La giornata napoletana di Francesco è stata segnata dai dialetti: la “spuzza” del corrotto che sventola come una bandiera e il saluto napoletano “a Maronna v’accumpagne” che il Papa argentino ha ripetuto con buona pronuncia a ogni appuntamento. Il cardinale Sepe, cultore del dialetto napoletano, ha lodato anche per questo il Papa argentino che – ha detto – “ha un cuore napoletano” e il “naso fino”. E’ la conclusione di un mio articolino di maniera pubblicato oggi dal Corsera. Lo dedico ai visitatori che per loro motivi mostrano di aver esultato o sofferto per quanto avvenuto ieri tra le 08.15 e le 17.30 nella cara Partenope: a Maronna v’accumpagne.
A Maronna v’accumpagne
96 Comments
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Molto folcloristico.
Molto, molto carino.
Chi storce la bocca e non approva, non ha il senso dell’ umorismo. E peggio per lui.
Farne una macchietta da giornali è anche un modo di ridimensionarlo, lo disse lui stesso a De Bortoli (“Sigmund Freud diceva, se non sbaglio, che in ogni idealizzazione c’è un’aggressione.”).
Di Napoli preferisco questo:
https://youtu.be/Lmo2T9fL-R4
Alla “Catarì”, sostituisco Bergoglio…in virtù di quel “patimento” mio avvenuto ieri tra le 08.15 e le 17.30 nella cara Partenope…
Una frase o un saluto in dialetto non può infastidire nessuno.
A me sembra un atto di delicatezza nei confronti di una popolazione che abitualmente si esprime in dialetto.
Francamente ho trovato più ridicolo il commento del Card. Sepe quando le monache di clausura si sono avvicinate al Papa.
Per certi versi il Sud ha molto da insegnare: io settentrionale, [che ho la fortuna di avere genitori meridionali, (non che gli altri siano sfortunati)] me lo ripeto sempre.
Il viaggio del papa a Napoli penso che abbia dimostrato quanto il Sud possa insegnare…Ora però lo aspettiamo qui nel Nord Italia, altrimenti diventiamo gelosi.
🙂
Mi permetto poi di aggiungere che un altro tema intenso toccato dal papa nel suo viaggio napoletano è stato quello dei silenzi di Dio…
Ne parla Iacopo Scaramuzzi (che saluto), qui:
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/francesco-napoli-39938/
http://m.famigliacristiana.it/articolo/papa-francesco-lezioni-di-matrimonio-sul-lungomare.htm
Papa Francesco: lezioni di AMORE sul lungomare.
Perché il matrimonio cos’è odio?
Non travisare, Sara.
A me pare che il matrimonio sia, o debba essere, AMORE. Anche se di fatto non tutte le ciambelle riescono col buco.
Ogni giorno ne sentiamo delle belle in proposito.
Ho capito però nell’articolo si parla di preparazione al matrimonio (proprio di matrimonio) non di amore in generale.
Bè, Fabri, il 21 giugno una capatina a Torino la fa……
🙂
Grazie Lorenzo, apprendo da te di questa visita a Torino del papa.
(Per l’ostensione della Sindone immagino).
Ne sono molto contento.
Un abbraccio.
Fabri
Yes….Sindone & Don Bosco , calamita doppia.
Fantastico!!!
http://www.sindone.org/pls/diocesitorino/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=51668
@Fabricianus che scrive:
«Per certi versi il Sud ha molto da insegnare».
Sono d’accordo: ieri come oggi, il Sud oppone una certa resistenza al vento gelido del Nord. Speriamo bene.
«Ecco arrivato il vento del Nord che apporterà il rinnovamento spazzando ogni resistenza»
http://80.241.231.25/Ucei/PDF/2015/2015-03-24/2015032429861286.pdf
Vedo che la rottamazione del matrimonio continua.
ho letto due libri di Melloni (pacem in terris e l’ultimo per Einaudi).
E’ uno di quegli autori che è arduo (molto) anche per me, in questo meglio il Papa sinceramente, che la butta sulle camicie che uno non vuole stirare e sulla Chiesa che si deve intonare al vestito.
Mah…
Anzi tre mi sbagliavo, anche questo:
http://www.hoepli.it/libro/sette-proposte-per-il-conclave/9788810555149.html
Scrive pesante però, ma pesante proprio, nelle interviste invece è più simpatico.
@Spiletti:
Sul rapporto Nord-Sud caro Eugenio, Mons. Bregantini ha scritto parole stupende…
http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788831160872/il-nostro-sud-in-un-paese-reciprocamente-solidale.html
A me che sono nata in campagna rimane davvero interessante vedere come conciliare lo “spuzza” del Papa con le finezze intellettuali Melloniane.
