La felicità ha vent’anni

La felicità ha vent’anni e salta mentre dice alle compagne: “Lui stasera viene da me e abbiamo la casa libera”.

331 Comments

  1. lycopodium

    @Targum
    Mi riprometto di rispondere più diffusamente stasera.

    @Sump
    «Non sarà che il “modernismo”, stringi stringi, non è null’altro che questa cosa semplice e sciocca: un ridurre la verità alle proprie misure?»
    http://piccolozaccheo.splinder.com/post/17196696/modernisti

    1 Giugno, 2008 - 9:51
  2. targum55

    “Il poco sapere cristiano dei praticanti, registrato dai sondaggi “sociologici”, è dunque il risultato di un deliberato, pluridecennale, e interno, vacuum teologico-catechetico che si pretende teologicamente giustificato. Si chiedeva un amico, giorni fa: “Il primo giorno di catechismo è stato detto al mio figlio piccolo che l’Inferno non esiste; come devo comportarmi con i catechisti?”.
    Ignigo74 (ieri l’altro, in questo pianerottolo)…. ”

    Per alleggerire: Ignigo74 chiamato a rispondere (in associazione con i minimalisti) del reato di divisione del popolo cattolico. Lasciamo la risposta al Manzoni: “Va’, va’, povero untorello, – rispose colui: – non sarai tu quello che spianti Milano”.

    1 Giugno, 2008 - 9:55
  3. Luigi Accattoli

    A Giovanni Mandis. La mia prospettiva non mira ad affermare – nè implica l’affermazione – che “un Pio XI o altri Pontefici col loro Magistero ‘pre-ecumenico’ abbiano ingannato i fedeli insegnando dottrine sbagliate”. Mira piuttosto a considerare rilevante l’inserimento della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico operato dai papi Pio XII e Giovanni XXIII – rilevante per la stessa autocomprensione della Chiesa di Roma – e a vederlo come esigente un profondo e necessario, non opzionale, aggiornamento del linguaggio e della predicazione. In altre parole: oggi sappiamo che non possiamo non andare agli incontri ecumenici – ma certo non vi possiamo andare con gli argomenti che in passato usavamo per giustificare la scelta di non andarvi. Questo vuol dire che avremo bisogno di una nuova apologetica, non che fosse errata quella – poniamo – di Pio XI. Il movimento ecumenico costituì una novità storica e in rapporto a questa novità si ebbero successivi avvicinamenti e aggiustamenti di linguaggio da parte del magistero papale. Se non accettiamo questa storicizzazione, che giustificazione daremo della convocazione dei concili o della pubblicazione di encicliche? Non basterebbe l’enchiridion di quelle già pubblicate? Se noi dobbiamo parlare agli evangelici con il linguaggio del Sillabo o della Mortalium, perchè affannarci nella ricerca di un nuovo approccio? Nuovo approccio – io dico – sul piano della comprensione e della comunicazione della fede, non della sua definizione dogmatica.

    1 Giugno, 2008 - 11:52
  4. Luigi Accattoli

    Ancora per Mandis. Ecco un altro testo del cardinale Ratzinger sulla scomunica degli evangelici: “La scomunica è uno strumento giuridico interno alla Chiesa cattolica; concerne è vero colui che come cattolico si separa dalla sua Chiesa, ma non concerne coloro che sono stati incorporati mediante il battesimo in un’altra comunità di fede” (Chiesa, ecumenismo e politica, Paoline 1987, p. 128)

    1 Giugno, 2008 - 12:25
  5. Sumpontcura

    “Ignigo74 chiamato a rispondere (in associazione con i minimalisti) del reato di divisione del popolo cattolico”… Hai veramente capito questo, caro Targum? Mi vedi come una specie di cancelliere del tribunale? Mai sia, e chiedo perdono per non essermi spiegato bene: accostare i due interventi, di De Marco e di Ignigo, non intendeva in alcun modo stabilire un rapporto di effetto-causa (anche perché ciò avrebbe comportato un conferire a De Marco un ruolo da pubblico ministero che gli è, mi pare, del tutto estraneo): volevo solo cercare in essi dei “segni dei tempi” che mi sembravano rilevanti e degni di discussione.
    (La citazione manzoniana è comunque opportuna anche per me: solo che bisognerebbe vedere chi è l’untorello, fra noi tutti. Certamente, non Ignigo: che mi pare ben lontano da ogni sia pur vaga intenzione di spiantare Milano).

