Domandano a Bersani se – con le fortune di Renzi – non ci sia il rischio di morire democristiani e lui: “Se muoio democristiano raggiungo mia madre”. E’ la migliore battuta dello “spompato” che colgo nel finale dell’incontro alla Festa dell’Unità di Padova, dove venerdì sera presentavo il mio libro su Canova fondatore del Cuamm-Medici con l’Africa, salendo sul palco dopo di lui e prima di Fassina. Ho anche mangiato, con l’orecchio a Bersani un bel piatto di baccalà alla vicentina: a queste feste si mangia bene. Nei primi commenti altre due battute di Bersani, una parola sulla sua avventura d’uomo, altre sui miei compagni di palco Giordana Canova e don Luigi Mazzuccato.
Alla Festa dell’Unità dopo Bersani e prima di Fassina
260 Comments
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Bersani a Padova: “Cerchiamo di avere una testa larga, di vedere in giro. Ma dico io, questo Papa Francesco, lo dico da laico, ma è una grazia di Dio, una grazia di Dio”. Ero d’accordo.
Ancora Bersani a Padova: “Noi del Pd piaciamo tantissimo, siamo apprezzati, siamo persone serie, sappiamo anche fare le feste, abbiamo canali di partecipazione che portano a noi tanta gente, ma che cos’è che ci manca? Che non siamo ritenuti affidabili, questo ci manca”. Anche qui ero d’accordo. Indimenticabile il voto per Prodi presidente.
Ascoltandolo dal vivo ho riflettuto sul lato umano della vicenda Bersani: è sconfitto, non guida la “cosa”, ma non lascia il ring. In ciò è ammirevole. Ma considero la sua veduta chiusa nel passato da cui viene. Oltre che guardare ampiamente bisogna guardare avanti. Lui e D’Alema e Cuperlo e Barca non lo fanno. Resto renziano.
Ho parlato di Francesco Canova insieme a Giordana Canova, don Luigi Mazzuccato, Ivo Rossi, che era il vice-sindaco di Padova con Zanonato e ora è sindaco facente funzione. Don Luigi, storico collaboratore di Canova e direttore del Cuamm per mezzo secolo, ha 87 anni e ha parlato di “medici con l’Africa” con la passione di un ragazzo.
L’appuntamento voleva ricordare anche Luigi Mariani, amministratore locale e a lungo consigliere di amministrazione del Cuamm, morto l’anno scorso. Straordinaria la vicenda di Giordana Canova, perfettamente a suoi agio a parlare da quel palco del papà Francesco Canova e del marito Luigi Mariani. Conduceva con vivo garbo il collega Gianni Berno. Buono l’ascolto: a Bersani non bastavano le tante sedie, Fassina le occupava quasi tutte, noi la metà.
Che Bersani sia ottocentesco nel suo modo di vedere il mondo lo condivido, Renzi però più che guardare in avanti è fermo agli anni’80.
Mi spiace per Bersani.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francis-francisco-27864/
Questo lo condivido in tutto, le periferie spesso ci passano più vicine di quanto non pensiamo.
Buon domenica.
Poi non c’entra nulla ma qua è propria finita l’estate. Questa mattina abbiam detto: facciamo un giro in centro con la bici, così sono uscita leggera gonna di lino e sandali, mi sono morta di freddo.
Son tornata e ho tenuto la gonna di lino ma mi sono messa i calzettoni di lana sob e strasob, lo so che siamo fortunati ma quando chiude l’estate stringe sempre il cuore.
Con tutto che mentre scrivo vedo due in mezzo al mare con il canotto saranno stranieri beati loro.
Alla fine dell’estate, e arrivederci alla prossima.
https://www.youtube.com/watch?v=TKNM6fAiJjs
“Mi sono morta di freddo” mi pare ben detto…
Anche a Roma è arrivato l’autunno… piazza San Pietro poco fa era un campo di ombrelli colorati…
Franti mi bastonerà. (oppure mi regalerà una stufa 🙂 )
Di solito i colori dell’autunno mi piacciono pure, ma l’estate quest’anno è stata così corta..
E’ finita l’estate pure qua, nelle campagne del Nordest, Sara: il cielo è coperto e minaccia pioggia, e comincia a spirare aria freddina; peccato …….
Peccato pure, Luigi, che sei venuto a Padova durante la settimana, quando, come sempre, mi trovavo a Milano: speriamo che si ripresenti presto l’occasione di rivederci.
Buona domenica !
Roberto 55
Pierlugi Bersani sarebbe stato dal mio punto di vista un ottimo Presidente del Consiglio…(Fermo restando i difetti che ogni uomo o donna ha)
E’ stato travolto e, lo sarebbe stato secondo me anche Renzi dal 25% del Movimento 5 Stelle che, nessun sondaggista espertissimo aveva previsto.
Bersani un po’ lo aveva capito e vi tentò di porre rimedio con le primarie, ma non servirono, anche perchè dai media traspariva solo: “scontro sulle regole”, “tensione nel Pd”, “duello nel Pd”, “lite Bersani-Renzi”…
Poi, solo chi dispone di “una potenza mediatica” come il PdL, poteva far passare l’idea di essere stata opposizione al Governo Monti, quando invece lo aveva sostenuto.
E’ complicata l’Italia, molto complicata.
A Renzi rimprovero di aver indebolito Bersani per semplice ambizione personale, Non si è fatto sentire prima delle elezioni, salvo attaccare poi un giorno si e un giorno no, tralasciando il suo atteggiamento nei confronti di Marini.
Capisco che renziano abbia un suo significato, ma lui vale poco. (nemmeno si occupa di Firenze tra l’altro, quando diventerò presidente del consiglio girerà in camper l’Europa mirando ad altro?).
Per Sara (14.32). Credo, invece, che al perfido Franti piacciano molto le iperboli ben fatte. “Mi sono morta di freddo” piace molto, a dire il vero, anche a me. Al mio paese (nella Tuscia) si diceva “Me so’ belato de freddo”, con altrettanta efficacia. “Belato” significa, di per sé, “bagnato come un pulcino”, come chi abbia ricevuto in testa un gavettone d’acqua gelata.
“Oltre che guardare ampiamente bisogna guardare avanti. Lui e D’Alema e Cuperlo e Barca non lo fanno.”
Guardare avanti per te, Luigi, significa cambiare faccia al partito? Lo sai quanti lo lascerebbero?
Ma allora sarebbe meglio dividersi e fondarne un altro.
Renzi sta prendendo una strada che a me non piace. Sta facendo lo sbruffoncello. Il successo, si sa, può dare alla testa.
Una mia amica si chiede quando trovi il tempo di fare il sindaco di Firenze, dato che è sempre in giro a parlare…parlare…
A me piace molto Cuperlo. Ma anche Barca.
Prendo atto che, come ricordava Mandis, qui non c’è spazio e tempo per un accenno alla settimana sociale dei cattolici dedicata alla FAMIGLIA fondata sul matrimonio (cellula fondamentale della Chiesa e della società) e agli importanti e significativi messaggi di Papa Francesco e del Card. Bagnasco.
In compenso si trova sempre spazio e tempo per parlare del PD e delle sue amenità precongressuali.
Ha ragione Sara: ci aspettano fredde e nebbiose giornate autunnali.
Nebbiose non tanto: abito sempre sul mare 🙂 🙂
Però quelle due volte l’anno che si alza la nebbia e si sente la sirena del faro è davvero suggestivo.
🙂
Prendo atto che, come ricordava Mandis, qui non c’è spazio e tempo per un accenno alla settimana sociale dei cattolici dedicata alla FAMIGLIA fondata sul matrimonio (cellula fondamentale della Chiesa e della società) e agli importanti e significativi messaggi di Papa Francesco e del Card. Bagnasco.
Li sappiamo a memoria. Senza offese, sia chiaro.
Sono (stato?) del PD, ma concordo pienamente con Federico B.: penso sarebbe stato più utile per tutti parlare della Settimana Sociale dei Cattolici.
@Fabricianus,
saperli a memoria e non capirne l’importanza non giova a nulla.
Alle Feste dell’Unità si è parlato anche di famiglia e matrimonio? Con quali proposte? Quale testimonianza e contributo hanno offerto i cattolici del PD?
Alle Feste dell’Unità si è parlato anche di famiglia e matrimonio? Con quali proposte? Quale testimonianza e contributo hanno offerto i cattolici del PD?
Penso non se ne sia parlato e ciò è sicuramente un fatto non bello e positivo
@Fabricianus,
più che altro è un fatto altamente “significativo”.
Comunque oltre ai “noti” interventi della gerarchia, sono state proposte riflessioni e iniziative che dovrebbero interessare tutti e certamente interessano i frequentatori di questo blog che, quando si tratta di “famiglie” hanno idee piuttosto diverse.
Non possiamo lamentarci di una cultura contraria alle famiglie e ignorare uno dei pochi (o proprio l’unico) appuntamenti che affrontano questo tema anche da un punto di vista culturale e sociale. Come cattolici e come cittadini queste riflessioni ci riguardano in prima persona e ci chiamano ad una responsabilità precisa.
http://www.settimanesociali.it/
Il tuo richiamo è tutto sommato giusto, caro FedericoB
Tutto sommato ti ringrazio.
Quando la CEI oltre a ricordarsi della Famiglia si ricorderà che ci vuole pure il lavoro per mantenerla e magari scenderà in piazza a ricordarlo a lorsignori, saremo tutti più contenti.
F.to: Un ex embrione oggi padre di famiglia cattolico praticante ma senza posto fisso.
Tonizzo,
capisco quello che vuoi dire (ci sono passato anch’io), ma così si sminuisce e si svilisce tutto.
Il lavoro è una priorità riconosciuta (e rivendicata) da tutti, diritto difeso da moltissimi agenti e con molti mezzi. La famiglia oggi non è difesa da nessuno eppure è sotto attacco e da diversi fronti: se azzittittiamo anche la criticatissima CEI, non ci sarebbe una sola voce.
Ricordiamo tutti i ripetuti appelli del Card. Bagnasco e di tutti i vescovi italiani per misure in favore dell’occupazione e per il sostegno delle famiglie bisognose e per quelle più colpite dalla crisi economica. Tali interventi (e le numerose iniziative avviate) non devono essere dimenticati, tuttavia è in atto un’offensiva gravissima contro la famiglia e i Vescovi hanno il dovere di richiamare l’attenzione dei cattolici, specie i più distratti, prima che sia troppo tardi…
Bellissimo post caro Tonizzo che faccio mio: io non sono padre di famiglia, ma sono un ultra-precario con un futuro che è un punto di domanda grosso come la Basilica di Montmartre. 😉
FedericoB non ha bisogno certo di un portavoce, ma ti assicuro che sul tema del lavoro e dell’occupazione è anch’egli molto attento, anche se magari sul blog non traspare.
http://it.radiovaticana.va/news/2013/09/16/amore_per_il_popolo_e_umiltà,_virtù_necessarie_per_chi_governa:_così/it1-728823
Avrei preferito parlare della settimana del fungo porcino nella bella
terra di Tuscia.
Ed anche del tartufo nero di Norcia.
La famiglia oggi non è difesa da nessuno eppure è sotto attacco e da diversi fronti: se azzittittiamo anche la criticatissima CEI, non ci sarebbe una sola voce.
Federico, a te non viene il dubbio che la criticatissima CEI potrebbe anche parlare l’altro, o i problemi sono sempre nelle mutande e non nelle coscienze/anime/vite della gente?
…tuttavia è in atto un’offensiva gravissima contro la famiglia e i Vescovi hanno il dovere di richiamare l’attenzione dei cattolici, specie i più distratti, prima che sia troppo tardi…
Federico, a te non viene il dubbio che senza soldi una famiglia non si possa campare?
Continuiamo così. Nel frattempo la gente continuerà a disertare le chiese, com’è giusto che sia. Ma io mi chiedo: uno che è tiepido verso la fede, come può dare retta ad una Chiesa per la quale il primo problema è la lotta alle nozze omosessuali? La famiglia, la famiglia, LA FAMIGLIA… nel frattempo a Taranto c’è un casino, nel Sud il 50% di giovani disoccupati e il Paese sta andando a rotoli. Ma il problema è che gli omosessuali non si sposino. Che poi i giovani non possano lavorare e pensare a un futuro, che importa… orate, fratres.
Fabricianus, un saluto!
Comunque, mentre la CEI si preoccupa della famiglia, don Di Noto avantieri ha ricevuto 8 parrocchiani in quel di Avola (SR) senza lavoro e senza soldi. Così, giusto per fare un esempio. E senza nessuno che li aiuti. E questo episodio può essere replicato per tante parrocchie e per tanti parroci italiani.
Detto questo torno in tema e chiedo a Luigi che cosa pensa di una figura come Bersani, che non è credente ma ha dimostrato di essere affascinato da Roncalli e adesso da Francesco. Alla fine i cavalli cosacchi si sono abbeverati in S. Pietro come aveva previsto don Bosco? 😀
Avanti così, Tonizzo e i gay si potranno tranquillamente sposare tra l’indifferenza e l’afasia (aggiungerei la pusillanimità) di molti cattolici che mancheranno ad un’occasione per testimoniare i propri valori.
Tutto il resto non migliorerà, i giovani continueranno ad essere disoccupati e gli anziani a prendere pensioni da fame, l’Italia continuerà a sognare uno sviluppo sempre dietro l’angolo, i Vescovi continueranno a predicare inascoltati, ma i gay si sposeranno e potranno avere figli.
Auguri!
Mi fa ridere l’idea che quando si tratta dei valori non negoziabili c’è SEMPRE qualcosa di alternativo più urgente. Mai complementare, sempre alternativo e contrapposto. Non si può promuovere la famiglia fondata sul matrimonio e chiedere maggiore impegno contro la disoccupazione e la povertà?
La politica può perdersi in mille distrazioni (a Comacchio stanno discutendo su un referendum per cambiare provincia…), ma la Chiesa non può permettersi, non deve indugiare sui valori cattolici! Perbacco, bisogna pensare prima ai disoccupati, ai poveri, ai rifugiati, agli emarginati, agli immigrati, cosa cavolo salta in mente ai “preti” di perdere tempo (e creare imbarazzi al PD poi!) con i valori non negoziabili e la famiglia!
Meno male che c’è Bersani, che ha tanto a cuore le parole del Papa: fa niente se il programma che ha presentato quando era candidato alla presidenza del consiglio come leader delle sinistre progressiste (la famigerata carta di intenti) era infarcito di proposte incompatibili con il cattolicesimo come la facilitazione al diritto di abortire (cioè le pillole abortive) e le unioni tra i gay, fa niente se Bersani era tra i sostinitori di misure eutanasiche! E’ affascinato da due papi: non abbastanza da convertirsi, ma che importa?
Non ha smacchiato il giaguaro, potrà almeno ricevere la benedizione di qualche prete arcobaleno e chiedere il consenso dei cattolici?
Ma sì va là, lasciamo perdere le Settimane Sociali dei Cattolici, evitiamo di farci provocare dai valori cattolici e dalla necessità di impegnarci in prima persona per cambiare in meglio questo mondo. A settembre ci sono ancora le Feste dell’Umidità e le sagre paesane: il Tartufo nero di Norcia, l’Anguilla di Comacchio, la Zucca di Pontelangorino… Oi!
Grazie Federico, mi hai dato proprio la perfetta sensazione della Chiesa fuori dal mondo.
Io invece ho la sensazione di un mondo sedicente cattolico che è fuori dalla Chiesa…
Ho seguito qualche dibattito sulla settimana della famiglia in diretta su Telepace.
Il detto, ridetto, trito,ritrito, ri-autoreferenzialità spinta all’ennesima potenza.
Qualche citazione di Papa Francesco buttata quà e là tanto per sembrare neofilogovernativi.
Seguiranno i soliti tomi monumentali degli atti del convegno tanto per incrementare il disboschimento in Amazzonia.
Ma senza la materia prima, il LAVORO, se ne vanno la dignità della persona, il suo futuro e quello di un intera nazione appesa tra la Grecia e il Portogallo
in cui i governi negli ultimi 5 anni non hanno fatto altro che straparlare sulla “luce in fondo la tunnel”, sull’andamento dello spread, sulla ripresa alle porte ed altre minchiate come direbbe Tonizzo che saluto.
Mentre il polpolo disperato s’impoverisce sempre più anestetizzandosi dal disagio sociale attraverso il nuovo cancro della ludopatia ( 87 miliardi di euro di giochi d’azzardo legali ) primo paese in Europa, le droghe leggere e pesanti, il traffico degli organi e dell’infanzia, incrementando così la liquidità della malavita organizzata a danno della collettività e del bene comune.
Nino neanche sa cosa siano le Settimane Sociali.
Altro motivo per cui Luigi avrebbe dovuto trovare almeno qualche minuto per parlarne.
Intanto, nonostante le tante emergenze sociale evidenziate da Tonizzo e Nino, domani pomeriggio alla Camera dei Deputati riprende la discussione del ddl Leone-Scalfarotto. P R I O R I T A R I O !!
Ma non potete sollecitare i vostri partiti ad occuparsi del lavoro che manca invece di fare crociate contro chi non condivide la dilagante ideologia gay-gender?
“Alle Feste dell’Unità si è parlato anche di famiglia e matrimonio? Con quali proposte? Quale testimonianza e contributo hanno offerto i cattolici del PD?”
E che bisogno ce n’ era? Ne hanno parlato tanto il PDL e affini !!
Mettendosi un apparecchio acustico si poteva pure sentirli.
“Io invece ho la sensazione di un mondo sedicente cattolico che è fuori dalla Chiesa…”
Io invece ho sempre avuto la senzazione che chi crede di essere un “vero” cattolico sia solo un clericale devoto alla Chiesa più che a Gesù Cristo.
Ciao Nino, mio caro omonimo, grazie per la citazione vagamente camilleriana. Sai, comincio a coltivare il dubbio che stia diventando comunista, a pranzo ho controllato se non ci fossero bambini in forno. Il tutto sotto l’occhio del Partito, caro compa… ehm amico Nino. Dasvida… ehm, un cordiale saluto a pugno chiu… no, un gesto di pace.
Marilisa,
faccio notare che QUI si parla di Feste dell’Unità e QUESTO blog pullula di simpatizzanti, militanti ed elettori delle sinistre. Se si trascura un tema di stretta attualità, sentitissimo nel mondo cattolico e affrontato con grande attenzione e serietà (direi anche sollecitudine e preoccupazione per il futuro) nelle Settimane Sociali dei Cattolici per parlare delle Feste dell’Unità e delle conflittutalità del PD, è lecito domandarsi se in quei luoghi a voi così tanto cari si sia almeno accennato al tema famiglia e matrimonio. Di quello che dice al PDL non interessa niente a nessuno e qui meno che altrove, quindi…
Io poi ho la sensazione che qualcuno qui quando riprende a lavorare, al lunedì, abbia la luna storta. Sempre la stessa persona.
E non trovi di meglio che azzannare il PD. La qual cosa– lo hanno capito tutti– è il suo sport preferito.
A me piacerebbe confrontarmi anche su altre questioni, ad esempio quelle che hanno tenuto banco a Torino la scorsa settimana, ad un’iniziativa rivolta a tutti i cattolici italiani (e quindi non di parte) ma qui si parla del PD e di San Pierluigi Bersani.
@Tonizzo,
te lo tolgo subito io il dubbio. Vai tranquillo.
Ah, è confortante sapere che dopo una vita passata a votare a destra ferrventi compagni di fede mi reputino un comunista.
Comunista a me? Io comunista?…
http://www.youtube.com/watch?v=xRx0ZQgkPI8
GRANDE tonizzo
Ciao Tonizzo ricambio il saluto.
