Emozione dell’arrivo a Venezia in automobile: dal delta del Po, per la Strada Romea, abbiamo raggiunto Venezia con la nostra Croma che abbiamo parcheggiato a Piazzale Roma. Tre giorni di parcheggio, 72 euro. Abbiamo poi acquistato un biglietto Actv per tre giorni a 32 euro a testa e così potremo prendere tutti i vaporetti e le motonavi che vogliamo. Mentre uscivamo dal parcheggio abbiamo incontrato il sindaco Cacciari che entrava in esso ed eccoci nella città che tanto è cara alla nostra figlia più giovane, che già vi era stata tre volte: è una bellezza vedere come si appassiona nel guidarci da un sestier all’altro, seguendo sulla mappa le calli e i campielli. Qui racconterò di Venezia solo qualche particolare minimo, come si addice ad argomenti troppo grandi. Per esempio quel capitello del XIV secolo dedicato alla frutta, appartenente a una vecchia sistemazione del Palazzo Ducale, che abbiamo trovato esposto insieme a una cinquantina d’altri nelle prime sale dopo l’ingresso dal Bacino di San Marco. Si compone di sei cesti di frutta con sopra i nomi: fici, sereses, uva, cocumberes, melones, piri. Mi sono piaciuti soprattutto i “fici” che prediligo e non ho potuto resistere, più tardi, alla tentazione di acquistare un chilo di fichi verdi e neri a 3 euro al Campo San Leonardo. E dunque non è vero che a Venezia costa tutto troppo: devi scegliere il luogo dell’acquisto.
Se arrivi a Venezia in automobile
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Gentile Dott. Accattoli,
a proposito di capitelli, nel loggiato inferiore di Palazzo Ducale ne può trovare uno commovente: narra una storia di amore coniugale, dal corteggiamento, al matrimonio, alla nascita di un bambino… ma non finisce proprio bene, come vedrà.
Il capitello è facile da trovare: di quelli sul lato piazzetta (loggiato inferiore), è il più grosso, in posizione di preminenza, proprio sotto al bassorilievo di Venezia raffigurata come Giustizia, che vedrà nel loggiato superiore. Trovo sempre bellissimo che in una posizione così importante il governo della Serenissima abbia deciso di far rappresentare una storia di gente comune, per niente idealizzata; segno di una politica che -contrariamente a quella di tanti stati dell’epoca- si prendeva a cuore la vita dei cittadini (basta guardare attentamente al significato simbolico di tutte le altra sculture del Palazzo Ducale). E non era solo retorica, se pensiamo alla fondamentale funzione assistenziale e sociale delle Scuole Grandi.
Bellissima l’idea di tre giorni a Venezia con famiglia! Si lasci guidare da sua figlia per i campielli più nascosti, il bello è perdersi, specialmente a Castello e Cannaregio! Non dimenticate di fare una visitina a Rioba, il “Pasquino” di Venezia (in fondamenta dei Mori a Cannaregio) e -obbligatorio- ai Santi Giovanni e Paolo: una vera e propria enciclopedia di storia veneziana (forse trovate anche qualche frate domenicano in vena di spiegazioni…).
Buone vacanze!
Caro Luigi, ci troviamo a poche decine di chilometri di distanza !
Stavo per iniziare a scriverti per fornirti qualche “dritta” delle mie su itinerari “venexiani” ma mi ha preceduto Baltassar, che, oltretutto, mi sembra ne sappia senz’altro più di me: mi limito, perciò, a suggerirti (ciò cui ha già accennato Baltassar) di visitare il sestiere di Castello (“Casteo”), forse, a tutt’oggi, il più antico ed incontaminato punto di custodia delle vere tradizioni di genuina vita popolare “venexiana”, e, alla sua estremità, la (relativamente) sconosciuta Chiesetta di San Pietro; se avrai tempo, modo e voglia di recartisi, mi piacerà conoscerne le tue impressioni.
Di ritorno dalla città, dove, a metà pomeriggio d’oggi, ho concluso, finalmente !, la mia settimana lavorativa, ho assistito, al mio paese, alla Funzione delle 19 in cui don Antonio, nell’omelia, s’è a lungo soffermato – nel racconto evangelico di Gesù che rivolge a Pietro la famosa frase “Tu es Petrus et super hanc petram”, etc. etc. – sul significato esegetico della particella “ma” con cui Gesù inizia la domanda indirizzata ai suoi discepoli (“Ma voi chi credete ch’io sia ?”): il dubbio, la volontà di “enfatizzare” il quesito per sottolinearne l’importanza, la determinazione di svelare il pensiero più profondo e sincero dei suoi interlocutori; peraltro, non mi pare, od almeno non credo di ricordare (ma qui “lancio” il microfono in aria perchè se lo prendano i più competenti del “pianerottolo”: Clodine, Matteo, Lea, Sump, altri ancora con cui mi scuso se ometto di citarne il nome), che tutti i Vangeli riportino il dialogo negli stessi termini (non mi sembra, infatti, che questo “ma” sia presente in tutti i Sacri Testi: o sbaglio ?).
