Altoetting: cinque minuti di riposo in Dio

Inaugurazione della Cappella dell’Adorazione, oggi ad Altoetting. Quando tutto è compiuto, cantato il Te Deum, Benedetto torna a inginocchiarsi e resta solo. Due volte si asciuga il sudore. Guada l’ostensorio. Lentamente il volto affaticato ritrova la luce abituale. Gli si avvicinano prima il cerimoniere Marini e poi il segretario don Georg e timidamente, di nuovo, Marini. Solo allora si muove. Cinque minuti di risposo in Dio. Per riprendere forza, per insegnare il silenzio. Ed eccolo dopo altri cinque minuti sul piazzale, che si muove di nuovo sveglio e svelto, libero dal pesante piviale che sotto il sole, per quei duecento metri, doveva essere un forno. Di nuovo parla con i bambini, stringe cento mani, riceve piccoli doni, bacia un pupo in braccio a una bella mamma.
Quei cinque minuti gli sono bastati per mostrare che, potendo, sarebbe restato, restato, restato.

29 Comments

  1. arguello88

    Secondo me questo viaggio segnerà molto la storia del Papa…le immaggini che ci arrivano dalla Germania raffigurano un Papa gioioso,sciolto,che emana una luce diversa.Questo Papa veramente mi sta meravigliando ,dietro ad uno sguardo che non lascia trasparire nessuna emozione,se non un sorriso appena accennato si cela la bontà,l’amore,la dolcezza di questa persona.Auguri Papa e Buon Viaggio

    11 Settembre, 2006 - 15:44
  2. Sarebbe restato, restato, restato… proprio vero, Luigi, proprio vero.
    Tutti, se siamo soli (forse per chi ha qualcuno accanto è diverso) sogniamo incessantemente di tornare un giorno a casa per poter vivere quel poco che resta.
    Papa Ratzinger evidentemente sente di avere poco tempo a disposizione. Non riesco a spiegarmi se non in questo senso le sue oscure parole: “Questa è la mia ultima visita in Germania); sa che il tempo è poco, e cerca di riempirsi gli occhi, ancora una volta, con quel paesaggio in cui tornerà, credo in altro modo, un giorno.
    E’ dunque questo il suo desiderio? Può darsi. Anche lui, se potesse, tornerebbe a casa. Ma non può, almeno per ora. Può darsi che un giorno il suo cuore riposerà tra i suoi compatrioti, come s’era ipotizzato per Giovanni Paolo II. Ma non è questo il tempo per queste riflessioni.
    I preti vivono e muoiono soli. Anche il Papa: che ha un fratello lontano e un segretario vicino, che però non è come un figlio o un nipote. E’ un uomo solo che, in fondo, chiede un po’ d’affetto per portare un manto ogni giorno più pesante. E il coraggio di portarlo.
    Un caro saluto.

    11 Settembre, 2006 - 17:16
  3. Maria Grazia

    Trovo molto volgare quest’ansia di far sapere ai lettori che al Papa resta poco tempo da vivere e che il suo sarà un Papato di transizione.Ho persino letto che il Papa non potrebbe fare progetti a lungo termine perchè non vivrà ancora a lungo.Un consiglio:sentite l’originale tedesco della battuta sulla sua età,osservate il viso,vi illuminerà.
    Maria Grazia

    11 Settembre, 2006 - 20:01
  4. Maria Grazia, oltre che volgare lo trovo moralmente disonesto: concordo pienamente con te.
    Gianluca

    12 Settembre, 2006 - 8:12
  5. Francesco73

    Ma sì, infatti, un’enfasi davvero fasulla su questa frase del Papa.
    E’ un uomo di una certa età, affidato alla Provvidenza. Nella sua frase non c’è altro che la considerazione per questi dati. Sa bene che organizzare un viaggio pontificio internazionale non è come fare una pic nic ai Castelli. Ed è consapevole che ci sono altre destinazioni, altre mete, altri Paesi che aspettano il successore di Pietro. Per un uomo di Dio l’età avanzata e l’avvicinarsi del momento finale non sono temi da esorcizzare, o da evocare solo in limine mortis, per lanciare segnali. Tutt’altro.
    Mi ha un pò stupito vedere vaticanisti anche autorevoli che invece hanno rilanciato le speculazioni e le ditrologie.

    12 Settembre, 2006 - 8:35
  6. Mah, che questo sia un Papa di transizione sono i fatti – cominciando dall’anagrafe – a dimostrarlo, non le parole. E i fatti non si possono mutare.
    Detto questo, avere coscienza della propria morte non è disgustoso, ma cristiano: “Memento homo quia pulvis es…”, oggi sostituibile con un più ‘tranquillo’ “Convertiti, e credi al Vangelo”, è un concetto che appartiene alla vita di ogni cristiano. Proprio perché avere coscienza della morte, della propria morte, non è debolezza, ma forza. Nulla muore perché Gesù è risorto.
    “Sempre mi tengo pronto a vivere e morire”, scrisse Giovanni XXIII nel suo giornale dell’anima. Che lo sappia anche Ratzinger?

    12 Settembre, 2006 - 12:35
  7. Andrea Zambrano

    Chiedo scusa, ma che cosa intendete quando dite “di transizione”? Indicate solo una definizione di carattere temporale? Perchè se il metro è solo cronologico per eguagliare il papato di Wojtyla chissà chi dovrà arrivare e quanto dovremo aspettare?

    La transizione è qualcosa che mi fa venire in mente un periodo morto, in cui non succede nulla per la vita della Chiesa. Non mi sembra possa dirsi per questo papa. E se devo essere sincero non mi viene da dirlo nemmeno per Giovanni Paolo I.
    Pensando ad un pontefice mi viene in mente la figura del seminatore più che del capitano d’impresa che, se è anziano, ha poco tempo per risollevare i bilanci di un’azienda.

    Chissà quanti frutti il Signore ci sta dando dalla semina di Giovanni Paolo II, e non li riconosciamo ancora come tali. Allo stesso modo Papa Ratzinger sta seminando e ciò che è importante non è per quanto tempo semini, ma che cosa stia seminando.

