“Cerco di restare me stesso” aveva detto in un’intervista alle reti televisive tedesche nell’agosto del 2006, cioè a 16 mesi dall’elezione: e in questo è riuscito senza farsi condizionare dall’ombra del predecessore, continuando a scrivere l’opera su “Gesù di Nazaret” che aveva iniziato da cardinale (il primo volume è del 2007, il secondo del 2011 e il terzo del novembre scorso), e infine dimettendosi. E’ restato l’uomo che era: un professore desideroso di tornare agli studi e deciso a portare a termine un lavoro iniziato, un uomo di fede che si sente chiamato a porre a tutti – in un mondo sempre più frastornato – la questione della fede. Con parole accorate aveva parlato nel dicembre del 2011 della “crisi della Chiesa in Europa” che viene da una “crisi della fede”, arrivando a descriverla con le parole “stanchezza” e “tedio dell’essere cristiani”. Qui – più che in voci di oscure malattie – va cercata la prima ragione della sua stanchezza e dell’aspetto preoccupato che sempre più è venuto caratterizzandolo negli ultimi tempi. – E’ un brano di un mio articolo pubblicato oggi dal “Corriere della Sera” che può essere letto qui: Fermo immagine di Benedetto nel giorno della “rinuncia”. Il Corsera pubblica anche una mia intervista a Navarro-Valls che può essere letta con questo link: Navarro-Valls su Benedetto e il “coraggio” di dimettersi.
Benedetto una volta disse: “Cerco di restare me stesso”
40 Comments
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Grazie Luigi.
Qui quel che ne penso, per quel che vale!
ciao
http://maioba.blogspot.it/2013/02/lultima-lezione-di-papa-benedetto.html
Molto interessante l’intervista a Navarro-Valls.
Riporto le parole dell’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, S.E. Mons. Luigi Negri, che descrive la rinuncia di Benedetto XVI come “una testimonianza straordinaria di fedeltà a Gesù Cristo e di amore incondizionato alla Chiesa nella specifica responsabilità ricevuta e vissuta fino ad ora in modo esemplare. La consapevolezza esplicita delle difficoltà fisiche a reggere il ministero petrino danno al gesto del Papa il segno di un’eroica umiltà”.
Mi unisco al mio Arcivescovo nell’augurio e nella preghiera:
“Dio lo conservi a lungo alla sua Chiesa come maestro di teologia e spiritualità, ma soprattutto la Madonna Santissima illumini coloro che devono eleggere per la Chiesa il nuovo Papa”
Leggi Accattoli e capisci tutto l’essenziale, al di là di tante elucubrazioni.
Grazie, eccellente. Crisi della fede, crisi della chiesa, tediò dell’essere cristiani. È proprio vero
Lonbardi ha appena annunciato che l’enciclica sulla fede non uscirà. Peccato l’aspettavo.
in ogni caso mi mancherà tantissimo Benedetto, mi ha tenuto compagnia in questi anni in cui ho cercato di comprendere e seguire le sue parole.
Faccio forse fatica a capire queste ultime ma non fa niente, grazie di tutto lo stesso.
Credo
che il “mestiere” di Papa sia uno fra i più impengativi che possano esistere per un uomo e che, per farlo bene, oltre a possedere delle doti personali eccezionali, un Pontefice debba avere contemporaneamente una continua e robusta iniezione di Spirito Santo.
“Bella forza” – direte voi – “nessun uomo può sopravvivere senza la continua assistenza delle Spirito”.
Un credente, infatti, da per scontato che non tutto quello che esce da lui sia opera sua, ma che ci sia anche l’opera dello Spirito che “va dove vuole”…
Si, però il Papa, oltre a dover gestire i problemi personali e quelli della dottrina, ha anche la tremenda incombenza della gestione del clero che, per quanto facente parte della “Chiesa, Santa, Cattolica ed Apostolica”, è pur sempre cosittuito da carne umana, debole, fallace, incline a tutti i peccati.
Nessuno escluso.
Credo che Benedetto XVI, senza l’aiuto dello Spirito Santo, non sarebbe riuscito a portare avanti la barca di Pietro così carica di problemi precedenti che si sono sommati a quelli attuali.
