«Ti ho sempre considerato un segno, fin dal primo momento. Un segno attraverso il quale il Signore cercava di allontanarmi dagli errori, di darmi un’altra possibilità»: parla così Daniela Dichiara rivolgendosi al figlio Stefano – vent’anni nel settembre del 2011 – colpito da tetraparesi spastica distonica causata da un’asfissia neonatale. E’ appassionante la lotta dell’intera famiglia per questo figlio costretto alla carrozzella, intelligentissimo e voglioso di amicizie, ironico con sé e con gli altri, iscritto al liceo scientifico. Un esempio della sua felice capacità di prendersi in giro, a proposito del timore di non trovare – domani – un insegnante di sostegno paragonabile all’attuale: “Mi consolo ricordandomi che pensavo lo stesso anche a proposito di Giovanni Paolo II, eppure in quel caso Nostro Signore ha saputo rimpiazzarlo degnamente. Speriamo che faccia uguale anche con me che non ho altra scelta se non quella di affidarmi a lui”. Per la mamma Daniela Stefano è stato un “segno” che l’ha richiamata a ciò che vale, che aiuta e che dura oltre le vanità del mondo e della carriera. Occorre essere grati di parole così, dette da chi le paga del suo.
Ho conosciuto la storia di Stefano da un volumetto scritto da Jessica Dichiara intitolato Racconto di te. I primi diciotto anni vissuti da un ragazzo speciale (Edizioni Simple, Macerata 2010): Jessica racconta del fratello e fa parlare tutti i componenti di questa coraggiosa famiglia di Porto Sant’Elpidio, Fermo: la mamma Daniela, il papà Aldo e l’altro fratello Simone.
[Settembre 2011]