“Anche se adesso mi ritiro, nella preghiera sono sempre vicino a tutti voi e sono sicuro che anche voi sarete vicini a me, anche se per il mondo rimango nascosto […]. Speriamo che il Signore ci aiuti. Io, ritirato con la mia preghiera, sarò sempre con voi, e insieme andiamo avanti con il Signore, nella certezza: Vince il Signore. Grazie.“: Così ieri il papa ai parroci di Roma. Come sempre le sue parole mirano all’essenziale della fede, ma ora sono ascoltate con maggiore emozione, sentendo che saranno tra le ultime che da lui ci verranno. Mando una carezza a Benedetto che ogni volta mi appare più accorato e trepido nel suo turbamento. Ieri e oggi il “Corriere della Sera” ha pubblicato altri miei articoli che si possono leggere qui Fare posto a un Papa “emerito”: questo è il problema e qui Forse tornerà cardinale con il titolo di “vescovo emerito di Roma”.
A Benedetto che restarà “nascosto per il mondo”
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speriamo che il gesto generoso e responsabile di Benedetto XVI contribuisca a provocare un radicale rinnovamento nelle Chiesa . Auspico l’elezione di una figura veramente nuova e capace di portare una ventata di autenticità e di coraggio per affronatre i problemi delle Chiesa, primo tra tutti i rapporti con il potere e con i beni matariali in tutte le loro accezioni.
Quanto a Bemnedetto XVI cui va tutta la mia ( e non solo ) simpatia e affetto più di quanto non ne ho provato da “regnante”, credo che quale sarà il titolo con cui sarà indicato e ilruolo che avrà nella Chiesa, è problema assai secondario. Per noi sarà sempre Papa Benmedetto .
Concordo perfettamente con te, Luigi.
“Papa” è il titolo che denomina solo il “regnante” se in vita
Vescovo, si è “consacrati”;
Cardinale, si è “nominati”
Papa, si è “eletti”.
Se è elezione ad un Ministerio,
il titolo decade al cessare del Ministerio stesso.
Per carità, poi…….. tutto è opinabile……..
ma se si procede in modo “razionale”
cosa che ama anche Ratzinger !!!!………
Pasquale, sono completamente d’accordo con quello che dci, un rinnovamento proprio radicale, abbisogna la nostra chiesa, sicuramente Gesù la farà rifiorire, “le porte degli inferi mai prevarranno contri di essa” “passeranno cielo e terra, ma non le mie parole,” questo suo detto, ci rassicura.
Grazie per il tuo pensiero.
Benedetto sedicesimo ha le nostre preghiere, colgo il pensiero di Luigi, fa tenerezza, sarà perche prina lo vedevamo, a torto, un Papa tutto chiuso, invece è stato e sarà un grande papa, che ha avuto un coraggio non indifferente.
GRAZIE Papa Ratzinger, hai dato una spinta alla chiesa a rinnovarsi.
Invece vorei riflettere su un’altra cosa. Ho visto l’intervista al cardinale Bagnasco, e mi è venuto in mente Petrarca:
Movesi il vecchierel canuto e bianco
del dolce loco ov’ha sua età fornita
e da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;
indi traendo poi l’antiquo fianco
per l’estreme giornate di sua vita,
quanto piú pò, col buon voler s’aita,
rotto dagli anni, e dal cammino stanco;
e viene a Roma, seguendo ‘l desio,
per mirar la sembianza di colui
ch’ancor lassú nel ciel vedere spera:
Tralascio la conclusione del sonetto perché non c’entra.
Anche se mi professo cristiano
(o almeno cerco di essere tale), come uomo non posso esimermi dal provare emozioni a fronte di avvenimenti che si succedono intorno a me e nel mondo in generale.
Le dimissioni di Benedetto XVI, che ad un certo punto sceglie di diventare “apocrifo”, cioè nascosto, hanno provocato in me la sensazione di avere di fronte un uomo che ha deciso di mettere al centro di tutto Gesù, al punto da dire:
– “Signore, io non sono Te, sono solo – il pontefice – cioè il ponte che unisce il cielo alla terra. Però il ponte lo costruisci e lo mantieni continuamente in sicurezza tu. Io non sono più sicuro di potere reggere la custodia del ponte che mi hai affidato: suscita un altro più energico e vitale di me, perché non mi sento più né energico né vitale”.
Detto in altre parole vedo Benedetto XVI come uno che, anche se Papa, ha continuato a sentirsi l’uomo al quale il Capo della Chiesa – Gesù – ispirava osa fare e cosa dire nello svolgimento delle sue funzioni.
Ci sono stati dei Pontefici che in passato hanno messo il peso della propria personalità nella bilancia del loro ruolo: Benedetto XVI, invece, ha cercato di mettere sulla bilancia solo il Signore Gesù. Fino in fondo.
Sono convinto che lo Spirito continuerà ad illuminare il prossimo Cardinale Ratzinger, ad utilità sua e di tutta la cristianità, anche se in modo diverso. Ma non per questo meno proficuo.
In una ipotetica città ideale immagino d’incontrare il Cardinale Joseph Ratzinger alla mattina, mentre porto fuori la cagnolina sul marciapiede sotto casa, e di dirgli “Buon Giorno!” e sentirmi rispondere “Buon Giorno!”
