“Al vedere la stella provarono una gioia grandissima”: Matteo 2.
Al vedere la stella provarono una gioia grandissima
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“Al vedere la stella provarono una gioia grandissima”: Matteo 2.
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Non mi esce dalla mente la foto di Chiara Badano e il breve scritto su di lei che ho trovato ieri alla p. 19 di “Avvenire”. Lì ho letto anche che il 19 dicembre il Papa ha approvato il decreto che attribuisce un miracolo all’intercessione di Chiara, o Chiara-Luce. Perdonate la mia ignoranza, ma io non la conoscevo. Oggi, tutto quello che vado leggendo in internet su di lei mi appare come un dono portato al Bambino direttamente dalle mani dei Magi, o preparato per i Magi dal Bambino, e mi dà “gioia grandissima”. Luigi, la vita di questa ragazza c’è, o è previsto che ci sia, tra i tuoi “fatti di Vangelo”? Oppure, anche se io non ne sapevo nulla, è così nota -scopro ora- che non rientra tra i casi più nascosti che vai cercando tu? Piccolo “fatto di Vangelo” nel grande “fatto di Vangelo” di questa vita straordinaria è l’incontro e il rapido e intenso scambio di frasi tra Chiara e il cardinale Giovanni Saldarini in visita all’ospedale di Torino nel Natale del 1989 (lei morirà dopo pochi mesi): il cardinale nota questa ragazzina, che non conosceva, e le chiede: “Hai una luce meravigliosa negli occhi. Come fai?” . Lei risponde: “Cerco di amare Gesù”.
Mi scuso per essere intervenuta così spesso in questi giorni: è perché sono a casa, un po’ malata.
Talvolta la stella sembra meno luminosa di altre ma sono certa che non è la stella a brillare di meno quanto i miei occhi ad essere appannati…
Ci sono momenti che faccio fatica a saper guardare la stella, pur conoscendo la gioia grandissima che da essa deriva.
Le mie fatiche quotidiane…
un abbraccio e un augurio a fiorenza perchè si riprenda in fretta …
Fiorenza guarda caso io sto proprio lavorando – da alcune settimane – su Chiara Badano ed è in qualche modo un segno che “Chiara Luce” ti venga in mente nel giorno della Stella, che è un poco la “festa della luce”. E Chiara è morta un 7 gennaio, come domani: me lo ricorda in un”e-mail Mariagrazia Magrini – aiuto postulatrice della causa di canonizzazione – con la quale sono in corrispondenza per la mia ricerca. C’è una biografia di Chiara scritta da Michele Zanzucchi e pubblicata da Città Nuova: Io ho tutto. I 18 anni di Chiara Luce. Oltre a un opuscolo Elledici della stessa Mariagrazia Magrini, Chiara Luce. Una grande avventura: stare al gioco di Dio.
Fiorenza più tu intervieni più io sono contento.
“Ed entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre e, prostratisi, lo adorarono; poi, aperti i loro scrigni, gli presentarono in dono oro, incenso e mirra: e, divinamente avvertiti in sogno di non tornare da Erode, ritornarono per altra via al loro paese.”.
E se al posto d’Erode vi fosse stato il Sindaco di Verona Tosi, od il Ministro (!) Calderoli, oppure l’onorevole (!!!) Borghezio, questi tre Re Magi, extracomunitari, privi di documenti, ma, in compenso, con tutti questi beni addosso di cui non saranno stati di certo in grado di giustificare plausibilmente la provenienza, come se la sarebbero cavata ?
Buona serata di Santa Epifania a tutti, un saluto speciale a Principessa ed un “in bocca al lupo” a Fiorenza (perchè il miglioramento della tua salute non diminuisca la frequenza dei tuoi sempre apprezzati interventi) !
Roberto 55
Vada ad Agrigento, Roberto 55, e troverà in cattedrale qualcosa di adatto a lui.
Buona sera.
Ecco come si sente Roberto a Nord-est…..
Saluti a tutti.
A Fiorenza (concittadina credo), i miei auguri di ristabilirsi presto.