    1 Giugno, 2008 - 13:45
  6. Al commento del Card. Ratzinger sulla scomunica aggiungo che non è solo l’opinione di un teologo, ma anche il Diritto Canonico della Chiesa Cattolica a fare questa distinzione: le pene, come i canoni, infatti, si applicano soltanto ai fedeli CATTOLICI.
    Pertanto i luterani, riformati, anglicani, battisti , evangelici etc. di oggi NON SONO SCOMUNICATI, pur non essendo in piena comunione con la Chiesa Cattolica (un po’ quello che si dice per i divorziati risposati)…
    Anche quyesto fa parte dela VERITA? tanto declamata signor Mandis, no? Camminare con la Chiesa Cattolica di oggi ( non del 1920) comporta una serie di problemi per tanti che vorrebbero essere fermi a quell’epoca.
    Penso che né Giovanni Paolo II né Benedetto XVI (Tantomeno Paolo VI e Pio XII) si siano mai “calati le braghe” diminuendo il tesoro della fede, ma il cammino, disse mi pare Giovanni Paolo II, è irreversibile. Non sappiamo quanto è lunga la via, sappiamo che ci setta percorrerla per essere in sinotnia con la Chiesa, che i papi di questo tempo hanno portato in una certa direzione…

    1 Giugno, 2008 - 13:56
  7. lycopodium

    @Targum
    Devo essere proprio sfortunato.
    Ovunque ho trovato il “primato della parola”, regolarmente si accompagnava alla svalutazione programmatica del carattere RIVELATIVO di (scusi l’autocitazione)
    « “legge”, “corpus rituale”, “memoria”, “tradizione” e suo “depositario”, “custode”, “interprete legittimo e autorizzato” » .
    Ancora più sfortunato, se (in casi non rari) l’espressione in oggetto si accompagnava alla minimizzazione di quel “cioè di Cristo”, che invece Lei cita opportunissimo.
    Resta la domanda sul reale beneficio, vista la legittima e incontestata signoria di Cristo Signore, di sostituire questo DATO DI REALTÀ con espressioni meno proprie.

    A proposito di De Marco.
    Molto minimalismo teologico presenta un’attitudine, come dire?, “massimalista” e, invece che sentirsi destinato ad uno specifico target, pare voglia farsi “legge a se stesso” e “non plus ultra”. La deriva post-conciliare è un fatto, non un’opinione preconcetta, e «l’oggi imperante politicamente corretto» è tutto di parte minimalista.
    C’entra qualcosa il Vaticano II con, ad esempio, quei traduttori statunitensi, grazie ai quali:
    Gesù non è più “Figlio dell’Uomo” bensì “Figlio di un essere Umano”, sparisce la destra del Padre per non fare politica ed anche il “Padre Nostro” subisce rettifica in “Padre-Madre”?

    1 Giugno, 2008 - 15:37
  8. targum55

    Sulla prima parte: se capissi, può darsi che sarei d’accordo. Non trovo nulla che riguardi il piccolo esercizio (forse sgangherato) di logica che provavo a fare.Ho dei limiti strutturali di comprendonio.
    Sulla “deriva”. Il post-concilio è un fatto, la “deriva” è un’opinione, che può essere condivisa, ma che in ogni caso va spiegata e articolata e forse aggettivata diversamente. Per non correre il rischio di attribuire a un evento di grazia come il Concilio (così lo qualificano i Vescovi) frutti che non gli appartengono. Come l’esempio delle traduzioni per equivalenti culturali dimostra. E, ancor più, per non correre il rischio di non vedere i frutti positivi che ha prodotto!
    Altrimenti entriamo in quei luoghi comuni che oggi imperano e che stanno costruendo il nuovo modello vincente del “politicamente corretto” (sia sul piano ecclesiale che politico). Basta un’infarinatura di dialettica per sapere che chi si è sempre piccato d’essere “politicamente scorretto” è destinato a diventare “politicamente corretto” (volente o nolente). Mi scuso per l’ennesimo intervento.

    1 Giugno, 2008 - 16:10
  9. lycopodium

    @ Targum
    1. Giusto rilievo; più che un’idea chiara e distinta, è un indizio; che comincia a trovare conferme ma, come tutti gli indizi, è la tessera di un mosaico, diciamo … in fieri. E non è in questione il ragionamento di Targum, metodologicamente utile, ma l’espressione stessa “primato della parola”. Certo che, ad un livello, l’espressione è importante e dice molto; ma non è quello che dice positivamente che è in questione, ma invece quello che strutturalmente “è impossibilitata a dire”. In essa io vedo pesanti tracce di minimalismo sacramentale ed ecclesiologico, di pregiudizio anti-dogmatico e anti-rituale.
    2. Non ho mai attribuito al Concilio le pseudotraduzioni.
    3. Sono d’accordo sul modo autocritico di gestire le transeunti mode culturali: la verità scappa sempre dal campo del vincitore, diceva Simone Weil (ne avessero tenuto conto, in certi casi, gli applicatori delle riforme conciliari!).

