“Avevo 14 anni quando il cardinale Angelo Roncalli fu eletto Papa. Il televisore non era ancora nelle case della campagna marchigiana da cui vengo, ma c’era nella scuola media che frequentavo e ricordo il professore di religione che diceva con sicurezza, dopo la fumata bianca: sarà Roncalli”: è il vagante attacco di una mia impegnativa rievocazione della cara figura di Papa Roncalli, che tenni sei anni addietro a Verona e che ripropongo alla vigilia della canonizzazione come mio segno di esultanza per l’evento. La mia rievocazione si incentra sull’amore di quel Papa per “la santa libertà dei figli di Dio”.
A Roncalli che rivendicò la libertà dei figli di Dio
71 Comments
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Da Giovanni a Francesco. Ad aggiornamento di un testo che è del 2008 dirò che l’eredità di Giovanni XXIII nel segno dell’aggiornamento trova in Francesco una migliore rispondenza rispetto a ogni altro successore. Ecco un brano della mia rievocazione che oggi dovrei riscrivere: “Nel suo atteggiamento fiducioso Giovanni XXIII è stato seguito da Paolo VI per i primi tre-quattro anni del Pontificato – poi Papa Montini, negli anni della contestazione giovanile e anche ecclesiale, nonché dell’incipiente crisi vocazionale e disciplinare dell’intera compagine cattolica, si fece più guardingo e su una linea di cautela si è mantenuto Giovanni Paolo II, forse attenuata dall’impeto della sua passione per la missione. Alla cautela montiniana sta oggi pienamente tornando Benedetto XVI e dunque possiamo dire che da Giovanni XXIII ci è venuto l’input più fiducioso che ancora segna e marca questa stagione ondivaga del rinnovamento cattolico. Mai esso è strato confutato o ritrattato dai successori, ma è anche vero che non è stato più il sentimento dominante del Pontificato romano dal 1967-1968 in poi”. Oggi lo è di nuovo.
Complimenti per il “pezzo”, Luigi.
In attesa della bella giornata di domenica, buon 25 aprile al “pianerottolo” !
Roberto 55
La mia analisi é profondamente diversa perché a me pare che con Francesco stiamo assistendo ad una situazione mai vista nella storia recente della Chiesa.
C’é ben altro di un atteggiamento più o meno fiducioso……Fino ad oggi i vari papi si sono tra loro succeduti in una linea di inevitabile continuità dottrinale e magisteriale. Non credo di sbagliarmi nell’affermare che non ci sia una virgola di Benedetto che contraddica nella sostanza Giovanni Paolo II, di Giovanni Paolo II che contraddica Paolo VI e così via fino a Giovanni XIII e oltre. E’ chiaro che ogni papa aveva il suo stile, i suoi umori e la sua sensibilità, spingendo il suo programma su un aspetto piuttosto che su altro, fino ad arrivare a innovazioni profonde. Di conseguenza il singolo fedele poteva avere piú feeling con un papa rispetto ed arrivare pure a sentirsi stretto all’interno di un pontificato, ma sulle questioni di fondo non poteva (in onestá) imputare alle parole di quel papa nulla che si discostasse dall’insegnamento precedente della Chiesa. Quindi se c’era un problema di identità profondo del fedele era in relazione al pensiero storico della Chiesa e non a quello del papa di turno. Ora per la prima volta abbiamo un papa che tra le tante sue esternazioni a diversi livelli dice (o quantomeno lascia intendere) cose che smentiscono quanto sostenuto dai predecessori. I casi cominciano ad essere tanti, riassunti in modo esemplificativo da Scalfari che ha sintetizzato un serie di colloqui privati con un memorabile articolo “La rivoluzione di Francesco: ha abolito il peccato”, senza mi pare nessuna precisazione di Francesco stesso. Oppure frasi di Francesco sempre più spesso usate dai maestri di pensiero per ridicolizzare le prese di posizione delle varie conferenze episcopali, colpevoli di aver ribadito il pensiero di sempre della Chiesa.
Questa netta discontinuità nella storia della Chiesa a mio avviso può avere due sbocchi:
1) La relativizzazione del magistero della Chiesa e dei papi, incluso Francesco (se Francesco piú o meno direttamente contraddice e relativizza Giovanni Paolo II, anche il singolo fedele inevitabilmente si sente libero di relativizzare quello che dice Francesco e considerarlo un parere tra tanti).
2) Se invece le parole di un papa continuano ad avere un valore “assoluto” e decisivo per il cattolico, le equivoche, vaghe e a volte contraddittorie uscite di Francesco di questo passo possono avere conseguenze drammatiche in termini di “rappresentatività” del fedele, fino a sfociare in una deriva esplicitamente o implicitamente sedevacantista (e non ci voglio nemmeno pensare).
Per quel che vale il mio parere (cioé nulla) a tutto questo puó porre rimedio solo Francesco, pesando meglio quello che dice alla luce del magistero dei predecessori. In altre parole, o la rivoluzione “fiduciosa” di Francesco si sviluppa in una chiara e netta continuità dottrinale di fondo con i predecessori, oppure la rivoluzione stessa potrebbe essere vanificata dal rischio reale di sfasciare tutto.
