“Non solo vinciamo ma stravinciamo” aveva detto Salvini venerdì a Ravenna. Nei commenti una mia innocua divagazione sul modo sempremai tenuto da questo gagliardo politico nel vincere e nello stravincere.
Al gagliardo Salvini che vince stravince e perde
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L’arte dello stravincere. Matteo Salvini è un vincente, lo sappiamo. O meglio: è un politico di valore in una stagione per lui fortunata. In Emilia Romagna ha portato dal 29 del 2014 al 43 di ieri il percento del Centrodestra: invidiabile. Ma lui si aspettava molto di più. Chiudendo la campagna aveva detto: “Non solo vinciamo ma stravinciamo”. Amici e avversari segnavano il passo: chissà come va, sarà un testa a testa. Lui invece stravedeva.
Da che nasce la boria. Lungo la scorsa primavera Salvini boriava minacciando Bruxelles e Strasburgo: “Il 26 maggio si cambia e dal 27 avremo un’altra Europa”. Il voto gli fu favorevole ma l’Europa non cambiò affatto, tanto che il Parlamento uscito da quel voto elesse a presidente David Sassoli, cioè uno del Pd. Ma la boria è come il vento e non cala quando trova un ostacolo. Era successo anche all’altro Matteo quando andò su di giri con quel malefico 41% alle europee del 2015: non rinsavì nonostante i tanti ostacoli che subito gli balzarono innanzi. Forse sono le europee che danno alla testa: proviamo a immaginare che direbbe il nostro se alle prossime elezioni per Strasburgo fosse la Lega a saltare come un tappo di spumante al 41%. Fatto sta che consacrata l’Italia al Sacro Cuore di Maria e vinte le europee, Salvini ritenne che fosse giunto il momento dei “pieni poteri”. Opinò che il premier si sarebbe dimesso a seguito di una sua telefonata, che il Parlamento avrebbe approvato la sua proposta di convocazione immediata, che il Presidente della Repubblica avrebbe sciolto le Camere su sua indicazione. Nulla è andato così ed eccoci alla disfida emiliano-romagnola. Anch’essa svoltata a modo suo.
Il buono della boria. Io trovo buono che Salvini schiumi come una birra agitata: così i competitors sono allertati e possono scaldarsi in tempo. Senza il suo borioso proclama di “liberazione” dell’Emilia Romagna non avrebbero preso sale le Sardine e il buon Bonaccini non sarebbe arrivato al 51: nel 2014 si era fermato al 49. Chi si augura che Salvini non stravinca – io tra questi – non si lamenti di quella boria salvavita.
Caro Luigi,
permettimi di esprimere un’idea diversa. Salvini effettivamente non ha vinto, non ha espugnato il fortino rosso, ma ci è andato molto vicino. Nella mia provincia, l’ex roccaforte rossa di Ferrara, tutti i comuni hanno visto prevalere la candidata di centro destra e in tutti i comuni la Lega è il primo partito davanti al PD: non è un risultato da poco, se confrontato con le percentuali altissime che i partiti della sinistra prendevano fino a pochi anni fa (diciamo prima delle elezioni europee) e che storicamente persino la DC, in certi seggi, non superava il 10%… E questo, per quel che ne capisco, è merito proprio di Matteo Salvini, che sicuramente non è perfetto, che certamente ha commesso molti errori (anche durante questa campagna elettorale, ma transeat), che non sarà ricordato come uno statista del calibro dei De Gasperi, che è stato capace di suscitare grandi antipatie, ma di sicuro ha saputo trasmettere un sogno e lo ha fatto con passione. Più passione che “boria”.