    1 Giugno, 2008 - 17:51
  10. don78

    Targum55 dice :

    “Altrimenti entriamo in quei luoghi comuni che oggi imperano e che stanno costruendo il nuovo modello vincente del “politicamente corretto” (sia sul piano ecclesiale che politico). Basta un’infarinatura di dialettica per sapere che chi si è sempre piccato d’essere “politicamente scorretto” è destinato a diventare “politicamente corretto” (volente o nolente).”

    E quanto c’ha ragione!

    1 Giugno, 2008 - 19:51
  11. targum55

    “In essa io vedo pesanti tracce di minimalismo sacramentale ed ecclesiologico, di pregiudizio anti-dogmatico e anti-rituale”.
    Perché mai? Non sono un teologo e quindi ciò che dico è sicuramente impreciso (se non sbagliato), ma mi affido a persone di cui mi fido. Per esempio certi monaci, dopo avere proclamato il primato della Parola, affermano: “[Dio ha scelto] di salvare e santificare l’uomo mediante dei sacramenti, cioè dei riti e dei segni, per mezzo dei quali ordinariamente e principalmente Dio elargisce i suoi doni di grazia e partecipa all’uomo la propria vita. E’ parso necessario, dico, per rimuovere un pregiudizio che sta alla base del pensiero moderno, con diffusa rispondenza istintiva nella sensibilità contemporanea: cioè il pregiudizio antiritualistico, per cui i riti sarebbero una forma iniziale e inadeguata di religiosità, mentre solo la meditazione personale e la conseguente superiore conoscenza o ‘gnosi’ sarebbe la forma pura, piena e definitiva, di contatto con l’Assoluto”.
    A questo mi ispiro. (prometto di non annoiare più sul tema).

    1 Giugno, 2008 - 19:53
  12. lycopodium

    Ok Targum, vedo che abbiamo comuni letture e la cosa mi fa estremo piacere. Rimane da riconsiderare il fatto che proprio il “primato della parola” nasce in ambito “moderno”. Santa incoerenza? .

    1 Giugno, 2008 - 20:49
  13. lycopodium

    Addenda.
    “Nel cristianesimo il posto centrale non lo ha un “Libro” -la Bibbia- ma la persona di Gesù, sia nel senso che è Lui che parla per mezzo della Bibbia, sia nel senso che questa parla di Lui. Ciò è evidente per quanto riguarda il nuovo Testamento; ma anche per quanto concerne l’Antico Testamento, la lettura che ne fa il cristianesimo è “cristiana”, cioè è in vista e in funzione di Cristo, che è colui che “porta a compimento”, dà pieno significato e piena attuazione all’Antico Testamento. Ciò non significa sminuire il valore dell’Antico Testamento, che resta “parola di Dio” in tutte le sue parti, e come tale la Chiesa lo accetta e venera nella liturgia; significa soltanto collocarlo nella giusta prospettiva, che è quella di essere preparazione e annuncio profetico di Cristo, il Messia, il Figlio di Dio fatto uomo. Nel cristianesimo, perciò, la Bibbia è il testimone privilegiato e autentico di Gesù Cristo crocifisso e risorto e dunque vivente – ieri, oggi e sempre – nella sua Chiesa”. (padre Giuseppe De Rosa s.j., Fatica e gioia di credere, Elledici).

    1 Giugno, 2008 - 22:52
  14. Giovanni Mandis

    ho provato a inserire il mio intervento ma non è andato… forse era troppo lungo?

    4 Giugno, 2008 - 23:00
  15. Giovanni Mandis

    Caro Accattoli, con qualche giorno di ritardo rispondo ad alcune sue considerazioni;
    per meglio farlo ho riassunto in punti i suoi interventi del 1 Giugno 2008 alle 12:25 e del 31maggio alle 19.13, le mie risposte sono tra parentesi. E’ un intervento molto lungo, ma credo fosse inevitabile.

