Amerai Dio con tutta la tua mente: al cuore e all’anima Gesù aggiunge la mente
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Luigi Accattoli
Con tutto te stesso. Nella risposta allo scriba sul “primo dei comandamenti” – vedi post precedente – Gesù richiama il precetto mosaico contenuto in Deuteronomio 6, 5: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze” e a esso aggiunge “con tutta la tua mente”: perché questa aggiunta? E che vuol dire amare con tutta la mente? La domanda è stata posta durante il collegamento di lunedì 29 e ora qui nei commenti provo a dare la risposta che allora non seppi fornire.
Gli studiosi interpretano che “cuore, anima, forze” stiano a dire “con tutto te stesso” e aggiungono che tale significato complessivo non muta se ai tre termini della Bibbia ebraica aggiungiamo la “mente”, che nel testo greco è dianoias. Osservano anche che questa aggiunta non è solo in Marco ma in tutti e tre i Sinottici. Segnalano infine che l’aggiunta di Gesù va letta in parallelo a quella che subito dopo, al versetto 33, ascoltiamo dalla bocca dello scriba, che ripete il richiamo al Deuteronomio mettendo sineseos [intelligenza] al posto di dianoias [mente].
2 Febbraio, 2024 - 17:02
Luigi Accattoli
Lo scriba dice “con tutta la tua intelligenza”. Sul fatto che sia Gesù sia il rabbi nel racconto di Marco aggiungano al testo antico un richiamo alle facoltà intellettive dell’uomo viene così interpretato dagli esegeti gesuiti americani John R. Donahue e Daniel J. Harrington: “Il loro inserimento potrebbe rispecchiare un maggiore interesse per le cose della mente proprio dei Giudei con una mentalità ellenistica” [Il Vangelo di Marco, ElleDiCi 2006, p. 315].
Forse possiamo concludere questa divagazione con una festosa accoglienza di tutte le varianti suggerite insieme dal Deuteronomio e dai Vangeli per significare che l’amore di Dio ci dovrebbe prendere per intero: cuore, anima, mente, intelligenza, ogni forza vitale. Facendo appello ai poeti potremmo aggiungere “pensiero dominante” (Leopardi), “intelletto d’amore” e “luce intellettual piena d’amore” (Dante).
2 Febbraio, 2024 - 17:04
Luigi Accattoli
Amare con la mente cioè leggendo. Dico un’ultima parola sull’amare il Signore con tutta la mente e azzardo che una modalità di tale amore ci è offerta dall’ascolto della sua Parola. Insomma: nè più nè meno del nostro impegno a leggere i Vangeli. Mi faccio aiutare da San Girolamo, l’operoso traduttore della Scrittura dal greco al latino, per dire meglio questa modalità di amare ascoltando: “Se preghi tu parli con lo Sposo; se leggi, è Lui che ti parla” (Epistola 22, 25).
2 Febbraio, 2024 - 17:08
Luigi Accattoli
Amore di sé. Nella nostra serata abbiamo affrontato anche la questione delicata dell’amore di sé, partendo dalle parole che Gesù prende dal Libro del Levitico: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Pensando alla nostra discussione in questi giorni, mi è tornato alla mente un forte appello di Papa Francesco formulato a Cracovia il 31 luglio 2016, a chiusura della Giornata mondiale dei Giovani: “Siamo chiamati alla gioia eterna con Dio! Questa è la nostra “statura”, questa è la nostra identità spirituale: siamo i figli amati di Dio, sempre. Capite allora che non accettarsi, vivere scontenti e pensare in negativo significa non riconoscere la nostra identità più vera: è come girarsi dall’altra parte mentre Dio vuole posare il suo sguardo su di me, è voler spegnere il sogno che Egli nutre per me. Dio ci ama così come siamo, e nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà cambiare idea. Per Gesù – ce lo mostra il Vangelo – nessuno è inferiore e distante, nessuno insignificante, ma tutti siamo prediletti e importanti: tu sei importante! E Dio conta su di te per quello che sei, non per ciò che hai: ai suoi occhi non vale proprio nulla il vestito che porti o il cellulare che usi; non gli importa se sei alla moda, gli importi tu, così come sei. Ai suoi occhi vali e il tuo valore è inestimabile”.