Per chi avesse avuto la pazienza di arrivare fin qui, vi chiedo di considerare la mia analisi nella sua gravitá, senza trasformarla in una battaglia di schieramenti.
Un saluto a tutti (stacco internet fino a lunedi, quindi tirato il sasso, nascondo la mano).
Opterei per lo sbocco n° 1
“Iactum tacendo crimen facias acrius”, ovvero: “Tacendo un danno lo si rende peggiore !”
Mi dileguo!
Sei ottimista caro Fabrizio. A breve sarai lapidato in barba alla “santa libertà dei figli di Dio”. A lunedi ci arriverai malconcio.
Giovanni XXIII è stato un riformatore attento e cauto pur nel rispetto della libertà dei figli di Dio. In continuità sempre col passato, tanto da non ignorare una innovazione del predecessore.
Francesco addirittura lo supera nel rispetto della “santa libertà dei figli di Dio”, tanto da andare oltre alla libertà di permettere che certe “tesi” vengano affisse fuori al portone di una chiesa: sta permettendo addirittura che vengano discusse “nella Chiesa”.
Buona Pasqua.
Bello il commento da Giovanni a Francesco, Luigi. Per quanto riguarda l’atteggiamento fiducioso hai ragione.Questo a mio parere deriva dal fatto che papa Francesco ha un fortissimo senso pastorale evangelico e questo atteggiamento tocca molto anche cuori induriti dall’indifferenza e si trasforma in parole che capisce anche chi si è allontanato dalla fede da tanti anni o non l’ha mai avuta. Si è visto a Lampedusa, altri papi avrebbero detto: “non è cristiano trattare così i migranti, queste cose non devono succedere”, Ma lui è andato sull’isola a parlare con i migranti, consolarli, abbracciarli, toccarli.
Credo che questa visione evangelica e questo predominio della carità ” che tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” come ci ricorda San Paolo, spaventi un po’ i difensori della dottrina. Abbiamo un papa più profeta che dottore della Chiesa e questo per qualcuno è sconcertante.
E’ questo atteggiamento fiducioso che ha creato quel clima “di nuova primavera “ecclesiale di cui hanno parlato in molti, compreso Jon Sobrino che aveva molto sofferto precedentemente.
Quindi se parlo di carità e San Paolo non c’entra con la “dottrina”
Su San Paolo e la grazia si è spaccata l’Europa come cavolo si fa a contrapporre San Paolo e la dottrina???
Che nervi.
Oggi per te è giorno di lutto, vero, Ginestro ?
VIVA IL 25 APRILE !
Roberto 55
Sara è legata ancora ad una visione pre-moderna in cui la dottrina è come “ancora” , simbolo della speranza cristiana, di affidamento a Cristo; si butta a mare per tenercisi “ancorati”.
Nel post-moderno invece essa è “zavorra”, si butta a mare per liberarsi di un peso e prender meglio il largo. Ti dovresti aggiornare.
Viva il 25 aprile e il 2 giugno, pasqua e pasquetta, natale e ferragosto, non vedo il problema che ha questo signore -che ha anche una certa età- con me. Non ho mai avuto il piacere di conoscerla, comunque faccia lei.
Io non dico questo dico ma che anche la carità e’ dottrina, San Paolo e’ dottrina fede speranza e carità sono massimamente dottrina, contrapporre carità e dottrina e’ cosa lunare.
Quoto Sara1 9.37
Ero ironica cara Sara e penso in modo evident quindi condivido il tuo pensiero che tutto deve esser visto e preso in modo omogeneo. Non tutti oggi fanno però questo e lo si legge benissimo.
chi contrappone carità e dottrina? coabitano e si nutrono reciprocamente. Ma si può evidenziare uno o l’altra. Francesco evidenzia la carità e questo spaventa le persone per cui esiste solo la dottrina
Ho detto chiaramente nel mio post ” PREDOMINIO” della carità, mettere prima la carità, Sara, perchè leggi cose che non ho detto? Non ho detto quello che tu dici
Spaventerà le persone che hanno un’idea ristretta della dottrina perché la carità e’ una virtù teologale non è una scoperta di qualche illuminato e’ l’abc per i cristiani.
Comunque di picchio condivido che “Abbiamo un papa più profeta che dottore della Chiesa”.
Anche se c’è una probabilità da prendere in considerazione e cioè che il futuro potrebbe dirci che niente di profetico c’è stato.
(Senza prendere in considerazione una probabilità, seppur remota, che un prossima papa e/o in un prossimo concilio possa decretare “antipapa” un papa precedente. Questa è una ipotesi tutta scolastica, ma con papa Formoso realmente accaduta.)
fatti un giro sul sito della guarini sara, in giro per il web di spaventati ce ne sono tantissimi (nelle parrocchie meno)
Ho letto l’articolo di Bosetti su repubblica riguardo agli italiani cattolici analfabeti.Tempo fa avevo fatto un’inchiesta: avevo chiesto a tutti i miei colleghi praticanti se avessero mai letto il Vangelo integralmente, o almeno integralmente uno dei Quattro evangelisti.La risposta è stata sconfortante: nessuno, su una 15 di persone, lo aveva mai fatto.
Effettivamente nelle parrocchie sono i preti che sono spaventatissimi (e pure molto arrabbiati): si ritrovano a fronteggiare “fedeli” (?) imbizzarriti che intimano al povero prete “ho letto che lo ha detto papa Francesco” .