Questa sera, alla pizzeria del mio paese, ho rimediato un “figurone”, Matteo e Sump (del che vi ringrazio), raccontando ad amici&parenti le vostre due recenti storielle, rispettivamente sul dialogo tra un pope ed un rabbino e sul dialogo tra un rabbino ed un sacerdote: grande successo e grandi risate (a buon rendere !).
Principessa: come va ? Tutto tranquillo (compatibilmente) ?
Buona domenica a tutti !
Robrto 55
Pure il mio nome sbaglio a trascrivere, a quest’ora ! Va bè, mi perdonerete.
Saluto anch’io la nuova amica del “pianerottolo” Sara Bauducco.
Ancora buona notte !
Roberto 55
Caro Roberto55,
non mi mettere tra i competenti, sono semplicemente un appassionato che nella vita ha avuto fortuna.
Matteo 16,15
[Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».]
Se il sacerdote che ha predicato l’omelia, ha voluto fare un approfondimento servendosi anche della filologia o critica testuale, ha mostrato un bell’impegno a cercare di dare il pane della Parola, cosa che non proprio tutti fanno….
Come mi ricordava Martini in diversi suoi libri, ci si pone davanti a un brano evangelico sempre con domande a cui si cercano risposte.
Cosa vuole dire il redattore Matteo alla comunità che gli domanda come si deve vivere il messaggio di Cristo?
Cosa vuole dire Cristo?
Che cosa sta accadendo intorno a Cristo?
Quanto sopra compreso, cosa dice a me oggi?
E sempre un fascinoso esercizio, che a me piace fare avendo vicini la Bible de Jerusalem e la Vulgata, per capire personalmente nel profondo quelle parole.
Ogni redattore dei Vangeli, risponde, alla situazione in cui vive la sua comunità, servendosi di documenti che ha a disposizione, ma soprattutto risponde o vuole lanciare il messaggio che ha recepito, e che attraverso lui lo Spirito ispira.
Quindi nella differenziazione dei testi tra i redattori dei Vangeli, vi è tutta la ricchezza sulla quale si è sviluppata la Chiesa e tutta la Cattolicità.
Questa è la mia personalissima lettura, ovviamente, confortata dalla personalissima ricerca….
un saluto
Matteo 16,15
VULGATA
15 Dicit illis: “ Vos autem quem me esse dicitis? ”.
16 Respondens Simon Petrus dixit: “ Tu es Christus, Filius Dei vivi ”.
CEI
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
Oh per carità, Roberto: “competenti”? Afferro al volo il microfono solo perché tu hai avuto la pessima idea di lanciarlo in aria e non vorrei che cadesse rovinosamente in terra. (Scherzo: il nostro Matteo l’ha già messo opportunamente in salvo).
Da quel che so, tutti e tre i sinottici riportano il breve dialogo fra Gesù e i discepoli, in seguito alla domanda: Chi dice, la gente, che io sia? Stando alla traduzione ufficiale della CEI, solo Luca (9, 20) utilizza l’avversativa: “Ma voi chi dite che io sia?”. Marco (8, 29) preferisce la congiunzione “e”, che in questo caso sembra assumere anch’essa un valore avversativo, ma certamente meno evidente. Matteo (16, 15) non usa congiunzioni.
Mi pare che risulti comunque chiara, nelle tre formulazioni, la distinzione fra l’opinione della gente e il convincimento dei discepoli, di cui si fa portavoce Simone. Avversativa o no, sembra naturale che Gesù si aspetti, dopo tanta predicazione e tanti miracoli effettuati, che le persone più vicine abbiano capito su di Lui qualcosa di più rispetto alle turbe.
Fin qui, credo che potremmo essere tutti d’accordo; sul significato odierno di tale distinzione, invece, e sul rapporto fra la Chiesa istituzionale e la massa dei credenti, temo che possa sorgere materia di discussione.
Il Papa oggi all’Angelus:
“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. A questa ispirata professione di fede da parte di Pietro, Gesù replica: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli”.
È la prima volta che Gesù parla della Chiesa, la cui missione è l’attuazione del disegno grandioso di Dio di riunire in Cristo l’umanità intera in un’unica famiglia. La missione di Pietro, e dei suoi successori, è proprio quella di servire quest’unità dell’unica Chiesa di Dio formata da giudei e pagani; il suo ministero indispensabile è far sì che essa non si identifichi mai con una sola nazione, con una sola cultura, ma che sia la Chiesa di tutti i popoli, per rendere presente fra gli uomini, segnati da innumerevoli divisioni e contrasti, la pace di Dio e la forza rinnovatrice del suo amore.
Commento di un Sump un po’ perplesso: “l’unica Chiesa di Dio formata da giudei e pagani”? Giudei e pagani convertiti, intende, secondo voi? E se no, qualcuno potrebbe spiegarmi quello che mi sfugge?
Sump penso non ti sfugga nulla e ti ringrazio per la segnalazione, credo che il Papa il ‘convertiti’ lo abbia dato per scontato!
Anche perché esiste agli inizi l’Ecclesia “ex gentibus” e quella ” ex circumcisione”, ma tutto si gioca da allora e per sempre nel riconoscere in Cristo il Figlio del Dio Vivente e nell’accoglierlo… altrimenti non avrebbe alcun senso neppure la sua prima venuta…
Inoltre è un ulteriore richiamo alla Istituzione Divina della Chiesa, che molti oggi sembrano non voler più riconoscere
Grazie Lea!