E’ ditelo che c’è intelletto e intelletto e popolare e popolare no?
http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_marzo_24/corpi-donne-vietati-svolta-roma-pubblicita-4c9b93ea-d1f5-11e4-a943-de038070435c.shtml#commentFormAnchor
Femminismo 2.0.
Bisogna organizzare una manifestazione tutte nude in barba ai perbenisti, e pure con il mestolo in mano intanto che ci siamo.
Ma farsi una padellata di fatti loro questi no???
Quando ci furono le elezioni comunali a Roma io fui l’unico qui a prevedere che Marino avrebbe combinato poco di buono, ma avrebbe utilizzato la sua carica per portare avanti posizioni ideologiche a livello nazionale e all’interno del suo partito.
Ha cominciato con la chiusura delle strade alle auto, poi le trascrizioni dei matrimoni omosex, ora questo… Arriveranno altre amenità di questo genere.
I suoi obiettivi politici sono ormai evidenti.
I suoi elettori romani sono contenti?
dalla recensione di Luigi del libro di Melloni:
Melloni chiama alla necessità di «pensare la sponsalità fuori dal regime di cristianità»: le Chiese lo
dovrebbero fare prendendo atto che quel regime non esiste più….
Il compito sarebbe urgente soprattutto per i cristiani, perché l’azzeramento dei vincoli che
caratterizza il regime di modernità «presto o tardi consentirà a tutti di sposarsi o di esonerarsi dal
matrimonio e di non avere o aver figli in un modo o nell’altro»; e sarà inutile fatica attardarsi a
riproporre regole che erano più civilistiche (romane, feudali, napoleoniche) che evangeliche. Il
momento anzi fornirebbe alle Chiese «una nuova e singolare opportunità di pensare la più umana
delle situazioni e la più intrinsecamente disastrosa a partire dal Vangelo di Gesù».
Quel Vangelo non sacralizzava la famiglia, relativizzava anzi il matrimonio, dando la precedenza
all’unità della famiglia umana.
🙂 🙂
Il Papa direbbe: Melloni spuzza e parla difficile.
Fortuna almeno lui vola terra terra qua tra Mellonate, rivoluzioni di destra e di sinistra, Poletti che vuole introdurre il lavoro minorile tramite scuola e la Boldrini che non ci fa posare in mutande siamo tutti impazziti.
“l compito sarebbe urgente soprattutto per i cristiani, perché l’azzeramento dei vincoli che
caratterizza il regime di modernità «presto o tardi consentirà a tutti di sposarsi o di esonerarsi dal
matrimonio e di non avere o aver figli in un modo o nell’altro»; e sarà inutile fatica attardarsi a
riproporre regole che erano più civilistiche (romane, feudali, napoleoniche) che evangeliche. Il
momento anzi fornirebbe alle Chiese «una nuova e singolare opportunità di pensare la più umana
delle situazioni e la più intrinsecamente disastrosa a partire dal Vangelo di Gesù».
Quel Vangelo non sacralizzava la famiglia, relativizzava anzi il matrimonio, dando la precedenza
all’unità della famiglia umana.”
A parte gli scherzi se qualcuno mi spiega che significa sto pezzo gli do diecimila lire del vecchio conio…
mi sto guardando le celebrazioni dell’anniversario di Romero ucciso il 24 marzo 1980. celebrazioni quest’anno ancora più felici per la prossima Beatificazione.
🙂 🙂
Melloni: io lo interpreto ( :-)), visto anche il richiamo precedente alla necessità di ” pensare alla sponsalità fuori dal regime di cristianità”, come una costatazione che ormai sia necessario, perchè obbligati dalla società moderna, separare matrimonio civile e matrimonio religioso e che questa separazione permetterà anche di recuperare i valori evangelici del matrimonio religioso, che non sono quelli dogmatici che fino ad ora gli sono stati attribuiti.
A me piaceva proprio perchè l’ho interpretato così.
Il discorso di Melloni in effetti è abbastanza difficile (e ci sarebbe da chiedersi perché mai certe persone rendano quasi indecifrabili, col loro linguaggio piuttosto contorto, dei concetti di grande interesse).
Mi sembra che picchio ne abbia colto, in buona parte, il senso.
Sembra di capire che è stata la Chiesa a pretendere di “sacralizzare” la famiglia tramite il matrimonio religioso. Non è stato Gesù.
Gesù voleva, piuttosto, l’unione della FAMIGLIA UMANA. Dal momento in cui l’Istituzione ha definito valido unicamente il matrimonio celebrato in Chiesa, considerando peccaminosa ogni altro tipo di unione di per sé naturalissima fra esseri umani, ha di fatto determinato una frattura nella famiglia umana; una divisione che Melloni definisce una situazione “intrinsecamente disastrosa” per la cristianità.
” Disastrosa” mi pare eccessivo.
Mi piacerebbe sentire un commento di Luigi Accattoli in proposito.
