Ecco due genitori coraggiosi, che perdono due figlie appena nate ma non perdono l’apertura alla vita e ora hanno tre figli loro e una adottata.
Siamo Paolo e Chiara, abbiamo 38 anni e siamo sposi da 9 anni. Siamo di Cremona dove viviamo l’esperienza del cammino neocatecumenale nella parrocchia di Sant’Ilario. Siamo entrambi portatori sani di una malattia genetica che si manifesta alla nascita, impedisce la respirazione e porta in breve alla morte. Quando ci siamo sposati l’ignoravamo. Lorenzo, il nostro primogenito, è nato bello e sano ma poco dopo è arrivata Emanuela e la nostra vita è stata ribaltata. Poche ore dopo la nascita comincia ad avere difficoltà respiratorie. Da lì il trasferimento in un altro ospedale (Bergamo) più attrezzato, l’intubamento, l’impotenza di fronte all’inarrestabile peggioramento, infine la morte dopo 28 giorni di calvario. Quanto dolore in quel reparto di terapia intensiva neonatale!
Chi non ha paura della sofferenza? Noi per primi ne abbiamo e tanta. Tuttavia il breve passaggio di questa figlia ci ha lasciato l’evidenza che tutta questa sofferenza non è stata inutile per l’amore che Emanuela ha suscitato, nella nostra famiglia e al di fuori di essa. La maturazione di questa certezza ha sgombrato il campo a ogni dubbio: questa figlia non è stata un incidente nel nostro progetto di felicità, non è per questo meno figlia di Lorenzo che è vivo e sano.
Dopo due anni è in arrivo un’altra bimba. Siamo consapevoli che comunque andrà questa figlia è benedetta e Benedetta la chiamiamo. Decidiamo in accordo con il primario del San Raffaele di Milano di non procedere a indagini genetiche prima della nascita, dal momento che non c’è la volontà di abortire. Benedetta viene subito messa sotto osservazione. E’ bellissima: siamo tutti fiduciosi. Dopo un giorno però le cose non vanno bene e al quarto giorno viene incubata. Grazie alla straordinaria condivisione umana del personale dell’ospedale la nostra famiglia ha vissuto tutto quel tempo nella piccola sala di terapia intensiva neonatale. L’esperienza di accompagnare Benedetta nel suo calvario è stato per noi immergerci nel Mistero d’Amore della passione di nostro Signore, come e con Maria ai piedi della croce.
Nel 2002 comincia la quarta gravidanza, non cercata né evitata. Lorenzo ha quasi sei anni. Chiede anche lui che la sua nuova sorellina non salga subito in Cielo ma resti per giocare con lui. Nel maggio 2003 nasce Mariagloria. Dopo due giorni di osservazione la bimba, che respira perfettamente, ci viene “consegnata” tra le braccia. E’ per noi una gioia indescrivibile e una esperienza di resurrezione. Ora non sappiamo dove Dio voglia condurci, ma intendiamo fidarci di Lui, non di noi stessi sapendo che là dove c’è accoglienza alla vita passa Cristo.
Un giorno dell’ottobre del 2004, Chiara legge sulla rubrica “cerco famiglia” di Avvenire la richiesta di disponibilità all’adozione per Sara, una bimba disabile peruviana di sei anni e segnala il nostro interesse. Veniamo invitati a recarci a Torino, dove ha sede l’associazione, che media le adozioni dal Perù. Decidiamo di andarvi non senza aver discusso tra noi: in Paolo prevale la ragione, che vuole prudenza e in Chiara lo slancio materno. Chiediamo un tempo per decidere e decidiamo per il si.
A metà settembre 2005 siamo tutti e quattro a Lima, capitale del Perù, per conoscere Sara. L’incontro avviene nell’istituto dove Sarita risiede. Che stupore: Sara dal primo momento ci abbraccia e ci chiama mamma e papà. Il 14, giorno dell’esaltazione della S.Croce, viene a vivere con noi nell’appartamento dove stiamo a Lima. Lei non può camminare senza sostegni a causa di una paresi che le colpisce soprattutto le gambe, ma subito è stata accettata così com’è dai suoi fratelli, come sorella. Certo non mancano le gelosie e la competizione tra loro, del resto normali, ma lo stupore si accresce nel vedere operare l’accoglienza nei figli.
Dopo un mese insieme in Perù, viene il ritorno in Italia e il rientro nella normalità con l’inserimento a scuola per Sara. Quello che sarà non lo sappiamo: il futuro non ci appartiene. Sappiamo però due cose: che c’è la Provvidenza di Dio misericordioso – sperimentata molte volte – e che il Signore ha assegnato alla nostra vocazione al matrimonio una missione nell’apertura alla vita, nelle sue molteplici forme.
Paolo e Chiara Merlini
Nel 2007 Maria Grazia resta di nuovo incinta e nasce Francesco Maria, quinto parto cesareo ma senza i problemi polmonari che avevano colpito le sorelline. Qui la “testimonianza” dei due datata agosto 2006 e con aggiornamenti al gennaio 2007.
[Giugno 2010]