Certo che è così! Ma la sensazione di gelo alla schiena che ho avuto per un attimo – parlo a te perché tu puoi capire – la dice lunga sul punto a cui ci ha condotti una certa “libera” (spericolata? fantasiosa? scellerata?) ricerca teologica postconciliare.
Antidoto: mi sono appena riletto le splendide venti pagine che alla Confessione di Pietro e all’Istituzione Divina della Chiesa dedica il mirabile “Gesù di Nazaret” di uno che è , caro Roberto, davvero “competente” in tutti i sensi. Lo consiglio a tutti: da pag. 333 a pag. 352.
Una buona domenica a tutti da una Florida che rivede il sole dopo esattamente 9 giorni di pioggia e vento che ci hanno fornito le scorte d’acqua per 6 mesi… e dire che eravamo in siccita’!!
Di Venezia ho il ricordo bellissimo della Vigilia di Natale del 1989… una corsa a Piazza S.Marco per la Messa di Mezzanotte che non si celebra…una corsa all’indietro verso Campo S.Geremia e la grande chiesa omonima con una Messa di Natale in 5 lingue… gli auguri a chiunque s’incontrava per strada… prima eravamo stati a cena al Ghetto e i sapori ancora si risentono nella memoria… (scelta di non seguire giornali o radio o tv per qualche giorno)… al ritorno abbiamo appreso il destino della Romania…
Un caffe’ virtuale a Sara Bauducco come si conviene tra buoni vicini e un benvenuta di cuore. Abbracci a tutti quanti e grandi lodi per le conversazioni intraprese anche oggi……
” Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal tuo volto, che il mondo non mi rivela.” Karol Wojtyla
il mio ultimo ricordo di Venezia di un paio d’anni fa è una scorribanda nel ghetto e, a sera inoltrata, la scoperta che in un locale kasher stavano festeggiando il passaggio di una cometa (non mi ricordo più il nome) che avveniva proprio in quei giorni… suggestioni delle calli sotto la luce della luna… nostalgia… se potessi ci tornerei subito
Cara Principessa,
nella calda carezza del sole – finalmente ! – è compresa anche la nostra ansia e la preghiera di tutti. Ciao!
Oggi pomeriggio alle diciotto, a Castelgandolfo, concerto per papa Benedetto XVI: “Die Winterreise” di Schubert (op. 89) su versi di W. Müller.
Chi ne volesse ascoltare il primo brano (“Gute Nacht”) potrebbe rivolgersi qui:
http://it.youtube.com/watch?v=Tc_GCguYgHw
Intanto, alle fanciulle di ogni età che animano e allietano il pianerottolo, vorrei dedicare, in traduzione, qualche verso:
“… Buona notte, amore mio.
Non voglio turbare il tuo sonno,
voglio la tua pace;
camminerò in punta di piedi
e piano, piano, chiuderò la porta!
Passando, ti scriverò
sull’uscio: buona notte.
Avrai così la prova
che ho pensato a te… “
@ roberto 55 scrive, – 23 Agosto 2008 @ 23:38
———————————————–
Matteo 16,15
GRECO:
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16 ?????????? ?? ????? ?????? ?????, ?? ?? ? ??????? ? ???? ??? ???? ??? ??????.
(??= ma, anche)
VULGATA
15 Dicit illis: “ Vos autem quem me esse dicitis? ”.
16 Respondens Simon Petrus dixit: “ Tu es Christus, Filius Dei vivi ”.
CEI
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»
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(effettivamente ogni volta che il redattore coglie in Gesù, l’espressione “ma”
sta dando una importanza particolare alla perifrasi,
esempio classico delle varie volte che Gesù afferma: “ma io vi dico”)
A chi capita di esser passato per Teologia, sa che è una scienza con varie materie in cui si lavora ad una continua ricerca.
Al teologo è dato di lavorare in coscienza ad una sincera ricerca in ogni materia che forma la Teologia.
Ai Vescovi è dato di vigilare acchè la dottrina sia sempre preservata.
Così è nella Chiesa Cattolica.
Ad ognuno il suo lavoro.
Vero?
Noi cristiani non abbiamo bisogno di cercare nemici a tutti i costi.
Satana basta e avanza per tutti a creare divisioni, non vi pare?
Ora se nella vita civile sembra che i magistrati dopo essere stati fatti a pezzettini dalle br e dalla mafia, ora sono diventati il pericolo numero uno,
Non mi sembra il caso che noi con tutte le nostre brave competenze in tuttologia,
ci mettiamo a far la stessa cosa con i teologi,
che passano la propria vita a ricercare e ad insegnare nelle varie facoltà,
così come hanno insegnato ad un giovane che si chiamava Ratzinger,
e come quel giovane a sua volta ha fatto la medesima cosa divenendo Teologo e quindi ricercatore di quanto più vicino si possa alla verità;
perchè noi ” Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch`io sono conosciuto”(1Cor.13:12), soltanto quando saremo faccia a faccia con l’Altissimo conosceremo la verità tutta intera.