E saluto anche tanto Nino che mette il dito nella piaga di questo Paese.
In Italia, io penso che la realtà che tu giustamente descrivi non la si voglia vedere: il Paese è in completa decadenza, ma c’è una vasta area (che non colpevolizzo singolarmente, sia chiaro) la quale regge tranquillamente questo periodo buio, la quale non è minimamente sfiorata da ciò che sta accadendo.
Ripeto, non è una colpa e singolarmente non colpevolizzo nessuno [anzi, chi può deve spendere], e il mio oggi è forse più uno sfogo di cui mi scuso anticipatamente, ma ho la sensazione che molti non immaginino minimamente che, purtroppo, il rischio Grecia e Portogallo è ancora dietro l’angolo…(In maniera molto “Europea” il Commissario Rehn e Mario Draghi lo hanno fatto capire molto bene al Governo Italiano).
Mi spiace che il bravo e preparato Enrico Letta ogni tanto si lasci prendere la mano dalla tentazione dell’annuncio da copertina, però nello stesso tempo gli riconosco di mettercela tutta in queste difficili condizioni.
Non mi ergo a giudice di chicchessia, ma troppi anni passati a parlare e basta di “bene comune”, giusto per riempirsi la bocca e stare in pace con la coscienza…
I risultati ora li vediamo, almeno chi vuole vederli.
Che tu giustamente descrivi: mi riferivo a Nino.
non solo per l’ultimo post , ma per tutti a partire dall’ex-embrione…
@Tonizzo,
non ti reputo un comunista (in questo senso volevo “toglierti il dubbio”), anche se la tirata su Bersani “cosacco a San Pietro” non sono proprio riuscito a digerirla…
Per non parlare di quella “perfetta sensazione della Chiesa fuori dal mondo”, come se il Signore non avesse detto che i suoi discepoli non appartengono al mondo.
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia». (Gv15,18-19)
TESTIMONIANZA DI UNA PEDIATRA
Carissimi non fatevi illusioni , la famiglia tradizionale come noi l’abbiamo conosciuta non esiste quasi più .
Non così almeno come l’abbiamo vissuta noi. Non so voi, ma io ho avuto un padre e una madre che non hanno mai divorziato e sono ancora insieme, patetici e teneri ultraottantantacinquenni che a MIlano sono stati persino fotografati mano nella mano come si fotografa un animale in via di estinzione o un fenomeno da baraccone. Il fotografo ha domandato a mia madre “da quanto tempo siete sposati” “da più di cinquant’anni” . Risate , degli ahh di meraviglia e poi ” Ma come si può rimanere sposati così tanto tempo, ha chiesto il fotografo.
Mia madre ha risposto “Con tanta pazienza”
” “da una parte e dall’altra” ha aggiunto sommessamente mio padre.
La famiglia tradizionale è finita . KAPUTT direbbe Malaparte.
E infatti il 70% delle famiglie dei miei pazienti sono famiglie “non tradizionali” come si suol dire. Non parlo solo di un 5% di familie gay ( due madri lesbiche o due padri gay che pure ci sono anche fra i miei pazienti, ovviamenti i figli o sono adottati o sono nati con l’eterologa).
ma anche fra le coppie etrosessuali la famiglia , come trdizionalmente concepita, è ormai un lontano retaggio del passato, un po’ come la bandiera , Dio, la Patria,il senso del dovere..
La maggior parte delle nuove famiglie sono costituite da genitori che però non sono sposati. Quello che ne consegue ( almeno nella mia esperienza) è che dopo tre quattro anni , il componente maschio della famiglia taglia la corda e la mamma si ritrova sola a crescere un figlio.
poco male perchè la madre quasi subito trova un nuovo “compagno”.
Peccato che poi cominciano i problemi . Spesso succede che il nuovo compagno , non padre dei figli, o li picchia , o è sospettato dalla madre di abusarne sessualmente.
Da lì un sacco di problemi eccetera. I bambini poi, basta vederli, sono tristissimi.
Bambini così tristi , fin dai primi anni, come negli ultimi anni non mi era capitato di vederne.
Non parliamo poi delle adolescenti. Lì si va sul terreno minato. Il rischio suicidio è altissimo.
Ma a che pro parlarvi di tutto questo?
E’ il mio lavoro quotidiano . Cerco di farlo con umanità e umiltà.
Nessuno dei miei pazienti sospetta o pensa che io sia cattolica.e non faccio mai sermoni di morale.
Non faccio prevalere a mia personale fede sull’etica professionale.
Però posso dire a voi che sono triste molto triste?
La famiglia tradizionale è stata DISTRUTTA dalle leggi e dalla società contemporanea.
Mi fa piacere che i cattolici si sveglino a difesa, ma mi chiedo non è ormai troppo tardi? Non è come chiudere la stalle quando i buoi sono scappati?
e’ il mio lavoro quotidiano, dici discepolo e non ne dubito.Ma per lavoro vanno da te i malati.. quindi se su 100 persone vanno da te in 30, tu dici tutti e 30 sono malati e quindi tutti e 100 sono malate, mentre invece sono 30 malate e 100 sane. Quello che voglio dire è che fai diventare il campione universo.
La famiglia tradizionale stava meglio? mah.. Conosco molto bene 2 donne anziane: una ha 76 anni e una 83. Entrambe quando erano giovani hanno perso la madre e sono rimaste orfane. Entrambe sono state obbligate all’incesto dal padre, perchè dovevano ” sostituire” la rispettiva moglie. Tutti nell’entourage sapevano..Questo fenomeno era molto più diffuso di quanto sospetti, ma naturalmente tutti andavano a messa la domenica, e la civiltà era cristiana…Nella mitica età dell’oro tutto era ok…
Carissima discepolo,
grazie per la tua sincera testimonianza: io non so dirti se la “fine” della famiglia tradizionale sia da addebitare alle Leggi e alla società contemporanea; ho le mie riserve su ciò: io non sono sposato quindi esprimo opinioni “empiriche” fino a un certo punto: secondo me ne abbiamo già parlato in un altro post qualche giorno fa.
Non è per niente facile amare ed essere fedeli: è sicuramente bello, ha i suoi momenti di gaudio, di piacere e di bellezza, ma poi si scontra con la durezza del quotidiano, dei giorni difficili: è colpa delle leggi? E’ colpa di una società che si è smarrita?
No, è solo (secondo me) colpa del nostro rifiutarci di accettare la fatica di amare e aggiungerei di lasciarci amare.
Era così anche una volta; permettimi un brevissimo racconto di vita personale: nell’ultimo periodo dei miei studi universitari ho sostanzialmente vissuto con la mia ultima nonna che allora era in vita, ed oggi non c’è più: ne nacque un rapporto di confidenza della mia nonna 90enne, la quale, nelle mie pause studio era solita raccontare il vissuto suo e dei suoi coetanei (a cominciare da mio nonno): ecco, cara discepolo, forse l’ho già detto, ma, tradimenti coniugali, violenze, mancato rispetto dell’altro/a, figli con la stessa madre, ma non lo stesso padre, vi erano anche allora, nei tempi che furono: eccome se ve ne erano.
E’ la storia dell’uomo e della donna, da sempre.
Discepolo,
una parte dei cattolici è sempre stata impegnata su questo fronte, un’altra parte ha preferito chiudere gli occhi e pensare ad altre “urgenze”.
Sarebbe bene che provassimo, almeno su questioni fondamentali, a provare a dare una testimonianza comune. Invece ci dividiamo e seguiamo l’onda delle mode e del mondo.
Ad ogni modo, non prendiamocela con chi “si sveglia” solo ora, ma diamoci da fare e preghiamo perchè le cose possano cambiare presto e in meglio. Non possiamo permetterci il lusso di stancarci o di pensare ad altro: la posta in gioco è troppo alta.
Certe riflessioni mi fanno tornare in mente una cosa che ha sentito stamattina:
Fermi fermi fermi: ho una idea geniale per fermare l’uso delle armi chimiche. Rendiamole legali. Esatto. Avete capito bene. Rendiamone lecito l’uso a determinate condizioni da concordare in sede Onu. Se, come si sostiene, legalizzare l’aborto fa calare gli aborti, legalizzare l’eutanasia fa calare le eutanasie, legalizzare le canne fa diminuire le canne, dovrebbe funzionare.
(cit.)
Su una cosa sono d’accordo con Discepolo: la famiglia “tradizionale” è finita. Ed è finita nel momento in cui è decaduto il modello storico-economico che la sosteneva e la giustificava – e del quale la famiglia era specchio – e si è affermato il valore (legittimo) dei desideri individuali. Le leggi inseguono cambiamenti che si sono già prodotti, o provvedono a tutelare e a garantire parti lese e indifese (vedi la 194: oppure vogliamo sostenere che l’aborto sia stato inventato da una legge?). Oggi la famiglia “tradizionale” è un atto di volontà e non più un obbligo sociale. E la ripetizione “a disco rotto” di alcuni precetti non mi sembra sia di qualche utilità per rimediare.
Una frase, in particolare, mi ha colpita del commento di Discepolo: “Nessuno dei miei pazienti sospetta o pensa che io sia cattolica. E non faccio mai sermoni di morale. Non faccio prevalere la mia personale fede sull’etica professionale”. Ho esultato: magari tutti i medici fossero come Discepolo! (Che però vorrei sapere in quale Paese esercita, visto che cura bambini adottati da coppie omosessuali).
Per come la vedo un tempo le cose non erano rose e fiori, ma anche adesso non è tutto risolto.
Sinceramente vedo coppie attorno a me che si sfasciano per nulla, cioè niente marito violento, botte, o litigi, si lasciano senza nemmeno saperlo spiegare.
Un nostro parente dopo tre mesi già si è ritrovato una compagna. Dico: non potevi aspettare un po’, cercare di vedere se si poteva mettere un cerotto a questo matrimonio?
Fin che non ci sono bimbi ok, sono adulti fatti loro, ma quando ci sono i bambini che ti devo dire, oggi nessuno ti costringe a sposarti, anzi ci si sposa dopo lunghi fidanzamenti, talvolta anche convivenze, allora: cosa non funziona??
p.s.
Da tempo, caro FedericoB non ti sentivo buttarla in caciara, poi è intervenuto il tuo ultimo post: bene cosi’.
Io ritorno a un’equazione semplice fatta da Tonizzo e Nino: non c’è il lavoro, finisce anche la famiglia: molto semplice e, drammatico.
Si, ma non sempre, ho presente casi di coppie anzi benestanti, casa, lavoro, soldi vacanze nessun problema davvero.
Una coppia si è lasciata in quattro e quattr’otto, e ha venduto la casa di punto in bianco per non avere più nulla in comune. Senza aver assolutamente bisogno dei soldi, così giusto per troncare.
Che poi, per carità a volte magari davvero era tutto uno sbaglio e ci può stare, ma in molti casi comincia poi una girandola di relazioni con i figli che si abituano prima ad un estraneo poi ad un altro, non è che siano tutti felicissimi poi. (Come diceva Simona Ventura: voglio un uomo che duri più di un gatto in tangenziale, il senso è quello)
Certo Sara1, mi sono spiegato male: io intendevo—>non c’è il lavoro, non si crea, non nasce la famiglia.
Colpa mia, avevo capito male.
🙂
Ma vedete, il punto della riflessione da cui parto, e che l’amico Federico non condivide, è questo.
Mi chiedo cioè quanto possa definirsi cattolica una Chiesa che, specie in questo momento storico, considera secondario un problema come il lavoro -> e dunque la Dottrina Sociale -> ossia la premessa INDISPENSABILE in questa società e in questo momento per costruire una famiglia.
Vorrei capire, cristianamente:
– come ci si possa ritenere cristiani e cattolici innanzi ad una società che per un mutuo chiede un posto fisso nell’era del precariato;
– come ci si possa ritenere cristiani e cattolici innanzi ad una società nella quale c’è gente a 40 anni che lavora in un call center e non ha soldi né per un matrimonio né per una famiglia;
– come ci si possa ritenere cristiani e cattolici innanzi ad una società in cui a parlare di famiglia e valori non negoziabili siano politici con due, tre famiglie, divorziati, separati o dalla condotta tra le lenzuola (nonché in Cassazione) quantomeno opinabile (ma vabbé, questa è volutamente polemica);
– come ci si possa ritenere cristiani e cattolici in una società in cui i vecchi non si possono ritirare all’età pensionabile, nascono gli esodati e il ricambio non c’è mai.
Ora, io non ho mai preteso che mi andasse come gli ex studenti del mio collegio, e cioè che nel ’61 a pochi mesi dalla laurea già lavoravano e prendevano 75.000 lire al mese (un operaio Fiat nel prendeva 40.000). Questo mai. Ma non posso accettare in coscienza che la Chiesa, la mia Chiesa, si incarti in una battaglia bolsa e destinata a perdere (che poi dipende dal punto di vista: esiste il divorzio, ma il matrimonio cattolico non mi pare si sia perso per strada o sia sparito), quando il presupposto essenziale per tutelare la famiglia si chiama prima di tutto LAVORO.
A proposito di divorzio: vi prego di ascoltare attentamente quello che nel 1970, prima della legge Fortuna-Baslini un sant’uomo (e per me lo era davvero) come Padre Mariano parlava del divorzio e dei divorziati:
http://www.youtube.com/watch?v=pevVN1PC_VQ
Ora, non voglio giudicare l’ora per allora. Constato che tra queste parole e le parole di Benedetto XVI (o delle soluzioni che sta studiando Francesco), ce ne corre.
Ma mi pare che la Gerarchia, facendo queste battaglie, sia piantata in uno spazio di tempo precedente il 1970.
Una domanda circolare: ma la Dottrina Sociale della Chiesa esiste solo per giocare a freccette col Compendio? Mi sbaglierò, ma credo di no.
Una buona serata a tutti.
Commento delle 18,45:
“a tutelare e a garantire parti lese e indifese (vedi la 194)”…
Io, per decenza, aggiungerei un QUASI TUTTE LE.
Tonizzo gli ex del suo collegio avevano un lavoro fisso e meglio retribuito ma si tenevano la moglie a vita.
Oggi abbiamo la società liquida, con i vantaggi e gli svantaggi.
Presa diretta su RAI 3 si parla del LAVORO che non c’è più.
Non so se avrò voglia di continuare a vedere la trasmissione.
Ho appena visto l’intervista ad una impreditrice proprietaria
di una delle più importanti aziende del nordest, disperata, avvilita, che nel finale dell’intervista ha letto a Iacona “La lettera di Adriano Olivetti ai lavoratori”
Da ex Olivettiano, e per il significato etico e morale che ho potuto condividere con i miei ex colleghi alla scuola della mia vecchia, cara e amata Olivetti ammirata in tutto il mondo, mi vergogno di quello che vedo e sento oggi in questo povero paese.
Pochi ricordano che eravamo i primi al mondo nelle tecnologie elettroniche e informatiche.
ELEA della Olivetti il primo eleboratore elettronico al mondo, M24 Olivetti il primo PC al mondo, altrochè IBM, Apple etc.
Mi fermo qui, provo una grande tristezza per quel che abbiamo perso e per quello che ancora perderemo in termini di know how e creatività svendoli a 4 soldi a cinesi, indiani.
chiedo che fine ha fatto il senso della vergogna,
“chiedo che fine ha fatto il senso della vergogna,” finale è un refuso.
Sto seguendo anch’io “Presa Diretta”: è la descrizione di un Paese reale sull’orlo del precipizio: anche io mi fermo qui, oltre non ce la faccio a vedere la trasmissione.
Nino, Olivetti oggi lo porterebbero via nel primo manicomio disponibile in quanto pazzo furioso.
Sara: nei favolosi anni ’60 esistevano pure le amanti. Ma non si sbandieravano come oggi. Comunque preferirei lavoro e moglie a vita.
Vedo che il topic si sta spostando sul tema della famiglia, forse potrebbe essere interessante chiedere a Luigi l’apertura di uno spunto in questo senso… però con molte scuse per contribuire a spostare l’oggetto del dibattito, credo che l’attenzione di tutti, come dice Federico, tutti i cattolici uniti pur nelle diversità, debba essere proprio richiamata a riflettere e a confrontarsi per poi operare sul tema della famiglia e tutti si debbano sentire interpellati.
Nell’ultimo corso battesimi che mia moglie ed io stiamo tenendo proprio in queste settimane, su 11 coppie soltanto 1 è sposata in chiesa e solo un’altra è sposata in comune…. tutti gli altri sono conviventi more uxorio. Ma il più bello è che, quando – dopo ca 1 ora di catechesi e testimonianza personale sulla scelta “alternativa” di credere – siamo passati ad una breve (semplice e semplificata) condivisione di vita, una delle domande era se nella vita ti era mai capitato di riconoscere di aver compiuto scelte “battesimali”,cioè in qualche misura “controcorrente”… ebbene: una coppia ha testimoniato di aver fatto una scelta controcorrente nell’andare a convivere, perchè finalmente aveva scelto contro tutte le idee cattoliche della famiglia…
Noi – per il momento – abbiamo recepito, poi ne riparleremo…
Però, tutto questo per dire che forse è veramente necessario un grande lavoro di chiarimento e di ricostruzione su che cosa sia la famiglia, nel disegno di Dio, e il rapporto tra un uomo e una donna, anche tornando – con molta chiarezza e molto approfondimento – alle scritture (Genesi, San Paolo, etc). Certo la legislazione non aiuta, ma io non credo che le leggi possano avere una funzione pedagogica: il più delle volte è il contrario, prendono atto e formalizzano una regola (di consuetudine) già in atto e diffusa nella società (come attesta anche Fabricianus).
Però, per noi cristiani in tutto questo c’è una novità molto positiva e incoraggiante: e questa è che abbiamo un immenso mare in cui essere pescatori di uomini; un sacco di persone, fratelli e sorelle, spesso più affaticati di noi dalla vita, che hanno bisogno di parole di vita eterna, perché la loro vita sta soffocando o sta per soffocare, se non ha respiro. Se la libertà viene trovata in ciò che non dà vita, questa è una emergenza di cui prendersi cura. Non per allisciare il pelo a chi fa queste scelte, ma proprio per svegliarli e ricordargli che c’è una libertà più grande, più piena, più gratificante che è il matrimonio etc etc. C’è una sete incredibile e la Parola di Dio è un’acqua che rinfresca nel mare delle periferie esistenziali.
Vero Tonizzo, però mi pare ovvio che nel 2013 non c’è alcun motivo per cui un lavoro duri più di un matrimonio.
Cioè se non basta una promessa davanti ai parenti, al sacerdote, ad un sindaco per farti sopportare un altro essere umano perchè ti dovresti tenere un lavoratore più di quanto ti serve??
Io credo che i vescovi difendendo la famiglia cerchino di difendere una visione dell’uomo in cui ci si impegni davvero in un progetto che duri nel tempo.
Lo faranno con tanti limiti, ma il senso mi pare quello.
Nicoletta.z tu hai detto “Le leggi inseguono cambiamenti che si sono già prodotti, o provvedono a tutelare e a garantire parti lese e indifese (vedi la 194: oppure vogliamo sostenere che l’aborto sia stato inventato da una legge?)”.
Sulla prima parte concordo pienamente, ma non capisco la seconda. Tu ritieni che la l. 194/78 sulla interruzione volontaria di gravidanza (aborto) sia una legge che tutela le parti indifese? Ho capito questo, è corretto?
Tonizzo, perdonami, ma secondo te cosa si dovrebbe fare per ritenersi cattolici in una società che per un mutuo chiede un posto fisso nell’era del precariato?