    prima parte
    Luigi Accattoli scrive, 1 Giugno 2008 @ 12:25
    1) Ancora per Mandis. Ecco un altro testo del cardinale Ratzinger sulla scomunica degli evangelici: “La scomunica è uno strumento giuridico interno alla Chiesa cattolica; concerne è vero colui che come cattolico si separa dalla sua Chiesa, ma non concerne coloro che sono stati incorporati mediante il battesimo in un’altra comunità di fede”
    (delle 2 l’una: o non possono essere scomunicati perché sono già fuori dalla Chiesa cattolica, l’unica fondata da Gesù Cristo, essendo “stati incorporati in un’altra comunità di fede” che senz’altro non è stata fondata dal Signore.
    oppure, se il battesimo è uno e quello degli evangelici è valido, non potendo esistere 2 battesimi differenti, significa che essi ricevono il medesimo battesimo cattolico istituito da Cristo, con il quale si è incorporati nell’unica Chiesa di Cristo, una, santa cattolica apostolica con sede a Roma.
    Ora, secondo Unitatis reditengratio: “Col sacramento del battesimo, quando secondo l’istituzione del Signore è debitamente conferito e ricevuto con le disposizioni interiori richieste, l’uomo è veramente incorporato a Cristo crocifisso e glorificato e viene rigenerato per partecipare alla vita divina”, – dato che la Chiesa cattolica è il Corpo mistico del Signore e chi è battezzato è incorporato a Cristo -come dice il decreto- il battesimo incorpora nell’unica e sola Chiesa di Cristo, che è quella cattolica senza ombra di dubbio. Quindi i protestanti nonostante un valido battesimo, si sottraggono alla giurisdizione-potestà della Chiesa e vivono come comunità separata da essa, ma questo non è una cosa lecita; ci sono a tutti gli effetti delle anime battezzate sottratte alla cura diretta della Chiesa universale; per di più queste anime spesso vengono cresciute con spirito non propriamente rispettoso della Santa Chiesa e di quanto essa propone di credere.
    E, dato che gli evangelici-protestanti-luterani professano la “confessio augustana” che sappiamo essere anatemizzata dal Concilio di Trento, ciò significa che sono anch’essi sostanzialmente scomunicati; alla fine le due interpretazioni concordano nel dire che queste “altre comunità di fede” sono fuori dall’unica Chiesa di Cristo. Anche perché se non ne fossero fuori non saremmo qui a discutere di ecumenismo e di come la Chiesa si debba adoperare per farli tornare nell’unico ovile del Signore. Con questo credo di aver risposto anche alle obiezioni di maioba del 1 Giugno 2008 13:56)

    4 Giugno, 2008 - 23:17
  16. Giovanni Mandis

    seconda parte
    Luigi Accattoli scrive, 31 Maggio 2008 @ 19:13
    1) D’accordo che tra Pio XI e Giovanni Paolo II non dobbiamo scegliere… …..interpretare anche le novità che vengono proposte.
    (novità sul come proporre la fede e la dottrina della Chiesa nel dialogo con i fratelli separati, non novità nella fede e nella dottrina).

    2) Ma quanto al contenuto dell’insegnamento su come comportarci nei rapporti ecumenici dobbiamo necessariamente seguire…… …ci siamo?
    (ci siamo nel senso che la prassi degli incontri è cambiata, ma la sostanza no; lo scopo è sempre quello di far tornare i fratelli che si sono separati nell’unica Chiesa di Cristo, che è la Chiesa di Roma e nessun’altra; spero che su questo almeno tra cattolici si sia d’accordo. Aggiungo che così come la prassi è cambiata nulla esclude che possa ricambiare; soprattutto in assenza di risultati concreti, un Papa in futuro sarà sempre libero di ri-proibire o sospendere questo tipo di incontri -magari quelli più legati alla teologia, privilegiando quelli di preghiera o di azione caritativa comune- e/o di limitarli e/o di ri-regolarli a sua discrezione).

