Un ragazzo del Gambia è ospite della parrocchia di San Gelasio a Rebibbia. In visita alla comunità, Francesco entra nella sua stanza e gli chiede come si chiami. “Il mio nome è Abdullaj – fa il ragazzo – e sono musulmano”. “Io rispetto la tua religione: tu rispetti la mia?” chiede ancora il Papa. “La rispetto moltissimo e ringrazio dell’ospitalità” risponde Abdullaj. “Allora possiamo pregare insieme” conclude il Papa: “Io prego per te e tu prega per me”.
Abdullaj e Francesco: prima il rispetto poi la preghiera
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E’ il mio “spillo” di questa settimana, pubblicato a pagina 3 della “Lettura” del Corsera che sarà in edicola fino a sabato.
Per sapere che siano gli spilli, vedi il post del 9 luglio:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/accusa-er-papa-a-santuffizio/
Nel commento che segue altro spillo stagionato che non avevo avuto occasione di riprendere nel blog.
Confessato a prete sordo. I moralisti davano per sacrilega la confessione fatta apposta a un “confessore sordo affatto” (Grammatica teologica del prete Cristiano Baldacci, Assisi 1824). Sentenza recepita dal detto popolare: prete sordo assolve tutti. Quel motto italico dev’essere finito oltre Oceano con i nostri migranti se l’argentino Bergoglio ha così incoraggiato il 15 febbraio i preti di Roma: “I peccati sono per confessarli. Cerca un confessore misericordioso e se è sordo è meglio”.
Spillo pubblicato a pagina 3 della “Lettura” del 25 febbraio 2018.
È il sovvertimento dell’idea di religione vera.
Pregare ” per” qualcuno : presuppone chiedere a Dio il bene per questa persona. Non certo un bene materiale ma un bene spirituale, perche’ a che giovano tutti i beni di questo mondo se poi si perde L’ anima?
Prega per me che io prego per te , senza parlare di conversione, e’ una frase tipo ” una mano lava l’ altra” una richiesta di preghiera per successo e fortuna materiale e mondano.Tu preghi Allah , io prego Gesu’ e siamo pari. Come gli antichi Romani che nel loro Pantheon mettevano tutti gli dei , L’ Unione fa la forza.
Di conversione pero’ non si parla piu’ : quasi che ognuno dovesse rimane bene la’ dove sta e che tutte le religioni siano equivalenti ( e percio’ tutte relative) e tutte le preghiere pure. Come se prosternarsi alla Mecca e credere nel Corano sia equivalente alla Santa Messa.
Conversione è vedere gli altri con amore, fare tutto in nome dell’Amore.
Ed è possibile a tutti, qualsiasi religione professino.
Gesù ha parlato di Amore, ma anche altre religioni parlano di Amore.
Essere esclusivisti ed escludenti è il primo passo CONTRO l’Amore.
E non è gradito a Dio.
Il Vangelo di oggi, Domenica 11 Marzo 2018,così recitano le scritture: ” Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi NON crede è GIA’ STATO CONDANNATO, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”.
Mi sembra evidente -a meno che non si creda in una qualche altra pseudo verità, magari in una sorta di luciferino panteismo massonico- che le due preghiere non possono sortire lo stesso effetto alla luce del Vangelo, né si può equivocare sulla Parola di Dio che è chiara e limpida come un cielo d’estate e qui non si parla d’amore, ma di fede: letta di Paolo agli Ef 2;4-10 di oggi : “per grazia siamo stati salvati mediante la fede”.
Esiste una netta cesura tra la luce e le tenebre, tra chi ha fede e chi non ce l’ha dal momento che siamo stati tutti “morsi” dall’antico veleno, l’umanità ce l’ha iniettato nel DNA e allora, solo un antidoto esiste a quel veleno che ammorba tutti indistintamente, ce lo dice Nicodemo «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.
Questa è la Verità e chiunque neghi o sostituisce a questa unica Verità la propria verità , si macchia di una grande colpa: toglie il diritto alla Parola di Dio di essere nel mondo portatrice della sola Verità che salva e redime; si rende complice del grande dissolvimento del Regno di Dio e della stessa Chiesa: tipico segno del nostro tempo del resto. Perciò unisco la mia voce a quella di Cristina Venturi ed aggiungo solo una piccola riflessione: stiamo vivendo il tempo più forte della nostra fede: al cristiano la scelta se divinire Regno di Dio e donare il Regno con le parole e con le opere in Obbedienza alla fede o fallire nella sua missione tanto da non servire né a Dio, né alla Chiesa né a Gesù Cristo.
“L’amore è possibile a tutti qualunque religione professino”.
Penso che proprio questo sia il grande equivoco.
Di quale “Amore” stiamo parlando?
Dell’amore “naturale” o di quello “soprannaturale” ( “amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, pregate per i vostri persecutori , siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli )?
Se si parla dell’amore “soprannaturale” , la frase va “invertita” : l’Amore “soprannaturale” non è possibile a nessuno che non abbia lo spirito divino.
Ed è proprio perché questo Spirito divino abita nella Chiesa e viene conferito a chi crede in Gesu’ Cristo che il compito primario ed essenziale della Chiesa è predicare e far conoscere Cristo a tutti coloro che non lo conoscono affatto o hanno di Lui una conoscenza distorta.
Ciao, Clo! È un pezzo che non ci sentiamo.
Direi che se si segue il Papa e la Chiesa, si è a cavallo.
Se si seguono le due vocette in coro, ci si rompe con certezza l’osso del collo.