(???????? ??? ???? ??’ ???????? ?? ?????????, ???? ?? ???????? ???? ????????? ???? ??????? ?? ??????, ???? ?? ??????????? ????? ??? ??????????.)(1Cor.13-12)
Consentitemi di segnalarvi un bellissimo articolo di Enzo Bianchi sulla Stampa di oggi. Si puo’ non condividere alcune o molte delle idee di Bianchi ma c’e’ da riconoscergli la capacita’ di saper indicare la sostanza delle cose:
http://www.lastampa.it nella sezione OPINIONI
Per chi suona la campana del Papa
SUMP!! grazie dell’omaggio…Sara’ la domenica o chissa’ che , ma riesci sempre a renderla meno malinconica come giornata e ad illuminarla con le tue delicatezze per noi “ragazze”…..Abbracci
Grazie per la segnalazione, Principessa, e per il giudizio che proponi in sintesi: per quanto mi riguarda sono pienamente d’accordo: col papa, con Enzo Bianchi e con te.
Caro Matteo,
hai fatto bene a richiamare (ore 16:37) i principi fondamentali: condivido tutto quello che scrivi (a parte la battuta sui magistrati, che peraltro è del tutto collaterale), a ognuno il suo lavoro e lo Spirito assista tutti.
Però: così come c’è magistrato e magistrato, c’è teologo e teologo. (Qualcuno dice che anche Satana è teologo; e a voler dar retta all’intuito di Solovev, teologo di professione sarebbe anche l’Anticristo). La ricerca teologica è sempre stata, doverosamente, libera; ma al popolo dei fedeli arrivava solo dopo aver superato il filtro dei vescovi, dei papi, dei concilii, degli imprimatur. Oggi non è più così: quante anime danneggia un Hans Küng, sia prima che dopo le prese di distanza da parte della Chiesa, sia prima che dopo la sacrosanta condanna inflitta alle sue libere ricerche? Era a questo che mi riferivo, con le mie perplessità. Fai bene a richiamare noi tutti alle nostre pochezze e approssimazioni di tuttologi, ma la ricerca teologica è santa se avvicina noi (semplici, superficiali, sempliciotti) alla Verità, è diabolica se ce ne allontana; e il giudizio spetta a chi ha ricevuto il potere di legare e sciogliere: a lui e a nessun altro.
Hans Küng?
Io consiglierei di leggere qualcuno dei suoi libri,
l’ultimo uscito, autobiografia, è una sintesi interessante di una epoca storica e di una vita, e poi, dopo, sarà interessante confrontarsi tra quello che a noi risulta e quello lui scrive, condannarlo a priori? perchè?
Che cosa si saranno detto i due vecchi teologi nell’appartamento papale, quando non tanto tempo dopo l’elezione, Ratzinger ha chiamato Kung, per una loro chiacchierata, tra addetti, ma anche tra persone che hanno vissuto un particolare grandissimo periodo storico.
L’esperienza mi insegna che nulla è così ovvio,
anche Mons. Roncalli….., finì nei registri della Santa Inquisizione.
Io non dò nulla per scontato.
I “processi storici” sono molto lunghi e generalmente vanno oltre la limitatezza temporale delle nostre povere vite.
“mille anni. sono come il giorno di ieri che è passato”(sal.89(90))
Con rispetto delle vostre opinioni, un saluto.
Anche stavolta, insomma, ho sollevato un bel “vespaio” chiamando gli amici del “pianerottolo” che stanno nei primi banchi (se non vi piace il termine “competenti”, ricorro a quest’altra formulazione: scherzo, ovviamente, ed anzi, vi ringrazio molto della disponibilità e dell’impegno con cui vi siete “tuffati” nel tema che vi ho proposto) ad aiutarmi a meglio comprendere il passaggio evangelico “toccato”, nell’omelia di ieri sera, alla Chiesa Parroccchiale del mio paese, da Don Antonio (nessuna meraviglia, in proposito, Matteo: il “nostro” Don Antonio cerca sempre di non risultare convenzionale o prevedibile e, se posso commentare, ci riesce molto spesso).
Piuttosto, caro Sump, un dubbio: nell’edizione che ho recuperato del Vangelo di Luca (edita da Einaudi e tradotta da Fulvio Nardoni) su adopera la congiunzione “e”: come interpreti questa diversità rispetto al testo da te citato (e tradotto a cura della CEI, e, quindi, come dire ?, “ufficiale”) ? Ti ringrazio in anticipo della risposta, come rinnovo i ringraziamenti a tutti gli amici per la partecipazione alla questione di cui necessitavo di conoscere i vostri pareri.
Sono contento, Principessa, che il pericolo di FAY sia passato: ho anche letto, e Ti ringrazio della “dritta”, l’articolo di Enzo Bianchi con cui concordo al 101%.
Domani si ricomincia (sto parlando del lavoro): buona serata a tutti !
Roberto 55
1. Io consiglierei di NON leggere i libri di un signore le cui tesi sono state e sono condannate dalla Chiesa cattolica apostolica romana.
2. Non condanno a priori nessuno: mi attengo a quanto mi suggerisce (anzi, mi impone) la Chiesa istituita da Gesù Cristo.
3. Che cosa si saranno detti i due anziani teologi? Appunto: che cosa si saranno detti? Io non lo so; tu sì?
4. “Finire nei registri” è niente: dipende da come ne esci.