Veramente no, amico Ubihumilitas.
Buona notte a tutti !
Roberto 55
Chiedo scusa per l’impertinenza di questo ennesimo fuori tema (se Luigi non ha piacere che se ne parli qui, taccio subito), ma questi due video (che comunque si riferiscono ad una messa dell’Epifania) mi hanno fortemente impressionato:
http://www.youtube.com/watch?v=3iEnJXA3gI4&NR=1
http://www.youtube.com/watch?v=p3tJfTifUWA&feature=related
Grazie, Leonardo.
Già, se lo volevano tenere a vita il loro parroco. Certo, la comunità avrà le sue buone ragioni, ma la manifestazione di piazza inscenata durante la messa mostra un po’ i limiti dell’esempio dato padre Francis. Forse il vescovo non aveva tutti i torti.
“Forse il vescovo non aveva tutti i torti”
ma come, i cattolici progressisti per i quali il popolo dei credenti ha importanza più o come le autorità ecclesiatiche ora sono dalla parte dell’ Autorità?
che è successo? Ah, certo, perchè il parroco rimosso è un tradizionalista ..
“Se lo volevano tenere a vita il loro parroco”
Ed essendo il parroco un tradizionalista , i suoi parrocchiani , naturalmente , secondo Leopoldo non dovevano essergli affezionati , non dovevano volergli bene..
E questi sono i cristiani moderni?
Viva quelli antichi! Viva il Parroco francese tradizionalista e viva i suoi sanguigni
e umani parrocchiani!
che bello !!!!
che bello tifare per la squadra del cuore,
tradizionalisti
o
progressisti
che siano…..
peccato che in questa partita ci siano esclusivamente perdenti….
il Corpo della Chiesa, il corpo di Cristo…..
ancora una volta lasciato appeso alla croce,
dimentichi della resurrezione…..
Certo che siete bravi a mettere in bocca agli altri parole che non hanno detto.
Non ho mai detto che i parrocchiani non dovevano essere affezionati al loro parroco; non ho mai detto di essere un cattolico progressista (non potrei, dato che cattolico non sono e dato che la parola “progressista” non ho ancora capito che cosa voglia dire esattamente); non ho neanche detto, per la verità, che il vescovo ha fatto bene a trasferire il parroco. Ho solo detto che le urla e le interruzioni, peggio la defezione in massa che pure si evince dai filmati, non sono esattamente quello che mi sarei aspettato da una comunità parrocchiale illuminata dall’esempio del suo pastore, considerato il luogo e il momento. L’avrei pensato anche se il tradizionalista fosse stato il vescovo. Restano quindi tutti i miei dubbi sulla bontà dell’insegnamento e dell’esempio dato da padre Francis. E a me risulta, correggetemi se sbaglio, che trasferire un parroco sia prerogativa esclusiva del vescovo, e che dalle nostre parti i parroci dopo qualche anno vengono regolarmente sostituiti da altri sacerdoti.
Infine, la storia è piena di preti che hanno suggellato le loro esperienze di “rottura” rispetto all’arretratezza di certe posizioni della Chiesa con la più assoluta obbedienza alla gerarchia. Non mi pare questo il caso.
Tutto qui.
Niente può giustificare la ribellione contro le decisioni di un vescovo.
E tuttavia l’obbedienza non è più una virtù quando si tratta di obbedire ad un vescovo che si pone in aperta disobbedienza rispetto alle indicazioni del Papa.
In questi due video che “si riferiscono ad una messa dell’Epifania”, dov’è “la stella” ? Ai miei occhi, brilla l’immagine, là in alto, del santo curato d’Ars. E, sempre ai miei occhi, questo vescovo che sorride mellifluo, mentre tenta di fermare ciò che comunque non si può fermare, somiglia vagamente ad Erode.
