“A me ci pensa Padre Pio”

“A me ci pensa Padre Pio”: scritto a mano, con pennello a vernice rossa sul telone verde di un autofurgone. Quelle parole di una fiducia così totale, quasi bambina, lette lo scorso giugno mentre percorrevo l’autostrada Roma-L’Aquila, mi tornano in mente ora che i paolini diffondono quella curiosa classifica dei santi più “invocati”, secondo una loro indagine campione, che dà appunto Padre Pio come il più invocato, seguito da Antonio da Padova, la Madonna, Francesco d’Assisi, Rita da Cascia, Giuseppe sposo di Maria, Gesù, Gennaro patrono di Napoli, Teresa di Calcutta, Rocco, Agata, Gerardo. Mi piace il tono familiare, quasi di complicità con il santo di Pietrelcina, che traspare da quella scritta. Lo stesso tono, anche nella punta dialettale che la caratterizza, che spesso avvertiamo quando una persona semplice ci vuole informare che ha un protettore da qualche parte, poniamo per le pratiche ospedaliere: “Mi ci pensa una zia che lavora in amministrazione”. Dico “mi piace” a ragion veduta. Odio la speculazione sulla fede dei semplici, che purtroppo non è sconosciuta ai frequentatori di San Giovanni Rotondo, ma ammiro quella fede.

24 Comments

  1. Francesco73

    Anche io amo la fede dei semplici, e detesto le mercanzie e le speculazioni intorno ai Santuari. Di Padre Pio mi colpisce il suo essere espressione della società preindustriale, contadina, la santità nascosta vicina ai marginali, agli incolti, ai ricchi solo delle proprie braccia e della propria fatica.
    Sono vittima di questa “sociologia” della santità, che è la stessa ragione per cui amo molto Maria Goretti. Nella sventura di questa bambina vedo le speranze dei “subumani” delle mie amate campagne marchigiane, migrati a patire l’inferno delle Paludi Pontine ,tra XIX e XX secolo. Ho letto il libro di Guerri, che “smonta” la santità di Maria e la spiega con la furba tempestività dei Padri Passionisti e gli interessi della Chiesa, alla ricerca di un modello per la gioventù, per la gente delle campi, nell’Italia fascista della Bonifica e della battaglia del grano e poi in quella del dopoguerra pacelliano e geddiano. Nel testo di Guerri (che dal punto di vista storico mi pare un ottimo lavoro) ho trovato semmai conferme della santità di quella gente, di quei bambini sventurati venuti al mondo in quella caienna, in quel girone bestiale, dove la vita non era davvero vita, dove gli uomini erano animali dimenticati e sfruttati. Così, di Padre Pio, più che tutte le dispute ecclesiastiche sul suo “fenomeno”, mi ha sempre colpito la storia delle sue origini, la sua famiglia, la vocazione, il fatto che tanto grande fu anche in vita la sua fama mentre lui non si spostò mai dalla traiettoria Sannio-Gargano. Non è un caso che i “luoghi” di questi santi che io amo di più non sono i santuari in cui sono venerati: non San Giovanni Rotondo, non Nettuno. Ma i loro paesi di origine, le mura e gli ambienti poverissimi delle loro case native, delle loro stalle e dei loro fienili, Pietrelcina e Corinaldo. Lì si rintraccia l’origine vera della nostra fede intesa come fatto del popolo, come umanesimo sedimentato nelle generazioni e nei luoghi. Lì c’è la vera ricchezza della Chiesa.