Cosa dovrebbe fare un cristiano e un cattolico innanzi ad una società nella quale c’è gente a 40 anni che lavora in un call center e non ha soldi né per un matrimonio né per una famiglia? (peraltro, conosco molte persone che i soldi per sposarsi li hanno, il lavoro pure eppure non si sposano; e poi chi ha detto mai che un matrimonio DEBBA costare un patrimonio?)
C’è qualcuno qui che, per puntare l’indice contro le situazioni di coppia dei tempi in cui viviamo, propone le vicende coniugali dei propri genitori o le proprie encomiabili vicende. E quasi si commuove.
Tutte esemplari, naturalmente, tutte da copertina o da prima pagina.
Anche io potrei farlo avendo avuto dei genitori straordinari. E non lo dico tanto per dire.
Ma non lo faccio semplicemente perché mi rendo conto che i tempi corrono e le situazioni cambiano. Oggi molto più in fretta di ieri.
Chi non si accorge di questo forse vive sulla luna. O forse non considera che i cambiamenti della nostra epoca sono, appunto, vertiginosi e portano con sé conseguenze fino all’altro ieri inimmaginabili. Anche nella psiche individuale.
Io mi guardo intorno ( già da quel dì) e vedo situazioni incredibili. E ascolto storie assurde. Però vere, non di fantasia.
Mi guardo bene dal fare la moralista di turno, proprio non me la sento.
E non tiro in ballo la religione, non mi pare il caso.
Infatti non si tratta sempre di morale stravolta, come con troppa faciloneria molti sono portati a pensare salendo sul pulpito. Il che mi lascia sbigottita.
C’è in atto una situazione generale ben più complessa, soprattutto nelle città, dove la vita è più aperta al mondo divenuto piccolo.
Ma c’è qualcuno che riesca ad avvertire questo dato di fatto?
C’è qualcuno che si accorga che non si riesce più a tenere il passo fra una generazione e l’altra?
Dal contatto, anche visivo, con gli altri si potrebbe imparare che la realtà non è quella auspicabile, certo, ma spesso impraticabile, di matrimoni riusciti, destinati a durare per una vita intera. E si sperimenta personalmente che la pazienza e la tolleranza saranno pure delle magnifiche virtù, ma possono anche andare a farsi benedire, per tutta una serie di motivi, e lasciarsi sopraffare dalla stanchezza e dalla decisione di chiudere un rapporto affettivo logoratosi e senza sbocchi.
A farne le spese sono tutti i componenti della famiglia, in primis i figli.
I quali soffrono di più quando vedono i genitori sputarsi in faccia con livore accuse reciproche, piuttosto che quando assistono alla separazione.
Non pochi ci provano a ricucire un rapporto, ma il più delle volte non riescono, e non per delle banalità. E quando chiudono la porta, soffrono moltissimo. Un fallimento fa piangere sempre.
La vita convulsa e faticosa di oggi comporta molto spesso una immane fatica che, lungi dal cementare un rapporto di coppia, intralcia non di rado il percorso della stessa strada.
Chi non ha vissuto certe situazioni, e non è neppure in grado di immaginarle, non ha il diritto di criticare.
Chi ascolta le esperienze altrui, diverse dalle proprie, DEVE cercare di capire, di immedesimarsi. Senza giudicare.
Basterebbe chiedersi: ma io, se fossi al suo ( di lei, di lui) posto, sono proprio sicuro che mi comporterei ( mi sarei comportato) diversamente?
Cara gente, prima molti matrimoni duravano solo in apparenza, di fatto erano falliti già da parecchio tempo. Ma si stava insieme per non finire nelle bocche degli altri, e anche perché la donna doveva tollerare certi soprusi per poter continuare a campare, non avendo un lavoro che la affrancasse dalla sottomissione al marito.
Erano validi quei matrimoni lì ?
C’ era una cultura imperante di maschilismo, che schiavizzava la donna .
E nessuno osava andare controcorrente. Le cose stavano bene, obtorto collo, così.
Oggi è tutto diverso. E non c’è bisogno–credo– di analizzare in lungo e in largo i dettagli del perché.
E invece che dire di una coppia, con bambina, che non può vivere insieme perché, mancando il lavoro, ognuno deve vivere con i propri genitori, e si ritrovano insieme solo una volta al giorno perché la bimba possa vederli insieme almeno una volta nella giornata?
Avete capito quali situazioni familiari disastrate esistono al giorno d’ oggi ?
Però scusi in quel caso della separazione una bimba soffre, se invece vede il padre ogni due settimane e lo deve pure dividere con un’altra famiglia è contenta perchè sono i segni dei tempi.
Segni dei tempi sono anche i lavoratori precari infatti la legge ha recepito il mutato andazzo economico e l’anno scorso ha abolito l’articolo 18 considerato un retaggio del passato.
Il progresso ha i suoi pregi e i suoi difetti, non è che se vai in macchina poi puoi fare a meno di respirare le polveri sottili, per questo si discute su quanto del progresso è buono e quanto è cattivo.
Posso chiedere un suggerimento su ciò che dovrebbe fare la chiesa e non fa per il lavoro degli uomini? Mi sento chiamato in causa personalmente, in quanto facente parte della chiesa, cosa posso fare in concreto?
E’ un peccato che ci sia questa contrapposizione tra famiglia e lavoro, come se fossero due mondi diversi.
La dottrina sociale della Chiesa difende entrambi.
Mattlar: quantomeno gridare parole di fuoco. Quello che non accade.
Tonizzo, grazie. Domani provo. Qualcosa di più del “quantomeno”?
“per questo si discute su quanto del progresso è buono e quanto è cattivo.”
Certo che è bene discutere e distinguere, Sara1. Il fatto è che il più delle volte il cattivo è quello che noi vogliamo vedere “cattivo”, a tutti i costi, senza cercare di capire le ragioni degli altri. Questo è il punto.
Non è che se il mio matrimonio, o quello dei miei genitori, va bene, devo ritenere che tutti i matrimoni debbano andar bene e amen.
C’ è una realtà complessa, molto complessa, che esclude gli schematismi categorici.
Quello dei lavoratori precari è un problema di inaudita gravità. Basta mettersi nei loro panni per capirlo: rischiano di perdere il lavoro da un momento all’altro come se niente fosse.
Molti giovani precari o disoccupati non si sposano o preferiscono convivere. Un problema tira l’altro, come si vede.
E allora, come si può essere categorici? Ecco la complessità di cui parlavo prima.
Chi certe situazioni non le vive, non capisce e parla dal pulpito delle proprie sicurezze e certezze. Fino a che non sbattono il muso, loro stessi, contro una realtà ben diversa da quella da loro vissuta. E quasi quasi gli ci vorrebbe.
Per questo non mi stancherò mai di dire che si deve essere cauti nei giudizi.
Mattlar, guarda che il “quantomeno” è già abbastanza.
Se la Chiesa parole di fuoco risolverebbe il problema del lavoro? O la tua/nostra sete di giustizia sarebbe soddisfatta?
Tonizzo “Parole di fuoco” ?
“Tuonare” dissi io…
Roba già detta… (poi magari a qualche pianerottoliano non gli va manco bene sta cosa, infatti Mattlar si domanda). Insomma ad alcuni non va bene, spesso perchè vanno bene i caz.. loro. Io egoisticamente potrei ragionare cosi ma non lo faccio.
E allora se non hanno capito la gravità del problema potrebbe anche passare…
ma il fatto è che non sono stupidi e non possono non capire.
Diciamo che si beano nei caz.. loro, vescovi e arcivescovi -e diciamole certe cose che sono vere- per la maggior parte tranne qualche raro “santo” hanno conti correnti milionari.
Ricordo molto tempo fa la notizia di un vescovo di cui si venne a sapere dopo morto di un conto miliardario (di lire…(.
Insomma i caz. loro vanno bene, ai preti nemmeno gli va male che gli passan lo stipendio, e la povera gente e i lavoratori, si struggono nel desiderio di una “parolina” che non arriva.
Uomini di chiesa coi conti milionari… Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
Prendo Avvenire quasi tutti i giorni, sinceramente alla questione lavoro è sempre dedicato grande spazio, anzi ricordo le denunce che venivano dalle mense caritas di una crisi e di una povertà striscianti già quando i “ristoranti erano tutti pieni”.
Diciamo che i giornali danno poco risalto agli interventi della Chiesa in questi ambiti, e anche i media in generale fino a pochi anni fa parlavano di altro, dall’eutanasia alle mutande della D’Addario più che dell’economia.
E’ stato un brusco risveglio per tutti.
Tolto che non è che se la Chiesa tuona poi si ottiene, tuona da anni sul matrimonio quanto ha ottenuto? Anzi tutti a dire che è una battaglia persa e che i vescovi si dovrebbero fare i fatti loro, perchè dovrebbe allora a questo punto vincerla sul lavoro?
Ci sono stati fiumi di parole e di appelli “tonanti” e “infuocati” da parte dei vescovi italiani (e in particolare il Card. Bagnasco) anche sul tema del lavoro e del dovere morale di assistere ed aiutare i bisognosi: giovani senza lavoro, anziani, ammalati, immigrati… Basterebbe fare memoria dei tanti interventi inascoltati.
La necessità di insistere sul tema della famiglia è dovuta alla stretta attualità (DDL sull’omofobia, proposte di unioni civili tra omosessuali e amenità di questo tipo) e all’aggressività di una mentalità che propone visioni della vita, della famiglia e della società in feroce contrasto con la visione cattolica. Mi riferisco alla cosiddetta ideologia gender, ma anche a quello sforzo immane di distruggere, sminuire, svilire e sbeffeggiare i valori cattolici (bollati anche qui come desueti, superati o integralisti) a fronte di una presunta modernità laica e relativista, acattolica o anticattolica (diciamo pure acristiana e anticristiana). E noi, cattolici, possiamo accettare passivamente questa situazione? Non siamo chiamati qui e ora ad una testimonianza coerente, ad una proposta, anche culturale e sociale, diversa, alla luce del Vangelo?
Famiglia e lavoro sono temi strettamente legati, come famiglia e welfare, come famiglia e scuola, come famiglia e ambiente, famiglia e… tutto, perchè la famiglia è veramente la “cellula fondamentale della Chiesa e della società”. La 47a Settimana Sociale dei Cattolici quest’anno ha proposto una serie di riflessioni seria e significative, con molte “ricadue” anche sui temi del lavoro, dell’istruzione dei giovani e dello stato sociale. Proviamo ad approfondire i lavori delle assemblee tematiche e soprattutto proviamo a dare un nostro, laico e personale, contributo.
Tonizzo, qualsiasi discorso parte da qui, dalla famiglia.
Bene Federico, basta non vedere la famiglia come una chiusura contro un mondo ostile, ma un luogo invece dove si apprende l’abc dell’amore, dell’apertura all’altro e della solidarietà.
🙂
Caro mattlar, esistono anche le manifestazioni di piazza oltre alle paroline rotondine e pulitine pronunciate con agio e serena compostezza alla CEI e puntualmente riprese da Avvenire.
A qualcuno qui pare che Avvenire – con tutto l’amore che gli porto, visto che iniziai a scrivere proprio lì – sia il giornale più letto in Italia e che ogniqualvolta un esponente della Gerarchia parla immediatamente tutti meditino sulle sue ponderate e delicate parole.
Purtroppo non è affatto così. Basti vedere che Pino Ciociola e i suoi colleghi con grande coraggio DA MESI gridano contro i roghi tossici in Campania proprio su Avvenire ma, chissà perché, la stampa “laica” non proferisce verbo. Chissà perché.
E torno all’ironia di Mattlar che chiede: Se la Chiesa parole di fuoco risolverebbe il problema del lavoro? O la tua/nostra sete di giustizia sarebbe soddisfatta?
Ti rispondo con un’altra domanda: perché non lo fa? Perché ha paura di far sentire il suo peso morale? Ti vorrei ricordare che l’unico esponente della Gerarchia che abbia fatto una critica alla riforma Fornero è stato monsignor Bregantini. Ma non ho visto né manifestazioni di piazza contro il precariato, né contro l’impossibilità di trovare lavoro e farsi una famiglia.
E ancora: la mia sete di giustizia non sarebbe appagata, ma quantomeno mi sentirei meno solo. Lo torno a chiedere: come fa a dirsi cattolica una Chiesa che non sente l’esigenza di fare (metaforicamente) le barricate per strada davanti alla vergogna dei giovani senza lavoro e che così non avranno mai una famiglia?
Certo, scendere in campo e far pesare così la voce significa anche farsi dei nemici in Parlamento. E scontentare bravi cattolici timorati di Dio per i quali è sempre meglio pregare. Anche quando gli altri urlano.
Ma sbaglio, o l’ha detto la Chiesa cattolica che “non pagare la giusta mercede agli operai grida vendetta a Dio”?
Sbaglio, o non dare un futuro ai giovani e impedire loro – di fatto – di farsi una famiglia è peccato che grida vendetta a Dio?
Così, tanto per non perdere il segno…
Un saluto a tutti.
PS: Ubi, ti quoto. E tanto.
Bene Tonizzo, Avvenire è un giornaletto che nessuno legge (sbagliando) lei è giornalista no, scrive su Affari italiani, ha la penna dalla sua tuoni e organizzi.
Se uno ascolta la voce della Chiesa, la Chiesa parla in tanti modi, non è che i vescovi sono distributori di tuonate a piacimento.
Si può approvare e disapprovare i laici stanno lì per questo, però personalmente ho spesso pensato che i vertici, con i loro difetti, in questioni sociali, dal lavoro alla salute all’accoglienza agli immigrati abbiano fatto forse più della base.
Almeno a sentire i commenti da bar.
In quanto al lavoro non ha parlato solo Bregantini
http://archiviostorico.corriere.it/2012/aprile/02/Cgil_parrocchia_contro_licenziamenti_Bagnasco_co_8_120402001.shtml
L’anno scorso il giovano turco Orfini sostenne in televisione che una critica al liberismo europeo veniva solo dalla sinistra sinistra e da Avvenire.
Per chi ha voglia di leggere, non è che Bergoglio è stato eletto velocemente a caso no?
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/libera-domenica-dal-commercio.aspx
Ad esempio di un’iniziativa come questa qualcuno se n’era accorto?
Mai detto che Avvenire è un giornaletto, mai sentito né pensato.
Scrivo Avvenire per dire Cei perchè il giornale è la voce dei vescovi italiani.
http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/inchiesta-famiglie.aspx
Mi ricordo questo articolo di due anni precisi fa, ricordo che ne parlai con mia madre che diceva anche lei, i centri commerciali sono tutti pieni.
La Chiesa ha tanti difetti ma la realtà locale la conosce dai, su tante questioni lavoro, malavita, scuola, quante inchieste ha fatto Avvenire sulla situazione dei rifiuti in Campania? E adesso con le ludopatie? (su cui lo Stato cerca pure di guadagnare)
Poi si è creata una situazione per cui alcuni fanno da megafono solo alle nozze gay, pro e contro uguale, li metto tutti nel mucchio, ma i problemi sono sempre stati affrontati, magari con sensibilità diverse ma non è che si sono ignorati.
Le mie parole non erano ironiche, ma serie, Tonizzo….
“Ti rispondo con un’altra domanda: perché non lo fa?”
Tu dici che non lo fa. Io conosco tante iniziative nella Chiesa a tutela delle persone che perdono il lavoro e ricordo che ci sono state affermazioni chiare del card. Bagnasco sul tema. Ora tu dici che non fa niente. E se fa qualcosa, non è sufficiente. Ma se facesse di più forse diresti lo stesso. Sono solo dei poveri vescovi, che possono fare?
“Perché ha paura di far sentire il suo peso morale?”
Ma che è ‘sto peso morale?!?
Sai che io sono stato recentemente vittima di un piccolo raggiro… gli ho fatto valere il peso morale… sai come mi hanno risposto? Con una pernacchia…
Forse in economia pesa di più un articolo su Affari italiani che un articolo su Avvenire o la parola di un vescovo… mi fai leggere cosa hai scritto sul tuo giornale, Tonizzo, cosicché io possa capire cosa dovrebbe dire e fare un povero vescovo che (fino a prova contraria) non credo che capisca molto di economia (Bregantini compreso, con molto rispetto)?
In quanto a peso morale direi che la Chiesa lo ha fatto valere eleggendo alla velocità della luce e con una maggioranza bulgara un Papa che in questioni sociali è più comunista della Camusso, proprio mentre il “popolo” aveva appena mollato un 30% a Berlusconi.
Insomma, qualche cosa è no?
🙂
Tonizzo, quando i vescovi dicono qualcosa tu, in ossequio al peso morale della Chiesa, obbedisci ed esegui?
Salmo 88
Signore, Dio della mia salvezza, *
davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera, *
tendi l’orecchio al mio lamento.
Io sono colmo di sventure, *
la mia vita è vicina alla tomba.
Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, *
sono come un uomo ormai privo di forza.
È tra i morti il mio giaciglio, *
sono come gli uccisi stesi nel sepolcro,
dei quali tu non conservi il ricordo *
e che la tua mano ha abbandonato.
Mi hai gettato nella fossa profonda, *
nelle tenebre e nell’ombra di morte.
Pesa su di me il tuo sdegno *
e con tutti i tuoi flutti mi sommergi.
Hai allontanato da me i miei compagni, *
mi hai reso per loro un orrore.
Sono prigioniero senza scampo; *
si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore, *
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti? *
O sorgono le ombre a darti lode?
Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, *
la tua fedeltà negli inferi?
Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, *
la tua giustizia nel paese dell’oblio?
Ma io a te, Signore, grido aiuto, *
e al mattino giunge a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi, *
perché mi nascondi il tuo volto?
Sono infelice e morente dall’infanzia, *
sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori.
Sopra di me è passata la tua ira, *
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
mi circondano come acqua tutto il giorno, *
tutti insieme mi avvolgono.
Hai allontanato da me amici e conoscenti *
mi sono compagne solo le tenebre.
Sara ha presentato l’ultimo ossimoro per Luigi: il Papa comunista (ma è sottinteso che comunisti sono anche i cardinali che lo hanno eletto con maggioranza bulgara…).
Mi ricorda lo slogan di quei vecchi socialisti che parlavano di Gesù come del primo rivoluzionario della storia e avevano immaginette di San Giuseppe con falce, martello e fazzolettone rosso al collo.
Non esageriamo!
Non ho detto questo, però nel panorama politico attuale, dove la sinistra galleggia tra banche, pdl e le riforme dettate dall’Europa, Francesco ha preso posizioni molto nette e decise (vedi Lampedusa).
Ieri Letta da Vespa mi pareva non trovare più posti dove mettere i piedi pur di contentare tutti. (in questo dico al confronto il Papa è un comunista).
🙂
Qua non ci capiamo su cosa siano le “parole forti”
Do you know Antonio di Padova ? Ecco, su quel genere li, magari più pesanti…
Ecco ad esempio Come Antonio usava “parole forti”:
“I ricchi di questo mondo che con gli imbrogli accumulano ricchezze di iniquità”
“I ricchi e i potenti di questo mondo sottraggono ai poveri la loro misera sostanza, conquistata con il sangue, con la quale in qualche modo si proteggono: la tolgono ai poveri, che essi chiamano “i nostri villani”, cioè servi della campagna, mentre proprio essi, i ricchi, sono i servi del diavolo.”
“La stessa cosa fanno i religiosi del nostro tempo, che sono ricchi per l’apparenza di santità, ma bugiardi nell’orgoglio del loro spirito”
“Tutti i ricchi di questo mondo sono come indemoniati, si affannano da una parte all’altra, fatti servi non del vero ma del falso padrone.”
