“Un sabato sera ho visto la chiesa aperta e con il mio ragazzo sono entrata e ho detto al parroco che volevo fare la cresima prima del matrimonio e il parroco mi ha risposto ‘ok ma in cambio mi aiutate adesso a spostare dieci banchi’; e ora veniamo a messa tutte le domeniche”: parole di una ragazza riferite al parroco di Santa Maria ai Monti (Roma), Francesco Pesce. A don Francesco e ai due sposi offro un bicchiere di Vino Nuovo.
«Però adesso aiutatemi a spostare dieci banchi»
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Nei pressi della mia sede di lavoro di Milano, nel pieno centro della città, si trova la Chiesa di San Gioacchino.
La zona è un pò una sorta di “City nella City”, perchè è sopratutto popolata da edifici ospitanti luoghi di lavoro: quello della mia azienda, del Comune di Milano, della Regione Lombardia, di vari Enti Pubblici, Compagnie di Assicurazioni, etc.; vie, strade, marciapiedi, bar e ristoranti sono animatissimi e brulicanti di persone durante il giorno, per, poi, svuotarsi progressivamente dalla metà del pomeriggio in avanti (a tarda sera sembra restare solo qualche luce accesa quà e là, ed alcuni clochards, pietosamente assistiti dai volontari del Comune).
Ebbene, la Chiesa di San Gioacchino è sempre aperta (almeno, durante la settimana): ogni giorno (dal lunedì al venerdì), alle 13, viene celebrata la Funzione religiosa, a beneficio di tutte le persone che lavorano nella zona (e che, a quell’ora, sono normalmente in “pausa-pranzo”), ed anche la sera, a volte, m’è capitato di passarvi davanti e di trovarla aperta; da alcuni anni in qua, poi (e sono contento d’aver contribuito al varo di quest’iniziativa), i sacerdoti della Parrocchia di San Gioacchino vengono, nei giorni precedenti il Natale, nella grande sede dove lavoro ad officiare la Santa Messa per tutti i dipendenti della mia azienda.
E’ una storia “minima”, semplice (forse non è neppure una storia), ma mi piace condividerla con il “pianerottolo”.
Buona domenica (qui non nevica più, ma, amici, che freddo nelle campagne del Veneto !).
Roberto 55
Roberto grazie. Di storie minime è fatta la città.
La chiesa era aperta e dentro c’era il prete. Notevole (e poco frequente, ormai). La «chiesa in uscita» tanto in voga oggi, spesso significa solo che il prete chiude la chiesa a doppia mandata (è pieno di ladri!) e se ne va di qua e di là. Una chiesa aperta dice a ogni uomo che lì c’è Qualcuno che lo aspetta. Se poi c’è anche il prete … tanto meglio.
Il numero degli edifici sacri, cattolici, in Italia è quasi incalcolabile caro Franti. Nella sola Urbe se ne contano più di novecento la maggior parte dei quali di una tale ricchezza da rappresentare un vero patrimonio ma di queste , solo un’esigua porzione può ritenersi “animata” nel senso etimologico del termine, le altre 850 sono morte! Altro che “Chiesa in uscita”!
Se per “Chiesa in uscita”, poi, s’intende quella Chiesa, assai disomogenea a dire il vero, delle varie comunità Wotiliane autocefale ed eretiche [Neo catecumenali in testa, ma anche- Focolarini- Rinnovamento- Sant’Egidio] ammanicati con le alte gerarchie del Vaticano e con la politica marcia, che dire: trasformare unaTantum la magnifica “Santa Maria in Trastevere” in un’osteria per barboni e bisognosi quando ci sono emigrati ad ogni angolo e a centinaia ne entrano senza rimedio beh il cenone di Natale non è che una vetrina per sfoggiare una certa autoreferenzialità dove il Vangelo entra molto, ma molto poco.