A mio parere, e a prescindere dalle sorti del Governo Conte o da altre improbabili crociate, dopo tanti anni era necessario e urgente un cambiamento nella Regione Emilia-Romagna: aria fresca e idee nuove. Ne avrebbero beneficiato le istituzioni, i cittadini, la democrazia e gli stessi movimenti politici (sia le destre, che avrebbero avuto l’occasione di mettere alla prova la classe dirigente regionale, sia il PD, troppo ossessionato dalle poltrone e dalla gestione del potere con tutti i suoi intrallazzi). Evito di dilungarmi sulle scorrettezze dei candidati delle sinistre, dell’intervento a gamba tesa di certi prelati, delle furbizie di Bonaccini, del vuoto assoluto delle sardine (che, per quel che ho visto a Ferrara, non sono ne’ giovani ne’ tolleranti ne’ … niente) e di tante altre osservazioni che potrei aggiungere a quelle qui proposte.
Personalmente sono grato a Salvini, perchè ha dato a tanti emiliani e romagnoli la speranza di un’alternativa VERAMENTE inimmaginabile fino a pochissimi mesi fa. Speranza che prima o poi si realizzerà. Bonaccini questa volta è riuscito a prevalere, e riporterà al governo regionale il solito baraccone della “ditta” con tutti i suoi legami e tentacoli (la c.d. “piovra rossa”, absit iniuria verbis), ma la prossima volta, magari con un candidato moderato e preferibilmente di formazione cattolica, il cambiamento sarà possibile.
E non è poco.
Vanitas vanitatum et omnia vanitas.
Caro Federico, mi piace molto quello che hai scritto. Infatti lo condivido in pieno.
Un caro saluto a te e a tutti, in primis il caro Luigi.
Dopo il capitombolo agostano col governo, Salvini , recidivo, fa per la seconda volta hara-kiri con le proprie mani, riuscendo a perdere una elezione che fino a poco prima gli era , unanimamente, riconosciuta già in tasca.
Meglio di lui ha fatto (forse) solo il poero Achille Ochetto quando andò a fracassarsi con la sua ” gioiosa macchina da guerra” .
Una precisazione per Federico.
Non so bene a quale “intervento a gamba tesa di certi prelati” si riferisca. Quello che è noto a tutti è una dichiarazione della sua ( di Federico) Conferenza Episcopale, quella della Emilia Romagna, in vista delle elezioni, con il richiamo ai principi base del cattolicesimo.Spero che Federico stesso ci abbia prestato la dovuta attenzione.La gamba tesa, semmai, anzi due, sono quelle del “Capitano”, dal momento che il problema è che con quegli stessi principi Salvini ci fa a cazzotti un giorno sì e l’altro pure.
Oltre a fare imperterrito uso strumentale dei simboli, svuotati, della nostra religione. Non rendendosi conto ( anche qui) che per rincorrere le frange di quattro cattomalpancisti, facendo fischiare ad arte il papa in piazza, sta indisponendo , e non poco, frange ben più consistenti di elettorato moderato e placido che vota Salvini da quando è orfano di Berlusconi,ma che è sempre più scettico davanti al campionario di fanfaronate reiterate, che vanno dai rosari sbausciati alle liste di proscrizione citofoniche….
L’abilità politica di Salvini sta in due cose sole.
Una è :la costruzione di un nemico, uno qualsiasi, e questa è la vera arte in cui Salvini eccelle.
L’altra è quella di cavalcare la cosiddetta pancia degli italiani.
Ma dovrebbe aver capito, dopo le parabole splendide quanto effimere e repentine di Renzi e dei 5S, che la gente, il “popolo sovrano” ha una pazienza limitatissima: passato il tempo buono, l’infatuazione s’esaurisce, e si ritorce in astio.Berlusconi, il gran comunicatore, un titano (!) in confronto a lui, aveva capito da subito che occorreva un disegno, un piano un orizzonte: e se l’era inventato , e ci aveva lavorato, riuscendo a cucire insieme, almeno sulla carta, qualcosa che per vent’anni ha riempito in qualche modo lo spazio lasciato vuoto dal dissolversi della dc.Ma aveva comunque un miraggio da indicare: pompato, artefatto, cartonato, fininvestiano fin che si vuole, ma seduttivo e ( sulla carta) allettante. Salvini è portatore di una cappa plumbea, di chiusura, muri innalzati, chiamate alle armi quotidane, ringhiosa violenza verbale….E la gente, compresa quella moderata e visceralmente antisinistrorsa, non è né fessa, né pecora, e ha dimostrato di saper scegliere, decidere, spingere in alto e defenestrare con una pedata nelle terga.
