Credo che non riuscirò mai a spiegare che cosa provo nel fare volontariato all’Ostello Caritas della Stazione Termini: non è solo il rendersi utile per qualcuno che ti fa sentire bene con te stessa, ma ho sopratutto compreso quanto sia facile aprirsi con degli sconosciuti, fidarsi dei tipi “loschi” che di solito per strada si evitano, e ascoltare le loro storie senza pregiudizi. Mi sono iscritta all’attività di volontariato appena l’età me lo permise e non per i crediti o per un buon voto, perchè inizialmente la pensai come un’attività che avrei affrontato solo una volta per esperienza. poi me ne innamorai. E’ l’attacco di un racconto che una mia amica romana – Violeta, 18 anni – ha scritto su mia richiesta. Puoi leggere il seguito nei primi due commenti.
All’Ostello ho imparato a fidarmi dei tipi loschi
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[Segue dal post] Il lavoro si divide in varie attività: controllo documenti, distribuzione del cibo, presenza in sala. L’ultima è la più difficile perchè devi interagire con gli altri e… ovviamente mi diedero quella il giorno che arrivai. Avevo tanta paura e non sapevo come comportarmi. Tutti si muovevano veloci, svuotavano i vassoi, cambiavano l’acqua. A me avevano detto “siediti e parla”. Un uomo mi fece cenno di sedermi vicino a lui e mi disse che era la reincarnazione di Dio e di Gesù Cristo e mentre raccontava la sua infanzia il suo amico egiziano mi sussurra che ha il potere di leggere nell’anima.
Non mi veniva da ridere, ero troppo affascinata. Iniziavo a chiedermi perchè la gente invece di odiare gli zingari, i rumeni o qualsiasi senzatetto, non li ascoltasse e provasse a leggere nella loro mente piena di pazzie o credenze che comunque valgono la pena di essere ascoltate. Quando mi alzai dalla sedia mi sentivo più coraggiosa e iniziai a sedermi per tutti i tavoli. I giorni passavano e tutti conoscevano il mio nome.
[Segue dal primo commento] Mi occupavo di un signore che era senza un braccio. Lo imboccavo mentre mi raccontava che il giorno dopo sarebbe partito per la Romania dove l’aspettava l’amore della sua vita che l’avrebbe accudito per il resto dei suoi giorni. C’era un ragazzo che soffriva di narcolessia, si addormentava sempre sul piatto e io dovevo tenerlo sveglio e farlo parlare. Mi raccontò che era scappato di casa per amore, la ragazza l’aveva rifiutato e ora era solo e senza un soldo poichè per vergogna o per orgoglio non era tornato a casa.
Il mio vecchietto preferito che mi cantava le canzoni degli anni 60, la signora pazza che mi prendeva a parolacce, il professore di filosofia che aveva perso la cattedra e mi recitava Kant, l’omofobo razzista arabo che provava a convincermi a cambiare la mia mentalità secondo lui troppo aperta, la signora che piangeva per il portatile che gli avevano rubato dove scriveva i sui ricordi.
Mi manca tutto questo. Ora la scuola non mi da il tempo di tornare a trovarli e ho paura che mi dimenticheranno. Per me erano come una piccola famiglia, che per sfuggire dalle loro tragedie mi ascoltavano e mi chiedevano com’era il mondo, quello vero, quello che sognavano ma non riuscivano a ottenere. Io rispondevo che non era molto più felice del loro. Una volta il mio vecchio canterino mi prese per mano, mi guardò negli occhi e cantò: “Meraviglioso… ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso?”
Ringrazio Violeta del bel racconto. Trovo sapiente avviare i ragazzi a queste esperienze. Straordinaria la consegna che all’Ostello avevano dato alla sedicenne Violeta: “Siediti e parla”. Con Violeta sono convinto che se imparassimo a parlare con gli emarginati sbloccheremmo almeno in parte la loro emarginazione e la nostra paura. Invito chi ha storie simili a propormele magari con una e-mail privata. Chi conosce ragazzi che fanno qualche volontariato, li inviti a raccontarlo per questo blog. Altri racconti li trovi a questi link
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=6532
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=6126
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=6151
Qui invece trovi un mio riferimento a Violeta fatto senza nominarla, dopo un primo racconto della sua esperienza:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=3124
Caro Luigi, grato per aver voluto aprire la giornata con questa ventata d’aria pulita. Perché il mondo – forse più limitato e nascosto – è anche quello di Violeta, e quello dei suoi pazienti che, tuttavia, sognano “quello vero”.