(Qualche prete più audace però subito li doma rispondendo: “ha letto male, ho la notizia di prima mano perchè mi ha telefonato e mi ha detto che è stato male interpretato dalla stampa”) 🙂
Lo conosciamo benissimo il sito della Guarini per comprendere la dottrina però è meglio andare su vatican va che è ricchissimo.
E’ inutile che provi a camuffarti, Ginestro: abbiamo capito tutti chi sei, e da dove provieni.
Roberto 55
Ho capito anche io che lei è un maleducato anche a dispetto del fatto che abbia una certa età che dovrebbe renderla saggio. Tanto basta, non serve poi sapere da dove provenga geograficamente, ce ne sono a tutte le latitudini.
Sara non si va certo sul sito della Guarini ” per comprendere la dottrina” si va per vedere come reagiscono “le persone che hanno un’idea ristretta della dottrina ” come affermasti tu
Ok però ormai li conosciamo benissimo sono pochi e sempre gli stessi anzi in diminuzione.
Spesso fanno solo una caricatura della “dottrina”
Proclamare in maniera chiara e senza ambiguita’la dottrina cristiana. e’la PRIMA Delle opere di carita’e di pastorale che dovrebbe fare un cristiano a maggior ragione il Papa. Una dottrina ambigua e contraddittoria getta nella confusione oe anime. E che srve fare una carita’materiale se poi si lascia che le anime si perdano con false dottrine? Quello che gente come Picchio jon vuol vedere e’oggi molti cristiani ,buoni e veri cristiani,sono confusi e smarriti dal modo di parlare di questo Papa. che come ha detto giustamente Fabrizio CONTRADDICE. tutti i pontificati precedenti .Carita’cristiana vorrebbe anche non amareggiare e contristare i fratelli o no ? Confermare i fratelli nella fede dovrebbe essere il compito che Cristo ha dato a Pietro.
Perfetto, Fabrizio, meglio non si poteva dire.
Le “tante esternazioni a diverso livello” di Francesco contano come il due di briscola.
Capisco che non si sia abituati a un papa che prende pubblicamente la parola ogni santo giorno, e ancor piu’ a un circo mediatico che ci si butta sopra piu’ volte al giorno ( fin che durerà ); capisco che Francesco mostri di non tenere in alcun conto il problema di una sovraesposizione quotidiana, di non prendere in considerazione l’idea di rinunciare a comunicare in tutti i modi che gli garbano con tutti quelli con cui vuole parlare; e che questo porti a una colossale montagna di ” scoop ” piu’ o meno strombazzati, sempre sparacchiati in prima pagina, o in prima notizia dei tg, o in primo post sull’universo bloggarume cattolico in perenne fibrillazione pro o contro…
Ma tutto questo assomiglia moltissimo alla classica tempesta in un bicchiere d’acqua. Se si analizzano uno per uno ( almeno per i piu’ celebri, dal ” chi sono io per? ” in giù) tutte le varie frasi “incriminate” (?!) NON CI SI TROVA nulla da ” incriminare” dal punto di vista cattolico, ma nemmeno e soprattutto dal punto di vista della continuità con i papi precedenti.
“La ggente” ( tra cui noi, nella fretta, che dovremmo essere cristianamente e cattolicamente maggiorenni e vaccinati, e comunque strutturati dottrinalmente e comunitariamente e storicamente per distinguere parole in libertà estrapolate da contesti da parole ex cathedra: ma evidentemente non lo siamo per nulla, a giudicare da molti commenti) riporta a macchinetta l’imbonimento mediatico quotidiano della ” rivoluzione di Francesco ” e della ” Chiesa di Francesco”?
Ma è evidentissimo che non esistono né l’una né l’altra, nessuna rivoluzione, e nessuna ” chiesa nuova”, dal momento che sarebbe semmai, come sempre, una presunta ” chiesa di Benedetto”–inesistente peraltro– ad avere espresso e scelto e reso possibile il pontificato di Francesco stesso… Questa rivoluzione di Francesco sta nella percezione da parte dei lontani, nell’idea che se ne fanno i vari AUgias e Scalfari e tutti gli emuli minori. Ma francamente, che Scalfari sentenzi solenne e pensoso: la rivoluzione di Francesco: ha abolito il peccato, ha cattolicamente la stessa dirompente valenza di chi afferma: gli asini volano.
Di cosa ci preoccupiamo, adesso? Degli “atei devoti” a valenza contraria rispetto a quelli che hanno tirato indegnamente per la giacchetta il povero Benedetto amareggiandone oltre misura la già amara bevanda che si è sorbito nei suoi anni? Magistrali o no nelle loro scritture, contano un beneamato tubo.
Quindi non si tratta di relativizzare alcunché.
Semplicemente di non fare un minestrone tra tweet, frasi spezzettate di , risposte ad interviste, commenti di terzi alle risposte, telefonate private a singole persone, riferimenti di farsi pronunciate in tali telefonate ecc ecc.
E attenersi a quello che il Papa fa e dice nella sua ufficialità.