PS
Sara, non voglio impoverirti chiedendoti le diecimila lire. Tienitele per quando ritorneremo alla lira, come auspicato dalla Lega di Salvini e da Grillo e Casaleggio.
La famiglia umana e’ un concetto astratto se non la fai passare per la realtà concreta della tua famiglia.
Premesso che io non è che sia familista in modo particolare e con la mia ci ho spesso allegramente litigato però da San Giuseppe alle nozze di Cana al nessuno osi separare ciò che Dio ha unito non mi pare nemmeno che il Vangelo non presenti una buona visione dei legami familiari.
“Per sintetizzare il senso culturale dello scontro emerso con brusca rudezza all’epoca del referendum – ma in corso già da lungo tempo nel mondo occidentale – si deve dire che si trattò, e si tratta, del contrapporsi di due visioni opposte. La prima, nata e cresciuta in ambito protestante, ispirata alla volontà di una decristianizzazione completa dell’orizzonte sociale e civile – per coerenza precisamente con le premesse religiose del protestantesimo – al cui centro sta una visione antropologica ontologicamente individualistica. La seconda, quella cristiano-cattolica, convinta della bontà della proposta antropologica del cristianesimo, giudicata valida ed esportabile anche per chi credente non sia, dunque in assenza di una adesione di fede, e accettabile senza alcuna forma di sudditanza culturale. Ricordando quanto già sottolineato da D’Agostino, il fulcro della proposta antropologica cristiano-cattolica è riducibile a una visione dell’uomo come originariamente, ontologicamente, in relazione, nato cioè “in” e “da” una relazione e destinato a vivere in un “sistema di relazioni” essendo costituito da e per queste.
Le due prospettive appena richiamate non disegnano i profili, rispettivamente, di un uomo automaticamente malvagio, né di uno automaticamente buono, ma certamente aprono orizzonti culturali profondamente diversi. La prima, orientata dal principio individualistico, appare destinata a ordinarsi, coerentemente con i suoi presupposti, in prospettive – traducibili in legislazioni, prassi, comportamenti, orientamenti economici – ispirate all’esaltazione delle libertà del singolo e, in definitiva, al principio utilitaristico, più che al senso della responsabilità e della coesistenzialità.
La seconda inscritta in un orizzonte culturale che, qualora sia ispirato realmente a un’antropologia ontologicamente relazionale, dovrebbe dar luogo a legislazioni, prassi, comportamenti, indirizzi economici orientati dal principio della coesistenzialità. Fondata, questa, sulla convinzione inestirpabile dell’uguaglianza tra individui costitutivamente relazionati agli altri per realizzare pienamente se stessi. Che la posta in gioco – con implicazioni ben più vaste di quelle cui qui si può dar conto – sia quella, epocale, del decisivo orientamento della cultura occidentale intorno ai contenuti antropologici del cristianesimo, o della loro espunzione, lo aveva ben chiaro già Nietzsche, conscio dell’auspicabile – per lui – ma comunque tragico evento della “morte di Dio”. Tra gli altri, lo ripetono oggi, in modo significativo da sponde opposte, due laici: Jean-Luc Nancy nel suo “La dischiusura. Decostruire il cristianesimo”, e Alain Badiou nel suo bel libretto dedicato a San Paolo e alla fondazione dell’universalismo.”
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/matrimonio-e-decristianizzazione.aspx
La Visione di Melloni la inserisco in questo scontro e il suo obiettivo è appunto quello di “una decristianizzazione completa dell’orizzonte sociale e civile – per coerenza precisamente con le premesse religiose del protestantesimo – al cui centro sta una visione antropologica ontologicamente individualistica.”
In pratica secondo questa visione va smantellata la società cristiana (e la Chiesa che ne è la manifestazione terreno) e da lì nascerà il cristiano vero e autentico. (pochi magari ma meglio pochi che tanti il senso è quello).
E chi se ne frega di quelli che non sono abbastanza forti da sopravvivere in una società scristianizzata.
Sotto lo scontro con i tradizionalisti (che sono individualisti uguali) il punto di questa corsa alla “modernità” è lì.
E a me non è che piaccia tanto…
E pensare che il concilio voleva invece superare la visione più individuale per rimettere al centro il concetto di comunità (o di assemblea nella celebrazione liturgia)…
Al di à della riflessione di Melloni e della sua esegesi da parte di picchio, il Vangelo dice chiaramente che la Chiesa non deve conformarsi al mondo (nemmeno quando questo assume il nome di modernità, progresso o altre diavolerie):
“Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo”. Gv 17, 15-18.
Ai cattolici non è chiesto di fare gli “ultimi giapponesi che combattono una guerra già persa”, ma di offrire una testimonianza autentica e coerente di una visione dell’uomo, della vita, della famiglia e della società diversa da quella che prevale nel mondo.