5. “Mille anni sono come il giorno di ieri che è passato”. Questo è proprio vero. Facciamo contento Roberto con un’altra simpatica battuta dal repertorio yiddish: Preghiera di un mendicante ebreo: “Oh Signore, eterno e immenso, per te un minuto equivale a un milione di anni; per te uno scudo equivale a un milione di scudi. Ti prego: che ti costa regalarmi un milione di scudi?”. Risponde il Signore: “D’accordo, voglio accontentarti. Eccoti un milione di scudi: aspetta solo un minuto e sarà tuo”.
@ roberto 55 scrive, – 24 Agosto 2008 @ 18:39
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Luca – Capitolo 9:20
GRECO
????? ?? ??????, ????? ?? ???? ?? ?????? ?????; ?????? ?? ?????????? ?????, ??? ??????? ??? ????.
(sottolineo????? ??)
VULGATA
[20] Dixit autem illis: “ Vos autem quem me esse dicitis? ”. Respondens Petrus dixit: “ Christum Dei ”
CEI
[20] Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia?”. Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”.
LA BIBLE DE JERUSALEM
[20] “Mais pour vous, leur dit-il, qui suis-je ? ” Pierre répondit : ” Le Christ de Dieu. ”
Non capisco Einaudi quali fonti abbia……!
Sump rispetto la tua personale opinione
Personalmente se a me qualcuno mi dice di non leggere,
è il momento che di sicuro io leggo,
non è credibile nessuno che mi preclude un dato culturale,
gli piaccia o meno,
non sono un bambino a cui si dice cosa deve o non deve ascoltare,
tanto più alla mia età.
Gli altri sono liberissimi di non conoscere.
Nessuno ha l’autorità di precludermi qualsiasi lettura,
sta invece alla mia coscienza fare il discernimento di quel che leggo.
Posso persino permettermelo perchè mi sono forniti i mezzi e l’intelligenza dono di Dio.
Abbiamo approcci diversi, lo riconosco!
Sump carissimo sono peplessa riguardo i punti 1 e 2 del tuo post delle 19:51. Ora! visto che ti conosco per un uomo molto profondo sia culturalmente che umanamente, ti chiederei – se vuoi – di argomentare le tue posizioni. Sicuramente la mia ignoranza ha qualcosa a che fare con la mia domanda, ma non e’ possibile che una persona come te scarti la lettura di qualcosa – anche se totalmente opposto a quanto crede -solamente perche’ queste tesi sono contrarie alla Chiesa e la stessa ne “vieta ” la lettura.
Mi spieghi per favore?
Un abbraccio
Caro Roberto:
le citazioni di Matteo (dal testo greco e dalla Vulgata) mi sembrano esaurienti. Comunque, pare a me che l’uso delle congiunzioni “ma”, o “e”, o l’assenza di congiunzioni, non determinino differenze di sostanza. Che è – a voler adoperare le parole di Ratzinger/Benedetto XVI (“Gesù di Nazaret”, p. 336) – “la partenza verso la croce come pure l’invito alla decisione che ora distingue nettamente i discepoli dalla gente che solo ascolta ma non accompagna Gesù; tale invito trasforma i discepoli chiaramente nel nucleo iniziale della nuova famiglia di Gesù – la futura Chiesa.”
Cara Principessa,
le parole che ho adoperato sono “io non consiglierei”: le confermo. Non consiglierei i libri di Küng soprattutto a persone che già di loro si sentissero portate a tentazioni moderniste. Io, lo confesso, tre libri suoi li ho letti, così come ho finito da non molto l’ultima fatica di Mancuso. Non ritengo di aver commesso peccato, perché la Chiesa non ha più da tempo elenchi di libri proibiti. Però non c’è dubbio che – soprattutto, ripeto, quando si hanno già tendenze “di confine” – si tratti di giocare coi fiammiferi in un bosco d’estate. Credo sia giusto seguire la propria coscienza, sapendo però bene che è facile prender male le misure e determinare esiti, a volte, drammaticamente negativi.
Insomma, a voler esemplificare: ci sono un sacco di cose che non ho mai fatto e sperimentato (l’uso delle droghe, pratiche sessuali anomale, sedute spiritiche ecc. ecc.) perché le ritengo negative, fidandomi delle persone che me le sconsigliano. Che cosa c’è di scandaloso nell’evitare letture che la Chiesa (di cui mi fido, più che della mia stessa coscienza, esposta com’essa è a tentazioni difficilmente resistibili) mi sconsiglia, dall’alto della sua esperienza e del carisma dello Spirito che costantemente la accompagna?
Ora va meglio.Consigliare o sconsigliare una lettura ha senso se si conosce cio’ di cui si sta parlando.
Per il resto, penso che tutto il nocciolo della questione risieda nella profondita’ della propria fede. Se io ho una base solida, posso poi su essa costruire – a seconda del mio stile, classico o moderno – scegliendo cosa recepire e cosa scartare, certamente con la guida saggia (attenzione! ho detto guida e non imposizione: infatti la Chiesa condanna delle tesi ma non ne proibisce la divulgazione) della Chiesa.