E in questo, io vedo piuttosto, non solo una continuità totale, ribadita e riaffermata in ogni occasione, e inevitabile peraltro. Vedo anche una grande speranza di cambiamento cui corrisponde, per il momento, una sostanza di cambiamento assai limitata, ammesso che ci sia stata. Il “sentimento del rinnovamento cattolico ” torna oggi ad essere protagonista, come dice giustamente Luigi. Come ” sentimento”, certamente. Come stile, gesti e simboli, certamente ( anzi, con particolare cura a tutto questo lato). Ma come sostanza, speriamo che si concretizzi, per il momento non ci vedo granché.
Torno a dire che non è paragonabile Giovanni, che dall’interno delle sue vesti dorate e della pompa pontificia flabellata, in soli 100 ( 100! ) giorni, lasciò scatenare la ventata provvidenziale del Concilio, con Francesco che per il momento si è limitato ad innovare piu’ il linguaggio e la forma che a misure sostanziali. Con tutta la simpatia e il tifo e la pure la filiale devozione- come si usava dire- che ho tutta intera nei suoi confronti.
…pure, non la pure….
Cara Discepolo, ci vuoi dire dove, quando e in quale circostanze- me ne basterebbe una sola- questo papa CONTRADDICE tutti i pontificati precedenti?!!
A Fabrizio vorrei dire, quando riattaccherà internet lunedì e ammesso che mi legga, che la paventata da lui deriva ” sedevacantista” è già bellechè realizzata, e da un pezzo. Basta farsi un giro per il web, dove è pieno di cattolici autoproclamantesi defensores fidei doc, che apertamente non lo riconoscono nella sostanza. Anche in questo blog non sono mancate piu’ o meno velate accuse di eresia al papa.
“Anche in questo blog non sono mancate piu’ o meno velate accuse di eresia al papa.”
Verissimo, Lorenzo. Ma lasciano il tempo che trovano.
D’altra parte, a onore del vero, bisogna dire che le stesse accuse – spesso dalle stesse provenienze- viaggiano anche nei confronti dei predecessori tra due giorni santi. Giovanni sigmatizzato per esempio per il Concilio ancora oggi esecrato ( anzi sempre piu’ esecrato) e la manìa ecumenica; Giovanni Paolo per l’aborrito spirito di Assisi o per le richieste di perdono.
Il che lascia ampio spazio al dubbio che molti, invece che ascoltare il Papa e lasciarsene confermare nella fede dai suoi insegnamenti, lo ascoltano solo e soltanto se tali insegnamenti si accordano con la loro personalissima visione della fede.
“Ora per la prima volta abbiamo un papa che tra le tante sue esternazioni a diversi livelli dice (o quantomeno lascia intendere) cose che smentiscono quanto sostenuto dai predecessori.”
Forse Fabrizio non si è accorto, o, quantomeno, trascura il fatto notevolissimo che il Papa attuale ha un’esperienza ben diversa da quella dei papi precedenti. E poiché l’esperienza non è acqua, ad essa spesso attinge per esprimere il suo pensiero.
Egli ha, ed è la prima volta che succede nella storia personale di un papa, esperienza viva del contatto gomito a gomito con la gente, il popolo di Dio; con i problemi che toccano la carne viva della gente.
La dottrina è importante sì, ma se resta isolata in una una serie di precetti formulati ex cathedra, la sua validità ne viene indubitabilmente inficiata, restando cristallizzata entro una cornice che la distanzia dall’Umanità.
E quella dottrina è fortemente limitativa del Dio di Gesù Cristo, che è vivo, QUI ed ORA, ovvero in ogni istante della vita, nell’Umanità in cammino verso il compimento del Regno.
Papa Francesco non fa altro che attestare questa suprema verità.
Egli è stato capace di leggere i segni dei tempi, ai quali i discepoli di Gesù DEVONO guardare, invitati da Gesù stesso a farlo. Ma la Chiesa si è, con l’andare del tempo, talmente intronizzata che ha preferito restare al di sopra della vita dell’uomo, ritenendo sufficiente l’indottrinamento e finendo per restare, di fatto, chiusa in se stessa senza neppure accorgersene.
Questa è l’autoreferenzialità di cui ha parlato, a parer mio giustamente, Francesco.
Anche papa Giovanni XXIII lo aveva intuito e in qualche misura dimostrato.
Quando indisse il C.V.II, lo fece per rinnovare la Chiesa, che della dottrina è depositaria. Ma capiva che la dottrina è destinata ad essere fine a se stessa, senza un rinnovamento delle membra di chi la costituisce e ha il compito di proclamare il Verbo di Dio e la dottrina.
La sua azione ha avuto esito positivo solo parzialmente, proprio perché i successori del Papa buono non hanno avuto il coraggio di continuare in pienezza quella missione.
Non è vero che questo Papa non segua la dottrina e che sia in discontinuità con i suoi predecessori. Questo lo dicono solo (si fa per dire) coloro che temono i segni dei tempi e le novità che ne derivano. Questa è PAURA bella e buona, accompagnata da sguardo torvo e malevolo verso chi ha capito ciò che altri non hanno saputo o voluto comprendere.
Non è vero che Francesco “relativizzi” la dottrina. Non è vero che metta in secondo piano gli insegnamenti morali della Chiesa. La sua preoccupazione massima e sacrosanta è quella di mettere a fuoco il messaggio di Gesù.
