“Boko Haram è la setta dei puri, giovani uomini che entrano nei villaggi e sgozzano e fucilano in nome di Dio”: nel sito del Corsera un filmato di Riccardo Bicicchi documenta la caccia ai cristiani – e ai musulmani che convivono con loro – scatenata nel Nord della Nigeria dagli islamisti in guerra con l’Occidente. Un video che tutti dovrebbero vedere. Nella civiltà dell’immagine saranno immagini come queste a insegnarci la nuova dimensione del martirio nel mondo.
A Maiduguri in Nigeria dove sgozzano in nome di Dio
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“Il tempo dei martiri non è finito” aveva detto lunedì 15 Papa Francesco nell’omelia del mattino al Santa Marta: “Oggi possiamo dire, in verità, che la Chiesa ha più martiri che nel tempo dei primi secoli. Sono tanti gli uomini e le donne che sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio alla fede: questo è ammazzato perché insegna catechismo, questo viene ammazzato perché porta la croce… Oggi, in tanti Paesi, li calunniano, li perseguono. Sono fratelli e sorelle nostri che oggi soffrono, in questo tempo dei martiri”.
Mentre stiamo a discutere del più e del meno, c’è chi muore per la fede. Basta pensa re Shahbaz Bhatti. Dove c’è la Croce, lì c’è la vera “confessione della fede”.
No, il tempo dei martiri non è finito.Per niente.
Questo- come tutti gli altri- è il tempo dei martiri.
Breve annotazione. Se io campo convinto “di non esserci chiamato”, che questo aspetto non mi riguardi, che il martirio sia qualcosa da venerare sugli altari , davanti a cui inginocchiarsi e basta, mi racconto delle balle. Se nessuno ” mi perseguita” è perchè la mia testimonianza è del tutto ininfluente. Se padre Puglisi- per dire- avesse fatto come me- grandi ciarle e bei principi, tutti rigorosamente non negoziabili. ma la mia vità è la mia vita- camperebbe ancora tranquillo pure lui …
“Bianco ” o ” di sangue”, il martirio, che è poi testimonianza, mi riguarda eccome.Eccome , se mi riguarda. Dare la vita tutta intera a Gesù Cristo- così come sono e lì dove sono, senza giocare a fare il prete- o scaldare il banco?
Non ci sono alternative.
Se non quella del paracarro devoto. Chi mai perseguiterebbe un paracarro?!
Il Vangelo è esigente, lo dimostra anche il Vangelo del giorno (Gv, 6,60):
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».
Benedetto XVI , per esempio, è stato ed è un martire.
ma chi è capace di vedere il martirio la’ dove nessuno lo vede?
non solo il sangue, che vedono tutti, ma la tortura più sottile del cervello
e dell’anima, che non vede nessuno…..
http://www.linkiesta.it/papa-romeo
Il problema, discepolo, non è tanto quello di cercare degli esempi.
Ce ne sono in quantità.
Il problema è quello di ESSERLO IO.
E’ qualcosa di terribile questo attacco ai cristiani: io non ho soluzioni, se non l’intensa preghiera.
Sottoscrivo in toto il primo commento di Luigi.
Ho pianto al vedere queste atrocità.
Fin quando dovremo essere perseguitati per il semplice fatto di credere in Gesù?
Preghiamo per le nostre sorelle ed i nostri fratelli, vittime delle più assurde persecuzioni!
Che Gesù li aiuti e che noi non li dimentichiamo mai!!!!
Ieri mattina dormivo e le campane mi hanno svegliato. Ok, mi sono detto, mi piace, mi ricorda perfino di quando ero piccolo. Ho acceso la radio: Santa Messa. Cambio canale, Caramore (se non sapete, informatevi). Bene, sono uscito e sono andato in piazza, l’unica: intasata dalle macchine di coloro che uscivano dalla messa e che per festeggiare la prima comunione dei figli e dei nipoti suonavano i clacscon a tutto spiano. Per di più in piazza non è stato possibile scambiare una parola con nessuno perché come ogni domenica da circa un mese un nutrito, in tutti i sensi nutrito, gruppo di neocatecumeni che ha deciso di evangelizzarci e di portare la lieta novella (il Kerigma lo chiamano), ha alternato canti a squarciagola (zum zum zum, avete presente?), a letture del Vangelo e, ahimé, a pericolose dichiarazioni autoaccusatorie (sono “caduto con la mia ragazza”). Dopo circa un’ora, li ho lasciati sul palco (perche tutto questo lo fanno sul palco) e sono andato via pensando che in fondo Nerone non aveva tutti i torti.
Leopoldo, la tua ironia (?) è assolutamente fuori luogo.
Se non te ne sei accorto, Luigi ha postato un video sulla strage dei cristiani commessa dagli islamisti. Prima dacci un’occhiata. Poi pensa se sia o meno il caso di fare battutine.
Penso che l’indifferenza (ed il menefreghismo) tua e di tanti altri sia uno dei motivi per cui queste stragi continuano ed anzi aumentano; l’Islam radicale è un’ideologia politica, con un suo programma di breve e lungo termine per la realizzazione di un Califfato globale e per la progressiva eliminazione delle minoranze.
C’è poco da fare stupidi accostamenti con gli (innocui) canti dei gruppi cattolici.
Luca73, rassegnati. Tu non hai nulla a che vedere con coloro che professano la propria fede a costo della vita, dato che vivi in Italia, un Paese che si è sempre distinto per l’ipertrofia della Chiesa cattolica e desi suoi gruppi di potere. Hai molto in comune, invece, con gli scassapalle di cui parlavo, che non hanno un briciolo di rispetto per l’altrui sentire, in senso metaforico e in senso letterale. E la mia non era affatto una battutina.