Oggi, alcune di noi, mamme e nonne, abbiamo pensato fosse il caso, visto il freddo, far entrare in Chiesa delle creature “incartate” alla meno peggio : figli di una ragazzina del campo Rom di via di Salone sempre presente, fuori, a mendicare. Erano ghiacciati, nudi, sporchi, mi domandavo dove fossero i laici di Sant’Egidio…e dove i preti…
E’una storia minima anche questa: tanto è vasto e irrisolvibile il problema dell’indigenza e dell’accattonaggio da risultare quasi insulsa, proprio come lo slogan “Chiesa in uscita”che sembra fare tanto effetto.
Bravo il parroco! Cosi si fa.
Spero vi siate faciuti buone feste in famiglia compresa quella di oggi.
A Luigi volevo chiedere se magari domani ci dedica un post sulle parole “costituzionali” di oggi rivolte ai “politici” e agli “amministratori pubblici, ad ogni livello” (e su cui la edizione online del Corriete tace, quella di Rainews24 glissa ecc). Insomma parole da titolone bellamente ignorate, chi lo sa perchè…
Altro OT: Magister sul suo blog sempre più “non touch [their] money system”. Mettere le mania avanti quasi ci trovassimo di fronte a “dogma”. Sempre più incredibile…
“le mani avanti”, scusate.
Grazie Roberto della tua testimonianza.
http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/politica/2014/12/28/news/partiti_istituzioni_europa_la_fiducia_va_a_picco_cittadini_sempre_pi_soli_il_papa_unica_speranza-103904923/?ref=m%7Chome%7Ccentro%7Cpos_1
“La popolarità del Papa e’ personalizzata e non si estende alla Chiesa.”
Secondo me piace soprattutto perché è sentito un corpo estraneo (un po’ anticlericale).
Da noi c’è stato un calo nella frequenza.
Per quel che può valere: quest’anno a Natale, per la prima volta dopo tantissimo tempo, non mi è stato possibile andare né alla messa della notte né a quella dell’aurora; dovendo andare a quella del giorno, ho detto a mia moglie di prepararsi per tempo in modo da arrivare in chiesa almeno 10 minuti prima dell’orario di inizio (11,30), perché ricordavo delle chiese affollatissime, invece, con una certa sorpresa, ho visto che anche il giorno di Natale all’inizio della messa la chiesa era semivuota e alla fine c’erano ancora dei posti liberi nelle panche. Che la partecipazione alle messe domenicali durante l’anno fosse calata con una decisa progressione negli ultimi decenni mi era evidente; non avevo ancora percepito che fosse crollata anche la frequenza occasionale. Segno che non ci sono più “cristiani della domenica” né “cristiani di Natale”, ma solo pagani di ritorno? Qualche sciocchina, qui dentro, sarà capace di rallegrarsene.
Ovviamente, nessun “effetto Bergoglio”, se non nelle fantasie dei suoi fanatici.
Anch’io parlo di una storia minima. Nel mese di marzo di questo anno è mancata mia madre. Il pomeriggio prima della sua morte io ero accanto a lei , in casa sua , nel centro di Milano. Mia madre sentendo che era giunta la sua ora mi chiede di andare a chiamare un sacerdote per l’estrema unzione. Esco vado nella chiesa parrocchiale. E’ aperta ma non c’è nessuno tranne il sacrestano dello Sri Lanka che mi che il parroco è malato mentre il viceparroco è non so dove. Vado allora nella Chiesa dei Frati Cappuccini, quella in Viale Piave che sfama ohni giorno meritoriamente centinaia di persone coi suoi pasti gratis. Qualche frate c’è ma non può venire, perchè hanno tanto da fare. Lo capisco e non insisto.
Non insisto. Torno a casa dove mia madre ormai è entrata in una dimensione
in cui parla direttamente col Supremo Sacerdorte.