Ma tant’è: Gesù (Capo della Chiesa) ha promesso di “Essere con noi fino alla fine del mondo” e, se l’ha deto Lui, c’è da fidarsi.
Cara Sara1, non a tutti mancherà Papa Benedetto. Per chi ne ha voglia (e stomaco), c’è questa equanime analisi di Giovanni Avena, dai toni veramente cristiani, persino cattolici:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/12/ratzinger-scende-dalla-barca-di-pietro/496791/
Ringrazio molto il “nostro” Luigi per il suo articolo “Fermo immagine di Benedetto nel giorno della “rinuncia””, davvero bello. Davvero altra cosa.
Quando Zapatero si dimise da capo del governo spagnolo,
io e ebbi a scrivere:
Quando finisce il proprio tempo,
avere le palle per dimettersi e sparire.
Viva Zapatero.
Oggi mi fa piacere aggiungere anche:
Viva Benedetto XVI
Volevo offrire uno spunto a Sara.
E se provassimo a pensare che il passo di Benedetto XVI sia l’Enciclica della Fede…
Dove termina l’orizzonte della ragione, o almeno la ragione “sublima” nell’Amore, inizia la ragione della Fede (che NON è la fede nella ragione…).
Benedetto XVI compie un atto in piena uniformità alla sua teologia cristocentrica.
Rimette la Chiesa nelle mani di Gesù Cristo, e si ritira in “una vita dedicata alla preghiera”, alla “contemplazione”, per completare “l’itinerario” e “elevarsi a ciò che è eterno”.
Più Fede di cosi…
E’ vero Humilitas, oggi ripensavo anche al suo agostinismo che lo porta, in un certo senso, a relativizzare in nome di altro assoluto ogni forma terrena di comando.
Sull’enciclica:
http://www.popoli.info/EasyNe2/Primo_piano/L_ultima_enciclica_di_papa_Benedetto.aspx
Trovo molto bello (oltre a quelli di Luigi, of course) questo intervento di Sequeri
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/totalepassione.aspx
Sara, è interessante l’analisi del Direttore di “Popoli”, anche se la ritengo inserita in una logica “fattuale”.
Io ponevo però l’accento più su una lettura teologica in chiave bonaventuriana (Cristocentrismo, liberta, coscienza, Conoscenza).
Humilitas il commento di Popoli mi sembrava interessante. Diciamo che io sono forse più d’accordo con Le Goff, è un gesto moderno ma insieme antimoderno in questo senso valgono anche le sottolineature che ha sottolineato.
Penso che nei prossimi giorni ci saranno comunque molti approfondimenti e impareremo a rapportarci a questa nuova situazione.
🙂
Sottolineature sottolineato è uscito proprio malissimo chiedo venia.
🙁
Complimenti intanto a Maioba che, dal quel che vedo nel suo blog, vive a Donnosfanadiga, un luogo che evoca tutta la magia della terra sarda.
So di fare un discorso assurdo, ma tanto vale dirlo: è possibile che il Conclave elegga di nuovo Ratzinger? Mi aspettavo ancora molto da questo pontificato: l’anno della fede, l’enciclica, la GMG … Il mio pessimismo mi spinge alle più fosche conclusioni per la fine di questo pontificato.
Ciao Antonella, pone un quesito interessante: una risposta non vi è perchè la rinuncia all’ufficio petrino del papa è disciplinata da sole poche righe del Codex Iuris Canonici (pienamente rispettate da Benedetto XVI ieri).
Teoricamente nulla esclude l’ipotesi da te indicata: chiaramente per questioni di buon senso, come da te osservato, siamo nel pieno campo “dell’assurdo” e ciò non accadrà anche perchè il vescovo emerito Ratzinger non accetterebbe.
Ora, scusatemi se mi distanzio un pò dalla giusta serietà che le “dimissioni” del papa meritano, ma io, (salvo sorprese dello Spirito Santo che chiaramente non escludiamo) sto cercando di capire chi sarà a breve il mio prossimo vescovo, [ovvero arcivescovo di Milano]. 😉
Un abbraccio.
F.
Che strano, Fabricianus,
anche a Manila si stanno domandando chi è il loro prossimo vescovo.