    12 Settembre, 2006 - 15:07
  8. Facile ricordare che il pontificato di Giovanni XXIII fu cortino, ma non certo di transizione.

    Se Benedetto XVI fa meno piani a lungo termine, è nell’indole dell’uomo, che “si trova ad essere” papa, affrontando questo compito momento per momento, il che non vuol certo dire improvvisazione ma nemmeno volontà di sostituirsi alla Provvidenza. Una certa navigazione a vista è profondamente cristiana, nella consapevolezza che, chiunque sia al timone, la barca è in mani altrui.

    Fossimo tutti pronti a morire domani, quand’anche fosse tra cent’anni.

    12 Settembre, 2006 - 19:02
  9. Maria Grazia

    Caro Antonino,prima di tutto non si dice questo Papa ma il Papa.Trovo curiosa la definizione che si evince dalle sue parole:è di transizione il Papa eletto in tarda età.Per me non è così perchè di transizione è un Papa che bivacca senza mai dire le cose chiare e tonde,il Papa che non si espone più di tanto,il Papa che non fa riforme serie.In questo senso non mi pare proprio che Benedetto XVI sia di transizione.Se poi calcoliamo che dietro tutte le scelte di Giovanni Paolo II c’era Ratzinger,non possiamo proprio usare definizioni di per sè offensive anche se è vero che offendere Papa Benedetto è diventato lo sport nazionale.A proposito,Avvenire critica i giornali italiani per essersi inventati una fantomatica malattia del Papa.
    Saluti,MG.

    12 Settembre, 2006 - 19:57
  10. San Domenico Savio, allevato da un altro Santo, Giovanni Bosco, fino all’età di 15 anni, quando tornò alla casa del Padre, così rispose ad un curioso che gli chiese, mentre stava giocando a calcetto all’oratorio, cosa avrebbe fatto se in quel preciso istante un Angelo gli avesse annunciato che stava per morire, che era giunta la sua ora. “Continuerei a giocare”, disse Savio. Questa è la santità: vivere giorno per giorno con lo sguardo rivolto al Cielo, senza aver timore del tempo e delle ore. Papa Benedetto sta dimostrando di non temere nè l’età avanzata (ma poi, dico io, mica c’è un’età minima o massima per fare il Papa!) nè il tempo che ha a disposizione, perchè per tutti, noi compresi, ogni giorno potrebbe essere l’ultimo e il Papa anche solo quel singolo giorno non lo vuole sprecare.
    Lunga vita a Benedetto XVI!
    P. S. Tra una decina d’anni parleremo ancora della vigoria di questo Papa, sento che il Suo sarà un grande Pontificato per forma e contenuti. Ai profeti di sventura che giocano ai dadi cercando di prevedere il futuro del Papa, consiglio di pensare alla propria salute ed auguro lunga vita.

    Un abbraccio
    Gianluca

    12 Settembre, 2006 - 22:49
  11. Cara Maria Grazia, Ratzinger è un Papa come tutti quelli che lo hanno preceduto e domani lo seguiranno. Sono contrario alla papolatria di ogni pontefice regnante. Occorre un po’ di salutare (e rispettoso) distacco. Quantomeno per rispetto alla Chiesa. Morto un papa se ne fa un altro non è una battuta cinica, ma l’essenza stessa della sopravvivenza della Chiesa.
    Secondo: le riforme serie di Ratzinger quali sono? La Curia? Bene, e poi? Non mi pare abbia detto qualcosa su Aids, preservativo, preti sposati, omosessuali, divorziati, controllo delle nascite e quant’altro. Anche in questo è un Papa di transizione.
    Terzo: ma come, Giovanni Paolo il Grande aveva Ratzinger alle spalle, in ogni decisione? Allora dobbiamo ridimensionare il Grande in favore di Benedetto? Battiamo le mani a tutti i Papi, o questo è migliore degli altri? Un Papa, o IL Papa? Eccoci al dilemma di prima.
    Per finire. Avvenire ha detto la sua. Sembra però che Ratzinger ha avuto problemi di salute in passato, ed ha anche un’età. E questo è comunque evidente.

    C’è un’età per fare il Papa? Domanda elegante per canonisti. Probabilmente no. Ma è evidente che quando si diventa troppo anziani qualche freno si allenta. E qualcuno, un po’ indisturbato, si lascia andare a qualche esagerazione. La Segretariola di San Pio X insegna…

    13 Settembre, 2006 - 12:16
  12. Maria Grazia

    Tonizzo,Lei dice che Ratzinger è un Papa di transizione anche perchè “Non mi pare abbia detto qualcosa su Aids, preservativo, preti sposati, omosessuali, divorziati, controllo delle nascite e quant’altro. Anche in questo è un Papa di transizione”.
    Grazie del chiarimento.Chiaro che anche Wojtyla era di transizione visto che nulla ha fatto per queste categorie.Sì,Wojtyla andrebbe ridimensionato alla luce dell’aiuto avuto da Ratzinger.
    Saluti,MG.

    13 Settembre, 2006 - 13:56
  13. Maria Grazia
    Mi sono espresso forse male. Andiamo per ordine.
    Wojtyla ha sbagliato sugli argomenti che ho elencato, ma non è stato un Papa di transizione. Ha agito con cambiamenti di rotta netti e a volte molto forti rispetto a certe aperture che dopo il Vaticano II era lecito attendersi. Zittire il dibattito teologico è stata una di queste operazioni.
    Ratzinger non ha innovato sugli argomenti che ho elencato. E stiamo parlando, cara Maria Grazia, di problemi che si dibattono da quasi 40 anni. Anche in questo Ratzinger è un Papa di transizione, cioè un Pontefice che non ha fatto sinora nulla per cambiare – davvero in maniera sbalorditiva – il corso delle cose. E penso che le speranze di tanti reietti della Chiesa del XXI secolo sotto questo Pontefice saranno deluse.

