Il gabbiano reale grida dai tetti

Ecco perché i miei amici gabbiani (vedi post del 25 giugno e altri lì richiamati) guardano con tanto distacco dall’alto dei tetti: perché sono di stirpe regale. Su un manifesto del Bioparco di Roma, che leggo in piazza Colonna, trovo la spiegazione di tanta dignità: “Il gabbiano reale – Laurus Michahellis – fino a qualche anno fa era considerato raro in città ma, dagli anni 70, quando iniziano le prime nidificazioni, la popolazione è cresciuta in modo continuo e ora è una delle specie più comuni. Sfrutta i tetti degli edifici per riposare e nidificare, si alimenta nelle discariche e nei fiumi”. E pensare che io li chiamavo “zampegialle” e attribuivo quell’alterigia all’indole solitaria della gente di mare.

69 Comments

  1. Sumpontcura

    Ohibò, un sussiegoso esponente di stirpe reale che “si alimenta nelle discariche”? Davvero non c’è più religione.
    Fai bene, caro Luigi, a chiamarlo “Zampegialle”, non merita altro. E del resto sei in buona compagnia: gl’inglesi lo chiamano “Western Yellow-legged Gull”, o anche “Yellow-legged Gull”.
    (Chissà se e perché ha a che fare con San Michele Arcangelo? “Larus Michahellis”… Chi sa qualcosa parli).

    12 Novembre, 2008 - 19:17
  2. Quando abitavo a Roma ho scritto questa poesia, a proposito di Gabbiani…
    A proposito di Roma: lunedì pomeriggio (diciamo dopo pranzo) sono a Roma… se qualcuno è libero faccia un fischio! 🙂

    UNA VOCE

    Stare al quarto piano con la finestra aperta a gennaio inoltrato,
    con una temperatura da primavera,
    mi fa ascoltare una città diversa:
    non ci sono persone a questa altezza,
    se non quelle che si trovano nella mia mente e nel mio cuore.
    Guardando dritto avanti a me vedo solo terrazze,
    e ultimi piani di palazzi più alti del mio.
    Ma non persone.
    Sento solo rumore, il traffico, i tram, le sirene, i bus,
    il treno, gli elicotteri, i telefoni, finestre sbattere,
    le campane, gli allarmi, le ventole enormi dell’Upim,
    e poi rumori di lavori, smerigli, trapani, martelli.
    Ma non persone.
    Qualche gabbiano che passa svogliato. Un aereo, talvolta.
    Ma non persone.
    È una città irreale oppure è la realtà intera,
    quella che non si vede e si sente soltanto?
    Un cieco ne ha forse una percezione differente?
    Libera dagli uomini è un deserto, un deserto rumoroso e inospitale.
    Attendo d’incontrare qualcuno, almeno una voce
    che mi ristabilisca nel mio mondo chiassoso e muto,
    chiuso nel carcere dell’incomprensione.
    In fondo è l’unico che mi piace,
    e che può essere liberato dagli uomini
    e trasformato in accoglienza.

    (17 gennaio 2007)

    12 Novembre, 2008 - 20:52
  3. Nino

    Caro Luigi,
    irresistibile la sollecitazione a raccontare due episodi di cronaca felliniana in cui mi sono trovato.

    Una mattina d’estate mi arriva un cinguettio ripetuto e nervoso, alzo la serranda del terrazzo e sul parapetto ti vedo un gabbiano, zampe gialle, imponente e smisurato che becchettava tra i vasi in cerca di vermi.
    Attorno, ali basse, a distanza di sicurezza, 3-4 passeri arrabbiatissimi che tentavano inutilmente di rappresentare un diritto di proprietà, una prelazione su quei vasi.
    Insomma dopo anni finiva la pacifica convivenza nella spartizione dei lombrichi tra passeri e merli.

    DEL GUFO REALE
    Ma c’è un altro episodio accaduto qualche estate fa che ha dell’incredibile.
    Luglio inoltrato, le 7 circa del mattino.
    Mi sveglio per un vociare in strada, una strada privata senza uscita di fronte a un parco.
    Mi affaccio, sotto due persone che tentavano di tenere a bada un’enorme gufo reale (di questo si trattava ma l’ho saputo dopo), certamente proveniente dal parco e rimasto bloccato là dalla luce del giorno dopo una caccia notturna.
    Sapevo che i gufi patiscono la luce ma non che li inibisse al punto da bloccarli.
    I due non sanno che fare, il gufo è nel panico sbatte le ali ma non riesce a volare.
    All’improvviso si solleva la saracinesca di un garage esce una station wagon, è un mio amico che va al lavoro, urlo ai due di fermarlo, lui si avvicina guarda e rimane allibito.
    Ci parliamo al telefonino e concordiamo una strategia.
    Chiede ai due di monitorare il gufo mentre torna a casa per prendere qualcosa in cui metterlo.
    Torna con uno scatolone adeguatamente forato ai lati.
    I tre riescono a infilare il gufo nel contenitore e metterlo in macchina.
    Gli avevo suggerito di portarlo alla LIPU a via Mercadante, vicino al bio parco dove casualmente ha sede la sua azienda, salvare così il gufo e chiudere la faccenda.

    FINALE TRAGICO
    Al break di colazione mi chiama e mi racconta uno psicodramma.
    La LIPU apriva alle 10 ma preso dagli eventi non ci pensa, arriva nei pressi e una pattuglia della Guardia di Finanza lo ferma per controlli di routine.
    Gli chiedono cosa trasporta, i finanzieri chissà immaginando uno scherzo, una presa in giro, o una qualche illegalità gli intimano di aprire la scatola.

    Consiglia di non farlo, il gufo è molto provato potrebbe impaurirsi e scappare.
    Non gli credono, aprono la scatola e il gufo scappa.
    In tre in mezzo alla strada alla caccia del gufo mentre il traffico si fa vivo, gente scende dalla macchina e raggiunge la squadra di caccia.
    Alla fine il gufo è ricollocato nella scatola senza danno.
    Poi in tre, davanti all’ingresso della LIPU in attesa dell’apertura, finalmente alle 10 il pacco viene consegnato dietro regolare ricevuta della LIPU, testimoni due finanzieri.

    12 Novembre, 2008 - 21:15
  4. Lea

    Non so se vi siete accorti che a Roma sono aumentate in maniera incredibile le cornacchie: dalle mie parti, e con molto disappunto, non riesco più a vedere i merli e credo che siano state loro a modificare l’habitat… sono talmente grosse… Alla fermata dell’autobus una mattina le ho viste aggredire un gatto che si era arrampicato su un albero

    12 Novembre, 2008 - 22:40
  5. Francesco73

    Invece io ho fatto amicizia con un pellicano, tempo fa.
    E non credo di dover dire cosa mi evocava, quell’animale ormai abbastanza raro, almeno in Italia.

    12 Novembre, 2008 - 23:30
  6. Lea

    Francesco, mi fai ricordare che da bambina avevo fatto amicizia con un passero, che i miei fratelli avevano raccolto ferito ad un’ala in cortile. Ha vissuto per mesi libero nella nostra cucina: mia nonna oltre il mangime ogni tanto gli preparava mucchietti di biscotti sbriciolati con granelli di zucchero di cui era ghiotto e aveva preso un’abitudine buffissima: quando la nonna stirava, andava ad accovacciarsi sul mucchietto dei panni ancora caldi e si guardava intorno con i suoi occhietti vispi. E’ guarito, lo abbiamo portato con noi in villeggiatura in una gabbietta, liberandolo nella cucina di campagna dove eravamo… ed è da lì che ha ripreso il volo e ci ha abbandonati… tristezza di non più vederlo, ma ho imparato il richiamo della libertà…

    13 Novembre, 2008 - 9:24
  7. ignigo74

    basta parlare di uccelli, per favore.
    sembra di essere ad una sfilata di D&G.

