Amici belli, il gruppo di lettori della Bibbia che si riunisce a casa mia con il nome di “Pizza e Vangelo” si rivede lunedì 2 marzo per leggere dal secondo capitolo del Vangelo di Marco la chiamata di Levi l’esattore (Matteo) e il pranzo a casa sua dove Gesù siede a tavola “con i pubblicani e i peccatori”: un insegnamento che scuoteva e scuote i benpensanti ma che in verità dovrebbe incoraggiarci, dal momento che abitualmente noi tutti – io credo – ci sentiamo così poco in regola. Nei commenti la scheda di introduzione alla lectio inviata ai partecipanti, il testo che leggeremo, l’invito a partecipare rivolto ai visitatori romani o a chi passi di qua: ci arrivano tutte le strade.
A Cafarnao Gesù chiama Levi e mangia con i peccatori
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Scribi dei farisei. Siamo al secondo dei cinque “racconti di controversia” di Gesù con scribi, farisei ed erodiani, che Marco colloca nei capitoli 2 e 3 del suo Vangelo a segnalare che l’avversione all’insegnamento del nostro rabbi itinerante si avvia fin dall’inizio e porta presto al complotto per metterlo a morte: “I farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire” (3, 6).
Questo secondo racconto – chiamata di Levi il “pubblicano” e pranzo con i peccatori – è ben collegato al primo che narrava il “perdono dei peccati” rivolto al paralitico calato dal tetto e nell’insieme le due narrazioni vengono a dirci che Gesù non solo perdona i peccatori, ma anche chiama a suo discepolo un peccatore e mangia con i suoi amici e compari.
Noteremo che in questo episodio gli antagonisti di Gesù sono detti “scribi dei farisei”: un particolare gruppo di scribi – o intellettuali – affiliati al ceto farisaico che potremmo intendere come i più osservanti tra gli scribi.
Seguiamo tre fuochi. Metteremo a fuoco tre elementi: la chiamata a discepolo di un uomo che l’ufficialità dell’ebraismo considerava impuro e che il popolo odiava in quanto profittatore a proprio vantaggio nella riscossione delle imposte; la familiarità di comportamento di Gesù verso la generalità dei “peccatori e pubblicani”, tanto da sedersi alla loro mensa: e la condivisione della mensa era un gesto forte di vicinanza e di assimilazione; la manifestazione della “incomprensibile misericordia divina”, ovvero del “mistero di misericordia” (Rudolf Schnackenburg) che il “figlio di Dio” è venuto ad offrire all’umanità tutta, a partire dai più bisognosi della misericordia stessa.
Alla mensa dei poveri peccatori. Daremo attenzione anche all’umanità di Gesù che in questo episodio si manifesta con la disponibilità a condividere la tavola con ogni interlocutore o destinatario della sua missione. In altre occasioni lo vedremo mettersi a tavola con i farisei: nessun gruppo umano gli resta estraneo. Familiarizzando con tutti si attira l’accusa di essere “un mangione e un beone”: “È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori” (Luca 7, 34).
Come attualità storica degli insegnamenti di questo brano, ricorderemo il proposito di Teresa di Lisieux di “sedere alla mensa dei poveri peccatori” e il costante riferimento di Papa Francesco alla misericordia mostrata dal Signore con la sua “preferenza” per i devianti e i diffidati.
Marco 2, 13-17 – Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14 Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. 15 Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. 17 Udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Venite belli. Chi voglia sapere che sia “Pizza e Vangelo” vada nella pagina che ha questo nome: è elencata per quarta sotto la mia foto, ad apertura del blog. Propongo ai visitatori i testi che affrontiamo nel gruppo biblico [c’è da 16 anni] perché chi può tra i visitatori mi dia una mano – un suggerimento, uno spunto – nella preparazione della lectio. Ma faccio questa segnalazione anche perché chi è a Roma, o capita a Roma nei nostri lunedì, venga alle serate. Chi volesse esserci mi mandi un’e-mail e io gli dirò il dove e il come. Accettiamo anche i provenienti dal Lombardoveneto
Dicevamo. Per sapere di che abbiamo trattato l’ultima volta [la nostra è una lettura continuata] veda qui:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/a-cafarnao-con-gesu-che-perdona-il-paralitico-e-lo-risana/#comments
Da Marco a Luca. Segnalo ai visitatori che casualmente il brano di Marco che leggeremo lunedì nel nostro appuntamento ha un parallelo nel brano di Luca che viene letto nella liturgia di domani, sabato 29 febbraio. Luca 5, 27-32 narra la chiamata di Levi e la tavolata con Gesù e i dodici che noi leggeremo da Marco. E i visitatori di questo mio blog trovano a questo link il commento al Vangelo di domani postato da don Giampaolo Centofanti:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/coronavirus-la-chiesa-invita-al-controllo-dellansia/#comment-179552