    Ma tutto sommato non è questo il suo compito: occorre fare pulizia nella Curia e nella Chiesa. Speriamo che Benedetto XVI ci riesca. Adesso – se posso usare la metafora – siamo ai lavori di cantiere, poi quale rotta fare assumere alla Navicelle di Pietro lo vedremo. E, del resto, i pontificati cosiddetti “di transizione” (definizione che non ho inventato io e che non reputo offensiva) servono anche a questo: a far “tirare il fiato” alla Chiesa dopo lunghi regni.
    Ora, veniamo alla questione del ridimensionamento di Wojtyla. Sono convinto anche io che sia stato troppo dilatato. Spiace dirlo sul blog dell’autore di una seria biografia del Papa polacco. Ma è stato oggetto di un culto in vita, da parte di media spesso esaltati, che ha saputo limitare finché è stato in buona salute, e che poi è drammaticamente esploso.

    Torno a ripetermi: il 2 aprile 2005 non è morta la Chiesa, contrariamente a quello che tanti hanno urlato a perdifiato in ogni dove. La Chiesa non muore e non può morire. Mai. Però, e questo è il punto, vedo che anziché trattare i temi scottanti, come sempre quando Luigi scrive qualcosa c’è sempre una teoria di soddisfatti adoratori di questo o quel tratto papale. Non credo che questo faccia bene alla Chiesa ed alla collettività in genere. Avere opinioni non è reato.

    Credo che un po’ di scetticismo nella fede sia utile. Non mi fido delle fedi che non si fanno prendere mai dal dubbio, tetragone e inscalfibili. Perché prima o poi prendono decisioni irrevocabili. Nella vita, e non solo nella Chiesa.
    Credo poi, come mi ha insegnato un Gesuita geniale, che il compito della Chiesa sia di essere decisa e aperta a tutti. O, quantomeno, al più ampio numero di persone che ne hanno bisogno. Per questo non condivido quello che il Papa teologo disse nel 1971 vaticinando una Chiesa del futuro di dimensioi ridotte. E non accetto la sua sfiducia espressa nel libro di Giuseppe De Carli “Eminenza, mi permette?”, in cui osservava – non ancora Papa – come sia un miracolo il fatto che ci sia ancora gente che crede.

    Il Concilio mise in guardia dai profeti di sventura. Non reputo questo Papa un profeta di sventura, ma non apprezzo le sue critiche. Bisogna andare VERSO il mondo, non CONTRO il mondo. Capendolo, accogliendolo, in qualche modo, senza ostracismi e senza la coccarda bianca di quelli che sono bravi perché vogliono bene al Papa. Pure io gli voglio bene, e proprio per questo gli dico quando non sono d’accordo.

    PS: non so quanti anni abbia lei, ma mi farebbe piacere darle del tu. Con molto affetto.

    13 Settembre, 2006 - 17:36
  14. Andrea Zambrano

    Lei dice: “….Anche in questo Ratzinger è un Papa di transizione, cioè un Pontefice che non ha fatto sinora nulla per cambiare – davvero in maniera sbalorditiva – il corso delle cose….”

    Mi scusi ma, che cosa doveva fare? Dire cose del tipo: “Ok ragazzi, da domani chi ha una sorella la può iscrivere al seminario perchè può diventare prete”. Conosce papi non di transizione, che hanno avuto come dice lei lunghi regni di pontificato, che lo hanno fatto, per caso?

    13 Settembre, 2006 - 19:02
  15. Tonizzo, l’unica certezza è che le sue considerazioni sul Pontificato di Ratzinger sono di transizione in questo blog.
    Sottoscrivo il post di Zambrano;)

    Saluti

    13 Settembre, 2006 - 23:52
  16. Caro Zambrano, sono contrario all’ordinazione delle donne. Ma il Papa potrebbe anche fare qualcosa per i divorziati, oltre una generica promessa “vedremo, vedremo” sull’argomento.
    Potrebbe fare qualcosa sulla questione dell’Aids, parlando una volta per tutte a favore della contraccezione artificiale come del resto aveva fatto la commissione – sbugiardata – dell’Humanae Vitae.
    Potrebbe dire a tanti preti sposati: ecco la dispensa, adesso collaborate nelle parrocchie e abbassate l’età media del clero.
    Potrebbe rendersi conto che tanti omosessuali credono in Dio.
    E così via… tutti problemi inevasi da anni. Questi sono i nuovi lebbrosi della Chiesa. Vogliamo fare qualcosa per loro o no? Io, quantomeno, ne parlo. E cerco di dar loro voce. Sempre per il principio che dobbiamo fare spazio a tutti, senza combriccole esclusive di coccarda munite.

    Gianluca: tutto passa, la Chiesa resta. E Dio, ovviamente. Su questo siamo d’accordo.

    14 Settembre, 2006 - 8:21
  17. Da un lato non comprendo tutti coloro che si sentono pregiudizialmente in dovere di difendere il Papa regnante qualunque cosa faccia o dica. E’ una visione distorta della Chiesa come mistero di comunione. Gli stessi documenti della Chiesa promuovono la formazione di un'”opinione pubblica” ecclesiale.
    Dall’altro il Papa non è neanche un leader politico da valutare a seconda che abbia o meno un “programma” simile al mio.
    Su alcune cose, non secondarie, non sono sulla lunghezza d’onda di Giovanni Paolo II, ma questo non m’impedisce di riconoscere la sua grandezza di uomo e di papa.

    Tonizzo ha ragione dicendo che bisogna andare “verso” il mondo e non “contro”, ma andare “verso” significa anche saper essere profetici, ed essere profetici significa anche essere duri, se necessario. Giovanni Paolo II era profetico, per molti versi, perché diceva le cose in faccia ai potenti di ogni schieramento e di ogni ideologia, e in ciò era fedele testimone di Cristo.

    Se prendiamo 4 o 5 questioni, anche importanti, e valutiamo un papato solo sulla base di esse, rischiamo di fare deteriore lobbismo cattolico, alla stregua di un pescivendolo che giudichi Prodi o Berlusconi solo sulla base dell’andamento del prezzo del pesce.

