“La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa”: questo è l’attacco dell’esortazione Amoris Laetitia. Rientrato dal viaggio in Spagna che per me è coinciso con la pubblicazione del documento, ho riletto e ho deciso di trattarne ancora, a complemento di quanto già detto nel post di venerdì 8: La misericordia di Francesco per le famiglie ferite. Svolgerò due approfondimenti: questo sullo sguardo in positivo che il Papa rivolge all’amore umano e un altro sulle insidie del mondo d’oggi a quell’amore. L’approfondimento consisterà – secondo il metodo che ho sempre usato – nella proposta di un’antologia di brani che a me serve di promemoria e può essere utile a chi non leggerà per intero il documento.
Amoris laetitia. Cantico di Francesco alla gioia dell’amore
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Retorica dei mali. Non ha senso fermarsi a una denuncia retorica dei mali attuali, come se con ciò potessimo cambiare qualcosa. Neppure serve pretendere di imporre norme con la forza dell’autorità. Ci è chiesto uno sforzo più responsabile e generoso, che consiste nel presentare le ragioni e le motivazioni per optare in favore del matrimonio e della famiglia, così che le persone siano più disposte a rispondere alla grazia che Dio offre loro. Paragrafo 35
Autocritica. Dobbiamo essere umili e realisti per riconoscere che a volte il nostro modo di presentare le convinzioni cristiane e il modo di trattare le persone hanno aiutato a provocare ciò di cui oggi ci lamentiamo, per cui ci spetta una salutare reazione di autocritica. Spesso abbiamo presentato il matrimonio in modo tale che il suo fine unitivo, l’invito a crescere nell’amore e l’ideale di aiuto reciproco sono rimasti in ombra per un accento quasi esclusivo posto sul dovere della procreazione. 36
Attacchi al mondo. Molte volte abbiamo agito con atteggiamento difensivo e sprechiamo le energie pastorali moltiplicando gli attacchi al mondo decadente, con poca capacità propositiva per indicare strade di felicità. Molti non percepiscono che il messaggio della Chiesa sul matrimonio e la famiglia sia stato un chiaro riflesso della predicazione e degli atteggiamenti di Gesù, il quale nel contempo proponeva un ideale esigente e non perdeva mai la vicinanza compassionevole alle persone fragili come la samaritana o la donna adultera. 38
Dal lamento alla creatività. Le realtà che ci preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di suscitare una creatività missionaria. In tutte le situazioni la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. 57
Mistero nuziale. L’unione sessuale, vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è per gli sposi via di crescita nella vita della grazia. È il mistero nuziale. 74
Dio ama la gioia. Alcune correnti spirituali insistono sull’eliminare il desiderio per liberarsi dal dolore. Ma noi crediamo che Dio ama la gioia dell’essere umano, che Egli ha creato tutto «perché possiamo goderne» (1 Tm 6,17). Lasciamo sgorgare la gioia di fronte alla sua tenerezza quando ci propone: «Figlio, trattati bene […]. Non privarti di un giorno felice» (Sir 14,11.14). Anche una coppia di coniugi risponde alla volontà di Dio seguendo questo invito biblico: «Nel giorno lieto sta’ allegro» (Qo 7,14). 149
Regalo meraviglioso. Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso per le sue creature. 150
Erotismo e stupore. L’erotismo appare come manifestazione specificamente umana della sessualità […]. L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli impulsi. 151
Felice gratitudine. Un vero amore sa anche ricevere dall’altro, è capace di accettarsi come vulnerabile e bisognoso, non rinuncia ad accogliere con sincera e felice gratitudine le espressioni corporali dell’amore nella carezza, nell’abbraccio, nel bacio e nell’unione sessuale. 157
Cura la tua gioia. Ad ogni donna in gravidanza desidero chiedere con affetto: abbi cura della tua gioia, che nulla ti tolga la gioia interiore della maternità. Quel bambino merita la tua gioia. Non permettere che le paure, le preoccupazioni, i commenti altrui o i problemi spengano la felicità di essere strumento di Dio per portare al mondo una nuova vita. Occupati di quello che c’è da fare o preparare, ma senza ossessionarti, e loda come Maria: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1,46-48). Vivi con sereno entusiasmo in mezzo ai tuoi disagi, e prega il Signore che custodisca la tua gioia perché tu possa trasmetterla al tuo bambino. 171
Sesso e risurrezione. I momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione. I coniugi danno forma con vari gesti quotidiani a questo spazio teologale in cui si può sperimentare la presenza mistica del Signore risorto. 317
“Molti non percepiscono che il messaggio della Chiesa sul matrimonio e la famiglia sia stato un chiaro riflesso della predicazione e degli atteggiamenti di Gesù, il quale nel contempo proponeva un ideale esigente e non perdeva mai la vicinanza compassionevole alle persone fragili come la samaritana o la donna adultera. AL 38
Gesù non proponeva un “ideale esigente” come un qualsiasi filosofo stoico o un moralista . Gesù proponeva il BENE E LA VERITA’ E la sua compassione, verso la samaritana e verso l’adultera , era dovuta al fatto che queste persone a causa del loro peccato si trovavano nella sofferenza e nell’infelicità. Gesù non vuole insegnare un ideale astratto ma vuole salvare le persone che si trovano nella sofferenza e nell’infelicità . perciò insegna LA LORO LA VIA PER IL BENE : va’ e NON PECCARE PIU’.