    3) Se ci siamo, come mai lei parla la lingua pre-ecumenica dell’enciclica di Pio XI e non quella ecumenica dell’enciclica di Giovanni Paolo? Lei dice “falsa Chiesa” di quella luterana e Pio XI diceva più in generale “falsa religione cristiana”, mentre Giovanni Paolo esprime – con il Vaticano II – una serie di “apprezzamenti…
    (in effetti mi piace parlare “pane al pane, vino al vino”; non ho alcuna intenzione di offendere chi professa la fede di Lutero. Ma credo sia giusto e onesto dire che non è la “stessa” fede che da sempre professano i cattolici, ancor prima della separazione; a me dispiace, ma purtroppo è così.
    Inoltre non ritengo che Pio XI parli un linguaggio “pre-ecumenico”, termine che mi ricorda “l’ermeneutica della rottura” bocciata da B.XVI;
    Pio XI parla un linguaggio franco e severo e nel significato stretto delle sue parole ha perfettamente ragione nel definire “falsa religione cristiana” quella luterana-evangelica-protestante, perché è indubbio che la Fede lasciataci da Gesù è UNA e la Sua Chiesa UNA SANTA CATTOLICA APOSTOLICA ed ha sede a Roma, luogo del Martirio di S. Pietro e S. Paolo -e di tanti altri martiri che hanno rinunciato alla vita per amore di Gesù; chi si è fatto sbranare al colosseo, chi decapitare, trucidare per non adorare gli idoli e/o l’imperatore, etc etc: tutti per non abiurare la Fede cattolica;
    ora mentre Pio XI con tale linguaggio definiva/ribadiva dei principi dottrinali che non cambiano, non la prassi degli incontri che come detto può essere mutevole, Giovanni Paolo II con un linguaggio più pastorale e caritatevole si adoperò per riavvicinare alla Chiesa chi ne è lontano; aveva certamente grande rispetto per le persone che senza colpa sono cresciute in un cristianesimo non cattolico -sono convinto che anche Pio XI ne avesse- ma sicuramente GPII soffriva per queste persone perché sapeva bene che a errori di fede corrispondono errori di morale e di vita vissuta; con gravi conseguenze per la salute spirituale;
    ma, chiedo io…. di chi è la colpa perché queste persone sono cresciute in un cristianesimo non-cattolico? di chi ha voluto fondare una chiesa alternativa e antagonista a quella cattolica, ovvero di Lutero, Calvino etc..
    Quanto a “false chiese” e “false religioni cristiane” intendo dire che se queste fossero vere chiese e vera religione cristiana, per CHIUNQUE sarebbe lecito diventarne membro, compresi i cattolici, perché si potrebbe serenamente trovare la salvezza anche in esse.
    Invece Santa madre Chiesa ci dice che non è così:
    Conc.Vat.II, Cost.Dogm. Lumen Gentium: “Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come NECESSARIA, non vorranno entrare in essa o IN ESSA PERSEVERARE”; cioè chi esce dalla Chiesa è un apostata che si danna;
    ora:
    a) val la pena di ricordare che Martin Lutero era un frate agostiniano e sacerdote cattolico e quindi le parole di Lumen Gentium valgono anche per lui. Ecco un buon motivo per non prendere Lutero come modello di cristiano: chi, senza neppure fondare altre “chiese”, abbandona deliberatamente e consapevolmente la fede cattolica si danna.
    b) sono false chiese perché oltre a non essere state fondate da Cristo –e a una professione di fede lacunosa e quantaltro- NON SONO UNIVERSALI cioè non sono il luogo di salvezza valido per TUTTI gli uomini DI OGNI TEMPO, come invece è la Chiesa di Cristo, cattolica etc etc),

    4) ponendo in luce ovviamente anche le “divergenze”
    (certo divergenze… ma, obbiettivamente, sono enormi! e hanno conseguenze fortissime sulle azioni nella vita quotidiana;)

    5) ma non conclude semplicemente per la “falsità” e non afferma che il confronto sulle diversità è impossibile,
    (sulla falsità dottrinaria di queste comunità si è pronunciato Pio XI, non certo giudicando i singoli e il Magistero successivo ribadisce che dal punto di vista di Fede e Dottrina ci separano enormi distanze; poi, nulla è impossibile per definizione, soprattutto nelle cose di Dio, ma difficile sì, con le innegabili distanze che rimangono; e da quello che ho potuto constatare sui siti ufficiali delle comunità protestanti queste distanze rimarranno a lungo invariate: non intendono smuoversi dalle loro posizioni e vogliono che la Chiesa lasci le proprie per approdare alle loro; e lo si vedrà alla fine..),

    6) ma dice che è necessario e non afferma che la colpa è tutta e solo di chi si è staccato, ma che la rottura avvenne per responsabilità di tutti, tanto che arriva a chiedere “perdono” (paragrafo 88) per la responsabilità che potrebbe essere attribuita ai Papi
    (sulle richieste di perdono si potrebbero scrivere libri e non mi addentro…
    Anche GPII pur nel suo straordinario slancio pastorale e di carità non può omettere, e infatti non lo fa, che ci siano grandi distanze tra la fede cattolica e la fede dei fratelli separati; come già detto condivido che la preghiera debba essere una dei mezzi principali per raggiungere lo scopo del ritorno al cattolicesimo; però mi chiedo: sarà mica colpa di qualche Papa o della vendita delle indulgenze al tempo di Lutero, se Lutero ha eliminato tutti i sacramenti, tranne il battesimo? credo proprio di no.)