Cosa che tuttosommato è sempre una buona garanzia.
Caro Lorenzo,
solo chi non è delle nostre parti potrebbe scrivere che le elezioni regionali erano “unanimemente” già vinte dal centrodestra. Ti assicuro che non è così. Le elezioni europee (e magari quelle politiche) sono un “mondo” molto diverso da quelle comunali e regionali. Non tanto per il buongoverno (che può sempre e comunque migliorare e pertanto non esclude a priori il cambiamento), ma perchè in Emilia i legami e le relazioni sono tanti e talmente stretti che veramente un cambio al vertice della Regione avrebbe potuto far tremare i palazzi che contano. Non era una battaglia vinta in partenza, nonostante il lieve vantaggio acquisito dalla Lega alle elezioni europee. Inoltre posso garantirti che da un mese a questa parte c’è stato un clima pesantissimo: i “compagni” erano nervosi, aggressivi, preoccupati… Mi aspettavo la mobilitazione che, infatti, c’è stata.
E ci sarebbe stata ugualmente, anche senza la demonizzazione di Salvini.
Detto questo, relativamente alla tua obiezione, preciso che l’intervento a “gamba tesa” dei prelati è stato evidente nel momento in cui spazi parrocchiali (locali degli oratori, sacrestie, canoniche) e iniziative religiose sono state utilizzate per le attività delle c.d. “Sardine”, con il consenso dei sacerdoti e (immagino) l’autorizzazione dei vescovi. E’ accaduto anche questo, con scandalo di chi lo ha visto e saputo… Non ho verificato direttamente (e non lo farò, per carità!) ma ho addirittura sentito di contributi economici alla discutibile “causa” delle Sardine versati da casse destinate ad altri scopi, vale a dire dai fondi raccolti per le elemosine degli emiliani e dei romagnoli…
Non ce l’ho con le Sardine, naturalmente, ci mancherebbe: hanno il merito di aver animato il pomeriggio di tanti pensionati, tra i quali alcuni miei arzilli zii… Il fatto è che l’astuzia di aver organizzato questo gruppo ittico ha portato moltissimi vantaggi alla sinistra, alcuni dei quali non proprio “limpidi”: del resto, NON essendo una lista di candidati alle elezioni, le Sardine hanno bellamente evitato controlli e limiti (COMPRESA LA PAR CONDICIO). Vedi, Lorenzo, QUESTO è il sistema delle regioni rosse: intrecci, accordi, favori non sempre alla luce del sole. Purtroppo sono coinvolti anche alti prelati, specialmente quelli catapultati in loco da Roma negli anni di questo pontificato.
L’unico antidoto è l’alternanza, ma questa volta è andata come è andata e dovremo aspettare la prossima occasione. Il vento comunque, obiettivamente, sta cambiando: non basterà dipingere Salvini (che, come ho già scritto, non è perfetto) come un mostro fascista e razzista, arrogante, borioso, violento… per fermare la voglia di cambiamento. Bonaccini ha promesso mari e monti, governerà come è capace (…), continuando a scontentare chi non è della sua parte (come il sindaco di Jolanda di Savoia, che si è sentito dire di no perchè un suo assessore era candidato con il centrodestra) e a trattare i cittadini come sudditi di una repubblica sovietica.