L’errore è disgiungere un “ideale esigente” a una prassi “caritatevole”.
se per esempio diciamo a una coppia che vive nell’adulterio che possono continuare a farlo scambiando il lassismo morale con la compassione non stiamo seguendo l’esempio di Gesù.
Di fronte ad un alcoolizzato , un medico caritatevole non gli permette di continuare a bere, non gli dice ma sì poveraccio mi fai compassione, continua pure ,ma gli dice devi smettere di bere se no tra poco morirai. Non va a cercare se nell’alcooolismo ci possano essere “semi di bene” ma valuta la condizione del paziente negativa e grave e meritevole di cambiamento
Così Gesù nell’ insegnare il matrimonio indissolubile e nel condannare l’adulterio non propone una idea PLATONICA, un bell’ideale irrealizzabile, una norma di filosofia stoica, ma la salvezza molto concreta dalla morte dell’anima.
Quando si parla dell’adultera si omettono sempre le ultime parole di Gesù: Va’ e non peccare più.
I teologi moderni invece ci vogliono far credere che siccome la fedeltà matrimoniale , la castità prematrimoniale , sono solo dei begli “ideali” irrealizzabili, e siccome noi siamo fragili e siccome Gesù è tanto “buono” si può continuare a vivere come facciamo, senza sensi di colpa, senza cambiare, senza intraprendere un difficile ma NECESSARIO cammino di pentimento, penitenza e conversione, tanto il bene è dovunque .
Certo che la perfezione è difficile da realizzare in questo mondo, tuttavia non può essere l’inizio di una cammino verso la perfezione continuare a ristagnare nel male, e quasi banalizzandolo , non chiamarlo più male o addirittura fingere che sia bene.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-bene-ovunque–il-grande-equivoco-15825.htm
“la perfezione è un moto che da un bene procede verso altro bene, è un completamento di un bene. Il male non può essere incipit di pienezza, ma contraddice la pienezza. Solo la decisione di abbandonare il male è incipit di pienezza. Il male non è il primo passo verso il bene, bensì è il primo passo verso un male maggiore. Ed infatti come il bene chiama a sé altro bene (virtù), il male chiama a sé altro male (vizio). Suggerendo ai conviventi di continuare la convivenza o alle persone omosessuali di continuare ad assumere condotte omosessuali si instradano queste persone non verso la perfezione morale, bensì verso la sua degradazione. In caso contrario dovremmo suggerire ad un alcolista, come rimedio per diventare sobrio, quello di continuare a bere.”
Che primavera!!! Grazie, Papa Francesco!
Non so quale sia la vostra esperienza di chiesa, ma già quando ho seguito io il corso prematrimoniale nella mia parrocchia, oltre dieci anni fa (era papa San Giovanni Paolo II), ho sentito parole di questo genere sull’amore e sulla sessualità.
E ho sentito che in alcune parrocchie ci sono già da anni persone separate e divorziate (magari però non conviventi con altri “partner”) e che affiancano i sacerdoti nei corsi prematrimoniali.
Questa esortazione apostolica sostiene un percorso che è già in atto.