Dico il Papa, non dico questo Papa. ( Si vedano per esempio Giovanni Paolo II che proprio sul pregare ciascuno il suo Dio inventò le Giornate di Assisi, che continuano da allora; e Benedetto che nel giorno stesso in cui si raccolse in preghiera nella Moaschea Blu di Istanbul, scrisse sul libro d’oro della stessa Moschea: “Nelle nostre diversità ci troviamo davanti alla fede nel Dio Unico.Che Dio ci illumini e ci faccia trovare la strada dell’amore e della pace.”)
Discorso chiuso.
Il discorso non e’ affatto chiuso Cuffini.
Il ” Dio unico ” e’ una parola che non corrisponde a d alcuna re alta’. Il Dio in cui credono i musulmani non e’ la Santa Trinita’. Il Dio in cui credono gli ebrei non e’ Gesu’ Cristo Figlio di Dio.
E’ molto semplice : se noi cristiani crediamo in Gesu’ figlio Di Dio., e crediamo nella Santa Trinita’ , vuol dire che non crediamoci allo stesso Dio di musulmani ed ebrei.
E’ molto semplice: i cristiani credono in Cristo, gli ebrei e musulmani no.
Credere o non credere in Cristo non e’ una cosa secondaria , trascurabile, ma il centro della religione Cristiana. Chi NON crede in Cristo non sara’ salvato. Questo viene detto nei Vangeli.
Del resto Gesu’ stesso ha raccomandato ai discepoli di andare e convertire tutte le genti. Non ha raccomandato di lasciare che ognuno credesse ai suoi dei.
L’ evangelizzazione vuol dire convertire a Cristo tutte le genti. Non lascirle credere nellla divinita’ che vogliono.
Io sono la via la Verità’ la vita , ha detto Gesu’.
Come puo’ chi non crede in Gesu’ imboccare la via, conoscere la Verità’, avere la vita eterna?
Come si può’ pensare che tutte le religioni siano equivalenti? Allora vuol dire ch non si crede più’ checsolo Cristo salva. Allora vuol dire che non si crede più’ in Cristo unica via verita’ e vita.
Eppure la Chiesa ha sempre insegnato questo Gesu’ unico Redentore del genere umano.
Vogliamo credere che e’ ugualmente vero che ci redime Allah e il suo profeta Maometto?
Benedetto nella Moschea. Sono utili – su questa frontiera ritornante della preghiera cristiana e di quella islamica – le parole con le quali, di ritorno dalla Turchia, Benedetto XVI ricordò la sua preghiera di “qualche minuto” nella Moschea Blu di Istanbul il 30 novembre 2006: “Nell’ambito del dialogo interreligioso, la divina Provvidenza mi ha concesso di compiere, quasi alla fine del mio viaggio, un gesto inizialmente non previsto, e che si è rivelato assai significativo: la visita alla celebre Moschea Blu di Istanbul. Sostando qualche minuto in raccoglimento in quel luogo di preghiera, mi sono rivolto all’unico Signore del cielo e della terra, Padre misericordioso dell’intera umanità. Possano tutti i credenti riconoscersi sue creature e dare testimonianza di vera fraternità“.
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2006/12/06/0629/01765.html
Assisi secondo Benedetto. Sono utili anche le indicazioni per la GIORNATA DI RIFLESSIONE, DIALOGO E PREGHIERA PER LA PACE E LA GIUSTIZIA NEL MONDO “PELLEGRINI DELLA VERITÀ, PELLEGRINI DELLA PACE” (ASSISI, 27 OTTOBRE 2011) dettate con scrupolo da Benedetto XVI con una nota pubblicata il 2 aprile 2011:
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2011/04/02/0192/00469.html
Al commento seguente riporto un paio di paragrafi di un mio articolo che scrissi allora per “Liberal” nel quale esaminavo le novità della giornata interreligiosa di Papa Benedetto rispetto a quelle di Giovanni Paolo. Una delle novità era la “preghiera silenziosa” e “separata” dei diversi gruppi. Si trattava pur sempre di un invito a pregare per la pace rivolto alle religioni mondiali. ma avendo l’attenzione a evitare che venisse a formarsi un’unica assemblea orante.
Preghiera silenziosa. Da un mio articolo per “Liberal” a commento della nota vaticana in vista di Assisi di cui al commento precedente:
La novità più grande è quella della preghiera silenziosa, che è nominata due volte nella nota. “Sarà poi – dopo il pranzo, ndr – lasciato un tempo di silenzio, per la riflessione di ciascuno e per la preghiera”. Nel pomeriggio, tutti i presenti in Assisi parteciperanno a un “pellegrinaggio” che salirà da Santa Maria degli Angeli verso la Basilica di San Francesco: “Con esso si intende simboleggiare il cammino di ogni essere umano nella ricerca assidua della verità e nella costruzione fattiva della giustizia e della pace. Si svolgerà in silenzio, lasciando spazio alla preghiera e alla meditazione personale”.
Preghiera silenziosa vuol dire che non vi saranno preghiere proclamate, né di tutte le religioni nello stesso luogo, né di ognuna in un proprio luogo, come era avvenuto nel 1986. Il pregare in silenzio – deve aver argomentato il Papa teologo – toglierà ogni idea di una preghiera comune e dunque eliminerà una delle obiezioni capitali che erano state mosse all’appuntamento del 1986.
