Torno a Sestri Levante, salgo alla chiesa romanica di San Nicolò, che è sempre chiusa, e ritrovo le amiche cicale che sono sempre aperte.
A Sestri Levante con le cicale di due anni fa
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Ritrovo le amiche cicale: erano qui in vacanza già due anni fa.
http://www.luigiaccattoli.it/blog/2013/08/25/sullisola-di-sestri-in-compagnia-delle-cicale/
San Nicolò che è sempre chiusa: San Nicolò dell’Isola, costruita a partire dal 1151, è il più bel pezzo di storia della città. Invisitabile, sempre chiusa, non c’è scritto a chi rivolgersi. E per che cavolo dovresti andare a vedere queste anticaglie?
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Nicol%C3%B2_dell%27Isola
😀
“Poi, quando l’ora quarta del cielo accumulerà la sete e le cicale lamentose eromperanno attraverso gli arbusti col loro canto, inviterò a portare le greggi presso i pozzi o gli stagni profondi, a bere l’acqua che scorre nei canali di legno di leccio”
Virgilio:
(Georgiche, III libro)
“Si dice che un tempo le cicale fossero uomini, di quelli vissuti prima della nascita delle Muse; e quando nacquero le Muse e si manifestò il canto, alcuni degli uomini di allora furono così colpiti dal piacere che cantando trascurarono cibo e bevanda, e morirono senza accorgersene. Da loro in seguito, sorge la stirpe delle cicale, che ottenne dalle Muse il dono di non aver bisogno fin dalla nascita di nutrimento, ma di cantare subito senza cibo né bevanda, sino alla fine.”
Forse è questo il motivo per cui la Chiesa Romanica di San Nicolò è sempre chiusa.
Le cicale che d’estate cantano in continuazione intorno ad una chiesa sempre chiusa sembrano mettere in risalto il desolante abbandono di un luogo dove aleggia, comunque, una spiritualità speciale.
Dio è lì, e Lo senti.
Le cicale cantano alla vita e sono le umili ancelle di Dio.
Con il loro frinire che riempie lo spazio d’ intorno in un incessante richiamo reciproco, “sempre aperte” alla bella stagione e al miracolo della vita, anche a noi ricordano che è bello vivere.
A noi che lo dimentichiamo troppo spesso, irretiti, come siamo, dalle brutte notizie, dalle preoccupazioni, dalle tristezze che ogni giorno porta con sé.
Questa vita così meravigliosa e così difficile da vivere.
Le cicale cantano alla vita. Che ne sappiamo?E‘come dire che gli sciacalli ululano alla vita.Dopo aver reso antropomorfo Dio vogliamo prestare anche agli animali i nostri sentimenti e desideri? Per quel xhe ne sappiamo le cicale potrebbero anche cantare alla morte e al gran Nulla. Ricordate la Ginestra di Leopardi? Il “nobile fiore“che cresce sulle pendici del Vesuvio per il sommo poeta non e‘che un inno “all‘infinita vanita‘de tutto“
Nobil natura e‘quella
Che a sollevar s‘ardisce
gli occhi mortali incontra
al comun fato e che fon franca lingua,
nulla al ver detraendo,
confessa il mal che ci fu dato in sorte,
e il basso stato e frale…
(Leopardi La ginestra)
“Siete per me come un giardino chiuso,
dove nessuno è penetrato mai.
Di profondi invisibili rosai
giunge tale un divino odore effuso
che atterra ogni desìo di chi l’aspira. “
Era diffusa tra i latini l’’idea che le cicale non avessero bisogno di cibo, ma si nutrissero di rugiada. Secondo Seneca, la cicala è l’eterno contrasto che sperimentano gli uomini in continua lotta tra ” otium e negotium”. Nel “De brevitate vitae ” il contrasto tra l’ozio -padre di tutti i vizi- e il lavoro -principalmente su se stessi- si fa cogente.
Nel cap VII° il concetto per cui gli uomini sono prodighi del tempo perché non ne conoscono il valore , si condensa in tuonante esordio:” Tra i primi annovero senz’altro coloro che per nessuna cosa hanno tempo se non per il vino e la lussuria…Nulla è di minor importanza per un uomo affaccendato, che il vivere: di nessuna cosa è più difficile la conoscenza. Tutta la vita dobbiamo imparare a vivere e, cosa della quale forse vi meraviglierete, tutta la vita dobbiamo imparare a morire”
Eloquente anche l’ultima parte di “Ossi di seppia” di Montale…
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia
“San Nicolò dell’Isola, costruita a partire dal 1151, è il più bel pezzo di storia della città. Invisitabile, sempre chiusa, non c’è scritto a chi rivolgersi.”