Era ad Arezzo, il 13 maggio scorso, Papa Benedetto. E anch’io, naturalmente, ero là. Una volta, mi ricordo, vi detti il link al video dei due bambini che quel giorno cantarono per lui in cattedrale, nella cappella della “Madonna del Conforto”. Ora vi mostro una scena più “profana”, ma anche in questa circola molto affetto:
http://www.tsdtv.it/2013/02/14/benedetto-xvi-e-il-mondo-della-giostra/
Quell’espressione “nascosto per il mondo” mi ha fatto tornare in mente una frase che mi aveva colpito nella lettera di un sacerdote letta due giorni fa sulla “nuova Bussola quotidiana”. Ora sono andata a ricercarla. Diceva, questo sacerdote: “Ora ho quasi l’impressione che un grande tesoro venga sepolto”. Poi, però, proseguiva così: “O forse si tratta di una paternità divenuta una semente…”
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-benedetto-papa-5806.htm
“Speriamo che il Signore ci aiuti
Avrei voluto sentire una certezza (quale è) e non solo una speranza.
Frase destabilizzante o forse è una frase nata dalla gran preoccupazione del Papa.
Intanto è finito il tormentone IOR, con la speranza si arrivi presto ad avere una banca diciamo abbastanza “normale” anche in Vaticano. Poi lo “spirito” che, come è noto soffia dove vuole, provvederà.
Marta09 io invece mi ritrovo nelle parole “Speriamo che il Signore ci aiuti”. Ci è data la speranza, non la certezza. Vedi l’attacco dell’enciclica Spe Salvi: “La redenzione, la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto”. Il cristiano Ratzinger è uno che grida a Dio perchè venga in nostro aiuto. Grida nella speranza, non nella certezza.
Sempre a Marta09, come un piccolo dono in questo mesto inizio di Quaresima, segnalo le parole più toccanti che il cardinale Ratzinger aveva messo nella “Via Crucis” scritta alla vigilia dell’elezione a Papa:
«Signore Gesù Cristo, nell’ora della tua morte il sole si oscurò. Sempre di nuovo sei inchiodato sulla croce. Proprio in quest’ora della storia viviamo nell’oscurità di Dio. Per la smisurata sofferenza e la cattiveria degli uomini il volto di Dio, il tuo volto, appare oscurato, irriconoscibile. Ma proprio sulla croce ti sei fatto riconoscere. Proprio in quanto sei colui che soffre e che ama, sei colui che è innalzato. Proprio da lì hai trionfato. Aiutaci a riconoscere, in quest’ora di oscurità e di turbamento, il tuo volto. Aiutaci a credere in te e a seguirti proprio nell’ora dell’oscurità e del bisogno. Mostrati di nuovo al mondo in quest’ora. Fa’ che la tua salvezza si manifesti».
Penso che chi ama questa nuova fragilità del papato in fondo ha molte più certezze di quanto non creda, mentre chi si sente messo in crisi da questa fragilità è perchè ha bisogno di certezze e di una guida.
Forse è il suo agostinismo ma Benedetto pare un po’ luterano specie in queste ore, paradossalmente la fragilità fisica di Giovanni Paolo II era più concreta e visibile quindi forse più cattolica.
La sua forza nel vincere la fragilità concreta sembrava esaltare la sua certezza interiore, invece adesso non so, sembra che ci sia chiesto di camminare dove non si vede e per qualcuno può anche essere molto faticoso.
Ai piani alti ne dovrebbero tenere conto.
Pr chi le avesse perso mercoledi scorso, segnalo:
LA REPLICA DI DUE INTERESSANTI TRASMISSIONI
DOMENICA 17 FEBBRAIO
SU RAI STORIA – CANALE 54
Dixit Religio – Benedetto XVI – 1 parte
In onda: 15:02 – 15:54 Durata: 52 minuti
Dixit Religio – Lezioni di Fede – Punt.1 – 2^ P. –
In onda: 15:54 – 17:01 Durata: 67 minuti
Luigi, hai portato lo scritto di Papa Ratzinger, “via crucis” grazie, non lo avevo letto, mi ha commosso, sai Luigi, la mia preghiera, che e semplice, come semplice sono io, un semplice falegname, senza titoli di studio, “Padre nostro, Padre mio, volgi il tuo volto sorridente verso di noi, verso di me” volgi il tuo volto o Dio, volto si, oscurato dala cattiveria dell’uomo in questo tempo.
Dio benedica tutti gli uomini di buona volonta, e cambi il cuore di chi buona volonta, non ha.
In questi giorni di Conclave e nomine IOR, al di là del racconto che ne facciamo, sto pensando a mio bisnonno Michele. Che nel gestire i soldi della Confreternita del Rosario di cui era Priore (ed era stato nominato, in origine, come priore “tecnico”, diremmo oggi, chiamato a risanare le casse dopo la guerra e poi rimasto al suo posto per volontà dei confratelli) oltre a tenere la contabilità insieme a un confratello ragioniere, ne aveva preso un terzo – esterno – perché li verificasse. Oggi si chiamerebbe auditing. Lo faceva perché, spiegava, “Con i soldi della Chiesa non si deve scherzare”. Auguro lo stesso scrupolo (dal momento che, come il mio bisnonno, credo che i soldi della Chiesa vengano utilizzati per gli ultimi e i deboli) al presidente von Freyberg. Buon lavoro!