    13 Novembre, 2008 - 13:42
  8. hoibò! Ignigo!!!!!

    13 Novembre, 2008 - 14:25
  9. principessa

    Un buon pomeriggio a tutti!
    Agli amici romani volevo chiedere: ma l’avete ordinato apposta per me questo tempo? … anche se devo dire che con ombrello e stivali vado in giro lo stesso!!
    La vacanza continua e ogni tanto mi affaccio dalle vostre parti per leggervi.
    Maioba! non potevi scegliere un altro giorno per venire a Roma? Domenica parto da qui per un piccolo giro e ritorno giovedì, prima di ripartire per gli USA la domenica dopo.
    Durante le mie peregrinazioni sono andata in visita alla Chiesa di San Lorenzo (quella inglobata dentro uno dei palazzi di Via della Conciliazione)… ragazzi!! che esperienza meravigliosa. Un silenzio e un raccoglimento e una bellezza indescrivibili a pochi passi da Piazza S.Pietro. Vado quasi ogni giorno per la recita del mio solitario Rosario. Mi sta rimettendo in pace con il mondo…
    Volevo parlarvi anche dei passerotti, delle tortore, dei cardinali e di tutti gli uccelli che visitano il mio giardino in Florida ( compresi pellicani,cormorani, e le gru) e del fatto che dividono il cibo con gli scoiattoli. Ma credo di averlo già fatto. Allora per non contrariare ulteriormente anche Ignigo, passo a dare un abbraccio a tutti quanti. Specie a Sump, Clo,Roberto,Fabricianus……mentre devo tirare le orecchie a Matteo ( leggi la tua posta! ho chiesto a Luigi di passarti il mio numero di cellulare). Con gli impegni che ho ora, se ne parla la settimana prossima per un caffè!……. ma credo che ci riusciremo prima che io parta.

    Maioba, i miei complimenti per la tua poesia! Mi è piaciuta molto…

    Vi abbraccio tutti, di cuore e davvero con grande affetto…..non potete sapere, e nè ve lo dirò mai, quanta importanza state rivestendo nella mia vita in queste ore, quando una rivoluzione sta accadendo nella mia esistenza e tutti quanti voi, sebbene “fatti” di parole soltanto, siete uno dei punti fermi della mia quotidianità.
    Un bacio sincero…………

    13 Novembre, 2008 - 16:06
  10. Principessa sto rimediando…….

    13 Novembre, 2008 - 16:46
  11. Sumpontcura

    Una “rivoluzione”, Principessa? Un forte abbraccio e – direbbe Nino – ad maiora!

    13 Novembre, 2008 - 20:27
  12. Clodine

    Carissimi tutti, ciao scusatemi se mi sono allontanata dal blog in questi ultimi giorni. Le cose da fare tante, il tempo è tiranno..poi, altro motivo, ho sempre paura di annoiarvi con le mie idee troppo radicali e non sempre condivise! Ignigo ma ci credi che non riesco a trovare il nesso tra gli uccelli e la sfilata di D&G…(?)…hanno fatto una sfilata alla Benigni tipo “piccolo diavolo” magari c’erano gli uccelli….che ne so…mi sto lambiccando il cervello!

    Ho un aneddoto legato ad una cornacchia : erano giorni che se ne stava appollaiata sui rami di un grande platano proprio di fronte alla finestra dell’aula dove i ragazzi del terzo istituto d’arte si radunavano per l’ora di lezione. Tra questi ragazzi ce n’era uno particolarmente difficile, scontroso, assolutamente schivo, poco incline allo studio; si diceva che avesse dei grossi problemi familiari. Fu proprio lui che osservando attentamente la cornacchia si accorse che era ferita e stava morendo…nessuno aveva avuto questa sensibilità, questa grande capacità di osservazione, nessuno di noi lo aveva percepito.Non esitò ad arrampicarsi fino alla cima, raggiungerla, trarla in salvo e portarla alla Lipu, dove venne curata e salvata in extremis. Non ci crederete ma quell’episodio fu decisivo, segnò una svolta nel suo modo di rapportarsi agli altri: gradificato ed elogiato da tutti per quell’atto eroico, forse per la prima volta si sentì al centro dell’attenzione, per la prima volta qualcuno gli diceva “bravo”, sei stato grande! Gli vennero affidati degli incarichi che ne incoraggiarono l’autostima, insomma, fu una vera rivelazione! Ora è un uomo adulto, e fa l’operatore ecologico, di tanto in tanto mi viene a trovare…

    Un abbraccio a Principessa che presto vedrò, a sump Ignigo, Nino lea e tutti tutti…Maioba, mi piacerebbe incontrarti, se mi dici dove ti trovi forse ti potrei raggiungere, sperando non ci siano impedimenti di varia natura.

    P.S

    E tu Ignigo? Quando mi verrai trovare a Roma ? La Sistina ti aspetta…eh!

    13 Novembre, 2008 - 20:35
  13. Sumpontcura

    OT
    La Cassazione ha deciso. La sentenza sarà eseguita quanto prima. L’agonia durerà quindici giorni, ma – come dire – “Quid ad aeternitatem”?
    Il CSM prepara la “tutela” per i giudici. E’ giusto: nessuno tocchi Caino! E che Abele muoia di fame e di sete!

    (E se provassimo a chiedere – all’Onnipotente Italica Magistratura e ai suoi tirapiedi – una moratoria contro la “pena di morte”?).

    13 Novembre, 2008 - 20:37
  14. Clodine

    Sump parli di Eluana Englaro? … Non ci posso credere! Ho capito male?

    13 Novembre, 2008 - 20:41
  15. Clodine

    No! Volevi dire un’altra cosa…

    13 Novembre, 2008 - 20:45
  16. Sumpontcura

    Cara Clodine: è proprio così, sul “caso Englaro” la pensiamo in modo molto diverso…
    Ma parliamo di quel che ci unisce: la storia che hai raccontato, cara sorella, mi pare bellissima e mi ha fatto ripensare al “Compito in classe” di Jacques Prévert. Stasera sono triste, e guarda un po’ dove sono finito…

    Due e due quattro
    quattro e quattro otto
    otto e otto fanno sedici…
    Ripetete! dice il maestro.
    Due e due quattro
    quattro e quattro otto
    otto e otto fanno sedici.
    Ma ecco l’uccello-lira
    che passa nel cielo
    il bambino lo vede
    il bambino lo ascolta
    il bambino lo chiama:
    – Salvami
    gioca con me
    uccello!
    Allora l’uccello discende
    e gioca con il bambino.
    Due e due quattro…
    Ripetete! dice il maestro
    e gioca il bambino
    e l’uccello gioca con lui…
    Quattro e quattro otto
    otto e otto fan sedici
    e sedici e sedici che fanno?
    Niente, fanno sedici e sedici
    e soprattutto non fanno trentadue
    in ogni modo
    se ne vanno.
    E il bambino ha nascosto l’uccello
    nel suo banco
    e tutti i bambini
    ascoltano la sua canzone
    e tutti i bambini
    ascoltano la musica
    e otto e otto a loro volta se ne vanno
    e quattro e quattro e due e due
    a loro volta abbandonano il campo
    e uno e uno non fanno né uno né due
    uno a uno egualmente se ne vanno.
    E gioca l’uccello-lira
    e il bambino canta
    e il professore grida:
    – Quando finirete di fare i pagliacci!
    Ma tutti gli altri bambini
    ascoltano la musica
    e i muri della classe
    tranquillamente crollano.
    E i vetri diventano sabbia
    l’inchiostro ritorna acqua
    i banchi ritornano alberi
    il gesso ridiventa scoglio
    il portapenne ridiventa uccello…

