Da lunedì a mercoledì ero a Lucca, dove sono spesso felicemente tra amici e pietre splendenti. Per eccesso di fiducia dell’arcivescovo Italo Castellani ero là a seguire e a concludere un convegno che si teneva in San Frediano dov’è Santa Zita che era una colf ed è ricordata da Dante suo contemporaneo. Mio doppio entusiasmo per la colf e per Dante che tutto vedeva ciò che conta. Sul presbiterio c’è “Il Sasso di San Frediano” con le due giovenche che lo portarono per quattro miglia dalle Cave di Vaccoli fin lì. E c’è la Fontana di Maestro Roberto con un Aronne noncurante che tiene per la coda un drago inarcato: “Gettò il suo bastone davanti al Faraone ed esso divenne un serpente”. Mi hanno regalato un volume di Romano Silva intitolato La Basilica di San Frediano a Lucca e nella notte ho trovato a pagina 34 il capitello di una “monofora del cleristorio sul fianco meridionale” che rappresenta un vitello che gioca con una mucca: le prende a bocca spalancata l’orecchio e quella lascia fare. Mi sono alzato presto e sono tornato in San Frediano per interrogare don Michelangelo su che fosse il “cleristorio” e dove fossero la mucca e il suo vitello. “Sta in alto e si vede poco” ma andando quaranta passi in là per via Anguillara li ho visti e sono corso alla stazione giocando tra me come quel vitello.
A Lucca una mucca
30 Comments
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La creatività e la capacità di meravigliarsi sono, secondo la psicologia dello sviluppo, due caratteristiche che promuovono nelle persone un approccio positivo alla vita, la possibilità di intenderla come bella e promettente, e quindi di viverla al meglio: Luigi, sono lieta che tu goda di entrambe!
(Devo queste nozioni a mia figlia e ai suoi studi. La ringrazio anche se non lo sa).
Buona giornata.
Caro Luigi, che bello!
Ricordo io pure lo scorso anno una mattina prestissimo di fronte a san Frediano in attesa del sole a baciare il mosaico di facciata. E poi un lungo silenzio splendido dentro il tempio, ove sono rimasto da solo per parecchio tempo, commosso. Momenti di grazia e di gioia. Meraviglioso vedere altri condividere la medesima emozione. Grazie!
Chiese e opere come quelle descritte sono la dimostrazione che chi parla del Medioevo come di un periodo nefasto di “secoli bui” non conosce il Medioevo o non sa quello che dice.
Camminando da San Frediano alla stazione sono passato per il Duomo di San Martino e sono andato dal Santo Volto a ricordare tutti – e stando lì ho ascoltato un lettore che da un ambone che non vedevo proclamava la prima lettura della celebrazione di quel giorno dov’erano le parole del Secondo Libro dei Re che dicono: “Mentre continuavano a camminare conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo”. Com’erano adatte le pietre della cattedrale per dare il giusto suono a quelle parole.
Grazie per questa bella parola, “cleristorio” (ma la variante “claristorio” mi piacerebbe anche di più), che non conoscevo e che ora non vedo l’ora di usare (ma la vedo un po’ difficile).
Che ingiustizia: si parla sempre di “spread” … semanticamente una cosa orribile, foneticamente poco più che una pernacchia e nessuno che faccia mai risuonare una parola bella come “claristorio”. «Spread» abbruttisce (se proprio si deve, meglio allora farsi tanti spritz), «claristorio» eleva e purifica.
A proposito di spread, a me questa ha fatto sorridere:
http://italians.corriere.it/2012/06/21/la-mente-dellanglofono-e-lo-spread/
Certo che, a pensarci bene, il lessico dell’architettura è di un bello … fate, per esempio, il confronto tra «pilastro» e «lesena». Sentite come il primo, giusta il suo significato, è anche fonosimbolicamente più robusto, come si regge appoggiando con sicurezza sull’allargarsi della seconda vocale subito saldamente incatenata dall’intreccio delle tre consonanti: pi-la-stro. E come invece è leggera, solo decorativa per l’appunto, la «lesena», come scorrano via le sue tre sillabe aperte con la “e” ripetuta …
(ma io non ho niente di meglio da fare?)
Sì, ce l’ho, torniamo a lavorare.
“Sul presbiterio c’è “Il Sasso di San Frediano” con le due giovenche che lo portarono per quattro miglia dalle Cave di Vaccoli fin lì.”