    1 Novembre, 2006 - 21:29
  2. Odio la speculazione sulla fede dei semplici, che purtroppo non è sconosciuta ai frequentatori di San Giovanni Rotondo, ma ammiro quella fede. (L. Accattoli)
    “Io in Dio non ci credo, ma in Padre Pio sì” (La signora Barzuto, vicina di casa)
    “Sa chi prego? Prego un santo sconosciuto, San Maurilio. Perché siccome è sconosciuto sono convinta che le mie preghiere arrivino prima, visto che ha meno lavoro da fare” (Sofia Loren in Ieri, oggi, domani)

    Luigi, permettimi di essere d’accordo con te a metà. Perché la frase che ti ho riportato sotto fa da contraltare a quello che hai detto tu. E con essa proprio quella che hai letto sul telone.
    Temo cioè che la troppa fede in qualche Santo, ritenuto troppo taumaturgico, finisca per essere un surrogato della fede in Dio.
    Sono convinto, come Giovanni Verga in Guerra di Santi, che “i Santi è come se in fondo tra loro fossero parenti”. Giusto. Ma allora, se sono parenti, che senso ha fare un sondaggio? D’accordo, ne ho sorriso e ho scritto Padre Pio for President, ma non è che forse la troppa mediatizzazione di questo o quel Santo finisca per trasformarli in supereroi e non testimoni di Cristo che forse è la loro condizione più appropriata?
    Ti chiedo, mi chiedo: è giusto pregare e rispettare chi prega Padre Pio (me compreso) perché il suo modo di fare, le sue sfuriate (che non erano rare ed erano epocali per i peccatori in confessionale), il suo coraggio lo hanno reso quel che è, cioè “uno di noi”. Ma non è forse il caso di dire che anche gli altri suoi “colleghi” sono “dei nostri”, e che Dio è uno di noi pure lui?

    1 Novembre, 2006 - 23:06
  3. Maria Grazia

    Cari Amici,devo dirvi la verità:considero i Santi come veri modelli,come coloro che ci mostrano(perchè esistono Santi in vita) e ci hanno mostrato la via della verità e della luce.
    Tuttavia non ho l’abitudine di pregare nè per un Santo in particolare nè per i Santi in generale.Ciò che conta è pregare Dio.I Santi sono modelli,ma sono stati degli uomini e delle donne che hanno vissuto relazionandosi costantemente con Cristo.
    Mi ha sorpreso molto il sondaggio di Famiglia Cristiana(non ne capisco lo scopo,in realtà),da cui risulta che gli italiani sono più devoti a Padre Pio che a Gesù.Mi pare un errore grave.La Chiesa dovrebbe cercare di chiarire bene il punto:un Santo non può avere più importanza di Cristo.Forse l’inflazione di Santi e Beati ha contribuito a far crescere la devozione per questo o quel Venerabile,ma ritengo opportuno rimetterci tutti sulla “carreggiata”.
    Saluti MG

    2 Novembre, 2006 - 9:25
  4. Luigi Accattoli

    A Maria Grazia. La finalità del sondaggio era commerciale: serviva a lanciare una serie di volumi sui santi. I volumi pare siano fatti bene, il sondaggio credo fosse assai difettoso. Trattandosi di eventi commerciali, un pareggio non è il risultato peggiore. La domanda parlava di “santi invocati”, qualcuno non l’ha capita bene e ha risposto con Gesù e Maria. Gasù guarda giù, verrebbe da dire.
    A Tonizzo. Mi appari spericolato con quel “Dio è uno di noi”! L’agosto scorso avevo buttato là che consideravo il papa “uno di noi” e mi erano arrivati dei rimproveri. Attento a te!
    A Francesco73. Condivido tutto e aggiungo che in Padre Pio c’è il valore della sofferenza in un’epoca che quasi più non l’intende e in Maria Goretti la dignità della donna, sottoposta alla stessa misconoscenza epocale. Della figura di un santo fa parte anche la percezione che ne ha il popolo che guarda a loro. Luigi

    2 Novembre, 2006 - 9:49
  5. Leonardo

    Però c’è un motivo teologico molto profondo alla base del culto dei santi, che da un punto di vista cattolico è essenziale. Ciascuno di noi crede sulla parola di testimoni. Nessuno di noi ha visto Cristo risorto: ci crediamo perché ce l’hanno detto. (Qui dovremmo riallacciarci al discorso sui segni, che è stato affrontato in un’altra discussione). La credibilità dei testimoni, dunque, è essenziale e i santi sono appunto i “testimoni credibili”. Non per nulla i primi che la chiesa ha considerato santi (in senso stretto, non in quello, usato da Paolo, per cui santi = cristiani) sono stati i martiri, cioè i testimoni credibili per eccellenza. La santità è quindi una componente essenziale di quella ragionevolezza della fede di cui il papa ci parla.
    Si potrebbe anche metterla così: in un certo senso siamo tutti appesi gli uni agli altri, in questo filo che ci lega a Dio e che è la fede …

