Amo una spiaggia con i sassi segnati – come se un giorno ci fosse passato Mirò – e la chiamo Scoglitti, legandola nel nome a un borgo di Sicilia che si affaccia sul mare africano. Ma questa mia è laziale e si trova a un passo dal primo – per chi venga da Roma – dei tre ponti romani di Santa Marinella. Non c’è sabbia ed è tutta una festa di pietre istoriate non so come e perché: le hanno fatte così le mareggiate nei millenni. Sono di un calcare misto e a strati che levigato – dalle onde – mostra geometrie colorate, grafie lineari e aggrovigliate, ombreggiature come di porfido, o di marmo cipollino, o di alabastro ambrato. Mi sorprendo a pensare che questi ciottoli avevano questi gomitoli di segni quando si chiamavano Pyrgi ed erano un porto etrusco. Qualche sasso sembra legato da un nastro bianco come un pacchetto, altri hanno cerchi concentrici come gli alberi tagliati, altri ancora sono percorsi da linee parallele come i quaderni a righe. Mi piacerebbe ascoltare una qualche spiegazione. Quando vado a questa spiaggia non mi porto un libro e cerco i segni nei sassi.
Cerco segni nei sassi
22 Comments
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I sassi più belli che io ho visto e cercato, e raccolto (ne ho ancora un grande cesto pienissimo) invece, non avevano segno alcuno: erano tutti bianchi. Bianchissimi. Sassi meravigliosi. In Grecia.
Certo, però, questi sassi segnati, questi sassi etruschi , mi incuriosiscono…
Il 12 luglio lettura vacanziera. Oggi lettura dei sassi.
Questi post sono una ostentata provocazione ai poveri padri di bambini piccoli, costretti a interminabili castelli di sabbia (quando va bene… perché quando va male come nel mio caso di quest’estate non riesci nemmeno a farti un buon bagno una volta). Meno male che esiste la montagna !
ciao a tutti. tra poco riparto per fortuna, per una vacanza riparatoria
Giovanni Scoto Eriugena (IX secolo): “Anche un sasso è luce”.
(Lo scrive nel “De divisione Naturae” appoggiandosi a Gc 1,17: “ogni buon regalo e ogni dono perfetto viene dall’alto e discende dal Padre della luce”)
Pavel Florenskij: «Nelle opere di mano umana, qualunque esse siano, finanche le più rozze, c’è sempre lo scintillio misterioso della vita, così come tale scintillio si percepisce spontaneamente in una conchiglia, in un sasso levigato dalle onde del mare, nelle stratificazioni dell’agata o della corniola, nei fittissimi intrecci delle venature di una foglia. Una cosa fatta a macchina non scintilla: riluce di un bagliore morto e insolente. Sarebbe sbagliato pensare che i bambini non notino questa differenza; la sentono eccome, e sin dalla più tenere età» (Ai miei figli, Mondadori, Milano 2003, pp. 95-96).
Questo post me ne ha riportato alla memoria altri due, di un blog purtroppo ora inattivo:
1) http://wxre.splinder.com/post/3864573/metafisica-alpina
2) http://wxre.splinder.com/post/3864573/metafisica-alpina
Post che si accordano assai con il tema ed i commenti.
Errata corrige:
2) http://wxre.splinder.com/post/4459733/la-roccia-e-la-misericordia
Quale uomo sono
io che sono una donna?
Come un sasso
stretto in una mano
potrei colpire un cane,
essere l’intifada,
cadere in uno stagno
e muovere l’onda, piano…
ho abbattuto Golia,
sono stato montagna,
mia figlia mi ha colorato
di rosso di nero di blu…
Quale sasso sono
io che sono un progetto?