Ratzinger al suo biografo Peter Seewald secondo un servizio ANSA: ‘Sono anziano, puo’ bastare cio’ che ho fatto’
“Non potrei dire, che io sia caduto in qualche sorta di disperazione o dolore universale. Mi e’ semplicemente incomprensibile. Anche se vedo la persona, non posso capire, che cosa ci si possa aspettare. Non riesco a penetrare in questa psicologia”. Lo ha detto il Papa a proposito di Paolo Gabriele, al suo biografo Peter Seewald secondo una anticipazione del magazine tedesco Focus.
In Vatileaks era importate che venisse “garantita la indipendenza della giustizia, che un monarca non dicesse, adesso prendo io le cose in mano”, ha sottolineato il Papa. Seewald, che con il Papa ha fatto il libro-intervista “Luce del mondo”, ha avuto diverse conversazioni con Benedetto XVI, l’ultima una decina di settimane fa.
“Né spaesato né stanco, dopo Vatilikeas”. Così si è sentito il Papa secondo quanto ha raccontato circa 10 settimane fa al suo biografo. Alla domanda su cosa ci fosse da aspettarsi dal suo pontificato invece il Papa rispose “Da me? Non molto. Io sono un uomo anziano le mie forze diminuiscono. Credo che possa anche bastare quel che ho fatto”.
Chiedo scusa se devio dall’argomento di questa discussione, ma stavo sentendo in televisione le solite sconcertanti se non stupide profezie.
Fulmine sopra San Pietro, Nostradamus e il papa nero, ultimo papa, morte dela chiesa, mai detto piu inesatto di questo.
Quando si credono a queste cose, si è lontani dalla verità in modo enorme, o piuttosto di non credenti (purtoppo molti di questi, credenti a queste cose assurde, sono Cristiani)
Si dimentica cosa disse, anzi, dice Gesù, “le porte degli inferi, mai prevarranno contro di essa”, mai dice Gesù.
Riguardo slla fine dei tempi, alla domanda di Pietro, “Signore, quando verranno queste cose, quando la fine dei tempi” Gesù rispose ” questo lo sa solo il Padre Mio, nesuno in cielo lo sa, non lo sanno gli Angeli, non lo sa il Figlio dell’uomo”, se non lo sapeva Gesù, come Uomo, non lo sa nessuno in cielo, ma solonDio lo sa, ha che ci parlano a fare queste persone? perché ci sono molti “Cristiani” a crederci? una risposta firse c’è, che hanno perso la vera Via, la Vera Verità, la Vera Vita, l’insegnamento del Vangelo.
Chiedo ancora scusa per aver deviato dala discussione, ma queste cose mi fanno stare male, direi, innervosire.
Grazie per avermi accolto tra di voi.
Per Luigi, se vado fuori dal “seminato” devi dirmelo, perché ancora non conosco bene la direttiva del tuo sito.
Che Dio vi benedica.
Luciano tu vai benissimo, qui ognuno è libero di sé, mi sei carissimo.
Grazie Luigi, emmmm……non farmi arrossire…..
Ciao Luciano,
Ti leggo con profondo rispetto.
Ho avuto l’impressione, leggendoti,
che sei persona che guarda al concreto e all’essenziale.
Una volta …. fino a circa …..50anni fà …..
la stampa era asservita ai poteri “Democrazia Cristiana” e “Vaticano”
(credo che tu abbia memoria di quel che accadeva…. eri giovanetto forse….)
Quelli erano i poteri di riferimento….
La stampa, dall’inizio della sua esistenza come informazione pubblica,
ha sempre condizionato l’opinione pubblica,
lo faceva “il Borghese”,
“il Secolo”,
come tutt’oggi
dall’Avvenire
all’Osservatore Romano,
al Corasera,
a Repubblica
a L’Unità,
al Giornale…… Libero …….
Ciascuno tira l’acqua al suo “Mulino”.
Io sono interessato a vedere le criticità, lì dove si nascondono,
fossero anche in mio padre, in mia madre.
Questo non me li fa amare di meno.
Sono cosciente della umana miseria e fragilità,
che alberga in ciascuno,
che in vasi di coccio porta l’assurda e straordinaria impronta
dell’inconoscibile D-o.
Scusa i termini crudi che uso.
Mi sono divertito, in questi giorni a leggere i profeti di sventura
con le loro str.ate.
Io le prendo per quel che sono.
Boutade
Attualmente, tra i più divertenti, trovo il famoso giornalista “fatimista”
che già aveva persino costruito il teorema dell’amato Giovanni XXIII nemico dei Pastorelli di Fatima.
Tra miei amici ho anche persone devote di padre Pio, e che ricorrono anche alle maghe e maghi.
Io non mi metto a far prediche….
Se D-o le accetta così,
anche io le accetto anche se mi fa soffrire.
Dove posso provo ad inserire il dubbio.
Dinanzi alle loro certezze mi fermo.
Non ho carismi particolari di convincimento o di persecuzione psicologica….