Non direi che si tratta di una “nuova primavera”.
L’unica vera novità rispetto al passato è l’impressione di voler superare il divieto di accesso alla comunione per le coppie irregolari per un malinteso concetto di misericordia. Del resto anche l’esigenza di accogliere queste persone nella vita della chiesa era già presente nei pontificati precedenti, ma era chiara la difficoltà di procedere verso un’accoglienza più ampia senza mettere in discussione l’indissolubilità del matrimonio canonico. In altri termini: si forza sulle casistiche (che già c’erano) per offrire un’immagine più “misericordiosa” della Chiesa, senza preoccuparsi troppo delle conseguenze.
Mi sembra comunque che, approfondendo il testo, si trovino aperture meno ampie di quanto facessero immaginare i titoli delle prime pagine dei giornali.
Un’ottima ventata di primavera, senza nessunissima rivoluzione.
In questo ha ragione Federico. Bergoglio porta avanti la primavera del Concilio.
Che era tutto, fuorché rivoluzionario.
Sono stati i fifoni – di allora come di adesso- a inventarsi la storia delle “rivoluzioni”, della dottrina buttata alle ortiche e via discorrendo.
Nel momento in cui le testoline terrorizzate all’idea di rinunciare alle loro quattro carabattole che ripetono tipo mantra , lo capiranno, risparmieranno fiato, energie, e libereranno una frisa di sè per Cristo, invece di lasciarsi occupare manu militari dai piedi ai capelli da un ego smisurato, pari solo alla tremarella….
🙂
Io penso che nessuno di noi è l’epicentro del mondo. Solo Dio è l’epicentro dell’universo e per Lui passano infinite rette, che siamo noi.
Il tempo passa per tutti, ma le stagioni ritornano e hanno una ciclicità diversa per ciascuno di noi. Se per me l’esortazione di Papa Francesco è una primavera, lasciatemela godere! Grazie. 🙂
Mi associo e ne godo completamente anch’io. 🙂
Una domanda per Maria Cristina, che è medico.
Se io, che sono un rafanazzo qualunque, e lo sono doppiamente in medicina, non avendo alcun titolo, venissi da te e ti dicessi : tu devi far diagnosi così e cosà e applicare questa e quella terapia, non ho dubbi ( anzi, spero) che tu mi prenderesti almeno mataforicamente a pedate nel fondoschiena esortandomi a lsaciarti fare quello che le lì per fare.
Giusto?
Idem con patate tra te ( o me, e tutti singolarmente presi) e la Chiesa.
Possibile che si debba essere dei tafani ronzanti che , senza avere titolo né mandato alcuno, siano sempre a volerle insegnare( uahuahuah!!!) come, quando, e la rava und la fava della sua missione?
Intervengo nuovamente (questa volta fuori tema), perchè avevo promesso a Luigi di aggiornarlo sulla Messa che si è celebrata la scorsa settimana a Tresigallo (FE) in ricordo di Laura Vincenzi.
Riporto le parole di Mons. Negri, che uniscono il ricordo di Laura a quello di Riccardo Tagliati, un giovane giornalista tresigallese la cui breve vita non sfigurerebbe tra i tanti fatti di Vangelo di Luigi.
http://www.luiginegri.it/default.asp?id=401&id_n=1737
…e a Maria Cristina chiederei – perfavore- di leggere anche questo,oggi, oltre alla caterva di siti/blog et similia che legge già.
http://www.news.va/it/news/papa-i-dottori-della-lettera-sono-chiusi-a-profezi
Notando che non c’è una parola sola che non sia secondo il vangelo: dunque lo legga per una volta a mente sgombra e finestra aperta, chissà che non le passi quella sensazione di inverno perenne che sembra sempre aleggiare sulle parole dei suoi interventi….
Sensazione personale e quindi soggettiva, beninteso.
Cuffini guardi, non penso che lei possa silenziare discepolo, o clodine, o federico o qualcun’altro, e non solo su questo blog, ma non potrebbe silenziare nessun laico, anche non lo condivide o se ciò che lei ritiene offensivo per la Chiesa, secondo il suo criterio, fosse urlato da un ambone.