Essere in preghiera con voi. Ancora un richiamo a Benedetto sulla possibilità per i cristiani di “essere in preghiera con voi”, come si espresse una volta parlando a una donna musulmana. Qui riportai e commentai le parole del Papa:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/se-bintu-e-benedetto-parlano-come-fratello-e-sorella/
A MCV
Mi sono spesso (anche se non sempre) trovato sulla sua stessa linea di pensiero, in particolar modo nel contrasto al “relativismo” dilagante che sta inquinando anche il pensiero cattolico.
Su questa lunghezza d’onda le dico: attenzione perché il suo discorso (il Dio dei cristiani, il Dio degli Ebrei, il Dio degli islamici) è inconsciamente inquinato dal “relativismo”!
Così come non esiste una “mia verità” e una “tua verità” e una “sua verità” ma solo UNA Verità della quale io, tu, e lui abbiamo una diversa idea, la quale può essere più o meno prossima alla Verità, che è unica e sola, esiste un SOLO e UNICO DIO del quale Cristiani, Ebrei e Islamici hanno una diversa idea/rappresentazione.
L’idea/rappresentazione che ciascuno ha può essere più o meno corrispondente alla realtà, ma non sono le nostre idee a dare consistenza alla realtà. In altri termini DIO essendo UNICO non può non essere lo stesso per tutti gli uomini, anche se questi ne hanno una conoscenza parziale e forse anche, in alcuni punti, erronea. Quando gli uomini pregano Dio, che ne siano pienamente consapevoli o meno, si rivolgono a questa REALTA’ UNICA , anche se ne hanno una conoscenza parziale ed eventualmente deformata.
Noi sappiamo che questo Dio Unico in tre Persone si è rivelato e si è fatto conoscere e che, in particolare, per quanto Egli stesso ci ha manifestato la “Salvezza” degli esseri umani passa attraverso la fede nel Dio-Uomo Gesù Cristo, seconda Persona della Santissima Trinità incarnatasi tramite il grembo di Maria Vergine. Questo ci impegna a che la conoscenza di questo DIO-UOMO possa giungere a tutti. Questo non significa però considerare in modo negativo che gli uomini si rivolgano al Dio Unico come possono, cioè fondandosi sulla propria imperfetta conoscenza . (In verità lo fanno anche tanti cristiani) Le due cose non sono in antitesi l’una con l’altra. Cercare una relazione con Dio (questo è pregare) è SEMPRE cosa buona!
Certamente la Chiesa non ha mai inteso identificare Gesù con Dio ed è proprio la dottrina ortodossa della Trinità a ricordarcelo. Che poi fin dalla primitiva cristianità Gesù Risorto siede alla destra del Padre, come Figlio e Re ebbene, questo riposa su basi molto serie:Gesù appariva così alla Comunità, sia durante la vita nella quale aveva parlato e agito in virtù dell’unità con Dio, Suo Padre sia “elevato” presso Dio dove è lo stesso Dio a sua volta ad identificarsi nella vita nuova.
Ora, io penso ci sia una differenza sostanziale tra una religione che fissa i suoi cardini in una dottrina dogmatica rispetto a quella che si affida alla potenza divina,differenza anche tra la pietà mistica e la pietà profetica. Differenze profonde, strutturali, che coinvolgono l’esperienza psichica, il comportamento di fondo nei confronti della storia, dell’uomo, della donna, dell’autorità, del peccato, della salvezza, dell’etica e della società, della cultura e molto altro e, non da ultimo, la comprensione stessa di Dio che può essere interpretato alla luce di concetti così lontani gli uni dagli altri.
Il cattolico attento a quanto avviene rilevò anche un certo imbarazzo di Benedetto XVI rispetto al tema quando, ancora prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede e non ancora Papa diede vita ad un dibattito con l’allora presidente del Senato Marcello Pera i quali fecero convergere la loro attenzione sul relativismo e sarebbe bene che ciascuno tornasse spesso sulle posizioni dei due alti interlocutori perché il “pensiero debole” è il ventre molle di ogni pariteticità, anticamera di quella apostasia pratica che abbandona a cuor leggero e fatalmente il “proprio” in favore del “comune. Lo sgambetto a S.Tommaso, alla scolastica al suo metodo, impelagati in un dialogo snervante che non porta a niente se non ad un abbassamento e ad una perdita complessiva della propria identità e alla svendita di Gesù Cristo : uno tra tanti, verificabile nel linguaggio comune in cui tutto ormai concorda, che una religione valga un’altra. Qui l’Apostasia non è soltanto dei pastori e dei teologi ma è già entrata nella nella mentalità corrente, della gente che parla e giudica, e non distingue, purtroppo, perché incapace, ed è incapace perché disabituata al Sacro e perciò tutto banalizza….per non parlare delle dichiarazioni ufficiali sull’efficacia salvifica delle confessioni acattoliche e dello stesso ebraismo come due religioni che ne fanno una sola, quando che per gli Ebrei non è così, non lo è affatto…ma noi continuiamo ad insistere sacrificando la genuinità e l’integrità della nostra fede ..
La convinzione che tutte le religioni siano equivalenti ed egualmente valide, nasce dal punto di partenza antropologico” che si e’ impadronito della teologia cattolica da Karl Rahner in poi.
Se si parte dal punto di vista umano, antropocentrico,assolutizzato e reso L’ unico valido punto di vista, quello che vale e’ la pulsione dell’ anima verso Dio, non importa quale Dio o quale religione. La fede allora e’ solo un moto dell’ animo, i contenuti di questa fede sono secondari. Non c’ e’ piu’ il problema se una fede sia vera o falsa. Basta credere e si e’ credenti. Non importa in chi si crede, in quali verita’ di fede.