Poi,
invece,
amici indifferenti,
grazie alle prove della vita….
hanno riscoperto Cristo e l’Eucarestia/unità,
anche se non capiscono il Vaticano-Chiesa, e non vi vedono il volto di Xr.
Io con loro, gioisco del loro incontro con Xr. e me ne frego ampiamente del Vaticano.
Il mondo, è cristianamente diversificato e multiforme..
Ma ho la netta sensazione che tu mi comprendi…. 🙂
Accade che nei dolori, comprendiamo anche la debolezza di tutte le altre persone,
con peccati o immacolati (!)
Un abbraccio profondo e sincero
Caro Luciano, quel
“questo lo sa solo il Padre Mio, nesuno in cielo lo sa, non lo sanno gli Angeli, non lo sa il Figlio dell’uomo”
l’ho più volte ripetuto in occasione di quel “temutissimo” 21 dicembre 2012.
Il problema è che abbiamo tutti paura della morte, della fine di tutto e qualsiasi cosa che si discosta dalla normalità diventa segno o presagio negativo. Moltissimi non ci credono, ma negli stessi – e per strade che esulano dal razionale – viene insinuato il sospetto ed il timore.
Questo è il danno di questi cialtroni.
Poi, certo, fanno impressione certe coincidenze … Ohhh siamo essere umani che – nonostante l’evoluzione – siamo allo stesso livello dell’ “uomo della pietra” davanti al fuoco … ah ah 😀
La tendenza odierna, poi, è tutta proiettata in queste sfere strane.
Luigi, sono d’accordo con te, ma leggendo ho avuto la stessa impressione di un “Mah, speriamo … Che Dio ci aiuti” di chi – insomma – vede troppe cose sbagliate.
Sarebbe stato meglio (come il Papa ha sempre fatto) dire – che ne so – “Preghiamo perchè il Signore ci aiuti” o parole simili.
Quindi il nostro Papa – secondo me – è davvero preoccupato.
Ti comprendo.
Hai tirato fuori una cosa del passato che pensavo di aver dimenticato, la democrazia Cristina, che di cristiano aveva solo il nome.
I sacerdoti che alla predica domenicale, durante la campagna elettorale, spaventavano i fedeli, Dio vede cosa votate, se votate comunisti, vi aspetta la scomunica (con tanto di editto pontificale, venuto da poco fuori in un forum) e inevitabilmente inferno.
Amministratore comunale per 9 anni, dimissionario per nausea di bugie e imbrogli demicristiani, sono stato ad una riunione democristiana, una sola volta, lasciato tale riugnone dopo poco tempo iniziata, con la minaccia di ritorsione nel mio lavoro, falegname in proprio, lasciato sia in amministrazione che la cosiddetta DC, e purtroppo,lasciato oer un lungo periodo anche la strada di Cristo Gesù, ripresa poi dopo con piu amore, avendo capito, che Dio, era tutt’altro, di cio che al tempo ci volevano far credere, questo anche grazie al vaticano.
Anni passati, cose cambiate, in meglio? Non lo so, quello che so per certo, è che Dio è uno solo, Gesù suo figlio, mandato nel mondo, a tempo deciso dal Padre, ha patito è morto per me, per noi tutti, in Croce, che l’amore tra Padre e figlio, lo Spirito Santo.
Tutto il resto, non fa storia, nemmeno il vaticano, che lo vedo piu stato che chiesa, idea mia, da quello che io vedo, Luigi, come vaticanista, mi puo ribattere, lo ascolterei, senza controbattere.
Questo è il mio pensiero, che nessun falso cristo farà cambiare, nessun mago entrera nella mia mente, niente mi farà sbandare nuovamente dalla fede radicata nel Vangelo, il Vangelo è uno solo, anche se in quattro narrazioni, ma sempre una è la verta raccolta in quei libri, nessuno mi farà leggere un’altra Bibbia, è una sola.
Ti capisco anche quando parli del dolore, lo sto sperimentando, ti assicuro che ti avvicina molto a Dio, non per paura della morte, no no, la morte non mi fa paura, ka sto aspettando sereno, ti avvicina a Dio, perché capisci molte cose, le vedi sotto un’altra luce, riuscire a dire con verità, “sia fatta la Tua volontà” e un dono enorme, anche a questo porta il dolore.
Mi piace ciò che hai scritto Matteo, siete una bella scuadra, mi piace avervi conosciuto, si imparano molte cose, imparare, non ha mai fine.
Dio ci benefica. (È la prima volta che dico “ci”,sempre vi…..ed è venuto spontaneo)
Marta, hahaha il famoso 21 dicembre 2012, la fine del mondo, il bello, o meglio la colposa stupidità, ha portato molti a crearsi dei buncher (non so se è giusto scritto così, ma lo hai capito) addiritura, con due pulman, sono venuti qui, molto vicino a dove abito, c’è una montagna chiamata il Pelmo, o trono di Dio, per una bizzarra conformazione, proprio somigliante ad una poltrona, dicevano che li, sarebbero stati salvi, perché montagna sacra, mai sentito in 61 anni, che quella fosse sacra, e si che ci sono nato e anche salito fino alla cima.
