La parabola del samaritano che si ferma a soccorrere chi giace mezzo morto sul ciglio della strada la puoi vivere oggi sull’autostrada, poniamo sulla Trieste-Udine, una sera d’inverno. E ti può capitare di non sapere il nome di colei che ti si è fatta prossimo.
Gloria Pelizzo, chirurgo d’avanguardia, sta tornando a casa sua, sulle colline udinesi, dove l’aspettano marito e figli. Alla fine di un’altra giornata stressante trascorsa in sala operatoria, non vede l’ora di arrivare. Superato un furgone dell’Aci, all’improvviso la sua auto non risponde più ai comandi: in un attimo, a centotrenta all’ora, viene proiettata sul muro di contenimento del costone carsico che la respinge poi sul gard-rail opposto.
«Qui finisco arrosto», racconta di aver pensato Gloria, che, con la lucidità che le consente il mestiere e una buona dose di sangue freddo, capisce subito di esser restata viva per miracolo. Invece no, niente arrosto per stavolta, grazie anche all’immediato intervento dell’efficientissimo personale dell’Aci. Ma questo è solo il primo dei miracoli, in questa storia, e non il più grande.
Ci vorranno quattro ore prima che Gloria possa esser liberata dalle lamiere. Per tutto questo tempo, una ragazza le sta vicino: le dice parole di conforto, le asciuga il sangue lavandole il viso e le mani, poi, una volta che Gloria si rimette in piedi le dice: «Ti porto a casa io, tanto sono di strada». «Era una ragazza sui 20-25 anni, vestita come ne vedi tante al supermercato o sui gradini dell’università, jeans e scarponi grossi, guidava sicura un’auto del tutto scassata», ricorda Gloria.
«Stordita com’ero, ferita, gelata, scarpe e abiti a pezzi, ho creduto in un primo tempo che fosse una dipendente dell’Aci». Ma poi, arrivata, 90 chilometri dopo, al cancello di casa, scopre che non è così: «Ero solo una che passava e ha visto il tuo incidente», confessa la ragazza che (ormai Gloria ne è certa) non era affatto ‘di strada’. Solo il tempo di chiederle: ma perché hai fatto tutto questo per una sconosciuta come me? «Perché, risponde la ragazza prima di sparire nel buio della notte, ‘il bene torna indietro’». È un vecchio proverbio popolare locale che vuol dire “il bene che si fa, ti viene prima o poi restituito”.
Questa parabola autostradale è narrata da Avvenire del 2 febbraio 2010 in seconda pagina, a firma Gabriella Sartori.
[Febbraio 2010]