La devozione verso Allah equivale alla devozione verso Gesu’ se si guàrda solo al sentimento e alla bonta’ del credente. Un uomo pio si dice, puo’ essere musulmano o cristiano o buddista, non importa.
Se al centro di tutto c’ e’ la coscienza dell’ uomo( e non una Verita’ trascendente) basta che questa coscienza sia credente in un Dio, in una religione qualsiasi..
Inutile far vedere come se tale mentalita’ vi fosse stata all’ inizio del cristianesimo , il cristianesimo stesso si sarebbe posto come una fra le tante modalita’ di credere in Dio che c’ erano ai tempi di Gesu’ Anche i pagani credevano in Dio. . Anche i seguaci di Demetra , quelli di Dioniso, quelli di Iside e Osiride avevano questa pulsione umana pia e devota verso Dio , anche la coscienza dei pagani era una coscienza orientata verso Dio , anzi verso vari dei.
Ma la differenza fu che i primi cristiani non ammisero di essere una setta fra le tante, e il loro Dio un Dio fra i tanti. Inspiegabilmente ( per la mentalità’ dell’ epoca) essi proclamarono che loro credevano nel ” vero unico Dio” incarnatosi in Gesu’ Cristo.
Paolo lo spiega bene ad Atene di fronte agli allibiti greci dell’ Aeropago.
Questa pretesa dei cristiani che la loro fosse la vera fede, che Gesu’ fosse il solo Signore e il solo Salvatore, e che la credenza negli altri dei del Pantheon fosse illusione e menzogna ( Gli dei falsi e bugiardi) attiro’ su di loro persecuzioni e martirio. Erano considerati dei fanatici, degli intolleranti.
Noi oggi viviamo in un periodo storico per molti versi simile a quello del tramonto dell’ Antica Roma. Solo che oggi a tramontare non e’ il paganesimo ma il cristianesimo.
Come la ” tolleranza” di tutti i culti rese L’ antica civilta’ romana debole e incapace di
far fronte alla novita’ di una religione ” assoluta” quale si proclamo’ fin da subito il cristianesimo , cosi’ oggi il cristianesimo tollerante e relativista per cui tutte le religioni vanno bene, ognuno deve pregare i suoi dei, non esiste una religione ” vera” mentre le altre sono false, questo cristianesimo annacquato dai principi dell’ antropocentrismo , portera’ alla propria autodistruzione o frammentazione. Se infatti ogni religione d’ equivalente alle altre non c’ e’ nessun motivo per essere cristiani ne’ per diventarlo convertendosi da un’ altra religione. Ognuno rimanga nella sua religione, soprattutto i musulmani non devo convertirsi al cristianesimo. Devono restare musulmani.
Quello che più mi sconcerta è che da parte di certi cattolici la nostra religione viene guardata nei suoi contenuti con un’arretratezza che riporta a tempi passati da un bel pezzo.
Frasi già fatte, concetti già espressi e che sembravano chiariti, ma poi si vede che il chiarimento non c’era.
Ogni ragionamento è viziato dai pregiudizi che sempre ostacolano il progredire del pensiero. Si resta attaccati a quelli e non se ne vuole uscire. Non è bello un dialogo fra sordi.
Mi permetto di dire che quando si parla di “conversione”, non si intende il convertirsi alla religione cristiana. Gesù parlava agli uomini del suo tempo, quelli vicini a Lui, soprattutto ai farisei legalisti, indicando la conversione all’A-MO-RE, mettendo in sott’ordine le dottrine e le leggi. Va ricordato anche che non c’erano ancora la religione cristiana né la chiesa cristiana. Dopo Gesù e per mezzo di Lui e dello Spirito Santo la conversione ha assunto valenza universale, determinata dalla piena consapevolezza dei seguaci del Cristo e dei posteri che l’Uomo-Gesù ha narrato Dio, ha mostrato il suo Volto. Lui è l’AMORE di Dio Padre. Questo Amore non potrebbe essere più soprannaturale di così.
Ma quel che non si vuol capire è che Gesù-Amore ha effuso il suo sangue per TUTTI gli uomini della Terra, anche per quelli che aderiscono ad altre religioni e che danno a Dio nomi diversi; tutti riscattati dai loro peccati, anche se le loro confessioni religiose non contemplano questa che per noi è verità.
Ecco perché nell’Amore di altri popoli non cristiani c’è lo stesso Gesù Cristo che ha dato nome alla nostra religione. E mi danno enorme fastidio tutti quelli, anche ecclesiastici, che si inorgogliscono per essere cristiani. Qualcuno l’ho conosciuto personalmente.
Va detto inoltre che lo Spirito di Dio è presente in tutti gli uomini cui Dio ha dato vita in ogni angolo della Terra; tutti suoi figli. Questo è nella logica di chi sa ragionare solo un po’.
Un Padre mette il suo seme, la sua luce, in ogni sua creatura, non può essere diversamente. Per i cristiani lo Spirito Santo pentecostale ha il compito di accompagnare e di rafforzare nella fede, dopo la dipartita di Gesù, chi si affida a Lui consapevolmente; ma io credo che sia presente in tutti gli uomini di buona volontà che praticano l’Amore.
Quel che conta è sempre e solo l’AMORE, che è Padre, Figlio e Spirito Santo; e viceversa. Avere fede significa credere che l’Amore, personificato al massimo grado da Gesù, è una “legge” vitale, che crea un mondo di pace e di giustizia, di rispetto della dignità umana, di fraternità universale.
Ed è il Regno di Dio.