    Non ero precisamente entusiasta dell’elezione di Ratzinger (il che non vuol dire che non lo rispettassi, non lo amassi e non gli obbedissi come papa!), ma francamente alcuni aspetti di questo primo pezzetto di pontificato mi hanno molto spiazzato e mi hanno insegnato non ad essere meno critico, ma a sottoporre a critica i miei stessi pregiudizi, più o meno nascosti…

    14 Settembre, 2006 - 11:00
  18. Maria Grazia

    Caro Tonizzo,ho 35 anni.Non so quanti ne abbia Lei,ma penso proprio che possiamo darci del tu.Qui ci vorrebbe una faccina con il sorriso ma non sono capace di digitarla…
    Ho capito il tuo discorso,però non sono d’accordo,perchè Ratzinger sta dando una sterzara non indifferente alla Chiesa Cattolica.Wojtyla ha fatto tantissimo,più di tutti i predecessori e forse più dei successori,ma a me non è mai andato giù il fatto che abbia fatto risplendere la luce su se stesso.La Chiesa non è del Papa ma di Cristo.Questo ho sentito stamane da Benedetto XVI.Ratzinger non è a mia personale opinione un Papa di transizione perchè nessuno come lui mi sta facendo riflettere.Per me la fede era solo un’opinione personale ma Benedetto mi sta facendo capire che fede e ragione non sono agli antipodi ma insieme ci danno la verità.
    Sono sicura che Ratzinger mi resterà nel cuore per sempre,non lo dico per fare la sentimentale,ma perchè lo sento molto vicino.La fede è bella e essere Cristiani è motivo di orgoglio,questo mi sta insegnando Ratzinger.
    Spero di essermi spiegata,non vorrei sembrare contorta.
    Mi spiace che tanti critichino il Papa perchè pensano che debba fare ciò che non si è fatto in duemila anni,così come sono sorpresa che la Rai non abbia ritenuto opportuno fare speciali sulla visita del Pontefice in Germania.Pago il canone per vedere ridicoli reality show?E mi lamento io che ho la parabola e conosco un pò di tedesco e di conseguenza ho seguito tutto il viaggio sulla tv bavarese!Tanto di cappello alla televisione tedesca e ai giornalisti preparatissimi e simpatici.
    Ciao,MG

    14 Settembre, 2006 - 12:53
  19. Cara Maria Grazia, io di anni ne ho la bellezza di 26. 🙂 ed eccoci qua
    Allora, centro su tutta la linea a proposito di Wojtyla. Sono d’accordo sul “culto della personalità” che tratteggi. Era ora che qualcuno lo dicesse. Ora mi sento un po’ meno solo… 🙂

    Veniamo a Ratzinger. Io ho riscoperto la mia fede, nonostante l’educazione e gli studi cattolici, facendo questo mestiere. Ho riletto e studiato il catechismo, ho iniziato a leggere tanti libri sul Vaticano e il Papato, sono un’autodidatta. E anzi chiedo a Luigi che cosa debba fare per diventare non dico un vaticanista intero, ma quantomeno mezzo. Cioè decente.

    Detto questo, il problema transizione è sul “programma” del Papa, non sulla tua riscoperta e riflessione sulla fede, che è un altro argomento e tocca la tua coscienza (argomento che va trattato in guanti gialli, a mio parere, visto che l’anima, l’intimo del cuore devono sempre essere rispettati). Condivido la riscoperta del dualismo fede-ragione, a guardare troppo per aria si finisce per cascare a terra. Ed era ora che qualcuno lo ricordasse. Ma questo non basta.
    Non basta perché purtroppo, anche se applichiamo termini “politici” come “programma”, “transizione” e quant’altro, anche se possiamo accapigliarci su questo, la sostanza dei problemi che ho elencato rimane. E apprezzo Luca che ha interpretato il mio disagio: andiamo VERSO il mondo con fiducia. E soffro quando ascolto certi interventi di sfiducia verso il mondo che non hanno motivo di esistere, visto che la Chiesa, la NOSTRA Chiesa, è nel mondo.

    Quanto alle critiche: pretendere che la Chiesa cambi rapidamente rotta è una follia. Significa non comprendere i suoi ritimi e la sua essenza. Ma proprio per questo occorre parlare dei problemi sul tappeto e avere il coraggio di indicarli col proprio nome. Non affretta niente, sia chiaro. Ma aiuta a sentirci più consapevoli delle sfide della Chiesa nel mondo di oggi.

    Per finire: i media. E’ purtroppo una questione di domanda e offerta: quanta gente vorrebbe vedere in diretta tutta la visita del Papa in Germania? Quanti hanno più di 34 secondi per leggere un mio commento sul Papa scritto su Affari Italiani (media del nostro contatore interno)? E per accattivarli, che linguaggio bisogna usare, su che cosa bisogna puntare? Dalla compenetrazione di queste necessità nascono i pezzi, le trasmissioni, le dirette e gli speciali sul Papa.

    Personalmente credo che il Papa non mediatico Benedetto XVI sia un problema per chi (Vespa in primis) era abituato allo show. “Vengono per il cantante, non per la canzone”, scrisse un giornalista commentando la visita di Wojtyla in Usa negli anni ’80. E’ vero. E quanti vengono ora a sentire il cantante Ratzinger? Di meno. Il che va bene, ma fino ad un certo punto. Da un lato premia il “che cosa” ha detto, e non “come” l’ha detto. Ma dall’altro rinuncia al formidabile potere mediatico acquisito sotto il Papa polacco che è utile per l’evangelizzazione del XXI secolo. Anche per questo non concordo su quello che ha detto oggi Ratzinger a Frisinga a proposito della pubblicità per le vocazioni. Ma questa è un’altra storia, e ne parleremo – se Luigi lo permetterà – in qualche altro post.

    PS: non so se sei di Milano. Ma con Luigi prossimamente vi faremo una sorpresa. Ancora niente di ufficiale, però.

    14 Settembre, 2006 - 16:16
  20. Andrea Zambrano

    Caro Tonizzo, se mi dai il link l’articolo su Affari italiani te lo leggo io volentieri, non perché ho tempo, ma perché ho voglia. E qui sta tutto il nocciolo. Se abbiamo voglia di sforzarci di capire che questo Papa ci sta dicendo in modo diverso le stesse cose che la Chiesa ci dice da 2000 anni, forse faremo dei passi avanti e andremo oltre i dualismi dialettici con cui ci trastulliamo.