Ormai c’è la possibilità
che se si riceve l’incarico Petrino a 55 anni
a 65/70 anni si può anche tranquillamente lasciare….
Si diventa vescovi emeriti come tutti gli altri di questo mondo !
Che figata !
Fabri, me lo sto chiedendo anch’io … anche se qualche idea ce l’ho.
Pare che Milano sia il “vivaio” papale 🙁 … compreso il card. Martini.
Ma non si tratta di “capire”, c’è solo da pregare, come il pur sempre nostro Papa B16 ci ha insegnato e continua ad insegnarci.
E per quanti ho sentito dire che B16 avrebbe dovuto lasciar parlare ed agire lo SpS, sussurro un “forse questa scelta coraggiosa e davvero coerente è voce ed indicazione dello SpS”.
Credo altresì che il Papa stia soffrendo.
Quindi il cardinale Scola sarà Petrus Romanus? E’ nato nel 1941, come me. Gli auguro ogni bene, ma so per esperienza che 70 anni non sono pochi…
Gli anni della nostra vita sono 70, 80 per i più robusti … In ogni caso preghiamo per la Chiesa.
Fabricianus i cardinali che hanno superato gli 80 anni non possono partecipare al conclave quindi Ratzinger non può essere rieletto.
Ciao Sara, ma non e’ necessario essere cardinali per diventare successori di Pietro. Lo puo’ diventare anche un frate carmelitano di 81 anni.
Un abbraccio!
@matteo
Che rivoluzione ha portato Benedetto XVI…Sei una delle prime persone cui ho pensato, caro Matteo, dopo l’annuncio di papa Ratzinger.
@marta09 e @antonella
Condivido: la preghiera deve essere al centro (sempre) ma ancora di più in questi giorni. E da domani, eccezion fatta per gli ambrosiani, e’ Quaresima.
– L’articolo di Luigi e’ da meditare. Lo faro’…: e’ un buon viatico per la Quaresima che inizia oggi, per tornare ai fondamentali.
– Ciao Gerry! 🙂
Non so chi sia l’Avena…ma il suo articolo non mi fa neanche solletico, cosi’ come i tantissimi tromboni fuffaroli che dall’intoccabile trono della loro “laicita’” (?) spandono e spendono interpretazioni a…pagamento! Cioe’, molto interessate.
– Commentavo con un’amica come Benedetto XVI ci sfida ancora: quella sua umilta’ (gia’ ben conosciuta), il coraggio, questa sua liberta’ interiore, quanto ci insegna! Piu’ forte della paura, della “vergogna”, del “che diranno”, del “che faranno”, etc etc… Sento solo affetto e ammirazione, davvero! E’ un grande credente. Stop. Proprio una “lezione epocale” (grazie Nico!) per tutti noi. E quanto a noi, prendiamoci le nostre responsabilita’ di credenti, anche quando -come in questi casi- ci sentiamo traballare… Dobbiamo pregare, non smettere di pregare, per la Chiesa, per chi e’ chiamato a condurla, per noi stessi.
– Finally, e’ una ovvieta’, ma… non si sa mai: la Chiesa non e’ una teocrazia. E il Papa non e’ il Dio-Re. E l’altro ieri, Benedetto XVI ce lo ha ricordato assolutamente.
– Buona giornata e Santa Quaresima a tutti.
Caro Mabu,
in questi giorni mi stanno trasportando diverse metafore: fisiche (entropia), biologiche (apoptosi), mitologiche (apertura del vaso di Pandora), apocalittiche (eliminazione del Kathecon), ma pure evangeliche (Gv 13, 27, Gv 21, 18).
Cerco di non farmi trasportare troppo…
Però quello che tu dici, sulla teocrazia, è giusto e sbagliato ad un tempo.
Dato che sai perché è giusto, ti dico a mia sul perché è sbagliato.
Perché ci sono fin troppe oligarchie che funzionano come teocrazie, nel mondo e nella Chiesa: il partito intellettuale e i partiti degli affari, ad esempio (ne ho già elencati alcuni l’altro giorno, dai teologi ai priores… ma il loro nome/numero è legione).
Quella “teocrazia che non (?) è tale”, stava (sta?) lì per agire omeopaticamente (similia similibus curantur). Senza, si è esposti troppo a cure valide, ma pure re-tossiche.