“I sordi sono gli avari e gli usurai, i cui orecchi sono otturati dal sudiciume del denaro”
“sono i maledetti usurai, che nella rete dell’usura catturano grandi e piccoli, ricchi e poveri”
“Così l’avaro, o l’usuraio, accumula a lungo lo sterco del denaro, a lungo fatica, ma quando meno se l’aspetta il diavolo lo strangola. E così l’anima va ai demoni, la carne ai vermi e il denaro ai parenti”
Debbo continuare?
Sant’Antonio oggi sarebbe uno dei pochi che, non dico si beccherebbe la scomunica, ma gli direbbero che è meglio se parlasse poco.
E c’è gente che ce la mena con la “teologia della liberazione”.
La vera teologia è gridare la verità dai tetti…
C’è anche gente che vota grillini che messi di fronte alla possibilità di partecipare ad un governo un po’ di sinistra dicono no, noi siam duri e puri e danno al palla a Berlusconi.
Capita eh, l’importante è tuonare.
Sara, con tutto il rispetto, ma non stiamo parlando del tuonare dei pingopallo che non se li fila nessuno.
Qui stiamo parlando di “tuonare” della gerarchia cattolica, che sono (dovrebbero essere) pastori! Gli altri sono mercenari e non vanno presi in considerazione anzi me ne guardo…
Ora da parte dei pastori tutta questa attenzione per il gregge non la vedo.
Non la vedo proprio!
(Anzi i pastori continuano a farsela con i compagni di merende e, peggio, qualcuno con gli “amichetti”…
Tonizzo è d’accordo che si dicano certe verità?
Io ad esempio il Papa che “tuona” contro le catene di supermercati che tengono aperto di Domenica non l’ho sentito!
Detto senza voler offendere, è la verità.
Il Papa contro la mentalità del precariato a vita non l’ho sentito!
Detto senza voler offendere, è la verità.
Il Papa o i vescovi o l’ultimo dei preti che tuona contro gli usurai che vendono la bottiglina di minerale a 2 euro non l’ho sentito!
Detto senza voler offendere, è la verità.
(Sulla minerale: parliamo del peccato, non che sia “reato”; sono cose diverse…)
Dulcis in fundo: la “medicina della misericordia” non esclude la “scomunica”, anzi la contempla proprio come “medicina misericordiosa, affinchè chi ne è colpito se ne ravveda.
(Mò si faranno avanti tutti quelli che vorranno farmi la palla tanta perchè vorrei insegnare a papa e vescovi e preti a fare il loro mestiere: pertanto a tutti costoro anticipo il mio vaffa. Io non voglio insegnare niente a nessuno! Io nel rispetto del Codice di Diritto Canonico facci presente ai pastori le mie perplessità. Punto!)
… le bottiglie di acqua minerale…
va beh, continuiamo così, facciamoci del male…
Mattlar vede sola la minerale…
E perciò l’ho messa, per quelli un poco miopi…
Però se poi un giorno il tg da la notizia di un migrante morto di sete nel centro di una grande città perchè non ci sono fontanine pubbliche e non aveva i soldi per l’acqua tutti a fare i professori, i soloni.
Vendere i beni di prima necessità a un prezzo esorbitante e approfittatorio per un povero è usura.
Ma mattlar non lo sa…
O se lo sa se ne fotte, o dall’alto delle sue possibilità pensa: cosa vuoi che sianop 2 euro?
E infatti, come dicevo prima pensa a se stesso e ai cazzi suoi che vanno bene e i due euro ce li ha E al barbone in centro che si muore di sete perchè i due euro non ce li ha non lo pensa, se ne fotte, fa le battutine su internet…
Mattlar, ti è mai capitato che alla stazione ti avvicina un barbone e ti dice: ti prego, non voglio soldi, ho una sete da matti e quei bastardi figli di putt… vendono una bottiglina due euro: me la vuoi comprare? Ti prego!
Ecco, Mattlar è uno di quelli contento che quello soffre la sete e va pezzendo perchè il sindaco per far introitare i bar chiude le fontane pubbliche e i bar forti di questo sparano prezzi assurdi.
Questo sistema si chiama Usura.
(Però sempre per il fatto che uno se ne può tranquillamente fregare perchè ha una casa dove andare a bere (non è mica un barbone!) e/o i soldi della bottiglina, allora beatamente se ne fotte e fa le battutine! Poi però discorre di cristianesimo su internet…)
Log out…
Io distinguerei la sinistra dalla destra sociale però.
Non si tratta di tuonare contro lo sterco del demonio, il Capitale, le plutocrazie massoniche e tutto il resto.
Si tratta di operare per una migliore ridistribuzione delle risorse e della ricchezza, per dare a tutti il minimo per poter vivere una vita degna di questo nome, per affrontare i le grandi sfide del futuro.
p.s. le fontanelle pubbliche per l’acqua nel frattempo le hanno abolite?
Mattlar, facciamo a capirci.
Io faccio il giornalista, non l’agir-prop di professione né, tantomeno, il pastore d’anime.
L’agit-prop lo lascio a fare ad altri colleghi, che sono più bravi. Io faccio il giornalista, cioè il testimone di fatti degni di essere notizia.
Chiarito questo punto, non compete a me portare in piazza la gente. A me compete raccontare le cose secondo un onesto punto di vista.
E il mio punto di vista, la mia opinione – che peraltro traspare dalle cose che scrivo e che sono pubbliche – è che a mio avviso ci voleva un Papa come questo.
Vi ricordo che questo Papa ha detto una cosa importante: i pastori devono avere lo stesso odore delle loro pecore.
Vi risulta, sì o no?
Se i pastori devono avere lo stesso odore delle pecore, devono fare quello che ha appena finito di dire Ubi, che ovviamente quoto: alzare la voce con forza e farsi sentire. Wojtyla aveva il dito ammonitore, cosa che non vedo in Bagnasco.
Va bene, si dirà: stili diversi. Ma – torno a ripetere – è compito della Chiesa cattolica ricordarsi anche e soprattutto adesso della Dottrina Sociale. Che non è oggetto col quale giocare a freccette in oratorio.
Facciamo ulteriormente a chiarirci.
Io non ho mai affermato che un pezzo su Affaritaliani valga più di uno su Avvenire. Sto dicendo un’altra cosa e stavo facendo un esempio: che certo Avvenire, sia pure con la sua grande carica morale, non ha quel seguito di lettori che può avere un altro giornale. E torno a ripetere, visto che l’ho detto: AD ESEMPIO, un bravo collega come Pino Ciociola da mesi scrive della Terra dei Fuochi e Avvenire combatte una giusta e santa battaglia: ma non passa oltre la cerchia dei suoi lettori. Allo stesso modo, AD ESEMPIO, non mi pare che tutte queste rombate, sgommate, sgassate della CEI sul lavoro che Federico ha sottolineato abbiano preso così interesse presso la stampa laica che è letta (o vista, soprattutto vista) dalla popolazione.
Ancora a capirci:
“Ma che è ‘sto peso morale?”.
E se la Chiesa, caro mattlar, non ha più peso morale, che ci sta a fare? tiriamo giù le chiese e facciamone parcheggi, allora. Come può una Chiesa senza peso morale far sentire la sua voce per i poveri e i deboli, come può annunciare il suo Signore? Mica è solo mettersi sul pulpito e commentare il Vangelo al popolo la domenica, come tu m’insegni, che si adempie all’obbligo di ammaestrare le genti e testimoniare. O sbaglio?
Torno a ripetere: se ti pestano i piedi hai il diritto e il dovere di urlare. In Spagna gli indignados hanno messo sottosopra un Paese, qua in Italia invece… e questo riguarda e rende colpevole anche il mondo cattolico.
Ora, tu mi chiedi se quando i vescovi dicono qualcosa io la seguo in ossequio al peso morale della Chiesa. La risposta è molto semplice: per quanto possibile certo che sì. Ma questo non mi impedisce di rifletterci sopra. A referendum sulla L. 40 non sono andato a votare perché me lo hanno chiesto i vescovi italiani; al digiuno per la Pace nel mondo ho aderito a quello che ha chiesto il Papa. E allora?
Tu che fai, invece?
Vedi Mattlar, c’è una cosa che il Concilio ci ha insegnato: che la gente ha diritto di chiedere “perché ce lo fate fare?”, oltre a dire soltanto: “che cosa dobbiamo fare?”. E’ un’idea difficile da far circolare, ma grazie a Dio per ragionarne abbiamo tutta un’eternità davanti.
Detto questo, Ubi ha dato un’idea di quello che pensiamo entrambi sui “toni forti”, citando correttamente Sant’Antonio. Ma io mi accontenterei anche di un altro Paolo VI che davanti ai popoli della fame che interpellano quelli della ricchezza mostra la Chiesa “trasalire”.
E la Cei, davanti alla fame di lavoro che impedisce di farsi una famiglia e avere un futuro, trasale o no?
A quando una bella manifestazione? E ci andiamo insieme, mattlar, se vuoi.
Ti condivido pienamente Tonizzo.
Però una cosa la devo dire, sperando di non sembrare irrispettoso, poichè non lo sono e non voglio esserlo! Perchè paragonare Giovanni Paolo II al card. Bagnasco e non a Papa Francesco?
Cioè voglio dire, lungi dal voler giudicare l’uomo e il Papa, ma si è liberi di fare un paragone? Sono libero di dire che è buona la “mediaticità” di papa Francesco, ma che secondo me la sfrutta nel modo sbagliato?
Giovanni Paolo II aveva il dito ammonitore e gli altri? Benedetto XVI non era mediatico, non parlava terra terra terra, ma nel suo tono meticoloso le affrontava pienamente e perfettamente. Benedetto XVI non usava “parole forti” ma “concetti forti” che cmq ammonivano!
E Papa Francesco? Tanta mediaticità, per certi versi sprecata, davvero…
Io non contesto nulla di dottrinale. Io prendo solo atto ( e vorrei se ne accorgessero in tanti) che si sta sprecando delle buone occasioni.
Chiudo:
se stiamo a parlare della Renault 4 del Papa, e di altri gossippucci vari nonchè le omelie del parroco di Santa Marta, allora vuol dire che siamo messi male:
non abbiamo più nessun peso civile e morale, non sappiamo dire più niente come cattolici.
E’ quando ci avversano che stiamo facendo qualcosa di buono…
“p.s. le fontanelle pubbliche per l’acqua nel frattempo le hanno abolite?”
Spiacente ma ho sempre dubitato sulla tua identità Sara.
Ora lo faccio ancor più, temo che tu venga da Marte!
Fontanelle pubbliche nei centri delle grandi città e nei pressi delle stazioni non ne esistono! Devi morire di sete (o farti salassare)…
(L’acqua se non lo sai non è più “comunale”…)
E’ partito il post:
Correggo:
L’acqua se non lo sai non è più “comunale” e non è più pubblica…
E visto che mi trovo, mi auguro che se sei in centro di una grande città non ti tocchi di dovarla “fare” l’acqua, perchè altrimenti son guai…
Cmq è anche un poco colpa mia che non riesco a compatirvi a voi, che avete poca esperienza, viaggiate e girate poco per l’Italia e ve ne state al calduccio comodi a casa vostra. Lo dico senza biasimo e senza invidia.
Da noi le fontanelle ci sono e in ogni caso l’acqua non costa due euro, al massimo uno, in qualsiasi supermercato ovviamente molto di meno ancora.
Qua c’è la mappa in ogni caso.
http://www.fontanelle.org/mappa-fontanelle.aspx
Sara, non sai leggere nemmeno la legenda?
Allora : Fontanelle color verde, quelle che si vedono anche in Google street view e si tratta in realtà di fontane storiche da cui non si può bere…
http://www.fontanelle.org/Fontanella-Piazza-Santa-Croce-2-50122-Firenze-Italia-zWkPxBvH6aas0xYz.aspx
Quelle blu scuro sono quelle segnalate dagli utenti (e quindi non verificate, e per quel che riguarda Firenze ti posso asicurare che non esistono.
Quelle celeste chiaro sono quelle che dovrebbero essere ” garantite” da fontanelle. org ed infatti a Firenze non ce ne è una…
Quelle celeste chiaro sono quelle che dovrebbero essere ” garantite” da fontanelle. org ed infatti a Firenze non ce ne è una…
http://www.fontanelle.org/mappa-fontanelle.aspx?c=firenze&s=
(Il bastiancontrarismo è una brutta malattia, come il non voler capire gli altri…)
Solo Luigi potrebbe aiutarmi:
trovare su questo blog il commento di Don Luca che affermava più o meno
cosi:
“un vaffa solo però una volta sola… dal pulpito”.
Lo troverà Luigi? E’ qui sul blog, sicuro, solo che io non riesco a trovarlo…
L’ho trovato!!!!!!!
don Luca scrive, 24 aprile 2009 @ 9:13
“Ogni tanto però ci vorrebbe un bel vaffa…. poco evangelico, lo riconosco, ma ogni tanto… ogni tantissimo… dal pulpito, bello forte! Lo so, lo so che anche e soprattutto i preti se lo meriterebbero…. però, dal pulpito, una sola volta…”
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=1393#comment-44658
Quando si asfalta, si asfalta e se ci vanno di mezzo le fontanelle peggio per loro e per gli assetati!
Al sindaco di Firenze piace asfaltare tutto l’asfaltabile e oltre…
Quando lo vedete alla Festa dell’Unità fategli presente che vicino alla casa dei miei genitori c’è una stradina dissestata, tutta buche. Già che c’è…
W Don Luca.
(Che poi non so se l’abbia mai fatto, ma già l’idea di farlo lo rende un grande!)
E oltre l’acqua visto che mi ci trovo, vorrei fare un’altra richiesta: aridatece i vespasiani!
Da noi le fontanelle ci sono, ne ho usata una proprio la settimana scorsa, se voi non ne avete cambiate sindaco!! (Abbiamo anche un nutrito numero di bagni chimici ad uso di tutti, i primi proprio vicini alla stazione)
Però voglio dire, ci manca che il Papa all’Angelus si fa la lista e denuncia il costo delle bottiglie d’acqua e la mancanza di vespasiani città per città…
Ma che è : mi manda raitre???
Io non me ne fotto
tu te ne fotti
egli se ne fotte
noi non ce ne fottiamo
voi ve ne fottete
essi se ne fottono
Io non trollo
tu trolli
egli trolla
noi non trolliamo
voi trollate
essi trollano
Coniughiamo verbi diversi e parliamo lingue diverse.
Tu vieni da Marte e io no
(e forse c’è pure da vedere pure sulla cattolicità di tutti e due…)
vorrei fare altre considerazioni ma si andrebbe sul personal, ti offenderesti e allora è meglio di no Sara (& co)
Ma nei bagni delle stazioni l’acqua dovrebbe essere potabile no? Io al lavoro mi riempio la bottiglietta con normalissima acqua dell’acquedotto presa dal rubinetto del bagno.
Gentile Tonizzo purtroppo c’è poco lavoro anche perché si è “lavorato” da decenni per distruggere la famiglia come pilastro della società. Meno figli vuol dire meno posti da insegnante, medico, meno consumi/meno produzione beni semplici (ma indispensabili per la famiglia che cresce) meno futuri lavoratori e imprenditori (quanti lavoratori e imprenditori ha sottratto alla società la nefanda legge 194…), meno risparmio.
Le auguro di cuore di ritrovare presto una occupazione stabile.
Scusate ma il “LAVORO” non esiste…
Esistono PERSONE CHE LAVORANO PER VIVERE…
Cristo è venuto per le persone, la Chiesa esiste per le persone. La Chiesa non ha il compito di dar lavoro… La Chiesa offre la visione delle realtà umane secondo i princìpi del Vangelo. Si occupa degli aspetti morali e spirituali, non si occupa di aspetti tecnici.
Delle condizioni per favorire l’accesso al lavoro si dovrebbero occupare i politici, ma in modo non ideologico. Dovrebbero capire che seguire l’ordine creato da Dio oltre che giusto è anche vantaggioso per un legittimo godimento dei beni terreni.
Ribadisco meno famiglia uguale meno lavoro, non il contrario come affermato da qualcuno.
Aggiungo, c’è meno lavoro ANCHE A CAUSA DEL DIVORZIO.
Demolizione sistematica della famiglia.
Olivetti guardacaso era cristiano e applicò nell’industria princìpi cristiani.
“Ma nei bagni delle stazioni l’acqua dovrebbe essere potabile no?”
Ecco, Claudia è una di quelli che: “ha poca esperienza, viaggiate e girate poco per l’Italia e ve ne state al calduccio comodi a casa vostra, detto senza invidia e senza biasimo”.
Da oggi saprà, perchè glielo dico che: i cessi (perchè i bagni sono quelli nelle ns case…) della stazione sono a PAGAMENTO!
Chieda, si informi se è vero.
Mandis caro, vedi che probabilmente hai frainteso. Qui nessuno chiede lavoro alla Chiesa.
Qui si chiede che la Chiesa dica qualcosa ad alta voce dai tetti (il che vuol dire che le “parole forti” le deve dire chi sta in alto che è ben visibile e ben udibile) contro questo sistena satanico del precariato che strozza i lvoratori e le nuove generazione, che a causa di questo sistema sono impossibilitati a crearsi una famiglia. Una parolina contro il sistema satanico degli affitti, per gli stessi motivi. Una parolina contro il sistema satanico che ti fa lavorare di Domenica e questo pure contribuisce a sfasciare le famiglie.
Però caro Mandis, soprattutto dobbiamo convenire sul fatto che “dai tetti” vuol dire che deve parlare chi sta più in alto, cioè chi è più visibile e più udibile, cioè il Papa e i vescovi. Una parolina contro il sistema dei mass-media che propone modelli e stili di vita individuali e familiari che non hanno niente di evangelico. E tanto, tanto altro
Qualche prete terra terra lo dice pure, ma non se lo incula nessuno, oppure gli danno del fascista o comunista a seconda di quello che dice.
Ebbene, prendiamo atto che se i “vertici” non dormono, sono sicuramente distratti. Anzi, sembra che l’ulyima “novità” sia che si cerca di rimuovere gli effetti più che le cause, col “qualunquemente più nullità per tutti”.
Si sta rinunciando anche a combattere le cause, relativismo sctistianizzazione diseducazione.
C’è distrazione, ora siamo concentrati sulla Renault 4…
Servirebbero quegli attrezzi della Nasa in dotazione agli astronauti: ci fai dentro la pipi quello te la ricicla e te la bevi.
Così risolvi due problemi in uno e non inquini nemmeno…
(anche stare a casa se non riesci a organizzarti con acqua e vespasiani..)
🙂 🙂 🙂
Scherzo!!!
🙂
Al di là di tutto in ogni caso è vero che senza soldi non fai tanta strada, non sali nemmeno sul treno a essere onesti.
Per questo il problema non è il costo della bottiglia ma tutto in generale, cercare di avere un’economia più umana che tenga anche conto di chi rimane indietro e non ce la fa.
Ma questo i Papi lo hanno detto e ridetto.
Quella della “battaglia” contro l’apertura Domenicale e, aggiungo io Festiva è un’altra “battaglia” importante: visto che si parlava di Avvenire, come ben sapete ne diede molto spazio il quotidiano della Cei; ahimè non se ne ottenne nulla.
In conclusione, io quoto Tonizzo e in buona parte UbiHumilitasibiSapientia oltre a Sara1, discepolo e Marilisa che, ci portano pur nella diversità e nello “scontro” un tocco di genio femminile a questa discussione.
Colgo l’occasione anche per salutare tutte le amiche e gli amici del blog non intervenuti.
