guardare alla croce,
senza vedere più il Crocefisso….
“se io avessi voluto il Padre mi avre3bbe mandato legioni di angeli a difendermi”….
Ma è terribile quell’abitudine alla croce appesa,
sporca di polvere, con un vecchio ramoscello di olivo di chissà quale anno di “palme”.
L’altro giorno quando ho aperto uno sportello del mobile in ufficio,
lui, la Croce, il Crocifisso era su una mensola, tra le carte,
fu una proposta che feci,
arrivarono scatoloni di crocifissi,
perchè si dovevano attaccare in tutti gli uffici, sul muro,
da me chiesi al collega se aveva problemi se io avessi chiuso il crocifisso nel mobile.
Il collega che mi conosce, rimase profondamente meravigliato,
non era convinto,
lui non crede a chiesa e preti, per lui sono tutti ipocriti,
ma il crocifisso…. gli sembrava una dissacrazione,
ma accetto’.
Ogni volta che si apre quel mobile,
c’è quel crocifisso reclino tra le scartoffie,
e io rimango qualche momento a guardarlo e a pensare.
Se fosse sul muro come di solito,
come in anni passati nei vecchi uffici,
nè io, nè altri se ne accorgerebbero….
che lui c’è
senza essere decoro,
è emarginato
come è giusto che sia,
perchè
Lui stava e sta tra gli ultimi,
i poveri,
i lebbrosi,
i non considerati…..
Lo sò Luigi,
come al solito
vado a finire OT……
Bellissimo OT, Matteo.
Grazie.
Finché le mie figlie non sono cresciute ho vissuto con la paura di una “dimenticanza” del genere. Poteva capitare anche a me, di sicuro. Non è capitato ma non è per questo che sono un padre migliore. E la mia paura non era determinata da un amore più grande di quello del disgraziato che involontariamente ha ucciso sua figlia, solo da insicurezza. Spiacente, per me ma anche per voi che giudicate e condannate, così dimostrando di non avere capito niente ma proprio niente della vita: lo dico, lo confermo e lo riconfermo; e vi auguro che, sempre la vita di cui non avete capito niente, non vi apra gli occhi improvvisamente e a vostre spese.
Eh si Leopoldo va bene..ma caspita ..è tornato in auto due ore dopo per prendere dei documenti ma dai..ma caspita..c’è una creatura che agonizza ri-sbatti lo sportello e te ne vai..ma dai….!!! Ma se non ci stai col melone (la testa) assumi una tata..insomma…eh…ma, per carità , vuoi che non senta pena per lui, chissà che dispiacere poveraccio però…mi fa incazzare sta cosa..non si può far morire una bambina di 2 anni in quel modo, non ci posso pensare mi fa orrore questa morte va bene…?! Mi fa orrore…non l’accetto!! Ecco…
@Leopoldo
Ma come si fa a far capire che nessuno,almeno in questo blog,ha “condannato”? Se poi si è rimasti negativamente colpiti dal drammatico fatto della bimba “dimenticata” nell’auto,ciò è del tutto naturale e,però,non significa avere condannato il responsabile.
Sembra di parlare ai sordi.Questo sì,mi fa indignare davvero.
Basterebbe leggere più attentamente i post per non essere così affrettati nell’attribuire intenti di condanna che non ci sono.O si ritiene di essere migliori degli altri perché non si vogliono esprimere opinioni per una distorta idea di buonismo?
E poi vorrei sapere: se a dimenticare la bambina fosse stato un estraneo,e non il padre,l’atteggiamento verso di lui sarebbe stato altrettanto indulgente?
Mi piacerebbe che fosse chiaro,una volta per tutte,che l’esprimere opinioni non significa “condannare”.I significati sono diversi,e le riflessioni sui fatti della vita sono naturali se si ha una testa ancora in grado di pensare.È tanto difficile da capire questo concetto? Sappiamo tutti-l’ho già detto più volte-che gli errori fanno parte della natura umana e nessuno ne è esente,e ciascuno di noi-credo-ne ha fatto esperienza.Perciò nessuno deve ritenersi superiore agli altri,è talmente evidente che sembra superfluo ricordarlo.
Ancora una considerazione: sei proprio sicuro,Leopoldo,di essere tu ad aver capito tutto della vita,mentre gli altri,tontoloni e ignoranti,devono ancora imparare? Questa in casa mia si chiama arroganza e presunzione,e scusa se è poco.
Non perdo le staffe tanto facilmente,ma quando mi rendo conto che si erge una barriera fra gli interlocutori,allora la reazione è d’obbligo.Scusa la franchezza.
…mio fratello aveva 6 anni quando morì per schok anafilattico. Una morte rapida che sopraggiunse nel giro di un tre minuti, spirò in braccio a mio padre in quell’ambulatorio a pochi passi da casa! All’epoca non c’era l’antitenatica obbligatoria, come oggi, accadde che si ferì ad un ditino: un taglietto insulso, un paio di punti nulla più, causato da un pezzetto di vetro. Mia madre non voleva [le mamme hanno un sesto senso] perché la ferita aveva smesso di sanguinare e non dava segni d’infezione, si sarebbe tutto rimarginato di li a poco. Mio padre, invece,esagerato come sempre non volle sentiere ragioni e al mattino seguente lo portò in ambulatorio dal quale il bambino usci cadavere…
A nessuno venne mai in mente di accusare il babbo, ci mancherebbe, ma questa impedì a questa traggedia di segnare in modo indelebile la vita di tutti noi..senza possibilità alcuna…
..volevo dire che “nulla impedì a questa tragedia si segnare le nostre vite”…non poteva essere diversamente! Eccome se le segnò !!!
