Un nipotino di nome Pietro che ha quattro anni – già noto da queste parti – mi ha chiesto ultimamente in rapida sequenza: “Quanto è grande il mondo? E quanto dura il tempo? E noi perchè ci siamo?”
Domande di Pietro al tempo e al mondo
13 Comments
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Questo bambino è un filosofo.
Arggghhh….le domande dei bambini !!! Perché, perché, e perché… sono terrificanti…
Quanto è grande il mondo…beh…non è poi così grande: è solo un piccolo puntolino nell’universo infinito. Sul tempo..mmm…vediamo…ah! “Epistulae morales ad lucilio” , Seneca, che invita ad impadronirsi del tempo ed usarlo per raggiungere la virtù: unico vero bene della vita. E siccome lui, Seneca, lo sperperò per seguire quel maiale di Nerole, con scarso profitto, invita Lucilio a non fare lo stesso errore. Gli consiglia di non dipendere dal “domani” -futuro incerto- ma impadronirsi del presente e viverlo intensamente. Lo slogan sarà “carpe diem”. Mi piace!!
Perché ci siamo??…ehhh…domandina da un milione di dollari…
ci penserò!
venia : Nerone …
Ci dici, Luigi caro, come te la sei cavata?
Quanto avrei pagato per vedere la tua faccia sotto un bombardamento simile!
E’ più importante porre le domande giuste che ricevere risposte esaurienti. Bravo Pietro!
Da Pietruzzo a Giacomo Leopardi:
Che fa l’aria infinita, e quel profondo
Infinito Seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
(CANTO NOTTURNO Dl UN PASTORE ERRANTE DELL’ ASIA, 1830)
Mi auguro per il piccolo filosofo che col tempo impari a mettere alla fine delle sue domande esistenziali un bel “secondo te”.
E’ paradossale come si trovi più difficoltà a rispondere a domande del genere piuttosto che a quelle di vaticanisti di provata e lunga esperienza…
A proposito di vaticanisti… hai visto l’articolo odierno di Malpelo??
http://www.avvenire.it/Rubriche/Pagine/Lupus%20in%20pagina/«Cronista%20di%20affari%20vaticani»%20No%20%20pregiudizi%20e%20silenzi_20111115.aspx?Rubrica=Lupus in pagina
Peccato che le stesse domande molti adulti abbiano smesso di porsele.
Genitori e nonni – e maestri – sono aiutati dai piccoli a “diventare” come i bambini. Da quando Pietro mi ha fatto la domanda “e noi perchè ci siamo” io mi esercito a farla mia.
Grazie al piccolo Pietro (uno dei nomi più belli in circolazione, secondo me), il quale ci ricorda le domande in assoluto più profonde della vita.
Da tempo sono persuaso che i bambini siano ottimi maestri degli adulti.
Nel corso delle usuali conferenze nelle scuole (parlo di Legambiente, Italia Nostra, Amici della Terra, WWF), a volte capita di incontrarci anche con le elementari. In genere tali incontri sono accompagnati da visite a discariche o impianti di incenerimento, di modo che vedano come l’Homo sapiens si mangia la natura.
Di fronte a tali spettacoli non manchiamo mai di sottolineare ai bambini che, purtroppo, spesso il loro babbo-mamma, nonno-nonna sono un po’ sbadati nel rispetto dei luoghi in cui viviamo.
E che proprio loro, i bambini, in questi casi si debbono sentire investiti del compito importante di insegnare ai propri cari. In genere i bambini sorridono, ma prendono la cosa assai sul serio: molti parenti, poi, tornano a dire che i loro figli e nipoti hanno loro imposto regole ferree di comportamento nel modo di diminuire e trattare i rifiuti.
Nell’ambito della fede è la stessa cosa.
Spesso i genitori vengono da me a chiedermi come rispondere alle domande dei figli, e proprio grazie al cammino dei figli riscoprono una fede spesso accantonata.
” Ecco, dono del Signore sono i figli,
è sua grazia il frutto del grembo.
Come frecce in mano a un eroe
sono i figli della giovinezza” (Sal. 127)