«Maresciallo, ho fatto una sciocchezza. Venga, ho appena ucciso una donna a Trinitapoli»: il maresciallo dei Carabinieri è di stanza a San Ferdinando di Puglia e si chiama Giuseppe Francioso. Riceve quella chiamata il 30 dicembre 2009. A Trinitapoli trova il conoscente accanto al cadavere di Diana Lasecchia. Nell’altra stanza un bimbo di dodici anni che dorme. Quel bimbo il maresciallo lo conosce: la mamma prostituta, il padre un pregiudicato che non l’ha voluto riconoscere. Il maresciallo lo seguiva da sei anni e una volta l’aveva avuto ospite in casa per un mese, in attesa che fosse accolto in una comunità. Vedendolo dormire a pochi passi dalla mamma morta decide di chiederlo in adozione. Chiama il figlio Benito, anch’egli carabiniere, gli dice di prendere il bambino e di portarlo a casa loro, da “mamma Piera” che è la mamma di Benito e la moglie di Giuseppe. Le pratiche per l’adozione hanno termine l’8 luglio 2010 e questo è il commento del ragazzino: «Sono contentissimo come una belva».
La storia è narrata dal collega Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera dell’11 luglio, a p. 20: “Bimbo solo dopo il delitto e il maresciallo l’adotta”.
[Luglio 2010]