Salvini ha fatto del suo meglio e ha ottenuto dei risultati fantastici, raccogliendo un numero di voti che finora non erano MAI stati nemmeno “sognati” dagli antagonisti del Partito, PCI/PDS/DS/PD. La “cappa plumbea, di chiusura, muri innalzati, chiamate alle armi quotidiane, ringhiosa violenza verbale….” è solo nel racconto di Repubblica e nella propaganda della sinistra. A mio parere deve andare avanti così, magari correggendo qualche “sbavatura” e cercando un alleato moderato (meglio se di ispirazione cattolica), in modo da coprire tutti i gusti dell’elettorato di centro e di destra, dato che Forza Italia e centristi si stanno dissolvendo.
Piuttosto che di Salvini, bisognerebbe fare un’analisi delle forze politiche che sono al Governo, arroccate alle poltrone e incapaci di guardare oltre i propri interessi particolari e la gestione del potere. E bisognerebbe riconoscere che c’è un problema di rappresentanza democratica delle istituzioni e che sarebbero opportune le elezioni anticipate.
Quale “Repubblica” e quale propaganda di sinistra?
Basta e avanza un giretto qui : https://www.facebook.com/salviniofficial/
La cappa plumbea, la chiusura, i muri innalzati, le chiamate alle armi quotidiane e la ringhiosa violenza verbale sono tutte quante lì.
E definirle così è un delicatissimo eufemismo.
Caro Lorenzo, mi piace molto quello che hai scritto. Infatti lo condivido in pieno.
Un caro saluto a te e a tutti, in primis il caro Luigi
Alberto Farina
Rif. – Accattoli 29 gennaio ore 12.31
Scopro adesso che domenica – con tutti i distinguo doverosi per il “quasi gol” di Salvini in Emilia – ha perso anche la Madonna di Medjugorje.
Padre Luigi non l’ho inventato io il Salvini a Medjugorie. Ecco dove l’ho letto:
https://www.huffingtonpost.it/entry/salvini-inizia-il-giorno-clou-delle-elezioni-in-diretta-da-medjugorje_it_5e2d5324c5b6d6767fd5e7ca
https://www.adnkronos.com/fatti/politica/2020/01/24/salvini-mostra-rosario-voglio-andare-medjugorje_mOoEwtRKWGgItvTgiFXbEP.html
Basta andare qui, come già linkato sopra, e verificare di persona sulla pagina Fb: il post con video da Medjugorie c’è.
Di buon mattino e all inizio di una giornata di attività social frenetica tutta sotto l ‘hastag io voto lega: alla faccia del silenzio elettorale.
https://www.facebook.com/salviniofficial/
Salvo conversioni, la ex candidata alla Regione Emilia Romagna Sen. Lucia Borgonzoni, frequentava centri sociali, era un’artista anticlericale, vicinissima ai movimenti LGBT.
https://www.linkiesta.it/it/section/politica/2/
Tale notizia è confermata anche dalla galassia Web tradizionalista dei nostri fratelli nella Fede Cattolica.
Buonanotte a tutti.
A seguire post delle 00.07 30gen.
Ecco qui si legge meglio:
https://www.linkiesta.it/it/article/2020/01/24/lucia-borgonzoni-mondo-lgbti-diritti-elezioni-emilia-lega/45172/
Mi sento, in un certo senso, chiamato in causa dagli interventi degli amici Lorenzo e Fabrizio, che condivido pienamente; in Emilia-Romagna è andata come doveva andare: erano elezioni regionali, che dovevano stabilire chi governerà questa bella regione per i prossimi 5 anni, e la chiara maggioranza degli emiliani e romagnoli ha ancora e sempre preferito affidare l’amministrazione della cosa pubblica alle forze politiche di sinistra.
D’altra parte, se l’alternativa al buon governo dell’ottimo Stefano Bonaccini era quella tal Borgonzoni di cui Fabrizio ci ha aiutato a ripercorrere le gesta passate, non si capisce chi altri mai avrebbero dovuto votare gli elettori dell’Emilia-Romagna.
Il signor Salvini dovrà ripassare tra 5 anni (sempre che tra 5 anni sia ancora sulla scena).
Buon fine-settimana a tutti.
Roberto Caligaris