Tarcisio Bonati: “La mé éta l’è stacia béla”

Il parroco di Verdello, Bergamo, legge il mio libro Cerco fatti di Vangelo e mi scrive segnalando alcune storie e una è questa, preziosa nella sua semplicità: “Qualche tempo fa, ho partecipato al funerale di un nonno di quasi novant’anni. Il figlio mi ha raccontato che il padre sentiva che la sua vita, raccolta nel palmo di una mano, è stata una vita cristiana bella. Lo esprimeva in dialetto che ha un accento ancor più persuasivo: La mé éta l’è stacia béla. Eppure non gli sono mancate difficoltà, come è accaduto alle generazioni dei primi decenni del Novecento. ‘La mia è stata una vita bella’, ripeteva: bella perché, rimasto orfano, ha sperimentato la solidarietà di chi si è preso cura di lui; bella perché ha conosciuto l’amore della moglie per lui, l’amore per i figli e i nipoti; bella perché illuminata dalla fede e dall’amore all’Eucaristia; bella perché vissuta con lo spirito proprio di chi si mette il grembiule del servizio e prende il catino per essere utile alla Chiesa e ai fratelli. Il suo nome è Tarcisio, come il santo martire dell’Eucaristia”.

Ho chiesto al parroco il nome intero e qualche notizia su questo Tarcisio: conviene conoscere chi muore così. Tarcisio Bonati nasce a Mozzo l’11 novembre 1921. A 7 anni il papà Giuseppe muore e la mamma Ancilla rimane inferma. Le sorelle gli trovano un posto a Milano presso la casa per orfani delle Ancelle della Provvidenza dove rimane fino a 18 anni imparando il lavoro di linotipista che gli permetterà dopo la guerra di essere assunto presso le arti Grafiche di Bergamo. Nel 1947 sposa Locatelli Luigina, dalla quale avrà 4 figli e trova lavoro al reparto di filatura dello stabilimento Legler di Ponte San Pietro. Va in pensione nel 1980 e segue con la moglie il figlio don Vittorio come custode dell’Oratorio di Zogno dal 1981 al 1985 e poi di quello della parrocchia di Monterosso in Bergamo, fino al 1992. Successivamente svolge il servizio di sacrista (per 17 anni fino a quando la salute ha retto) presso la Chiesa della Madonna del Bosco in Bergamo, dove muore in parrocchia il 28 marzo 2011. Negli ultimi mesi amava in carrozzella scendere alla Messa tutti i giorni e poi fare ogni giorno la Comunione. Quando gli fu impossibile deglutire l’Ostia consacrata per due giorni fece la Comunione con il Sangue di Cristo, ricevendo alla sera l’Olio degli infermi. I funerali si sono svolti il 31 marzo 2011 a Ponte San Pietro. E’ sepolto nel Cimitero di Ponte San Pietro.

 

Arturo Bellini è il parroco che mi ha segnalato e documentato la storia di Tarcisio Bonati. Il 2 ottobre 2012 sono stato a Verdello ed è stato come un ringraziamento per storia ricevuta.

[Ottobre 2012]

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