Senza dubbio è più facile seguire la corrente e le mode che in questo momento stanno prevalendo, ma il Signore ci indica la porta stretta e non quella larga:
“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7 , 13-14).
Oggi è festa dell’Annunciazione: quanto è costato quel “sì” a Maria?
E noi pensiamo davvero di poter pronunciare il nostro “sì” senza passare dalla porta stretta, senza resistere alle tentazioni del maligno, senza rinunciare ad appartenere a quel mondo in cui pure siamo chiamati a vivere?
«E chi se ne frega di quelli che non sono abbastanza forti da sopravvivere in una società scristianizzata». Ha detto benissimo, gentile Sara1, e ha centrato un punto cruciale: i Melloni di quelli se ne fregano.
Che persona ancora migliore sarebbe lei, Sara1, se non leggesse tanti libri inutili e pessimi!
“Vi chiedo per favore – è stato il suo invito – di non far mancare la vostra preghiera. Tutti – Papa, Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici – tutti siamo chiamati a pregare per il Sinodo. Di questo c’è bisogno, non di chiacchiere! Invito a pregare anche quanti si sentono lontani, o che non sono più abituati a farlo. Questa preghiera per il Sinodo sulla famiglia è per il bene di tutti. So che stamattina vi è stata data su un’immaginetta, e che l’avete tra le mani. Forse sarà un po’ bagnata. Vi invito a conservarla e a portarla con voi, così che nei prossimi mesi possiate recitarla spesso, con santa insistenza, come ci ha chiesto Gesù. Ora la recitiamo insieme: Gesù, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero, a voi con fiducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai più nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. Gesù, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen”.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/udienza-del-25-marzo-2015.aspx
“La famiglia umana e’ un concetto astratto se non la fai passare per la realtà concreta della tua famiglia.”
La famiglia umana è un concetto più che concreto, Sara. Almeno nelle intenzioni di Gesù. Se lo si considera astratto, si continueranno a vedere come estranei da tenere lontani tutti quelli che non fanno parte della famiglia in senso stretto. Invece Gesù ha detto: “ama il prossimo tuo come te stesso”, e questo prossimo include tutti, non solo il marito, la madre , il padre e i figli.
Gesù ha anche detto: ” chi ama il padre e la madre più di me non è degno di me.” Il concetto mi sembra molto chiaro, ma molti non l’hanno ancora assimilato, come tante altre cose evangeliche non hanno assimilato.
Allora basta pensare che tuo marito e tua moglie fanno parte della grande famiglia umana e accorgersi che anche loro hanno bisogno del tuo amore. (come membri della famiglia umana se preferisce)
D’altronde tutti quelli che rinunciano a farsi una famiglia per essere al pieno servizio del Regno da costruire, dicono di avere rinunciato perché hanno più a cuore la famiglia estesa dell’umanità. Per cui ogni contraddizione va lasciata da parte.
Certo infatti rinunciare a farsi una famiglia ha il senso di aprirsi alla famiglia estesa dell’umanità non rinunciare a TUO marito e TUA moglie per averne altri due o tre…
Sì certo, anche il marito/ la moglie e i figli hanno bisogno di amore. Chi lo nega? Il discorso innescato da Melloni però è incentrato su un altro argomento, se non erro. Lui non nega l’importanza della famiglia, mi pare. Dice che la Chiesa ha sbagliato nel sacralizzare una unione che , in qualsiasi modo avvenga, ha già in sé il sacro, perché Dio è lì da subito.
Forse non è sacro un matrimonio in cui i coniugi si amano, si donano reciprocamente, anche senza andare in Chiesa?
Quante famiglie esistono non consacrate dal rito nuziale in Chiesa eppure felicissime? Forse che Dio non è in quelle famiglie? Eppure la Chiesa considera peccatori quei coniugi. Si o no? Eppure la Chiesa nega varie cose a quei coniugi. In questo senso la sacra Istituzione divide o no i buoni dai cattivi?
E quante famiglie, invece, consacrate col sacramento del matrimonio si sfasciano? Eppure sono nate all’insegna della benedizione di Dio.
C’è qualcosa che non torna.
Melloni intendeva altro e in ogni caso l’ho riportato sopra: ” La seconda, quella cristiano-cattolica, convinta della bontà della proposta antropologica del cristianesimo, giudicata valida ed esportabile anche per chi credente non sia, dunque in assenza di una adesione di fede, e accettabile senza alcuna forma di sudditanza culturale.”
Infatti la Chiesa riconosce che un matrimonio civile è qualche cosa di più di un fluttuare di relazioni.
Melloni invece vorrebbe strappare anche questo legame tra il secolo e la visione cristiana del matrimonio.
Poi ci incartiamo e pazienza.