Amico mattlar non mi è molto chiara la tua posizione, probabilmente non l’ho capita io: ne riparleremo. Un abbraccio.
Dimenticavo: quoto anche Nino
FedericoB invece non lo quoto: egli dormirà e mangerà lo stesso tranquillamente, e poi tutto sommato prima o poi io sono convinto che con FedericoB ci ritroveremo insieme in una Chiesa lombarda o emiliana per pregare…
Mai dire mai. 😉
Non ha ottenuto successo perchè non interessa alla società che la Domenica sia un giorno dedicato agli affetti (e a Dio) più che alle spese.
Per questo ridico, la Chiesa fa una critica globale rimettendo al centro la famiglia, mette in primo piano le relazioni, il prendersi cura e il condividere con chi ha più bisogno, piuttosto che la gratificazione istantanea.E’ un discorso che dall’ambito privato passa anche all’economia, non sono cose separate.
(non per difendere la Cei ma solo per chiarire il senso di una posizione che non è una battaglia di retrovia e basta)
Tuonare o non tuonare? Questo è il problema.
Vaffa o non vaffa? Questo è l’altro problema.
Fontanelle o non fontanelle? Ancora un problema serio.
Quanto mi piace questo slalom disinvolto fra argomenti e salmi vari.
Poi entra il Mandis a riportare al tema del lavoro, che non è però propriamente quello proposto dal paziente (e attento) padrone di casa; e altrettanto disinvoltamente fa finire tutti i salmi in gloria:la famiglia distrutta e il disastro prodotto dal divorzio. Che abominio!
Meglio quando le famiglie, sempre concordi(?!) , erano costituite da nidiate di sette, otto, nove, dodici figli, perché–si diceva–“a ogni bambino il suo cestino”. E magari ogni cestino era mezzo vuoto.
Ma lui, il Mandis, famiglie così non le ha conosciute, e parla bene.
Anche lui dal pulpito di una Chiesa vecchissima. Tanto vecchia che si è quasi fermata per incapacità a camminare in avanti.
Ma quali insegnamenti gli vengono impartiti in seminario? Che tipo di insegnanti ha? Ci prova qualche volta a ragionare di suo?
Io ho comunque due opzioni: rabbrividire o ridere. Preferisco la seconda.
Dice Giovanni Mandis:” Meno figli vuol dire meno posti da insegnante, medico, meno consumi/meno produzione beni semplici (ma indispensabili per la famiglia che cresce) meno futuri lavoratori e imprenditori (quanti lavoratori e imprenditori ha sottratto alla società la nefanda legge 194…), meno risparmio.”
Forse non si è accorto che il numero di insegnanti, medici etc…è in stretta relazione, già da qualche generazione, con il numero dei figli. Non ci vuole poi molto a rendersi conto di una tale ovvietà.
Il fatto è che la cultura di oggi è aumentata rispetto al passato, per cui sono molti più di una volta gli insegnanti, i medici e via dicendo.
Il fatto è che gli imprenditori ci sono, ma oggi la situazione è tale che spesso sono costretti a licenziare, e i lavoratori restano disoccupati. E qualche imprenditore si toglie la vita per la disperazione.
Dunque, l’equazione “meno figli, meno lavoratori” è assurda.
Altrettanto assurdo dire: meno figli, meno risparmio. Caso mai è proprio il contrario.
Molte coppie non fanno figli perché il maggiore senso di responsabilità le induce ad assicurare pane e companatico a quei pochi che hanno.
Allora, signor Mandis, faccia di tutto per essere meno facilone.
Inizi già da adesso che è ancora giovane. Senza riportare a pappardella quello che (forse) le insegnano.
Concordo Sara1; andiamo oltre, se permetti: perchè non interessa più alla società secondo te?
Non so bene perchè, però mi pare che come c’è un consumismo economico ce ne sia anche uno sentimentale, si rimane sempre un po’ in superficie, senza entrare veramente in relazione con chi ci sta attorno.
Al consumismo materiale mi pare si stia mettendo freno (vedi attenzione all’ecologia, al consumo intelligente, alle ciclabili ecc. ecc.) dovremmo vedere la difesa della famiglia come una nuova ecologia sentimentale.
Così la vedo più o meno, le due cose vanno insieme bisogna ripensare il nostro stile di vita ecco.
(che poi più alla fine anche economicamente il gioco si spezzato, i negozi sono aperti quasi sempre, però per farlo bisogna sfruttare il lavoro altrui pagandolo poco e tenendolo precario, di conseguenza meno soldi per poi poter comprare, il gatto che si morde la coda).
“Non ha ottenuto successo perchè non interessa alla società che la Domenica sia un giorno dedicato agli affetti (e a Dio) più che alle spese”
Torniamo a bomba, quello “interessa alla società che” è un sintomo.
Il sintomo della scristianizzazine dovuto al relativismo, all’individualismo spinto. E’ un sintomo di una società che come modello propone “se hai sei” (e se non hai emarginati o ti emarginiamo; dovremmo forse rileggerci “Avere o essere”).
Che fine ha fatto la lotta al relativismo all’edonismo e all’edonismo e all’individualismo (che tutte sfociano nel nichilismo). La battaglia è culturale e non si fa con i proclami spiccioli, ma con la formazione, la cultura, su basi filosofiche.
Allora invece di combattere LE CAUSE, cerchiamo di mettere “le pezze” ai sintomi.
Siamo a una Chiesa rinunciataria, fifona, che ha paura di parlare, di alzare la voce, siamo al pressapochismo spicciolo, al proclamo imprudente dell’ultim’ora, all’ordine-contrordine-riordine; quello che si è detto ieri non vale più oggi e domani è un’altra storia. La Congregazione per la Dottrina della Fedesembra sia un organo in via di abolizioni; coviamo le serpi in seno; ci sono vescovi, arcivescovi e preti che vanno immediatamente rimossi (se non ridotti allo stato laicale e scomunicati) prima che facciano danni, o vanno fatti abiurare. Gente che fa danni allucinanti. Vescovi che in anni e anni di sede non si sono mai fatti un giro in una parrocchia. E in Vaticano sanno, ma dormono, dormono!
Siamo ridicoli! Ridicoli!
Ad esempio leggo su Vatican Insider che Boff dichiara:
“ho lasciato la funzione istituzionale di prete, ma non di teologo. Ho cambiato trincea, ma non battaglia. E in Brasile non ho mai avuto conflitti con la Chiesa. Continuo a fare il teologo nelle comunità di base. E io celebro, faccio battesimi, matrimoni, tutti i sacramenti quando non c’è un sacerdote. I vescovi lo sanno e mi dicono: vai avanti. Mi sento bene, in questa veste di laico. Dopotutto, Gesù non era un sacerdote”
Bene! La CdF dovrebbe subito informarsi se ciò sia vero. Se vero prendere i vescovi che dicono “vai avanti” e ….
Ma si vede che hanno altro da fare.
Ad esempio il Brasile è diventato (chi lo sa il perchè) il ricettacolo di tutte le idee fantasiose e dei prsonaggi fantasiosi. Tutti i “fantasiosi” ci vanno a fare convegni e seminari teologici in Brasile. Mi chiedo perchè…
Cmq in finale, voglio far sapere al Papa tutto quello che penso e tutti i dubbi che nutro.
Come posso fare?
Voglio che Papa Francesco sappia che c’è un fedele con l’anima in tormento che vede una Chiesa che cambia in peggio, che è fifona e paurosa e non ha più il coraggio e l’ardire dei martiri. Voglio che sappia che penso che grossa parte del clero è diventata di “mollaccioni”.
Ubi non puoi combattere con le armi in pugno dai, in questo ha ragione Francesco, il cuore del cristianesimo è l’amore.
All’edonismo superficiale o all’individualismo e all’indifferenza si risponde solo con l’amore gratuito.
Pare buonismo e faciloneria? Riuscirci.
@UbiHumilitas
Secondo me gli puoi scrivere una lettera, chissà che non ti chiami al telefono.
Lo ha fatto anche ieri con un ragazzo il quale gli aveva scritto.
Si Fabricianus, sto meditando di scrivergli.
caro Ubi potresti anche evitare espressioni triviali…
Se la chiesa “tuona” non va bene perché diventa automaticamente una chiesa chiusa… che torna al passato (quando si driebbe… tuonava e condannava immancabilmente a destra e a manca), se non tuona ci si lamenta ugualmente.
I politici cristiani hanno tutti gli elementi della dottrina cristiana riguardante questo campo per fare cose buone se non ottime…
Il precariato lavorativo odierno è la conseguenza della pessima conduzione dello stato da parte dei politici e della scarsa considerazione che esso ha della sua cellula fondamentale che è la famiglia. Da quando esisto conosco il mio paese popolato da circa 60 milioni di anime, se non fosse per l’immigrazione saremmo pure decresciuti. Questo è un problema, significa che l’Italia è invecchiata nella sua struttura demografica, non c’è ricambio generazionale. Non ci sono nuovi talenti o c’è ne sono meno. Molti sono costretti ad andarsene fuori perché qui non c’è posto.
Popolazione vecchia significa grande esborso pensionistico dello stato non alimentato a sufficienza dal lavoro delle nuove generazioni. La spesa per la sanità copre una fetta consistente del bilancio dello stato; stato che va in cerca di soldi, aumenta la pressione fiscale a livelli insostenibili per gli imprenditori e le famiglie (che non possono risparmiare come prima).
Cara signora Marilisa, le famiglie dei miei genitori erano rispettivamente di 8 e 9 figli sicché conferma di parlare spesso a sproposito. Tutti hanno avuto la loro parte di pane e companatico…I miei genitori ne hanno avuti in dono tre (escludo che abbiano usato metodi contraccettivi essendo genuinamente cristiani), comunque sopra la media di quell’epoca, e non ci è mai mancato l’essenziale grazie ai loro sacrifici.
A me la logica dice che se ci sono meno figli, meno bambini andranno all’asilo nido, alla scuola materna, meno alunni ci saranno nelle classi di elementari medie e superiori, meno all’università (dove però grazie al diritto allo studio ideologicamente inteso molti più giovani vi passeranno uno o più lustri senza cavarne piede, a danno di chi va per studiare sul serio), e meno entreranno nel circuito lavorativo; meno bambini andranno dal pediatra, meno consumo per bisogni reali delle famiglie (quelli quotidiani elementari). Quindi ovviamente ci saranno molti più maestri e insegnanti di quanti realmente ne servano e si scanneranno per quei pochi posti. Idem per i medici e altre figure professionali. Le badanti invece prosperano e le importiamo pure per accudire i numerosi vecchi (spesso soli perché hanno divorziato o non hanno fatto figli). Per ovviare a questo si sono creati consumi voluttuari che alla lungo però mostrano tutta la loro inconsistenza. Da quando esiste la legge abortista, senza dire degli aspetti immorali del fatto in sé, più di 5 MILIONI di persone mancano all’appello della società italiana (un demografo potrebbe forse stimare anche una progenie ipotetica di questi 5 milioni che pure manca all’appello).
Lei ha una visione ristretta della Chiesa che cresce in molti paesi giovani: in Africa e Asia e Sudamerica. I paesi cristiani di vecchia data sono in crisi perché hanno rinnegato le loro radici.
Per me è giusto che i bagni pubblici siano a pagamento immaginando che quei soldi servano per pagare qualcuno che li tenga puliti e ben funzionanti.
“Ubi non puoi combattere con le armi in pugno”
Quali armi? Le parole sono armi?
Cmq, tornando al Brasile…
Don “Svogliato” alias don Indolenza ( quello che le Confessioni si fanno dalle 17 alle 18 del solo Sabato, ma a quell’ora non lo trovavi nemmeno nel confessionale e dovevi andarlo a chiamare; a proposito: il vescovo lo sa?; dove a volte l’Adorazione ci si dimenticava di farla, o non la si faceva perchè si era in pochi, e per un periodo si faceva alle ore 21 in barba a tutte le vecchiette che di pomeriggio offrivano la loro preghiera e manco l’Adorazione possono fare, pena uscire di notte e rifarsi il tragitto alla parrocchia) parroco della parrocchia fiorentina che ho FELICEMENTE ABBANDONATO per un’altra (dove le confessioni ci sono tutti i giorni e l’Adorazione è perpetua: si h 24i, anche di notte, si fanno i turni!), dicevo, don “Pressappoco” nelle sue omelie vagheggiava sempre del Brasile e dei seminari teologici e del fatto che per “certe cose” bisognava trovare una soluzione teologica, Don “Mi stanco” andava spesso in Brasile e tornava bello abbronzato; capisco che li c’è la povertà e quindi li facevano sotto al sole cocente i seminari poverini.
Infine in questo Eldorado Brasiliano, loro finanziavano una missione e una opera caritatevole che faceva studiare i ragazzi: bene, anzi male, l’opera è fallita, hanno finito i soldi, almeno cosi raccontava don “Che fatica”! (Ora però bisognerebbe vedere nei particolari).
Ecco mi chiedo: ma che avrà mai questo Brasile. Fossi chi di dovere io mi interrogherei, cercherei risposte e una volta trovate porrei rimedi.
P.S. Non per malignare, poichè tutto quello che ho detto lo posso ripetere sotto giuramento, solo questa è una illazione: vuoi vedere che sono falliti perchè non pregavano, erano troppo persi nell’attivismo e si dedicavano poco alla preghiera e alla Adorazione…
Mandis che ne dici di questo prete che ho descritto.
Esiste realmente, e sono stato anchee benevolo nel descriverlo: probabilmente è peggio.
Ne fa di danni? E’ di scandalo o di edificazione?
Ecco cosa preoccupa i nostri parlamentari, altro che disoccupazione e povertà!
http://www.avvenire.it/Politica/Pagine/omofobia-alla-camera-prevale-la-fretta.aspx
Ma questo Parlamento chi lo ha eletto? Di chi è la colpa?
Bravo Mandis! Sappia che io mai parlo a sproposito, qualunque cosa lei pensi.
Anche le famiglie dei miei genitori erano molto numerose. Una era agiata, l’altra poverissima. In quest’ultima si faceva la fame, letteralmente. Spesso non si mangiava.
Riesce a immaginare una simile cosa? Io sì, perché me ne parlava spesso mio padre. Il quale fin da piccolo, molto piccolo, doveva andare, di buon mattino, e d’inverno intirizzito, a lavorare– essendo il primogenito–per poter aiutare a far campare la famiglia. E niente scuola, per necessità, nonostante a lui piacesse, e molto, studiare.
Ha capito, caro Mandis? Io non racconto fole. Mai fatto in vita mia. Lo sappia per evitare, in seguito, di farmi incavolare di brutto. Anche questa sarebbe carità, non crede?
E dato che vorrei che sapesse, da futuro prete, come stavano allora le cose, sappia che le famiglie erano così incredibilmente numerose perché la donna era convinta, religiosamente, che fosse un suo preciso dovere accontentare sempre le voglie del marito. Questo diceva allora la Chiesa. Si informi.
Era “peccato” non accondiscendere ai piaceri sessuali dei signori mariti.
Per cui, via con i figli! Anche fino a dodici e più.
Oggi, menomale!, è cambiato qualcosa, e anche la Chiesa è arrivata a capire–sempre in ritardo come al solito– che è bene programmare il numero dei figli; naturalmente–dice– ricorrendo a metodi naturali, come lei evidenzia di essere a conoscenza. Ma non voglio allargare il discorso.
Impari…impari…c’è sempre da imparare, caro Mandis.
@UbiHumilitas
“Voglio che sappia che penso che grossa parte del clero è diventata di “mollaccioni”.”
—-
Come dice Fabricianus, confermo per esperienza personale.
Francesco risponde e anche presto.
Solo un suggerimento.
Tieni conto che lui conosce perfettamente quello che passa nel clero mondiale, nazione per nazione.
L’immaginabile e l’inimmaginabile tale e quale è nella società umana.
Ha ben espresso lunedì scorso nell’incontro con il clero romano il concetto:
“«La Chiesa non crolla. Mai la Chiesa è stata tanto bene come oggi, è un momento bello della Chiesa, basta leggerne la storia. Ci sono santi riconosciuti anche dai non cattolici – pensiamo alla Beata Teresa – ma c’è una santità quotidiana di tanti uomini e donne, e questo dà speranza. La santità è più grande degli scandali».”
Allora meglio non sprecare l’occasione e proporre una riflessione su cosa e come un fedele potrebbe aiutare la chiesa e i presbiteri.
La qualità più apprezzata e sollecitata da Francesco è la creatività.
Buon lavoro.
Sui bagni a pagamento perchè puliti da qualcuno sono d’accordo.
Non dimentichiamolo.
Sulla lettera perchè no?
Poi basta tenere il telefono sempre acceso e aspettare…
No signora Marilisa, è tuttora peccato sottrarsi senza giusti motivi non ai piaceri dei signori mariti ma ai doveri coniugali (che valgono anche per l’uomo). L’unione coniugale è una cosa SANTA e non va omessa.
Comunque il punto è che non bisogna demolire o denigrare la famiglia intesa come istituzione, con una sua natura ben definita dal Creatore, a causa delle incongruenze gravi o meno gravi delle singole famiglie “storiche”.
Grazie del suggerimento Nino.
Faro presente al Papa nella lettera, che se la Chiesa non crolla, crollano i fedeli, sotto carichi pesanti che certi preti si affaticano anche a guardare, figurarsi a sfiorarli con un dito.
Diro anche che se continua con questi preti dell’esempio da me riportato, sara “matrigna”, altro che la “Madre dell’udienza di questa mattina!…
Sull?OR è stato detto che sono molte le somiglianze tra Papa Francesco e San Pio X.
Bene! Inizi Papa Francesco a fare come il suo predecessore di un secolo fa:
“si aggiunse una sterzata disciplinare non meno energica, che cominciò proprio dai vertici: mandò visite apostoliche (cioè ispezioni) a tutte le diocesi e ai seminari d’Italia, destituì numerosi vescovi, ripulì Roma dai preti sfaccendati che vi si erano imboscati, rispedendoli alle diocesi d’origine, fece del cardinalato un titolo di merito e non una promozione automatica per ruoli curiali o sedi ricoperte (durante il suo pontificato divenne cardinale il vescovo di Padova e non lo divenne mai l’arcivescovo di Firenze), ridimensionò e scavalcò la Curia romana, di cui diffidava, governando la Chiesa attraverso la sua segreteria personale.
Sotto la bonomia veneta e le frequenti battute in dialetto si nascondevano insomma un carattere di ferro e una volontà indomita, che seppero sempre tenere a bada opposizioni e resistenze, molte più forti di quanto non appaia dalla sovrabbondante letteratura”
http://ilsismografo.blogspot.it/2013/08/piox-storia-aneddotica-99-anni-morte.html
Ubi facciamo che se questa è la cura proposta poi scrivo io a Francesco per chiedere il contrario..
(il telefono però lo tengo sempre spento chiederò risposta cartacea)
La nostra trollina insiste ancora sui cessi, senza capire che l’esempio dei cessi e dell’acqua voleva significare come tutto faccia parte di un sistema diabolico.
Il top di questo dannato sistema si raggiungerà con la “moneta elettronica” quando sarà imposta globalmente: allora chi è povero addà murì e basta.
Eppure diceva di averci la Licenza e discettava non male di filosofia…
peccato, talenti sprecati a causa di un cativo carattere…
A me pare che dimentichiamo troppo spesso che la Chiesa non si identifica con la gerarchia, né con il clero. Che la responsabilità di ciascun cristiano è fortissima e che la cosa più urgente è aver il coraggio di prenderla in mano, questa responsabilità, ed esercitarla. In comunione con i nostri preti e anche pestando i piedi di alcuni di loro, ma riconoscendo l’eroismo di altri.
