Per la serie “Se non son pazzi non li vogliamo” eccomi qui a raccontarvi della mia prima (e facilmente unica) GMG, che a vederla dalla TV può sembrare un’autentica follia. Bisogna proprio viverla in prima persona per capire quale grande ricchezza e opportunità d’incontro e di condivisione offre ai nostri giovani, troppo spesso abituati ad avere tutto e subito, troppo spesso relegati in qualche discoteca a sballare… Invece no, i giovani della GMG sanno gioire e sacrificarsi, ascoltare, servire. E se la mia esperienza è stata bella, lo devo in gran parte a loro. Infatti, mai avrei immaginato di partecipare a una Giornata Mondiale della Gioventù! Mai avrei creduto che un giorno potessi arrivare con la mia carrozzina fino a Madrid e inebriarmi gli occhi ammirando le meraviglie di questa splendida città ricca di storia!
Invece, è proprio accaduto e ancora adesso ne sono “encantada”, felice ed emozionata nell’aver visto tanti giovani (ed anche qualche adulto come me) ballare, cantare, pregare insieme. Per intenderci non servivano traduttori digitali o dizionari tascabili, bastava il cuore: un gesto, un sorriso, un hola sincero, dei bans che univano il gruppo e con “alegria” si entrava subito in sintonia.
Questa bella esperienza l’ho potuta vivere con la Confederazione Internazionale del “Centro Volontari della Sofferenza”; il nostro gruppo era formato da più di 130 persone, con 43 disabili (nel gruppo italiano 32 di Brescia, più altri provenienti da Bergamo, Vicenza, Novara, Aosta, Cagliari, Perugia, Bari, Avellino, Ravenna, Modena) tra i quali alcuni portoghesi ed una cinquantina di polacchi.
Abbiamo alloggiato presso l’Università Cattolica Ceu San Pablo e da qui abbiamo potuto vivere i momenti salienti previsti dal programma, coadiuvati anche dai voluntarios che con i pullman verdi di linea attrezzati per le carrozzine ci venivano a prendere e ci aiutavano negli spostamenti: l’apertura della GMG presso la cattedrale intitolata alla Vergine Maria la Real de La Almudena, l’arrivo del Santo Padre presso la Puerta de Alcalà, le passeggiate attraverso le vie principali di Madrid, la veglia col Santo Padre presso l’aeroporto Cuatro Vientos e la Celebrazione Eucaristica conclusiva (mentre la Via Crucis l’abbiamo seguita comodamente seduti in un’aula su schermo via Internet).
È vero, abbiamo dovuto adattarci al caldo madrileno, alle lunghe attese, alle docce gelate, alle patatine fritte ed altre specialità della mensa per il pranzo, ai panini della cena, al riposo per terra nei sacchi a pelo (solo per noi disabili avevano predisposto dei letti davvero comodi), ma tutto è stato bello ed entusiasmante. La GMG è così, ti insegna a vivere dell’essenziale. E, a proposito di essenzialità, alla veglia del sabato col Papa ci ha sorpresi la bufera di pioggia e di vento forte. C’è stato anche il panico: “Che fare con un tempaccio così?”, “E se la pioggia continua a essere abbondante e irruente?”. Tante preghiere allora si sono alzate al cielo e meravigliosamente è sceso il silenzio adorante, e in quel momento non esisteva che Gesù Eucaristia, il cuore del mondo. È stato il segno della reale presenza del Signore, il quale ci ha messi alla prova e ci ha chiamati a rimanere nonostante tutto “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, in tema col messaggio proposto da Papa Benedetto.
Interessanti e molto partecipati i momenti delle catechesi quotidiana, con tre vescovi doc. Il primo è stato Mons. Giancarlo Brigantini, vescovo a Locri per 13 anni, che con occhio contadino ci ha regalato tre parole chiave: FAVORITE, OLTRE e TRACCE!
Favorite come prendete parte al banchetto del Cielo, non siate invitati timorosi e incerti! Servitevi al banchetto del Signore Gesù! Le cose nella vita vanno avanti perchè ci crediamo e ci mettiamo del nostro! La chiusura e il dolore ingabbiano… chiudono a un oltre che ci spinge al desiderio e al bello! Bello che ci apre all’arte e alla poesia! “E mi sovvien l’eterno e le morte stagioni […] e il naufragar m’è dolce in questo mare”, Leopardi, maestro di comparazione che ci insegna a cogliere le tracce che Dio lascia nella nostra vita! Il dolore forte mi allontana da Dio… solo la reciprocità con i fratelli può asciugare le mie lacrime! Perchè Pietro ha paura di scendere dalla barca? Perchè teme le acque? Perchè non ha il coraggio di fidarsi e amare Gesù? È solo fissare lo sguardo che mi permette di guardare oltre… e di sentire il Suo coraggio!