Non che mi piaccia vedere un vescovo contestato così fortemente dai suoi cristiani, e ricaccio indietro le nostalgie per una chiesa in cui, quando i superiori ordinavano, si ubbidiva e basta (ricordo, per averlo sentito raccontare, di un prete della mia diocesi che riluttava ad un certo trasferimento, il quale dall’oggi al domani si vide recapitare un bigliettino del vescovo che gli vietava di dire messa pubblicamente in altro luogo che non fosse quello destinatogli). Non voglio neanche pronunciarmi sul caso specifico, che non conosco: certo che, andando a vedere il sito della diocesi di Evreux non vi ho trovato spiegazioni convincenti dell’operato del vescovo.
Però.
Mi fa un’impressione penosa il distacco (dovrei dire il dovrzio?) tra il popolo cristiano e i suoi pastori: quel vescovo (che oltretutto, sapendo dove andava e a fare che, si è sioccamente agghindato in quella maniera) e i suoi collaboratori appaioni sideralmente distanti da quello che dovrebbe essere il loro popolo. Rispetto a loro, sono “guide” molto più plausibili l’abbé Michel e soprattutto quel laico che prende la parola e dice cose per lo più sagge e realistiche.
Mi domando: possiamo prendere questa scena, al di là del caso specifico, come un emblema di ciò che è successo nella chiesa negli ultimi decenni?
Fiorenza, ma il vescovo, come hai sentito, crede di essere a Ognissanti!
A proposito della diocesi di Evreux:
http://www.partenia.org/italiano/biographie_ita.htm
Scusate se mi permetto, ma qui mi sa tanto della storiella del dito e della luna… anzi della stella!!
Trovo vergognose le grida di un gruppo di fedeli contro il loro vescovo. E trovo strano che i tradizionalisti, sempr pronti ad invocare il principio di autorità, difendano gli autori di questi schiamazzi.
Il vescovo può sbagliare ma rimane sempre il vescovo; e la comunione ecclesiale è èpiù importante delle proprie legittime preferenze liturgiche.
Se il parroco si sente vittima di un’ingiustizia può sempre appellarsi a roma: non certo legittimare una rivolta.Altrimenti avrebbero avuto ragione i parrocchini dell’Isolotto che difendevano don Mazzi contro il card. Florit; o i parrocchiani delle Piagge che oggi difendono don santoro contro mons. Betori. Ed invece, come ribadì giustamente La Pira, “ubi episcopus ibi ecclesia”.
Che poi si possano invocare nuove norme che diano più spazio ai fedeli nella scelta del loro parroco o del loro vescovo questo è legittimo. Ma finché ci sono certe regole vanno rispettate, anche quando il vescovo non ci piace.
Aggiungo però, con riferimento al post di Nino, che non mi sembra opportuno evocare la figura di un vescovo che avrà fatto anche cose giuste (come sostenere i poveri), ma che assunse posizioni inaccettabili sull’omosessualità e su Israele (basta andatre a vedere il sito di Partenia per rendersene conto).Per questo fu rimosso, non per aver sostenuto i poveri. Ed anhe in questo caso vale la regola dell’obbedienza (anche se è del tutto lecito auspicare di un ripensamento delle norme che che regolano la vita ecclesiale).
Come vedi, Leonardo, sostengo che le stesse regole debbano valere per tutti: tradizionalisti o progressisti.Altrimenti facciamo la Chiesa di Cefa e quella di Paolo: il contrario di ciò che l’Apostolo auspicava.
Ciao Raffaele, buon 2010
sulla diocesi di Evreux mi sono limitato a segnalare, per la cronaca, uno dei tanti fatti in cui da anni è coinvolta.
Per il resto sono d’accordo con quanto dici sull’unità della chiesa.
Rimane il fatto che talvolta, “rompere” può aiutare a discernere presbiteri e popolo come del resto è stato nell’insegnamento di Gesù nel contestare i farisei e i dottori della “legge”.
Sul fatto di riportare a Roma eventi e fatti della chiesa locale, serve a nulla, come hanno tristemente evidenziato svariati episodi della cronaca passata e più recente.