Nulla di che , si dirà, non farne un dramma. Ma certo, ma me ne è rimasta una gran tristezza e un senso di abbandono e di angoscia. Ogni giorno di più mi sento abbandonata e OSTEGGIATA da questa Chiesa che tutti dicono essere la Chiesa dell’ascolto, della tenerezza, della misericordia. Mi vengono sempre in mente le maligne parole che ha detto il vescovo di Roma: “a volte quando vedo un cristiano tanto rigido, penso ‘signore, buttagli una buccia di banana’
A volte penso che forse, secondo i parametri moderni anche mia madre era troppo rigida , troppo tradizionalista, troppo ligia alle regole e così forse la buccia di banana che il vdr ha pregato mandargli è stata la morte senza sacramenti!!
E a me che buccia di banana manderà?
Discepolo, nonostante i nostri “scontri”, hai tutta la mia solidarietà (per quanto possa servire) in merito a ciò che ci hai raccontato alle 10.35.
Solo una piccola precisazione: Ogni giorno di più mi sento abbandonata e OSTEGGIATA da questa Chiesa che tutti dicono essere la Chiesa dell’ascolto, della tenerezza, della misericordia. scrivi tu….
La Chiesa cammina con gli uomini e sia con Benedetto XVI, sia con Francesco, sia con qualsiasi altro papa, la Chiesa sempre sperimenterà il fallimento umano…
So che queste parole non serviranno in nessun modo a lenire il tuo dolore, ti prego di accettarle per quel che sono.
Mi spiace molto per tua madre è per te discepolo. Grazie a Dio il mio parroco va personalmente a portare la comunione una volta al mese agli ammalati e si presta sempre ad amministrare l unzione degli infermi pur lavorando molto anche con gli ultimi.
Non so se sia già compresa nelle quindici malattie o se sia una sedicesima, ma purtroppo papa Bergoglio dà spesso l’impressione di esserne affetto: “non pe[n]sare le parole prima di pronunciarle”.
Discepolo mi sembra inverosimile che tu abbia lasciato il numero spiegando l’urgenza e non ti abbiano richiamato dalla parrocchia. Fallo presente al tuo vescovo.
@Franti
Le Chiese hanno cominciato a svuotarsi con l’avvento di Internet….Quando il popolo ha cominciato a scoprire tutte le controtestimonianze e in alcuni casi i reati commessi dagli uomini di Dio…Sacerdoti e laici….
Posso farti un elenco se vuoi:
Maciel Degollado
Don Lelio Cantini
Don Mauro Inzoli
Don Eligio Piccoli
Abusi commessi in Irlanda
Abusi commessi negli Stati Uniti
E mi fermo qui, perchè preferisco sempre guardare il tanto bene fatto e che fa la Chiesa.
[I nomi da me fatti sono tutti stati sanzionati/condannati dalla Giustizia Vaticana].
Caro Franti e vuoi che le Chiese non si svuotino??
Piuttosto Preghiamo intensamente per tutti gli uomini consacrati a Dio e per noi stessi, affinchè si possa essere testimoni credibili del Vangelo.
Saluti.
Da noi a Natale è andata bene nel senso la Chiesa era piena come il solito però nei mesi precedenti c’è stato un forte calo, hanno abbandonato anche 9 catechisti (per motivi vari).
A Dicembre festa dell’adesione AC metà persone dell’anno scorso, stesso giorno elezioni per i comitati di quartieri una faticaccia raggiungere il minimo di voti necessari.
Io mi ritrovo nell’articolo di Diamanti, la Chiesa in questo caso è solo specchio della società (Papa a parte).
Sul personalismo:
http://www.repubblica.it/cultura/2014/11/24/news/christian_salmon_la_politica_prigioniera_dei_racconti_dei_suoi_leader-101287976/
Dispiaciuto per Discepolo.
Devo purtroppo confermare il trend delle chiese poco affollate: messa delle 8:00 di Natale, posti liberi. A quella delle 10:00 sono andati i miei figli e mi hanno riferito di aver trovato posto, pur essendo arrivati alle 10 in punto.
Eppure ricordo anni fa don Francesco, buonànima, che a Natale con la chiesa strapiena diceva “oggi sono venuti tutti i Natalini” (e a Pasqua i “Pasqualini”).