Caro Luigi, mi sembra un tipico esempio di come qualcuno nella Chiesa, consapevolmente o no, stia spingendo verso l’autodistruzione.
Esatto. ..
Non è così.
Il nostro paese pullula di chiese, foranee o no, sempre chiuse. E non da ora. Perché dovrebbero stare aperte?
Solo in circostanze speciali vengono aperte.
Nella mia città ci sono almeno dieci chiese a pochi metri di distanza l’ una dall’ altra nell’ antico centro storico.
Risalgono a tempi molto antichi , quando la Chiesa godeva di un potere
temporale. Ognuna è molto interessante sotto il profilo storico e artistico.
Ma oggi siamo lontani dal Medioevo e tutto è cambiato.
Dovrebbero aprirle, almeno d’ estate, solo come musei d’
arte, a beneficio dei turisti.
Discepolo, devo ricordarle che tutti gli animali, compresi gli sciacalli ululanti, con il loro verso differenziato si richiamano fra di loro per assicurare la continuazione della specie? E se questo non è un “canto” alla vita, che cos’ è, scusi tanto?
C’ è chi ha un canto bello e chi ha, al contrario, un canto sgradevole.
Si informi, prego.
Tutti gli esseri animati cantano alla vita, giacché tutti–anche l’ essere umano– aspirano naturalmente alla riproduzione della specie.
Non per nulla il Creatore li ha dotati di organi sessuali. O comunque di altri metodi per la continuazione della vita.
Dovrebbe saperlo forse più di me.
Perché dovrebbero stare aperte ?
Semplicemente perché l’arte sacra è uno dei più efficaci veicoli della fede, e non sono certo io a dirlo. Anzi, una delle più convincenti prove della verità della fede.
Perché è un tesoro che ci è stato donato dai nostri fratelli che ci hanno preceduto e non abbiamo il diritto di privarne il mondo.
Comunque, se non ti sembra perlomeno anomalo che una chiesa romanica del 1150, la più bella della città, sia sempre chiusa, è assolutamente inutile continuare la discussione.
E quando dico aperta, intendo aperta come luogo di culto con celebrazione della messa, non certamente come museo d’arte, ça va sans dire.
Ma tu l’ hai capito o no che il Medioevo è lontano?
E che non ci sono più tutti i preti di una volta?
Mica vuol dire che “la Chiesa sta spingendo verso l’ autodistruzione”.
Io, come già detto. Mi fermo. Non ci casco.
Perché, c’ è qualcuno che ti vuol far cascare? E dove?
Mica ho capito.
Medio Evo!!!???
Ma …dove trovare un prete che celebra con Rito Romano, questo è il problema mosso da fabrizio, e il Rito Romano, [assieme a quello Ambrosiano, ed altri ] rientra nei normali riti Liturgici prescritti della Chiesa Cattolica e confermati dal CVII , speranza disattesa, illusione, dolce chimera per quella parte di Popolo di Dio che ne desiderava celebrare le lodi, e ne aveva tutto il diritto.
Il R. Romano non è affatto in disuso:ha un formulario,una ritualità, una dossologia ben precisa distinta da quello ordinario, per cui occorre una buona preparazione a livello liturgico che i nostri preti non possiedono. La Summorum Pontificum di BXVI parlava chiaro…ribadendo quanto già detto e scritto a suo tempo dalla ” Dei Verbum ” [CVII] e puntualmente disatteso e disatteso ancora per l’ennesima volta. Di sacerdoti in grado di celebrare una liturgia in Rito Romano ce ne sono pochissimi e la colpa non è certo loro..
fabrizio dice il giusto quando asserisce che c’è stato uno smantellamento…c’è stato …se le chiese Romaniche sono chiuse è perché non ci sono preti che celebrano. Se non è un suicidio questo, siamo di li a poco.
…scrive, non volevo entrare nel merito dei riti.
Mi ero limitato a fare (ovvie) considerazioni sui luoghi di culto e il loro utilizzo.