Mi spiace per la tua esperienza, Ubi, che mi pare molto dolorosa (a diversi livelli).
Ho solo ben fermo in mente un principio: l’unica realtà sulla quale ho un minimo potere di cambiamento è la mia, l’unica persona che posso migliorare, qui e ora, sono io.
Ma non è quello Ubi, in quel caso si paga il lavoro altrui, cioè quello di chi pulisce, come qualsiasi altro lavoro.
un conto è chiedere giustizia un conto volere gratis quello che si può avere pagando regolarmente.
E insisti Sara. Io non voglio il cesso gratis! Voglio l’acqua gratis!
La storia del cesso la messa in mezzo un’altra persona dicendo che si poteva bere al cesso e io ho risposto che il cesso è a pagamento. Punto!
Però ti capisco, se non fai la gnorri come fai a trollare e a far venire l’orchite al prossimo?
Mandis ha detto che il bagno è pagamento perchè in questo modo si paga chi lo cura e se ne occupa.
Fine e auguri per l’orchite, scriva anche questo a Francesco oltre a sparger schifezze sui suoi fratelli nella fede.
Nico, i piedi ai preti non mi va di pestarli e se a qualcuno gli ho detto qualcosa l’ho fatto per il suo bene. Di altri ho sempre e lo faccio anche ora riconosciuto la santità che viene prima dell’eroismo .
E chi se li dimentica a Don Carmine, mai visto che non fosse vestito da prete (nemmeno sul balcone di casa sua quando d’estate prendeva il fresco) quasi h24 in chiesa, una chiesa cimiteriale e nemmeno parrocchiale; avrebbe potuto tenerla chiusa e invece era sempre li e sempre pronto a Confessarti; ad agosto se eri solo di sicuro avevi un prete per chiacchierare. Un Santo! Il mese di Novembre la Novena per i defunti alle 5 di mattina e a chi si lamentava che era troppo presto rispondeva che chi ama un defunto fa qualsiasi sacrificio e poi qui siamo in paese e la gente inizia a lavorare presto;
la Domenica non andavi a Messa e lui te la portava a casa: te la faceva ascoltare volente o nolente col megafono, ogni funzione a partire da quella delle sette, pure di Domenica. Lo minacciarono perchè disturbava: se ne fottette… “Io songo prevete, nun tengo paura e nisciuno, nemmeno da morte!”
E Don Mimì, prete eroe e chi se lo scorda. Padre un offerta? Certo, basta che non sia a me nè soldi per questa parrocchia che basta il mio stipendio, portate buste con la spesa, c’è gente che ha fame…
E tanti tanti altri, santi silenziosi, che non fanno rumore…
Son sempre più pochi però, son sempre più pochi!
Le schifezze sono le calunnie senza verità , quella specie di prete che ho descritto (e che non si veste nemmeno da prete) esiste davvero e fa tutto quello che ho detto e anche peggio, e il vescovo deve girare le parrocchie e quando incontra quei tipi li, li deve spedire a meditare in monastero!
Lo faccia il vescovo, lo faccia la CdF lo faccia il Papa, ma si faccia pulizia.
Di preti mangiapane a tradimento i fedeli ne sono stufi!
Ubi quello che racconti è certamente una indecenza. Io sono convinto che qualunque incarica riceva un sacerdote dal proprio Vescovo, quello sia la sua propria missione. E non vale meno della missione in Brasile di un missionario per vocazione specifica. Se nella tua parrocchia certe “cose” non si fanno sei certamente legittimato ad andare in un’altra, ma ti direi di non abbandonare la tua parrocchia. Almeno la S.Messa domenicale/festiva e dei tempi forti mantienile lì. Prega per il tuo parroco (non dubito che tu lo faccia), conserva un minimo di vicinanza e dialogo. In seminario sto comprendendo la difficoltà di essere prete. Dall’esterno non si può capire.
Di due famiglie una agiata e una poverissima; ma mi par di capire che entrambe lo fossero già prima di allargarsi con l’arrivo dei figli…
Nonostante la povertà sono andati avanti, con sacrifici che nella vita sono inevitabili. Mi piacerebbe conoscere il seguito della vicenda di suo padre (se possibile). Io sono convinto che le famiglie fossero numerose perché quegli uomini e quelle donne si amavano VERAMENTE (sempre lì siamo, verità-realtà-essere) e “nella gioia, nel dolore, in salute, in malattia” tenevano FEDE AL PATTO NUZIALE anche nell’unione carnale (che, ribadisco, nel matrimonio diventa santa).
Oggi marito e moglie guardano la tv, viaggiano, vanno in palestra, ristorante, Facebook, amici etc etc spesso lo fanno separatamente… No grazie.
La Chiesa oggi non insegna a programmare le nascite, se qualcuno lo fa è a titolo personale (indebitamente). Insegna il rispetto reciproco tra i coniugi e il buon uso del matrimonio (la castità matrimoniale, che non è solo l’astensione dal rapporto sessuale), insegna che i figli sono un dono di Dio al quale si deve sempre essere aperti (perché non siamo noi i padroni della vita, nemmeno della nostra).
Io di certo non potrei mai insegnare che la donna deve soddisfare SEMPRE le “voglie” del marito per il semplice motivo che non è una dottrina cristiana (né umana).
Amico Fabricianus, se la chiesa è confusa con un sindacato e ne si invoca la discesa in piazza a tutela dei lavoratori o in contrasto con le riforme che non vanno, non c’è niente di più coerente e candidamente naturale della pretesa che si esprima anche come associazione di consumatori, esprimendosi sul prezzo dell’acqua minerale. Ho l’impressione che la Chiesa abbia un’altra missione.
Né il lavoro è ciò che permette la fede o ne consente la scelta libera. Sono pretese assurde, ingannevoli e oltretutto datate.
L’amico mattlar cambia le carte in tavola.
Qui non si chiedono manifestazioni, si chiede una parola dall’alto (“dai tetti”) per i nuovi poveri, sfruttati ed emarginati, cioè i lavoratori precari, che poi in realtà è anche una parola contro questo “sistema” schiacciante e disumanizzante di società anticristica.
Se poi è come dice mattlar, allora il Papa è un sindacalista quando difende i migranti e i poveri. Ci sono anche i “poveri” lavoratori però.
Cmq ripeto, secondo me a mattlar vanno bene i fatti suoi.
Si dice ed è vero, “Il sazio non crede al digiuno”
Caro amico Ubi. Non mi sembra di cambiare le carte in tavola. Forse potresti prima accordarti con Tonizzo almeno sulle priorità e le modalità con cui ritenete che la Chiesa si debba esprimere: se in piazza o con parole dall’alto, se sul lavoro precario, sugli orari dei negozi o sul costo delle bottiglie di acqua minerale. Solo per pro memoria, ti riporto alcune considerazioni che sono state fatte in questa discussione.
Per il resto, visto che ogni volta ho l’onore di apprendere da te quali siano le mie abitudini più segrete e trasgressive verso i poveri, ti pregherei di risparmiare al pubblico che ci legge che faccio la doccia con la ferrarelle….
tonizzo scrive,
16 settembre 2013 @ 11:26
Quando la CEI oltre a ricordarsi della Famiglia si ricorderà che ci vuole pure il lavoro per mantenerla e magari scenderà in piazza a ricordarlo a lorsignori, saremo tutti più contenti.
tonizzo scrive,
17 settembre 2013 @ 9:37
Caro mattlar, esistono anche le manifestazioni di piazza oltre alle paroline rotondine e pulitine pronunciate con agio e serena compostezza alla CEI e puntualmente riprese da Avvenire.
tonizzo scrive,
17 settembre 2013 @ 14:04
Mattlar, facciamo a capirci.
(…)
A quando una bella manifestazione? E ci andiamo insieme, mattlar, se vuoi.
Ahhhh, l’ha detto Tonizzo non io…
Io mi contento dlle paroline.
Forse però Tonizzo con lo “scendere in piazza” intende un impegno visibile dei cattolici.
Ripeto però, ai piani alti le cose vanno bene, le offerte hanno conseguito un certo calo a causa della crisi, l’ 8xmille pure è calato un pochino, ma i soldi arrivano, e i conti di quelli che contano hanno sempre almeno sei zeri…
A proposito, è calato anche l’Obolo di San Pietro…
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/13_luglio_4/obolo-san-pietro-calo-2221994174712.shtml
(Che poi non so perchè ma in questi anni mi ha bersagliato di lettere una certa congregazione clericale, che chiedeva sempre soldi, soldi, soldi…
Capisco le missioni e le opere di carità, ma fratelli cari, a me il calcio non mi piace… e non sopporto la politica…).
(E poi c’è modo e modo di chiederli i soldi; ma non finisce qui, bisogna saperli gestire e non farsi raggirare…)
Tipico ricattuccio; non mi dai il latino e il prete con la tonaca e io non ti do l’8x mille.
Non ho detto questo, anzi sul sitino pseudotradi che lo proponeva ho sempre avversato questa che è una stupidaggine satanica.
Prendo atto solo che le offerte calano, ma cmq le cose al clero gli vanno bene.
“L’operaio è degno della sua mercede”.
A proposito Sara, ma su Marte dalle tue parti che si usa come analgesico?
Sarete certo all’avanguardia…
Io sopporto mediamente (tanto a stare a schifio sono abituata).
A proposito Sara, tu ti stupirai del fatto -mò te lo dico- che sono anni che leggo “Cloroalclero” già da quando era blog prima che diventasse .com !
Ebbene pensa che pure Eli su Cloroalclero si è lamentata dell’andazzo dei preti di oggi e del fatto che in chiesa manca la spiritualità che c’era una volta.
Leggi che scrive:
“Unica assente, la spiritualità. Ora, io non sono più cattolica da una trentina d’anni, ma ho tutto un altro ricordo della mia Prima Comunione. Rammento un atteggiamento silenzioso, mentre sfilavamo davanti ai genitori con un giglio in mano nell’entrare in chiesa. Ed una grande emozione per questo contatto con la propria anima, quel raccoglimento che preparava all’ingresso del Corpo di Gesù in noi. Rito cannibalico e satanico (nutrirsi del corpo e del sangue di una vittima sacrificale questo è!), ma temperato dalla dolcezza del momento e dalla commozione dei parenti.
I tempi sono cambiati, e per riempire le parrocchie agonizzanti bisogna stappare invenzioni creative, far uscire dal cappello a cilindro soluzioni di dubbio gusto, pazienza se questo va a discapito del dialogo interiore e della comunione con la propria anima. E se la spiritualità va…a farsi benedire!
Satura di pagliacciate, dopo il Padre Nostro recupero in giardino il mio equilibrio compromesso, con una sigaretta, una telefonata, un’occhiata ai begli ulivi che mi sussurrano immoti:” Che tocca fa’…”
Capito, su “Cloroalclero”… ahahahahahahahahah, e i cattolici invece non se ne accorgono
http://www.cloroalclero.com/?author=11
A cloro al clero ci pensavo leggendo le tirate contro i preti (chissà come, sempre quelli che girano in borghese sono i più cattivi per alcuni).
I tradizionalisti sono cloro al clero al cubo. (sempre detto la Raffa è più anticlericale di Bonino Pannella e Odifreddi insieme, un record).
Cloro l’ho sempre letta con piacere perchè è sempre stata se stessa e in questo è stata sempre equilibrata, e prendendo le distanze da certo femminismo da manuale. Ora sembra non aggiorni più e sia passata a facciadilibro. Spiacente ma io non ce l’ho. Se ho seguito qualche “buon amico” su faccialibro l’ho fatto tramite il profilo di mio figlio…
Mandis, che discorsi mi fa? Io ho parlato delle famiglie dei miei genitori, non della mia.
Per evidenziare che entrambe, religiose, ma di ben diversa situazione economica, lasciavano che i figli arrivassero quando capitava.
I genitori del mio babbo, pur essendo poverissimi, non badavano minimamente alla mancanza di lavoro e alla scarsità, fino all’estremo, di cibo. Sia per ignoranza sia, da parte di mia nonna, per ossequio ai dettami della Chiesa.
Il cosiddetto “dovere coniugale” era– ed è– una scemenza bella e buona, mio caro Mandis. Non si mettono al mondo i figli se non puoi mantenerli. Solo gli animali lo fanno, e si capisce il perché.
Anche gli uomini (maschi) si comportano a volte come animali irrazionali. Non posso credere che lei non lo sappia. Forse finge di non saperlo.
Se vuole sapere il seguito della vicenda di mio padre, le dico l’essenziale.
Ha lavorato sodo, e con la massima onestà , per tutta una vita, essendo il punto di riferimento per tutta la famiglia d’origine.
Stimato, ancora oggi, da tutti quelli che lo hanno conosciuto.
Una volta sposato, ha mantenuto ed educato, con la collaborazione di mia madre che la pensava come lui, i tre ( solo tre! volutamente tre!) figli, facendo sacrifici enormi per mandarli a studiare. Ad evitare che per loro si ripetesse la sua storia personale.
Ci fu un certo periodo di disoccupazione per il fallimento della ditta (storica nella mia città) in cui lavorava, e lui ne soffrì moltissimo. Aveva perfino degli incubi notturni, e continuò ad averli anche quando il peggio era passato.
Per questo io capisco bene l’enorme disagio dei disoccupati e dei precari.
Poi fortunatamente tutto filò liscio. Tranne che per il fatto che rimase vedovo ancora abbastanza giovane.
Nonostante ciò, fu lui ad incoraggiare noi anziché il contrario.
Io ho saputo da altri che più di una volta lo si incontrava seduto su una panchina a piangere tutto solo.
Noi lo abbiamo adorato; e siamo orgogliosissimi di avere avuto dei genitori come loro. Io ne ringrazio Dio.
Mi riferivo più all’espressione che al blog.
In genere molti tradizionalisti sono persone convertite o riavvicinate da poco alla Chiesa e non riescono a lasciarsi alle spalle un certo anticlericalismo di fondo.
tipo Ferrara: da comunista a politicamente scorretto che è un modo in fondo per essere sempre contro battagliando.
Per chi come me è cresciuta nella Chiesa e si è trovata bene è un atteggiamento un po’ offensivo, insomma la Chiesa non è solo il prete o il vescovo e il Papa non è un comandante, è un rapporto diverso, più amichevole, fraterno o filiale, mi sembra che questi gruppi facciano tanta fatica a capirlo.
Sara, Io sono nato cresciuto e pasciuto nella Chiesa. Però ho la mia vena anch’io anticlericale, ma non significa nulla.
Per i “tradizionalisti” (ma vale anche per i “modernisti”; e comunque categorizziamo in modo scorretto… ) il fatto è che non ci si nasce ma ci si diventa. Come ci si diventa? Adeguandosi alle istanze e infine alle dinamiche di un gruppo (parlo di gruppo sociale, non di “gruppo stabile” sia chiaro agli uni e agli altri..). Viè, giro su internet, mi faccio una idea “grosso modo” e divento “tradizionalista” (il “modernista” invece apprende in parrocchia, ha più possibilità di luoghi d’incontro… 🙂 ). Di la in poi devo, per essere accettato dal gruppo, dal branco, cercare di essere come loro. E su internet è facile, facilissimo diventare come loro e peggio pure, perciò ho sempre cercato di richiamare all’ordine certi siti, personaggii e addirittura qualcuno che se pur sospeso “a divinis” ha pur sempre impresso indelebile il carattere sacerdotale, perchè formare beceri tizi che oltre a non capire niente, fanno evitare di frequentare la Chiesa e di converso i Sacramenti è PECCATO!
Ora tradizionalisti veri e propri sono pochi, “tradizionali” qualcuno in più, modernisti nel vero senso qualcuno di più.
Io che mi reputo “tradizionale” e cioè sarei secondo alcuni un “conservatore conciliare” provo fastidio ad essere associato ai “tradizionalisti”, ancor più figurarsi ai modernisti.
I “gruppi” hanno tutta questa virulenza solo su internet. Nella vita reale esistono solo “modernisti” e sono virulenti sul serio.
Poi c’è un altro gruppo che più mi fa provare pena, e cioè tantissime pecore senza pastore o meglio, col pastore mercenario che li fa beare nella loro ignoranza, che non li forma che niente gli dice. Sono quelli che li lasciano beare nella “chiesa-fede-fai-da-te).
Ad esempio un gruppo tradizionale “serio” è quello del Cœtus Internationalis Summorum Pontificum che porterà il “Populus Summorum Pontificum” in Pellegrinaggio a Roma dal 24 al 27 ottobre.
Non si dimentichi poi la FSSP eretta da Giovanni Paolo II (e lo zampino di Ratzinger), baluardo sicuro di Ortodossia Tradizionale o tradizionalista che dir si voglia.
(E infatti il pseudotradizionalistume nutre poca se non alcuna simpatia nei confronti degli uni e degli altri…)
Io ho saputo da altri che più di una volta lo si incontrava seduto su una panchina a piangere tutto solo.
Poveretto!
Sulla “cialtroneria” di alcuni preti e su come possiamo, noi laici, aiutare la chiesa.
Solo un esempio per quanto mi riguarda.
Quando mi capita di assistere ad una omelia stanca, noiosa e fuori tema, al termine della Messa raggiungo il sacerdote e gli riferisco la mia opinione senza remore nè timori.
Alcune risposte: ” lei come si permette”, “pensi al suo lavoro che al mio penso io” e similari. Ma nella gran parte dei casi ” grazie, terrò conto”, ” è vero e mi scuso, purtroppo non ho avuto il tempo di prepararmi”
Oddio, mai pensato sinceramente di andare a dare i voti all’omelia.
E’ perchè sono stata cresciuta stoica: mia nonna mi insegnava che se la messa era noiosa era pure meglio (nel senso un piccolo sacrificio che si offriva).
Da noi mediamente c’è di tutto compreso un gruppo di anziani che si ostina a leggere con tutti i problemi di denti che invece suggerirebbero di non farlo.
Di solito il mio sacerdote impallidisce quando li sente però insomma, è una comunità e ognuno dà il suo contributo.
Sulle omelie del mio parroco in effetti per me sono una sofferenza perchè troppo sturm und drang per i mie gusti. Però non gli ho mai detto nulla (anche perchè so che altri al contrario apprezzano molto).
Buonasera a tutti quanti, scusate l’assenza.
Torno a ribadire alcune questioni.
1. Caro Mandis, non ho chiesto lavoro alla Chiesa. Ho chiesto alla Chiesa di denunciare questa vergognosa situazione e scuotere le coscienze morali. Lei dice che la Chiesa deve solo presentare risposte spirituali. Bene, questa chiesa da vetrina gliela regalo. Per me è solo teatro, con l’aggravante della vigliaccheria. Preferisco i preti operai e i pastori che puzzano di crapa (capra in italiano) come si dice nella mia Calabria. E che piacciono anche al Papa. Io le auguro di puzzare di crapa come auspica il Papa e di affidarsi sempre al Signore, pastore e pecorelle.
Senta, ieri pomeriggio ero su una panchina all’asilo di mia figlia. C’erano due mamme della mia età che parlavano tra loro. Una ha detto all’altra: “Con tutto l’Isee basso e il mio stipendio da 450 € al call center, questi pretendono da me anche la retta”.
Ecco Mandis, visto che lei vuole diventare un prete, le domando: se la sente di fare a questa madre il discorso che ha fatto a me?
E tu, Mattlar, a questa madre che cosa risponderesti?
2. Ribadisco di pensarla come ubi, e ringrazio chi mi ha quotato. Non ho ben compreso la storia delle fontanelle e mi astengo, ma vorrei chiarire ulteriormente il mio pensiero.
