Nell’incontro del 9 marzo 2015 abbiamo letto il discorso di Stefano di Atti 7 e abbiamo visto come Stefano – coerentemente all’intera tradizione biblica – attribuisca a Mosè una vita di 120 anni e la divida per “quarantine di anni”. Abbiamo detto che questi erano numeri simbolici e ne è venuta una corale richiesta di chiarimento, con particolare riguardo al numero 40, anche con riferimento ai 40 giorni della Quaresima nella quale ci troviamo.
Ecco una scheda sulla simbologia biblica dei numeri, una scheda artigianale che ho realizzato io con criteri di semplificazione e privilegiando – tra tutti – i rimandi a quanto detto più volte nelle nostre serate.
Quaranta nella Bibbia sta generalmente per un numero alto non meglio definito: un sinonimo di molti. Quaranta giorni: molti giorni, più di un mese, una mezza stagione. Quarant’anni: molti anni, il tempo di una generazione.
Il testo base per la valenza temporale del numero 40 è nel libro dei Numeri al capitolo 14, versetti 20-38: il Signore Dio punisce il popolo che si è ribellato a Mosè stabilendo che resterà nel deserto per 40 anni, fino a quando non saranno morti tutti gli adulti che si erano ribellati. Leggiamo i versetti 29-34, utili al nostro scopo:
Nessun censito tra voi, di quanti siete stati registrati dai venti anni in su e avete mormorato contro di me, potrà entrare nella terra nella quale ho giurato a mano alzata di farvi abitare, a eccezione di Caleb, figlio di Iefunnè, e di Giosuè, figlio di Nun. Proprio i vostri bambini, dei quali avete detto che sarebbero diventati una preda di guerra, quelli ve li farò entrare; essi conosceranno la terra che voi avete rifiutato. I vostri figli saranno nomadi nel deserto per quarant’anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto. Secondo il numero dei giorni che avete impiegato per esplorare la terra, quaranta giorni, per ogni giorno un anno, porterete le vostre colpe per quarant’anni e saprete che cosa comporta ribellarsi a me.
Sulla base di questo testo si possono intendere le altre ricorrenze dell’espressione “quarant’anni” e per analogia a tale significato si possono interpretare le altre indicazioni temporali: 40 giorni, quaranta notti.
Sempre per analogia – un’analogia non codificata, mutevole, mai univoca – vanno intese altre quantificazioni numeriche presenti nei due Testamenti. Qualche esempio:
sette [nella Genesi sono i giorni della creazione, in Proverbi 6 il ladro dovrà restituire “sette volte” il maltolto, in Proverbi 9 sette sono le colonne della casa della Sapienza, sette i fratelli martiri di Maccabei 2 capitolo 7, sette i demoni cercati dal primo demone in Luca 11, sette i diaconi del capitolo 6 degli Atti],
dieci [i comandamenti dati a Mosè sul Sinai in Esodo 20, i servi della parabola dei talenti in Luca 19, i giorni della tribolazione della Chiesa di Smirne in Apocalisse 2],
dodici [i figli di Giacobbe, le tribù di Israele, gli apostoli, le porte e le pietre che sono a fondamento della Gerusalemme celeste in Apocalisse 21],
settanta [gli anni di esilio annunciati da Geremia 25: una punizione massima],
settanta settimane [la penitenza cui viene chiamato Israele in Daniele 9; settanta è numero perfetto di settimane o anni, qui tutto è simbolico],
settanta volte sette [la misura del perdono predicato da Cristo in Matteo 18: sta a dire “sempre”],
centoquarantaquattromila [il quadrato di dodici moltiplicato per mille: in Apocalisse 7 è la moltitudine dei salvati dal sigillo divino e sta a dire che il numero degli eletti è straordinariamente grande],
mille anni [in Apocalisse 20 è la durata della fase terrestre del Regno di Dio, dalla caduta di Roma al ritorno di Cristo: i Testimoni di Geova l’intendono alla lettera, come intendono alla lettera i centoquarantaquattromila del capitolo 7 dell’Apocalisse].
Torniamo al numero 40 e scorriamo le ricorrenze principali che sono nel primo e nel secondo Testamento tenendo presenti le connotazioni che abbiamo richiamato: lunga durata indeterminata, grande quantità, idea di perfezione numerica.
Il diluvio dura 40 giorni e Noè ne attende altri 40 prima di uscire dall’arca (Genesi 6 – 9).
Mosè resta 40 giorni e 40 notti sul monte Sinai (Esodo 24) prima di ricevere le “dieci parole” o comandamenti. Tornerà sul monte per altri 40 giorni e 40 notti per avere le nuove tavole della Legge dopo che avrà spezzato le prime (Esodo 34).
I 12 uomini – uno per ogni tribù – che Mosè invia a esplorare la terra promessa rimangono in essa 40 giorni (Numeri 13).
Golia sfida Israele per 40 giorni prima d’essere atterrato dalla fionda di Davide (1 Samuele 17).
Il profeta Elia cammina per 40 giorni e 40 notti fino al monte di Dio, l’Oreb, dove il Signore gli si manifesta nel mormorio di un vento leggero (1Re 19).
“Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta” è il monito del profeta Giona (Giona 3).
La punizione dell’Egitto dura 40 anni (Ezechiele 29).
Gesù si ritira per 40 giorni nel deserto (Matteo 4 e paralleli) e per 40 i giorni resta con i discepoli prima dell’Ascensione (Atti 1).