Sono stato ieri alla Notte dei Fori e ho camminato in mezzo a una tipica folla delle “estati romane”, solo più fitta, da Piazza Venezia a via Labicana, per festeggiare la chiusura – da ieri – al traffico privato di una metà della via dei Fori: da largo Corrado Ricci al Colosseo. Mio entusiasmo per il Colosseo dove si poteva entrare gratis, finalmente libero dall’assedio delle marmitte. Mio timore che a settembre con il ritorno della ferie la circolazione nella zona ne resti paralizzata: io abito a un chilometro e 100 metri dal Colosseo. Entusiasmo, timore e sentimenti minori spintonati dagli applausi e dai fischi al sindaco Marino, che ha percorso avanti e indietro la via dei Fori, raggiante come la sua fascia tricolore, scortato da vigli e poliziotti.
Alla calda “Notte dei Fori” tra battimani e insulti
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Applausi e fischi a Ignazio Marino come nei trionfi dell’Antica Roma. “Vergogna, fate schifo” gridavano ieri quelli che protestavano per la discarica dell’Ardeatina. “Vaffanculo” digrignava una signora accanto a me senza indicare la motivazione ma il solo destinatario.
Richiamava a memorie antiche anche il sindaco che andava avanti e indietro per la via senz’auto: quell’andare intorno nei comizi dell’antica Roma si diceva “ambizione” e serviva a farsi vedere dagli elettori,: Dal latino ‘ambire’, ‘andare intorno’ e figuratamente ‘brigare per assicurarsi il successo elettorale’ (Battaglia). Ieri ho visto Marino in un gesto etimologicamente perfetto.
Io adoro la bicicletta, appena il tempo lo permette accantono con gioia la macchina. Però’ il sindaco su due ruote con casco e guardie e’ ridicolo. Mancano sempre le mezze misure.
Eravamo forse una milionata di persone,
scesa da tutti i colli di Roma.
l’umidità, al 99%,
La polizia aveva dexciso di tagliare in due la via dei Fori,
all’altezza dell’Altare della patria con la loggia dei cavalieri di malta,
chi era da piazza Venezia non poteva andare verso i fori imperiali e
da colà a costì,
finchè non troviamo una corrente del tutto lateraleche passa laterale al passetto che porta al Grillo, e di qua si riesce a raggiungere largo ricci.,
scoraggiati dall’immenso lavoro dei salmoni controcorrente,
ci dirottiamo verso via del Boschetto, saliamo verso via s. Maria maggiore,
e finalmente cominciavamo a respirare ritrovando spazi di movimento più umani e sono quasi le 23.30.
Mi sembra d’aver vissuto la tipica via del corso del paesello natio
quando la festa del santo patrono riempie ogni angolo del corso,
come accade in quel mio lontano paese che è Lanciano alle feste di settembre, in uno stressantissimo struscio, dove ci si muove ai ritmi di vari minuti per ogni passo, come se tutti portassimo statue di santi….
Jamais plus, jamais plus……..
Tanti i commenti ascoltati…… ieri sera dei tipici “ca’ foni”:
“Roma è la città più bella di Roma, ce la invidiano tutti”.
Mentre io pensavo a fuggire a PaRIGI !!!!!!! con la mia amata compagnìa
Complimenti a Luigi per la pointe etimologica all’ambizioso sindaco Marino.
Ci ho messo un po’ a capire che cos’era “l’assedio delle marmitte” al Colosseo, e così ho realizzato che nella mia mente la parola si associa in prima istanza all’idea di “grossa pentola” e solo con un certo sforzo emerge anche l’altro significato (qui, oltretutto, usato in sineddoche). Ma quanto sono arcaico?
Parecchio!