Aggiornamento sull’ira di Dio

Nella Bibbia e nei secoli il giorno dell’ira era minacciato a vari trasgressori, dalla Torre di Babele all’Aids. Ma ora Bergoglio stringe sulla guerra: “L’ira di Dio si scatenerà contro i responsabili dei paesi che vendono armi” ha detto il 10 giugno. A chi pensava? A noi. Parlava a un convegno di “aiuto alle Chiese orientali” dov’erano sotto accusa i venditori di armi ai paesi del Medio Oriente: e noi eravamo tra chi vendeva di più.

19 Comments

  1. Luigi Accattoli

    E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato con il titolo “L’ira del Padre” a pagina 13 della “Lettura”, il supplemento culturale del Corsera, che sarà in edicola fino a sabato.

    Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio 2017:
    http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/

    Per il contesto delle parole di Francesco vedi qui:
    http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/06/10/0499/01034.html

    25 Giugno, 2019 - 8:07
  2. Beppe Zezza

    Dunque anche il papa conferma che Dio, il nostro Dio, si “adira”. Io, personalmente, non ne ho mai dubitato ma, sinceramente, mi pare che sia una affermazione che di questi tempi non venga ricordata.

    25 Giugno, 2019 - 16:07
  3. Luigi Accattoli

    I sentimenti di Dio. «Nella prima lettura — ha subito fatto notare il Pontefice riferendosi al passo del libro della Genesi (6,5-8; 7,1-5.10) — si parla del diluvio, ma vorrei soffermarmi su due verbi: dice che il Signore vide la malvagità degli uomini, che era tanto grande e si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra, se ne addolorò in cuor suo».
    E così, ha affermato il Papa, «il Dio onnipotente che può fare tutto ha dei sentimenti, è capace di pentirsi, di addolorarsi e prende una decisione: “Cancellerò dalla faccia della terra l’uomo e tutte le cose”: si è arrabbiato». Dio, ha proseguito Francesco, «è capace di ira, si è adirato davanti a questo».
    «Il nostro Dio — ha spiegato — si fa vedere dall’inizio come padre, e dai profeti si presenta sempre come un padre che ci prende nelle braccia, come dei bambini, ci carezza, ci custodisce, ci fa crescere: un Dio con cuore, con sentimenti. Non è un Dio astratto, pure idee. Come mai? Ce lo spiegano i teologi, ma lui si presenta così: padre».

    25 Giugno, 2019 - 17:32
  4. Luigi Accattoli

    Si rattrista. «I sentimenti di Dio», dunque. E «la domanda può essere questa: ma Dio soffre? E questo è il mistero del Signore. Paolo ammonisce i cristiani: “Non rattristate lo Spirito Santo”, non rattristare lo Spirito Santo. Si rattrista, è un mistero».
    «Ma siamo ben sicuri — ha affermato il Pontefice — che, fatto carne, aveva la capacità di sentire come noi, col corpo e l’anima, sentire nel cuore, il cuore di Dio fatto carne, il cuore di Gesù: è il cuore del Padre, il cuore dello Spirito, è lì e ci accompagna con dei sentimenti e soffre». Del resto, ha ricordato il Papa, «ci fu tanta sofferenza nel cuore di Gesù. Anche pianse».
    Ecco, allora, «i sentimenti di Dio: Dio padre che ci ama — e l’amore è un rapporto — ma è capace di arrabbiarsi, di adirarsi. È Gesù che viene e dà la vita per noi, con la sofferenza del cuore, tutto». Ma, ha insistito Francesco, «il nostro Dio ha dei sentimenti. Il nostro Dio ci ama col cuore, non ci ama con le idee, ci ama con il cuore». E «quando ci carezza, ci carezza col cuore, e quando ci bastona, come un buon padre, ci bastona col cuore, soffre più lui di noi. Abbiamo pensato a questo?».