Egli vuole invitare a porre la dottrina morale dentro il contesto che le dà significato, altrimenti resterebbe, come suol dirsi, lettera morta.
Infatti vero è che la Chiesa deve essere prima di tutto MISSIONARIA, per essere credibile, per parlare di Gesù Cristo al mondo e con il mondo.
Questo è il suo mandato.
Se non si capisce questo, non si è capito il Vangelo. E dire che “le sue esternazioni smentiscono quanto sostenuto dai suoi predecessori” è una falsità madornale e denota un’ evidente difficoltà ( da “pipistrelli”?) a comprendere il linguaggio nuovo di un Papa che oggi è fra noi per grazia di Dio.
PS
Scusate la lunghezza del commento.
Perfetto, Lorenzo: meglio non potevi dire.
Roberto 55
Ciao Roberto, e grazie per gli auguri – che ricambio a tutti- per un buon 25 aprile!
Che qui, quest’anno, “si prolunga” anche il 26 con la beatificazione di Girotti!
“Il linguaggio nuovo di un Papa che oggi è fra di noi per grazia di Dio”.
Bellissime parole. E’fra di noi per grazia di Dio. Ed è grazia di Dio PER NOI.
Questa stortura mentale secondo cui, invece di “attingere” a un papa nella sua specificità e particolarità, si giochi tutte le volte a chi lo impallina meglio, non finisce di stupirmi e mi sembra perfettamente degna di Tafazzi.
E’ autentica grazia di Dio anche questo suo linguaggio nuovo: che provoca, chiama fuori dalle 4 certezze che crediamo di avere, usa termini magari popolari e certamente non ecclesialesi . Questo sconcerta e scombussola? Ben venga anche lo sconcerto e lo scombussolamento…
Chi l’ha detto, scusate, che confermare nella fede significhi ESSERE CONFERMATO NELLA MIA, DI FEDE? Magari significa essere sbugiardato, strigliato, svegliato dall’abitudine, scosso nei pregiudizi… Tutta roba che Gesù faceva ogni giorno con apostoli & discepoli, mi pare.
Non è forse il caso che pure noi ci diamo una mossa, e la santa libertà dei figli di Dio incominciamo ad usarla per interrogarci? Per accettare discussioni?Prendere in mano argomenti senza stracciarci immediatamente le vesti, lanciare anatemi e scomuniche?
Insomma, non è che ” essere confermati nella propria fede” significhi ” essere tranquillizzati sul fatto che abbiamo ragione noi” in fatto di fede.
Buon 25 aprile a tutti! Festa laica molto, molto importante!
Intanto papa Francesco ha chiamato e fatto quattro chiacchiere con Marco Pannella. (Pare che il contenuto della telefonata sia in questi minuti diffuso da Radio Radicale).
Saluti, saluti a tutti!
http://m.dagospia.com/articoli/flash-il-prossimo-direttore-di-sat2000-al-posto-di-boffo-sara-lucio-brunelli-cl-vaticanista-76102#articolo
Sarà vero o un’indiscrezione?
Se è vero mi pare buono.
http://it.radiovaticana.va/105/m_articolo.asp?c=785817
Devo dire concordo con Galantino quindi speriamo.
@sara delle 20.20
Sì, se confermato sarebbe una bella notizia.
Ciao!
Ho trovato una connessione estemporanea e mi riaffaccio.
Lorenzo, mi sembra tu stia trascurando un paio di aspetti essenziali.
1) Scalfari non é uno qualunque ma é l’interlocutore privilegiato che si é scelto il papa stesso, e del quale il sito del Vaticano ha pure ospitato per un mese una delle sue interviste “rielaborate”, innalzandola quindi al rango di magistero autentico del papa (prima che qualcuno si svegliasse e si accorgesse che il suo contenuto era davvero border line, se non off line, e la facesse sparire). Se Scalfari dei suoi colloqui con Francesco ha tratto quella conclusione (Francesco ha abolito il peccato), significa che un problema di poca chiarezza e ambiguitá c’é eccome.
2) “Chi sono io per giudicare” in se è una frase impeccabile, persino banale. Peccato che ancora ieri sia stata usata da Vargas Llosa per dare dei trogloditi ai vescovi peruviani colpevoli di ribadire la viosione antropologica di Giovanni Paolo II. E’ l’ennesima volta in questi mesi che personaggi autorevoli citano la frase a a sproposito, quasi sempre in senso liberatorio contro l’oscurantismo e le chiusure della Chiesa di Wojtyla e Ratzinger. Una parola di chiarimento sarebbe troppo ? Altrimenti devo pensare che il fraintendimento sia voluto e stia bene cosí.
Marilisa, tutte le opinioni sono lecite ma non si possono cambiare le biografie per supportare le proprie idee….Wojtyla aveva grossomodo la stessa esperienza pastorale di Bergoglio, quindi conosceva i problemi reali della gente tanto quanto lui.
“Se Scalfari dei suoi colloqui con Francesco ha tratto quella conclusione (Francesco ha abolito il peccato), significa che un problema di poca chiarezza e ambiguitá c’é eccome.”