Un entusiata del Concilio come lei dovrebbe saperlo, e se gli effetti che alcuni emendamenti conciliari , nella Chiesa, producono effetti che a lei non piacciono, spiacente, dovrà tenersi tutto il pacchetto: ciò che del CVII le garba e ciò che non le garba.
C’è un intero paragrafo, il IV, della “Dogmatica” Lumen Gentium, dedicato ai laici riguardo ciò che possono e non possono fare. Si da il caso che ciascuno battezzato in virtù delle tre funzioni messianiche: sacerdotale, profetica, regale ha, non solo il dovere di pensare, analizzare, studiare, ma addirittura il diritto di relazionarsi con la gerarchia, con il Papa, in totale autonomia (l’articolo 37 molto enfaticamente ne parla con dovizia) fin quasi ad auspicare al proprio interno il dinamismo del dibattito” -dal latino batuere o battuere; scuotere, discutere le ragioni in favore o contro- con dialettiche talvolta conflittuali. Una sorta di ecumenismo ad intra. Lo stesso diritto canonico, tra l’altro, suggella tale principio.
A fortiori se il laico è affiliato a confraternite o ancor meglio se investito dell’autorità di terziario cooperatore di ordini religiosi.
Non so di discepolo; personalmente sono terziaria salesiana da 25 anni, con relativi voti, e catechista da trenta con mandato della diocesi.
E perciò, essendo il luogo della laicità la propria coscienza, previa preparazione, traendo luce dal Vangelo, dalla Tradizione e dal Sensus fidei, posso esprimere liberamente un’opinione anche se a lei, Cuffini, non piace..
Perciò la smetta, Cuffini, di fare il censore, di zittire ogni volta con offese ed epiteti…
Avrei voluto dirglielo sull’altro post, ma siccome vedo che continua imperterrito ad irretire , redarguire, chiunque osi dire mezza parola che a lei non quadra, in una sorta di delirio di onnipotenza clericale…ecco, sommessamente le dico, di non farlo, con me, lei non lo deve fare!
Floris, non è che io la abbia sempre in mente, sa.
🙂
Non parlavo con lei, come vede.
Ma, visto che ci tiene, che cosa desidera? Tutte le mie felicitazioni.
Da un intervento all’altro, va sciorinando il suo invidiabile curriculum, che, come detto in altro punto, “gode di imprimatur della Santa Sede.”
E dunque?
Ne sia fiera, come dovrebbe.
Dopodiche, qui, come me e come tutti, conta quello che QUI dice e che QUI afferma. E resta il fatto che , molto ben curriculata, come me e tutti resta un insignificante rapagnetta della fede, se rapportata alla Chiesa, corpo di Cristo.
Lei esprima non una, ma una miliardata di opinioni.
Chi glielo impedisce?
Ma un opinione è un’opinione.
Dire , in continuum, la Chiesa PUO’/NON PUO’ fare questo e quello o lo dice la Chiesa stessa, o vale zero via zero.
Scusi sa, le farò torcere le budella : ma è’ la Chiesa che mi puo’ portare alla salvezza o no; Claudia Floris Leo e Cuffini non portano a salvezza manco la pellicola di un’unghia di un piede storto…..
Non si stufa di ripetere sempre le stesse cose? E pure di farmele ripetere?
Ormai sembriamo i fratelle DeRege, dai…
🙂
Parentesi lessicale, che così si va sul neutro.
🙂
Irretire, è molto bello.
Improprio, ma bello.
Anche “delirio di onnipotenza clericale” suona benissimo. Non è che voglia dire tanto, come concatenazione di termini, ma è bello assai.
Però definire ” mezza parola ” quello che dice Maria Cristina, è un tantinello forzato. Quasi come se lo si dicesse parlando di quel che dico io…
🙂 🙂 🙂
Cmq per non farle fare sangue gramo, e soprattutto per non irritare Luigi paron de casa, che detesta i pinponghini, mi assumo la parte dello scemo dei due De Rege, e , senza attender ortaggi in volo o applausi, bonifico per qualche tempo la scena da me stesso….
Buona serata a tutti.
L.
Ho letto, ad esempio, l’omelia del Santo Padre di questa Mattina At 7,51- 8,1, che Lei Cuffini ha postato, bellissima, per carità, ma di primavera non ne ho sentita la brezza!