Non c’e’e assolutamente nulla di scandaloso nello scartare qualcosa fidandosi dei consigli della Chiesa!! del resto, credo che la maggioranza di noi abbia evitato quelle pratiche che metti tra parentesi dietro consiglio dell’esperienza altrui che le aveva trovate negative. Ma tra le pratiche citate e la lettura di un libro , mi permetto affermare che c’e’ una “leggera” differenza……
Mi viene in mente tutto il chiasso fatto davanti al libro di Dan Brown, come se un libro di fantasia avesse potuto cambiare quello che ciascuno di noi sente nel profondo e le verita’ storiche su cui si basa la nostra religione.
(e per favore, avitate l’argomento delle anime semplici che non riescono a fare il distinguo, perche’ dubito che persone semplici leggano Dan Brown, o leggano libri del tutto…….. e percio’ si rivolgono quasi sempre al parroco per consiglio)
Lo so Sump, che tu parli di testi di ben altra levatura e di “pericoli” ben piu’ possibili… pero’, mio caro amico, la coscienza di ognuno e l’intelligenza che il buon Dio ha voluto donarci dovrebbero essere sufficienti a farci pesare tutti gli elementi a disposizione ( i consigli della Chiesa, le tesi estranee o diverse dal Magistero, le tendenze in qualunque direzione………) e farci scegliere cio’ che veramente e’ importante. O no?
Sapessi, cara Principessa, quanti danni hanno fatto e fanno i libri di Dan Brown fra gli studenti in età adolescente! Che fatica, a scuola, per revocare in dubbio (adoperando il più possibile lo stile e il linguaggio dei ragazzi e privilegiando il tono satirico) la vera e propria “vulgata” che si sta tragicamente imponendo. Verbigrazia:
– la Chiesa ha fatto sparire centinaia di vangeli antichi ma “scomodi”;
– il canone della Bibbia (Nuovo Testamento) è stato stabilito da Costantino;
– il personaggio storico di Gesù è ormai impossibile da ricostruire, dopo le falsificazioni organiche perpetrate dalla Chiesa;
– comunque Gesù era sicuramente femminista;
– vegetariano e animalista;
– pacifista;
– anarchico “in senso buono, prof!”;
– e via delirando.
So anch’io che strillare e proibire è controproducente. Ma – lo dicevo già in altri post – un programma di sana e schietta apologetica ben fatta non è solo opportuno, è necessario.
Confesso: il rischio che tendo spontaneamente a correre, e da cui devo assolutamente difendermi, è quello del pelagianesimo. E’ per questo che il mio sistema d’allarme scatta ogni volta che sento parlare di “retta coscienza” e “intelligenza”. Ma: e la presenza del male? e le tentazioni e i peccati dell’intelletto? Ci vuol altro che l’ottimismo della volontà, cari amici…
Ho l’impressione che ci avviamo verso una discussione gia’ fatta in precedenza nella quale abbiamo parlato di scuola,famiglia, ’68, televisioni e politica!
Capisco quanto dici Sump, specie alla luce della tua esperienza diretta nella scuola e capisco quanta fatica qualcuno come te deve fare per cercare di raddrizzare un’idea sbagliata o, quanto meno,nata da origini sbagliate. Sono solidale ma sono anche solennemente incavolata per la totale assenza delle famiglie (o anche di una sola persona che se ne assicuri la formazione) nella costruzione di quella fede basilare e forte a cui facevo riferimento prima. Ma ditemi come si fa a non spiegare a un figlio o a un giovane di una famiglia che leggere Dan Brown significa leggere “finzione”? che la religione e’ tutt’altro?
Lo so, lo so, sono ingenua e non ho l’esatta percezione di quello che e’ diventata la societa’ italiana (soprattutto dopo essere stata deviata da un proprietario di TV che poi e’ diventato Primo Ministro)!!… io, invece, continuo a chiedermi che ne e’ stato del cervello degli italiani, della grande tradizione storica e anche religiosa che passava di generazione in generazione,della cultura e della grandezza che ci ha resi conosciuti nel mondo…
Altro che potenza mondiale!! sarebbe il caso davvero di dare un’occhiata alle penose condizioni del “pensiero italiano” in generale se un Dan Brown riesce a scalfirlo……..
Non capisco quali danni Dan Brown abbia combinato,
me ne hanno parlato soprattutto i ragazzi, certo,
MA…………………………………………..
dove c’è vuoto,
qualcuno lo riempie.
ALLORA,
la colpa non è di Dan Brown, che ha fatto il suo lavoro, ci ha preso parecchi sghei, complimenti a lui se è riuscito a formare un cotanto lavoro di fantasia da farlo divenire reale, si è dimostrato intelligentissimo.
Colpevole di che?
COLPEVOLI sono coloro che hanno favorito il vuoto,
riempiendo il senso della vita,
di veline, di tronisti, di pura apparenza, di VUOTO allo stato puro,
tutto costruito da persone di generazione di immediato dopoguerra.
E’ impensabile che qualcuno mi proibisca la conoscenza,
in quanto conosco, sono un essere che dubita e che pensa.
Non è possibile credere che dobbiamo essere fatti con lo stampino,
Non e pensabile il solito padre-padrone, che decide per me cosa è bene e cosa è male, magari è proprio lui l’autore delle violenze più efferate……….
come è accaduto innumerevoli volte nella storia umana……..
