«La mia parrocchia è la strada. Avevo 44 anni quando il vescovo mi mandò a rendere visibile Gesù per i sofferenti. Se mi guardo indietro, sento che ho tentato di seminare e di amare»: così parla Giancarlo Bertagnolli, prete di Bolzano, fondatore dell’associazione «La Strada–Der Weg». Sono parole che prendo da tre battute di don Giancarlo – 77 anni, da trenta corre dietro ai drogati – che leggo nel libro intervista di Paolo Valente pubblicato nel 2010 dall’editrice Il Margine, intitolato Camminar la strada. L’avventura cristiana di don Giancarlo Bertagnolli. La prima battuta è presa dalla pagina 10: «A chi gli chiede quale sia la sua parrocchia, don Giancarlo risponde sicuro: la mia piccola parrocchia è la strada». La seconda viene dalla pagina 59, dopo che alla pagina precedente Giancarlo aveva riferito il mandato ricevuto dal vescovo Gargitter: «Va con la mia benedizione e la mia vicinanza. Rischia quest’avventura». La terza è a pagina 100 ed è posta a sintesi dell’intervista: «Io, dal canto mio, se mi guardo indietro, se ripenso a tutto quanto ci siamo raccontati, sento che ho tentato di seminare e di amare. Lo dico con grande umiltà».
Quest’ultima battuta me ne ha richiamata una equivalente del cardinale Joseph Ratzinger a pagina 170 del libro intervista con Peter Seewald, Dio e l’uomo (San Paolo 2000), in risposta alla domanda se fosse riuscito ad “apprendere” l’arte dell’amore: «Non voglio ora giudicarmi; ho tentato, in ogni caso, di apprendere l’amore».
[Settembre 2011]