Si possono dare altre interpretazioni della stessa lettura, altre “chiavi” che aprono porte: sull’Eucaristia ad esempio, sul tema della missionarietà in vista del servizio per la nuova evangelizzazione, per l’annuncio ai lontani che non consiste nell’uso di metodi o tecniche particolari, ma nell’essere ricolmi di Spirito Santo ’immersi nel mistero, assimilati alla Sua parola, alla Sua presenza…La figura di Saulo, per nulla valorizzata nell’omelia è fondamentale, perché è proprio attraverso lo strazio di Stefano che Dio “compra” l’anima di Saulo. In Virtù di quella morte innocente, vicaria,Saulo sarà folgorato sulla via di Damasco; aspetto sottovalutato nell’omelia…
Ciascuno ha il diritto di vivere la Parola secondo com’è desiderio di Dio e la disposizione interiore di quell’anima, affinché ne tragga luce e pace.
Allora si, che la Parola raggiunge lo scopo…
( gnente, ‘un se stufa, aho!….)
🙂
Ma su Cuffini, dai…non la prenda così male…si fa per dire…
Lei è un torinese, di quelli tosti e fieri, ma dal cuore d’oro!
A l’è mac le muntagne c’a s’ancuntru
Un caro saluto…
Una figlia di Don Bosco non può non amare i torinesi…dai…
che poi avete degli spumantelli, dei vini friccicarelli, che sono straordinari.
Suvvia, chissà che un giorno non ci troveremo ad un tavolo davanti ad un buon Barolo di quelli che fanno resuscitare i morti…
Fossero tutti questi i mali , Cuffini….
Grazie Federico Benedetti, ho letto ora Negri. Mi puoi mandare la storia di Riccardo Tagliati che non conosco?
@Luigi,
ne ho parlato ieri con mia madre, che è nativa di Tresigallo.
Riccardo Tagliati è morto nel 2000 a venticinque anni di un brutto male.
Il Vescovo lo ha ricordato insieme a Laura perchè, oltre ad essere conterranei, hanno avuto una vita simile. Entrambi iscritti all’Azione Cattolica, attivi nel volontariato e nel sociale. Riccardo era collaboratore di un quotidiano locale, La Nuova Ferrara. Per il momento non so dirti di più, ma non dubitare che, se potrò, ti farò avere altre informazioni.
@mariacristinaventuri
Quando si parla dell’adultera si omettono sempre le ultime parole di Gesù: Va’ e non peccare più.
Quelle parole invero sono fondamentali e indicano il cammino, la strada da percorrere.
Ma in quell’adultera c’è ogni donna e ogni uomo bisognoso di misericordia e perdono; ognuno di noi, quindi.
Alcuni preferiscono invece assumere le vesti dei lapidatori, teneri verso se stessi e i propri limiti ma giudici spietati nei confronti dei peccati altrui.
Il compito di separare agnelli da capri è un’esclusiva dell’Eterno Giudice il quale sa svolgere benissimo da solo il suo lavoro, anche se riceve continuamente premurose offerte di collaborazione.
A Luigi Mortari
Permettimi di sottoscrivere quanto hai appena scritto, che condivido pienamente. Grazie.
anche da parte mia: letto, approvato, sottoscritto.
caro Luigi Mortari ci sono DUE ERRORI o peccati:
uno è quello di assumere la veste dei “lapidatori”, verissimo. non bisogna lapidare il prossimo, ma fare penitenza per i PROPRI PECCATI.
Ma l’altro e le chiedo umilmente di rifletterci è assumere il punto di vista del “serpente”.
Quale è la veste del serpente? basta legger l’inizio della Bibbia la Genesi.
Nella Genesi si legge che il serpente tentò Eva facendogli credere che se avesse mangiato dell’ Albero proibito da Dio non sarebbe morta affatto.
Così oggi i moderni “casuisti” , i misericordiosi, dicono al fedele confuso e smarrito: ma sì divorzia e risposati, non è affatto un peccato. Dio è amore . E l’amore scusa tutto.
Non vede caro Luigi Mortari all’opera il serpente? come nelle tentazioni di Cristo?
Scusare il male,banalizzare il male ,anzi fare del male un bene, non parlare del peccato mortale, per una falsa misericordia essere indulgenti col male , dicendo “non morirai affatto” è il punto di vista del serpente.