Hanno fatto piu viaggi, dovevano preparare l’accampamento e poi provvedere alla scalata, come fosse facile, con difficoltà del 3-4 grado, gente non preparata a scalare montagne, quella è vera montagna, infatti, hanno deciso di aspettare la fine ai piedi di essa.
Ma dico io, si puo essere cosi stuoidini? a credere a qualche visionario? boh… chi li capisce è bravo.
Hai forse visto la fine? Io no…hahaha che…….mi scappava una parola non consona qui…ne altrove, diciamo poverini dai.
E c’è chi fa soldini sulle spalle di questi “poverini”, ma li sta bene, non ho nessuna compassione di chi si rivolge a maghi e streghe, a parte magari, chi ha un male grave e si aggrappa a tutto per guarire.
Ringrazio Dio, di avermi dato la fede, e di non sentire il bisogno di rivolgermi ad altri cgr non sia la medicina.
Luciano buona giornata. A proposito della Via Crucis scritta dal cardinale Joseph Ratzinger nel 2005 – che fu l’ultima Via Crucis papale al Colosseo sotto Giovanni Paolo II, che non vi potè partecipare – ecco il testo che immagino ti potrà essere utile: io lo tengo come il più utile a me tra i testi di Ratzinger venuti prima del Pontificato.
http://www.vatican.va/news_services/liturgy/2005/documents/ns_lit_doc_20050325_via-crucis_it.html
Cliccando sulle immagini avrai il testo delle singole stazioni.
Grazie Luigi, ho dato una occhiata, ora sono le 11, orario della messa in tv, visto che non posso andare in chiesa, il Signore accetterà anche cosi.
Caro Luciano, l’uso della contraccezione per la mamma dei cretini penso sarebbe moralmente più che accettabile… il bunker sulla montagna sacra, vabbè…
“A proposito della Via Crucis scritta dal cardinale Joseph Ratzinger nel 2005 – che fu l’ultima Via Crucis papale al Colosseo sotto Giovanni Paolo II, che non vi potè partecipare…”
Sì, Luigi, G.P.II non vi potè partecipare. Ricordo bene quella via Crucis perché ogni tanto ci pervenivano le immagini del Papa seduto, di cui si vedeva solo la schiena.
Segno evidente della devastazione prodotta nel viso dalla malattia, e immaginata da chi seguiva in TV la via Crucis.
Ancora oggi mi chiedo se sia stato opportuno trasmettere quelle immagini e chi abbia avuto la “brillante” idea.
E lo scopo quale fu? Accrescere la fede? O che altro? Chi prendeva le decisioni in quei momenti drammatici?
Se hai una risposta, dammela, per piacere, perché io non riesco a capacitarmi di un dolorismo spinto all’estremo. E francamente lo trovo inutile.
http://www.youtube.com/watch?v=K1ikKk92W_k
Cara Marilisa,
GP2,
un uomo fortissimo nella fede,
ma divenuto estremamente fragile
nel corpo fisico e psichico.
Personalmente non sento bisogno di particolari “risposte”.
La fragilità di Wojtyla
e la fragilità di Ratzinger
sono due aspetti della stessa medaglia,
che è l’umanità.
La deformazione
l’hanno prodotta gli uomini,
che hanno bisogno di supereroi,
che hanno bisogno di semidei.
Chi guida tutta la Chiesa dei Cattolici,
è soltanto Xr.
nel suo Corpo Mistico,
nel suo Corpo Eucaristico.
Pietro è soltanto un uomo chiamato a costruire ponti di unità,
fallibile come tutti gli altri uomini e donne.
La straordinaria umanità degli ultimi fragili papi,
ci dimostra l’assistenza indefettibile dell’unico Signore e Maestro.
Sono grato al Signore
http://almanaccoromano.blogspot.it/2013/02/dalla-parte-del-dogma.html
“La fragilità di Wojtyla
e la fragilità di Ratzinger”
Matteo, entrambi fragili certamente nella loro umanità.
Tutti gli uomini prima o poi si rivelano fragili, lo sappiamo bene.
Ma il loro rapportarsi a Dio, al Cristo sofferente, mi sembra diverso.
Ammettiamo che il Papa precedente abbia voluto lui stesso mostrarsi al mondo nella debolezza del corpo per identificarsi o unirsi col Cristo in Croce che assume i peccati della Chiesa e del mondo e per dare un segnale forte del significato cristiano della sofferenza.
C’è da chiedersi il perché il Papa attuale, che da cardinale stigmatizzò, durante la via Crucis, con parole implacabili le brutture del mondo intero e i peccati degli uomini, e della Chiesa in particolare, non ne abbia seguito la strada fino alle estreme conseguenze.
Attenzione ! Non voglio fare confronti inopportuni.
Per me il papa attuale ha fatto benissimo a rinunciare a causa della debolezza del corpo prodotta dall’età e probabilmente dallo stress psichico. Il che gli avrebbe impedito di guidare “la barca” nel migliore dei modi.
Tuttavia, mi sembra che, stando ai fatti, il senso della sofferenza sia diverso, e mi piacerebbe capirne almeno qualcosa di più.
Io rispetto (e approvo) la sua decisione. Egli continua a parlare di una Chiesa gravemente tormentata dal Male, e auspica un rinnovamento radicale, quello che molti di noi vorrebbero si realizzasse. E lo chiedono a gran voce.