Chiesa aperta come se fosse chiusa:
Venerdi 14 agosto 2015: Lo scrivente alle ore 17:15 si recava presso la Chiesa di Santo Spirito in Sassia, Roma, meglio conosciuta come “Santuario della Divina Misericordia” sita si e no a 200 metri da piazza S. Pietro. Il cartello esterno ed interno dice che le Confessioni -a cura dei Gesuiti, cosi recita il cartello sul confessionale … ; meglio non dir altro – sono negli orari dalle 17:00 alle 19:00 (alle 18:30 c’è la Santa Messa …).
Chiedo ad una suora che pregava nei banchi se vi sia un sacerdote per le Confessioni, mi risponde che pensa di no. Mi reco alla destra dell’altare e passo per la porta che mi introduce nel negozietto di articoli sacri dove c’è alla “vendita” una suora che parla al telefonino con l’auricolare. Chiedo per le Confessioni e mi risponde che non ci sono sacerdoti, sono in ferie (però il “negozio” non chiude per ferie, probabilmente pecunia non olet …).
Noi che lavoriamo 365 su 365 su h24 le ferie le facciamo scaglionate, si vede che i preti no. Sarebbe però bello che il “mio” vescovo, cioè quello di Roma -sono a Roma in pianta stabile, residente- mi spiegasse cosa ci fanno sugli autobus tutti quei pretini che vanno a zonzo nel mentre non ci sono sacerdoti in chiesa per le confessioni. Lo so che questo resterà un pio desiderio; e forse pure il suo, dato che hai voglia a portare le spoglie mortali di San Leopoldo Mandic e di San Pio da P. al Giubileo, quando poi nei confessionali non trovi nessuno …
Sarà l’anno della Misericordia o l’anno dell’obolo e dell’acquisto del souvenir sacro? I confessionali col prete o senza, ce lo diranno …
Però è bella questa, nel Santuario della Divina Misericordia non ci sta chi amministra il Sacramento della Misericordia. Il Sacramento va in ferie, ma le cassette dell’elemosina no, e nemmeno la vendita (che poi è incasso di soldi) degli oggettini sacri.
Vedete, per me, una chiesa del genere, è come se fosse chiusa, sbarrata con un muro di pietre, inaccessibile e senza sapere a chi rivolgersi per entrarvi.
PS. Il giorno 16 agosto, domenica, mi sono recato a Messa alle ore 18 in una chiesa di Trastevere e il Sacerdote durante l’Omelia riguardante “se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita” il giovanissimo sacerdote ha parlato dell’importanza del prepararsi a ricevere la Santa Eucaristia con la Confessione … Un giovanissimo prete ci crede ancora …
Che dire, stanno chiudendo le chiese, e di questo passo è in via di chiusura la “Chiesa” …
Hai ragione fabrizio ma se non ci sono i preti e cerimonieri che celebrano il Rito Romano, una Basilica dell’X XI secolo, con tutta la sua storia e tradizione straordinario fascino resta chiusa. Come vedi, le due cose vanno a braccetto.
Ibi Sapientia, anch’io ho lo stesso timore.
Se posso permettermi il consiglio, non richiesto, al mio vescovo, suggerisco di far velare nell’Anno della Misericordia tutte le opere d’arte presenti nelle Chiese.
Il turismo -molto spesso cialtrone e maleducato- sia educato ed invogliato, direi pure solennemente obbligato, ad ammirare contemplare ed adorare l’unica vera opera d’arte e di amore che alberga nelle chiese: La Santissima Eucaristia !
E a non dare fastidio entrando col sedere da fuori e con la macchina fotografica in mano a chi nelle chiese entra per la Santissima Eucaristia e per i Sacramenti.
I “turisti” a scopo “opere d’arte” li si faccia fare un anno sabbatico, o li si educhi (io direi obblighi, ma il principio d’autorità oggi non lo vuol sentir nessuno …).
Invece il mio parroco ha incentrato tutta l’ omelia sulla inutilità del ricevere il ” il corpo e il sangue di Cristo”, ovvero il Pane di vita, quando non ci si applica a seguire il Cristo nella vita di ogni giorno agendo con rettitudine e onestà e carità per far prevalere la giustizia e per promuovere l’ amore in tutti gli ambiti della vita.