    Non appartengo a quella categoria di giornalisti che pensa che la Chiesa abbia delle sfide da affrontare inevase e sia terribilmente in ritardo per risolverle. Anzi, penso che la Chiesa sia con le braccia aperte pronta ad accogliere tutti quei lebbrosi dei nostri tempi a cui facevi accenno: omosessuali, divorziati, preti che si vorrebbero sposare. Permettimi però un’osservazione: Gesù i lebbrosi li guariva, in questo caso la Chiesa per guarirli che cosa deve fare? Accontentarli? Allora chi decide che usare i contraccettivi è giusto?: la mia coscienza e quella delle persone che la pensano come me? Veltroni che andando in Africa pensa di aver scoperto la formula del bene e del male? La commissione di saggi incaricata da Paolo VI che tu definisci sbugiardata?

    Al contrario di te credo che se un Papa decide di infischiarsene di una commissione di esperti (Dio ci scampi dalla categoria degli esperti!) e ascolta la sua coscienza, questo processo così strano, io lo definisco Provvidenza.

    Tra le omelie “tedesche” di questi giorni papa Ratzinger, che in pochi colleghi hanno riportato, Benedetto XVI ci spiega come pregava Maria nelle nozze di Cana, nel momento in cui dice al filgio “Non hanno più vino”.
    Benedetto XVI spiega che in quella frase lei ci insegna a pregare perché è come se mettesse di fronte a Gesù un problema, ma la risoluzione spetta a lui: “Fate quello che vi dirà”, non dice “Gesù caro, perchè non dai loro del vino, e poi dell’acqua e poi questo e quest’altro a questi sposi così come a me sembra giusto ed evidente?”.

    Invece affida il problema a lui perché è lui, cioè Dio, che deve risolverlo. La Provvidenza è questo. Allo stesso modo non credo che saremo noi a risolvere il problema dell’Aids chiedendo al papa di far cadere delle vagonate di preservativi sulle savane africane!
    Un saluto

    14 Settembre, 2006 - 22:43
  21. Non so se è attinente, ma da qualche giorno ho proclamato lo sciopero della lettura dei quotidiani. Mi limito a comprare il solo Avvenire, gli altri evito di leggerli persino nella rassegna stampa che mi arriva in ufficio. Per qnt riguarda la Tv, sono ormai sintonizzato solo sui canali satellitari, dove del Papa si parla bene ma, soprattutto, si parla. Conoscendo le deficienze dell’informazione riguardo al Pontificato di Benedetto, ho creato un sito apposta con una sezione speciale sul viaggio in Baviera. Ho avuto oltre 1200 visite in 4 giorni, mi posso ritenere soddisfatto. Per carità, non ho fatto nulla di particolare, ma io non ricevo il pagamento del canone e chi si collega al mio sito non deve pagare niente. Così accade anche per gli altri Portali dedicati al Papa. Non accade invece nel caso della Rai e dei quotidiani. Bene, mi comporto di conseguenza: avevo 11 anni quando ho iniziato a comprare almeno due quotidiani al giorno…ora ne ho 30, ne leggevo almeno 5. Ora sono disgustato per impostazioni editoriali che sembrano più dei pregiudizi che altro nei confronti del Papa. Questo Pontefioce attira le folle, le masse come nessun altro suo predecessore, e la Rai non si sente in dovere di dedicare al ritorno in baviera almeno uno speciale di 30 minuti…Senza parole. O meglio, qualche parolina da dire l’avrei, ma è meglio che me la tenga per me. Non so se il mio ragionamento è articolato bene, perchè ammetto di essere poco lucido e poco imparziale quando scrivo del Papa, ma so che molta gente la pensa come me. Basta frequentare i forum sul Papa realizzati in Rete o contattare altri siti Internet per rendersene conto.
    Vabbè, buona serata “e ca ‘a maronn v’accumpagn”.
    Gianluca

    14 Settembre, 2006 - 23:02
  22. Caro Tonizzo,
    vorrei soffermarmi su un paio di considerazioni sulla figura di Ratzinger e sul fatto che sia o meno un “papa di transizione”, così come lei lo ha descritto.
    Condivido tutto quello che avete detto su Wojtyla, sulla medianicità, sull’errore di riempire le televisioni etc etc.
    Vorrei precisare prima di iniziare che anche io, come lei sono un’autodidatta.
    Punto primo : Ratzinger, papa di transizione. La transizione prevederebbe che niente fosse toccato tra un papa e l’altro (o mi sbaglio?) cioè con tale papate ci sarebbe una sorta di grande chiacchiericcio tra le fila curiali, per decidere in un tempo che sarebbe improponibile per un Conclave, il nome del futuro papa di non-transizione. A mia veduta, si possono chiamare sì di TRANSIZIONE, gli ultimi anni di malattia di Giovanni Paolo II, quando praticamente tutto era nelle mani della burocrazia vaticana, e del papa reggente vi era ben poco.
    Inutile coprirsi gli occhi, i vaticanisti lo sanno bene….Navarro Valls ha più volte rappresentato la “voce del papa”, colorando molto le vicende con grandi voli di fantasia.Scrivevano a tal proposito settimane fa, proprio i vaticanisti, che per le sue numerose “invenzioni” era quasi divenuto inattendibile.
    Perciò, proviamo a vederla da questo punto: è più di transizione un papa che non decide niente o uno che fa piccoli passi e piccole riforme?
    A mia veduta, se si guarda la Chiesa di anche soli cinque anni fa e quella di adesso, le cose sono notevolmente cambiate.
    Solo che Papa Ratzi conduce la sua riforma lentamente, quasi passando inosservato.
    Basterebbe chiedere informazioni ad un qualsiasi nunzio, ad un dipendente vaticano, ai francescani che si sono visti ridimensionare le loro strutture burocratiche, ai legionari di Cristo, ai pentecostali, ai lebfevriani…..passando poi alle disposizioni per la ri-organizzazione della curia e dei dicasteri.
    Piccoli passi, che prima non erano stati fatti.
    Giustamente lei citava i grandi problemi sociali: AIDS, apertura alle donne nella Chiesa,omosessualità.
    Però: prima di tutto, affrrontare tali problemi senza una riorganizzazione interna che miri a fare della Chiesa un luogo dove la purezza regna sovrana, è necessario e d’obbligo, se si vuole affrontare i GRANDI problemi mondiali. Le cose dovrebbero essere sistemate innanzitutto dall’interno e non dall’esterno.
    In secondo luogo, se non erro, diciamo che non sono state fatte concessioni su quei temi, non che non se ne è parlato….altrimenti devo pensare che un papa è di transizione finchè non approva l’uso del preservativo o non ammette che l’atto omosessuale sia cosa gradita a Dio…(almeno questo è quello che si evince dai suoi ragionamenti)
    Passo adesso all’esperienza personale.
    Si, sono d’accordo con Maria Grazia: il ruolo di Ratzinger cardinale andrebbe rivalutato.Se proprio vogliamo dirla con parole sue sarà anche un papa di “Transizione” ma è stato soprattutto un Cardinale che ha “costruito” la Chiesa del nuovo millennio nascosto dalla figura di Giovanni Paolo II.
    Ripensi alla Dominus Iesus che di per sè è già un documento ufficiale dai forti caratteri e dichiarazioni. Ripensiamo alla riscrittura (fatta da Ratzinger stesso, non da Giovanni Paolo II!!!) del Catechismo della Chiesa Cattolica……questi non sono da annoverare tra le grandi opere che la memoria dovrebbe tributare ad un uomo?Personalmente credo di sì.

