Cittadella dell’Oasi – Troina, 07/10/2012
Faccio appello alla vostra capacità di concentrazione perché devo dire delle cose piuttosto impegnative dopo che già ne sono state dette molte – e quindi c’è sicuramente un po’ di stanchezza.
Dirò parole impegnative perché non vengono da una particolare competenza, come nel caso delle persone che hanno parlato fino ad ora, o da una particolare responsabilità, o da una particolare situazione ma sono parole generali di interpretazione del momento storico, della disabilità in questo momento della storia dell’umanità.
Quindi è un argomento – diciamo – che non prevede competenze specialistiche, io su di esso non ho nessuna competenza specifica se non quella dell’osservatore del pianeta della disabilità dal punto di vista delle storie di vita. Io infatti raccolgo storie di vita e molte sono narrate da disabili – sono inoltre in contatto con persone disabili che hanno scelto di narrare con l’aiuto del mio blog – o dei miei libri – la loro avventura sulla terra.
Ritengo che questa della disabilità sia una frontiera straordinaria, decisiva per le possibilità dell’umano nella nostra epoca. Noi oggi stiamo infatti vivendo un ampliamento dell’umanesimo e delle possibilità dell’umano proprio attraverso l’accoglienza e l’inclusione dei disabili – come vedete sono parole che sono state usate da vari altri che hanno parlato prima di me – attraverso l’inserimento del disabile nel comune consorzio umano.
Non avveniva in altre epoche. E quando noi ci concentriamo giustamente – ognuno secondo la sua specializzazione, preparazione, esperienza – sulle difficoltà del momento e diciamo “ora si tagliano i fondi per i disabili, ora c’è meno attenzione, stiamo facendo dei passi indietro”, diciamo parole giustissime, ma dicendole non dovremmo perdere di vista che questo passo indietro, questo arresto di attenzione, questa difficoltà si verificano in un trend che è positivo e che è straordinariamente positivo, anzi: storicamente inedito.
E’ forse questo l’argomento più forte per rendere grazie del tempo che viviamo, per amare la nostra epoca: proprio perché mai in nessuna epoca il disabile è stato accolto e aiutato come in questa nostra. E questo lo dico un segno dello Spirito. Un dono dello Spirito.
Provo a segnalarlo ora con alcune parole evangeliche e a interpretarlo sul vissuto. Gesù per indicare il carattere messianico della sua azione e predicazione dice: “i ciechi ricuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati e i sordi odono”. Ebbene, intorno a noi, oggi avviene qualcosa di messianico. E se di tutte le mie parole dovesse restarvi solo questa, ne sarei contento. Oggi ci sono storpi che camminano grazie alla tecnologia, lebbrosi mondati grazie alla medicina, muti che parlano grazie ai sintetizzatori vocali, o che comunicano grazie ai computer, sordi che odono. Domani avremo la possibilità di dare per via digitale la vista ai ciechi: ci sono esprimenti promettenti anche in quella direzione.
Tra le persone disabili con cui sono in corrispondenza c’è una coppia di ciechi totali dalla nascita, sposati tra loro, i quali usano normalmente il computer e corrispondono con me e rispondono alle interviste. Un cieco sposato a una cieca. Usano il computer, non sto a descrivere l’espediente tecnologico che sarebbe divertente ma prenderebbe tempo. Ognuno di voi avrà visto in televisione casi di questo genere.
Sono in corrispondenza con una persona completamente paralizzata tranne i piedi, la quale corrisponde con me con i piedi, cioè scrive al computer con i pollici dei due piedi e io giocando con i visitatori del mio blog dove racconto queste storie dico: ecco una persona che scrive benissimo con i piedi, mentre tanti “scrivono con i piedi” pur avendo le mani che si muovono…
Si può comunicare attraverso il computer con il battito delle ciglia. Quindi ci sono persone che oggi – pur essendo completamente paralizzate tranne gli occhi – riescono a comunicare in questo modo davvero miracoloso. Questo non era mai avvenuto. Non poteva avvenire fino a quindici anni fa, non era pensabile, e avviene in questo momento.
Noi raramente riusciamo a concentrarci su questi fatti.