Non per niente tutte le maggiori tradizioni religiose sono legate dall’unico filo d’oro che recita: “fai agli altri quello che vorresti fatto a te”, che tradotto suona così: “ama il prossimo tuo come te stesso”, ed ancora: ” amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. La qual cosa vuol dire che il linguaggio più facilmente comprensibile a tutti è quello dell’AMORE.
La fierezza cristiana dei credenti non deve degenerare in orgoglio esclusivista. La propria fede religiosa va solo proposta con discrezione, non sbandierata con certezze dogmatiche e con atteggiamenti di superiorità. Che sono quelli che io vedo qui nel blog, a volte, e non li apprezzo, tutt’altro. Nelle diverse culture religiose lo Spirito mostrerà in modi differenti l’unico volto di Cristo dove risplende la gloria dell’unico DIO Padre di tutti, chiamato con nomi diversi.
Se si accetta questo, si fa un bel passo in avanti nel dialogo con chi cristiano non è.
Discorso di Paolo nell’ Aeropago:
O ateniesi sotto tutti i riguardi io vi trovo fin troppo religiosi. Infatti mentre passavo ed osservavo i vostri monumenti sacri trovai persino un altare con questa iscrizione ” Agnosto Deo” ( al Dio sconosciuto) .
Quello che voi adorate senza conoscerlo, io lo annunzio a voi. ..Iddio creatore dell’ Universo e di tutte le cose in esso contenute…non abita nei templi costruiti da mani umane…non dobbiamo pensare che il divino somigli a oro o argento o a pietra a un prodotto dell’ arte o del pensiero umano. Dio dunque passando sopra i tempi dell’ ignoranza umana adesso fa sapere agli uomini che tutti e dappertutto si convertano poiche’ ha stabilito il Giorno del Giudizio di tutta la terra , secondo giustizia, mediante un uomo da lui designato e da lui accreditato di fronte a tutti facendolo risorgere da morte..
Al ßentir parlare di resurrezione dei morti alcuni lo sbeffeggiarono altri dissero ” su questo argomento ti ascolteremo un’ altra volta”
Anche oggi i musulmani, gli ebrei , i buddisti se si introduce l’ argomento di Gesu’ ” risorto dai morti” ci ridono in faccia o ci dicono su questo ti sentiremo un ‘ altra volta.
Eppure e’ proprio questo, Gesu’ morto e Risorto, che come aveva ben colto San Paolo e’ il fulcro della fede cristiana .Non e’ vero che tutte le religioni sono vere o che tutte sono false.
Non si tratta di religioni vere o false. Si tratta di capire che c’è un solo Dio e che ci sono molti modi per narrarlo. Imporre il proprio modo è fare violenza alla libertà altrui.
Per il Nuovo Testamento la verità è la persona di Cristo. Ma quando la verità viene configurata nella dottrina prodotta dalla Chiesa, questa prende il posto della verità rappresentata, per i cristiani, da Gesù Cristo risorto.
Nel mondo degli esseri umani si ricerca la verità, o meglio ci si vuole approssimare alla verità. Ma nessuno può presumere di possedere la verità. Nel mondo c’è un pluralismo vitale che lo vivifica, e deve essere oggetto di un ascolto attento ed autentico che, oltre che portare ad imparare i linguaggi degli altri e a condividere i beni spirituali che sostanziano le varie tradizioni religiose, elimina le divisioni e aiuta a comporre l’unica verità a noi comprensibile e mostrata dal Cristo, ed è l’AMORE divino.
Questo non è relativismo, come qualcuno può credere, e non è sincretismo, se si si tiene ben presente che Gesù Cristo-Amore tutto fa stare insieme mentre distingue, e crea comunione pur nelle varie religioni.
E il regno di Dio viene realizzato pian piano stando al di sopra delle Chiese.
Dio è UNO solo ed è UNICO.
Ma le religioni – cioè i modi attraverso i quali l’uomo si rapporta con Dio – sono diverse e non sono affatto equivalenti.
C’è una religione VERA – ed è quella cristiana. Ci sono altre religioni che hanno degli elementi di verità.
Tutti gli uomini sono “creature di Dio” fatte a Sua immagine e somiglianza, ma solo ai cristiani è fatto dono – per la FEDE in Gesù Cristo Suo Unico Figlio e Nostro Signore – di partecipare alla NATURA DIVINA. Non solo “somiglianza” dunque, ma “PARTECIPAZIONE alla stessa FIGLIOLANZA di Gesù”. i cristiani sono figli di Dio in modo ESSENZIALMENTE diverso da tutti gli altri uomini.
Se ci sono cristiani che sono ORGOGLIOSI di esserlo,se per questo si sentono MIGLIORI degli altri uomini, si sbagliano; se con questa espressione si vuole dire che sono coscienti di essere stati immeritatamente rivestiti di una particolare dignità hanno ragione .
Sono DIVERSI, non “migliori”.
Sono ELETTI da Dio per la missione di far conoscere a tutti chi è veramente Dio, cosa è VERAMENTE l’Amore (Da questo abbiamo CONOSCIUTO l’Amore dice Giovanni. Ma come, ci possiamo domandare, prima non conoscevamo l’amore? Ma cosa dice mai costui? Sarebbe una assurdità ,a meno che non stia parlando di una forma di Amore SCONOSCIUTA all’uomo “naturale” – cioè non solo l’amore al “prossimo”, predicato anche da altre religioni, ma anche al “nemico”)
A questa “diversità” corrisponde anche una diversa “responsabilità” . Nel giudizio finale i cristiani, ai quali sono fatti doni maggiori, saranno giudicati più severamente- (Per cui non si può escludere che l’inferno sia abitato soprattutto da “cristiani”!).