Rileggiti bene quel passo che hai riportato, Sara, e capirai che cosa ha voluto dire Melloni.
Il matrimonio non è solo un “rito nuziale”, ma un sacramento.
Si può essere cristiani anche senza credere nei sacramenti: la storia dei nostri fratelli protestanti lo dimostra. Ma è appunto la storia di chi si è posto fuori dalla Chiesa Cattolica.
Quel brano che ho riportato è dell’articolo di Avvenire non di Melloni.
Sara, Melloni da storico del cristianesimo dice ciò che è, non può dire il contrario. Fa una constatazione. Avvalorata da quel che per tutti oggi è più che mai evidente.
E questo non significa che l’ obiettivo di Melloni sia di “decristianizzare”.
Spiletti, se il matrimonio è un sacramento– cosa che in effetti è– le ricordo che i sacramenti li ha istituiti la Chiesa cattolica.
L’ unico gesto e invito-comando riconducibile a Gesù è l’ Eucaristia.
Per cui anche il matrimonio è un sacramento, sì, ma voluto dalla Chiesa cattolica.
Se molti, anche battezzati, non lo riconoscono essenziale, non vanno indicati come “peccatori”.
Invece la Chiesa fa proprio questo. Ovvero si arroga il diritto di giudicare e di dividere i buoni dai cattivi. Anche questa divisione rientra in quella situazione “intrinsecamente disastrosa ” di cui ha parlato Melloni.
Ho letto la recensione di Accattoli a Melloni con molta pena per entrambi, fino al punto in cui il primo definisce «chiusa chiarificatrice» questo scampolo di prosa del secondo: «Se la Chiesa di Roma trova l’umile audacia di dipanare la matassa della relazione (sponsale, ndr), accettando con serenità la temporaneità delle proprie risposte e custodendo invece il fulcro delle domande cui risponde, se esce dalla prigione dorata del suo diritto, se dice con il linguaggio dell’Evangelo che il dono e il perdono sono tutto ciò che consente di vivere un amore senza fine o la fine dell’amore, allora anche il discorso pubblico sui diritti delle famiglie potrà giovarsene con esiti molto più radicali di quelli intravisti dal semplice antiproibizionismo dell’erotico lato sensu».
Diavolo di un Luigi! Me l’hai fatta ancora una volta! Altro che “estasiata”, la recensione era ferocemente ironica. Una totale presa per i fondelli. «Chiusa chiarificatrice», bellissimo!
[Almeno, speriamo che sia così. L’alternativa sarebbe agghiacciante]
Luigi Accattoli, prova a riderci sopra.
Una bella risata è uno straordinario toccasana.
Marilisa,
la Chiesa “si arroga il diritto di giudicare e di dividere i buoni dai cattivi”, per un preciso mandato di Gesù:
«E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Mt 16, 18-19.
«Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo».
Mt 18, 15-18
Usando una tua espressione, credo che questo sia proprio un “invito-comando” del Signore.
Stendiamo un pietoso velo su quanto affermato in merito ai sacramenti, alla loro istituzione e alla presunta possibilità di non “riconoscerli come essenziali” da parte dei cattolici battezzati. Consiglio tuttavia un recupero della catechesi per l’iniziazione cristiana (terza elementare).
http://www.qumran2.net/materiale/anteprima.php?id=34544&anchor=documento_2&ritorna=%2Findice.php%3Fparole%3Dsacramento&width=1366&height=576
E che la Madonna t’accompagni!
“La parola del mio venerato Predecessore ci ricorda che la coppia umana è stata benedetta da Dio fin dal principio per formare una comunità di amore e di vita, a cui è affidata la missione della procreazione. Gli sposi cristiani, celebrando il sacramento del Matrimonio, si rendono disponibili ad onorare questa benedizione, con la grazia di Cristo, per tutta la vita. La Chiesa, da parte sua, si impegna solennemente a prendersi cura della famiglia che ne nasce, come dono di Dio per la sua stessa vita, nella buona e nella cattiva sorte: il legame tra Chiesa e famiglia è sacro ed inviolabile. La Chiesa, come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata. Neppure quando cade nel peccato, oppure si allontana dalla Chiesa; sempre farà di tutto per cercare di curarla e di guarirla, di invitarla a conversione e di riconciliarla con il Signore. ”
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2015/documents/papa-francesco_20150325_udienza-generale.html
E così sia.
Sara, mi vuoi ricordare ciò che la Chiesa ha sempre detto, e che io conosco da quando ero bambina? Quindi da prima di te? Non è necessario.
Io dico semplicemente che è legittima ogni unione coniugale cementata dall’ amore sincero e vero. In essa è presente Dio stesso, anche se quel matrimonio non è stato celebrato in Chiesa.
Non pretendo che tu o altri la pensiate allo stesso modo. Io sostengo che è l’ amore vero ad essere in sé stesso il vero sacramento.