Magari significa che Scalfari non è così intelligente come sembrerebbe…
E quindi Francesco è stato estremamente avventato a scegliererlo come interlocutore privilegiato, perché gli scritti di Scalfari verso la Chiesa e i suoi predecessori erano ben noti. E tu gli lasci pure “ricostruire” un colloquio e lo pubblichi sul tuo sito ? Suvvia…..
Ora basta davvero, che non sembri che voglia mancare di rispetto al mio papa (e devo pure sconnettermi definitivamente).
Fabrizio, quale biografia io avrei cambiato, scusa?
Non metto in dubbio che G.P.II conoscesse la gente, ma si trattava di una “conoscenza” diversa, se mi permetti.
Dai resoconti che se ne sono fatti finora, io so che aveva conosciuto compagni di lavoro e di spettacoli teatrali prima di diventar papa. Poi conobbe moltitudini di vari Paesi, ai quali portava il messaggio evangelico e il suo carisma acclamato da tutti. Merito indiscutibile, senz’altro. Mai messo in dubbio. E i risultati furono visibilissimi nel giorno dei suoi funerali.
Tuttavia, restava sempre molto “principe” con toni paternalistici e molto in linea con le immagini di un papato fin troppo convenzionale, che però in alcuni tratti mostrava qualche novità. Per es. l’apertura alle altre religioni. Cosa non da poco, tutt’altro.
Questo Papa se ne discosta parecchio perché egli è stato a contatto vivo con gli “ultimi” della società, con i diseredati, con i veri poveri della terra.
Per usare una frase ormai abusata, egli aveva su di sé “l’odore delle pecore”, che è cosa ben diversa da una semplice conoscenza.
Papa Francesco pone ogni uomo al suo stesso livello, non ha pretese di stare più in alto. È sceso dal trono e riesce a porsi nei panni di chi vive problemi di ogni sorta. Di un papa come questo avevamo bisogno tutti.
Egli non si limita a dire le pur belle parole “spalancate le porte a Cristo”; ma dice: “la mia porta è sempre aperta” volendo significare che le sue braccia sono spalancate nell’abbraccio per tutti, senza distinzione. Come spalancate sono le braccia del Cristo in Croce.
Ed egli resta comunque nella tradizione della Chiesa per quanto riguarda la dottrina. Egli però bada soprattutto all’ indispensabile, al cuore del messaggio evangelico, che deve essere quello stesso della Chiesa. La quale deve farsi carico delle persone, ad iniziare dalla loro concreta condizione esistenziale.Tutto il resto è un di più senza il segno dell’essenzialità.
Quando poi, tu Fabrizio, tiri in ballo Scalfari e il famoso articolo che tanto scandalo ha suscitato, ti faccio presente che se il titolo era ambiguo ( ma non credo che quel titolo l’abbia voluto Scalfari), il corpo dell’articolo in questione era chiarissimo per chi non avesse avuto la fretta– per PAURA,– di caricare a testa bassa. E d’altronde lo stesso Scalfari ebbe a chiarire, successivamente, il suo pensiero; ma su questo si sorvola sempre, chissà perché.
State tranquillissimi: non è che Scalfari voglia disturbare i sonni della Chiesa e dei suoi fedeli il cui sguardo è ottusamente volto all’indietro.
Ieri si è saputo che Francesco ha telefonato a Pannella. E pensare che il partito radicale è sempre stato anticlericale per eccellenza.
Dunque, scandalo anche questo? Forse sì per i troppi ineffabili conservatori ed estimatori della Chiesa che fu.
Per me è stato un bel gesto che fa capire la grande libertà di un papa che, confidando nella sua buona coscienza, se ne infischia dei luoghi comuni che imbrigliano con mille reti la mentalità dei benpensanti.
PS
Sara1, Scalfari, ancorché si dica ateo, è intelligente, molto intelligente.
Dire che il Papa ha abolito il peccato quando parla di peccato diavolo e inferno in continuazione è da stupidi.
Detto pari pari, come deve farsi capire il Papa su queste questioni con i segnali di fumo?
detto ciò non è colpa sua se Scalfari non capisce non capiscono nemmeno i tradizionalisti alla fine c’è il libero arbitrio per tutti uno propone poi sta all’altro accettare.
Da leggere, come sempre:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350776
E infatti Scalfari non ha detto che il Papa “ha abolito il peccato”.
Ha fatto un discorso diverso e più complesso.
Basta leggere bene e non partire dai propri presupposti di fede.
Scalfari ha spiegato più che bene il suo pensiero.
“Da leggere, come sempre:”
specie la chiusa, dove sta scritto: Il nuovo corso di papa Bergoglio è ancora tutto da decifrare. Se invece uno legge l’articolo, si accorge che Magister -ovviamente!!!_ ha già decifrato tutto, dietrologato tutto, gossipato tutto, retropensato tutto…insomma, come sempre, “sa “.
Niente di piu’ divertente di un giornalista che cerca di far passare per verità oggettiva il suo giudizio personale.
verissimo Lorenzo, aggiungo che Magister è un maestro nel mescolare fatti e interpretazioni personali presentando questi ultimi come fossero fatti .
OT
lo scrivo qui, in un post dedicato a papa Giovanni XXIII, il papa della carezza nella notte: posso chiedervi una preghiera per una mia amica?
E’ in ospedale, percorre la sua Via Dolorosa, e con lei il marito e i figli.