    7) Lei – che è molto rigoroso nella sostanza delle sue affermazioni: e io sto imparando dal suo rigore – usa costantemente un linguaggio non rispondente alla ricerca del confronto ecumenico, ma rispondente al rifuto di esso, appunto il linguaggio che il magistero usava quando proibiva il confronto. Oltre a “falsa Chiesa”, lei dice che la fede luterana è “talmente spirituale da dissolversi nel nulla”. Chiama la riforma luterana “una dissoluzione”
    (Lo dico in riferimento alle conseguenze “pratiche” e “storiche” della fede luterana; infatti la “galassia” protestante da Lutero in poi si è talmente allargata da arrivare a migliaia di confessioni protestanti, ognuna che interpreta la Bibbia come le pare; ognuno può fondare una propria “chiesa” protestante. La comunione anglicana è composta di decine di “chiese”; c’è chi ha donne-prete-vescovo, preti sposati, i preti divorziati, chi accetta i matrimoni omosessuali, etc etc;
    c’è da dire poi:
    che i protestanti si pongono come autentiche “chiese” in contrapposizione e concorrenza al cattolicesimo, da pari a pari, come se fossero state fondate da Gesù Cristo e non invece da comuni mortali; e che cercano alleanze e solidarietà con i cosiddetti – da loro – “cattolici non allineati” per “forzare” la Chiesa su posizioni protestanti non solo in campo teologico-religioso, ma anche morale..
    che in tali confessioni si mantiene solo il Battesimo come sacramento (se debitamente conferito, il che potrebbe non essere in tutte le innumerevoli confessioni riformate);
    che non hanno un sacramento dell’Ordine -lo dice chiaramente il decreto Unitatis redintegratio del CVII -; e come è possibile che esista una chiesa cristiana senza sacramento dell’ordine? senza Sacerdoti! a noi cattolici insegnano che per mezzo del Sacerdote, specialmente durante il Santo Sacrificio della Messa, “è” Gesù che agisce!
    E senza Sacerdozio come può mai essere quella luterana, vera, autentica, REALE Eucaristia? se ne deve concludere che quelle “protestanti” non sono l’Eucaristia istituita da Gesù; è possibile parlare di vera Chiesa per i luterani-protestanti-evangelici? devo, ancora una volta rispondere di no; e, cosa molto più importante, neppure Unitatis Redintegratio lo dice.
    evidentemente la buona volontà non basta a cambiare la dolorosa realtà dei fatti.
    con tutto quanto ho detto non mi viene altro termine per definire ciò che è avvenuto DOPO Lutero, se non dissoluzione.
    Lutero ha aperto la strada, servendosi del potere politico-temporale dell’epoca -e a sua volta usato da chi utilizzò la religione per scopi di potere- per affrancarsi dall’unica Chiesa di Cristo, una santa cattolica apostolica, della quale lo stesso Lutero faceva parte come battezzato e come Ministro consacrato; si è affrancato e ha fondato la sua chiesa, con sue gerarchie sullo “stampo” di quelle cattoliche;).

    8) Afferma che Lutero è “padre di una fede in Lutero stesso” Ecco dunque la domanda è questa: come mai lei va al confronto ecumenico con il linguaggio del non-confronto?
    (oltre a quanto già detto su Lutero, di che fede è padre Lutero? di una fede ridotta ai minimi termini, col solo battesimo, senza Sacerdozio e quindi senza Corpo e Sangue di Cristo, senza Penitenza sacramentale, senza il Matrimonio sacramentale e indissolubile; già questo basterebbe.
    Se poi pensiamo a cosa Lutero ha detto e scritto:
    “A quel tempo, difatti, aderivo ancora alla grande superstizione della tirannia romana”, “le indulgenze sono perfidi inganni dei cortigiani romani”, “ora so e son certo che il papato è il regno di Babilonia…..[Gen. 10,8 s.]”, [La cattività babilonese della chiesa]
    “il debito coniugale è una colpa, una colpa propriamente furiosa. Per l’ardore e il piacere che in esso si provano, NON DIFFERISCE PER NIENTE DALL’ADULTERIO O DALLA FORNICAZIONE. Sarebbe conveniente non cadere in tale colpa, ma gli sposi non possono evitarla. Allora Dio non imputa loro questo peccato, per pura misericordia” (De votis monasticis Martini Lutheri judicium, ed. Weimar, Schriften, VIII, p. 654, 19-22, cit. in G. de Haro, p. 57)”,
    “IL DEBITO CONIUGALE NON SI COMPIE MAI SENZA PECCARE, ma misericordiosamente Dio perdona questo peccato, giacché il matrimonio è opera sua; e attraverso questo peccato Egli mantiene tutto il bene che aveva incluso e benedetto nel matrimonio” (Vom ehelichen Leben, ed. Weimar, X-2, p. 304, cit. in G. de Haro, p. 57).”,
    ce ne sarebbe da citare una grande quantità di questi detti luterani, ma mi fermo qui. Davvero credo che un dialogo ecumenico basato o che consideri Lutero un “padre della fede” vada inevitabilmente a parare in un vicolo cieco.
    Come maestri della Fede dovremmo avere, conservare e proporre ai fratelli separati: S. Francesco d’Assisi, S. Francesco da Paola, S. Filippo Neri, S. Francesco Saverio, S. Alfonso Maria De Liguori Dottore della Chiesa, S. Giovanni Maria Vianney, S.ta Teresina di Lisieux Dottore della Chiesa, S. Giovanni Bosco, S. Massimilano Kolbe, S. Pio da Pietrelcina, la Beata Teresa di Calcutta e innumerevoli altri, non Lutero…).