    2 Novembre, 2006 - 9:52
  6. Luigi, oso allora l’inosabile con questa parafrasi: il compagno Dio è vivo e lotta insieme a noi 🙂
    Sfido chiunque a dire che non è vero. 😛

    2 Novembre, 2006 - 10:11
  7. Luisa

    Come ho già avuto modo di dire non ho per abitudine di pregare i Santi.
    Ho già anche espresso la mia perplessità di fronte a quel sondaggio.E le conclusioni che se ne tirano mi sembrano altrettanto azzardose e definitive. Forse gli Italiani sono ignorantissimi. come ha dichiarato un prete interrogato da A. Tornielli ( articolo sul Giornale di ieri che si puo leggere sul loro sito), ma perchè giudicare così duramente la fede di tante persone?
    Forse è anche grazie a questa fede così ignorante che la Chiesa ha resistito in Italia più che altrove .
    E in fin dei conti se le persone che hanno risposto Gesù e la Madonna sono in minoranza è piuttosto consolante, no ? La domanda essendo: ” le è mai capitato di invocare l`aiuto di un Santo ? “.
    Il soggetto è molto vasto e pieno di sfumature, ma, secondo me, non ci sono i buoni da una parte che sono ben istruiti e che pregano i Santi intelligentemente, e dall`altra parte gli ignoranti che non sanno fare la differenza fra Gesù, la Madonna e i Santi!
    Io rispetto quella fede popolare, anche se mi sento lontana da certe sue espressioni, che potrebbero assomigliare a dell`idolatria. E come dice Tornielli, anche quelli che venerano Padre Pio , recitano l`Ave Maria e pregano Gesù….certo che se mettono i Santi e Gesù dunque Dio sullo stesso piano un problema c`è !
    E qualcuno puo dirmi come è la situazione dei giovani, dunque il futuro della Chiesa, rispetto ai Santi ? Come sono presentati nelle catechesi? Se ne parla o il soggetto è trascurato?
    Saluti, Luisa

    2 Novembre, 2006 - 10:20
  8. Francesco73

    Si deferisca Tonizzo, novello Leonardo Boff, alla Congregazione Suprema! 🙂

    2 Novembre, 2006 - 10:32
  9. Mi permetteri di spostare un attimo l’attenzione su un aspetto non secondario della devozione ai Santi: cosa ne pensate di coloro che venerano miostici, o presunti tali, ancora viventi, la maggior parte delle volte neanche “riconosciuti” dalla Chiesa? E di coloro che effettuano pellegrinaggi in luoghi come Gallinaro (Frosinone) o Oliveto Citra (Salerno) dove “veggenti” o presunti tali sostengono di vedere e parlare periodicamente con Gesù e la Beata Vergine Maria? Non è forse una forma di idolatria che nulla ha a che vedere con la nostra Fede? Non è forse più grave questo che pregare più Padre Pio rispetto all’Altissimo? E che dire dei “mistici-veggenti-millantatori” (io mi fido della sola Natuzza Evolo tra quelli di cui ho sentito parlare) che fanno compiere veri e propri viaggi della speranza a poveri ammalati con l’illusione di una possibile guarigione in luoghi trasformati più in mercatini che in scenari di apparizioni celesti? E, un ultimo quesito, anche se parzialmente scollegato dagli altri, che dire del bazar allestito dai frati nel vecchio convento di San Giovanni Rotondo dove è possibile acquistare oggetti di culto (?) raffiguranti Padre Pio? Gesù non ha forse scacciato i venditori dal Tempio dicendo “avete trasformato la casa di mio Padre in una spelonca di ladri”?
    Scusate per i tanti forse, ma ormai sembra che anche le certezze stiano diventando un optional in materia di Fede.
    Gianluca