E’ una che nell’amore ha creduto, che dell’amore si fida. La accompagniamo insieme verso Pasqua?
Grazie
Le sarò accanto in Cristo e in preghiera: nulla è impossibile a Dio !
Grazie, Clo
Pregherò per lei Nico, per quello che possono valere le mie preghiere.
Un abbraccio.
Mi aggiungo alla Preghiera per l’amica di nico
Le mie preghiere, Nico, valgono ancora meno – credo, molto meno – di quelle di Sara, ma so che Nostro Signore è così grande e buono che saprà ascoltarle.
Un abbraccio anche da me, Nico.
Roberto 55
“Da quando lui è papa la CEI è come annichilita”
Davvero? Sarà mica che i vescovi non si sarebbero mai aspettati un papa così diverso, in positivo, dai precedenti? E che sono rimasti spiazzati ?
Nico, le preghiere per la tua amica non mancheranno. Faccio gli auguri per tutto il bene possibile.
Un abbraccio a te.
Mi aggiungo anche io. Un abbraccio
per quel che conta, anch’ io mi unisco da lontano ( ma il Signore lei ce l’ha vicinissimo )
Grazie a tutti, davvero di cuore.
Un abbraccio globale al pianerottolo.
Mi unisco anche in preghiera a Nico.
Marilisa, ti chiedo scusa se nel mio ultimo commento c’era una puna di ironia nei tuoi confronti. Veniamo però al merito di quanto scrivi (26 aprile 2014 @ 11:39):
1) Continui a riferirti ad una vita di Karol Wojtyla molto parziale. I fatti dicono che tra le sue esperienze teatrali e il pontificato ha fatto servizio in parrocchia per 10 anni ed è stato vescovo/arcivescovo per 20. TUTTE le testimonianze lo descrivono vicinissimo alla sua gente. Pertanto una differenza tra lui e Bergoglio riguardo alla partecipazione ai problemi reali della gente continua ad essere una tua idea (e ahimè di molti altri) contro ogni evidenza reale.
2) Articolo di Scalfari del 29.12.13: non mi fido più dei titoli di giornale da anni. In quel caso però mi pare che il titolo sia fedelissimo al senso dell’articolo (non mi stupirei se vista l’importanza del testo l’abbia scelto direttamente Scalfari). Un estratto “……È rivoluzionario per tanti aspetti del suo ancor breve pontificato, ma soprattutto su un punto fondamentale: di fatto ha abolito il peccato. Un Papa che abbia modificato la Chiesa, anzi la gerarchia della Chiesa, su una questione di questa radicalità, non si era mai visto, almeno dal terzo secolo in poi della storia del cristianesimo e l’ha fatto operando contemporaneamente sulla teologia, sulla dottrina, sulla liturgia, sull’organizzazione. Soprattutto sulla teologia.” Penso sia sufficiente.
Apro una parentesi personale: i due punti di cui sopra mi confermano quanto avevo già elaborato da tempo, la sostanziale inutilità di partecipare ad una discussione in blog. Un confronto ha senso se ogni tanto una delle due parti dice “hai ragione”, “mi hai convinto”. Invece no. Ognuno va avanti per la propria strada, autoconvincendosi delle proprie idee di fronte all’evidenza o a elementi inconfutabili, spesso arrampicandosi sugli specchi e sovente le discussioni si trasformano in un teatro dell’assurdo.
Il caso dell’articolo di Scalfari in questo è esemplare, Marilisa non me ne voglia.
Ciò detto, tornerò a seguire il blog in sola lettura (sempre attiva), perchè la curiosità è canaglia.
Non te ne voglio, Fabrizio, stanne certo. Però è chiaro che tu vai in una direzione che non è certo la mia, stante che tu sei nettamente orientato verso una decisa critica all’attuale Papa ( e non sei il solo), mettendolo in discontinuità con i papi precedenti. La qual cosa non è veritiera perché egli è pienamente nella tradizione anche se il linguaggio è nuovo. Solo il linguaggio, non la sostanza.
Replicando alle tue annotazioni in coda all’ultimo post, sottolineo che, generalmente parlando, le discussioni nei blog restano senza esito perchè quando si vuol sostenere una tesi, risulta pressoché impossibile essere esaustivi.
Ognuno espone le proprie opinioni convinto della giustezza di esse. E comunque non si può pretendere–e neanche tu puoi farlo– che l’interlocutore dica: hai ragione, se così sembra non essere.
Le discussioni servono per ampliare un orizzonte, ammesso che si voglia ascoltare un altro punto di vista. Non servono se si parte da preconcetti di carattere personalistico o ideologico, che innalzano una barriera contro cui è inutile andare a sbattere. Questo a parer mio è il tuo caso, e lo dico senza voler offendere.
Ciò premesso, dico brevemente che il confronto tra i due papi mostra con chiarezza, per quel che si sa di essi, che la differenza non di poco conto consiste nel fatto che il papa polacco, oggi santo, se era “vicinissimo alla sua gente”, cosa di cui non dubito, lo era in maniera lodevole ma diversa rispetto a Bergoglio. Di quest’ultimo io so che usciva dai luoghi di culto per andare verso i diseredati, verso gli ultimi, verso quelli che probabilmente nemmeno mettevano piede in chiesa. Non mi risulta che facesse altrettanto Wojtyla. Il quale, pur nella sua notevole statura ecclesiale, era uno dei tanti vescovi vicini alla gente, sì, ma esercitando il suo alto ministero restando nei luoghi di culto, non uscendo da essi.
