Qui si narra la storia di un giusto che rubava per curare e sfamare: “Emil J. Kapaun era un prete cattolico nato a Pilsen, nel Kansas (USA). Durante la guerra di Corea si era arruolato nell’esercito americano ed era stato assegnato come cappellano militare alle prime linee con il 3 battaglione, 8 Reggimento Cavalleria, 1a divisione. Durante una ritirata nei pressi di Unsan rimase indietro per aiutare i feriti e fu perciò catturato il 2 Novembre 1950. Nel momento della sua cattura vide un soldato cinese pronto a sparare a un ferito americano e con un gesto fulmineo spostò il fucile e aiutò il ferito caricandolo sulle sue spalle e portandolo per circa 170 km di marcia fino al campo di prigionia di Sombakol“. Nel secondo e terzo commento il resto della storia e la sua fonte.
Emil il giusto che rubava medicine per i feriti
10 Comments
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[Segue dal post] Sia lì che più tardi nell’altro campo di Pyoktong, Kapaun puliva le ferite ai soldati e cambiava le bende e li liberava dai pidocchi. Curava i debilitati dalla dissenteria e rubava i medicinali che potevano aiutarli. Una volta scambiò il suo orologio con una coperta per un ferito. Guidava dei raid notturni nei campi vicini o nelle baracche delle guardie alla ricerca di cibo tornandone con mais, patate, sale per i prigionieri affamati. Arrivò perfino a procurarsi un sacco di 100 libbre di riso con cui si presentò nel bel mezzo della mensa ufficiali. Kapaun sfidava i suoi carcerieri continuamente riuscendo a giungere ovunque nel campo per dare sostegno morale ai suoi compagni di prigionia. Quando veniva scoperto, veniva denudato e costretto a stare in piedi sul ghiaccio per ore, ma lui non mollava e ricominciava la sua opera.
[Segue dal post] Non avendo alcuna cura per se stesso, col tempo si indebolì. Perse la vista da un occhio, e cominciò a non camminare più bene per un trombo a una gamba. La dissenteria lo colpì ferocemente e Emil Kapaun morì il 23 Maggio 1951, a soli 35 anni. Gli sono state conferite varie medaglie e grandi onori militari. Ma la cosa più bella che si ricorda di lui la disse forse un prigioniero: “Era il simbolo di qualcosa che il nemico sapeva di non poter uccidere: lo spirito dell’uomo libero la cui alleanza è solo con Dio”. La Chiesa Cattolica sta valutando la possibilità di proclamarlo beato. – La bellissima storia, mio dono domenical ai visitatori, mi è stata segnalata dalla visitatrice che si firma Principessa e può essere letta nell’originale inglese nel fascicolo di giugno-luglio 2010 del giornale V F W (Veterans of Foreign Wars) a firma di Robert Widener.
Beato,sì.
Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.
Grazie della testimonianza di uno spirito di uomo libero.
Mi ha fatto pensare a D. Bonhoeffer.
Grandissimo!
Splendida storia: ringrazio Luigi e Principessa per avercela divulgata.
Ha ragione Fabi: è lo spirito di un uomo libero, che ha scelto di dedicare la propria libertà alla causa dei suoi fratelli in Cristo.
Buona domenica pomeriggio a tutti !
Roberto 55
Libero, sì, come Gesù, totalmente libero da se stesso per amare gli altri.
Grazie.
Buona domenica a tutti
Davvero commovente, ma se era così “giusto” com’è che faceva il cappellano militare ? Pure cattolico ? ( Quelli che danno l’assoluzione per il cadaveri che gli oranti faranno subito dopo) Avrà dato le dimissioni da cappellano ?
Fare tutte quelle cose, il riso l’orologio, le coperte il ghiaccio, non ne fanno un giusto, un buono, forse, un generoso magari , ma non un giusto. Giusto è un’altra cosa.
Cappellano e giusto non è compatibile.
E poi la ricompensa l’ha già avuta: “Gli sono state conferite varie medaglie e grandi onori militari. Ma la cosa più bella che si ricorda di lui la disse forse un prigioniero: “Era il simbolo di qualcosa che il nemico sapeva di non poter uccidere: lo spirito dell’uomo libero la cui alleanza è solo con Dio” Se fosse stato libero non avrebbe fatto il cappellano. Il Dio non fa alleanze con i cappellani militari.
Chi si comporta come Kapaun, cappellano o qualsiasi altra cosa, non mira a ricompense, ma a priori ha fatto una scelta di vita, e possibile morte, che a lei è proprio impossibile comprendere. Ma non se la prenda, non è colpa sua Gioab, il Signore e i suoi fratelli la amano comunque…
@ principessa
La ringrazio per la sua disponibilità, e gli auspici. Per essere un po’ più preciso e senza pretesa di infallibilità mi permetto sottolineare le parole di Gesù : ““Non chiunque mi dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: ‘Signore, Signore, non abbiamo profetizzato in nome tuo, e in nome tuo espulso demoni, e in nome tuo compiuto molte opere potenti?’ E allora io confesserò loro: Non vi ho mai conosciuti! Andatevene via da me, operatori d’illegalità.” ( Mt. 7.21-23)
Domanda: “ qual è la volontà del Padre suo ?” quella di fare gesti caritatevoli e altruistici ? Anche, ma Io non posso che farmi guidare dalla Parola e ricordare che anche Saul fu “caritatevole” ma fu ugualmente punito. Perché mai ? Perché non era quella la volontà di Dio. La volontà era che lui fosse ubbidiente piuttosto che “compassionevole”.