    13 Novembre, 2008 - 20:57
  17. Lea

    sono stata una sciocca a pensare di poter condividere qui un mio tenero ricordo d’infanzia, peraltro destato dal post di apertura e da quelli successivi… W Ignigo e tutte le sue sfilate
    Mi spiace per Eluana, affido la sua vita a Mani Misericordiose e pregherò per lei e per la sua famiglia

    13 Novembre, 2008 - 21:18
  18. Clodine

    Invece è bellissimo il tuo ricordo Lea, mi è piaciuto tanto. C’è stato un particolare del tuo racconto dove ho visualizzato il passerotto accoccolato sui panni puliti riscaldati dalla stiratura, ed è stata un’immagine tenerissima…

    Per Eluana, non sapevo che la cassazione avesse deciso per la sospensione della terapia. Sapete il mio pensiero, so che non è condiviso, lo so.
    Continuo a credere che questa povera creatura abbia già dato tanto, troppo …solo Dio può sapere quante anime, il dono di questa infinita sofferenza abbia salvato. Ma ora è tempo di lasciarla andare, è tempo che raggiunga l’altra riva dov’è attesa da tempo, affinché le venga affidato quell’ incarico preparato per lei fin dal giorno in cui quel disgraziato incidente la ridusse ad un corpo inanimato, privo di coscienza, di pensiero: un vegetale nutrito da una mistura di sostanze (antibiotici, vitamine, antinfiammatori ecc) che tutto possono essere definiti fuorché cibo e acqua…

    Ma preferisco tacere di fronte al mistero del dolore, della vita e della morte

    13 Novembre, 2008 - 21:55
  19. Grazie Clodine

    13 Novembre, 2008 - 21:59
  20. mattlar

    sumponctura, credo che tu non conosca la sentenza.
    il problema non è della italica magistratura come dici tu, caro mio, ma dell’italico parlamento, che non ha scritto né ha intenzione di scrivere una legge.
    la magistratura non può fare altro….

    13 Novembre, 2008 - 22:29
  21. mattlar

    Poi se mi spieghi anche cosa significa che il csm prepara la “tutela” per i giudici… ti ringrazio

    13 Novembre, 2008 - 22:36
  22. ignigo74

    Sarebbe bello incontrarsi di persona e condividere i propri pensieri guardandosi in faccia, tra fratelli nella fede che di sicuro propongono e rappresentano esperienze differenti, ma si rispettano nel vangelo: la digitazione del pensiero è nemica della profondità e così io non commenterò quella atroce storia di dolore straziante che i giornali riducono al “caso Eluana”.

    Solamente dico che sono con il mio vescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, che più volte ha detto che in una situazione come questa deve “decidere il medico, in coscienza”.

    13 Novembre, 2008 - 22:41
  23. roberto 55

    L’atmosfera del “pianerottolo”, oggi, in questo “post”, era distesa, rilassata, persino gioviale (e l’intervento di Principessa le aveva conferito il giusto tocco di allegria), quand’è giunta la notizia – riportata, per primo, dall’amico Sump – della sentenza definitiva della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro.
    Io ho già espresso, a suo tempo, la mia opinione sulla vicenda e non voglio ripetermi: m’inchino, obbediente, a questa sentenza (che, nei prossimi giorni, mi leggerò), il cui risultato, però, mi sembra sin d’ora atroce e tragico.
    Anche se – come già scrissi all’epoca – la pensiamo, sul tema, molto diversamente, mi unisco a Clodine nella preghiera per Eluana, nel profondo rispetto per la sofferenza di suo padre e nel silenzio di fronte al mistero divino del dolore, della vita e della morte.

    Buona notte a tutti.

    Roberto 55

    13 Novembre, 2008 - 22:48
  24. Sumpontcura

    Ciao Mattlar: mi riferivo a questo:

    Roma, 13 nov. (Apcom) – Il Csm si prepara a scendere in campo per difendere i giudici che si sono pronunciati sul caso di Eluana Englaro, a cominciare da quelli delle Sezioni Unite della Cassazione. Un intervento sollecitato da uno schieramento trasversale a Palazzo dei Marescialli, dopo gli attacchi che, soprattutto da parte di esponenti della maggioranza, stanno accompagnando la sentenza con la quale gli ‘ermellini’ hanno dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Milano. “Stiamo predisponendo una pratica a tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura e, per la prima volta, dell’operato delle Sezioni Unite della Cassazione”, anticipa il consigliere Mario Fresa, togato del Movimento per la giustizia.

    Buona notte a tutti.

    13 Novembre, 2008 - 22:48
  25. Luigi Accattoli

    A Clodine e Sump su Eluana: il mio cuore sta con Clodine, ma la mia testa è con Sump. Non so risolvermi.

    14 Novembre, 2008 - 0:19
  26. Caro Luigi,
    come cristiano,
    con la ragione e con il cuore
    sono per la morte naturale delle persone,
    senza estendere il naturale alle artificialità imposte dal pensiero moderno e tecnicista, e immortalista, a cui anche la Chiesa si sta spalmando.
    Non siamo sotto Hitler, quando si mandavano a morte i malati di mente e malati pesanti per la collettività che doveva essere bella, alta, forte e con occhi azzurri.
    Certo occorre vigilare che a questo non si arrivi, ma nemmeno fare della non-morte-non-vita un feticismo.
    Non siamo immortali in questo corpo.
    Ci attende l’immortalità in un corpo glorioso con Cristo.
    Per il resto la Chiesa e i Mass media, e i politici, devono fare un passo indietro e lasciare alla coscienza di una intimità familiare elaborare il proprio lutto che dura da ben 16 e più anni.
    Non si può ideologizzare le intimità delle persone, la loro vita e la loro morte,
    è un abominio questo modo di pensare, non rispetta la dignità della persona nella vita e nella morte.
    Questa volta si è esagerato. in nome di una morale! e di un cristianesimo! divenuti per alcuni uomini pura ideologia.
    Non è luomo soggetto al “sabato”, ma il “sabato” soggetto all’uomo.

    14 Novembre, 2008 - 8:48
  27. Clodine

    Grazie Matteo !! Ti voglio bene SMACKKK

    14 Novembre, 2008 - 9:24
  28. Leopoldo

    Io ricordo una mia parente il cui padre non capiva assolutamente nulla e non riusciva a comunicare in nessun modo ed era in grado di mangiare e di bere solo se qualcuno lo imboccava (ovviamente andava avanti anche con l’aiuto delle flebo). Qualcuno mi spiega la differenza sostanziale fra questo caso e quello della ragazza a cui dovrebbe essere interrotta l’alimentazione? Può essere la capacità di ingoiare il discrimine fra il vivere e il morire? O ci sono elementi che ignoro?
    Non lo chiedo per trovare conferma alla mia posizione, in verità non ho una posizione chiara, ma proprio per cercare di capire meglio.
    Altra domanda. Se si stabilisse per legge il diritto di morire in determinate condizioni, tramite il testamento biologico, tale diritto dovrebbe prevalere anche sulla volontà dei congiunti?
    Terza domanda, un evento irreversibile come la morte può dipendere da una volontà lontana nel tempo ed espressa in condizioni totalmente diverse da quelle in cui dovrà essere attuata?
    Infine, mi sono ben guardato dall’ascoltare l’intervista del padre di quella povera ragazza, poiché, per quello che mi riguarda, il rispetto che merita il dolore è inversamente proporzionale all’esposizione mediatica che a tale dolore viene riservata.