E’ falso affermare che in tutte le “religioni” o culture religiose splenda (o si possa ritrovare) l’Amore di Cristo , di uno che ha dato la vita in favore di coloro che gli erano nemici.
E’ assolutamente vero che “imporre” il proprio modo è “fare violenza” come dice Victoria.
Infatti Gesù Cristo non va imposto ma DEVE ESSERE ANNUNCIATO per dare a tutti gli uomini la possibilità di convertirsi a Lui, ossia di riconoscere che l’Amore – non un amore qualunque ma QUELLA particolare forma di amore che Gesù ha manifestato – dare la vita per i nemici – è la VERITA’ e attraverso questa conversione ricevere per puro dono il Suo Spirito.
Ma qui il problema è grave caro Beppe, ed è a monte. Qui purtroppo c’è una totale assenza di conoscenza della Parola di Dio (vedi rif @15,52-15,53-17,35) e perciò non conoscendola non la si medita né la si crede motivo per cui non si è in grado di distinguere la differenza tra verità e falsità, bene e male, luce e tenebre.
La religione? Un campo di battaglia per la parità dei diritti. Il manifesto programmatico: essere buoni, amorevoli di una melensa spiritualità. Per fare tutto questo non serve andare a Messa, partecipare alla Liturgia che risulterà ridondante:inutile aprire il Vangelo, ascoltare e obbedire nutriti della Parola. Per i cosiddetti “cristiani adulti,” o”progressisti” non v’è necessità alcuna.La priorità è l’ ecumenismo, sono le opere solidali e dunque, che scopo potrà mai esserci per gli “emancipati” dal soprannaturale sapere della salvezza delle anime, della redenzione dal peccato, del paradiso, dell’inferno, dall’Aldilà, dell’esistenza del demonio, di satana e degli Angeli. Il peccato non esiste, nessuno lo commette e poi c’è misericordia: calda coperta di Linus. L’importante è che non ci siano guerre e che si coltivi la propria spiritualità.
Mi chiedo se costoro abbiano mai sperimentato la forza di rinnovamento di un cuore non appena gli viene data la vera Parola del Signore, invitando a credere in essa. Io si, l’ho sperimentata, ho visto ragazzi perduti trasformare il loro sguardo, la loro vita perché io per prima l’ho sperimentata nella mia vita e sono certa, convinta, che solo la Parola di Gesù, il suo Vangelo potrà salvare l’umanità dallo sfacelo morale in cui sta precipitando.
Mi rendo sempre più conto che da quando i cristiani non credono più nel Vangelo, non c’è pace il mondo è un campo di battaglia e neppure ci si domanda cosa poter fare per ribaltare questa condizione miserevole dell’umanità. La fede sentimentale che si bamboleggia ripetendo “amore amore amore” senza sapere in cosa consista in realtà questo “amore”, non ha senso. Come non hanno senso certe argomentazioni che si arrampicano su capriate ideologiche per scivolare miseramente, vedi i “cristiani anonimi” di Rahner e altre sgangherate teorie che ricicciano come gramigna, non servono i principi filosofici né le formule teologiche. Nulla potrà mai sostituire il Vangelo.
Se la Parola non viene seminata il regno non nasce non cresce, non produce alcun frutto di bene. Solo la Parola del Vangelo è potenza di Dio per chiunque crede. Tutte le altre parole, con le quali sostituiamo il Vangelo,tutte le altre parole non sono che parole senza alcun germe di vita. Sono parole degli uomini, non di Dio.
Buona sera.
Non sono un teologo, ma un cattolico comune. Letti certi interventi, sono giunto a questa considerazione.
Gli abitanti della terra sono 7,5 miliardi di persone; i cattolici sono 1 miliardo e 285 milioni circa. Ammesso che tutti i cattolici si salvino, i condannati saranno 6 miliardi e 215 milioni, ammesso anche e non concesso che questi numeri saranno quelli del giudizio di tutte le genti. Ma a questo proposito mi chiedo, da ignorante, come mai il Figlio dell’uomo, seduto sul trono e circondato dai suoi angeli, dividerà, come un pastore, le pecore dai capri, non interrogandoli sul catechismo della Chiesa cattolica, ma in base a quello che ciascuno ha fatto di buono nei suoi confronti. E allora che fine farà chi, pur non essendo cattolico, ha dato da mangiare al Figlio dell’uomo, lo ha dissetato, ospitato, vestito, se malato lo ha visitato, quando carcerato è andato a trovarlo?
Io non so rispondere…
Rispondo io, caro Giuseppe: tutti quelli che hanno fatto ciò che è contemplato nelle beatitudini ma non sono cattolici duri e puri, sono dei vuoti a perdere.
Non contano niente e siccome hanno seguito la legge del cuore e non la Parola di Dio, sono dannati alla perdizione.
Più chiaro di così!….
Quanta insolenza, quanta ridicola presunzione vedo in certi cattolici ammaestrati come scimmiette a sciorinare la Parola di Dio come fosse un insieme di pagine da studiare a memoria sperando di avere di rimando un dieci e lode dal primo maestro di passaggio nel blog.
Loro sì, conoscono la Parola di Dio, mentre tutti gli altri, ignorantoni più che mai, vaneggiano come se niente fosse.
Loro sì, conoscono la verità, mentre tutti gli altri non conoscono né il Vangelo né alcun testo sacro e parlano al vento, ignari del probabile castigo che li attende. Si sentono “diversi” ed “eletti” da Dio perché nati in una terra a religione ebraico-cristiana per testimoniare quella religione, così come altri, nati altrove, testimoniano la “verità” del loro Dio, che è poi il Dio di tutti gli uomini della terra.