In ogni modo, dato che la ridente voce dello spiritodelconcilio in questo blog pare preconizzare che il tuo Arci sarà pure il nostro (sempre meglio del meforio!), ti faccio le mie congratulazioni, augurando a lui, a me e a tutti quanto promesso da Lc 22, 15-17.
Saluto te, Luigi, Gerry, tutti e quasi tutte.
Se non cambio idea, ci leggiamo verso Pasqua…
Strano sogno il mio di questa notte.
Mi sono sognata il Papa (poteva essere anche Benedetto 16) con l’abito di foggia consueta (con tanto di cappello), ma di colore diverso: non più bianco, ma marrone come i frati.
Dello stesso colore erano gli abiti del cardinale che lo accompagnava.
La cosa più strana è che tutti erano felici di questo cambio di colore.
Strano davvero.
@Fabricianus,
vale l’aforisma di Orwell:
«Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario».
Prima di salutare il tuo Arcivescovo considera il detto per cui chi entra in Conclave papa ne esce cardinale. Non escludiamo sorprese dai Signori Cardinali e dallo Spirito Santo.
Per l’inizio della Quaresima auguro a tutti un buon cammino, in unità con la Chiesa e con il Papa.
..Federico, tanto e’ vero che Joseph Ratzinger e’ entrato da papa all’ultimo conclave e ne e’ uscito da Papa! … quando Luigi dara’ il permesso di cominciare a tifare…comincero’ anche io…;-) …
By the way, Luigi…va bene che sono cavoli tuoi, ma davvero ti ha riassunto il Corriere? Starai mica facendo il precario a settant’anni?….
– Salve Lyco…a volte mi suoni ermetico…ma e’ colpa mia, andate tropo in fretta! IL mio Arci e’ davvero bravo…ma Papa…non saprei…: lo accetterei solo nel caso lo dicesse lo Spirito Santo…! 🙂 Ciao.
Vi segnalo l’articolo di massimo franco su corriere della sera di cui segue un estratto abbastanza significativo dei rischi in corso
” l’incognita di un successore chiamato a «fare pulizia» in modo radicale; e a ridisegnare i confini e l’identità del Vaticano proprio cominciando a smantellare le incrostazioni più vistose. Le dimissioni vissute come «contagio», dunque. E commentate nelle stanze del potere ecclesiastico come un possibile «virus» che potrebbe mandare in tilt il sistema. «Se passa l’idea dell’efficienza fisica come metro di giudizio per restare o andare via, rischiamo effetti devastanti. C’è solo da sperare che arrivi un nuovo Pontefice in grado di riprendere in mano la situazione, fissare dei confini netti, romani , impedendo una deriva». Lo sconcerto che si legge sulla faccia e nelle parole centellinate dei cardinali più influenti raccontano un potere che vacilla; e un altro che, dopo avere atteso per otto anni la rivincita, comincia a pregustarla”.
Alcune riflessioni a freddo: in altri termini, dopo l’iniziale approvazione del gesto del Papa, vedo alcuni rischi che vi sottopongo in modo sintetico:
a) che la valutazione del pontificato possa diventare l’efficienza del governo;
b) che possano di conseguenza essere promosse o invocate le dimissioni del futuro Papa sulla base di questo criterio;
c) che la presenza contestuale di due Papi – come ho sentito dire ieri dal sedicente teologo Vito Mancuso – possa essere l’occasione per promuovere e auspicare che si possa anche arrivare a una “forma più democratica” di governo della chiesa.
http://www.corriere.it/cronache/13_febbraio_13/chiesa-insidie-interregno-papa-dimissioni-franco_a92bdc16-75a2-11e2-a850-942bec559402.shtml
L’articolo è questo, stavo per segnalarlo anche io, molto interessante davvero (per me anche condivisibile)
In effetti l’aspetto che a me pare più paradossale è proprio quello di un papato iniziato con una denuncia della dittatura del relativismo che termina con la relativizzazione del papato stesso.
Altro aspetto è che mentre un Papa malato come Giovanni Paolo II aveva un atteggiamento mistico che esaltava la spiritualità del Papato, il gesto di Benedetto sembra invece staccare la spiritualità (da vivere in privato) dall’arte del governo (che richiede uomini efficaci).