Nel nascondimento pregherà intensamente per la Chiesa e per il mondo intero.
Va tutto benissimo.
Ma intanto qualcosa a me non torna circa il modo di affrontare la sofferenza, dopo che da sempre la Chiesa cristiana ha il suo pilastro principale nella sofferenza del Cristo affrontata per amore dell’umanità, per la redenzione del mondo.
Forse la sofferenza fisica, quella manifestata impietosamente da G.P.II, per papa Ratzinger non aveva la stessa valenza?
Mi piacerebbe sentire anche il parere di Luigi Accattoli.
Personalmente credo che non sia poi così radicale questo rinnovamento. Si è costruito tutto un pontificato e un fans club su quelle frasi della sporcizia tanto che molti ratzingeriano sono fortemente antiromani (e anche anticlericali).
Penso che il rinnovamento sia visto più in termini di conversione, non mi viene un altro termine.
Cioè lo ha detto più volte che il problema non sono le “strutture” come se ci fosse di mezzo l’attuazione di programmi politici. Anche in questi giorno dopo le parole sulle ferite e le divisioni del corpo ecclesiale molti si sono fissati solo sui problemi della curia, ma con corpo ecclesiale intendeva solo San Pietro?
Articolo sul luteranesimo del Papa .
http://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/Stampa201302/130217bettiza.pdf
Marilisa sono due uomini che diversamente intendono la croce e lo scendere dalla croce. Per papa Wojtyla la croce era la malattia nel pontificato. Egli era convinto, secondo la veduta tradizionale della dimensione sacrificale del Pontificato Romano [è grande tradizione spirituale, ma è solo tradizione spirituale, dipendente da una particolare teologia, non è dogma], che non vi sia posto nella Chiesa per un Papa emerito e dunque si dispose a restare sulla croce fino all’ultimo. La teologia di papa Ratzinger è più storicamente avvertita e meglio rispondente all’inquadramento conciliare del ministero petrino. Egli ritiene che vi sia una buona praticabilità della rinuncia al ministero petrino quando l’insufficienza delle forze lo consigli o l’imponga. Per lui la croce non è la malattia nel pontificato ma il convincimento di dover lasciare – mancando le forze – il pontificato per il bene della Chiesa, contraddicendo una tradizione di secoli.
Spero di aver detto in maniera comprensibile qualcosa che dentro mi è chiaro. Ma sul tema ho già scritto molto – linkando tutto – e dell’altro scriverò e sempre linkerò. Sono poi consapevole che le novità vanno ruminate lungamente per evitare di proiettare su di esse i nostri pregiudizi.
Grazie Marilisa della domanda.
E’ vero che questa decisione può essere vista come un inquadramento conciliare del ministero petrino (e può anche rispondere alla domanda di revisione dello stesso della Ut unum sint). Però non era meglio per la Chiesa stabilire questo cambiamento con una discussione “collegiale”?
Così suona come una decisione presa in completa solitudine e con arbitrio assoluto.
Cioè Giovanni Paolo II si era affidato di più al parere dei teologi e dei collaboratori sulla necessità o meno di continuare.
Dipende tutto da come la guardi.
” Penso questo: come il sovrano rischio di Giovanni Paolo II di governare la chiesa col suo essere sofferente ha ottenuto il miracolo di papa Benedetto, così quello, altrettanto radicale, di Benedetto di riconsegnare la Chiesa e la propria missione a Cristo perché ne dia il peso ad un vicario integro, otterrà un altro pontefice alla misura della storia.”
Sono parole di Pietro De Marco: immagino che lo abbiate riconosciuto, che abbiate ormai tutti letto quel suo straordinario intervento dal titolo “Una scommessa soprannaturale”. Io me le ripeto, queste parole, da quando qualcuno ebbe l’idea provvidenziale di inviarmi subito -a me che navigavo ancora nello smarrimento, nel senso di perdita, nel buio- questo link:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/02/13/pietro-de-marco-sulle-dimissioni-di-benedetto-xvi/
Grazie Luigi,
nella tua delle 22.20
sei stato chiarissimo,
e ne convengo pienamente.
Io non trovo alcuna contraddizione tra il “moriendo” di Wojtyla
ed il “moriendo” di Ratzinger,
vi trovo continuità storica
adeguata ai segni dei tempi.
Come il conservatore Roncalli,
anche il conservatore Ratzinger
ha espresso un atto profetico.
Questa storia mi sta intrigando………
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/6d/Museo_di_santa_maria_novella%2C_cappellone_degli_spagnoli%2C_affreschi_di_andrea_di_bonaiuto_4.JPG
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Anno_della_fede.jpg
Ancora sulla “Navicella”…C’è (c’era) il mosaico di Giotto. Aveva il fondo d’oro, in origine.
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Giotto_di_Bondone_-_Navicella_-_WGA09363.jpg
“in primo piano, Cristo che salva san Pietro: un evidente riferimento al papato e alla sua derivazione da Cristo”.
Di quel grandioso mosaico, di originale resta questo Angelo:
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Giotto_di_Bondone_-_Tondo_with_Angel_-_WGA09365.jpg
Dedico questa bellissima immagine a Luciano.
