«E io lo sposo lo stesso»: ci sono storie d’amore che possono essere riassunte in sei parole decise, come queste con le quali Emanuela Setti Carraro rispose ai genitori che si opponevano al suo matrimonio con il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. E’ un bel passaggio della storia d’amore di Emanuela e di Carlo Alberto com’è narrata da Edgarda Ferri alla pagina 174 del volume Il perdono e la memoria pubblicato da Rizzoli nel 1988. Emanuela viene uccisa dalla mafia insieme al marito Carlo Alberto il 3 settembre 1982 a Palermo, a 32 anni, meno di due mesi dopo il matrimonio che li aveva uniti nonostante i trent’anni che li divideva.
Antonia Setti Carraro, mamma di Emanuela, racconta così a Edgarda Ferri la reazione della figlia al parere “assolutamente contrario” dei genitori riguardo a quel matrimonio “sbilanciato”, e la scena è più viva delle parole: “Non era affatto d’accordo Emanuela che, zitta fino a quel momento, di colpo si è alzata, ha fatto il giro del severo salotto antico, è passata dietro le spalle del padre sfiorandogli affettuosamente una guancia con le labbra, ed è andata diritta a sedersi sulle ginocchia del generale esclamando: E io lo sposo lo stesso”. Come sono belle le donne che amano. Segnalo quelle parole e quel gesto a quanti possono averne bisogno per affermare o ricordare la decisione con cui hanno “preso” un giorno una persona e l’hanno posta al centro della loro vita.
[Settembre 2011]