Io però sono solito frequentare -per motivi liturgici facilmente intuibili e che non sto a specificare- la messa delle 11:00 alla cappellina della Congrega di fronte (si, proprio di fronte, a cinque metri di distanza dalla chiesa) . Qui abbiamo il trend inverso, cioè da quando celebra don Luigi -benedetto Dio che lo scelse come Sacerdote- è sempre più piena. Ieri lo era quasi del tutto.
Mah, io dubito fortemente che questo Papa (o quelli precedenti) possa avere davvero l’effetto di riempire o svuotare le chiese. Quello che conta è la prossimità, il trovare qualcosa per se li dove si è. Ormai quasi più nessuno va in chiesa per convenzione sociale, credo. Tutto scelgono di andare o meno. Questo significa chiese meno piene, ma chi va, va almeno in cerca di qualcosa. Io vado ogni tanto alla messa della domenica al Gesù, qui al Roma, alle 10, celebrata dal padre De Bertolis, e spesso prima della messa il sagrestano si presenta nella navata per ricordare che nei banchi bisogna stare in 4 e non in 3, altrimenti non si siedono tutti. È’ un bel segno, per me. C’è bisogno di testimoni, di gente capace di essere trasparenza di Cristo. Non vedo null’altro che possa evangelizzare il nostro mondo postcristiano.
Fabricianus, se fosse come dice lei, le chiese sarebbero semivuote da sempre.
Beata (?) ingenuità di credere che Internet faccia poi tutta questa differenza!
Controprova: se fosse quello il motivo, le chiese adesso riprenderebbero a riempirsi, dato che di preti pedofili et similia non si parla più e, a quel che si sente dire, c’è una meraviglia di papa che in duemila anni non s’è mai visto l’eguale! 🙂
Comprendo la tua esperienza, discepolo, e condivido il dispiacere. Per mia madre fu lo stesso, 18 anni fa: cercammo in largo e in lungo il sacerdote dell’Umberto Primo e lo trovammo, alfine.
“Tra un po’ sarò da voi” disse. Purtroppo quel :”tra un po’ ,si allungò di un’ora, il tempo perché mia madre trapassasse senza i sacramenti.
Quanto ai famigerato personaggi citati da Fabricianus, giusto per giustificare la fuga delle anime dalla Madre Chiesa, se proprio vogliamo dirla tutta sono i frutti amari di 27 anni di pontificato di Wojtyla il quale non dico che ha “protetto”lo scempio ma di certo fu poco attento, e basta sorvolare su di un solo caso , Degollado ad esempio,per incoraggiare altri preti balordi. Spero di non commettere peccato mortale se dico che GPII fu un grande, in politica però, poco più che sufficiente in Teologia. Quando il vertice vacilla è tutta la struttura, poi a soffrire. Singolare,poi, come tra il “Santo Subito” e l'”Argentino”,colui che fu nel mezzo, che scoperchiò “Pandora”, uomo di studio e di fede, grande Pontefice che soffrì pene indicibili , viene a mala pena ricordato, quasi mai citato. Una sorta di inspiegabile “damnatio memoriae” che trova la sua logica nell’illogicità, nell’immanenza, nella superficialità che tutto permea!
@ Discepolo
Condivido la sua amarezza.
Sono sicuro che il buon Dio abbia saputo supplire con un di più di amorosa attenzione verso sua mamma alla “latitanza” dei suoi ministri.
Internet ha influito non per gli scandali ma per aver modificato il modo di relazionarsi.
Più rapido, più mutevole e individualistico.
A proposito di internet, leggo dei soccorsi al traghetto (fortunatamente si è evitata la tragedia):
http://www.corriere.it/cronache/14_dicembre_29/passeggero-bordo-caos-panico-uomini-picchiavano-donne-598615ca-8f57-11e4-b2e8-757fd60bcfb4.shtml
E il primo commento dice:
“Gli uomini non cedevano il posto alle donne sulle scialuppe? MI piacerebbe sapere in base a quale logica io, uomo, devo morire per far vivere una donna. Dare la mia vita per mia moglie, mia madre o mia sorella lo posso anche fare ma morire per una sconosciuta in base a regole stabilite secoli fa mi sembra una cosa fuori dal mondo.”