Fa rabbia la banalità della morte in questi casi, è quella che fa arrabbiare…ma quale giudizio? Qui non esiste giudizio alcuno. C’è solo tanta rabbia. Magari si potesse riavvolgere il nastro del tempo, della vita…basterebbe un secondo, un minuto prima..e tutto sarebbe diverso. Per questo in preghiera affido sempre i bambini, i giovani, le famiglie alla Madonna, perché arrivi sempre 1 minuto prima…..
Oggi Maria Ausiliatrice, festa grande per noi salesiani e cooperatori salesiani!
Affido tutte le famiglie di questo blog alla Sua materna protezione
antitetanica…ovviamente …scusate i refusi,ma vado sempre di corsa…
@ Marilisa
Hai ragione, ho sbagliato a generalizzare, ma se rileggerai gli interventi ti accorgerai che in alcuni la “condanna” c’è, sottintesa, velata a volte, ma c’è. Per il resto, la responsabilità, il libero arbitrio eccetera, sono per conto mio invenzioni necessarie a vivere insieme. Non esistono: punto. Chi non l’ha ancora capito, non ha capito niente della vita. Possibile anche che mi sbagli, ma io sono (cerco almeno di essere) in perfetta buona fede e dico ciò che penso anche a rischio di sembrare arrogante. L’animosità è stata determinata dal fatto che si tratta di una vicenda dolorosa. Incasso la tua arrabbiatura di buon grado, se non per il fatto che hai detto “buonismo”. Lo trovo un termine odioso e stupido, sebbene molto in voga oggi (il termine, nota bene, non tu).
Preciso che se un estraneo alla bambina avesse fatto ciò che ha fatto il padre la penserei allo stesso modo, e anche che, con tutte le ragioni che mi do, non sopporterei di continuare a vivere, probabilmente, con una persona che avesse provocato la morte di mio figlio, sia pure involontariamente. Perché l’altra cosa di cui sono convinto è che non è il comportamento a essere determinato dalla visione della vita, ma che, viceversa, spendiamo il nostro tempo migliore a costruirci un punto di vista che dia senso alla nostra esistenza.
@Leopoldo
In questa mia replica esulo dalla triste vicenda della bimba, che ha dato adito a tanti commenti.Riprendo invece le parole “la responsabilità, il libero arbitrio eccetera, sono per conto mio invenzioni necessarie a vivere insieme. Non esistono: punto. Chi non l’ha ancora capito, non ha capito niente della vita.”
Legittime tutte le opinioni,naturalmente.
Ti rendi conto,almeno,che se non esistessero responsabilità e libero arbitrio,nel mondo ci sarebbe il caos totale? Tutti gli aspetti della realtà sono disciplinati dal senso di responsabilità degli individui;quando questa viene a mancare o è deficitaria,allora si verificano storture e disordine che si ripercuotono sull’intera collettività.Ma è la coscienza di ciascuno che la reclama,la responsabilità, per noi e per gli altri con cui siamo interdipendenti.Ecco perché ciascuno di noi,anche tu che vuoi disconoscerla,si adopera,per quanto può,per fare al meglio,in ogni istante,ciò in cui in un determinato momento è impegnato.Nel momento stesso in cui,come hai detto in un post,stavi attento a non dimenticare i tuoi figli in auto,cosa che ti terrorizzava,stavi mettendo in essere la tua responsabilità che scaturiva dal tuo intimo.Ed esiste anche-lo voglia o no-la libera volontà,per quanto entrambe-responsabilità e volontà- siano soggette ad una limitazione ascrivibile alla debolezza della natura umana;fragilità che induce,nonostante tutto,a molti errori.Motivo per il quale chi crede invoca sempre l’aiuto di Dio.
Infine,permettimi di rimandare al mittante la frase “Chi non l’ha ancora capito, non ha capito niente della vita”.Parole categoriche e insultanti che escludono,a torto,che sia possibile avere opinioni diverse dalle tue.
“mittante”è un errore di battitura,naturalmente.”Mittente”è la parola giusta.
..Marilisa: non mi toglierai MAi lo scettro!! La regina dei refusi sono e sarà SEMPRE io…!!..AhAhAh…. (sorridi?!?!?)
Clodine,ti lascio volentieri lo scettro senza dolermene.Il fatto è che quando rileggo e mi accorgo delle imprecisioni,mi arrabbio con me stessa.Ma mi sto accorgendo sempre più che la disattenzione mi prende la mano.Non ne faccio un dramma,però.Sono ancora capace di sorridere e di ridere.
Ciao cara.
non so nulla dei fatti concreti e della vita della coppia di Teramo.
ma ogni volta che leggo un aggiornamento su questa terribile vicenda… io sento quel padre molto molto vicino.
Se fossi al suo posto sarei lontanissimo dal potermi assolvere. Penso che convivere con una scelleratezza del genere sarà un vero, vero Inferno, per lui e per lei. E insieme…
Però. Quando lei parla di “fatica” “corse quotidiane”… io vedo la vita di questi miei ultimi due anni e dico… pensa se a un certo punto il mio corpo cedesse di schianto, la mia testa andasse per mezzora in crisi, l’ansia diventasse padrona…
Potrebbe succedere anche a me. Io dico. E questa cosa mi fa cadere per un istante nel baratro.
E non certo perché non sono una persona responsabile e perché non amo i miei figli.