Poco fa abbiamo visto e ascoltato due famiglie. Sono stati i momenti più belli. Io ho la passione per le storie di vita. Abbiamo avuto due storie di vita qui in presa diretta e che cosa abbiamo visto? Che queste famiglie non hanno paura di narrare le loro disabilità, di mostrare il loro bambino, il loro figlio disabile e noi non abbiamo avuto difficoltà ad accettare questo loro inserimento rallentato nella mattinata.
Oggi comprendiamo l’importanza di rallentare per camminare con il disabile.
Ebbene questo non avveniva mai nella storia. Le famiglie si vergognavano di mostrare la propria disabilità. Il membro della famiglia colpito da disabilità veniva nascosto, magari amato, aiutato come si poteva, ma il più possibile nascostamente; e si poteva poco, non c’era la tecnologia, la medicina, il sostegno sociale che c’è oggi. Quello che potevano fare lo facevano, ma quel figlio lo tenevano nascosto perché la disabilità era una vergogna. Oggi invece – l’abbiamo visto qui – il riscatto del disabile trova consenso sociale, è accettato intorno.
Allora ecco la mia riflessione conclusiva: il segno dello Spirito per la nostra epoca ha tre facce. Prego sempre di stare molto attenti perché sono cose complesse e io stesso le dico per la prima volta, le ho pensate per venire qui quando mi è stato chiesto di dire poche parole. Ho scelto di dire quelle importanti.
Allora la prima faccia è la nostra cultura tecnologica e informatica, scientifica, che permette di fare queste conquiste, queste liberazioni dell’umano, questo ampliamento della sfera dell’umano. Questa nostra cultura è grande, viene da Dio. Noi non ne fruiremmo, non ne saremmo capaci se non fosse la infinita Provvidenza e l’Intelligenza divina che ci ha trasmesso una scintilla di sè.
E allora tutte le volte che siamo tentati di demonizzare la cultura moderna e di dire “l’umanità ha dimenticato Dio, non siamo più cristiani, ci siamo smarriti nel paganesimo, nell’ateismo” – quando veniamo raggiunti da questa tentazione fermiamoci prima di dire parole ingrate nei confronti della Provvidenza: questa cultura onora il disabile e tende a riscattarlo e quindi viene da Dio. Vedete che sono concetti ardui, non li sentiamo mai.
Seconda faccia: quella sociale. Il fatto che oggi il disabile venga inserito nella scuola, il fatto che il ragazzo che non cammina venga portato dai suoi compagni in montagna nei campeggi dagli scout, in mare sulla barca. Il fatto che i due disabili che abbiamo visto qui sono accettati nel normale consorzio della vita civile questa è la seconda faccia del segno dello Spirito per la nostra epoca. Cioè non solo la scienza ma anche la società di questo momento storico con tutti i suoi difetti, pensiamo alla debolezza dei matrimoni, pensiamo alla violenza diffusa, pensiamo alla droga e alla banalizzazione della sessualità e dell’aborto, abbiamo tante ragioni di penitenza – ma dovremmo anche vedere che pure in mezzo a tutti questi mali abbiamo anche delle risorse positive – e dovremmo intendere che non viene mai data una prova all’umanità senza che venga data anche una risorsa per affrontarla. Ed ecco che una risorsa per la nostra epoca è proprio questa: l’accoglienza dello svantaggiato, il riscatto del disabile. E’ un elemento centralissimo – decisivo – per intendere l’epoca in cui viviamo.
Ve ne sono altri, di doni dello Spirito alla nostra epoca, ne elenco alcuni, rapidamente: il martirio disarmato in terra di missione e di Islam, le madri che non si curano per non danneggiare il bambino e accettano il rischio della morte per farlo nascere sano, il perdono agli uccisori dei parenti, la celebrazione ecclesiale della propria morte, le coppie missionarie, la conversione dei morenti di Aids, il dono del corpo nei trapianti… – non voglio dire che il riscatto del disabile sia un segno isolato, dico che è un segno accanto agli altri e uno dei più evangelici.