In effetti ha ragione, vuoi la parità mettiti in fila come tutti, però un cinismo…
Sarà contento Obama di tanta modernità:
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/terzo-sesso-obama-perse-ultime-elezioni-presidente-non-ha-91476.htm
(per una volta che stava facendo tutte cose giuste…)
Condivido Rosa 12:41.
Nello specifico, giusto per sottilizzare, per quel che mi riguarda, vado oltre che in cerca di qualcosa anche di “Qualcuno”. Certo, la mia fede crede che quel “Qualcuno” si rende presente anche alla messa più sgangherata celebrata dal sacerdote più paradossale (mi è venuto questo termine qui, vi prego, non vi ci appigliate), però vuoi mettere quando c’è il sacerdote che te lo “significa”, che oltre a quella che è la tua fede, te ne fa rendere conto che Lui davvero c’è, è li, è presente, si manifesta… è altra storia insomma. Condivido che l’effetto [mediatico?] non può “avere davvero l’effetto di riempire o svuotare le chiese”; certo però potrebbe avere l’influsso dall’alto verso il basso Papa-Vescovi-Seminari-Docenti, che dovrebbe “preparare” (oltre che discernere i candidati, sempre se ciò ancora oggi abbia un senso) i sacerdoti che dovrebbero avere, anzi, “essere trasparenza di Cristo”.
Cmq dato che le pecche le ho io come tutti, oramai sono entrato in una fase in cui non mi interessa nemmen più la critica costruttiva, Quel che Dio vorrà sarà; deto non con/per disinteresse o meno, ma come semplice “abbandono” alla provvida provvidenza.
A Claudia, che mi permetto di salutare davvero affettuosamente, voglio dire che liquidare con sufficiente S. Giovanni Paolo II non è peccato, ma è una ingiustizia non nei confronti del santo, ma della tua cultura teologica.
Ci ha regalato delle Encicliche che sono davvero sottili e che hanno in loro lo “STOP” a certe rivoluzioni dottrinal-pastorali di cui dei teutoni da 4 coins vanno cianciando, o certe pseudo aperture sinodali. Veritatis splendor su tutte, si leggasi il punto 49. Ti saluto cordialmente.
Caro Franti, lei è maestro di Diritto, suvvia non ce la raccontiamo: prima dell’avvento di Internet, prima del Pontificato di Benedetto XVI, la maggioranza del Popolo di Dio di tutte le vicende da me elencate non conosceva nulla.
Con questo non accuso il pontificato di San Giovanni Paolo II, ma di certo la linea impartita era quella della difesa della Chiesa o della sua immagine (fatta in buona fede) prima di tutto.
Ciò può non essere considerato una colpa: nella mia piccolissima e umile esperienza giuridica ho avuto modo di vedere come la tutela dell’immagine in alcuni casi non sia stata considerata in alcun modo passibile di nessuna punizione.
Su Degollado poi fu ingannato lo stesso San Giovanni Paolo II.
Una brava collega di Luigi, nel libro “Il demonio in Vaticano” descrive molto bene questa vicenda.
Tutela dell’Immagine non passibile di colpa, se almeno si “spostano” i colpevoli….
Un abbraccio, cara Discepolo. Tuis enim fidelibus, Domine, vita mutatur, non tollitur; et dissoluta terrestris huius incolatus domo, aeterna in coelis habitatio comparatur. Lux aeterna luceat ei, Domine: cum sanctis tuis in aeternum quia pius es.
Stia attento lei, con tutto questo latino …
Sono estasiata dal latino e credo che Dio stesso lo apprezzerà di più. Quale onore!
Temo però che la nostra discepola dovrà armarsi di un buon vocabolario di latino.