    2 Novembre, 2006 - 10:48
  10. OPs, nelle prime due righe ho compiuto degli errori di ortografia: al primo rigo, permetteri sta per permetterei e al terzo rigo miostici sta per mistici.
    Chiedo scusa

    2 Novembre, 2006 - 10:49
  11. Ciao Gianluca, Natuzza Evolo vive a Paravàti, un paesino non lontano dalla mia Vibo Valentia. Di lei si può dire tutto, meno che sia una millantatrice.
    Negli anni si sono diffuse tante leggende su di lei, alcune forse assurde come quella che avrebbe rivoltato le patate fritte nell’olio bollente con una mano senza ustionarsi. Che però sono segno della necessità di fede ingenua e fortissima della mia gente.
    Detto questo, Natuzza è un bell’esempio di fede vissuta nel quotidiano, perché a tanti che vanno a chiedere previsioni sul futuro (manco fosse una maga) lei chiede preghiera. Altro che “accadrà questo o quello”. Accoglie tutti ed è in grado di parlare qualsiasi lingua, lei che è credo analfabeta o comunque con un grado molto basso di istruzione. E’ un segno di speranza perché tutto quello che nella sua vita ha costruito è stato frutto della fede del prossimo. E della sua, ovviamente, in Dio.
    Mistica di sicuro, veggente non saprei, millantatrice proprio no. Questa è Natuzza Evolo.
    Quanto a un certo commercio sacro, non saprei che dirti. Se sono soldi per i poveri va bene, se sono soldi per far lavorare padri di famiglia in regola va bene, se sono soldi per inseguire il profitto mi dà molto fastidio.
    Tu come stai? Un caro saluto.

    2 Novembre, 2006 - 11:03
  12. Luigi Accattoli

    “E’ in grado di parlare qualsiasi lingua, lei che è credo analfabeta”: Tonizzo, vuoi spiegare questo punto? Non conosco Natuzza e mi piace immaginarla che parla a tutti nella loro lingua, come gli apostoli a Pentecoste. Luigi

    2 Novembre, 2006 - 11:16
  13. Volentieri Luigi. Natuzza Evolo più volte ha incontrato persone dall’America o dalla Germania con cui si è espressa in perfetto inglese e tedesco, lei che parla calabrese e italiano.
    In particolare, lei dice di parlare con l’angelo custode di chi incontra. E il suo le suggerisce il modo di parlare e fa da interprete.
    Non solo: a quanto pare l’angelo custode si tova accanto alla spalla sinistra di una persona che sia ordinata, a destra per i soli battezzati. E’ stato così che Natuzza ha “smascherato” un prete che si era presentato in “borghese” per metterla alla prova.
    Ancora: nel periodo della Settimana Santa lei rivive i dolori di Gesù. E quando le mettono le bende sulle stimmate vengono fuori delle scritte. Qualcuno le ha interpretate: ora in aramaico ora in ebraico, sono brani delle Sacre Scritture. E chi le bacia le mani sanguinanti non si sporca di sangue.

    2 Novembre, 2006 - 11:41
  14. Tonizzo, mi piego ma non mi spezzo: mi aspettano un altro paio di interventi ma la testa è dura e credo che il Padreterno non mi voglia ancora! Grazie davvero per la premurosa domanda:) Per quanto riguarda Natuzza Evolo, forse non mi sono spiegato bene: è l’unica di cui mi fido, una Santa donna, una persona impregnata di Spirito Santo, che realmente fa i prodigi che hai scritto tu. Non ha alcun tipo di istruzione, ma parla ogni lingua; sa riconoscere un sacerdote anche se si reca da lei in abiti civili, perchè alla sua destra vede l’angelo custode; ha le stimmate e rivive la Passione di Cristo; parla con le anime dei defunti; sprigiona fenomeni di emografia, cioè su una benda poggiata su una sua piaga, restano impresse col sangue preghiere e breve frasi in latino. Guai, però, a tentare di baciarle la mano o ad osannarla. Ha sempre una parola buona per tutti e una raccomandazione: “Io sono niente, dovete lodare il Signore”. Che bell’insegnamento.