    14 Novembre, 2008 - 9:48
  29. mattlar

    La sentenza da leggere non è questa di ieri, che dichiara solo un’inammissibilità, ma quella precedente della cassazione oppure quella del tribunale di milano, successiva alla stessa.
    Si deve partire dal presupposto per cui il giudice non può astenersi dal decidere. Egli deve emettere una decisione: il giudice è sottoposto soltanto alla legge; e se le leggi mancano, deve rifarsi al resto dell’ordinamento.
    I concetti della sentenza sono questi, in grandissima sintesi:
    a) non c’è una legge che disciplini i casi al confine tra la vita e la morte;
    b) nel nostro ordinamento vige il principio di autodeterminazione… (se ci pensate ciascuno di noi è libero, dunque paradossalmente ha il diritto di suicidarsi, ndr);
    c) nel caso degli incapaci l’ordinamento prevede che ci siano delle persone (tutore, in questo caso il padre) che prendono tutte le decisioni in nome e per conto dell’incapace;
    d) la decisione del padre di lasciar morire la figlia non è sufficiente perché decidere tra la vita e la morte esula dai poteri del tutore nei confronti dell’incapace;
    e) poiché questa scelta esorbita dai poteri del tutore, essa non può essere presa se non con dei gravi limiti e cioè solo ed esclusivamente se tutto concorre a ricostruire una volontà dell’incapace in tal senso;
    f) la ricostruzione della persona di eluana (testimonianze etc) ha permesso di ricavare che ella avrebbe scelto per se stessa per la interruzione della vita;
    g) conclusione: la richiesta del tutore, accompagnata da tutte le massime garanzie che ricostruiscano la volontà dell’incapace, orientano la decisione nel senso scelto dalla cassazione.
    Questo per dire che, fintanto che il legislatore non decide, la cassazione non poteva fare altro. Se il legislatore se ne lava le mani, non è responsabilità della magistratura. E il csm fa bene quindi a difendere l’autonomia della magistratura dalla ingerenze di un legislatore che parla tanto in televisione e poco in parlamento…
    Il Parlamento – sotto l’esortazione dell’illuminato senatore Cossiga – ha dedicato ore e giorni (e soldi) per elaborare un ricorso farneticante alla Corte costituzionale: non aveva la minima possibilità di essere accolto. E infatti così è stato: la corte ha giustamente detto che era inammissibile (= non è nemmeno potuta entrare nel merito). Se il parlamento avesse dedicato lo stesso tempo a discutere della sostanza sulla quale, forse oggi avremmo un qualche straccio di bozza di legge…
    Purtroppo tutti abbiamo la libertà di fare quello che vogliamo con la nostra vita, fino a togliercela. Questa libertà credo che ci sia riconosciuta dal creatore stesso. Io personalmente non la condivido e farei di tutto se qualcuno mi dicesse che vuole suicidarsi… ma se qualcuno conserva questa volontà ferrea per 16 o 17 anni penso che mi sarebbe difficile presidiarlo 24 ore su 24…
    Le autorità ecclesiastiche possono affermare quello che vogliono: non parlano per sé stessi ma giocano sulla vita e le decisioni di altri. Visto che di decisioni si tratta, perché chi, come Fisichella, è molto vicino a chi deve decidere in questa materia non aiuta i nostri parlamentari a farlo? E poi perché il papa può decidere di smettere le cure e una povera cristiana no?

    14 Novembre, 2008 - 10:05
  30. Maqttlar, condivido in tutto,
    tranne che nell’ultima affermazione.
    Come ci ha detto Luigi,
    il Papa ha fatto una richiesta esplicita
    e ha avuto una risposta esplicita,
    ma non ha interrotto le cure.
    Non riporto le parole di Luigi perchè non le ricordo a memoria
    e in questo caso è utile riportare con precisione per non giocare con le parole,
    sulla vita degli altri.
    Già in troppi lo fanno per puro piacere sportivo.
    Confermo che una parte (maggioranza) di Parlamento pontifica, a parole, ma non produce uno straccio di legge su queste problematiche.
    D’altronde la Le autorità Ecclesiastiche, dovrebbero mettersi in testa che non possono sempre ordinare ad un paese quali leggi devono essere fatte….. sui soldi che vuole per le proprie strutture private, per la salute dei cittadini, per l’educazione dei cittadini, e quant’altro….
    Se sono libera Chiesa in libero Stato, forse lo sono solo sulla carta.
    La Chiesa evangelizzi e informi le coscienze cristiane, e lasci a Cesare quello che è di Cesare.
    I Cristiani, poi adotteranno quello che la coscienza informata, mediante la Fede e l’evangelizzazione, ritengono rispondenti a sè nel proprio essere Chiesa.
    Chi non si sente nella sensibilità cristiana cattolica, non può essere a forza assoldato in un sentire che non gli è proprio, è una forma di violenza che in questi ultimi anni sta conoscendo una forma di recrudescenza.

    14 Novembre, 2008 - 10:56
  31. Nino

    @Mattlar e bloggers

    Condivido le tue argomentate e informate osservazioni che definiscono esattamente l’ignavia dei legislatori che volendo tenere i piedi in due staffe (Chiesa-Stato) combinano nefandezze tipiche di chi è “indeciso a tutto”.
    ————————————————-
    Riguardo a all’osservazione di Matteo su JP II, sono di diverso , nel senso che ciò che accade VERAMENTE dietro le mura leonine non lo sa nemmeno il papa.
    Basti ricordare la vicenda della morte di Cedric Tornay, il vice caporale delle Guardie Svizzere morto la sera del 4 maggio 1998 insieme al suo comandante, Alois Estermann, e a sua moglie, Glady Moza Romero, venezuelana e funzionaria dell’ambasciata del suo paese. Una vera e propria strage: il colonnello Esterman era stato nominato, nello stesso giorno, comandante della Guardia Svizzera da poche ore dopo mesi di attesa dal momento che il suo predecessore, il Colonnello Roland Buchs aveva lasciato il comando nel novembre del 1997. Vicenda piombata letteralmente nel buio.
    ————————————-
    Solo due parole sulla vicenda “Eluana”.
    Ho letto e visto la pressione a cui è stata sottoposta la famiglia e del padre in particolare per anni.
    E infine quella vergognosa trasmissione di ieri sera orchestrata da quel verme di Vespa.
    Un vero e proprio accanimento con tanto di accuse di omicidio affibbiate di fatto ai genitori.
    Non riesco nemmeno lontanamente ad immaginare come abbiano passato le notti, il papà e la mamma da oltre 16 anni e come le passeranno dopo.
    Ma proprio vedendo quella porcata di ieri sera per un momento mi sono calato nei panni dei coniugi Englaro e ho pensato che forse al loro posto io mi sarei tolto la vita da un pezzo.
    E se ciò accadesse veramente?
    Scusate la durezza.
    Voi che ne pensate?

    14 Novembre, 2008 - 11:50
  32. relativamente a GPII mi fido di Luigi.
    per Cedric Tornay e compagnia bella, è risaputo che il tutto è stato gestito con la tipica discrezionalità degli ambienti vaticani, ergo la verità è solo quella che affermano le fonti Ufficiali con lo strano caso di un procuratore incaricato in Vaticano e con un incarico anche presso il Parlamento Italiano……
    Misteri della fede!!!!

    Relativamente al dramma familiare bisogna cominiciare a far scendere il silenzio, e lasciare lo spazio alla dolorosa intimità familiare.