Cara discepolo, perché si rammarica tanto?
A suo tempo anche mia madre morì, nel sonno, senza sacramento degli infermi. Prima c’erano state tante sofferenze (sue) che furono anche le nostre. Io ero una ragazza. Quella sera mentre lei andava incontro al Signore, mi trovavo in chiesa a pregare per lei che ci lasciava senza che nessuno di noi lo sospettasse, ed anzi un po’ di pace dopo nottate passate in bianco fra mille sofferenze ci sembrava un autentico miracolo.
Ed io che allora accettavo senza riflessione alcuna tutti i dettami della Chiesa, mi sentivo quasi colpevole per quella morte avvenuta senza quell’ adempimento estremo. Per parecchio tempo ne rimasi rammaricata.
Ma poi me ne feci una ragione, ed oggi vedo le cose in altro modo.
Lei, discepolo, è davvero convinta che il sacramento degli infermi sia indispensabile per ricevere la Grazia del Signore? E le sofferenze patite nell’agonia non sono, esse stesse, una sorta di sacramento per gli infermi prossimi alla morte?
Provi a ragionare un po’. Quanti sono quelli che muoiono all’improvviso o di disgrazia, senza l’estrema unzione ( come una volta si chiamava) e senza che loro, ovviamente, abbiano potuto decidere?
Si può davvero credere che Dio metta nel conto, ai fini della Grazia e della salvezza, l’avere ricevuto o meno quel sacramento? C’è nel Vangelo un solo accenno ad un sacramento degli infermi o a qualcosa di simile?
Se qualcuno, devoto cattolico verace e ligio alla dottrina, mi sa rispondere, lo faccia pure. Sono pronta ad ascoltare.
Ma Discepolo il latino lo conosce.
E poi il latino non è solo dei tradizionalisti:
Animula vagula, blandula,
Hospes comesque corporis,
Quae nunc abibis in loca
Pallidula, rigida, nudula,
Nec, ut soles, dabis iocos…
Citata proprio all’inizio delle Memorie di Adriano della Yourcenar.
“Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti”
Ovviamente due atteggiamenti opposti di fronte alla morte.
“Se qualcuno, devoto cattolico verace e ligio alla dottrina, mi sa rispondere, lo faccia pure. Sono pronta ad ascoltare.”
Se uno ci tiene ad avere i sacramenti mi pare che abbia come minimo il diritto di riceverli Marilisa.
E’ bello leggere le testimonianze delle persone su questo blog. Ce ne vorrebbero di più, anche per sentire come è la vita REALE della Chiesa nelle parrocchie, nei movimenti, cosa pensano, cosa fanno i fedeli “comuni”, non solo quelli importanti o i frequentatori dei blog, che, ahimè, ci parliamo e sparliamo addosso…. La mia piccola testimonianza è questa: torno ora da una Messa celebrata dal nostro parroco a casa di una nostra amica, molto malata e che non può uscire. Eravamo in 14 nel suo soggiorno, attorno all’altare con fiori e ceri che era, sotto una bella tovaglia ricamata, il suo tavolo da pranzo. Alla fine abbiamo fatto un po’ di festa.
Nel suo piccolo, anche questo è “uscire”. E poi plaudo anche ai parroci che stanno in chiesa e le tengono aperte il più possibile, e sono disponibili a confessare e portare la comunione…
“Mi vengono sempre in mente le maligne parole che ha detto il vescovo di Roma: “a volte quando vedo un cristiano tanto rigido, penso ‘signore, buttagli una buccia di banana”
Queste parole io non le ho sentite. Dette così sembrerebbero inopportune, ma potrebbero risonare in modo diverso sentite direttamente da lui (il Papa) e in un certo contesto. Se riferite da un sito di quelli che tanto piacciono a discepolo e ad altri, potrebbero essere state addirittura travisate (manipolate) ad hoc.
