“A Pietro / bambino per sempre / e per sempre con noi. Avremmo voluto vederlo crescere, gli siamo stati vicini nella malattia. I colleghi di papà abbracciano forte Roberto, la mamma Enrica, il fratello Riccardo e i familiari tutto, in questo momento di dolore” e seguono circa settecento nomi di “colleghi di papà”: da Ihab Abedrabbo ad Anita Zulli, in ordine alfabetico. E’ un addio a un bimbo che occupa oggi l’intera pagina 52 del Corriere della Sera. Non è detto il cognome del bimbo e del papà, nè l’azienda di cui sono “colleghi”, forse – mi azzardo a dire – si tratta della Microsoft Italia. Ma di una cosa sono sicuro: che hanno scritto una bella pagina.
A Pietro bambino per sempre
16 Comments
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“Potrai dimenticare con chi hai riso, ma non dimenticherai mai con chi hai pianto”.
Una preghiera per Pietro e una lode a settecento fratelli che si sono stretti insieme.
M’unisco a Principessa nella preghiera per Pietro.
Buona prima domenica di Quaresima.
Roberto 55
Sì, era una bella pagina. (La migliore del Corrierone? Idea: e se invece di riempire le pagine di minchiate, come fanno, i giornali dessero più spazio ai necrologi, facendoli pagare di meno e lasciando sviluppare un po’ il genere letterario?)
non c’è niente di più devastante e incomprensibile della morte di un bambino. Ve lo dice una che ha vissuto sulla propria pelle lo sfacello che provoca in una familgia un dolore così devastante, specie quando la non accettazione dell’evento tragico anzichè avvicinarti alla fede ti allontana…Allora, la disperazione ti fa entrare in quella spirale che annienta e brucia, come salgemma nella depressione del Mar Morto, tutto quanto ti circonda. Non più risate gioiose sui volti, ma tiepidi sorrisi, non più occhi ragginati e speranzosi, ma languidi sguardi, sempre malinconici, pieni di una grande tristezza che spengono la felicità altrui sul nascere…questa è stata la mia esperienza. Eppure, devo dire che grazie a questa esperienza sono cresciuta con la consapevolezza della morte e la capicità di penetrare il dolore, soprattutto in quello dei fratelli, prima ancora che il mio, di comprenderlo nella sua essenza di totale estraneità rispetto a ciò per il quale il creatore ci ha destinati, che è la felicità, la gioia, l’immortalità…per questo, quando la morte e il dolore bussa alla porta ci arriva addosso come una mazzata dal quale ci si rialza, e non sempre è scontato, complatamente diversi, purificati….”Guardate a Lui e sarete raggianti” contempla il salmo 1-150; il Signore è Dio vivente, non della morte, dunque, anche il suo progetto per ciascuno di noi sarà eterno e raggiante. Basterà fissare lo sguardo sulle Sue promesse, e camminare alla sua luce…
Penso siano ebrei, perché Zulli è un cognome ebreo..
Mia cara amica Clo, penso tu abbia preso un abbaglio. Zulli è soltanto l’ultimo cognome della lista dei settecento colleghi del papà del bimbo mancato.
Un saluto a tutti
ops…allora non c’ho capito un tubo! Fammi andare a rileggere…l’ultimo?? E vero!? …perbleu…grazie del chiarimento Pri’…un bacio
però che ci sia un Zulli nella lunga lista…e un altro nome “esotico”..mi lascia nel dubbio..ehmm..che dici pri…?
Nessun dubbio, si chiama globalizzazione,immigrazione,scambio di professionalità,apertura,mercato del lavoro internazionale…….
avevano pubblicato un libro che raccoglieva il genere letterario “necrologi”… ne lessi una recensione (molto simpatica), ma non scrissi il titolo… qualcuno sa aiutarmi?
Necrologio singolare trovato per caso!!
Caro Gesù Bambino,
quest’anno ti sei portato via il mio cantante preferito Michael Jackson, il mio attore preferito Patrick Swayze, la mia attrice preferita Farrah Fawcett, il mio presentatore preferito Mike Bongiorno, la mia poetessa preferita Ada Merini…
Volevo solo dirti che il mio politico preferito è Silvio Berlusconi e che l’anno non è ancora finito…..
Non credo, Clo, siano precisamente questi i necrologi cui si riferiva Leonardo (o sbaglio ?).
Buona domenica sera a tutti !
Roberto 55
O. T.
Sono uno che frequenta assiduamente, o quasi, questo blog, compatibilmente con le mie triangolazioni tra la Lombardia, la Toscana e l’Abruzzo. Non partecipo attivamente ai ragionamenti e alle discussioni sugli argomenti proposti dal sig. Luigi, ma sono un lettore interessato, a volte appassionato. E mi dispiace che alcuni abbiano abbandonato il condominio. Non faccio “nikname”, ma ognuno di loro aveva e scriveva qualcosa di originale, bello, spesso profondo, che mi arricchiva. E questo, comunque, vale anche per i rimasti.Ma perché privarsi dell’apporto di quanti hanno deciso di lasciare?
Pur non volendo entrare nel merito delle cause che hanno spinto qualcuno a lasciare questo pianerottolo, io, dal mio ultimo banco, e sperando di interpretare anche il desiderio di altri “visitatori muti” ma anche di quelli loquaci, invito tutti a ritornare a far capolino in questo spazio. Non foss’altro che a beneficio di quanti come me traggono giovamento dai loro interventi.
Mi sembra di capire che certe discussioni, anche accese, avvengono tra convinti cristiani. E allora, come la mettiamo? E il perdono del fratello? E il tempo della penitenza a cui ci invita la Quaresima? Basta non esagerare con “La correzione fraterna (che) esige grande discernimento e acuta analisi delle persone e dei loro caratteri: “Un baratro è l’uomo e il suo cuore un abisso” (Sal 64,7). (Ho fatto un copia-incolla, non è farina del mio sacco!)
Aspetto con fiducia che i “desaparecidos” si rifacciano vivi, da Sump (il primo da me conosciuto) in giù.
approvo all’unanimità Lazzaro! 🙂
Volevo lanciare lo stesso appello: mi hai preceduta Lazzaro! Approvo e spero che il tuo, così come il mio altrettanto sommesso, arrivi al cuore di tutti, ma proprio tutti indistintamente…senza eccezioni. credo che anche gli scontri più accesi servano alla conoscenza reciproca e credo rimanrne impantanati sinomimo di immaturità e durezza di cuore come fanno coloro che usano legarsi al dito eventuali torti o parole dette …Personalmente una cosa credo il Signore mi abbia dato come dono -tra il miliardo di difetti che so avere- è quella di non serbare mai rancore, per nessuno: così come mi accendo mi spengo, con la stessa facilità. Qualcuno ultimamente ha creduto che un banale battibecco su questo blog potesse toglirmi la pace! Mi è venuto da sorridere…Ma figuriamoci…secondo voi..sono le cose dette in un confronto non verbale, dove il fraintendimento – per mancanza del tono vocale, espressività ecc- è frequentissimo a togliere la pace? Se la pace è spazzata via per tanto poco allora, c’è da chiedersi se mai ci sia stata una pace interiore.. Ma va la’….ci vuole ben altro per togliere la pace che un banale scontro virtuale. Siamo seri…
Un abbraccio a tutti
Concordo in tutto e per tutto, anche nelle virgole, nelle parentesi, e pure negli spazi interlineari, con le considerazioni dell’amico e “compagno d’ultimo banco” Lazzaro.
Buona notte a tutti !
Roberto 55