Questa società è figlia profondamente di tutti quei 70-80enni che hanno voluto che i loro figlioli avessero tutto materialmente, tranne il senso più profondo della vita.
Ora trovo veramente povero di stile prendersela con libri che si vorrebbero mettere all’indice, per paura, per paura, quando dovremmo mettere all’indice una intera generazione di vuoto a perdere……
MA
facciamo finta che sia colpa di Dan Brown e di quanti? libri pericolosi?
Vogliamo dirigere le coscienze,
ci avevano pensato anche altre persone,
con ben migliori risultati,
di guerra e di sangue,
e ora?
IL VUOTO.
Un bell’esame di coscinza?
Un esame di coscienza? Ben venga. Cerchiamo però di resistere alla tentazione dello scaricabarile.
[Apro, per sorridere un po’ (sorridere amaro, s’intende), una parentesi “scolastica”. I docenti universitari non fanno che lamentarsi perché gli studenti hanno scarse capacità di esprimersi in modo corretto ed efficace: la colpa, naturalmente, è di noi insegnanti di triennio. E’ vero, diciamo noi, la situazione è quella: ma che cosa possiamo fare noi se i nostri colleghi di biennio non sanno fare il loro mestiere? Certo, dicono questi ultimi: sapeste che razza di capre ci mandano quegli sciagurati dei docenti delle medie inferiori! Ma che dite? – obiettano gli “sciagurati” – il guaio sono i maestri elementari… Per “fortuna” un modo di mettere d’accordo più o meno tutti, nell’ambiente, c’è: prendersela con le famiglie degli studenti. Naturalmente, esiste, in altri ambienti, il gioco dell’altra campana, con i genitori che se la prendono invece con la televisione, i videogiochi, i preti, gli zingari, i comunisti e – tutti d’accordo – con le scuole e gli insegnanti.]
La lunga parentesi serve a spiegare perché il gioco della ricerca dei colpevoli – se passiamo dal piccolo fenomeno (Dan Brown) all’analisi complessiva – non mi appassiona poi tanto. In Italia, fra gli anni cinquanta e i sessanta del secolo scorso si è determinata una colossale rivoluzione economica, sociale, culturale, addirittura antropologica: è scomparsa rapidamente la civiltà contadina (con la sua cultura, i suoi ritmi, i suoi valori, le sue istituzioni familiari, politiche e religiose, gli strumenti e gli istituti di vita associata). La perdita di senso della scuola e della parrocchia, la decadenza e la caduta del sistema politico, il femminismo, il nichilismo culturale, la crescita zero della popolazione, il sessantotto, il berlusconismo, il passaggio (in una generazione!) da paese di emigrazione a paese di immigrazione, sono tutte conseguenze di quella rivoluzione. Conseguenze molto più di quanto non siano poi, a loro volta, cause di ulteriori sviluppi (o involuzioni).
Esame di coscienza? Ripeto, ben venga: nessuno di noi è riuscito a impedire il bombardamento (ma era umanamente possibile chiedere di far fronte alle bombe praticamente a mani nude?). Ci crollava il mondo intorno e noi abbiamo faticato anche semplicemente a capire quel che stava accadendo (in qualche momento ci siamo anche fatti complici della distruzione dei valori tradizionali, convinti stoltamente di essere portatori di un sistema di valori superiore; in qualche momento, parlo per me, abbiamo stupidamente scambiato il puzzo della decadenza coi dolori del parto di una nuova grande civiltà a misura d’uomo).
Il senso della trasformazione io ce l’ho, visivamente, davanti agli occhi in una sequenza che mozza il fiato: la cara immagine rassicurante, paterna, affettuosa del santo pastore Giovanni XXIII (ricordate il discorso di apertura del Concilio, tutto proiettato in avanti, ottimista, sorridente e positivo?). E dopo qualche anno appena, il volto sofferente, provato, spaventato del santo pastore Paolo VI, consumato da una lunga lunga lunga agonia, che non era solo la naturale agonia dell’uomo singolo che avverte l’appressarsi della morte, era la consapevolezza del terribile tunnel di dissipatezza e di apostasia in cui vedeva inesorabilmente “scomparire” la Chiesa in Italia e in Europa.
Trovo vari punti di condivisione sull’analisi,
ma io sono uno di quelli, che ha vissuto la realtà della scuola anche dalla parte degli insegnanti,
e ancora oggi ne condivido quotidianamente le informazioni…
Ergo, gli insegnanti, sono figli della propria epoca storica, ma non possono supplire all’agenzia educativa fondamentale che sono i genitori.
Già dagli anni ’80, sentivo i genitori, che venivano a scuola e pretendevano dai professori perchè loro non avevano tempo,
genitori che venivano in parrocchia e pretendevano dal parroco e dai catechisti perchè loro non avevano tempo.
Oggi la situazione non è affatto differente, ma peggio!
Quello che è assurdo, è che buona parte dei genitori, ha abdicato in toto all’educazione dei figli, educazione civile, sociale, religiosa, umana,
si sono abituati a demandare ad altre agenzie educative,
la scuola, la parrocchia, la palestra, la scuola di ballo..etc. etc.