Comunque, cara discepolo, tutti sappiamo che preti e religiosi sono in minor numero rispetto ad una volta, e hanno tanti impegni, per cui aspettarsi che tutti siano a disposizione dei fedeli quando questi li vogliono, è un pio desiderio.
Quanto poi alle chiese meno affollate, ci sono dei distinguo da fare.
In genere nei giorni di festa grande ( Natale e Pasqua) le chiese si riempiono sempre, ma solo in certe ore.
Oggi alla Messa di mezzanotte vanno in pochi, e c’è un perché. La messa prefestiva della sera vede affollamento, ed è naturale che chi va a quella della sera non vada a quella successiva.
L’indomani mattina poche persone vanno alle Messe della prima mattinata, e anche questo è normale se si considera che i grandi cenoni della notte di Natale hanno lasciato il segno ( in tanti sensi). Ma a mezzogiorno le chiese sono piene. Sempre stato così.
A capodanno sarà l’ identica cosa.
Ricordo che una volta andai in chiesa per la Messa del mattino ed, essendoci poche persone, il sacerdote si dimostrò contrariato.
Non aveva tenuto conto del fatto che la maggior parte della gente al mattino smaltisce sbornie ed altro della notte precedente, che il più delle volte si conclude all’alba.
Piuttosto, c’è da chiedersi perché tantissime persone vadano in chiesa nei giorni di Natale e Pasqua, e non ci vadano per il resto dell’anno.
E mi fanno ridere quei preti che, con estrema soddisfazione, rimarcano che in quei giorni le chiese si affollano, e da ciò deducono, piuttosto ingenuamente, che il cattolicesimo non è agonizzante come molti dicono.
“Se uno ci tiene ad avere i sacramenti mi pare che abbia come minimo il diritto di riceverli Marilisa.”
Io ho detto forse il contrario? Non mi pare. È che se i preti sono pochi ed oberati di impegni importanti, è inutile reclamare questo “diritto”.
Del resto, se qualcuno di loro non va, forse è il caso di dire chiaro chiaro che tutta questa importanza non c’è.
Sul fatto che i sacerdoti siano pochi e oberati (e anche anziani intanto che ci siamo) concordo e proprio per questo (e non per mero clericalismo) dico sempre di chiudere un occhio e anche due, però non si può risolvere il problema dicendo che non è importante.
Forse aiuta più ricordare che il sacramento non è l’estrema unzione ma l’unzione degli infermi e (quando è possibile) è meglio chiederlo prima che le condizioni si aggravino.
“Ma Discepolo il latino lo conosce.”
Ne sei proprio sicura, Sara? E tu conosci bene discepolo?
“…è meglio chiederlo prima che le condizioni si aggravino.”
E perché ? Perché lo dice la Chiesa? E la Chiesa da dove ha tratto questo convincimento?
“1514 L’Unzione degli infermi « non è il sacramento soltanto di coloro che sono in fin di vita. Perciò il tempo opportuno per riceverla si ha certamente già quando il fedele, per malattia o per vecchiaia, incomincia ad essere in pericolo di morte ». 125
1515 Se un malato che ha ricevuto l’Unzione riacquista la salute, può, in caso di un’altra grave malattia, ricevere nuovamente questo sacramento. Nel corso della stessa malattia il sacramento può essere ripetuto se si verifica un peggioramento. È opportuno ricevere l’Unzione degli infermi prima di un intervento chirurgico rischioso. Lo stesso vale per le persone anziane la cui debolezza si accentua.”
Guardi ne parla anche Francesco:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2014/documents/papa-francesco_20140226_udienza-generale.html
Prendo atto, Sara, e ti ringrazio.
Conoscevo quel che dice il catechismo; non conoscevo invece le parole del Papa. Però…
Qualche domanda ( la porrei al Papa se potessi):
1) E quelli che muoiono improvvisamente o di disgrazia? Gesù non è vicino a loro perché non c’ è un sacerdote? Io non ci credo minimamente;
2)Se un sacerdote va a trovare un malato, prega per lui e con lui– quindi si fa vicino a quella persona come il buon samaritano– ma alla fine è impossibilitato per un qualsiasi motivo ad impartire l’unzione degli infermi, ciò è meno valido e santificante? Mi dispiace ma non lo credo.