Con tutto te stesso. Nella risposta allo scriba sul “primo dei comandamenti” – vedi post precedente – Gesù richiama il precetto mosaico contenuto in Deuteronomio 6, 5: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze” e a esso aggiunge “con tutta la tua mente”: perché questa aggiunta? E che vuol dire amare con tutta la mente? La domanda è stata posta durante il collegamento di lunedì 29 e ora qui nei commenti provo a dare la risposta che allora non seppi fornire.
Gli studiosi interpretano che “cuore, anima, forze” stiano a dire “con tutto te stesso” e aggiungono che tale significato complessivo non muta se ai tre termini della Bibbia ebraica aggiungiamo la “mente”, che nel testo greco è dianoias. Osservano anche che questa aggiunta non è solo in Marco ma in tutti e tre i Sinottici. Segnalano infine che l’aggiunta di Gesù va letta in parallelo a quella che subito dopo, al versetto 33, ascoltiamo dalla bocca dello scriba, che ripete il richiamo al Deuteronomio mettendo sineseos [intelligenza] al posto di dianoias [mente].
Lo scriba dice “con tutta la tua intelligenza”. Sul fatto che sia Gesù sia il rabbi nel racconto di Marco aggiungano al testo antico un richiamo alle facoltà intellettive dell’uomo viene così interpretato dagli esegeti gesuiti americani John R. Donahue e Daniel J. Harrington: “Il loro inserimento potrebbe rispecchiare un maggiore interesse per le cose della mente proprio dei Giudei con una mentalità ellenistica” [Il Vangelo di Marco, ElleDiCi 2006, p. 315].
Forse possiamo concludere questa divagazione con una festosa accoglienza di tutte le varianti suggerite insieme dal Deuteronomio e dai Vangeli per significare che l’amore di Dio ci dovrebbe prendere per intero: cuore, anima, mente, intelligenza, ogni forza vitale. Facendo appello ai poeti potremmo aggiungere “pensiero dominante” (Leopardi), “intelletto d’amore” e “luce intellettual piena d’amore” (Dante).
Amare con la mente cioè leggendo. Dico un’ultima parola sull’amare il Signore con tutta la mente e azzardo che una modalità di tale amore ci è offerta dall’ascolto della sua Parola. Insomma: nè più nè meno del nostro impegno a leggere i Vangeli. Mi faccio aiutare da San Girolamo, l’operoso traduttore della Scrittura dal greco al latino, per dire meglio questa modalità di amare ascoltando: “Se preghi tu parli con lo Sposo; se leggi, è Lui che ti parla” (Epistola 22, 25).
Amore di sé. Nella nostra serata abbiamo affrontato anche la questione delicata dell’amore di sé, partendo dalle parole che Gesù prende dal Libro del Levitico: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Pensando alla nostra discussione in questi giorni, mi è tornato alla mente un forte appello di Papa Francesco formulato a Cracovia il 31 luglio 2016, a chiusura della Giornata mondiale dei Giovani: “Siamo chiamati alla gioia eterna con Dio! Questa è la nostra “statura”, questa è la nostra identità spirituale: siamo i figli amati di Dio, sempre. Capite allora che non accettarsi, vivere scontenti e pensare in negativo significa non riconoscere la nostra identità più vera: è come girarsi dall’altra parte mentre Dio vuole posare il suo sguardo su di me, è voler spegnere il sogno che Egli nutre per me. Dio ci ama così come siamo, e nessun peccato, difetto o sbaglio gli farà cambiare idea. Per Gesù – ce lo mostra il Vangelo – nessuno è inferiore e distante, nessuno insignificante, ma tutti siamo prediletti e importanti: tu sei importante! E Dio conta su di te per quello che sei, non per ciò che hai: ai suoi occhi non vale proprio nulla il vestito che porti o il cellulare che usi; non gli importa se sei alla moda, gli importi tu, così come sei. Ai suoi occhi vali e il tuo valore è inestimabile”.