    25 Giugno, 2019 - 17:33
  5. Luigi Accattoli

    Entrò in passione. «Il diluvio, come è qui raccontato — ha proseguito il Pontefice — non è un decreto freddo di un dio pagano, quello della mitologia: “Ma faccio questo, faccio quell’altro e così finisco, faccio la pulizia”. No. Se ne addolorò in cuor suo. Entrò in passione». E «questo è il nostro padre, questo è il nostro fratello Gesù. Questo è lo spirito che noi non dobbiamo rattristare».
    Il Pontefice ha fatto presente anche che «la nostra preghiera, il nostro rapporto con Dio non è un rapporto delle idee, ma un rapporto di cuore a cuore, di figlio a padre, che si apre, e se Lui è capace di addolorarsi in cuor suo, anche noi saremo capaci di addolorarci davanti a Lui. E questo non è sentimentalismo, questa è la verità».
    Francesco ha rilanciato l’immagine di «questo padre che poi si pentì: prima si pentì di aver creato l’uomo, poi si pentì di aver fatto il diluvio e ha giurato di non farlo più, di non distruggere, ma tollerare tante cose». E ha confidato: «Io non credo che i nostri tempi siano migliori dei tempi del diluvio, non credo: le calamità sono più o meno le stesse, le vittime sono più o meno le stesse».

    25 Giugno, 2019 - 17:37
  6. Luigi Accattoli

    Anche noi dovremmo piangere, In proposito il Papa ha invitato a pensare «per esempio ai più deboli, i bambini. La quantità di bambini affamati, di bambini senza educazione: non possono crescere in pace. Senza genitori perché sono stati massacrati dalle guerre. Bambini soldato. Soltanto pensiamo a quei bambini. Non credo che il tempo del diluvio era migliore di questo e il Signore soffre e ci accompagna dalla croce, ci accompagna dal cuore, ci accompagna per non lasciarci cadere, per non distruggere. E questo è amore».
    Anche l’umanità di oggi deve piangere come Gesù, «davanti ai problemi che noi abbiamo — ognuno di noi ne ha tanti — davanti alle calamità del mondo, ai poveri, ai bambini, agli affamati, ai perseguitati, ai torturati». E, ancora, c’è «la gente che muore della guerra perché buttano le bombe come se fossero caramelle e muoiono — “Ah sì, sono morti tremila”». Dunque, ha ripetuto il Papa, «anche noi dobbiamo piangere, piangere come pianse Gesù, guardando Gerusalemme, col cuore di Dio». E «chiedere oggi la grazia di avere un cuore come il cuore di Dio, che assomigli al cuore di Dio, un cuore di fratello con i fratelli, del padre con i figli, di figlio con i padri. Un cuore umano, come quello di Gesù, è un cuore divino».

    25 Giugno, 2019 - 17:39
  7. Amigoni p. Luigi

    Rif. 26 giugno 17.29 – Dio che si indigna? Si, grazie

    Il Dio che si adira nelle parole di papa Bergoglio è lo stesso Dio della Bibbia che si indigna nell’Esodo, in Amos, in Isaia, in altri profeti, nei racconti che vedono peccare il re Davide e altra gente. E’ il Dio che con le parole di Gesù si scaglia contro tutti i personaggi di Matteo 23; o che nella parabola del buon samaritano di Luca non perdona quelli che vedono e passano.
    E d’altra parte è il Dio benevolo che in Matteo fa sorgere il sole su buoni e cattivi e riveste di splendore i gigli dei campi.
    Dio nè si arrabbia nè sorride. Sono gli uomini di Dio che, guidati dal suo Spirito e attenti a ciò che succede di brutto (o di bello) nel mondo, attribuiscono a Dio i loro sentimenti di indignazione, di scandalo, di sconforto (e talvolta di soddisfazione). Poi, si sa, ognuno si scandalizza per i peccati che secondo lui gridano “più” vendetta al cospetto di Dio, rispetto ad altri. I peccati sono tutti peccati. Ma anche Amos si arrabbiava solo per i “peccati sociali”. E Dio con lui.

    27 Giugno, 2019 - 21:28
  8. Beppe Zezza

    I peccati sono tutti peccati. E Dio si “adira” per tutti. “Et-et”.
    Personali e sociali ( anche se, per la verita’, anche i peccati più strettamente “personali” hanno sempre una dimensione sociale ).
    “Adirarsi e mostrare soddisfazione” sono antromorfismi legati alla NOSTRA umana limitatezza di espremire l’ineffabilita’ di Dio. Ma entrambe le espressioni possono essere ricondotte a : Dio non è INDIFFERENTE ma ATTIVO ( È un Dio VIVO, che ha operato e OPERA nella storia in molti modi che sovente a noi sfuggono )
    Questo non bisogna dimenticarlo.
    Il TIMOR DI DIO e’ il principio della Sapienza.

