Stefania Dal Cer – 37 anni, di Saronno, maestra di scuola materna, già madre di una bambina di tre anni di nome Gloria – scopre di essere colpita da un melanoma alla schiena durante una visita ginecologica, tre giorni dopo che ha avuto la certezza della nuova gravidanza. Rifiuta le cure pericolose per il bimbo, a cui mette il nome di Misael e muore 45 giorni dopo la sua nascita, il 28 marzo 2008.
Stefania ha condiviso la sua scelta con il compagno, un ragazzo dominicano. Faceva parte di un gruppo di volontariato, «Pe’ no chao» (espressione portoghese che significa Piedi scalzi), partner di Mani Tese, che si occupa di bambini in difficoltà tra Italia e Brasile. «Era stata a Recife e in diverse altre città – racconta la sorella Simona – e si era appassionata al lavoro con i bambini di strada». Frequentava un circolo culturale ed era tra gli organizzatori della festa di musica alternativa del paese, Festoria. Il parroco nell’omelia la paragona a Gianna Beretta Molla e al cimitero gli amici cantano le sue canzoni preferite. «La nostra famiglia è di estrazione cristiana – racconta Simona – ma Stefania aveva un atteggiamento molto libero rispetto alla religione: la sua è stata una scelta personale». “Gli ultimi giorni accanto a lei – conclude Simona – sono stati una vera esperienza spirituale. Stefania sperava e pregava, senza un lamento, senza una parola di rimpianto, ma anzi felice della scelta compiuta”.
Le prime due dichiarazioni di Simona le ho prese da un articolo del Corriere della Sera del 28 marzo 2008, p. 13: Trentasettenne stroncata da un tumore 45 giorni dopo il parto. Rifiuta la chemio per non abortire. La terza da Avvenire del 29 marzo 2008, p. 12: Rifiuta di curarsi per non abortire: muore dopo il parto.
[Luglio 2010]