Cito uno dei tanti casi inspiegabili, un vero mistero, quello del sacello del criminale della banda della magliana che inopinatamente rimane in quel di sant’Apollinare, a quattro passi dal Vaticano.
cari bloggers leggetevi se capite il francese tanti interventi di cattolici francesi su quanto avvenuto a Evreux e capirete finalmente quello che significa
la dissociazione fra “popolo” dei credenti e suoi pastori.
ma sentite quanto dice un cattolico francese M. Albert Legrand 8 sept. h. 9,16
(sul blog di tornielli) (traduco dal francese)
Per favore signor tornielli, faccia passare questo messaggio alla curia. è troppo difficile essere cattolico in Francia, non ce la facciamo più! (Nous n’en pouvons plus ) nella mia parrocchia (Montbrison diocesi di Saint Etienne) la messa domenicale di domenica 24 gennaio è rimpiazzata da una cerimonia ecumenica al tempiio protestante.. E il curato non crede all’ Eucaresta quale l’insegna il catechismo della Chiesa cattolica.. I vescovi di francia han fatto quasi tutti come quello di Evreux . scoraggiare i parroci che rispettano i
Roma e il papa… Redemptionis Sacramentum riconosce il DIRITTo dei fedeli a una liturgia degna ed autentica ma niente ci permette di far rispettare questo diritto…
la drmmatica lettera del fedele francese si conclude con la domanda “Chi di voi se i figli gli chiedono un pane gli da’ una pietra ?
Leonardo si chiede “possiamo prendere questa vicenda come emblema di quello che è avvenuto nella chiesa negli ultimi decenni”
io rispondo che per parte mia, sì, lo prendo come emblema, sono molto colpito da ciò che è successo a Evreux.
e quello che mi colpisce ancora di più è che il Vescovo contestato sia uno che ha scritto , secondo la sua biografia postatici da Nino, numerosi testi sulla “libertà” compreso un “catechismo al gusto di libertà”
Ora la libertà se la sono presa anche i parrochiani dell’abbè Michel, e ora questo gusto di libertà non piace più tanto al vescovo, ora
“contrordine compagni” bisogna essere tutti obbedienti ed ossequienti al Vescovo, ora l’unità e il decoro vengono prima di tutto.. mi sembra di sentire parlare certi miei amici ex-sessantottini che nel 68 erano per le ammucchiate e il libero amore e ora fanno i moralisti e storcono il naso se
un politico va a puttane.. o non lo predicavate voi il “libero amore” ? gli ribatto
così come ribatto ai fautori dell’autorità del vescovo, o non eravate voi negli anni sessanta-settanta a precominizzare una chiesa dal basso, una chiesa meno gerarchica, un catechismo al gusto di libertà ecc. ecc. ?????
Matteo dice
peccato che in questa partita ci siano solo dei perdenti
sì è proprio così nella lunga diatriba susseguente al Concilio Vaticano II soprattutto sulla Liturgia ma anche su altre cose, fra l’ala progressista e l’ala tradizionalista della Chiesa ci sono solo dei perdenti.. i fedeli ..
anzi dirò di più ci sono solo macerie..
tra le quali si aggira cercando di salvare il salvabile, un uomo solo, anziano Benedetto XVI…
quanto A Cristo crocifisso e risorto,LUI ha perso e vinto una volta per tutte, LUi è infinitamente al di sopra delle diatribe con le quali i cristiani da duemila anni si scannano a vicenda nel Suo Nome
Scasate rivedendomi con più calma il link inviato da Nino mi sono accorto che il Vescovo di cui si parla che ha scritto il “Catechismo al gusto di libertà” non è quello attuale contestato nel video mandato da Leonardo. Scusate l’errore.
Mi pareva di aver detto chiaramente che in questa vicenda non faccio il tifo per nessuno, però il richiamo un po’ inamidato al galateo nei confronti del vescovo mi fa sorridere: davvero pensiamo che il problema sia questo? Certo il clericalismo tiene molto alle forme, che vuole tanto più melliflue quanto più dispotica è la sostanza, ma nei secoli passati la chiesa ha conosciuto ben altre ruvidezze di quelle, tutto sommato contenute, degli abitanti di Thiberville. Poi, se volete, con me avete gioco facile: ai superiori si ubbidisce sempre, anche se sbagliano. Però converrete che richiamare all’ubbidienza ai vescovi quando i vescovi non ubbidiscono al papa …
Offendono di più il principio (starei per dire il “cuore”) dell’ubbidienza le grida dei parrocchiani di Thiberville o, tanto per fare un esempio, il primo che mi viene alla mente, la dichiarazione pubblica di quel vescovo che disse, al momento della promulgazione del Summorum pontificum, che quello era “il più brutto giorno della sua vita”?