Caro Leopoldo, vedi già il fatto di chiamare sprezzantamente “scassapalle” i ragazzi che, semplicemente con chitarre e canti, cercano di portare il Vangelo a chi ne è lontano, mostra quanto sia miope la tua visione del fatto religioso.
Per inciso: guai a noi se perdiamo la dimensione evangelica, l’affermazione di Cristo, unico Salvatore del mondo.
Questi ragazzotti non ti hanno minacciato, non hanno tirato sassi dentro casa tua, non ti hanno impedito un banchetto, semplicemente hanno provato ad annunciare Gesù. Il fatto, poi, che tu sia infastidito dal suono campane, mi porta a domandarti cosa avresti fatto davanti alle urla dei muaezzim [scusa se sbaglio la dizione]. Probabilmente in nome dell’ideologia dell’islamicamente corretto, gli avresti portato un megafono!
Papa Francesco, qualche giorno fa, ha detto: “Il tempo dei martiri non è finito: anche oggi possiamo dire, in verità, che la Chiesa ha più martiri che nel tempo dei primi secoli. La Chiesa ha tanti uomini e donne che sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio alla fede: questo è ammazzato perché insegna catechismo, questo viene ammazzato perché porta la croce… Oggi, in tanti Paesi, li calunniano, li perseguono… sono fratelli e sorelle nostri che oggi soffrono, in questo tempo dei martiri”.
Ed ha aggiunto: “E la calunnia è peggio di un peccato: la calunnia è un’espressione diretta di Satana”.
Se tu ti informassi un tantino, sapresti che, secondo gli studi più calibrati reperibili su internet, sono 100mila i cristiani uccisi nel mondo nel 2012, a motivo della loro fede: uno ogni 5 minuti.
Una cifra immensa, che però non sorprende se si conosce la situazione in tanti paesi del mondo. Sono soprattutto 3 le aree mondiali dove si concentra la persecuzione contro i cristiani: i paesi islamici; i paesi del vecchio blocco comunista – Cina, Corea del Nord e Cuba –; infine i nazionalismi etnici – vedi la “tollerante” India – che periodicamente provocano esplosioni di volenza anti-cristiana, in barba a chi sogna un induismo e un buddhismo assolutamente tolleranti e accoglienti.
Ma il pregiudizio anti-cristiano – e soprattutto anti-cattolico – che domina anche nell’Occidente secolarizzato ed iperlaicista, rende difficoltoso l’intervento dei paesi occidentali per fare pressione sui governi che violano palesemente la libertà religiosa. Così la persecuzione dei cristiani in Africa e in Asia non è mai sul tavolo dei leader europei, affinché si intervenga efficacemente e tempestivamente.
La questione dovrebbe essere invece centralei, non solo perché si tratta di cristiani, quanto per il fatto che la libertà religiosa si dimostra ancora una volta la prima di tutte le libertà e difendere la libertà dei cristiani significa difendere la libertà di tutti.
Ma – è quì forse dovresti soffermarti un pò di più – a questo quadro, già di per sé drammatico, si deve aggiungere che anche nei paesi occidentali c’è una tendenza – innegabile! – alla discriminazione e all’intolleranza nei confronti dei cristiani. Ad esempio, Papa Benedetto si era soffermato sui pericoli di una dittatura culturale, esercitata da una specifica ideologia, quella del “gender”. Questa ideologia, evidentemente, si sente minacciata dalla voce dei cristiani e dalla voce della Chiesa e, quindi, le loro lobby mettono in atto campagne di intolleranza, di calunnia e di discriminazione.
I risultati di questi e altri simili attacchi «inauditi» sono a loro volta inauditi. Non solo leggendo i giornali o guardando la televisione ci si trova davanti ad ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo: i politici e gli intellettuali promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita.
Ma la stessa fede è in pericolo di morte. Così, onore ai ragazzotti -che tu disprezzi-, ma che cercano almeno di tenere viva la fiamma della fede (rigorosamente con metodi pacifici!).
D’aaltro lato, non ci sono solo gli alfieri del secolarismo, purtroppo non mancano credenti che si vergognano e che danno una mano al secolarismo.
E il risultato è che la stessa verità naturale viene meno: e ogni popolo, che smette di sapere quale sia la propria verità, finisce perduto nei labirinti del relativismo e dell’intolleranza verso chi crede.
Non è coltivazione della speranza cristiana, è soltanto imprudenza non vedere quanto tali gli attacchi siano «inauditi».
L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce a interromperlo.
Ma, come diceva Gesù, «nessuna potenza avversa potrà mai distruggere la Chiesa».
Scusa la prolissità (la logorrea) e stammi bene, caro Leopoldo!
Luca
Un colloquio con padre Pizzaballa sui cristiani in Siria.
http://www.fmc-terrasanta.org/it/
Una osservazione per Leopoldo (e una consolazione per me…): è il popolo cristiano – occidentale e tiepido e fiacco e fastidioso a volte e litigioso pure e fatto di piromanipirla – che genera queste persone che vanno, stanno, aiutano, soffrono e muoiono con le popolazioni affrante dalla guerra.
In ogni generazione Trentasei giusti, dice il Talmud, reggono il destino dell’umanità e ne garantiscono la salvezza.
Se anche uno solo di loro viene generato da noi – poveri dentro – a me basta per ‘sopportare’ clacson, zum-zum-zum, messe cantate in gregoriano alle cinque del mattino e solenni invocazioni del fuoco di Nerone, e tanto altro.