Mattlar, tu non hai risposto alle mie domande. Questo non è corretto.
L’ho detto e lo ripeto: la Chiesa ha il dovere di alzare la voce davanti alle questioni e ingiustizie social. Altrimenti possiamo giocare a freccette col Compendio della Dottrina Sociale. Anche con manifestazioni di piazza, se del caso. Esserci, spendersi. Perché ultimi e deboli devono essere difesi.
Ce lo vedo, Nostro Signore, rispondere ai poveri e ai lebbrosi: “Sono qui solo per dare risposte e prospettive spirituali”. Certo, come no.
Il mio pensiero, visto che parliamo di puzza di crapa, va a don Mirenzi, morto nel ’70. Era viceparroco di Sant’Onofrio ed era completamente povero. Eppure se un disgraziato bussava alla sua porta lo accoglieva. E a chi gli faceva osservare “Ma come faremo a dargli da mangiare?” Rispondeva: “Ci penserà il Signore”. E il Signore ci pensava.
Nino, ma l’omelia è l’ultima delle baggianate…
Agli italiani non gli si può dire più niente, figurarsi ai preti.
E poi se uno una cosa non la sa e capisce da se, vuoi vedere che glielo posso spiegare io. Qui non parliamo di critiche su cose banali o dissensi sella gestione o sugli orari o sulle omelie.
Qui parliamo che si predica un Vangelo diverso, che non si crede al Sacramento della Confessione (perchè altrimenti si penserebbe ad amministrarlo) e di altre cose dottrinali.
Qui la competenza è del vescovo (se non della CdF).
Saluto Tonizzo. Sui temi sociali siamo due mastini feroci, che bello!
Se la penso come te ti quoto, tranquillo, e mi faccio anche ammazzare per difenderti; se la vedo diversamente ti do battaglia, son fatto cosi.
Bella quella del “solo risposte spirituali”. Infatti alcuni dimenticano che Gesù moltiplicò pani e pesci, dando anche cibo materiale alle folle, cosi come dopo risorto arrostì dei pesci per i discepoli, cibandosene anche lui.
Il problema Tonizzo è che la Chiesa può difendere temi come giustizia, lavoro, famiglia ecc. ma non può fare una scelta di campo.
Perchè un conto è dire lavoro, un conto è trovare le ricette, lì devi fare una scelta politica ben precisa e questo non è compito della Chiesa (come istituzione) ne va anche della laicità dello stato onestamente.
Su qualsiasi questione.
Che poi proprio Papa Francesco a Lampedusa non ha voluto politici no?
E’ una scelta di libertà questo per non rischiare di essere ingabbiati.
Al contrario i cattolici invece possono fare cortei, militare nei partiti, candidarsi dove vogliono, nessuno mi pare lo impedisce.
Anche i fedeli sono Chiesa non è necessario che sia il Papa ad occuparsi di tutto.
Il problema Tonizzo è che la Chiesa può difendere temi come giustizia, lavoro, famiglia ecc. ma non può fare una scelta di campo.
Certo che può farla: dalla parte dei deboli, sempre.
Qui nessuno sta chiedendo un piano Marshall targato Parolin o Bergoglio. Sto chiedendo che chi ha la possibilità di gridare in un grosso megafono anche in virtù della sua autorità morale (non dimentichiamo che la Chiesa è esperta di umanità, di tutta l’umanità).
A Lampedusa il Papa non ha voluto i politici, ma ha gridato forte per la difesa dei deboli. In questo caso i poveri Cristi che spesso crepano nel Canale di Sicilia e nessuno sa niente mentre vengono a cercare speranza da noi.
Comunque, se la Chiesa non può fare cortei, non vogliamo vedere più Family Day, Settimane Sociali e quant’altro. O quelli sì e la piazza no?
A proposito: si è accennato ai politici cattolici. Se me ne voleste indicare qualcuno ve ne sarei grato…
Sto chiedendo che chi ha la possibilità di gridare in un grosso megafono anche in virtù della sua autorità morale (non dimentichiamo che la Chiesa è esperta di umanità, di tutta l’umanità). lo faccia.
Mi era rimasto nella tastiera.
Le settimane sociali non sono un corteo, non prendono una particolare posizione politica mi pare.
E riguardo al gridare chi le impedisce di farlo?
Però appunto un conto è gridare un conto è mettere in pratica quello per cui si grida, è l’ che le posizioni divergono nella società.
E poi dopo che il Papa ha gridato a Lampedusa cosa è cambiato?
Il passaggio e la difficoltà è tutta lì, per questo c’è bisogno del lavoro quotidiano.
“Ma nei bagni delle stazioni l’acqua dovrebbe essere potabile no?”
Ecco, Claudia è una di quelli che: “ha poca esperienza, viaggiate e girate poco per l’Italia e ve ne state al calduccio comodi a casa vostra, detto senza invidia e senza biasimo”.
Da oggi saprà, perchè glielo dico che: i cessi (perchè i bagni sono quelli nelle ns case…) della stazione sono a PAGAMENTO!
Chieda, si informi se è vero.
A dire il vero io per lavoro prendo il treno ogni giorno 🙂 ….comunque al bagno della stazione non ci vado, mi informerò….è posisbile però che alla stazione di Udine il casso sia ancora gratis. Sa noi siamo un po’ fuori dal mondo….
Eh si…
è possibile che alla stazione di Udine il “casso” sia ancora gratis 🙂
Battute e ribattute di tastiera a parte, ripeto, il tema non è quello del cesso ma dei beni di prima necessità come l’acqua si vendano a strozzinaggio.
Poi quando l’acqua sarà come è oggi il petrolio ci sarà gente che troverà moralmente accettabile che se non hai i soldi tu possa tranquillamente morire
Ubi non buttiamola sui rettiliani e il nuovo ordine mondiale. Sul treno c’è il bagno mi pare, gratis e anche pulito in genere. E l’acqua te la porti da casa nella borraccia come nelle gite all’oratorio da ragazzo.
Vedere il male ovunque è come non vederlo da nessuna parte.
E dopo che il Papa ha gridato a Lampedusa che cosa è accaduto?
Probabilmente niente. Ma se il Papa avesse taciuto sarebbe stato più colpevole.
Pure il Battista gridava nel deserto. Però a furia di gridare qualcosa è capitato.
Sara ti avevo vhiesto l’analgesico e tu insisti…
Sa che c’è?Sembra che finora la Chiesa non abbia fatto nulla e non abbia detto nulla.
Ma se il giorno della beatificazione di Giovanni Paolo II Bertinotti che è Bertinotti era contento fosse il 1 maggio perchè era stato sempre vicino al movimento operaio.
http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2011/5/1/WOJTYLA-Bertinotti-da-comunista-vi-dico-che-ha-salvato-il-movimento-operaio/172106/
Voglio dire, ci sono un sacco di encicliche, interventi discorsi ecc, ecc. che si sono occupati del lavoro, pure la cei, pure i Papi degli ultimi anni, lo stesso Benedetto XVI nel discorso sulla giornata della pace ha difeso il diritto al lavoro,.
Se i giornali poi titolano solo sui gay la colpa è della settimana sociale dei cattolici?
http://www.lastampa.it/2012/12/14/italia/cronache/il-papa-nozze-gay-una-ferita-alla-pace-nSi0GT7QTohNLsfq8eWAXM/pagina.html
Ecchecavolo.
“Poveretto!”
STRONZA !!!
“Probabilmente niente. Ma se il Papa avesse taciuto sarebbe stato più colpevole.” (Tonizzo)
Infatti. Nessuno chiede che la Chiesa sfoderi la bacchetta magica per risolvere i problemi. Però la Chiesa deve TESTIMONIARE.
Tutta la Chiesa: gerarchia e fedeli.
Ma l’esempio deve darlo chi la guida, e non a parole ma con i fatti.
È quello che ha fatto il Papa. Non avrebbe potuto fare più di quel che ha fatto.
Sara è poco attenta alla discussione.
Di Giovanni Paolo II si è detto in questo post (Tonizzo scrive 17 settembre 2013 @ 14:04) che aveva il dito ammonitore.
Ubi poi l’ha sempre detto, anzi ha portato l’esempio di quando “tuonò” in sicilia contro la mafia. Era bello e caro ma se partiva erano guai…
Ma anche Benedetto quando era il caso non è mai stato zitto dai:
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/esteri/benedetto-xvi-31/papa-africa/papa-africa.html
Che poi i giornali festeggiarono con il preservativo e via le multinazionali dai titoli..
Voglio dire, chi è che non ha gridato? Francesco fino ad ora non mi pare proprio, ripeto, non è che deve fare la lista di tutte le nefandezze che gli uomini si possono inventare e mettersi alla guida della sua Renault davanti a tutti per dire che ha tuonato.
Sarà invece ora che si muovano i laici??
Tonizzo non fammi dire cose che non ho detto. Sono risposte soprannaturali per vivificare dal di dentro, con la Grazia, le persone e dunque ogni settore della loro vita. Io ho detto che la Chiesa si occupa e dà una risposta cristiana nei vari ambiti umani alle questioni di rilevanza morale e spirituale, ma lo spirito non è avulso dalla carne. La realtà uomo è inscindibilmente materia e spirito. Le risposte tecniche su come favorire lo sviluppo economico e l’occupazione spettano ai politici e agli addetti ai lavori.
Mi pare che facciate confusione tra carità localizzata (buona e giusta e santa, paragonabile alla moltiplicazione dei pani e dei pesci) che non risolve problemi strutturali e i problemi strutturali stessi (Gesù ha dato da mangiare alle moltitudini che lo seguivano, ma non ha liberato Israele dal giogo romano… non ha inventato la rotazione delle colture…).
Non capisco perché l’asilo dovrebbe essere gratis… Se ci sono pochi figli (strutturale) la società ne risente a tutti i livelli. Tutto costa di più.
Marilisa che dire… Grazie a Dio non è lei a decidere e i “doveri coniugali”, liberamente assunti dagli sposi, restano ciò che sono, una cosa buona e giusta.
I figli non si fanno, non sono cose. I figli sono un dono di Dio. Per non averne agendo in grazia di Dio le uniche vie sono la periodica astinenza dal legittimo rapporto col coniuge o l’onesto uso dei periodi non fertili della donna (tutte cose beninteso che l’uomo in virtù del suo essere pensante e spirituale è capace a differenza degli animali). Altra differenza tra gli animali e l’uomo è nei primi l’atto sessuale è brutale e totalmente istintivo mentre nei secondi può essere santificato dall’amore reciproco (anche esso dono di Dio), inoltre l’uomo è capace di compiere grandi sacrifici per dare almeno l’essenziale ai figli che Dio vorrà affidargli gli animali no.
“Quando mi capita di assistere ad una omelia stanca, noiosa e fuori tema, al termine della Messa raggiungo il sacerdote e gli riferisco la mia opinione senza remore nè timori.”(Nino)
Io no, Nino. Non mi sembra bello. Ognuno ha il suo stile, che può piacere o meno.
Invece io, quando mi capita di sentire una bella omelia, di quelle che colpiscono per i contenuti nuovi o per lo stile particolare con cui vengono fatte, raggiungo il prete dopo la Messa e gli faccio i complimenti. Glieli faccio con gratitudine.
Anche domenica scorsa è successo, e il prete ( che non avevo mai visto) è rimasto piacevolmente sorpreso.
Bisogna dare soddisfazione a chi la merita.
Vedi Benedetto non gridava a voce alta, esprimeva concetti alti, ma la sua battaglia contro il relativismo e l’edonismo e l’indivisuakismo l’ha combattuta. E lo ha fatto da eroe avendo tutti contro, anche monsignori e monsignorine. Alla fine poi ha detto che gli mancavano le forze…
Ora c’è Papa Francesco, ma sembra non sappia sfruttare l’anticipo di simpatia che gli è stato dato. Concetti alti alla Ratzinger, non scherziamo…
Encicliche zero,1 . Le catechesi da parroco tipo quella di oggi.
Le guerre si fanno coi soldati ma le dirigono le menti dei generali…
Cmq bisogna sempre battere e ribattere, fino a quando nei fedeli e nell’opinione publica non si ottiene il moto che si ricerca.
Come l’elemosina va fatta e rifatta sempre cosi le parole e i concetti buoni.
Ora ci sono tutti i mass mediia che possono aiutare, c’è anche una tv vaticana.
Manca la volontà della battaglia, della crociata. Si teme che i fedeli disertino.
Forse hanno paura di prender atto che son rimasti quasi soli…
Scusa Marilisa, mi pare che Elsa abbia espresso compassione per la vicenda di tuo padre e tu la offendi? Incredibile…
Ubi non è che confonde la condanna dell’ingiustizia con quella di una certa modernità occidentale e basta?
“Grazie a Dio non è lei a decidere e i “doveri coniugali”, liberamente assunti dagli sposi, restano ciò che sono, una cosa buona e giusta.”
Mio caro Mandis, facciamo a non capirci?
Di quali doveri coniugali parla, scusi? Lei pone gli atti sessuali, cercati solo dal marito quando gli salta in testa, magari se ubriaco, fra i “doveri coniugali”? Vuole scherzare, vero?
Lei dice poi:”I figli non si fanno, non sono cose.”
Sa che non lo sapevo? La ringrazio per avermi aperto gli occhi.
Sono “un dono di Dio”? Ma va’… accipicchia , neanche questo sapevo.
Poi ancora: ” Altra differenza tra gli animali e l’uomo è nei primi l’atto sessuale è brutale e totalmente istintivo…”
Signor Mandis, lo sa o no che certi mariti sono “brutali” come gli animali?
E i mariti stupratori delle proprie mogli come li definisce?
Ricordo bene che una volta il compianto card. Ersilio Tonini disse, in una nota trasmissione televisiva, e con la sua solita schiettezza, che ci sono donne che “restano vedove” dopo la prima notte di nozze. Sa che significa questo?
A scanso di equivoci, dato che lei mi sembra alquanto sprovveduto, le posso assicurare che non parlava di vedovanza in senso letterale. Non mi faccia spiegare.
Signore mio!! Quanto è difficile capirsi!
Quanto al suo ultimo commento, si metta il cuore in pace, egregio Mandis.
Quella non era un’offesa, era uno zuccherino.
Quella CACCA merita ben altro. Si fidi di quel che le dico !!
Dipende cosa intendi per “modernità occidentale”. Se per modernità occidentale intendi tutta la storia che va dal1200 ad oggi (e tale data per via dello scisma che ci ha come dire “occidentalizzato), e quindi includendo l’illuminismo pure, di cui si possono e devono salvare e valorizzare certi aspetti certi come faceva Ratzinger allora dico di no sicuro. Non sono un pazzoche vorrebbe buttare a mare nove secoli di umanesimo e filosofia “occidentale”.
Se invece per modernità occidentale intendi il cesso di sistema in cui ci ritroviamo prigionieri dalla fine della II guerra mondiale, allora vai col liscio
“Il Papa vuole che il suo elemosiniere vada alla ricerca dei poveri, senza aspettare che siano loro a bussare alle porte del Vaticano”.
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/elemosiniere-vaticano-vatican-27952/
…magari ciascuno ha un proprio stile per arrivare al medesimo scopo, no?
Certo che mai avrei immaginato che ci volesse il futuro prete Giovanni Mandis ad insegnarmi l’a bi ci dei matrimoni.
Stia bene, signor Mandis, esca qualche volta dal seminario e si informi.
Ne vale la pena.
A proposito Nico: come va?
Chi lo sa se Luigi è nottambulo come me. Mò provo…
Luigi, ma il troll che si atteggiava a TdG con che lo ha barattato?
Io non credo a un ravvedimento improvviso del tizio, ma credo gli sia stato consigliato di, come dire, “reincarnarsi” in un altra identità pur rimanendo un lancia flame.
Gli antinfiammatori presi a lunghi periodi hanno troppe controindicazioni.
Non capisco perché l’asilo dovrebbe essere gratis… Se ci sono pochi figli (strutturale) la società ne risente a tutti i livelli. Tutto costa di più.
Caro Mandis, le dò un altro elemento. La retta in questione equivale a €185 mensili. Ora, con 450 € di stipendio mensile e una famiglia da campare (a lei 450 € sembrano uno stipendio degno di questo nome?), questo implica che – dati ISTAT alla mano – la signora ogni anno porta a casa 5400 euro. La soglia di povertà, per sua informazione in Italia è fissata a 7.000 euro.
Affermare “non capisco perché l’asilo dovrebbe essere gratis” innanzi a ‘sta Crista in croce, mi sembra poco caritatevole. Strutturale o meno. A me pare che la carità sia carità e basta.
PS: non so dove sia lei in seminario. Ma a me hanno insegnato il concetto di paternità responsabile e di amore reciproco tra coniugi. Il remedium concupiscentiae era prima del Concilio, se ricordo bene.
Ora vengo all’amico Ubi, dal quale dissento quando guarda a Bergoglio come a un buon parroco. Attenzione, l’uomo è di cultura sconfinata e ha ben chiaro l’idea e il senso di comando. Attenzione a sottovalutarlo.
Buona serata a tutti.
Allora Marilisa io le ho risposto bene dicendo
1) “18 settembre 2013, h.13:00
[…] Comunque il punto è che non bisogna demolire o denigrare la famiglia intesa come istituzione, con una sua natura ben definita dal Creatore, a causa delle incongruenze gravi o meno gravi delle singole famiglie “storiche”.”
Intendo dire che se un certo numero di mariti (io credo una minoranza) si comporta/va male non è colpa della famiglia in quanto istituzione… Altrimenti facciamo passare l’idea errata che le famiglie numerose siano frutto sempre e comunque della violenza del marito sulla moglie. Inoltre la Chiesa mai hai insegnato certe cose.
2) “18 settembre 2013, h. 14:48
Io sono convinto che le famiglie fossero numerose [soprattutto] perché quegli uomini e quelle donne si amavano VERAMENTE (sempre lì siamo, verità-realtà-essere) e “nella gioia, nel dolore, in salute, in malattia” tenevano FEDE AL PATTO NUZIALE anche nell’unione carnale (che, ribadisco, nel matrimonio diventa santa). […]
La Chiesa oggi non insegna a programmare le nascite, se qualcuno lo fa è a titolo personale (indebitamente).
Insegna il rispetto reciproco tra i coniugi e il buon uso del matrimonio (la castità matrimoniale, che non è solo l’astensione dal rapporto sessuale), insegna che i figli sono un dono di Dio al quale si deve sempre essere aperti (perché non siamo noi i padroni della vita, nemmeno della nostra).
Io di certo non potrei mai insegnare che la donna deve soddisfare SEMPRE le “voglie” del marito per il semplice motivo che non è una dottrina cristiana (né umana) che ripeto la Chiesa non ha mai insegnato, se lo hanno fatto i singoli hanno sbagliato.
Tonizzo, se uno rientra in una categoria esente non deve ovviamente pagare. Ci sono i soldi per coprire gli esenti (se non paga lei pagherà un ente pubblico)? Questo è il punto strutturale. Il punto caritatevole è che chi può la dovrebbe aiutare (il che non risolve il problema strutturale).
Ma lo sa che ogni aborto costa circa 1000 euro allo stato? 130.000 annui circa degli ultimi anni x 1000 euro fanno 130milioni di euro all’anno coi quali si potrebbero fare cose più utili alla società civile. Per non parlare dei costi sociali dell’aborto (depressione, nevrosi, suicidi).
Il remedium concupiscentiae non è un comma legale che si abroga… è un argomento teologico che è tuttora valido senza nulla togliere al legittimo progresso della dottrina avvenuto nel frattempo.