Stringimi nella mano
poi scagliami nel vento:
raggiungerò la mèta,
dove mi hai detto
Tu.
http://youtu.be/XzFUYUE1wwo
Non appena ho letto il tuo post, caro Luigi, mi è sovvenuto il tuo volto, la tua voce sottile, mai urlante, mai irata. Una voce, la tua, che trasmette serenità e tuttavia, a tratti , traspare una vena di malinconia…Questa canzone era la preferita da mio padre il quale amava canticchiarla e…ho risentito, nelle tue parole, in quella voce tua così singolare, la voce di mio padre che canticchiava :” sassi che il mare ha consumato sono le mie parole d’amore per te…”
mi viene da piangere
Clodine…
Nico.
La tua poesia è bellissima.
L’hai scritta tu?
mattlar..anche a me viene da pianger…tantissimo!…. Maioba, te lo dico con due lucciconi che mi escono dagli occhi: “ma che fine hai fatto! Perchè sei scomparso..perché…??…”
Maioba: grazie.
L’ho scritta io, anni fa.
Intramontabile la poesia di León Felipe che assimila la propria vita a quella di un piccolo sasso che rotola lungo i ruscelli, una pietra umile, non adatta ad essere usata per chiese e palazzi; una pietra che sprofonda nella terra nei giorni di tormenta; una petra calpestata da uomini e carri.
http://sielhombrepudieradecir.blogspot.com/2005/04/como-t-as-es-mi-vida-mi-vida-piedra.html
Intensa la versione cantata da Paco Ibáñez
http://www.youtube.com/watch?v=Wj3iPcIr9zo&feature=related
E poi la lettera di Pietro che ci invita ad essere pietre vive, rigettate dagli uomini ma preziose davanti a Dio.
complimenti Nico!
Sei veramente brava. Complimenti.
Clodine: grazie… non son scomparso… visito di frequente il blog… ma le discussioni non sempre mi appassionano… è difficile stare sul web… lo faccio col mio blog e su facebook ed è già tanto… ma vi leggo spesso! 🙂
ciao a tutti e ciao Luigi
maioba
@ Luigi Accattoli
Ma che dici Luigi ? sei diventato superstizioso ? Il Vangelo dice di osservare “i segni dei tempi” (Matteo 16.3) mica i sassi !
@ Adriano
Bravo, bella citazione quella di Giovanni Scoto Eriugena, ha detto anche che quando la fede e la ragione sono in contrasto, la Ragione ha la precedenza.
Non c’entra nulla con i sassi, ma è comunque una sassata anche questa.
“E poi, soprattutto, un sasso dura”. Che bello, nel blog segnalato da Lyco, quel breve e denso “Metafisica alpina”: “Un segno, il mio segno inciso nella roccia. E’ la vita che inizia a vedere se stessa nell’eternità”. Sì, proprio bello.
E il “Anche un sasso è luce” ( non so spiegarmi la profondissima eco di emozione che evoca dentro di me)… e quello “scintillio misterioso della vita” , citati nei commenti di Adriano…
E la poesia di Nico, “bellissima”, come ha subito visto il poeta Maioba.
E i sassi di Gino Paoli e la “piedra pequena” di Leòn Felipe..
Non era un pianerottolo questo, oggi, ma una spiaggia su cui ho trovato questi tesori. Una spiaggia a cui non so che nome dare ma che era “tutta una festa di pietre istoriate” proprio come quella che Luigi chiama Scoglitti.
I sassi e l’acqua.
Due nature e sostanze agli opposti: i primi duri/forti/resitenti, la seconda leggera/quasi senza corpo/pare impotente contro un sasso.
Eppure i sassi buttati nell’acqua non la “rompono”, ma la attraversano e la
disegnano con tanti cerchi d’acqua, ma l’acqua che cade sopra i sassi dopo lungo tempo (perseverando) riesce a modificarli, disegnarli …
L’acqua scrive sui sassi, l’acqua fa emergere la bellezza dai sassi … succede anche ai pezzi di vetro.
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2011/07/13/foto/ciottoli_d_arno-19077058/1/
“Nessuno penserebbe che anche nei ciottoli d’Arno sia racchiusa la bellezza”: così si legge nel n. 28 di “Toscana Oggi”, appena uscito, a commento della collezione dei sassi raccolti da Giovanni Pratesi sugli affluenti e sui renai dell’ Arno a Figline.