Comunque sia, la cosa che in quel filmato mi aveva dolorosamente colpito è ci ho visto la rappresentazione concreta degli effetti di ciò che forse è avvenuto nei passati decenni: una sorta di grande “tradimento dei chierici” (da intendersi stavolta in senso letterale) che, riempiendosi la bocca di “teologia del laicato” hanno lasciato solo il popolo cristiano (tranne quei semi-chierici che gli fanno da entourage).
Forse ha origini più lontane, ++
Forse ha origini più lontane ancora, quella solitudine e quell’abbandono in cui è stato lasciato il popolo cristiano, se già Peguy affermava (profeticamente) che la scristianizzazione non è un effetto del mondo moderno ma “viene dai chierici”. Da un loro “errore di mistica”, dall’aver tolto, “più di ogni mistero, il mistero e l’operare della grazia”.
Cancellare la prima riga, che non c’entra nulla
Diceva, Péguy, che del cristianesimo non restava più nulla, se non una materia di insegnameno e delle “parodie infami” nel tentativo di inventarsi quello che non c’è, imitando il mondo. E Péguy è morto nel 1914. Non aveva visto il peggio. Che noi abbiamo visto e che non abbiamo denunciato così lucidamente.
L’esempio di Agrigento è, credo in buona fede, un modo di strumentalizzare la liturgia e la pietà popolare, costringendole a dire cose nostre, nell’illusione che in sè nulla siano e nulla ci possano dire.
L’esempio francese, forse, si spiega con una buona dose di “invidia della grazia altrui” …
p.s. @ Fiorenza. Un autore citato qui http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=1047 è oggi pubblicato http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788871052717/l-accordo-rituale-pratiche-e-poetiche-della-liturgia.html, dopo anni e anni di colpevole inerzia editoriale.
Sì forse è vero, anche se ho sempre pensato che quella di Péguy fosse la genialità di un profeta, di un preveggente. Forse l’equivoco c’era già tutto allora, probabilmente c’era nella chiesa del pur grande pontificato pacelliano. Però mi pare di ricordare che ci fossero ancora tanti preti che non avevano tradito. Ma chissà, forse mi sbaglio, è solo un ricordo d’infanzia.
Sì, era “la genialità di un profeta”, ma il profeta non è, secondo me, “un preveggente”, uno che vede il futuro: é qualcuno a cui si svela il senso del presente.
Prodigioso lycopodium: non è la prima volta che, tramite te, ci si aprono squarci della storia del blog. Ti ringrazio – molto- per la segnalazione del libro di J.Y.Hameline.
Péguy è un autore necessario, che mi sta tanto sullo stomaco (perché forse sotto sotto sono un infiltrato del “partito intellettuale”, come diceva lui), e da cui cerco di tenermi alla larga perché mi irrita e per non dovergli dare troppo spesso ragione. Nel caso specifico credo però che vedesse allora qualcosa che sarebbe stato vero dopo: in questo senso pre-veggente. Come Leopardi, che vedeva negli anni 20 del XIX secolo, cose che sono vere oggi (e neppure oggi evidenti a molti).
“Così, dice Dio, tutto accade tre volte. Il profeta parla prima. Mio figlio parla durante. Il santo parla dopo.” (C. Péguy, Il Mistero dei Santi Innocenti)
“Così, dice Dio, tutto accade tre volte. Il profeta parla prima. Mio figlio parla durante. Il santo parla dopo.” (C. Péguy, Il Mistero dei Santi Innocenti).
Mi accorgo che ho trascritto il testo soltanto due volte. Mi dispiace. Perché “tutto accade tre volte”.
L’intellettuale stesse zitto.