Mandis, guardi che l’aborto non è certo la spesa maggiore del nostro Paese. Ci sono le pensioni d’oro, i privilegi, le porcate e quant’altro.
a. Il punto strutturale e quello caritatevole, a mio avviso, sono in quello che diceva Bob Kennedy, e cioè che il PIL non conosce né le nostre gioie né i nostri dolori e non è capace di misurarle. Ecco perché è inutile stare a fare queste puntualizzazioni, a mio avviso. C’è ancora o no, nella Chiesa cattolica, un’opzione preferenziale per i disgraziati senza se e senza ma?
b. Meno male che il progresso c’è stato, sennò ancora staremmo a fare le camice da notte femminili col buco e la scritta: “Non lo fo per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio”.
«Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro Pil ha superato 800 miliardi di dollari l’anno, ma quel PIL – se giudichiamo gli USA in base ad esso – comprende anche l’inquinamento dell’aria, la pubblicità per le sigarette e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine settimana. Il Pil mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini.Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Comprende le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Il Pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori famigliari o l’intelligenza del nostro dibattere. Il Pil non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio, né la nostra saggezza, né la nostra conoscenza, né la nostra compassione, né la devozione al nostro Paese. Misura tutto, in poche parole, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani».
E aggiungerei, parafrasando: può dirci tutto sulla Chiesa, ma non se possiamo essere cattolici.
Bob Kennedy, 1968
@Ubi
va molto meglio, grazie. Sono solo un po’ stanca, ma piano piano recupererò.
🙂
I Kennedy erano cattolici, venivano dall’Irlanda. Altra storia, non ne sono quasi rimasti più, chissà perchè hanno il vizio di morire in strane circostanze…
Mai pensato che Bergoglio sia uno sprovveduto. Quindi sarebbe pure ora che dimostri qualcosa…
Marilisa scrive,
18 settembre 2013 @ 21:49
L’una cosa non esclude l’altra.
O no!
Un abbraccio Nico!
🙂
Mah, Nino sinceramente se tutti i cattolici cominciassero a scrivere creativamente al Papa nella vasta varietà che va da Matteo a Discepolo per dare suggerimenti (ops lamentarsi) la vedo dura poveretto a prendere le decisioni..
Secondo me ogni sacerdote ha una propria capacità omiletica il senso di chi ascolta non è di trovarlo più o meno bello o più o meno interessante, dovrebbe essere un momento di riflessione e basta.
Per lo meno così mi è sempre stato insegnato.
Certo che avere la pretesa di giudicare le omelie… Ma chi vi credete di essere?
Se poi uno di noi ha un rapporto di amicizia con un sacerdote è un conto, si può anche esprimere il proprio punto di vista o chiedere chiarimenti, ma andare da un sacerdote che non si conosce e vomitargli addosso il proprio parere come se fosse la Verità stessa proprio no!
Non vi pare il classico esempio di egocentrismo (o da un altro punto di vista: relativismo) e di superbia?
Più che altro è questione molto personale, la stessa omelia può piacere o dispiacere a due persone diverse e in quel caso il sacerdote che fa?
Poi certo in casi particolari una comunità può anche chiedere, lamentarsi o dare consigli però insomma, se ci basiamo solo sui gusti del singolo la vedo dura.
Ecco dovessi scrivere al Papa gli chiederei di nominare meno il diavolo (così posso vederlo in televisione che mi farebbe piacere).
🙂
Sara,
io gli chiederei di intervenire nel merito al “superamento” dei termini “padre” e “madre”. Recentemente ha detto che la Chiesa è una “mamma”: tra non molto potrebbe essere censurato per un’affermazione di questo tipo.
http://www.avvenire.it/famiglia/Pagine/mamma-e-papa-a-bologna-si-temporeggia.aspx
Meno male che è intervenuto almeno il Card. Caffarra:
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/politica/2013/09/12/949096-caffarra-genitori-1-2.shtml
Federico, di questo passo SE parlerà, “SE”, lo farà a giochi fatti, quando i buoi sono scappati.
A Napoli si dice: “Santa Chiara, ropp’arrubbata, facetter ‘e porte ‘e fierro” .
Se non ha detto niente per la Francia, non parlerà per l’Italia.
Del fatto che parlo da vescovo all’epoca conta zero. Deve parlare da Papa.
C’è twitter, immagino che messaggi si possano lasciare anche lì, qualcuno li leggerà.
“L’una cosa non esclude l’altra.
O no!” (Nino)
Certo che no, ma a me sembra indelicato far notare al prete che l’omelia non mi è piaciuta.
Se lo facessero a te, ti piacerebbe o rimarresti male?
Mandis, guardi che io non ho mai detto che l’istituzione-famiglia è da abolire. Né mai questo pensiero mi ha sfiorato.
E per quanto riguarda gioia, dolore, salute e malattia da condividere, siamo perfettamente d’accordo.
Ma non faccia, per favore, la quadratura del cerchio sull’ “unione carnale”.
Questa non è–e non deve essere– un “dovere coniugale”. Ci deve essere il consenso di entrambi, mio caro Mandis. E spesso invece non c’è.
Eppure la Chiesa una volta sosteneva che la moglie, volente o nolente,
doveva subire e accondiscendere ai voleri del marito.
Vuol capire che ANCHE per questo motivo la maggior parte delle donne “accontentava”, per così dire, il coniuge?
Se la donna in confessione parlava di questo al prete, si sentiva rispondere che era “peccato” sottrarsi. Lo so per certo.
Le famiglie numerose di una volta derivavano anche da questo.
Lei mi parla candidamente di “amore”. Mio caro, anche oggi c’è l’amore, ma non ci sono famiglie numerose. E ci sarà pure un perché. Oggi più di ieri, e soprattutto dell’altro ieri, su questo terreno le coppie si sono svincolate dalla soggezione ai dettami della Chiesa. Anche quelle cattolicissime. E a mio modesto parere fanno benissimo.
Quando poi lei dice:”La Chiesa oggi non insegna a programmare le nascite, se qualcuno lo fa è a titolo personale (indebitamente)”, sta dimostrando di non essere al corrente di come stanno le cose.
Certo che la Chiesa “non insegna”, ma le faccio notare che nel momento stesso in cui dice che per non avere figli si deve ricorrere a metodi naturali, sta anche dicendo, per sottinteso, che si può fare sesso senza voler procreare. Il che significa pure, se mi consente, che la “programmazione” è lecita. O non è così?
Mentre una volta era “vietato” far sesso se mancava la volontà di far figli, oggi il “peccato” non c’è più.
Evidentemente la Chiesa ha preso atto–ed era ora!– del fatto che su questa materia non può prendere posizione.
E io dico che anche su altri campi non deve prendere posizione, semplicemente perché non ha le competenze.
Poi lei la pensi come vuole.
Quoto Marilisa in toto. E aggiungerei pure che le famiglie numerose di una volta derivavano anche dalla necessità: di braccia, per esempio, e di figli da dare alla patria per mandarli in guerra a farsi macellare. Quando si fanno i conti dei “non-nati” – che una volta ugualmente non nascevano ma non venivano contati – bisognerebbe ricordarsi anche dei “non-morti” per la patria, per il re o per chi accidente si voglia.
+ o – così…
http://www.youtube.com/watch?v=4fZu-edU5Sc
o cosi…
http://www.youtube.com/watch?v=2AoCVRDXDz8
o ancora…
http://www.youtube.com/watch?v=hvCAE5HfoAQ
(Che fine che fanno gli zombie…)
Basta Ubi, per favore.
Qui è pieno di zombie…
Vero.
Interagiscono pure (stamane probabilmente non hanno preso il treno…).
Siamo pieni di sorprese eh?
Temo più di vermi…
In buona compagnia.
Si, siete in molti…
Spero di non essere l’unica in questo blog a provare una sincera e profonda commozione per un padre di famiglia che si rifugia su una panchina a dare libero sfogo al suo pianto!
Nicoletta z., faglielo sapere a quel simpaticone che si facevano figli anche perché il duce voleva soldati per la patria. Sai quanti Benito sono nati in quel periodo?
Lui, quel simpaticone, dovrebbe saperlo, date le sue aderenze politiche. Ma fa finta di niente.
Cambi nick, simpaticone. Gliel’ ho suggerito tante volte. Quello che ha non le si addice per niente. È un’ impostura bella e buona.
Infatti si cominciò a far figli subito dopo la marcia su Roma (1922) pensando già che tredici anni dopo sarebbero tornati buoni per la guerra d’Etiopia (1935) da cui sarebbero tornati ormai pronti per la già prevista occupazione dell’Albania (1939) quando ormai avevano 17 anni e sarebbero stati pronti ad immolarsi per l’omonimo duce.
Concordano infatti anche tutti gli storici, da quel momento fu una corsa forsennata alla fecondazione dei piccoli Benito.
Chi è stato educato alla assidua lettura dei giornaletti delle cooperative sa bene queste cose.
Cara Marilisa, i doveri coniugali esistono, sono parte integrante del matrimonio liberamente contratto e valgono per il marito tanto quanto per la moglie. Sottrarsi per futili motivi o senza motivo è peccato ieri oggi e domani. Se ci sono motivi validi evidentemente non può essere peccato.
Quanto ai figli e alla procreazione son felice di dirle che non è cambiato nulla tant’è che Paolo VI in Humanae Vitae respinse le immorali conclusioni della commissione di esperti in materia in quanto contrarie alla legge di Dio alla quale ogni uomo è chiamato a conformarsi.
La Chiesa ha sempre insegnato e insegna…
” […] richiamando gli uomini all’osservanza delle norme della legge naturale, interpretata dalla sua costante dottrina, […] che QUALSIASI ATTO MATRIMONIALE DEVE RIMANERE APERTO ALLA TRASMISSIONE DELLA VITA. […]
Se dunque per distanziare le nascite esistono seri motivi, […] la chiesa insegna essere allora lecito tener conto dei ritmi naturali immanenti alle funzioni generative per l’uso del matrimonio nei soli periodi infecondi e così regolare la natalità senza offendere minimamente i principi morali che abbiamo ora ricordato. La chiesa è coerente con se stessa, sia quando ritiene lecito il ricorso ai periodi infecondi, sia quando condanna come sempre illecito l’uso dei mezzi direttamente contrari alla fecondazione, anche se ispirato da ragioni che possano apparire oneste e gravi. Infatti, i due casi differiscono completamente tra di loro:
—->>> nel primo caso i coniugi usufruiscono legittimamente di una disposizione naturale;
nell’altro caso essi impediscono lo svolgimento dei processi naturali.
È vero che, nell’uno e nell’altro caso, i coniugi concordano con mutuo e certo consenso di evitare la prole per ragioni plausibili, cercando la sicurezza che essa non verrà; ma è altresì vero che soltanto nel primo caso essi sanno rinunciare all’uso del matrimonio nei periodi fecondi quando, per giusti motivi, la procreazione non è desiderabile, usandone, poi, nei periodi agenesiaci a manifestazione di affetto e a salvaguardia della mutua fedeltà. Così facendo essi danno prova di amore veramente e integralmente onesto. […]
La Chiesa garante degli autentici valori umani.
18. Si può prevedere che questo insegnamento non sarà forse da tutti facilmente accolto: troppe sono le voci, amplificate dai moderni mezzi di propaganda, che contrastano con quella della Chiesa. A dir vero, questa non si meraviglia di essere fatta, a somiglianza del suo divin fondatore, “segno di contraddizione”,
ma non lascia per questo di proclamare con umile fermezza tutta la legge morale, sia naturale, che evangelica. Di essa la Chiesa non è stata autrice, né può, quindi, esserne arbitra; ne è soltanto depositaria e interprete, senza mai poter dichiarare lecito quel che non lo è, per la sua intima e immutabile opposizione al vero bene dell’uomo. Nel difendere la morale coniugale nella sua integralità, la Chiesa sa di contribuire all’instaurazione di una civiltà veramente umana; essa impegna l’uomo a non abdicare alla propria responsabilità per rimettersi ai mezzi tecnici; difende con ciò stesso la dignità dei coniugi. Fedele all’insegnamento come all’esempio del Salvatore, essa si dimostra amica sincera e disinteressata degli uomini che vuole aiutare, fin dal loro itinerario terrestre, “a partecipare come figli alla vita del Dio vivente, Padre di tutti gli uomini”.”
Aggiungo solo al bellissimo testo paolino che pure i rapporti coniugali volontariamente programmati nei periodi infecondi non danno la certezza assoluta di non-concepire una nuova vita e restano quindi aperti alla trasmissione della vita (vedi sopra).
Tonizzo, ma l’aborto è un omicidio ne consegue che l’aborto seriale di stato è enormemente più grave di pensioni e quant’altro. Che lo stato ammazzi i suoi futuri cittadini è uno scandalo immane anche fosse a costo zero; si sprecano ingenti risorse utilizzabili per il bene comune per uccidere esseri umani.
Leggo ora questo post che trovo interessante perché, al di là degli usuali toni polemici, sottolinea l’importanza che la Chiesa può avere anche nella politica sociale e del lavoro.
In particolare, sono grato a Nino per aver ricordato Adriano Olivetti, e a Tonizzo che con Bob Kennedy mi riporta a un momento vivo della mia gioventù.
Olivetti ebbe l’intuizione, a mio parere molto moderna, che la fabbrica non è (non deve essere) solo economia e lavoro, ma si impasta con la socializzazione, la cultura e il rispetto dell’uomo. L’esempio mi porta alla mente anche La Pira e la battaglia che fece per quella che poi sarà la Nuovo Pignone.
Conobbi il discorso di Robert Kennedy praticamente in tempo reale, e mi colpì subito. Aveva vinto le primarie per i democratici, quasi certamente sarebbe stato il secondo Kennedy alla presidenza degli Sati Uniti. Pochi mesi prima era stato assassinato Luther King e lui rappresentava l’erede più diretto del suo messaggio. Non ebbe tempo. Era il giugno del ’68.
Io ero un giovane insegnante al Liceo Artistico di Carrara. Quel mattino, uno degli ultimi di scuola, la notizia del suo assassinio venne improvvisa. In quarta classe abbandonammo la lezione dell’usuale ripasso per l’esame, per parlare delle cose del mondo.
Allora l’America era spaccata sulla guerra in Vietnam: alla notte nei campi universitari si facevano le veglie per i quarantamila morti americani, di giorno scontri drammatici. Guevara era stato ucciso l’anno prima e il suo mito cresceva: l’America Latina era in fermento, morti in Messico, morti in Bolivia, morti in Colombia. Io leggevo di Camilo Torres, di Helder Camara, dei campesinos e della loro fame. Dall’altra parte del mondo, in Cina, perfino la “rivoluzione culturale” appariva un evento positivo: si sapeva dei funzionari degli apparati di partito che venivano spediti nelle campagne, a fare vita con i contadini perché si rendessero conto del significato del lavoro. Frattanto Paolo VI aveva lanciato un invito ad aiutare l’India, in preda a una fame pesante per la carestia. In Europa l’URSS e alleati si apprestavano a occupare la Cecoslovacchia con i carri armati, per soffocare l’esperimento del “socialismo dal volto umano” di Dubcek. A Parigi gli studenti avevano invaso le strade: era il “maggio francese”, che in poco tempo diventò anche maggio tedesco; e italiano, con il così detto “autunno caldo”. L’Africa restava ancora una landa di miseria – quasi dimenticata dagli altri, eccetto le multinazionali – dove allora si consumava la carneficina del Biafra.
Nel vasto crogiolo di speranze e tragedie che fu il ’68, anche a scuola ci eravamo dati il programma di parlare periodicamente di quanto accadeva, al di là delle lezioni curriculari. Se ne parlava in mezzo a forti tensioni ma con grande empatia, un sentimento allora diffuso.
Fu in quel contesto che si spense la luce di Bob Kennedy, portandosi via le speranze di tanti americani e tanti nel mondo. Quel mattino, parlando di lui, alcune ragazze piangevano.
@Giosal,
nella visione ideale che lei fa delle aziende non dimentichi che il primo pensiero oggi nelle fabbriche è la SOPRAVVIVENZA, una battaglia quotidiana che spesso le vede perdenti e costrette alla chiusura, quando non bastano i tagli drastici al personale.
Non dimentichi che tra le cause non c’è solo la poca innovazione, un campo in cui l’Olivetti fu all’avanguardia, ma soprattutto la sleale concorrenza dei paesi orientali, l’enorme peso della tassazione e lo sfavorevole costo dell’energia.
Non dimentichi che per un’azienda italiana oggi la sopravvivenza è un lusso che in poche possono permettersi.
Elsa.F – Purtroppo le imprese lottano per sopravvivere. Un argomento così drammatico che, a trattarlo su un blog, temo anche di farci solo della retorica.
Per sostenere le imprese in un momento tanto difficile non ci sono risorse, dice il governo. Di più: il governo concorre al loro affossamento. Provo rabbia – come tanti – quando condona l’IMU anche sulle case più ricche e non salda i debiti con i propri fornitori.
Ma, insieme al sostegno della sopravvivenza, bisogna pure cercare un nuovo sistema produttivo, perché la ripetizione del modello consumistico del passato è inimmaginabile. Non ci sono solo le ragioni che dici, principalmente la concorrenza, sleale o no, sul costo-lavoro. Vedo altre sue caratteristiche da ripensare in modo radicale: dall’innovazione tecnologica, che è controversa (è servita ad abbassare il costo-lavoro e a migliorare la qualità di molti manufatti, ma in tanti casi ha mandato a casa masse di lavoratori e ha saturato di prodotti magazzini e piazzali); al consumo all’ingrosso di risorse di vita (cementificazione di intere campagne, uso di terreni agricoli come discariche civili e industriali; inquinamenti vari di acqua e di aria – l’Ilva è solo uno dei casi più visibili); alla crescita incredibile del volume-rifiuti, il cui smaltimento sta diventando un problema primario.
Questo modo di produrre e consumare, che pure ha portato benessere, ora mostra i suoi pesanti rovesci. Non regge più. Possibilmente, pur con tutte le difficoltà del caso, va destrutturato e sostituito. Perché, come disse Gufo Grigio nel film di Attenborough, è bene che impariamo una cosa: noi non siamo i padroni della terra, siamo i suoi figli.
Io non ho idea di quale sarà un nuovo sistema. Ma ho idea di come possiamo muoverci per cercarlo. Ho idea che debba basarsi su principi di solidarietà ed equità; con il rispetto tra sindacati e imprenditori; con il rispetto dell’ambiente e dei lavoratori; con l’attivazione di filiere di nuovi prodotti, e anche di vecchi rinnovati; con l’uso prevalente di materie rinnovabili; con gli istituti di credito che tornano a sostenere il lavoro, smettendo di rincorrere il danaro con il danaro; coinvolgendo nella ricerca persone, gruppi, associazioni, imprese che credono in tali principi. Si tratta di una nuova frontiera.
Come partire? Con una conferenza generale, come fosse un Concilio, sullo stato del lavoro. Poi le proposte, che diverranno un programma politico.
So di apparire idealista. Ma so pure che gli ideali costituiscono le linee guida del lavoro in caso di rinnovi radicali. Olivetti e La Pira sentirono e operarono in tal modo, dunque non si tratta di cose sovrumane.
Certamente, toccherebbe (tocca) alla politica incentivare e guidare un tale processo di ricerca. Purtroppo è qui il mio sconforto, per la nostra politica attuale, fatta da piccole faine senz’anima, prive di etica e di interesse strategico. Così a me pare. E cito la Gabanelli: “Per rabberciare una nave abbiamo chiamato i migliori esperti del mondo, per il nostro paese che nomi scegliamo?”
Ti saluto- Giorgio Salvatori