Per questo ripeto io ci vedo una certa antimodernità. (un gesto deciso in modo un po’ autoritario, senza la consultazione con i vescovi, che riporta in primo piano il Papato come governo e autorità).
@Mabu,
tra le sorprese ci sta anche che i pronostici qualche volta vengano azzeccati.
Ma prima di iniziare il tifo per i papabili, aspetterei la data fatidica del 28 febbraio, ore 20.
Sino ad allora W il Papa, W Benedetto XVI!
1. Non vorrei introdurre toni apocalittici, ma segnalare un pensiero, tra i tanti, emerso nella mia mente alla notizia della rinuncia del nostro amato Papa.
San Paolo, in un passo dei suoi scritti, sostiene che colui che “trattiene” l’anticristo dovrà farsi da parte per consentirgli di esprimere in pieno la sua devastante potenza e giungere così alla battaglia decisiva, che determinerà la sconfitta del male.
In diversi testi interpretativi di questo passo, si associa il Pontefice a questa figura misteriosa di colui che “trattiene” l’anticristo dal manifestarsi sulla terra.
Forse lo sconcerto di ieri mi ha portato a queste riflessioni.
Chiedo umilmente lumi a qualche “esperto” che scrive su questo blog…
Nel frattempo, affido Benedetto XVI e la nostra Chiesa alla protezione di Maria e di San Giuseppe.
Tra l’altro, non è un caso, a mio avviso, che le “dimissioni” siano giunte il giorno della festa della Madonna di Lourdes e che il conclave si svolga nel mese della festa di San Giuseppe, protettore della Chiesa Cattolica.
Mi permetto una riflessione (personale).
Dopo l’annuncio delle dimissioni, mi sono sentito disorientato, ho avuto paura: il “mio” Papa lascia, e ci lascia in una situazione del mondo e della Chiesa drammatica, situazione in cui egli era, con la sua statura impareggiabile di intellettuale e guida morale, un baluardo insostituibile.
L’azione correttiva di mezzo secolo di tentennamenti dottrinali era prima affidata alle sempre sagge decisioni di Papa Benedetto; ora passa nelle imponderabili mani del conclave e del prossimo pontefice!
La posta in gioco, da un punto di vista esclusivamente umano, è enorme. Ed è spaventosa per chi, come me ha spesso una fede traballante.
Ma forse…
Come il rischio di Giovanni Paolo II di governare la Chiesa con la sua sofferenza ha ottenuto da Gesù il miracolo di Papa Benedetto, così il rischio, altrettanto radicale, di Benedetto di riconsegnare la Chiesa e la propria missione a Cristo perché ne dia il peso ad un vicario degno, otterrà un altro pontefice che guiderà sicuro la barca di Pietro fra le onde tumultuose della modernità.
@FedericoB
Ovvio, non avevo escluso e non escludo “sorprese” dello Spirito Santo.
Riguardo all’articolo del Dott. Franco, io non mi allarmerei troppo e inviterei a rileggere il testo della rinuncia di Benedetto XVI.
Lì, secondo me, troviamo tutto.
Una cosa è certa: il papa (purtroppo) soffriva e soffre molto.
Altri aspetti, più attinenti al governo in senso stretto della Chiesa universale e al governo dello Stato Vaticano, il nuovo pontefice saprà sicuramente come agire.
Errata corrige: …riguardo ad altri aspetti…
Grazie fabricianus, mi sembra un’ottima predisposizione a leggere la situazione, la tua.
Grazie a te, mattlar.
Ciao!
Marta09: Mi sono sognata il Papa (poteva essere anche Benedetto 16) con l’abito di foggia consueta (con tanto di cappello), ma di colore diverso: non più bianco, ma marrone come i frati.
Mi sei venuta in mente leggendo in un testo di storia queste righe sulla “rinuncia” di Celestino V: “Il 13 dicembre 294 nel corso di una commovente cerimonia pronunciò la propria abdicazione al cospetto del Collegio dei cardinali, depose le insegne e gli indumenti papali e rivestì il suo grigio abito da eremita”.