Terza faccia: quella ecclesiale. Anche questo punto è arduo quindi chiedo ancora attenzione. Fino a ieri nella Chiesa si facevano certamente tante opere di carità per aiutare il disabile nella sua condizione ma solo oggi – ora lo dirò con delle date, con dei riferimenti precisi – nella Chiesa si dà il primo posto al disabile: si tende a darlo, naturalmente con tutti i limiti, le impreparazioni, le difficoltà, ma si tende; non sempre purtroppo, ma almeno qualche volta. Per esempio un disabile non poteva emettere voti religiosi, non era accettato. Il Diritto Canonico escludeva il disabile dalla professione religiosa come dall’ammissione agli ordini sacri. E questo anche per disabilità minori, per esempio se uno aveva una voce debole, se era sciancato: bastava questo perché non potesse essere ordinato sacerdote. La società faceva una specie di pulizia estetica dalla disabilità e la relegava nell’invisibilità, come la famiglia che nascondeva il disabile nelle stanze a cui non erano ammessi gli ospiti. Come la famiglia così la società lo toglieva dalla scena e dalla vita associata. La Chiesa stessa seguiva questa regola e quindi non osava portare un disabile sull’altare o fargli pronunciare i voti.
Ebbene, l’anno scorso, esattamente un anno fa, nel settembre del 2011 a Milano c’è stata la prima professione religiosa di sei donne disabili di una neonata congregazione fatta tutta di disabili: si tratta della Comunità “Il Roveto” di Sant’Ilario Milanese, che fa parte dell’Istituto delle Piccole Apostole di don Luigi Monza. E’ stata approvata dal cardinale Martini una decina di anni addietro e l’anno scorso sono arrivate le prime professioni solenni. E’ la prima nel mondo, che io sappia.
A Rimini, Montetauro, sei chilometri all’interno, abbiamo un altro segno. Uno dice Rimini e pensa a un luogo delle mondanità, delle spiagge, non si pensa certo a Rimini come luogo della manifestazione dello Spirito per la nostra epoca. A Montetauro c’è una comunità di consacrate che si dedicano all’accoglienza dei disabili gravi, dei cerebrolesi. E ognuna di queste donne adotta un bambino, e lei si chiama “mamma” e il bambino si chiama “piccolo”. Non è mai esistita una cosa simile nella storia: queste donne si dedicano completamente ai loro piccoli. E soltanto quando questo abbia a morire, spesso muoiono presto, ne prende un altro ma mai due contemporaneamente perché ognuna deve dedicare tutto il suo amore a una sola creatura. E spesso queste creature con gravissime disfunzioni soprattutto di cervello rifioriscono e vanno molto oltre le possibilità previste dalla letteratura medica. Gli specialisti vanno in quella comunità a studiare il fenomeno – per esempio – del cerebroleso grave che arriva a riconoscere la sua “mamma”, cosa che non era prevista dalla letteratura medica. Il calore della “mamma” che lo tiene sempre con sè in camera, in refettorio, in cappella fa rifiorire, amplia i confini dell’umano come dicevo prima.
Ecco allora possiamo vedere come qui all’Oasi di Troina e in tanti altri luoghi il dono dello Spirito per la nostra epoca sia anche – e forse prima di tutto – su questa frontiera della disabilità e della sua accoglienza e del suo superamento. Un argomento che ci è offerto per interpretare come figlia di Dio anche la nostra epoca. E per vedere come un frutto dello Spirito quanto l’umanità di oggi riesce a fare per il riscatto dei più svantaggiati sia nella faccia scientifica come in quella sociale e in quella ecclesiale di questa meravigliosa avventura. Grazie dell’attenzione.
[…] Ritengo che quella della disabilità sia una frontiera straordinaria, decisiva per le possibilità dell’umano nella nostra epoca. Non avveniva in altre epoche. E quando noi ci concentriamo giustamente – ognuno secondo la sua specializzazione, preparazione, esperienza – sulle difficoltà del momento e diciamo “ora si tagliano i fondi per i disabili, ora c’è meno attenzione, stiamo facendo dei passi indietro”, diciamo parole giustissime, ma dicendole non dovremmo perdere di vista che questo passo indietro, questo arresto di attenzione, questa difficoltà si verificano in un trend che è positivo e che è straordinariamente positivo, anzi: storicamente inedito. E’ forse questo l’argomento più forte per amare la nostra epoca: perché mai in nessuna epoca il disabile è stato accolto e aiutato come in questa nostra. – E’ un brano di una conversazione che ho tenuto alla Cittadella dell’Oasi di Troina il 7 ottobre. L’Oasi si occupa della salute dei disabili e io parlavo a braccio in un’assemblea molto affollata. Qui si può leggere la trascrizione delle mie parole: Il riscatto del disabile un segno dello Spirito per la nostra epoca. […]