Amici belli, il gruppo biblico che si riunisce a casa mia con il nome di “Pizza e Vangelo” lunedì 7 maggio legge da Atti 21, 27-40 il racconto dell’arresto di Paolo a Gerusalemme. Vedremo nel dettaglio le rispondenze tra la Passione dell’Apostolo e la Passione di Gesù che il narratore mette in risalto. Come immagine simbolo dell’evento propongo questa: “Lo trascinarono fuori dal Tempio e subito furono chiuse le porte” (versetto 30). E’ il dramma della separazione dall’Ebraismo che ancora segna la storia cristiana: non potete mancare! Nei commenti la scheda inviata ai partecipanti, il testo degli Atti, l’invito di venirci a trovare rivolto a chi si trovi a Roma.
Cacciato dal Tempio Paolo è salvato dalla coorte romana
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Gerusalemme anno 58. Siamo a Gerusalemme intorno alla Pentecoste ebraica dell’anno 58 dopo Cristo. L’incatenamento di Paolo da parte dei romani che intervengono per salvarlo dal linciaggio della folla avviene tra il Tempio e la Fortezza Antonia. La “Passione di Paolo” (Passio Pauli, in latino) – espressione usata dagli studiosi per indicare i capitoli degli “Atti degli Apostoli” che vanno dal 21 al 28 – entra ora nel vivo e come per la Passione di Cristo si assiste a un conflitto tra i Giudei e i Romani sulla sorte dell’apostolo, e a un passaggio di mano dell’accusato dagli uni agli altri.
La folla grida “a morte”. Nel testo di questo appuntamento troviamo quattro elementi di somiglianza tra la Passione di Gesù e quella dell’apostolo: l’accusa dei Giudei a Paolo di insegnare contro la Legge e il Popolo, la falsa affermazione ch’egli abbia profanato il Tempio introducendovi dei Greci (contro Gesù i falsi testimoni avevano riferito di sue parole sulla distruzione e ricostruzione del Tempio), il grido “A morte” della folla, i romani che cercano di capire chi sia l’accusato e quale sia l’accusa.
Legato con due catene. Nel brano incontriamo due elementi narrativi di impatto simbolico: la chiusura delle porte del Tempio alle spalle di Paolo che ne è stato cacciato (v. 30), chiusura che riassume in immagine la travagliata separazione della Chiesa dalla Sinagoga; e il comandante della coorte romana che fa legare Paolo con due catene (v. 33): avvinto a quelle catene l’apostolo arriverà a Roma nel capitolo 28, l’ultimo degli Atti.
Atti 21, 27-40 27Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d’Asia, come lo videro nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui 28gridando: “Uomini d’Israele, aiuto! Questo è l’uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la Legge e contro questo luogo; ora ha perfino introdotto dei Greci nel tempio e ha profanato questo luogo santo!”. 29Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Èfeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio. 30Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse. Afferrarono Paolo, lo trascinarono fuori dal tempio e subito furono chiuse le porte. 31Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al comandante della coorte che tutta Gerusalemme era in agitazione. 32Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso di loro. Costoro, alla vista del comandante e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo. 33Allora il comandante si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto si informava chi fosse e che cosa avesse fatto. 34Tra la folla però chi gridava una cosa, chi un’altra. Non riuscendo ad accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza.35Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla. 36La moltitudine del popolo infatti veniva dietro, urlando: “A morte!”. 37Sul punto di essere condotto nella fortezza, Paolo disse al comandante: “Posso dirti una parola?”. Quello disse: “Conosci il greco? 38Allora non sei tu quell’Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?”. 39Rispose Paolo: “Io sono un giudeo di Tarso in Cilìcia, cittadino di una città non senza importanza. Ti prego, permettimi di parlare al popolo”. 40Egli acconsentì e Paolo, in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo; si fece un grande silenzio ed egli si rivolse loro ad alta voce in lingua ebraica.
C’è pizza per tutti. Da gennaio propongo ai visitatori del blog i testi che affrontiamo nel nostro gruppo biblico perché chi può tra i visitatori mi dia una mano nella preparazione della lectio: sono un autodidatta e può essere che mi legga qualcuno che meglio conosce o sta studiando la stessa pagina degli “Atti” e può aiutarmi. Ma faccio questa segnalazione anche perché chi è a Roma o capita a Roma nei nostri lunedì venga alle nostre serate. Chi volesse esserci mi mandi un’e-mail e io gli dirò il dove e il come. Saremo felici di avere nuovi ospiti: c’è pizza per tutti.
Forse, Luigi, puoi trovare qualcosa di utile su questi link:
https://www.youtube.com/watch?v=rFntWaGcw5g
https://www.youtube.com/watch?v=Kt40FGnhEqo