“Mio marito mi aveva insegnato a perdonare sempre, anche in circostanze nelle quali da principio mi mostravo dura e irremovibile. Così, fin dal primo momento, ho perdonato. Penso che quanti hanno fatto del male vivano nel rimorso e sono certa che questo mio perdono li aiuterà a ravvedersi e a cambiare. Non sono un giudice e non voglio esserlo”: così parla a sette giorni dal funerale del marito Carmela Crugliano, di Isola Capo Rizzuto, Crotone, madre di due bambini e incinta di un terzo, in un’intervista all’Avvenire del 12 marzo 2000. Il marito Francesco Scerbo, volontario Unitalsi, era stato ucciso dai killer che l’avevano colpito casualmente nell’assassinio del boss Franco Arena. Anche la mamma di Francesco, Maria Laganà, dichiara il suo perdono: “So che mio figlio è accanto a Cristo crocifisso. Per quanto gli è accaduto, io perdono tutti”.
Il parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, aveva proposto alle due famiglie la celebrazione di un solo funerale per il boss e per il volontario Unitalsi “allo scopo di riconciliare la comunità e perché i morti sono tutti uguali”. Così parla all’inviato del quotidiano Antonietta Mungo, la vedova del boss: “Ai funerali, quando il parroco ci ha chiamate, ho abbracciato Carmela. L’ho fatto col cuore, chiedendo pace e perdono per tutti, perché voglio che i miei figli crescano senza nutrire pensieri di odio”.
[Luglio 2010]