Certo i divorziati risposati che fanno allegramente e impunemente la comunione “non moriranno affatto” secondo il punto di vista del serpente. E tutti i peccatori che continueranno a peccare tanto la Chiesa di Bergoglio li assicura che Dio è tanto misericordioso..non “moriranno affatto” come dice il serpente.
anzi vivranno benissimo , felici e contenti, in questa vita, colla benedizione dei preti moderni.
MA. c’è un MA. Il punto di vista del serpente non è il punto di vista di Dio.
Adamo ed Eva furono cacciati dal Paradiso.
Dio, il Dio biblico sembra molto cattivo, anzi un orribile e rigido legalista secondo le parole di Bergoglio, no LUigi Mortari?
ma come, ma perchè Dio tanto misericordioso ha cacciato Adamo ed Eva dal paradiso? Ah , ci fosse stato Bergoglio al posto di Dio, eh Luigi Mortari! Come sarebbe stato più buono Bergoglio!
Non tutti i cammini e i modi della conversione, ritenuti validi da una sorta di “fai da te” , superano il vaglio critico della ragione dal punto di vista morale e quando così avviene, cioè quando si vive in modo sbagliato l’esperienza del male, il male commesso continua la sua opera e il suo corso, inesorabilmente….purtroppo. Questo perché si è perso il concetto di peccato, inteso come frattura interiore e conseguente malessere personale, frammentazione, insoddisfazione. Non è mai solo un’esperienza che si sperimenta a livello personale ma, ma è una forza misteriosa che contagia, come la peste…dilaga…contamina e investe la dimensione ecclesiale e sociale…
Ok…..armageddon Bergoglio è scatenato….. Prima o poi ci farai dono di un pensiero un tantino più innovativo Maria Cristina ?
Cristina vicquery
Che poi, realisticamente, ci si trova sempre più spesso di fronte ad una sorta di deresponsabilizzazione rispetto alle azioni sicché c’è una colpa, ma fatalità, mai un colpevole. Ci si trova di fronte ad un’etica senza verità, una sequenza di molteplici preferenze personali: vere solo per l’individuo che le ha, e vive la sua verità in maniera totalmente soggettiva…
Pertanto, rimane vero, com’è vero il cielo, che la pratica del bene prevede la netta esclusione del male, per quanto questo continui ad insidiare le nostre vite.
Senza il segreto del confessionale saremmo perduti. E’ il luogo in cui nessuno resta definitivamente inchiodato al suo passato, per sempre contrassegnato dal suo sbaglio. C’è sempre, per chi lo desidera, un refolo di speranza, la possibilità della libertà, un incontro da persona a persona così da neutralizzare, almeno per un momento, le pur giuste esigenze della pena che si avverte quando si agisce male, contro Dio, noi stessi, il prossimo .
Il popolare Duo ” Fastidio & Pessimismo” ( affettuosa citazione dei Cavalli Marci)
si è appena prodotto nel Monumento Al Peccato.
🙂
Meglio spalancare un poco le finestre:
http://www.lastampa.it/2016/03/30/vaticaninsider/ita/vaticano/francesco-dio-distrugge-il-peccato-non-come-una-tintoria-con-le-macchie-SoQAFbiH3CVjlaxrfl604J/pagina.html
“ma come, ma perchè Dio tanto misericordioso ha cacciato Adamo ed Eva dal paradiso? ”
Uuuuuuuuuuuuuuuuuu.
Ma come, ma perché Dio ha mandato un tal Gesù Cristo ( do you know?) in terra….
Sempre fermi allo spezzatino.
Nel ” segreto del confessionale” si realizza e si sperimenta ogni volta la REALTA’
del papà misericordioso della parabola che ci attendeva da lontano, ci butta le braccia la collo e ci prepara e ci trascina alla più scandalosa delle feste.
Sarebbe questo ” un incontro da persona a persona così da neutralizzare, almeno per un momento, le pur giuste esigenze della pena che si avverte quando si agisce male, contro Dio, noi stessi, il prossimo “?!
Tutta un’altra storia.
“Pertanto, rimane vero, come è vero il cielo, che la pratica del bene prevede la netta esclusione del male, per quanto questo continui ad insidiare le nostre vite.”
Toh, non sapevo che il cielo fosse diventato falso.