    4 Giugno, 2008 - 23:19
  17. Giovanni Mandis

    terza parte
    Luigi Accattoli scrive, 1 Giugno 2008 @ 11:52
    1) A Giovanni Mandis. La mia prospettiva non mira ad affermare – nè implica l’affermazione – che “un Pio XI o altri Pontefici col loro Magistero ‘pre-ecumenico’ abbiano ingannato i fedeli insegnando dottrine sbagliate”
    (la cosa non può che farmi piacere; infatti avevo detto che era una mia lettura, fortunatamente errata.).
    2) Mira piuttosto a considerare rilevante l’inserimento della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico operato dai papi Pio XII e Giovanni XXIII – rilevante per la stessa autocomprensione della Chiesa di Roma – e a vederlo come esigente un profondo e necessario, non opzionale, aggiornamento del linguaggio e della predicazione. In altre parole: oggi sappiamo che non possiamo non andare agli incontri ecumenici – ma certo non vi possiamo andare con gli argomenti che in passato usavamo per giustificare la scelta di non andarvi. Questo vuol dire che avremo bisogno di una nuova apologetica, non che fosse errata quella – poniamo – di Pio XI. Il movimento ecumenico costituì una novità storica e in rapporto a questa novità si ebbero successivi avvicinamenti e aggiustamenti di linguaggio da parte del magistero papale. Se non accettiamo questa storicizzazione, che giustificazione daremo della convocazione dei concili o della pubblicazione di encicliche? Non basterebbe l’enchiridion di quelle già pubblicate? Se noi dobbiamo parlare agli evangelici con il linguaggio del Sillabo o della Mortalium, perchè affannarci nella ricerca di un nuovo approccio? Nuovo approccio – io dico – sul piano della comprensione e della comunicazione della fede, non della sua definizione dogmatica.
    (la questione secondo me, non è tanto il linguaggio che usiamo noi o che usano i Pontefici, e posso dire che sicuramente trovandomi a discutere con dei protestanti userei o almeno proverei ad usare il linguaggio meno “spigoloso” possibile senza però annacquare i contenuti;
    dicevo, la questione è: le confessioni protestanti si pongono come autentiche chiese, in antagonismo con la Chiesa, sono intenzionate a recedere dai gravi errori dottrinari che li caratterizzano? e che spesso le portano su posizioni diametralmente opposte rispetto a “battaglie” su valori e principi che la Chiesa considera imprescindibili? come detto, dalla panoramica, pur parziale, che ho fatto, mi sembra proprio di no. Alla fine a che serve questo movimento ecumenico se non porta a risultati concreti? Io come cristiano cattolico sento il dovere di amare tutti gli uomini, a prescindere da qualsiasi credo, compreso chi professa altre religioni; e, proprio sapendo che chi non crede in Cristo Gesù sbaglia, tanto più devo amarli; non credo però che l’ecumenismo “serva” ad amare di più gli uomini, per quello basta, o dovrebbe bastare visto che siamo anche noi peccatori, un sano cattolicesimo che dobbiamo sforzarci tutti di incarnare con coerenza nelle nostre brevi vite. Io spero piuttosto che serva a ristabilire una autentica unità e non a radicare chi è fuori della Chiesa nell’errore (con la dovuta carità verso l’errante).
    Credo anche che la prassi degli incontri possa essere uno strumento che più che al ritorno in blocco delle confessioni riformate dentro la Chiesa, punti a illuminare i singoli fedeli appartenenti ad esse e a riportarli singolarmente nel seno della Chiesa stessa.)

    4 Giugno, 2008 - 23:21
  18. Giovanni Mandis

    quarta parte
    (vorrei segnalare qualche reazione del “mondo” protestante alla “Dominus Iesus” nel 2000, così giusto per capire da che spirito ecumenico sono animati)

    La critica radicale delle Chiese evangeliche alla “Dominus Jesus ”
    DOMINUS JESUS/1. “NESSUNO E’ GESTORE DELLA GRAZIA: SOLO CRITERIO DI SALVEZZA E’ L’AMORE”
    (ma come, proprio loro dopo aver detto “sola fides”, rinnegano le parole di Gesù “chi crederà sarà salvo”? come si potrà essere fedeli nell’amore a Cristo senza Fede in Lui e obbedienza alla Chiesa da Egli fondata e di cui Lutero prima di abiurare faceva parte senza ombra di dubbio?)

    Il commento del moderatore della Tavola valdese Genre: “Solidali con i cattolici non allineati”
    (cioè solidali con quei cattolici che, per usare una frase di Pio XI, con il loro comportamento non allineato cercano di “scalzare totalmente i fondamenti della fede cattolica” e per dirla con Benedetto XVI si mettono contro la Chiesa e la contestano quando difende e proclama i famosi “princìpi non negoziabili”; pure questo non mi pare un atteggiamento molto ecumenico..)