    Adesso un argomento di gossip.Lei afferma che adesso le persone riempiono meno le piazze (cosa per altro non vera), il fatto è che la stampa purtroppo è tutta votata alla non divulgazione delle notizie pro Ratzinger. Non so se vi siete resi conto che la popolarità di Papa Benedetto ha spiazzato tutti gli addetti del settore…da chi lo ha votato, a chi gestisce un programma televisivo.
    Ma come: il Prefetto di ferro, il PanzerKardinal, Il Mastino di Dio…in realtà è un uomo dolce, affabile, grande oratore, ma che parla con parole semplici che giungono al cuore?Meglio non sconvolgere le carte: mostriamo solo quello che l’utenza già conosce e chiuso.Poi però, quà e là, spuntano dichiarazioni: si viene ad esempio a sapere che Penedetto XVI ha stracciato ogni record alle udienze, ha ricevuto più di undici milioni di persone in pochi mesi,avrà svuotato le piazze, perchè i concerti pop in Vaticano (con danze tribali e scene profane come quelle dei tempi wojtyliani non ci sono più, ma guarda caso ha riempito le Chiese….e la sua missione è proprio questa.Non l’altra.

    14 Settembre, 2006 - 23:46
  23. Maria Grazia

    Tonizzo.
    Sì,vista la tua età possiamo certamente darci del tu.
    Vorrei chiederti come fai a dire che vengono in meno a sentire il cantante Ratzinger.Non posso fare i paragoni perchè devo confessare di non avere mai visto le udienze di Wojtyla,però mi pare che Ratzinger non si possa lamentare.
    Il problema è che i media non sopportano il Papa non mediatico e finiscono per mettergli in bocca parole non sue,come è successo per il discorso di martedi.Ratinger non ha offeso l’islam ma l’ha difeso anche nei confornti dell’Occidente ateo.Perchè i giornali hanno preso una china così pericolosa?Sono preoccupata perchè poco fa ho seguito la diretta per il congedo di Sodano su internet e non ho mai visto il Papa tanto giù di morale.Io ti ringrazio perchè su Affari Italiani sei stato uno dei pochi a capire la lezione di Ratzinger.

    p.s.non sono di Milano ma tenetemi aggiornata.

    15 Settembre, 2006 - 11:37
  24. Sono contento degli interventi che leggo. Vedo di aver messo il dito nella piaga.
    Chiedo scusa a tutti se non riuscirò a smaltire le vostre riflessioni. Che accendono il mio interesse.
    Premessa: qua non si tratta di partigianeria. Destra o sinistra, conservatori o progressisti, credo che amiamo tutti la Chiesa allo stesso modo. Non esistono figli e figliocci.

    Maria Grazia: se il Papa dice una cosa sensata, ho il dovere di sottolinearlo e battergli pubblicamente le mani. Scrivo su un giornale indipendente, non ho legami con questo o quello, mi paga il mio editore e sono contento di guadagnarmi i soldi scrivendo quello che penso (il mio direttore non ha mai osato toccare i miei pezzi). E a proposito di applausi, penso al discorso sull’Islam, davanti al quale l’unica cosa da dire a Ratzinger è: chapeau. Qualunque commento in senso contrario è una fesseria. Un centimetro più in là poteva essere crociata. Ma non lo è stata. Infatti le critiche vengono da Hamas, guardacaso un movimento non proprio di mammolette (chiedere a Israele). E qui chiudo, ogni parola oltre è superflua.

    Veniamo a noi: Andrea. Parlavo di un commento in senso generale, facevo un esempio. Volevo dire cioè che purtroppo l’online è questo. In 34 secondi ti giochi tutto. Maria Grazia ha avuto la gentilezza di leggermi. Ma lo fa perché a) ha passione per l’argomento, e b) perché in un certo senso qui sul blog ci conosciamo tutti. Quindi mi ha dedicato più di quel tempo. Ma un lettore medio, che non mi conosce e magari non è nemmeno interessato, non spreca più di quel tempo per leggermi. E dire la sua. Comunque, se vuoi leggere i miei pezzi, basta solo che cerchi sul mio giornale con una parola chiave come “Ratzinger” o “Vaticano” (meglio ancora), e mi trovi. Non tutto, ma buona parte del mio lavoro c’è.
    Ora, tu parli della commissione e degli esperti dell’Humanae Vitae. Pensa che uno degli esperti era il futuro Papa Giovanni Paolo I, che votò a favore… come la mettiamo? Accentratori o delegatori? Qui c’è un altro punto da affrontare. Ma non ho il tempo necessario per farlo ora, scusami. Però credo che oltre la preghiera sia necessaria l’azione. Il libero arbitrio esiste anche per questo. E a proposito di Aids: meglio un preservativo oggi che una vita in meno domani. Così come la contraccezione: meglio un matrimonio riparatore fatto di noia e ripicche, o un preservativo in più? Sfregiare un’anima per che cosa? Cerchiamo di guardare le cose anche dall’altro lato, almeno questo è quello che penso e che ti offro volentieri.