Mi chiedo quando mai avverrà che tutti costoro che salgono in cattedra, capiranno che dovranno essere “evangelizzati”, loro, per poter essere in grado di evangelizzare altre persone. Signore, quando avverrà questo? L’ostentazione delle loro certezze è davvero mortificante e non se ne vergognano; mancano di umiltà, e fanno la ruota del pavone; pensano di essere credibili e non si accorgono che il loro piedistallo è già in mezzo alla polvere; si sentono feriti dalle parole veritiere di altri e pretendono di ferire chi non è nel loro ordine di idee, l’unico ammissibile per loro.
Hanno capito tutto, sanno tutto, non hanno più bisogno di cercare, beati loro! Possiedono ormai la verità e non hanno ancora capito che in realtà nessuno la possiede, la verità, ed anzi ne sono posseduti.
Sentono la parola “Amore” e se ne ritraggono sdegnati parlando di vuota melensaggine; per paura che ci si abitui ad essa e si stravolga la figura di Dio che si sono costruiti nella mente.
Dimostrano a chiare lettere che del Dio di Gesù non hanno capito nemmeno una virgola e restano prigionieri di schemi mentali e linguistici rigidi e tramontati ormai per sempre.
Caro Giuseppe. Ci fu un tempo in cui la “Ecclesia cattolica” coincideva, in estensione, abbastanza esattamente con tutto il mondo, quello conosciuto d’allora s’intende.In tutto l’ecumene su tutta la terra abitata La Chiesa era a casa sua;
potrebbe perfino sembrare che per lungo tempo il mondo sia stato cristiano cattolico. Per questo l’assioma secondo il quale “fuori della Chiesa non può esserci salvezza” ,che rimanda a sua volta alla prima lettera di Pietro 2,30 cin relazione all’arca, fu formulato con cognizione di causa. Si riteneva, a buon diritto, che tutti gli uomini si erano potuti confrontare esistenzialmente con il messaggio di Cristo: tutti, nessuno escluso- eccetto le tribù aborigene australiane o gli indigeni delle Americhe raggiunti in seguito dai missionari e convertiti- Per questo motivo Matteo 16,16 poté applicarsi senza distinzioni a tutta l’umanità battezzata.
Inoltre l’Ecclesia Cattolica, se si prescinde da alcune eresie minori, era indivisa, pertanto chi non credeva -i giudei, i pagani, e più tardi i Musulmani- sono considerati popoli di cattiva volontà perché pur sapendo, rifiutano Cristo e per questa “cattiva volontà” si pongono essi stessi fuori della salvezza. Motivo per il quale i Padri della Chiesa, da Origene a Clemente d’Alessandria ad Ignazio di Antiochia, formulano l’assioma secondo il quale chi si esclude, si separa. Chi, escludendosi consapevolmente dalla Chiesa e da Cristo si unisce all’adultera rifiuta la promessa. Diventa un estraneo, un profano e e ne assumerà le conseguenze per le generazioni a venire.
In questo credevano, e penso lo credessero a buon titolo: chi non ha la Chiesa per madre, non può avere Dio per padre. Nell’immagine neo testamentaria dell’Arca di Noè nella prima lettera di Pietro 3,20 è contenuto, di rimando, il tema alla salvezza degli uomini attraverso il battesimo. Afferma l’apostolo,che “dentro l’arca vi è salvezza” e che Cristo dopo la morte ha annunciato il messaggio agli spiriti che in passato furono disobbedienti , prevaricatori e a motivo di ciò non si trovarono nell’arca. Il testo direbbe allora che “anche ai peggiori infedeli, eretici, profani , nelle regioni dell’al di là non sono esclusi dall’appello salvifico di Cristo -a prescindere dalle virtù possedute- e possibilità di salvezza al di fuori dell’arca, con l’aggiunga, però, di una condizione ineludibile:l’accettazione totale della fede in Cristo al di fuori del quale NON c’è salvezza. Cristo è lo spartiacque, l’aspetto dirimente che prescinde dalle opere di carità corporale, anch’esse importanti solo se inglobate all’interno di un discorso cristologico….
Victoria Boe scrive,
12 marzo 2018 @ 21:45
Risposta insufficiente, banale, tipica di chi non conoscendo la Scrittura va scimmiottando. Bocciata!.
Cara Victoria, beata te mille fiate e mille!…
A Giuseppe Di Melchiorre
In verità il suo post mi intristisce un po’. Lei si definisce un “cattolico comune” e scrive ” Ammesso che tutti i cattolici si salvino, i condannati saranno 6 miliardi e 215 milioni”. Possibile che un “cattolico comune” pensi questo? Che cioè pensi che basti essere cattolico (battezzato nella chiesa cattolica?) per “salvarsi” e che se non si è cattolico si è destinato a essere “condannato”?
Possibile che si abbia della dottrina cattolica una idea così distorta? Possibile che la catechizzazione sia stata così scarsa?
Certo, se il pensiero “comune” è questo non c’è da meravigliarsi che gli abbandoni della Chiesa siano così numerosi.
Se il pensiero “comune” è questo, è sempre più evidente come una “nuova evangelizzazione” come predicata dal Santo Papa Giovanni Paolo II sia non solo necessaria , ma assolutamente indispensabile pena la stessa sopravvivenza della Chiesa.