Atto profetico questo o anche il Summorum Pontificum?
Che fanno i papi profetizzano un motu proprio si e uno no?
Bho io son razionale mi piacciono le spiegazioni razionali è un limite di cui mi rendo sempre conto, in questo caso faccio fatica non tanto ad accettare il gesto o a non aver fiducia per il futuro (capirai abbiamo avuto i Borgia, han preso a cannonate Pio IX, Pio XII poteva finire nelle mani dei nazisti, voglio dire, in confronto son sciocchezze), però lo vedo contraddittorio con il resto del pontificato.
Sembrava impossibile rinunciare al latino e adesso si è dato un colpo di spugna a un paio di millenni di tradizione. Ci son tante cose lasciate in sospeso, magari son tante sfide anche interessanti, però non me l’aspettavo una fine così.
Nemmeno io me l’aspettavo, una fine così. Nessuno se l’aspettava davvero, credo, nonostante le voci… Però, se questa “fine” la leggo come “kenosis”, una kenosis spinta all’estremo, che scende molto più in basso rispetto alla croce della malattia nel pontificato, in una profondità inaudita che ha qualcosa quasi di non pensabile (perché davvero siamo di fronte all’impensabile), allora mi diventano chiare (chiaramente visibili) tante cose…
Una buona risposta a quelle tue due ottime considerazioni iniziali, espresse in forma di domanda, si trova nelle prime righe del testo di “Almanacco Romano” che ho segnalato.
Un’ultima cosa, in margine ad altri due o tre commenti precedenti: mi fa una certa impressione sentir parlare di “fragilità”…”fragilità”, per dei giganti.
Fiorenza,
io credo che proprio perché sono dei giganti si possa parlare tranquillamente di fragilità. Sono degli esseri umani veri.
Ringrazio Fiorenza dei link di approfondimento.
Spero che qualcun altro di qui li legga.
p.s.
La fragilità è un concetto in relazione ed è direttamente proporzionale al grado di solitudine.
Quanto fiele in quel “almanacco romano”! Potrebbe entrare di diritto in questo blog e sbranarsi cattolicamente con qualcunaltro. Si svede che “sbava” di scontento (di rabbia?) per la rinuncia di Benedetto XVI. La esegesi che ne fa e’ molto poco di “fatto di Vangelo”.
Me lo son letto due volte. La mia buona azione per oggi l’ho fatta, ah!
Una cosa su molte: “I dogmi, non l’opinione pubblica ammantata di falso profetismo sostanzia la Chiesa cattolica.” Avesse detto almeno: La Fede, evitando di peccare di illuminismo, al rovescio.
Buona giornata a tutti.
Fiorenza alle tue navicelle aggiungo questa di Lorenzo Ghiberti, che abbiamo guadato insieme un giorno a Firenze, sulla Porta Nord del tuo battistero:
http://it.wikipedia.org/wiki/File:08_Ges%C3%B9_cammina_sulle_acque_e_salva_Pietro.JPG
Mi pare dica meglio l’affanno dell’equipaggio, Pietro preso nell’onda e la salvezza da Cristo.
Mabuhay i tradizionalisti ingoiano in silenzio (più o meno) ma anche a me da fastidio l’esaltazione mediatica del gesto. voglio dire, sarò stata influenzata da Dante a dismisura ma certi elogi dell’ultima ora paiono come dire un po’ stupefacenti.
Un Papa che fino a una settimana fa era considerato come era considerato all’improvviso diventa un profeta solo perchè ha la delicatezza di togliersi di torno.
Il che testimonia che qualsiasi cosa si faccia, progressista o conservatrice conciliare o anticonciliare i media la volgono sempre dalla loro.
Anche Benedetto ha avuto un pontificato mediatico, forse è un limite non averlo capito fino in fondo. (più che altro è un limite aver lasciato che solo una fetta “mediatica” se ne impossessasse).
La caduta degli dei,
sconvolge.
Ma sconvolge solo chi li ha creati nella propria cervice
Dei non direi, nel Papa mi hanno insegnato a vedere un Padre non una specie di Zeus che lancia i fulmini sui peccatori per cui è meglio desacralizzarlo.
Chi nel Papa ha sempre un visto un padre amorevole si sente come se fosse rientrato in casa e avesse trovato solo le valigie.
Credo che sia un sentimento umano anche questo.
“Per lui la croce non è la malattia nel pontificato ma il convincimento di dover lasciare – mancando le forze – il pontificato per il bene della Chiesa, contraddicendo una tradizione di secoli.”
Sì, Luigi, voglio credere anch’io che sia così, anche se una certa riluttanza dimostrata fin da qualche anno fa ( certe frasi pronunciate quasi a mezza voce) può far pensare che il pontificato fosse per lui un peso enorme accettato con grande sacrificio.
Sono perfettamente d’accordo sul fatto che le novità hanno bisogno di tempi lunghi e di sedimentazione di giudizio per essere valutate nella loro portata reale e nel vero significato complessivo.
Ti ringrazio, Luigi, per avermi dato il tuo parere.