    Giulia: leggo spesso il vostro Papa Ratzinger Forum. Apprezzo molto la schiettezza e l’onestà intellettuale delle critiche che a volte ho trovato sulle vostre pagine, ma a mio modo di vedere contesto una certa filosofia del partito preso. Cioè che Ratzinger, qualsiasi cosa faccia o dica, faccia bene e tutto il resto non si possa discutere. Ringraziando Dio, il Vaticano II ci ha parlato meravigliosamente della coscienza e del suo primato, per cui se stimiamo una persona abbiamo il dovere anche di dirgli che non siamo d’accordo con lui.

    Condivido però il suo pensiero: occorre prima rimettere a posto le cose nella Chiesa per dedicarsi ai grandi problemi nel mondo. Corretto. Qualche post fa parlavo di “portare la Navicella di Pietro in cantiere”. E i lavori di cantiere inevitabilmente implicano un arresto. La Chiesa segna il passo, perché i grandi problemi continuano a essere sul tappeto, e chiedono una risposta. E questa è la transizione. Quanto all’omosessualità o i preservativi, sono esempi dei problemi da risolvere. Non risolverli continua a tenere la transizione, continua a tenere tutto fermo, la Chiesa non si muove in qualche modo in questi campi.
    Veniamo alla Dominus Iesus, criticata per l’esclusività della salvezza e della grazia nella Chiesa. Principio giusto, ma il Concilio ha detto, se non ricordo male, che la Grazia agisce per vie misteriose. Dunque anche per quelle traverse?
    Quanto al vedere in Wojtyla quasi un fantoccio nelle mani di Ratzinger, adesso stiamo esagerando. E’ stato un prefetto importante della CDF (forse più del cardinale Alfredo Ottaviani), ha svolto bene il suo compito, ha difeso la dottrina della fede secondo quello che gli competeva. Ma niente di più. Perché allora sarebbe responsabile, come Kung ha sottolineato, delle nomine di un episcopato a volte mediocre, tanto per dirne una (basta rileggere il suo intervento sul Corriere, dove l’inacidito – seppure su certe cose ragionevole – Hans esprimeva le sue idee).

    Gossip: la popolarità del Papa. Maggiore o minore? A me sembra – ripeto, sembra – minore, e il balletto di cifre (immondo) sul viaggio in Polonia (e che mi spinsero a ironizzare su questo fatto) ne è un sintomo: mentre alcune agenzie parlavano di un milione almeno di persone, la polizia polacca ne elencava 300.000 appena. Il che, nella patria di Wojtyla, è una notizia, da un punto di vista prettamente giornalistico.
    Ma queste sono quisquilie: del resto, il Papa non sembra interessato a questo, visto che crede in una Chiesa più piccola nelle sue dimensioni. E’ un problema che tocca Vespa, non me. Io non devo fare milioni di spettatori, devo parlare al più ampio numero di persone possibile dando loro un prodotto onesto.
    Quanto alle chiese riempite, questo è tutto da vedere. Non a caso per l’Italia dal 1980 si parla di ‘religiosità dello scenario’: in un Paese in cui pratica solo il 10%, non so quanto piene possano essere le chiese. E questo nasce anche dai problemi cui ho accennato prima: vedo, cioè, un certo distacco tra pastori e pecorelle, tra figli e altri figli del popolo di Dio. Con un certo disagio, che spero vorrà cogliere nelle mie parole. Visto che un conto è la piazza, un altro quello che la Chiesa è nel nostro Paese nei giorni feriali.

    15 Settembre, 2006 - 16:20
  25. Andrea Zambrano

    Tonizzo, mah, che dire, il futuro Giovanni Paolo I, non mi risulta fosse infallibile da vescovo.
    Per il resto, vedo la tua visione della vita con una logica al ribasso, come chi lavora nel campo del recupero dei tossicodipendenti parla di politiche da riduzione del danno, sono debole, accetto certamente il male minore. Se la metti su questo punto hai ragione: è meglio un calcio nel culo che un pugno in faccia. Però che facciamo? adeguiamo il nostro pensiero, le nostre azioni, il Magistero, la Tradizione alle nostre debolezze?
    leggerò i tuoi articoli volentieri……appena chiudo le mie pagine!!
    Un saluto

    15 Settembre, 2006 - 19:33
  26. Maria Grazia

    Tonizzo.
    Ti devo dare una tirata d’orecchie.Oltre a cercare Ratzinger e Vaticano,è obbligatorio cercare anche la parola chiave Papa!!Qui risatina.
    Non so se Ratzinger sia più o meno popolare di Wojtyla.Ripeto:piazza San Pietro mi sembra più piena,ma è meglio aspettare ancora un pò per vedere come di evolve la situazione delle presenze.Per me Ratzinger non è popolare ma(perdonatemi se sarò un pò forte con l’aggettivo che userò)affascinante!
    Scusatemi se sono un pò forte,ma non riesco a esprimere diversamente il mio stupore di fronte all’intelligenza del Papa.
    Stasera ho sentito che i giornali tedeschi accusano quelli italiani di avere interpretato male le parole del Papa mettendolo alla gogna.Non sapevo che i Tedeschi avessero invece difeso il loro Pontefice riportando l’intero discorso all’università di Ratisbona.Stasera la Merkel ha difeso il Papa.E’ stata l’unica in tutta Europa.A volte mi vergogno di essere italiana.
    Saluti.