    Troppi sciaccalli, da Vespa a Fisichella

    14 Novembre, 2008 - 12:30
  33. Leonardo

    Mattlar, non so se lei sia professionalmente un giurista o un semplice cultore di argomenti giuridici: in ogni caso uno svarione come quello di parlare di «diritto di suicidarsi» – sapendo che cos’è tecnicamente un “diritto” – non doveva proprio sfuggirle.
    Più in generale, sarei curioso di sapere da quali fonti evince che nel nostro ordinamento vi sia un principio di autodeterminazione – se con questo termine intendiamo un’autodeterminazione assoluta, come nel caso in ispecie. L’autodeterminazione di cui tratta il diritto è sempre relativa, conformemente alla realtà empirica dei fatti (nessuno si fa da sé).
    La fallacia – gravissima (e io penso consapevole, perciò ideologica) del ragionamento della Cassazione, cui lei sembra aderire, è per me evidente al punto f) del suo schema: «la ricostruzione della persona di eluana (testimonianze etc) ha permesso di ricavare che ella avrebbe scelto per se stessa per la interruzione della vita». Basta leggere con calma e attenzione queste parole per rendersi conto della mostruosa assurdità che contengono. Essendo per definizione impossibile predire con certezza che cosa sceglierà di fare un soggetto libero, mancando un atto di impegno della volontà del soggetto per il futuro (della cui legittimità ci sarebbe peraltro molto da discutere), quelle parole, tolti gli orpelli, significano che un altro decide “ad nutum” della mia vita e della mia morte. Un po’ come facciamo con i morti, quando per fare i nostri comodi diciamo: “lui, poverino, avrebbe voluto così”. Alla faccia dell’autodeterminazione!

    Insisto: voglio il gorilla in Cassazione.

    14 Novembre, 2008 - 13:09
  34. Concordo con Leonardo. Che non succede spessissimo!

    14 Novembre, 2008 - 13:19
  35. Sumpontcura

    A Leonardo.
    (Tentativo di traduzione ritmica della seconda parte del “Gorilla” di Brassens; la traduzione di De André è più bellina, ma questa è aggiornata).

    … In mezzo a tutta quella fretta
    di allontanarsi dall’animale,
    solo un giudice e una vecchietta
    se ne andavano a passo normale.
    Il quadrumane, per paura
    che sfumasse ogni possibilità,
    accelerò un po’ l’andatura
    e li raggiunse poco più in là.
    Occhio al gorilla!

    “Ba’ – sospirava la vecchierella –
    che possa scegliere proprio me,
    ovvìa, sarebbe davvero bella
    e a dirla tutta: che male c’è?”.
    Il magistrato con aria tranquilla
    diceva: “Escludo con indignazione
    che possa scambiarmi pe’ una mandrilla!”.
    Ora vedremo se aveva ragione.
    Occhio al gorilla!

    Poniamo il caso che seduta stante
    uno di noi sia obbligato
    a scegliersi come amante
    un’ottantenne o un magistrato.
    Se a me dovesse capitare
    volete sapere cosa farei?
    Non ci starei tanto a pensare
    e con la vecchia mi adatterei.
    Occhio al gorilla!

    Ma purtroppo, se indubbiamente
    nei giochi d’amore ci sa fare,
    un gorilla non vale niente
    quando si tratta di ragionare.
    Oltrepassando la povera vecchia
    d’uno sguardo non la degnò,
    afferrò il giudice per un’orecchia
    e in mezzo a un prato se lo portò.
    Occhio al gorilla!

    Quel che avvenne poi col bestione
    non ve lo posso raccontare:
    lui si difese come un leone
    ma non ci fu proprio niente da fare.
    Strillava forte, oh che imbarazzo!
    piangeva come una fontana;
    poi traballando corse a palazzo
    a pronunciarsi sul caso Eluana.
    Occhio al gorilla!

    (Il tutto va inteso, naturalmente, in senso satirico-metaforico). (Sai, non vorrei che tutelando tutelando…).

    14 Novembre, 2008 - 14:21
  36. Sumpontcura

    “Troppi sciaccalli, da Vespa a Fisichella”…

    Decisamente troppi: ma stiamo messi bene anche per quanto riguarda gli imbeccilli, i deficenti, i crettini, gli iddioti. i menteccatti e i “se-provassi-a-parlare-solo-quando-le-galline-fanno-la-pipì?”.

    14 Novembre, 2008 - 14:29
  37. Leonardo

    Luigi, io stavolta non c’entro. Ha fatto tutto Sumpontcura e non ci eravamo messi d’accordo.

    14 Novembre, 2008 - 14:49
  38. ignigo74

    da dove sono ora non posso aprire link ma avevo capito che il caro leonardo aveva proposto attenti al gorilla.

    io anarcoide e perplesso sulla giustizia umana però lo sono sempre,
    non solo quando si parla della povera eluana.

    Questi ammiratori di De Andrè mi sanno come dire ma si dai innamorati saltuari.

    14 Novembre, 2008 - 15:19
  39. Leonardo

    Brassens, cuoricino mio, Brassens. De André ha solo tradotto (come molte altre volte).

    14 Novembre, 2008 - 15:24
  40. mattlar

    caro Leonardo,
    attendo la tua spiegazione di cosa sia tecnicamente un diritto. A me risulta che il diritto sia una libertà, ma immagino che le questioni di teoria generale non riguardino la sostanza del tema. Se vuoi possiamo affrontarle con piacere ma rischieremmo di essere noiosi. In ogni caso, se mi indichi il fondamento di diritto positivo sul quale tu basi la tua idea ti sarei grato e sono disposto a cambiare la mia.
    Tu dici: “L’autodeterminazione di cui tratta il diritto è sempre relativa, conformemente alla realtà empirica dei fatti (nessuno si fa da sé)”.
    Verissimo. Ma se rimaniamo alla “realtà empirica dei fatti”… molti si “disfanno” da sé molto facilmente e non mi risulta che sia possibile impedire il suicidio… non lo ha fatto il Signore, figuriamoci se lo riesce a fare l’uomo.

    Ho riletto con calma e attenzione le parole di cui al mio punto f) e non mi sembrano né ideologiche né mostruosamente assurde. Ho spiegato il percorso logico della Cassazione: se mi dimostri che è stato diverso da quello che ho detto, ti sono grato e sono disposto a cambiare idea.

    Inoltre tu dici: “Essendo per definizione impossibile predire con certezza che cosa sceglierà di fare un soggetto libero, mancando un atto di impegno della volontà del soggetto per il futuro (della cui legittimità ci sarebbe peraltro molto da discutere)”.
    Quindi tu praticamente, da un lato, neghi che sia possibile ricostruire il pensiero della persona. Dall’altro dici che quand’anche si ammettesse un impegno della stessa in questo senso, l’impegno sarebbe invalido o quantomeno discutibile. Ecco, questa a me sembra una visione molto ideologica.

    “quelle parole, tolti gli orpelli, significano che un altro decide “ad nutum” della mia vita e della mia morte”.
    Mi spieghi dove si trova la decisione “ad nutum”? Per tua informazione per arrivare a questa decisione (solo dal punto di vista processuale) si è passati per: un giudizio di primo grado, un giudizio di secondo grado; una cassazione che ha rinviato al secondo grado; una sentenza della corte costituzionale; una seconda cassazione (questa ultima) sul secondo giudizio del giudice di appello. Un giudizio più elaborato di questo capita raramente… Se poi vogliamo entrare nel merito, non conosco gli atti delle sentenze, ma dalle motivazioni della sentenza che ho cercato di spiegare si intuisce che il tuo nutum non c’entra proprio tanto… (ammesso che tu abbia usato coscientemente un termine tecnico e che tu non sia un mero cultore di cose giuridiche).
    :-))))

    14 Novembre, 2008 - 15:58
  41. mattlar

    impedire il suicidio= leggi: disciplinare il suicidio

    14 Novembre, 2008 - 15:59
  42. Caro sump, finchè si parla di Vespa va bene, ma guai a toccar una Fisichella,
    nervi scoperti eh!
    Sei libero di tutta la licenza che vuoi.
    Anche la mia mamma usa la tua espressione, la ripresa dalla nonna e chissà da dove arriva.
    Mi fa piacere che ti colleghi ai miei avi.
    ciao

    14 Novembre, 2008 - 16:32
  43. La Cassazione cassa, come dice l’onomapeutecità
    che altro di cassa si vuole?

    14 Novembre, 2008 - 16:36
  44. Luigi, vorrei mandarti un’e-mail. Vale sempre il vecchio indirizzo?

    Grazie!