“A sua volta Samuele disse: “Si diletta Geova degli olocausti e dei sacrifici quanto dell’ubbidienza alla voce di Geova? Ecco, ubbidire è meglio del sacrificio e prestare attenzione [è meglio] del grasso dei montoni; poiché la ribellione è come il peccato della divinazione, e lo spingersi presuntuosamente avanti come [il far uso] del potere magico e dei terafim. Dato che tu hai rigettato la parola di Geova, egli rigetta dunque te dall’essere re” ( 1Samuele 15.22-23)
Il Dio fece scrivere a Mosè: “ devi cancellare la menzione di Amalec di sotto i cieli. Non devi dimenticare” Perché il Dio non volle essere compassionevole ? Perché non perdonò ? Saul in fondo aveva avuto compassione dei più deboli e degli animali ma fu ugualmente punito.
Penso che se la Parola ha un senso ed è stata scritta “per nostra istruzione” e ha un senso non è utile decidere secondo il pensiero dominante, sebbene ciascuno è libero di farlo, ma non avrebbe senso se quel comportamento fosse contrario al senso della Parola perché sarebbe inutile. Certamente se non la comprendo nel senso in cui la comprende lei, è certamente colpa mia, ma lei non mi ha dimostrato come e perché lei la comprende in modo diverso da me.
Certamente il Signore amerà tutti quelli che agiscono sendo i desideri del Signore non secondo il proprio.
Si può essere “cappellano” il più altruista e generoso del mondo ma pur sempre cappellano. Non viene punita la generosità o l’altruismo, viene punita la funzione che il del cappellano svolge. Questo ho capito per mezzo della Parola e questo ripeto. Non sarò io il giudice e non ho nessuna voglia di esserlo. Chi ha orecchio ascolta. Si può sempre rinunciare a fare il cappllano per dare valore a quelle azioni. Provi lei a dimostrarmi perché il mio ragionamento è sbagliato. Non solo dire che non le piace ma – perché non le piace ?
Con tutto il rispetto, Gioab, scelgo di non dimostrarle proprio niente. Solitamente dedico la mia attenzione e i miei sforzi ad interlocutori che mostrano comprensione, accoglimento di altre tesi, maturità, altruismo, ascolto e voglia di dialogo. Tutte cose che con lei sono impossibili.Ma non per questo la rispetto di meno o non la leggo cercando di capire i suoi punti di vista.
Come disse Luigi, una volta, il mondo è grande e c’è spazio per tutti…
@ principessa
Il suo punto di vista è nobile e ragionevole. Nel mondo c’è spazio per tutti, “finchè siamo vivi”. Mi spiace che mi giudica “impossibile” al dialogo. Perché mi pare che sono solo gli amici “veri” quelli che ti rimproverano piuttosto che “rendertela facile” essendo sempre accondiscendenti anche quando non dovrebbero a dire la verità. Forse è per questo che non essendo abituati a confrontarci con noi stessi, ci si aspettiamo di essere sempre approvati o lisciati. ( Le carezze fanno meno male delle botte) Capisco che è piacevole, ma spesso è solo la severità a permettere di raccogliere frutti, più del permissivismo. Non si dovrebbe accantonare ciò che è vero, e preferire ciò che è piacevole o comodo.
Dialogo non significa dovere essere sempre accondiscendenti, ma il confronto delle idee si fa solo quando i pareri sono diversi. Quando sono uguali ci può essere solo un vicendevole complimentarsi. Tutti sono commossi e toccati dai comportamenti, nobili, teneri, altruisti, ma spesso le cose appariscenti e toccanti possono nascondere la trappola che chi non è allenato non riesce a scoprire al primo colpo.
Se fa una piccola indagine su Wikipedia alla voce illusioni ottiche noterà che le “figure ambigue” vengono percepite a secondo delle “aspettative” della mente dell’osservatore che può essere facilmente ingannato dal suo desiderio Es. la moglie e la suocera” o la “coppia di rubin” sono due di questi esempi.
Ma lo spiega bene la Bibbia dicendo : “Ma ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio. Quindi il desiderio, quando è divenuto fertile, partorisce il peccato; a sua volta il peccato, quando è stato compiuto, produce la morte. “ ( Giacomo 1.14)
La Parola è una guida per evitare trappole : “La tua parola è una lampada al mio piede,E una luce al mio cammino.” ( Salmi 119.105)
Serve ad illuminare il percorso. Purtroppo oggi va di moda “evitare di dire” parlare solo di ciò che è accattivante, si evitano le cose negative, a chi è malato si mente e non si dice la verità. La compassione sacrifica la Verità, si seguono le sirene (coloro che vengono giudicati veritieri ma sono quelli che dicono sempre il contrario di ciò che pensano, maestri dell’inganno. I politici e i religiosi)
La gente è più disposta a credere ad una grossa bugia che ad una piccola, e se viene ripetuta abbastanza spesso sarà ancor più difficile scoprirla.
Spero ne converrà. ( a me non deve dimostrare nulla, solo a se stessa)