A Grosseto per “La gioia del Vangelo”

Parto in automobile con mia moglie per Grosseto dove stasera parlo alla diocesi su invito del vescovo Rodolfo Cetoloni. L’argomento è la Gioia del Vangelo appena pubblicata da Papa Francesco. Sono felice di questo impegno. L’Aurelia che passa per Santa Marinella dove facciamo vacanza in luglio, la Tolfa sulla destra con i suoi picchi, Tarquinia sul monte, l’Argentario di qua, la Maremma con i colori decembrini. Vi porto con me. – Rodolfo, biblista e francescano di Terra Santa, è una bella figura di vescovo che dà il primo posto al Vangelo come vuole Papa Bergoglio. Dieci anni fa ebbi un incontro intervista con il cardinale Martini presso la sua residenza, quand’era vescovo di Montepulciano. Seguirono tanti appuntamenti ai quali mi chiamò. E’ la prima volta che vado a scovarlo in Maremma.

17 Comments

  1. “Sono felice di questo impegno”

    Ti capisco, Luigi.

    7 Dicembre, 2013 - 11:12
  2. Marcello

    E’ una mia fissazione (e meriterebbe una cura psicologica), ma non riesco a frenarla: i vescovi con la barba mi stanno sempre simpatici.

    7 Dicembre, 2013 - 12:26
  3. FABRICIANUS

    Grazie Luigi portaci con te.

    7 Dicembre, 2013 - 14:20
  4. Sara1

    Ieri sera apro a caso la “gioia del Vangelo” e mi capita questo:

    “No all’inequità che genera violenza

    59. Oggi da molte parti si reclama maggiore sicurezza. Ma fino a quando non si eliminano l’esclusione e l’inequità nella società e tra i diversi popoli sarà impossibile sradicare la violenza. Si accusano della violenza i poveri e le popolazioni più povere, ma, senza uguaglianza di opportunità, le diverse forme di aggressione e di guerra troveranno un terreno fertile che prima o poi provocherà l’esplosione. Quando la società – locale, nazionale o mondiale – abbandona nella periferia una parte di sé, non vi saranno programmi politici, né forze dell’ordine o di intelligence che possano assicurare illimitatamente la tranquillità. Ciò non accade soltanto perché l’inequità provoca la reazione violenta di quanti sono esclusi dal sistema, bensì perché il sistema sociale ed economico è ingiusto alla radice. Come il bene tende a comunicarsi, così il male a cui si acconsente, cioè l’ingiustizia, tende ad espandere la sua forza nociva e a scardinare silenziosamente le basi di qualsiasi sistema politico e sociale, per quanto solido possa apparire. Se ogni azione ha delle conseguenze, un male annidato nelle strutture di una società contiene sempre un potenziale di dissoluzione e di morte. È il male cristallizzato nelle strutture sociali ingiuste, a partire dal quale non ci si può attendere un futuro migliore. Siamo lontani dalla cosiddetta “fine della storia”, giacché le condizioni di uno sviluppo sostenibile e pacifico non sono ancora adeguatamente impiantate e realizzate.

    60. I meccanismi dell’economia attuale promuovono un’esasperazione del consumo, ma risulta che il consumismo sfrenato, unito all’inequità, danneggia doppiamente il tessuto sociale. In tal modo la disparità sociale genera prima o poi una violenza che la corsa agli armamenti non risolve né risolverà mai. Essa serve solo a cercare di ingannare coloro che reclamano maggiore sicurezza, come se oggi non sapessimo che le armi e la repressione violenta, invece di apportare soluzioni, creano nuovi e peggiori conflitti. Alcuni semplicemente si compiacciono incolpando i poveri e i paesi poveri dei propri mali, con indebite generalizzazioni, e pretendono di trovare la soluzione in una “educazione” che li tranquillizzi e li trasformi in esseri addomesticati e inoffensivi. Questo diventa ancora più irritante se gli esclusi vedono crescere questo cancro sociale che è la corruzione profondamente radicata in molti Paesi – nei governi, nell’imprenditoria e nelle istituzioni – qualunque sia l’ideologia politica dei governanti.”

    “pretendono di trovare la soluzione in una “educazione” che li tranquillizzi e li trasformi in esseri addomesticati e inoffensivi”

    We don’t need no education. We dont need no thought control

    Buona domenica.

    7 Dicembre, 2013 - 15:40
  5. Luigi Accattoli

    Sosta a Orbetello per un caffè in vista dell’acqua e dell’Amiata. Mi collego per un saluto. Sara come interpreti la parola “inequità” che ricorre quattro volte nel testo che hai citato? Inequitas = ingiustizia. Iniquità = cattiveria. Bergoglio ci spinge a una nuova lingua?

    7 Dicembre, 2013 - 16:55
  6. Sara1

    Inequità come mancanza di equità e quindi ingiustizia.
    Ma questa mancanza di equità è frutto della cattiveria quindi si possono trovare entrambi i significati.
    Più che nuova lingua linguaggio stratificato, Bergoglio pensa come un gesuita e parla come un sudamericano.
    Parla anche al sudamerica, ad esempio nell’accenno ai nuovi movimenti religiosi (a rischio fondamentalismo) e anche alla teologia della prosperità. Non martella solo noi europei.

