“I pellegrinaggi dei malati a Lourdes per ferrovia quaranta, cinquant’anni fa erano un po’ diversi da quelli attuali (…). Il carico e lo scarico degli ammalati si effettuava tutto a braccia con squadre di cinque o sette persone; i barellati venivano introdotti nei vagoni attraverso i finestrini. Oggi, con l’ausilio di elevatori e rampe, queste operazioni sono più semplici e meno faticose”: ho trovato questo spunto descrittivo di sapore evangelico alle pp. 166-169 – capitolo Testimonianze – del volume L’Oftal a Milano. Appunti di cronaca, spunti di riflessione, Ancora, Milano 2009. Il brano è in un racconto a firma di Franco Rocca.
In quelle pagine vi sono anche due belle foto descrittive delle cinque o sette persone che alzano – stando sulla punta dei piedi – le barelle all’altezza dei finestrini dei vagoni, dai quali altri volontari le afferrano e tirano dentro. Quelle foto mi hanno richiamato il paralitico di cui narrano i Vangeli di Marco e Luca: “Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: Figlio, ti sono perdonati i peccati” (Marco 2).
[Gennaio 2010]