Ps
Te lo dice una che a suo tempo votò contro il divorzio.
Oggi, alla luce di una ben diversa esperienza, la penso in un altro modo.
Il tempo non passa invano.
Marilisa primo non pensavo a lei secondo stiamo dicendo due cose diverse quindi lasci perdere.
Il nocciolo non è il suo matrimonio o non matrimonio ma due tipologie di approccio diverso e stop.
Spiletti, c’ è una parte di quel che ha scritto che è fuori tema, se mi permette. La questione dell’ ammonimento, per esempio. Non c’ è bisogno del Vangelo per sapere che se qualcuno sbaglia, o ci sembra che sbagli, sarebbe bene dirglielo con discrezione etc…etc..
Ammetto tuttavia che anche il sacramento della confessione può essere riconducibile a Gesù ( lasciando da parte però il discorso dell’ ammonimento, che c’ entra fino ad un certo punto, posto che, secondo chi trovi al confessionale, dovrebbe essere ammonito lui piuttosto).
Spiletti, le ha mai detto nessuno che ci sono siti di catechesi più aggiornati rispetto a quello che lei mi ha proposto?
Ci vada, caro, ci vada il più presto possibile.
Bisogna saperla leggere la Bibbia, non prenderla tale e quale. La Bibbia va anche interpretata correttamente, altrimenti si prendono degli svarioni che mandano fuori strada.
Mi scusi tanto, Sara, per il qui pro quo. C’ è stato un imperdonabile equivoco.
Sull’ approccio diverso rispetto al tema in questione , così come su diversi altri, non ci sono dubbi. Per cui lascio perdere, come lei mi ha suggerito di fare. Stop.
Preciso solo che non mi interessa rispondere a Marilisa, dato che ormai ho appurato che è evidentemente inutile, ma volevo lasciare scritta una replica rispetto a certe affermazioni che, a mio parere, hanno veramente poco a che fare con il cattolicesimo.
Se non abbiamo un minimo comune denominatore, un riferimento obiettivo verso cui orientarci, una piattaforma condivisa da cui partire, è impossibile pensare di confrontarci in un blog.
Quando si sputano sentenze tanto facilmente su tutto (Chiesa, cattolicesimo, dottrina, pastorale, sacramenti, sacerdoti e persino papi), occorrerebbe almeno verificare di conoscere (e di comprendere) l’ABC, l’essenziale, appunto quello che ho chiamato “catechesi per l’iniziazione cristiana”.
Se Marilisa mi promette di non maltrattarlo, potrei chiedere al mio figlio più piccolo, che si sta preparando per la Prima Comunione, di darle una mano.
Ad ogni modo, questo scampolo finale di Quaresima dovrebbe essere occasione per tutti di recuperare l’essenziale e di purificare la nostra idea del cattolicesimo da opinioni viscerali, velleità e amenità varie che il mondo ci suggerisce in continuazione.
La Bibbia va anche interpretata correttamente
Cosa significa, Marilisa, “correttamente”?
La catechesi per l’ iniziazione cristiana tutti sanno qual è. E tutti sanno che i bambini non possono fare altro che apprendere passivamente quel che gli viene insegnato.
Il punto vero è che un adulto che voglia restare ancorato a quel che gli è stato insegnato quando era bambino, e non si ponga degli interrogativi su certi insegnamenti ricevuti, mettendoli a confronto con gli insegnamenti della vita, rimarrà per sempre un bambino, cioè un immaturo privo di consapevolezza.
Una fede bambina, appunto, che non è vera fede, e rischia di dissolversi in breve tempo.
Il vero cristiano è quello che tale diventa crescendo, ponendosi continuamente delle domande e cercando le risposte. Non è certo quello che ha imparato a memoria, da bambino, delle formulette a cui aggrapparsi per rassicurarsi della propria cattolicità. E per tacciare gli altri di scarsa fede o, peggio, di eresia.
Guardi che nessuno la accusa di eresia stia pure tranquilla.
E’ un po’ scocciante questo continuo sbandierare superiorità come se fosse l’unica a farsi le domanda e a cercare le rispsote mentre tutti facciamo questo. (anche se in modi diversi da lei).
Stiamo tutti cercando in lungo e in largo:
https://www.youtube.com/watch?v=mPAzwUhXnzs
(si metta in fila come gli altri)
Significa, Fides, che non tutto quello che in essa è scritto va preso alla lettera e, peggio ancora, propinato come assioma dogmatico.
Qualsiasi buon esegeta lo dice.
I testimoni di Geova, aborriti dai cristiani, fanno, appunto,questo lavoro.
«La lettera uccide, ma lo Spirito vivifica» (2Cor 3,6)
Lei ha così tanti problemi con i dogmi che se si trovasse uno spartito da suonare togleirebbe pure i bemolle come segno di un autoritarismo dall’alto.