Mi sono documentato anch’io, e ho scoperto che : “Il cleristorio o claristorio, in architettura, è il livello più alto della navata in una basilica romana o in una chiesa romanica o gotica. Il suo nome si deve al fatto che la sua traforazione di finestre permette al chiarore della luce di illuminare l’interno dell’edificio. Era già stato usato dai Romani, in ciò probabilmente influenzati dall’architettura ellenistica, nelle basiliche, nelle terme o nei palazzi. – Nel 1387 l’imperatore Carlo IV concesse ai vescovi di Lucca il diritto di conferire lauree in utroque iure, filosofia e medicina, di nominare notai e cavalieri e di legittimare i bastardi.” Wikipedia
Ma non ti pare strano che con tutta la fantasia artistica italica abbiano dovuto copiare dall’architettura greca divenuta poi romana ? Non sa di paganegginate ? E non è anche strano che i vescovi potessero conferire lauree e legittimare i bastardi ? Che centrano queste cose con l’impegno di predicare il vangelo ? Non c’è relazione !
Ancora… ricordo un raggio di luce nella basilica di S. Martino a colpire, il mattino presto, un pannello di marmo alla base di un altare laterale destro, su cui era scolpito un rudimentale Santo Volto: fu un attimo… il bagliore del sole a colpire quella pietra candida e bassa che altrimenti mai avrei notato, il tempo di stupirmi/commuovermi, e il Cristo di pietra fu nuovamente avvolto nell’ombra. Metafora di un’infinità di cose?
Leonardo, grazie. Ma dicci qualcosa anche sui “plinti” e sui “plutei”… come sai fare tu.
…e sul pulvino e il capitello…come solo tu sai fare…Leonardo!…
Voi mi canzonate, e fate bene.
Però il marchese Basilio Puoti, purista (che dopotutto fu maestro di De Sanctis, e stimato da Giacomo Leopardi), si dice che sia morto così: mentre stava per spirare, agli amici e ai parenti che stavano al suo capezzale disse: “Figliuoli, me ne vado”, poi, dopo averci pensato un attimo, soggiunse: “Però si può anche dire: figliuoli, me ne vo”. Dai, non è stupendo?
(Certo, se uno è Goethe, può permettersi di cavarsela con un “mehr Licht” e tutti a chiedersi ormai da due secoli quale profondo messaggio abbia sigillato la vita di quel grande, mentre forse voleva solo che gli scostassero un po’ la tenda. Però bisogna essere Goethe)
“Più luce!
Sì, è molto probabile che Goethe chiedesse che fosse un po’ più illuminata la sua stanza.. ma che grande ultima parola!!! e’ ovvio, no, che i posteri ci abbiano visto qualcosa di simbolico!
un po’ come “ho sete” di Gesù sulla croce . E’ ovvio che un condannato alla croce morisse per disidratazione quindi avesse sete , ma quale profondo significato simbolico!
E’ difficile non cedere alla malìa dell’interpretazione esoterica delle frasi magari più banali degli uomini famosi….
“Ich habe fertig”.
(Giovanni Trapattoni – Monaco di Baviera, 10 marzo 1998).
Vabbè, il Trap è il Trap…
http://www.youtube.com/watch?v=r48o-AvHhFw
” Eureka!” -ho trovato!”- folgorazione Pitagorica e, come tutti i grandi che han segnato la storia, bastò un bagno galeotto perché si scoprisse il principio fondamentale dell’idrostatica, ossia che un corpo immerso in acqua ottiene una spinta verso l’alto pari al peso del fluido spostato. Grandi i grandi!
Però, devo dire, senza andare troppo lontani, che di geniacci in quanto a frasi parlanti ce ne sono anche nella storia più recente.Esempio, ho trovato geniale la frase di Luigi sul capitello della monofora del cleristorio,quella che da sul fianco meridionale ” che rappresenta un vitello che gioca con una mucca: le prende a bocca spalancata l’orecchio e quella lascia fare”. Trovo la descrizione sublime, simile ad un dolce gioco erotico e la passività della mucca mi rammenta una donna in estasi…
vedi Leonardo.
Questo genere di discussioni mi fanno impazzire!
Le parole sono chiodi.
E talvolta: le parole sono fiori… Stesse vocali… ma che differenza!
Per esempio nel vangelo di oggi manca un “ma” che è importantissimo nel racconto della nascita di Giovanni. Qualcuno lo trova?
“ma non aveva figli”
o meglio : “ma non avevano figli”, in riferimento a Zaccaria ed Elisabetta, trasformato in “essi non aveva figli”….
avevano…
Effettivamente caro Maioba, ho fatto la stessa tua riflessione: non capisco questo continuo cambiare il senso al testo sacro, continuamente trafugato, stravolto, sta’ cosa mi distrugge…E certo che cambia l’espressione, l’intensità della frase il suo significato profondamente recondito che tocca nervi scoperti…quel “ma” è d’importanza capitale….è una “particella avversativa” e sta a significare l’infausta sorte toccata a Zaccaria e a sua moglie, senza eredi a quel tempo si era fuori….