Dio non vuole deleghe e non fa miracoli al posto nostro–ha asserito–; Dio vuole che ciascuno di noi faccia la sua parte, concretamente, nella storia. Perché il Cristo è con noi quando noi siamo disposti a seguire le sue orme che ci portano dentro il Regno di Dio. Quando, cioè, seguiamo le sue parole che sono la Via verso il Padre.
Fare la Comunione durante la Messa e lasciare che tutto resti come sempre e come prima, una volta usciti di chiesa, non serve a molto.
Una omelia del genere non è la solita omelia sul Pane di vita ( confessione e comunione).
Insegna molto di più. Insegna che siamo noi a doverci adoperare ( sempre!) per cambiare le storture
del mondo. Fidandoci del Cristo, che è con noi quando si agisce come Lui ci ha insegnato.
La comunione sacramentale ci aiuta nella misura in cui non la consideriamo fine a sé stessa, avulsa dalla storia concreta in cui ci troviamo.
“… direi pure solennemente obbligato…”
Nessun obbligo.
L’ obbligo non serve a niente e a nessuno.
Il comportamento altrui e nostro dipende dalla’ educazione e dalla sensibilità di ciascuno.
Del resto, in tutte le chiese all’ ingresso si affiggono dei cartelli dove vengono indicati i modi opportuni con cui entrare in chiesa e sostarvi. Si tratta di luoghi sacri che richiedono un abbigliamento normale, non indecente, e discrezione nel contegno.
Sara1, please come back; I miss you!
Eh, chissà, anch’io ho provato a richiamare la sara… certo, Fides, un’esperienza forte, traumatica quella vissuta dalla Sign.ra Sara1.
Quanto accaduto, almeno ciò che è arrivato, ha messo a fuoco la presenza di un paio di personaggi maschili , evito di fare nomi, ma, non ci vuole molto ad identificarli, che non definisco uomini perché un uomo, cattolico per giunta, anche se disturbato, sollecitato, per un senso, non tanto di cavalleria quanto di buongusto, educazione, rispetto, davanti ad una donna tace, qualunque cosa ella dica: si tace punto . La discussione verbale ci può stare, ma quando subentra la cattiveria , l’aggressione reiterata, il botta risposta, cattiveria palpabile nei confronti di una donna…dai.. a certi personaggi andrebbero silenziati . Un uomo che colpisce una donna nella dignità, che uomo è.
E’ stato troppo, è vero, ma a volte da queste esperienze si esce rafforzati.
Perciò sono certo che sara rientrerà più preparata di sempre.
Lo spero.
Sara
Sottoscrivo quanto scritto da Fides, torna!!!!
Devo supplicarti in ginocchio? 😉
Comunque si entri in una chiesa, anche se abbandonata, anche se piena di opere d’arte, c’è un senso di elevazione e di intimità spirituale.
Forse l’abbandono esalta il senso di Dio che, nonostante tutto, ci incontra.
È vero che Dio è dappertutto, ma ci sono dei luoghi tangenziali al divino in cui ci si avvicina più di altri.
È la messa o la confessione che mancano? Non so..per me no..è più evocativo il silenzio, la luce naturale dalle finestre..la sensazione unica di sentirsi a casa..anche se la Casa è buia e polverosa.
Anche a me farebbe piacere che Sara1 torni a farsi viva.
Hai ragione, Manuel : ” è più evocativo il silenzio”.
Anche per me è così.
Il silenzio infatti non è vuoto.
Parla più efficacemente delle molte parole assordanti, spesso inutili, che generano confusione e distolgono dai pensieri profondi.
Il silenzio parla quando si prova una grande gioia che è impossibile esprimere. Parla quando si è nella sofferenza e nel dolore, dove solo Dio ti è vicino e soffre e piange con te.
Il silenzio regala momenti di pace che innalzano l’ anima a Dio e suscitano un colloquio confidenziale con Lui. E la preghiera che nasce spontanea dal cuore, è una lode di ringraziamento al Signore che senti lì vicino, col suo amore indefettibile per te.
Propongo di mandare e-mail alle autorità di Sestri Levante per sapere le ragioni della chiusura della Chiesa e ottenere l’apertura.
Così si toglierebbe un mistero ma se ne aprirebbe un altro.
il motto: “Riapriamo le chiese chiuse!” 😀
A volte basta poco…non è necessario che sia un prete a tenere aperta la chiesa, potrebbe essere benissimo qualche pensionato o volontario della zona.