    14 Novembre, 2008 - 16:36
  45. ignigo74

    Leonardo, bile mia, non puoi sapere che Brassens, per chi come me parla e quindi legge e quindi comprende il dialetto meneghino, è nome usuale visto che nanni svampa ne ha tradotto – del brassens – in dialetto numerosi canti.

    Ho premesso che non potevo aprire il link ma tanto tu leggi e capisci solo quello che vuoi e ti dà troppa soddisfazione puntare il dito sui presunti errori degli altri. Godi pure, se ti metti a tenere d’occhio i miei errori godrai come un riccio.

    la perplessità sul tuo – e non solo sul tuo – filo anarchismo ad intermittenza permane, anzi si intensifica: sei anarcoide con i giudici liberali e moralista bacchettone con i centri sociali, ma una identità, ce l’hai?
    Ti suggerisco Sambuca Molinari, nei tuoi casi aiuta (almeno una bottiglia alla settimana).

    Che senso ha citare un francobollo della poetica di Brassens facendo finta che non esista tutto il resto? (filosoficamente ben definito, tra l’altro).

    Mi ricordi quella pubblicità di un profumo che come gingle pensò bene di utilizzare il diaes irae musicato da verdi per la messa da requiaem. Profumo di… oltretomba? No, semplicente ignoranza o effimero consumismo musicale.

    Consumismo musicale, come quello di chi usa Brassens solo quando gli fa comodo.

    14 Novembre, 2008 - 16:56
  46. Leonardo

    Mattlar, se per lei libertà e diritto sono nozioni identiche, o non sa o fa finta di non sapere. Si figuri se ho voglia di farle lezione. Pensi solo che, se ci fosse un diritto soggettivo al suicidio (assurdo anche in termini di filosofia del diritto) per esempio ci sarebbe corrispettivamente un dovere di tutti gli altri soggetti di astenersi dal compiere atti che possono impedire o ostacolare l’esercizio del diritto stesso.

    Allo stesso modo, se lei non vede la mostruosità del punto f) non ci posso far niente perché non so dare la vista ai ciechi. Posso solo provare di tradurglielo così: immagini di sentirsi dire: «dall’esame della tua vita precedente abbiamo dedotto che vuoi morire. Dunque ti ammazziamo».
    Veda, i passaggi procedurali possono anche essere stati motli (in certe vicende penali sono stati anche di più da piazza Fontana al caso Sofri-Calabresi ecc. ecc.: forse che i molti processi sono una garanzia di verità?), ma la sostanza non cambia: i giudici hanno detto «secondo noi tu vuoi morire». Secondo noi. Questo era il senso dell’ ad nutum da me impiegato (ovviamente non in senso stretto).

    (Quanto a me, non sono neanche «un mero cultore di cose giuridiche» e i miei studi di diritto sono così lontani nel tempo che, come ha detto una volta Andreotti dei suoi, sono ormai caduti in prescrizione).

    14 Novembre, 2008 - 18:15
  47. Leonardo

    Ignigo, cuoricino mio, sono ben disposto a farti da bile, anzi mi piacerebbe essere un tuo calcolo alla cistifellea, ma perché mentre io son tutto amore e carinerie, tu fai sempre il sapientino dispettoso e poi ti risenti se te lo faccio notare?
    Che ne sai, in fondo, dei miei rapporti con De André, o con Brassens? E perché mai la citazione del gorilla dovrebbe essere anarchismo a intermittenza? Io non sono né anarchico ne anarcoide, ho solo invocato il gorilla in Cassazione.

    14 Novembre, 2008 - 18:22
  48. Sumpontcura

    Ciao Matteo: l’immagine di una fisichella col vitino di vespa non è male davvero. Fa’ il bravo, mangia, comincia a metterti la maglia di lana e da’ sempre retta a mamma.
    Il tuo affezionatissimo
    Nonno Sump

    14 Novembre, 2008 - 18:51
  49. i miei nonni sono abbondantemente morti

    14 Novembre, 2008 - 19:09
  50. Sumpontcura

    Però, ora che ci ripenso (sai, noi vecchietti siamo smemoratelli e anche un po’ svaniti): questa fisichella che accetta di farsi toccare mi sa tanto che non è una brava ragazza, una come si deve. Non la toccare troppo, ché sennò poi diventi cieco.
    Nonno Sump

    14 Novembre, 2008 - 19:13
  51. Luigi Accattoli

    Ma certo Luca Grasselli: l’indirizzo della mia posta elettronica è sempre quello!

    14 Novembre, 2008 - 20:26
  52. mattlar

    Caro Leonardo,
    fermo restando che nella mia espressione ho usato molta cautela nel parlare di “diritto al suicidio”, premettendo appositamente l’avverbio “paradossalmente” proprio per chiarire la scivolosità dell’affermazione, per me, e non solo per me, libertà e diritto coincidono: puoi controllare su qualsiasi testo di teoria generale. Non saprei dire se esista un diritto soggettivo al suicidio, potrebbe essere un buon titolo per una tesi di laurea in filosofia del diritto. Però, se proprio vogliamo portare tutto alle estreme conseguenze credo che ci sia un generale obbligo di astensione dall’ingerenza nelle vicende altrui, ivi compresa la vicenda estrema. In termini di fatto, se io fossi un aspirante convinto suicida (cosa che grazie a Dio non è) e tu volessi sequestrarmi o fermarmi con la forza credi di poterlo fare senza incorrere in un reato? Temo di no, quindi dovresti astenerti. In termini di diritto, pensi di poter agire in giudizio magari con un’azione inibitoria o pensi di potermi fare arrestare per un tentativo di suicidio? Temo di no. Quindi dovresti astenerti.
    Il punto f) non è proprio così come lo rappresenti: se lo consideri indipendente da c), d) ed e) è chiaramente assurdo. Ma nel nostro caso, c’è un padre- tutore che ha posto una domanda (e come è stato detto: è andato in tribunale, non in basilica) e una volontà della figlia espressa in vita e ricostruita con molte garanzie e cautele.
    Provo un’altra traduzione del punto f): visto che il tuo tutore- padre afferma che non è il caso che tu continui a soffrire; visto che tu hai detto, quando eri cosciente di non voler mai affrontare questa sofferenza; visto che tutti dicono che era così; visto che sono state fatte tutte le obiezioni possibili; visto che i giudici sono soggetti soltanto alla legge; visto che non c’è una legge che disciplini questa situazione; visto che quando manca la legge il giudice deve decidere ugualmente e secondo certi criteri stabiliti etc etc non c’è altra via che lasciare a tuo padre la scelta. Io non conosco le sofferenze di Eluana, né quelle del padre e della famiglia; non so nemmeno come reagirei io in quella situazione; non so se sarei mai in grado di resistere per qualche giorno o qualche anno; onestamente in una situazione così tragica come quella non mi sentirei all’altezza di gridare all’omicidio. Quell’uomo si assumerà le sue responsabilità di fronte a Dio… così come faranno quelli che gridano all’assassinio, senza rispetto per la pietà della situazione e il dramma umano in cui loro non stanno di certo navigando.