Carissimi, è meravigliosa la serenità di spirito che vi fa vedere tutte queste belle cose e vi fa godere di esse. Questa serenità oggi mi ha abbandonato, perché ho dovuto combattere tutto il giorno col computer che non funziona. Il Signore vi mantenga in questa serenità di spirito!
A me sorge una domanda diversa:
“Allà Klethésetai Ioannes”
Ce lo spieghi, Maioba?
Benedire nella Bibbia significa innanzitutto concedere fecondità. «Tua moglie sarà come vigna fruttifera, nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come piante d’olivo intorno alla tua tavola. Ecco così sarà benedetto l’uomo che teme il SIGNORE», recita il Salmo 128. Per parlare della misericordia, della tenerezza di Dio, l’antico testamento, o Bibbia ebraica, usa il plurale di rechem, che non è altro che l’utero, il luogo dell’accoglienza e della trasmissione della vita. Tutto ciò che era connesso con la sfera generativa e creativa era dunque sacro, mentre la sterilità rappresentava una grave sventura, una vera maledizione. Ecco perchè sostituire quel “ma” ad un generico “essi” è stato inopportuno…
Zaccaria ed Elisabetta erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore “ma”-eppure, nonostante ciò] non avevano figli. A me personalmente colpisce molto anche la Frase dell’Arcangelo in relazione alla preghiera di questo vecchio recitata a suo tempo, quando era fertile, non gia ora che Elisabetta ha 90 anni. L’Arcangelo dice “la tua preghiera è stata…” preghiera espressa in un passato a significare che Dio non dimentica le preghiera fatte con il cuore, in pienezza di fede, presto o tardi le esaudisce. E qui DEVE riporre, imperativo, la nostra fede, certi che Dio ascolta …
“Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini“.
Santa Elisabetta prega per tutte le donne che desiderano un figlio.
E per tutte madri in attesa.
Amen
utlima riflessione a margine e poi mi taccio. “Zaccaria ed Elisabetta erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore “ma”-eppure, nonostante ciò- non avevano figli. E’ proprio questo -a mio sommesso avviso- il punto nodale : con l’arrivo di Giovanni -già il nome è tutto un programma- s’inaugura l’avvento del Regno, l’arrivo del Cristo che spezzerà le catene ponendosi in rottura con l’Antica Alleanza e la torah. Fin da ora, dalla nascita di Giovanni il Battezzatore!
Auguri a tutti i Giovanni del pianerottolo!
“con l’arrivo di Giovanni -già il nome è tutto un programma- s’inaugura l’avvento del Regno, l’arrivo del Cristo che spezzerà le catene ponendosi in rottura con l’Antica Alleanza e la torah”
guasti (qualcuno amerebbe il termine “eresia”) provocati dalla teologia internettiana, che per fortuna restano periferici – se non in contraddizione – al cuore (Giovanni XXIII docet).
Buona domenica.
Perché, Giovanni il Battista non è forse il precursone del Cristo?….E il fatto che Dio abbia interrotto la tradizione talmudica che malediceva l’ infertilità non è forse una svolta nella storia della salvezza?
Ovvio che sarà Gesù ad annunciare il regno, ma non ti fa strano che proprio il Cristo si recò dal Battezzatore Il quale fece tante storie per battezzarlo riconoscendo la diversità tra lui e il Signore e la consapevole che il nuovo (la Nuova Alleanza) entrava in scena? Senza l’azione del Battezzatore Dio non avrebbe potuto pronunciare “questi è il Figlio mio l’unigenito, ascoltatelo!”Da qui prenderà vita l’annuncio del Regno, certo!. Giovanni XXIII docet sicuramente, ma non mi sembra di aver detto eresie poi, se tu o qualcun altro ne ravissassero, strafelice di capire e imparare targum55, altro dirti non vo’.
Caro Luigi, non ho potuto ascoltarti a Lucca martedì sera, ma ti ho sentito “in differita” attraverso il sito della diocesi, sul quale è stato immesso l’audio con gli interventi del convegno diocesano. http://www.diocesilucca.it/news.php?id_news=1045&tn=n&p=Convegno_diocesano
http://www.justin.tv/pgdiocesilucca#r=-rid-&s=em
Ho apprezzato molto (come anche mia moglie Lucia, vecchia amioca della tua amica calabrese Caterina Borrello Bellieni di Reggio Calabria) il tuo intervento, davvero bello.
Leggo solo ora questo magnifico post.Complimenti sinceri caro Luigi. Sei riuscito ad emozionarmi e a farmi nuovamente riflettere sulla straordinaria fecondità della Fede cristiana.
Con affetto!
Luca