    2 Novembre, 2006 - 12:27
  15. D’accordo con te. Un caro saluto

    2 Novembre, 2006 - 12:39
  16. Ricambio con affetto.

    2 Novembre, 2006 - 12:48
  17. Luisa

    Grazie a questo blog e a Tonizzo , approfondisco le mie conoscenze in geografia italiana….mi sono interessata a Vibo Valentia e alla sua storia così ricca.
    Per ritornare ai Santi, dimmi Tonizzo sai quale è il Santo patrono della tua città ?
    So che con te porre la domanda è già avere la risposta….ma quando ho letto quel nome , ti confesso che mi sono trovata ignorante davanti a quel nome completamente sconosciuto. Hai due minuti per spiegarmi chi era ?
    Grazie, saluti, Luisa

    2 Novembre, 2006 - 13:47
  18. San Leolùca (per alcuni contrazione di Leoneluca) da Corleone (Pa), vissuto attorno all’anno Mille, è patrono della città di Monteleone che dal 1928 si chiama Vibo Valentia. E’ patrono perché la sua predicazione si è svolta nella zona, scegliendovi di morire.
    Anche se non ci sono reliquie del Santo e la sua devozione purtroppo non ha diffuso in città il suo nome (i Leoluca a Vibo si contano sulla punta delle dita), ha sempre svolto egregiamente il suo mestiere di Protettore (compatroni: S. Filippo Neri, S. Rosalia, S. Francesco di Paola, S. Ignazio di Loyola), apparendo in volo sopra l’allora Montelenone durante i terremoti che l’hanno colpita. Festa il 1° Marzo.

    2 Novembre, 2006 - 13:55
  19. Dimenticavo. Il 1° marzo, tra l’altro, si teneva il Premio Internazionale della Testimonianza, organizzato dal parroco di S. Leoluca, mons. Onofrio Brindisi, il cui grande talent scout era proprio Padre Sergio Mercanzin.

    2 Novembre, 2006 - 14:05
  20. Luisa

    Grazie Tonizzo!
    Tutti i Santi prima di essere venerati come tali, erano alla loro epoca persone come noi , con la loro parte di luce e di ombra, ed è forse su questa santità nell`ordinarietà (?) di una vita , quella tenacia di testimoni di Cristo, che dovrebbe essere posta in esempio, insegnata ai giovani.
    Mediatori fra Cielo e Terra, per mezzo di loro e grazie a loro, comprendere che è possibile vivere la santità nel quotidiano della vita per ciascuno di noi .
    Insomma invece di fare di Dio uno di noi, e divinizzare i Santi, fare piuttosto dei Santi persone vicine a noi che è possibile imitare.
    Testimoni che ci portano a Cristo. Sto riflettendo scrivendo, perchè a dir vero, non ho mai sentito il bisogno di questa mediazione.
    Comunque questa discussione è per me spunto di una riflessione che sento il bisogno di approfondire. Saluti, Luisa

    2 Novembre, 2006 - 14:46
  21. Pensa, Luisa, io sento Dio e i Santi come “dei nostri”…

    2 Novembre, 2006 - 14:51
  22. Luisa

    Mi piace che hai messo le virgolette a “nostri”. Per Dio stanno forse a significare : il peccato in meno ? Luisa

    2 Novembre, 2006 - 16:19
  23. Che Dio è dei nostri per me vuol dire che ci ama ed è vicino tutti i giorni, altro che irraggiungibile…

    2 Novembre, 2006 - 16:21
  24. Luisa

    Siamo d`accordo, Tonizzo. Ti ringrazio per aver precisato il tuo pensiero !
    Saluti cari, Luisa

    2 Novembre, 2006 - 16:41

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