    Non so se il processo (i processi in generale) ha raggiunto la verità. Probabilmente no, perché per cercare la verità non basta una vita. Per questo si parla di verità processuale, cioè di verità limitatamente a quanto è possibile su questa terra a degli uomini in un contesto come quello di un processo che presto o tardi deve arrivare a una decisione.

    ps ho un’ottima vista, ma ti ringrazio della comprensione che mi usi

    14 Novembre, 2008 - 23:46
  53. mattlar

    @matteo
    mi sai dare qualche dettaglio in più sulla vicenda di cedric torney e della guardia svizzera uccisa? cosa si sa della vicenda giudiziaria? un tribunale ecclesiastico si è pronunciato? ti ringrazio,

    14 Novembre, 2008 - 23:48
  54. FABRICIANUS

    Un caro saluto a tutti voi amici e amiche del pianerottolo. Un caro saluto a Luigi…
    In questi giorni sono stato “lontano” dal computer…
    Come diceva la dolcissima Clodine, che abbraccio, e a cui dico: “Carissima Clodine, i tuoi interventi non annoiano mai”(mi riferisco a ciò che scrivevi nel post del 13 Nov.ore 20e35), le cose da fare sono sempre tante e il tempo è tiranno….In più, tra poco si avvicinano i miei esami universitari da sostenere…
    Un affettuoso saluto a principessa!

    Leggo che la discussione si è soffermata sulla vicenda di Eluana Englaro: Mi colpisce e mi tormenta molto la situazione di questa ragazza…Prego per lei.

    Ho trovato molto interessante la lettera che l’ Arcivescovo della mia Diocesi, Card. Tettamanzi, ha scritto alle Suore Misericordine che hanno avuto in cura Eluana: (Eccola qui sotto)

    Carissime Suore Misericordine,

    mentre in questi giorni si moltiplicano le notizie, le decisioni e le prese di posizione sulla vicenda di Eluana Englaro, ho pensato spesso a voi, ai vostri sentimenti, alla vostra trepidazione, al vostro servizio quotidiano e soprattutto alle vostre preghiere.
    Lo sanno tutti che per voi Eluana non è un “caso”, ma una persona, una giovane donna che, con la collaborazione del personale sanitario della vostra Clinica “Beato Luigi Talamoni”, accudite da anni senza clamori, con competenza e gratuito amore. Una donna ferita nel corpo e nella mente, una donna il cui stato di coscienza resta per noi un mistero, ma che è e rimane nella pienezza della sua inviolabile dignità di persona. Avete accolto Eluana nella vostra casa ed è entrata nella vostra vita, ricevendo e donando amore.
    La notizia della recente sentenza della Corte di Cassazione ha riempito di profonda tristezza il mio animo di uomo, di credente e di pastore della Chiesa di Milano. Sino all’ultimo momento ho sperato e pregato che fosse rispettata la vita e la dignità personale di questa giovane donna. Anche ora che la drammatica vicenda della sua esistenza terrena sembra irrimediabilmente consegnata ad una conclusione irragionevole e violenta, rivolgo – sperando contro ogni speranza – la mia supplica a Dio, Signore della vita. A lui chiedo che, secondo i disegni della sua misericordia onnipotente, non lasci mancare un’estrema opportunità di ripensamento a quanti si stanno assumendo la gravissima responsabilità di procurarle la morte, privando dell’acqua e del nutrimento questa Sua amata creatura.
    La vita umana rimane sempre, in qualunque condizione fisica e morale, il bene fondamentale, prezioso e indisponibile che Dio consegna a ciascuno di noi e del quale noi tutti siamo custodi e servitori responsabili, non padroni. A questa vocazione al servizio e alla cura della vita, soprattutto se debole e fragile, si è ispirata la vostra opera di misericordia a Lecco nella clinica “Beato Luigi Talamoni”. Qui è stata accolta e abita anche Eluana, alla quale avete offerto con gioia e umiltà non solo tutto ciò di cui il suo corpo ha necessità fisiologica, ma ancor più il calore di una presenza quotidiana, affettuosa e discreta, nel rispetto dei sentimenti dei genitori e anche delle loro intenzioni da voi non condivise.
    Di tutto questo vi sono grato, insieme all’intera Chiesa ambrosiana, che ha seguito e segue con attenta trepidazione la sorte di questa giovane donna e ha pregato e prega per lei in questo momento. Vedo in voi, carissime suore, la sintesi viva ed esemplare di ciò che la Chiesa di Cristo è chiamata anzitutto a compiere – con il suo amore quotidiano concreto e nascosto – a favore di chi è più debole e più solo. In realtà sono molti gli uomini e le donne di buona volontà che – nelle nostre comunità e non solo – vivono questa carità autenticamente cristiana nei confronti di chi soffre. Sono convinto che questo esempio di dedizione e di amore resti – al di là delle facili e continue dichiarazioni di principio – un segno preciso e chiaro nel nostro contesto sociale e culturale, così spesso confuso e condizionato da orientamenti non rispettosi, anzi ostili, alla vita umana.
    Auguro che il vostro impegno a servizio dei sofferenti sia sostenuto e consolato da una speranza certa: il Signore da sempre abbraccia e immerge nella sua luce di verità e di salvezza la vita di Eluana e delle tante persone che si trovano in condizioni simili. Una luce che le tenebre dell’ingiustizia e della presunzione umana non possono oscurare né sopraffare. Una luce che continua a splendere e ad offrirsi a tutti, anche a coloro che ancora non la accolgono.
    Mentre vi benedico di cuore, sorelle carissime, e imploro ogni grazia necessaria alla vostra missione di carità e misericordia, confermo a ciascuna di voi la mia vicinanza ed il sostegno paterno alla vostra meritoria opera in favore dei malati e dei sofferenti che richiedono particolari attenzioni e cure.
    E alla vostra continua preghiera per Eluana, unisco la mia e quella di tante persone che vivono con grande amarezza questi momenti così tragici, ma che non hanno perso la speranza nel Signore della vita.

    Con grato affetto

    + Dionigi card. Tettamanzi
    Arciv.

    Milano, 14 novembre 2008

    14 Novembre, 2008 - 23:52
  55. FABRICIANUS

    Questo il comunicato della CEI su Eluana:

    La vita di Eluana Englaro, al cui dramma si è appassionata la coscienza del nostro Paese, è ormai incamminata verso la morte. Mentre partecipiamo con delicato rispetto e profonda compassione alla sua dolorosa vicenda, non possiamo fare a meno di richiamare alla loro responsabilità morale quanti si stanno adoperando per porre termine alla sua esistenza. La convinzione che l’alimentazione e l’idratazione non costituiscano una forma di accanimento terapeutico è stata più volte, anche di recente, resa manifesta dalla Chiesa e non può che essere riaffermata anche in questo tragico momento. In tale contesto si fa più urgente riflettere sulla convenienza di una legge sulla fine della vita, dai contenuti inequivocabili nella salvaguardia della vita stessa, da elaborare con il più ampio consenso possibile da parte di tutti gli uomini di buona volontà.