Ma Giuseppe caro,perdonami se ti faccio una domanda un po’ sghemba. Ma tu, ci credi alla Parola di Dio? Credi tu nel Vangelo di Gesù Cristo?
Perché, vedi, non dovresti dubitare, se veramente dici di essere un uomo di fede, di quella fede genuina che tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
Fai come suggerisce Clemente di Alessandria che ha scritto una frase diventata poi famosa: “Dopo che il corporeo ci era stato rivelato nei primi tre vangeli, S. Giovanni ha prodotto il Vangelo spirituale”. Allora, apri il Vangelo di Giovanni e alla fine del capitolo 20 in quel brano conclusivo troverai una piccola chiave di lettura necessaria per capire le intenzioni di questo grande Apostolo.
“Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.Questi sono stati scritti, perché CREDIATE che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, CREDENDO, abbiate la vita nel suo nome»
(Gv 20, 30-31).
E dunque, perché non credi nell’unica Parola Viva ed efficace che dona ciò che promette. Non hai meditato sulle letture di Domenica scorsa. Sono passati solo 2 giorni e già l’hai cancellata dai tuoi pensieri?
Dal Vangelo secondo Giovanni
“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in LUI NON E’ condannato; MA CHI NON CREDE è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”.
E ancora Vangelo di Marco 16,15-16)
“Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”.
Ci sono decine di pericopi che affermano il concetto: Galati 1,8; Atti 4,12 Marco 16,15-16 e molte altre.
Si suppone che il Signore sia la Luce del mondo, ma che purtroppo il mondo non l’ha accolta ed ha preferito le tenebre. La luce è stata rifiutata. Perseverare nella situazione di dubbio è molto pericoloso, si rischia un auto/allontanamento da Dio, ci si separa senza neppure rendersene conto mettendo in atto la propria condanna. Dio non voglia! Devo pensare che in te Giuseppe, non è ancora arrivata la luce? Io non lo credo.
“Invece chi fa la verità viene verso la luce” (Gv 3,21
Chi fa la Verità?
Ma, che vuol dire “fare la Verità”.
Secondo Pio IX Fanno la verità coloro che, pur nell’ignoranza invincibile vivono seguendo la legge naturale, i precetti da Dio scolpiti nei cuore e sono disposti ad ubbidire a Dio nell’onesta perciò con l’aiuto della luce e della grazia divina possono conseguire la vita eterna. Ora, sembrerebbe che le cose siano a posto: si segue la legge naturale e così sia-
La legge naturale è quella legge che è conoscibile attraverso la ragione e alberga nel cuore di ogni uomo indipendentemente dall’atto di Fede.
Il punto è un altro: senza l’aiuto della Grazia infusa dallo Spirito Santo mediante i Sacramenti di Salvezza, si può praticare legge naturale?
Certamente NO per chi cristiano non è possibile, perché l’uomo è ferito non in una parte periferica del suo essere, ma proprio nel centro del suo cuore.
Mettere in dubbio la Salvezza, se sia o meno necessario essere cattolici per conseguirla appartiene alla cultura relativista in cui vige l’assoluta soggettività e ciascuno può crearsi la sua propria verità.
Zezza, lei è d’accordo con Di Melchiorre e neppure se ne accorge.
@Rif 14,05 chiedo venia. Corrige.
“Certamente NO! Per chi cristiano non è, non è possibile”
Aiutoooooo!!…..
Signore, fino a quando?……
Scusate, sono fuori casa, e sono collegato a internet pochissimo.
Non ho tempo per rispondervi, ma saluto tutti fraternamente…
A Calò. rif 14.20
??
Come ho scritto da un’altra parte, forse l’inferno è popolato soprattutto di cristiani (ai quali sono dati doni maggiori e compiti maggiori)
A proposito di”salvezza” e di “dannazione” poi, occorre precisare che cosa si intende.
A Clodine rif 14.05
Non credo che “fare la Verità” possa identificarsi con il rispetto della legge naturale iscritta nel cuore. se così fosse, sarebbe vero che la stragrande maggioranza degli esseri umani venuti sulla terra sarebbero “dannati”, data la incapacità umana a seguire per intero la legge naturale, a causa della ferita inflitta dal peccato originale.
“fare la verità” , a mio parere, significa sì disporsi a seguire le leggi iscritte nella coscienza ma riconoscendo nel proprio profondo la propria umana incapacità a rispettare per intero la legge naturale e quindi rinunciando a una personale “giustizia”.
Sul tema segnalo un contributo di Brunetto Salvarani apparso su Jesus
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt201803/180313salvarani.pdf
Alberto Farina
Siccome lei, Zezza, non ha compreso le parole di Calò, le suggerisco di andare a rileggere il commento di giuseppe di melchiorre e il suo in replica.
E tenga anche presente che se c’è uno qui la cui catechizzazione non è “così scarsa”, questi è proprio l’umile Giuseppe di Melchiorre.
L’umiltà fa la differenza, sig. Zezza.
Ho passato un po’ del mio tempo a pensare come spiegare una cosa per me semplice come il funzionamento di una chiave a un essere che vive in un universo piatto e pretende di poter sapere e spiegare tutto.
Effettivamente non avevo ben compreso che il ragionamento di Giuseppe Di Melchiorre era un ragionamento “per assurdo”. Lo avevo letto troppo in fretta e gli attribuivo una idea opposta a quella che voleva sostenere.
Sono comunque convinto che ai termini “salvezza” e “dannazione” si diano contenuti molto variegati e che per comprendersi occorrerebbe definire meglio.
Ringrazio Victoria per il suo fraterno richiamo alla umiltà