Guardi che un dogma è l’equivalente di un postulato matematico ha presente da un punto passano un’infinità di rette?
Ci sono due millenni di matematica costruita sui postulati euclidei si potrà benissimo essere originali anche partendo da “dogmi”.
🙂
Sara, credevo di aver chiuso con te.
Mi faresti il piacere di evitare di rivolgerti a me? Anche tu mi hai stufato, e parecchio, con questo tuo continuo fare riferimento ad una mia presunta superiorità (che non è certo nei miei pensieri).
Hai forse un complesso di inferiorità?
In questo caso iI problema è tutto tuo.
Non ci siamo.
Non è questione di formulette, ma di conoscere la religione alla quale si dice di aderire.
Come si fa a professare una fede che non si conosce?
Non stupisce che poi ci si costruisca una religione e una morale su misura.
Sono state scritte cose allucinanti sui sacramenti e sulla Chiesa Cattolica e questo dovrebbe far riflettere sul fatto che certe “ricerche” (pur lodevoli se condotte con buona volontà e con umiltà) possono portare fuori strada.
Condivido l’idea che la fede e la formazione religiosa debbano crescere con l’età delle persone e approfondirsi, ma non che ognuno possa fare a modo suo come “autodidatta” e arrivare alle conclusioni che vuole (ecco di nuovo il soggettivismo e il relativismo): si cerca la volontà del Signore e la Verità e per farlo bisogna avere l’umiltà di mettere da parte il proprio smisurato ego e affidarsi a chi ne sa di più. I cattolici sanno che questo percorso di formazione non può non passare dal magistero della Chiesa.
Non voglio andare oltre. Il discernimento personale è una grazia ed è giusto incoraggiare i giovani ad approfondire la propria fede ben oltre la catechesi dell’infanzia e dell’adolescenza, ma bisogna stare attenti a trovare i maestri giusti e a non scambiare la propria volontà per la volontà del Signore.
Per questo il discernimento necessita di purificazione (da sé, dai propri pregiudizi, dalle proprie suggestioni e dalle seduzioni del mondo) e di umiltà(ascoltare, accogliere, meditare). A volte il Signore ci chiama ma non lo sentiamo perché siamo troppo impegnati a spiegare a tutti cosa Dio dovrebbe fare.
“In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli”.
Mt 18, 3-4
Infatti è come la geometria euclidea e non euclidea, se accetti certi postulati sei nella prima altrimenti finisci nella seconda.
Così se rimani all’interno del cattolicesimo ne accetti alcuni elementi di fondo altrimenti esci in qualche cosa d’altro che non è meglio o peggio ma concettualmente diverso.
La domanda, Marilisa, era diversa, ed è molto seria:
Qual è l’interpretazione corretta?
Un piccolo aiuto:
http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788810558027/la-sacra-pagina.html
@Spinelli
bisogna stare attenti a trovare i maestri giusti e a non scambiare la propria volontà per la volontà del Signore.
Bisogna poi stare attenti a non scambiare la volontà del direttore Spirituale per quella propria personale…
Replico, molto seriamente, a tutti.
Se è tanto difficile capirsi in un blog, perché perdere tempo a sprecare parole e parole e parole?
Fabricianus,
sono convinto che un buon direttore spirituale si renda perfettamente conto di quali limiti abbia la direzione spirituale e sappia evitare accuratamente di forzare la volontà delle persone o addirittura di manipolarle.
Anche in quelle situazioni è presente la tentazione del maligno, ma in fondo nessuno è obbligato a fare da direttore spirituale: se non si è in grado di farlo, si possono indirizzare altrove i fedeli.
Si possono naturalmente fare molte altre considerazioni, comunque a mio parere una delle tentazioni più pericolose in questi nostri tempi è il soggettivismo (paravento magari di peccati gravi: orgoglio, superbia, egoismo) e un confronto anche occasionale con un direttore spirituale (o con un buon confessore) può aiutarci a non cucirci addosso una fede e una religiosità “su misura”, concentrata solo e sempre su noi stessi e sulle nostre “proiezioni” di Vangelo e cattolicesimo.
E’ per questo che al mondo ci sono ortodossi, cattolici, protestanti tra cui valdesi, metodisti, battistil, calvinisti luterani ecc. ecc. tutti convinti di avere la giusta interpretazione in tasca.
@fabricianus
Bisogna poi stare attenti a non scambiare la volontà del direttore Spirituale per quella propria personale…
E’ quello che purtroppo avviene ancora in tanti ordini e movimenti. Piccole e grandi prigioni dello spirito.
Spiletti condivido la seconda parte del tuo intervento delle 13.03, quando parli di confronto con direttore spirituale…
Sul resto ho le mie perplessità, ma prendo atto della tua buona fede.