    La Presidenza della Cei

    14 Novembre, 2008 - 23:58
  56. Leonardo

    Prendo atto che Mattlar è convinto che se qualcuno minaccia di buttarsi dalla finestra e qualcun altro (poliziotto, vigile del fuoco, semplice cittadino) lo ferma, quest’ultimo commette un reato. Mi faccio anche un’idea di che cosa significhi la prima metà del suo nomignolo. Depongo immediatamente qualsiasi tentativo di farlo ragionare (e spero vivamente che non sia un magistrato 🙂

    15 Novembre, 2008 - 0:00
  57. FABRICIANUS

    Questo il commento apparso sull’Osservatore Romano in riguardo ad Eluana:

    Per un esame di coscienza

    di Lucetta Scaraffia

    La sentenza per Eluana Englaro – che significa, come è stato detto da autorevoli voci, l’introduzione di fatto dell’eutanasia in Italia – costituisce una sconfitta per tutti, non solo per il mondo cattolico. Non basta dire che la secolarizzazione e l’individualismo esasperato stanno sostituendo i principi di una antica tradizione religiosa e culturale un tempo ben radicata nella società, né che i media si sono espressi in modo sbilanciato a favore della morte della ragazza: questa volta – bisogna ammetterlo – i mezzi di comunicazione sociale sono stati più onesti che in altre occasioni, e la voce dei cattolici si è potuta far sentire anche al di fuori dei media d’ispirazione cattolica. E si sa che su temi gravi come la vita e la morte la Chiesa, soprattutto in Italia, esercita ancora una certa influenza, come si è visto per la legge sulla procreazione assistita.
    Questa volta, però, sembra che la voce del pensiero cattolico sia stata poco ascoltata, come se le ragioni che portava a favore della vita di Eluana non fossero abbastanza convincenti. Certo, ha giocato ancora una volta il meccanismo del caso pietoso: in questa circostanza non del dolore di Eluana – i medici giurano che non sente più niente, e che non si accorgerà di morire di fame e di sete! – ma di suo padre. Come se il padre, con la morte della figlia, cessasse di soffrire: è questo il paradosso davanti al quale, però, nessuno ha saputo obiettare.
    La paura della sofferenza costituisce il movente base di tutte le decisioni sbagliate di intervento su fine vita: lo sanno bene quanti fanno propaganda per l’eutanasia prospettando un futuro senza sofferenza. Ed è proprio sulla riflessione a proposito del significato della sofferenza – che solo il cristianesimo sa affrontare – che dovremo invece ripartire per impedire che casi come questo si ripetano. La tradizione cattolica offre delle luci certe e chiare per decidere in queste complesse circostanze: il valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale, qualunque sia la condizione in cui è vissuta, anche se i casi da affrontare cambiano in continuazione, diventando via via più inediti e complicati.
    Questo è proprio il caso di Eluana: all’obiezione, condivisa da tutto il pensiero cattolico, che alimentazione e idratazione non fossero terapie né accanimento, ma solo sostegno vitale, si è risposto dall’altra parte che si trattava di un mantenimento in vita artificiale, che ancora qualche decina di anni fa non sarebbe stato possibile. Dove stava, allora, la morte naturale? In sostanza si rispondeva che la situazione di Eluana era stata provocata da un intervento della scienza – cioè un tentativo di rianimazione che in molti casi riesce, ma in questo è andato male – e che quindi anche la sua disabilità stava al di fuori della sfera naturale. Se la scienza l’aveva ridotta in quello stato, insomma, alla scienza spettava il dovere di decidere di sospenderlo.
    Come si vede anche da questa breve ricognizione, si tratta di un problema più complesso del solo conflitto fra vita e morte, anche se sostanzialmente si può ridurre a questo. È cioè una questione che tocca il ruolo delle tecnoscienze nella nostra vita, i limiti della medicina, e che quindi, per essere veramente convincenti, richiede un esame anche di queste questioni. La terribile sorte di Eluana, allora, è un monito per tutti, e insegna a noi cattolici che dobbiamo ancora pensare e lavorare per diffondere i nostri principi – che sono principi di ragioni condivisibili anche da chi cattolico non è – e calarli ogni volta nelle nuove questioni che il progresso scientifico crea.

    (©L’Osservatore Romano – 15 novembre 2008)

    15 Novembre, 2008 - 0:12
  58. @ mattlar,
    su Cedric e contorno ci sono atti pubblicati in un libro che stava leggendo un mio collega, ricordo anche che su un giornale venne pubblicato il nome del procuratore vaticano che se ne interessò pur essendo impegnato anche in parlamento in Italia…
    Tenendo conto della necessità di fare scrematura, sul web si possono trovare notizie in proposito o almeno chiavi per successivi approfondimenti personali.
    Ho letto en passant tutte le notizie che lo riguardavano, ma si sa che la stampa gioca a fare melina, e il Vaticano gioca a non dare chiarezza (che è il suo punto forte.!)

    15 Novembre, 2008 - 0:33
  59. mattlar

    Caro Leonardo,
    il tuo è un attacco personale, gratuito e offensivo. Se leggi bene il mio testo ti renderai conto che l’ipotesi che tu tracci è ben diversa da quella che ho scritto.

    15 Novembre, 2008 - 7:59
  60. Leonardo

    Due annotazioni a margine dell’articolo di Lucetta Scaraffia. Lo sviluppo dello tecnoscienze, in particolare di quella medica, apre almeno altrettanti problemi di quanti ne risolve. Vien quasi da rimpiangere i tempi in cui la medicina non poteva fare quasi nulla. Tanto per dirne una, questo lasciava gli uomini in una posizione di relativa parità riguardo alla questione capitale del vivere o del morire. Il re Sole viveva a Versailles, i suoi sudditi in povere catapecchie, ma di fronte a una qualsiasi malattia lottavano più o meno con le stesse armi (anzi c’è caso che il re stesse peggio per colpa dei medici). Le nuove terapie qualche volta sono ‘democratiche’ ma più spesso risultano estremamente costose e perciò virtualmente riservate a pochi ricchi. Finora i sistemi sanitari dei paesi sviluppati, dove più dove meno, hanno cercato di tener dietro ai progressi della medicina assicurando a molti, se non a tutti, cure adeguate. In futuro sarà sempre meno così. Stiamo quindi per realizzare la più grande ingiustizia della storia: l’ineguaglianza sociale non si rifletterà sul livello di vita (che si può ancora accettare) ma sul fatto stesso di continuare a vivere oppure no.

    La seconda annotazione riguarda il padre di Eluana. Finora abbiamo tutti ritegno a parlare di lui, pare sconveniente e irrispettoso, è come circondato da un alore di rispetto sacrale … però non ci si può non chiedere, dal momento che ha accettato di fare della sua vicenda un fatto pubblico, ‘politico’ in qualche modo, un fatto che riguarda tutti, perché quest’uomo vuole a tutti i costi la soppressione della figlia?

    15 Novembre, 2008 - 18:40
  61. mattlar

    LEONARDO,
    mi aspetto una risposta e delle scuse.

    15 Novembre, 2008 - 19:55
  62. raffaele.savigni

    Stavolta apprezzo l’articolo della Scaraffia. E trovo vergognosa lòa sentenza della Magistratura e la giustificazione che di essa hanno fornito alcuni giuristi e giornalisti.

    16 Novembre, 2008 - 20:26
  63. mattlar

    Prendo atto che il signor Leonardo ha affermato che è giustificabile punire corporalmente e sequestrare una persona finché non desista dai suoi propositi malvagi contro se stesso. Speriamo che limiti queste sue misure soltanto al tentativo di suicidio e non le applichi ad altre deviazioni: speriamo soprattutto che non applichi le pene che lui ritiene giuste per il pensiero altrui diverso dal suo. Prendo atto tuttavia che, in questo senso, egli pur di non confrontarsi sul piano delle parole è incline a stravolgere il pensiero dell’interlocutore e a offenderlo sul piano personale. E’ il primo passo: complimenti Leonardo! Speriamo che non sia un insegnante.

    17 Novembre, 2008 - 10:58
  64. Leonardo

    Vedo che Mattlar si altera, e questo non va bene. Mi spiace, mi spiace davvero: gli faccio dunque tutte le scuse che vuole, e anche di più, se di più ne vuole. È contento?

    17 Novembre, 2008 - 15:25

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