Il secondo è stato Domenico Cancian, vescovo di Città di Castello, che ci ha richiamati al tema: “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (Cor 2,7)! RADICATI ovvero con radici ben piantate in Cristo! Con foglie verdi e frutti sempre pronti! Persone parte di una storia che siamo noi a scrivere! FONDATI ovvero costruiti con coraggio e intelligenza, esperienza e sacrifici… oltre l’emozione del momento, nel legame concreto con le persone! Senza fuggire le relazioni per paura, senza temere il silenzio quale ospite sgradito, ma amico necessario alla nostra esistenza! SALDI ovvero coraggiosamente stretti a Gesù quale unica fonte di vita vera! Inoltre ci ha invitati a dare spazio al silenzio e, come diceva Madre Speranza, a non aiutare nessuno senza prima averlo guardato con il cuore.
Il terzo è stato “’o scugnizzo” Filippo Strovaldi, vescovo di Ischia, il quale con il suo linguaggio comunicativo ci ha coinvolti con messaggi musicali da lui composti a credere e a metterci in servizio della Chiesa nel segno della gioia offrendoci 5 CONSIGLI PER SERVIRE:
1. Bisogna essere persone che servono: che escono dalla vetrina e sanno esserci per gli altri
2. Bisogna conoscere i servizi che il Signore e il mondo ci chiedono: due cose in mano la Bibbia e il giornale del giorno! L’uno senza l’altro non bastano!
3. Bisogna avere l’atteggiamento di servo: W l’umiltà!
4. Bisogna seguire il modello di Gesù Cristo
5. Bisogna chiedere aiuto alla serva del Signore, la Mamma del Cielo.
Tante emozioni non riesco ancora a decifrarle, ma fra le tante una domanda ha guidato il mio sguardo: chi li vede più con simpatia i giovani nel nostro mondo civilizzato dalla televisione? Non sarà anche per questo che accadono molti fatti di cronaca nera? Dovremmo guardare di più a “questi” giovani che non fanno rumore ma fanno il bene. Già, non si può sempre ballare e cantare, tuttavia i giovani di Madrid mi hanno richiamata a dar loro fiducia, a sapermi mettere al loro passo ed ascoltarli a cuore aperto. In particolare, i giovani del nostro gruppo hanno dimostrato di essere davvero speciali nella loro “normalità”. Bastava coinvolgerli, farli sentire amati, a volte rassicurarli e loro si impegnavano come si impegnano nella vita tra lo studio e il lavoro (anche saltuario, anche di domenica come tanti oggi fanno). Bello, bello, bello!
Detto tutto? Non ancora… All’incontro di Madrid ci siamo preparati recandoci dal 12 al 15 a Fatima, in Portogallo. Qui abbiamo iniziato il nostro cammino attraverso le catechesi, la preghiera, l’adorazione, la recita del Rosario, le confessioni e la pratica della Via Crucis, e non sono mancati momenti di condivisione come la caccia alla vocazione, le testimonianze cristiane, la visita alle case dei pastorelli e ai luoghi delle apparizioni.
Ora, posso concludere ricordando quanto il Papa ci ha detto all’Angelus domenicale che ha concluso la GMG: “Cari amici, ora ritornerete nei vostri luoghi di dimora abituale. I vostri amici vorranno sapere che cosa è cambiato in voi dopo essere stati in questa nobile Città con il Papa e centinaia di migliaia di giovani di tutto il mondo: che cosa direte loro? Vi invito a dare un’audace testimonianza di vita cristiana davanti agli altri. Così sarete lievito di nuovi cristiani e farete sì che la Chiesa riemerga con vigore nel cuore di molti. Quanto ho pensato in questi giorni a quei giovani che attendono il vostro ritorno! Trasmettete loro il mio affetto, in particolare ai più sfortunati, e anche alle vostre famiglie e alle comunità di vita cristiana alle quali appartenete”. Non hanno bisogno di commento queste parole ma di una buona partenza per una testimonianza autentica di vita cristiana.
Fiorella Elmetti – Piccola Figlia della Croce