Spesso sul blog faccio riferimento a mie esperienze di vita e lavoro perché da esse, soprattutto, ho desunto che la materia umana è varia e controversa. Così, in un paese classificato del “terzo mondo” scopersi una forma di Servizio Civile cui sono chiamati i giovani, come da noi un tempo vigeva il servizio militare obbligatorio.
E mi domandai perché non lo istituiamo anche da noi, in forma più moderna e adeguata ai nostri bisogni. Servirebbe a far conoscere ai giovani spaccati delle nostre società che loro, in gran parte, ignorano e nel contempo porterebbe momenti di allegria e freschezza anche in ambienti dove normalmente è di casa la sofferenza.
“La fiducia, come un fiore bello ma delicato, si può strappare e calpestare con facilità. La fiducia viene infranta a ogni livello! Michael Gaine, che è stato segretario di un cardinale e di un arcivescovo in Inghilterra, ha detto: “Un tempo tutti si fidavano del sacerdote; le famiglie gli affidavano i figli. Ora non ci conterei. Quella fiducia ci è stata tolta per sempre”. — The Guardian Weekend.
“Non confidate nei nobili, Né nel figlio dell’uomo terreno, a cui non appartiene alcuna salvezza.” (Salmi 146.3)
Caro Luigi, abbiamo bisogno delle belle cose che racconti. Abbiamo bisogno di sapere che il Vangelo è una cosa viva, un “fatto” di oggi, come diceva don Tonino. E grazie anche a Violeta, che ha acconsentito a raccontare.
Evviva Violeta e i suoi simpatici amici!!!
Sono esperinze sicuramente arricchenti, ma non tutti abbiamo lo stesso carisma. Ho il ricordo di una suora straordinaria che è stata un po’ la mia seconda madre, la quale ha cresciuto, nutrito, vestito, generazioni di bambini del befotrofio, sopratutto in tempo di guerra, compresi bambini ebrei del ghetto di portico d’Ottavia; era straordinaria, un vero portento, una religiosa di quelle come ce ne sono poche!!!!. Ebbene, lei diceva sempre ai superiori, supplicandoli quasi, di lasciarla lavorare solo e esclusivamente con bambini, perché era quella la sua vocazione e di non metterla mai nelle condizioni di fare apostolato con persone aventi disabilità fortissime o con problemi psichici. Non riusciva a proprio a confrontarsi con la malattia mentale, ne aveva terrore: una paura che la paralizzava, e che, in parte (forse perché sono cresciuta con lei) mi ha trasmessa. Non per mancanza d’amore, assolutamente, ma perchè quel tipo di malattia dello spirito, e della mente, che induce sovente all’accattonaggio a commettere cose terribili [ come prendere a martellate un passante ma è solo un esempio], è la più feroce condanna che possa capitare ad un essere umano e ci vuole la mano di Dio, solo la mano di Dio ed una totale disponibilità -nonché preparazione specifica- per approcciarla…qui..si gioca con la vita! Ho un amico che lavora negli uffici del più autorevole aspedale psichiatrico di Roma…mi raccontò di un paziente che si tolse gli occhi..perché…gli davano fastidio!! Dinnanzi a tanta tragica esistenza di dolore, grande, non ce la farei ad aiutarli…Forse sono vigliacca e indegna…
@ Marco
“simpatici amici” – perchè li conosci ?
E d’altronde non è il Vangelo che, di continuo, ci ricorda come dai cosiddetti “ultimi” c’è sempre da imparare un sacco di cose?
Se i tanti nostri confratelli della stessa fede in Cristo – mi riferisco a quelli che difendono di continuo le “radici” del crocifisso, ma poi, con quel “coso”, ci vorrebbero legnare ogni poveraccio che capita loro a tiro – ci riflettessero un po’, sul Vangelo e su quello che ci racconta. Sai che salti …
Un po sì, un pò no, si collega al post di Luigi.
Mi sono emozionato nel guardare questo servizio. Leggete bene, la storia scritta di fianco al video.
http://tv.repubblica.it/edizione/bari/giuseppe-il-baby-eroe-delle-procure/69248?video=&ref=HREC1-3
Ciao a tutti!!
Ciao Clo!!!
Si lo ricordo sempre quando posso, ormai il bene e i fatti di vangelo vissuti ordinariamente non fanno notizia, mediaticamente è una buona notizia quella cattiva……la tragedia…..la lite…..la crisi…..ma le persone come violetta, come luigi che cerca di portare allo scoperto tutto questo, meritano tutta la nostra stima, e possibilmente facciamo in modo di portare agli altri il loro buon esempio!!!! “come una foresta che silensiosamente cresce” e porta aria pulita…..un saluto a tutti voi e naturalmente al padrone di casa…..Luigi!!!