    15 Settembre, 2006 - 20:04
  27. Maria Grazia, una bella donna (dico dentro, di persona non ti conosco) è sempre un buon motivo. Anche per accettare le tiratine d’orecchie.
    Sulla popolarità del Papa sarò sempre pronto a ricredermi, ovvio. Sono calabrese ma non con la testa dura fino a rompere le incudini! 🙂
    Quanto al fascino di Ratzinger, è vero. Qualche tempo fa parlavo con mia nonna del nuovo Papa. Lei ha detto solo una cosa, piena di rispetto per lui: “Iju è ‘nu morzu, ma i fàci filàri…” (Lui è alto un soldo di cacio, ma li fa filare…). E questo lo condivido.
    Quanto ai tedeschi e la Merkel: non è questione di vergognarsi di essere italiani. E’ questione di vedere il mondo. La Germania ha una forte minoranza musulmana, ed è doveroso lavorare perché ci sia concordia nella nazione. La Merkel è stata responsabile e ha ricondotto il discorso del Papa nei termini giusti della faccenda. Sottolinerei che nessuna autorità islamica europea ha approvato apertis verbis le ragioni del Pontefice. Che, come ho detto, parla proprio perché è il capo riconosciuto della nostra religione. Loro, che non hanno una gerarchia, sono frammentati. E questo crea mullah e imam impazziti che da qualche parte in Medio Oriente incitano la folla a bruciare i fantocci di Ratzinger rifilando ai fedeli la propria visione della Chiesa cattolica.
    Continuo a pensare che solo uno sforzo serio delle religioni può sconfiggere il terrorismo fondamentalista islamico. Continuo a pensare che il Papa abbia tolto coraggiosamente l’acqua a certi pesci che vengono considerati, forse, “fratelli che sbagliano” come in altri tempi abbiamo visto “compagni” sbagliare.
    Piuttosto, la protestante Merkel difende il Papa cattolico e suo connazionale. Non dice niente questo? A me sì: è una riflessione amara. E cioè che l’Europa senza una propria identità non può rispondere alle sfide di un Islam non sempre pacifico.
    Quando vi presentate dite nome e cognome, vero? L’Europa no. Qui sta il punto.
    E lo dico nel giorno della Fallaci, che mi onoro di aver salutato sul mio giornale.

    Andrea: a me risulta che il Papa sia infallibile solo quando parla ex cathedra Petri. Aneddoto: Pio XII incontra dopo la guerra un generale americano che gli dice: “Santità, ma prima di tutta ‘sta bufera, lei aveva detto che non sarebbe successo niente”. Risposta di Pacelli (quello vero, non il nipote…): “Sì. Ma a quei tempi non ero ancora infallibile!”.
    Veniamo a quello che dici. Sostieni che la mia visione della vita sia al ribasso. Può darsi. Ma non ho molte pretese, e per questo penso di vivere invece alla grande. Quando hai Dio hai tutto. Ma non è questo il punto: il punto è che c’è un male minore alle volte – penso – più utile dell’applicazione in toto della regola e del precetto. Dalle mie parti si dice che “se è Misericordia, dev’esserlo per tutti”, e credo che sia così. Non dimenticare che il nostro Santo, San Francesco di Paola, era l’uomo della Charitas. E Deus Charitas est…
    Io non legittimo il male, lo condanno. Ma se viene da me uno che ha sbagliato, o che ritengo abbia sbagliato, devo bastonarlo e allontanarlo, o dirgli qualcosa? Troppo comodo dire “no” ed appellarsi alle REGOLE, le regole esistono perché possano essere adottate con la giusta misura ad ognuno di noi. Guai a credere che le regole dominino tutto, si perde la fantasia, la voglia di volare. E’ stato anche per questo che ho buttato la toga alle ortiche e mi sono dato al giornalismo.
    Inflessibili col peccato, ma misericordiosi col peccatore. E pronti a dire una parola a chi è lontano. Sempre per il principio che nella Chiesa dobbiamo esserci tutti, o quasi. E sperare, tutti, di essere un giorno tra i salvati, lassù.
    Tu mi parli di regole e metti da parte la speranza. Amo il cristianesimo perché parla soprattutto di Speranza. E’ una cosa splendida, le ali che ti fanno volare.

    Di recente ho letto un testo di medicina ayurvedica. Mi ha lasciato dentro un senso di disperazione: non riesco a credere nel buddismo che mi dice: “sei il nulla, da lui vieni e a lui torni”. Allora tanto vale che ci spariamo tutti quanti, così ci arriviamo prima dico io.
    E tu, vuoi levarmi la speranza? 🙂 Con simpatia.
    PS: dove scrivi?

    15 Settembre, 2006 - 22:18
  28. Andrea Zambrano

    «…a me risulta che il Papa sia infallibile solo quando parla ex cathedra Petri…», Infatti!!!

    «…Quando hai Dio hai tutto…» Mi viene in mente “Ricomincio da tre” di Troisi quando la sua ragazza gli fa: “quando c’è l’amore c’è tutto” e Troisi: “No quella era la salute”

    «…Io non legittimo il male, lo condanno. Ma se viene da me uno che ha sbagliato, o che ritengo abbia sbagliato, devo bastonarlo e allontanarlo, o dirgli qualcosa?…»
    Sacrosanto, ma chi ha sbagliato sa di aver sbagliato o crede comunque di essere nel giusto? Credo che sia una differenza fondamentale. Gesù non dice alla peccatrice “và, non ti hanno lapidato, quanto vuoi?” ma “và e non peccare più”.
    Per tutto il resto hai ragione: la speranza è la nostra virtù. Io la collego al fatto che ho speranza che il peccatore si converta grazie a Dio e tramite il mio misero impegno.

    “…Di recente ho letto un testo di medicina ayurvedica…” Va de retro! vuoi che passi il giorno a massaggiarmi il collo pensando di essere un cammello?

    Scrivo su un quotidianio di Reggio Emilia che si chiama “il Giornale di Reggio”: praticante con esame a fine ottobre, finalmente, dopo 10 anni di dura gavetta!!

    ciao

    16 Settembre, 2006 - 16:00
  29. Sì, però, Andrea, il Papa ha parlato ex cathedra Petri per l’ultima volta nel 1950. Quando ha proclamato l’assunzione corpo e anima al Cielo di Maria.
    Grazie per le parole che ti ricordano un genio come Troisi. Non pensavo di suscitare tali emozioni 🙂

    Quanto al testo ayurvedico… curo a volte la rubrica letteraria del giornale, e quindi ogni tanto mi tocca leggere certi testi. Ma è utile, visto che nel nostro Paese, sommamente ignorante in tema di religione, vedere gente che si converte al buddismo senza manco conoscere il cristianesimo è triste. A maggior ragione avendo letto certe idee…

    16 Settembre, 2006 - 16:29

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