Ecco, oggi continua solo a peggiorare la situazione, e i genitori di oggi (non tutti) sono i figli che hanno imparato dai genitori l’abdicazione alla genitorialità in tutta la sua essenza.
Per questo non mi sento, nel modo più assoluto di distribuire patenti contro insegnanti, sacerdoti, vescovi, che fin troppo vanno di moda in questo momento storico, per liberarsi la propria coscienza.
La realtà dei cattolici, non è stata delle piu’ entusiasmanti, sin da quando ero piccolo, avendo avuto modo di toccare con mano vere e proprie violenze alle coscienze. Quando ero piccolo mio padre strappava le pagine di Famiglia Cristiana, ove erano rappresentate le donne (all’epoca, per le donne c’erano molti articoli, proprio perchè le donne erano la parte fondante della famiglia e quindi anche foto di donne e modalità di abbigliamento). Mio padre era contro tutte le rappresentazioni di immagini di donne sulla stampa che negli anni ’60 facevano tanto scandalo per i bigottismi, mio padre odiava chi aveva i capelli lunghi (erano simbologia di affermazione dei giovani che si staccavano dalla totale pedissequità, momento in cui affermavano l’alterità dai genitori, ma a quell’epoca la psicologia ancora non era diffusa… come oggi), mio padre odiava le canzonette, dai Celentano a tutto quel mondo che andava affacciandosi nella realtà musicale, ed io ragazzino, pensavo che mio padre avesse ragione!!!!! Mi sono svegliato molto, molto tardi.
Ecco perchè caro Sump, i tuoi pensieri non mi sono nuovi. Li ho già sentiti fin da ragazzo.
Il Bigotto-cattolicissimo padre, poi divorzio’, scrisse varie lettere al Santo Padre Paolo VI e Giovanni Paolo II, sulla deriva della Chiesa e della società.
Mio padre non aveva interesse a capire cosa accadeva intorno a lui.
Voleva che le cose rimanessero immutabili, come nella sua giovinezza….
Ma nulla è immutabile.
????? ???
Per me, nel ricostruire la mia fede cattolica, mi fu padre, Paolo VI, di cui seguivo tutti i suoi discorsi e il magistero, e all’epoca vi erano anche i grandi Pellegrino, Colombo….
Ecco, caro Sump, perchè un certo tipo di discorsi, mi creano una particolare allergia, li ho vissuti sulla mia pelle.
Hai tutta la mia solidarietà, caro Matteo. E’ quanto mai difficile rapportarsi con equilibrio a una figura paterna come quella che descrivi. Non mi sogno nemmeno di rifilarti consigli o lezioni: solidarietà e silenzio partecipe, questo solo posso darti, e anche – se permetti – una preghiera.
Però una riflessione (non per te, che non ne hai bisogno: per me) la vorrei proporre. Nel caos della rivoluzione italiana (l’unica, dopo millecinquecento anni) ognuno di noi si è trovato protagonista di una vicenda la cui portata era del tutto superiore alle nostre forze e alla nostra comprensione. Dio sapeva e sa il perché e il percome, le cause, le modalità, il fine; ma era (ed è) l’unico. Paolo VI, il cardinal Colombo, padre Pellegrino (con intenzione lo chiamo così, come amava essere chiamato), e poi ognuno al suo posto tuo padre, io e tu stesso, caro Matteo, abbiamo fatto quello che abbiam potuto: ci abbiamo provato a tenere la posizione, con esiti diversi a seconda dei diversi talenti che Dio ci ha dato, abbiamo fatto tanti errori (chi non ne fa? in peccato concepit me mater mea) ma ci affidiamo alla misericordia del Giudice lassù.
Nostro malgrado, continueremo a sbagliare alla grande, tu e io e tutti. Ma con la chiacchierata virtuale che abbiamo aperto qui stamattina, forse un risultato lo stiamo ottenendo: fino adesso, al di là di tutte le differenze, nei tuoi confronti nutrivo rispetto, oggi ti sento, in qualche modo misterioso, fratello di fede.
@ Sumpontcura scrive, – 25 Agosto 2008 @ 10:30
Te ne sono grato
A volte lancio le mie provocazioni e le mie considerazioni nei post sperando che tutti mi aiutiate a capire sempre di piu’ (un po’ come fa un pescatore con ami e esche ).
Devo dirvi, Matteo e Sump, che stamani, leggendo i vostri commenti, questo pescatore non solo ha ottenuto una bella “preda” (le spiegazioni dall’una e l’altra parte molto precise e dettagliate) ma ha imparato anche una grande lezione di comprensione e di fratellanza che puo’ scaturire da diverse esperienze di vita che hanno pero’ condotto ad un’unica ricerca di Fede.
Concordo sul costante rispetto che abbiamo gli uni degli altri, ma dopo stamani c’e’ anche un grano di comprensione in piu’ per la passionalita’ e la ribellione che Matteo talvolta esprime. Grazie a tutti e due…
Quando si dicono le combinazioni!!!
Date un po’ un’occhiata sul sito del Corriere della Sera, alla sezione CULTURA, articolo di Silvia Vegetti Finzi “La fine delle passioni” – I nonni volevano cambiare il mondo, i nipoti solo l’iPod…..