Esperienze personali ricche ma diverse, dunque.
A te sembra irrilevante tutto ciò? A me no. Infatti papa Bergoglio se ha parlato da subito, da prima che fosse eletto papa, della necessità per la Chiesa di uscire dalla sua cerchia dorata per andare verso le periferie, lo ha fatto partendo da una sua precisa e insolita esperienza di vita. A contatto vivo–l’ho già detto– con gli ultimi delle periferie. E, una volta eletto papa, ha improntato la sua missione in questo senso, come è apparso da subito recandosi a Lampedusa e poi in Sardegna.
Questa è autentica sequela del Cristo Buon Pastore. Il Cristo che va a cercare, fuori dall’ovile, la pecorella smarrita.
Se questa non è una novità di straordinaria importanza, non saprei dire come altro possa essere definita.
Riguardo al “caso Scalfari”, rilevo che tu, Fabrizio, hai stralciato, alquanto superficialmente io ritengo, un passaggio del suo discorso che senza dubbio sembra portare l’acqua al tuo mulino. Perché sembra attribuire a papa Francesco un’ intenzione da lui mai espressa. Nella frase ” di fatto ha abolito il peccato”, c’è un “DI FATTO” che, come tutte le piccole cose, è passato inosservato, e che nel titolo dell’art. in questione manca del tutto, mi pare. Invece è importantissimo per il semplice motivo che sta ad indicare che Scalfari, uomo molto razionale, dopo un ragionamento articolato che prende le mosse da alcune parole di papa Francesco, giunge ad una conclusione SUA, che niente ha a che vedere con il pensiero reale del Papa. Ovvero Scalfari ha interpretato a suo modo. Il che può capitare a chiunque, anzi capita molto spesso nella vita di tutti i giorni e porta al travisamento. E infatti molti, in questo caso preciso, hanno colto l’occasione per strumentalizzare malamente le parole del giornalista.
Per la verità, leggendo con la massima attenzione tutto l’articolo, chi non parte dai soliti pregiudizi ideologici può rendersi conto che le argomentazioni di Scalfari non sono campate in aria, ma appaiono logiche. Ma unicamente dal suo punto di vista, secondo me abbastanza condivisibile.
Lo stesso Scalfari in un articolo successivo, dopo il vespaio di critiche suscitato dalle sue parole, si è sentito in dovere di chiarire ancor di più il concetto.
Tu, Fabrizio, lo hai letto o ti è bastato fermarti, come tanti, alla superficie?
Questo, dunque, tutto è tranne che “un teatro dell’assurdo”. Questa è realtà.
Ma, anche questa, opinabile per chi vuole metterla in discussione a tutti i costi.
Devo, ancora una volta, scusarmi per la lunghezza del commento.
Non è facile argomentare con brevità su temi importanti.
Marilisa, provo a farla breve (tanto ormai siamo rimasti in 2).
Sulle differenze tra le esperienze pastorali di Wojtyla e Bergoglio la tua rimane un’opinione personale, tanto legittima quanto discutibile. Io contestavo il fatto che tu presentassi la tua impressione come un dato acquisito.
Sulla vicenda Scalfari invece non vedo vie d’uscita. Gli scritti sono lí e il “di fatto” non sposta nulla ai sensi di quello che intendevo. Semplificando ( a volte é necessario e salutare…”si si, no no”) le conclusioni possibili sono 3:
1) Francesco é stato poco chiaro e ambiguo con Scalfari e Scalfari ha capito quel che ha capito
o
2) Francesco è stato avventato a dare tanto credito a Scalfari
o
3) Francesco si é spiegato bene e Scalfari ha interpretato bene il suo pensiero.
(Io sto a metá tra la 1 e la 2).
4) Francesco è stato chiaro ma Scalfari è un po’ rimbambito e non ha capito.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-nel-giorno-dei-quattro-papi-al-quinto-eugenio-scalfari-non-riesce-il-miracolo2-76153.htm
🙂
Fabrizio, posto che non hai risposto alla mia domanda (tu hai letto la replica di Scalfari?) e assodato che Scalfari non è “rimbambito” neanche un po’, io propongo una quinta possibilità: tu non hai capito né il Papa né Scalfari.
Vedi quanto sono stata breve?
Sara, in realtà la conclusione 4) è l’altra faccia della medaglia della 2).
Marilisa, Tifo spudoratamente per la quinta possibilità: mi auguro di tutto cuore di non aver capito niente e spero che gli altri siano più svegli di me.
Il problema sarebbe risolto.
La certezza di essere capiti al 100% non c’è mai, Bergoglio mi pare telefoni a destra e sinistra è la parabola del seminatore no?
I frutti poi dipendono dal terreno ma non si può non seminare.
(volendo non è che Benedetto sia stato più saggio con i vescovi lefebvriani ma ha tentato uguale no?)
C’è una sesta conclusione, che l’uno e l’altro dicono al resto del mondo come ha detto Sordi: https://www.youtube.com/watch?v=7MDY-8DVqjs