Sara: condivido le tue parole delle 8:21. Ma e’ chiaro che certi media ci mangiano su che e’ un piacere. Certi commenti/editoriali fanno ridere, se non piangere. Un credente non si gestisce con le opinioni dei media o i trend degli opinion-makers.
(Ma diciamocelo pure che anche noi, anche la Chiesa – purtroppo o per fortuna?- entra nel gioco dei media e pretende di combattere sullo stesso livello, per “valori”, per ideali, per qualcosa che e’ a un livello ben diverso! E il risultato non e’ sempre cosi’ gradevole… Abbiamo anche noi i nostri opinion-makers…e non sono tutti dei Luigi! Purtroppo.)
Il fine “ultimo” dei media non e’ la verita’ ne’ la Fede. E’ il business. E’ il potere. Soldi e potere.
L'”almanacco” che ha linkado Fiore (grazie!) mostra una coda di paglia…che arriva fino alla “Kamchatka Peninsula”….
Mi “serve”…mi guida meglio il Giotto di Bondone postato ancora da Fiore (grazie ancora!): fa pregare! Fa meditare. Lo posso persino usare per una catechesi…citando come spiegazione/background le parole che il Papa ha usato lunedi’ e poi Mercoledi’.
Mabu, in questi giorni mi hai dato due dispiaceri.
Il primo, il tuo no comment del 13 febbraio 2013 @ 9:52, spallucce invece di feedback. Mah…
Poi il tuo rifiuto dell’articolo di Almanacco. Doppio mah…
La diagnosi di Almanacco è del tutto realistica, sta effettivamente succedendo quanto scrive, i media che sequestrano gli eventi e un certo tipo di partito intellettuale intra ed extraecclesiale che segue o ispira i media. Come non vederlo?
Poi, le fini e gli inizi, le mitizzazioni e le demitizzazioni…
Sono processi cui non si sfugge, anche i secolarizzatori hanno i loro tabù, un Cattelan può far abbattere Wojtyla da un meteorite, un Castellucci può far riempire di m. il volto di Cristo e i cristiani adulti lodano.
Ma, ma se al posto di W. e di Xr. ci fossero stati altri miti (che qui non cito per quieto vivere, le jene ridens sono in agguato) sai che geremiadi…
Arrivo alla frase cruciale: ma è davvero andato a quel modo?
Si, perché eravamo e siamo dentro al concilio virtuale, concetto ricordato con umile forza dal Papa, ma concetto mediatizzato flebilmente negli ultimi scampoli di papato, derubricato come idiosincrasia personale (per Sara1: cfr. Kaspar Hauser sul blog di Augé).
Il concilio virtuale è stato l’apogeo del profetismo, come il profetismo è mediatico di per sé, ieri statu nascenti e quindi carico di slancio romantico antiistituzionale, oggi burocratizzato e reso potere, più forte di Pietro, più infallibile, più assoluto, più oppressivo e via dicendo.
Così il mite professore è divenuto, per i veri prefetti di ferro, il prefetto di ferro.
Così il mite papa è stato piano piano, una botta oggi e una domani, contenuto e silenziato, dai presunti suoi e dai nemici certi, in attesa della fine.
Ora che è arrivata, in modo impensato e anticipato, la cosa più farisea sono le lodi dei nemici, il cui ritornello è scimmiesca imitazione del detto evangelico: è bene che te ne vada, perché così arriverà un altro afflittore e infedele patrocinatore, lo spirito di questo mondo.
Dunque, fiele e bava anch’io?
Ok, così è, se ti pare…
Confermo la mia non-familiarita con quei siti.
No, grande capo Lyco, tu non fiele e biava, 🙂 anche perché tu sei piú elegante e ricercato, a volte addirittura sofisticato (almeno per me).
Fai pure la tara all’aggressivitá del mio linguaggio. Il fatto che io non condivida il tono e il merito dell’almanacco non significa che io sia d’accordo con tutto quel “movimento” da quintacolonna e “mitologie” connesse che loro denunciano e criticano. Lo sappiamo benissimo che il criterio del vero o falso profetismo non sono i media, né il modo di usarli. D’altra parte, il criterio del vero o falso profetismo –per stare ai tuoi termini – non appartiene neanche ai professionisti (tecnici?) della religione. Neanche a quelli del Vaticano. Non appartiene neanche alla virtualitá (che é proprio un bel casino, secondo me peggio della realtá).
Si vede che a quelli dell’almanacco “gli brucia” (=coda di paglia) questa rinuncia del papa. Come se Benedetto XVI fosse stato “obbligato” a dimettersi dai media e dai progressisti, dai laici e dai etc… Lyco carissimo: ho fiducia nel tuo buon senso e nel tuo essere credente!
Mi sono piaciuti moltissimo invece Seewald (non tenero affatto) e Accattoli (con la sua flemmatica equanimitá mi sembra che qualche randellatina – sacrosanta – l’abbia data pure lui, a partire dal titolo del post che ti fa arrendere subito). In loro mi sembra di notare ció che in questo momento del nostro pellegrinaggio ecclesiale é fondamentale: un senso di appartenenza forte ed effettivo, cioé credente ed affettivo.
Cordialmente, Buona giornata.
P.S. – Circa il post che citi del 13 febbraio mi hai fatto tribolare per trovarlo…!