    28 Giugno, 2019 - 10:41
  9. Amigoni p. Luigi

    Rif. 10.41 – Dio all’opera – ma senza il frustino di sant’Ambrogio.
    a) Giusto: tutti i peccati personali hanno una dimensione sociale; “l’adirarsi e il rallegrarsi di Dio” sono antropomorfismi; il Dio vivo opera ed è attivo in modi che a noi sfuggono.
    Ma credo che la maggiore o minore attività di Dio non sia nel tenere a bada o nell’intensificare la sua “umana” irascibilità.
    b) E a proposito di peccati sociali, ecco un passo di Benedetto XV nella enciclica “Maximum illud” del 1919, che rimanda a qualche decennio indietro.
    “… Così pure vogliamo sia diligentemente osservato ciò che fu prescritto dal Nostro Predecessore di felice memoria Leone XIII: cioè che nel giorno dell’Epifania si raccolga in tutte le chiese del mondo l’obolo « per il riscatto degli schiavi dell’Africa » e che il ricavato sia trasmesso alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide”.

    28 Giugno, 2019 - 16:40
  10. Beppe Zezza

    Confesso la mia ignoranza ma non conosco cosa sia “il frustino di S.Ambrogio” che Dio non adoperebbe.

    28 Giugno, 2019 - 22:06
  11. Luigi Accattoli

    Che sia il frustino. “E così possiamo “vedere Ambrogio” come vescovo e predicatore; come studioso delle Sacre Scritture e pastore amorevole del suo popolo; ma possiamo anche vederlo trasfigurato nella leggenda a cavallo e con lo staffile in mano (suo distintivo iconografico tradizionale) difendere la religione cattolica contro gli ariani o difendere Milano e le sue libertà civili e religiose contro i nemici”.

    https://www.chiesadimilano.it/news/arte-cultura/santambrogio-il-suo-volto-nellarte-246439.html

    29 Giugno, 2019 - 16:07
  12. Beppe Zezza

    Grazie,Luigi.
    In realtà dopo avere postato il mio messaggio ho pensato che mi srei potuto informare sul web. Cosa che ho fatto .
    Leggendo il link che hai indicato mi pare proprio che Ambrogio sia stato una immagine di quel che è un “buon padre” : usa “frustino” e “miele” ( o bastone e carota come si diceva una volta ).
    Certo oggi nel mondo “politically correct” l’impiego del “frustino” ( o del “bastone” ) è stigmatizzato come “barbaria” ( Dio opera senza il frustino di S.Ambrogio ) ma chi può dirsi certo che tutto ciò che è più “moderno” è anche “migliore”?

    30 Giugno, 2019 - 19:35
  13. Amigoni p. Luigi

    Rif. 30 giugno ore 19.35 – Anche Dio è politicamente corretto?

    Dovendo attribuire a Dio i nostri umani sentimenti, benevoli o malevoli, scelgo come prospettiva generale antropomorfica Giovanni 3: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Per non farla troppo facile Giovanni 3 sentenzia:: “Chi non crede è già stato condannato”. Non serve altra sceneggiata da “frustatore implacabile”.
    Se Giovanni 3 sia politicamente corretto o no lo lascio decidere all’autore del quarto Vangelo. O almeno: all’ultimo redattore dello stesso.

    1 Luglio, 2019 - 18:47
  14. Clodine-Claudia Leo

    …ed è a motivo di ciò che Gesù ci affida la missione: «Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato”
    (Mt 28:16-20; Lu 24:46-49, 50-53; At 1:1-12) Gv 21:1-24; 1Co 15:6-7.

    Questo ha detto, e non :” Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutte le creature *tranne* ai Musulmani, ai buddisti, agli ebrei, elle religioni cinesi o a quelle spiritiste Africane.
    A tutte le creature…appunto…

    3 Luglio, 2019 - 9:27
  15. Beppe Zezza

    Ma il frustino di S.Ambrogio non è affatto una “condanna”, al contrario è uno “strumento pedae cioè un “aiuto”

    3 Luglio, 2019 - 18:35
  16. Beppe Zezza

    “Strumento pedagico”. L’uso del “frustino” non deriva assolutamente da “malevolenza”.
    Certo, oggi, se un genitore da’ uno scapaccione al bimbo indisciplinato rischia la galera ma siamo proprio sicuri che la legge che lo stabilisce sia “buona”?

    3 Luglio, 2019 - 18:42
  17. Amigoni p. Luigi

    Rif. 3 luglio ore 18.42 – Disobbedire (o quasi) alle leggi cattive

    Bisogna disobbedire alle leggi cattive. Lo diceva, non molti anni fa, anche Salvini, citando don Milani.

    3 Luglio, 2019 - 20:47

Lascia un commento