3) Le sofferenze patite dal malato– cioè la croce( la croce!) della malattia– sono senza senso salvifico? In quelle sofferenze Gesù non c’è? Non lo credo.
4) C’è nel Vangelo di Gesù un minimo accenno ad una salvezza, a fine vita, derivante da un segno (sacramento) affidato ad un sacerdote? No, non c’è.
Il Papa fa riferimento alla lettera di Giacomo ( che non è Gesù) e poi commenta: ” Gesù infatti ha insegnato ai suoi discepoli ad avere la sua stessa predilezione per i malati e per i sofferenti e ha trasmesso loro la capacità e il compito di continuare ad elargire nel suo nome e secondo il suo cuore sollievo e pace, attraverso la grazia speciale di tale Sacramento.”
Ora, che Gesù abbia insegnato ad avere predilezione per i sofferenti di qualsiasi genere nessun dubbio. Che però abbia parlato di “grazia speciale di tale Sacramento” è un’aggiunta della Chiesa, non lo dice Gesù.
Capisco che la Chiesa faccia tutto a fin di bene ( dal suo punto di vista), ma qualche forzatura io la vedo nel caso specifico dell’unzione degli infermi. Ma non solo su questo caso.
Resta il fatto che tutto ciò che si fa per amore verso il prossimo– sofferente o meno, in piena vita o in fin di vita– risponde al comandamento dell’Amore.
Poi chiunque è libero di pensarla come crede.
Mettiamola così: io so che mio marito mi vuole bene, ma se mi abbraccia lo percepisco meglio.
Essendo esseri umani abbiamo bisogno di gesti concreti e un sacramento è l’equivalente di un abbraccio, è un qualche cosa di concreto che mi aiuta a percepire questa particolare grazia cui si riferisce la lettera di Giacomo.
Ora indipendentemente da come la si pensi, se una persona ammalata o anziana e in ogni caso alla fine della sua vita chiede la grazia di questo sacramento perchè negarglielo dicendo che non è importante?
Ma no, io non dico questo. So bene che tutto ciò che serve a dare consolazione a chi crede fermamente in certe cose e, nel caso specifico, a ciò che dice la Chiesa, va fatto. Ci mancherebbe altro!
Dico solo che è lecito porsi delle domande e ragionare anche sulla dottrina della Chiesa. Solo questo.
Considero l’Unzione degli infermi un dono e un’opportunità da valorizzare da parte degli anziani e dai malati finchè sono nella capacità di viverla in pienezza. Sono un deciso promotore della celebrazione comunitaria dell’Unzione. Ritengo che l’Unione sia un sacramento che conferisce qualcosa come un carattere, un ministero per la comunità: segnala un servizio, un ruolo, quello di chi vive nell’attesa dell’incontro con il Signore. E lo fa a nome di tutti.
Nel capitolo 8 della pagina di questo blog CERCO FATTI DI VANGELO, intitolato CELEBRAZIONE ECCLESIALE DELLA PROPRIA MORTE, riporto diverse storie di persone che hanno chiesto la celebrazione comunitaria dell’Unzione. Segnalo in particolare quella di un uomo semplice, che io credo avesse compreso pienamente il dono di questo sacramento: Emanuele Mamotti invita parenti e amici per l’Unzione degli infermi.
Un abbraccio a Discepolo nella memoria della sua mamma.
Hai fatto bene, Luigi, a dire la tua.
Che cosa pensi del fatto che a molti non sia concesso di beneficiare del “dono” dell’ Unzione degli infermi? Ci terrei a sapere la tua opinione.
Si dovrebbe fare in modo che la possano avere tutti. Per chi non la può avere vale l’affidamento alla bontà divina, la quale ha sì gran braccia da accogliere chiunque si rivolga a lei.