@Fides
Esatto, è uno dei problemi del cattolicesimo, la direzione spirituale che rischia di diventare prigione. (Ahìnoi)…
Non si chiama “direzione spirituale”, si chiama “accompagnamento spirituale”, come spiegò tempo addietro una peripatetica (spirituale, s’intende) di costì.
@Fabricianus
In certe esperienze di cui sono venuto purtroppo a conoscenza, non è fuori luogo parlare di annientamento della persona, di vero e proprio plagio.
Ho conosciuto persone uscite letteralmente a pezzi da movimenti cattolici.
Storie che hanno sicuramente segnato in modo profondo il mio approccio nei confronti della religione.
Franti,
ho ricordato anch’io quel commento, ma non osavo menzionarlo qui per timore di scatenare l’apocalisse.
Fides,
esistono anche molte esperienze positive ed edificanti, fuori e dentro i movimenti.
Le esperienze negative lasciano il segno, ma bisogna anche sapere andare oltre e cercare di avere uno sguardo sereno su quella che è una vera e propria grazia per molti cristiani.
Naturalmente è importante pregare per i sacerdoti, perché sappiano essere buone guide spirituali, come scriveva il Santo Curato d’Ars.
(a parte il fatto che ci possono essere direttori spirituali anche tra i laici e le religiose).
Sarà anche vero, Spiletti!
Ma resto dell’idea che una persona debba essere molto forte psicologicamente per affrontare l’ingresso in una comunità religiosa.
Purtroppo sono invece convinto che nella maggior parte dei casi quelli che cadono in certe terribili trappole sono proprio le persone deboli, bisognose di sicurezza e sostegno, in situazione di crisi personale o famigliare.
Punto centrale è non scambiare l’accompagnatore spirituale per uno psicoterapeuta. Non lo è, salvo non abbia i titoli di studio inerenti la materia.
Fabricianus,
… ma anche diffidare di lui in adeguata misura! Non è la voce di Dio.
Che c’entra lo psicoterapeuta scusate?
Anzi come si è arrivati a tirare in ballo il direttore spirituale?
( non è così diffuso tra parentesi)
C’ entra in qualche modo.
Infatti quando si va a confessarsi, spesso ci si confida. Proprio come si fa con uno psicoterapeuta.
Il padre (direttore) spirituale, poi, lo si cerca anche senza volere confessarsi proprio perché in qualche misura fa le veci di uno psicologo vero e proprio. Con la differenza che lo psicoterapeuta ti ascolta soltanto, mentre il direttore spirituale ti indirizza verso scelte precise. Che poi siano quelle giuste è tutto da vedere. Dipende dal suo orientamento.
Lo so mi sembrava c’entrasse poco però con il senso generale della conversazione. (Forse si vuole dire che qualcuno parla per bocca di altri? Non ho capito)
Vai a rileggere un po’ indietro.
Il confessore da cui si va abitualmente, diventa un punto di riferimento, cioè un direttore spirituale.
Anche i preti ce l’ hanno.
Normalmente lo si sceglie di proprio gradimento.
Io non andrei mai da un prete dell’ età della pietra e dalla dura cervice.
Io mi confesso ogni morte di Papa…
Però per un periodo da ragazza ho avuto un direttore con cui mi trovavo bene.
Solo non ho capito cosa c’entrasse.
Qui c’ è un prete mancato che ha cominciato a parlare di direttore spirituale o confessore, e da lì è cominciato il discorso.
Spero che adesso non si senta offeso.
@Fides delle 17.01
Condivido.
Mi pareva lo avesse tirato fuori Fabricianus.
Avrò capito male
@Sara1 delle 17.09
Basta leggere bene tutti i commenti.
«Io mi confesso ogni morte di Papa…»
Attenta, Sara1, se fa così e se ne vanta pure, rischia di fare la fine di picchio (che è ben triste!). Se poi si considera la sua abitudine di leggere un sacco libri-spazzatura, la prognosi è riservata.
Non me ne vantavo (anzi), constatavo solo…
Che fa Franti,
le veci dell’eterno giudice? Ne sente proprio il bisogno?
Che vuoi farci, amico Fides ? E’ proprio vero che “la lingua batte dove il dente duole”.
Un caro saluto a te.
Roberto 55
Marilisa,
anche stavolta non perdi l’occasione per offendere senza motivo.
Non conosci la disciplina dei sacramenti, non sai cos’è e che compito ha la Chiesa. Parli a vanvera di cose che non sai e non capisci e insulti continuamente il prossimo senza motivo. La tua arroganza è pari solo alla cattiveria delle tue parole. Siamo tutti chiamati ad essere bravi cristiani: mi sembra che tu qui non ci provi nemmeno.
a Maronna t’accumpagne.