Pubblicato dal “Corriere della Sera” del 29 dicembre 2014 a pagina 23 con il titolo “Il Pontefice nonno che ringiovanisce la Chiesa”
“Io sono un po’ il nonno di tutti voi, pregate per me”: è stato il saluto finale di Francesco alle famiglie numerose che erano andate da lui ieri mattina con tanti bambini. Negli ambienti familiari e parrocchiali, quando si parla ai bambini è frequente l’espressione “il nonno Papa”, ma è insolito e forse senza precedenti che un Papa la usi per sé. Fa parte della semplificazione del linguaggio papale che il “vescovo di Roma” va conducendo con fantasia e che l’aveva già indotto a chiamare “nonno” Benedetto XVI, osservando che averlo in Vaticano è come “avere il nonno saggio in casa”. Ma la nonnità che più l’attira è quella metaforica: a Strasburgo il 25 novembre ha parlato di “un’Europa nonna e non più fertile e vivace”, mentre il 16 giugno aveva detto in Vaticano che “non dobbiamo parlare della nonna Chiesa, ma dobbiamo ringiovanirla”. La libertà linguistica di Bergoglio ha due sole regole: farsi capire e farsi ricordare.
Luigi Accattoli