    7 Dicembre, 2013 - 17:10
  7. Clodine

    Secondo me è più riferita alla “nequitía” -dal latino nequitia, der. di nequam- che oltre a malvagità d’animo, ingiustizia, rabbia interna, nell’accezione peggiorativa è anche infamia, scelleratezza, orrore…

    7 Dicembre, 2013 - 17:57
  8. Sara1

    “fino a quando non si eliminano l’esclusione e l’inequità nella società” inequità è sorella di esclusione (sottinteso sociale) quindi l’accentuazione è più sulla mancanza di equità e di giustizia.
    Parla di “uguaglianza di opportunità,” di inequità che provoca la reazione violenta di quanti sono esclusi dal sistema.

    Poi c’è il giudizio morale, cioè è la mancanza di giustizia ad essere essa stessa una infamia e un orrore.

    7 Dicembre, 2013 - 23:18
  9. roberto 55

    Un caro saluto a Luigi, stasera impegnato in Maremma, un applauso a Sara ed alla sua citazione dei Pink Floyd, una buona festa dell’Immacolata Concezione agli amici del “pianerottolo”, ai quali mi unisco nella venerazione della Vergine Maria.

    Roberto 55

    7 Dicembre, 2013 - 23:57
  10. picchio

    l’originale spagnolo inequidad viene usato in sudamerica perchè è più forte del termine desigualdad. La desigualdad è solo socioeconomica, l’inequidad è più ampia, riguarda anche i diritti fondamentali e l’accesso alla sanità, educazione, beni.Così i teologi della liberazione.

    8 Dicembre, 2013 - 21:29
  11. discepolo

    Nessuno ha pensato al “misterium iniquitatis” ????????
    eppure l’iniquità, la non -equità , la “inequitad” per un cristiano dovrebbe essere una categoria non politica o sociologica ma morale e spirituale.
    il mistero dell’iniquità è speculare al mistero della misericordia.
    e dunque l'”inequitad” non può essere sconfitta come semplicisticamente pensano i Teologi della liberazione applicando delle teorie sociologico – politiche marxiste .. Togliere ai ricchi per dare ai poveri…
    il mistero dell’iniquità , della “inequitad” non sarà sconfitto dalle teorie marxiste e dai teologi dlla libeazione..

    9 Dicembre, 2013 - 15:18
  12. picchio

    leggiti l’Esortazione Discepolo, ti allargherà il cuore.

    9 Dicembre, 2013 - 17:07
  13. discepolo

    Ma certo caro Picchio l’Esortazione di Bergoglio allarga il cuore , ma secondo me non è migliore del Magistero perenne della Chiesa,, non è migliore del Vangelo e dei Padri della Chiesa . Scusami ma per “aprirmi il cuore “preferisco leggere sant’Agostino, San Bonaventura e san Tommaso d’Aquino!
    Ad ognuno i suoi gusti!

    9 Dicembre, 2013 - 19:03
  14. picchio

    perchè vivi nel primo mondo discepolo, se vivessi nel terzo ne coglieresti e apprezzeresti lo spirito profetico.

    9 Dicembre, 2013 - 19:13
  15. discepolo

    Inoltre cara Picchio togliere all'”inequitad” il suo “misterium2 cioè farne solo una categoria polita e sociale è quanto di meno cristiano esista: l’innequitad per un cristiano non dovrebbe esser equella degli “altri” dello stato, dell società ecc. L’inequitad , l’iniquità è di ciascuno di noi!
    eh sì ara Picchio hai mai pensato che anche TU pecchi di “inequitad” o pnsi che la colpa sia solo degli altri? Eh no troppo facile pensare che siano e sempre gli “altrilo stao la società i partiti politici i “colpevoli” .
    No cara Picchio il primo colpevole della inequitad sono io sei tu ! E’ ciscuno di noi!
    Un povero può essere colpevole di inequitad tanto quanto un ricco1
    e togliere ai ricchi per dare ai poveri non risolve nulla! Perchè i poveri non sono come categoria MIGLIORI dei ricchi! Togli ai icchi per dare a i pobveri e avrai dei poveri egoisti e avidi e cotrrotti tali e quali come i ricchi!
    Cara Picchio tu e tutti quelli che credeono nella Teologia della liberazione e nel marxismo non hanno copreso una semplice verità: non è la società o i partiti al potere che sono ingiusti e corrotti1 E’ l’essere umano che ingiusto e corrotto!
    L’inequitad è nel cuore dell’uomo. Il marxismo e gli stati marxisti non hanno risolto nulla dell’inequitad, anzi….
    Tu mi dici leggi lìEsortazione e ti aprirà il cuore.
    Io ti dico leggi i testi dei dissidenti sovietici e cubani e cinesi, dei dissidenti del COMUNISMO, e ti si aprirà il cervello!

    9 Dicembre, 2013 - 19:13
  16. picchio

    cara Discepolo
    il papa ha usato la parola inequidad parlando dell’economia e usandola quindi come viene normalmente usata in tutto il Centro e sudamerica scrivendo e parlando di economia, nella sua accezione economica. Cosa c’entra il marxismo di grazia????? Il papa sta parlando dell’economia di mercato, perchè è questa economia che ha e ancora sta provocando l’inequitad, ed è questa che deve essere corretta perchè tutti abbiano il diritto alla salute, all’istruzione, solo per fare alcuni esempi, e a non morire di fame.
    Il papa ha usato nella sua esortazione parole che già il martire vescovo Romero aveva usato:” ora idolatriamo il denaro” ….è tempo di cambiare idoli.

    9 Dicembre, 2013 - 20:12
  17. Sara1

    Discepolo guardi che non è la dottrina della chiesa ad essere influenzata dal marxismo ma il marxismo stesso ad essere figlio del profetismo ebraico.

    9 Dicembre, 2013 - 22:37

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