    Roma (NEV), 6 settembre 2000 – A seguito della diffusione della dichiarazione vaticana Dominus Jesus, circa l’unicita’ e l’universalita’ salvifica di Gesu’ Cristo e della fede (Congregazione per la dottrina della fede, 6 agosto 2000, resa nota il 5 settembre), si moltiplicano dal mondo protestante italiano le reazioni ed i commenti. Pubblichiamo di seguito una dichiarazione rilasciata oggi all’agenzia NEV dal neo-eletto moderatore della Tavola valdese, il pastore Gianni Genre: “Come protestanti italiani – afferma il pastore Genre – siamo sbalorditi e addolorati per le affermazioni contenute nel documento vaticano Dominus Jesus a proposito dei rapporti fra la chiesa cattolica e le cosiddette chiese sorelle. Soprattutto siamo preoccupati per gli accenti antimodernisti della chiesa cattolica, come la recente scelta di beatificare un personaggio controverso come Pio IX (SIC !!!) ; come chiese protestanti siamo inoltre solidali con tutti i cattolici ‘non allineati’ (ARIDANGHETE!), quei settori della chiesa cattolica che credono sinceramente e si impegnano per il cammino ecumenico e interreligioso (adombrando che “altri” settori, magari quelli “in alto”, non credano sinceramente all’ecumenismo…).
    Dal punto di vista teologico ci sembra piu’ che mai importante ribadire uno dei principi cardine della Riforma protestante, vale a dire la liberta’ assoluta di Dio: ci pare inconcepibile e pericoloso voler definire chi e’ dentro e chi e’ fuori della salvezza e della grazia di Dio. Nessuno (nessuna chiesa, nessuna istituzione) puo’ dirsi ‘gestore’ della grazia di Dio. Crediamo infatti che il criterio ultimo di giudizio e di salvezza sia l’amore, come si legge in Matteo 25: ‘Ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste.’ Sul fronte del dialogo ecumenico, va detto che in questo anno giubilare sono state aperte molte Porte sante, ma molte altre porte del dialogo si stanno chiudendo, e questo ci preoccupa profondamente. Anche la chiesa cattolica dovrebbe a nostro parere riprendere con forza il discorso sulla liberta’: la liberta’ dello Spirito Santo, che e’ piu’ grande di qualsiasi istituzione e di qualsiasi chiesa”.

    DOMINUS JESUS/2. “NON LA CHIESA, MA L’INCONTRO CON GESU’ CRISTO CI DONA LA SALVEZZA”
    (eh già, ma se io uomo nasco alla vita nudo e ignorante di tutto, CHI mi farà incontrare Gesù Cristo SE NON LA CHIESA DA EGLI FONDATA?)

    Forti riserve critiche dal presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
    Roma (NEV), 6 settembre 2000 –
    Il secondo commento che pubblichiamo di seguito e’ del pastore Domenico Tomasetto, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI): “La lettura della dichiarazione Dominus Jesus, resa pubblica ieri, solleva nelle Chiese evangeliche non poche riserve critiche. Il tema del pluralismo religioso, fenomeno in espansione nel mondo occidentale, pone i teologi dinanzi a sempre nuove domande. Non vanno condannati solo per questo. E’ vero che l’espressione ‘extra ecclesiam nulla salus’ ci viene dai tempi della chiesa primitiva, dove aveva un suo contesto storico e teologico preciso
    (e allora perché non ne prendono atto, se riconoscono che non è una invenzione della Chiesa dei tempi di Lutero?).
    Noi protestanti abbiamo sempre obiettato a questa formulazione, ritenendo che non e’ l’essere nella chiesa a garantirci la salvezza e quindi il rapporto con Gesu’ Cristo, quanto piuttosto l’incontro con Gesu’ Cristo a donarci la salvezza e a metterci in comunione con altri credenti nella chiesa. La ‘mediazione’ e’ operata esclusivamente da Cristo, mai dalla chiesa (a quanto pare la Chiesa è inutile….).
    Quanto poi all’essere salvati o non salvati, molte parole di Gesu’ ci ricordano che questo e’ compito riservato esclusivamente a Dio il Padre e che, anzi, noi saremo sorpresi di trovare nei due gruppi persone che non avremmo mai pensato di trovarvi (Matteo 21,31), e del tutto inconsapevoli (Matteo 25,31-40). A noi spetta il compito dell’annuncio dell’evangelo ad ogni creatura, del dialogo fraterno e attento, nel rispetto delle altrui convinzioni, non quello della condanna definitiva. Da quando la chiesa ha preteso di essere non solo madre e maestra, ma soprattutto una istituzione che, a suo insindacabile giudizio, dispensa salvezza e condanne (totalmente falso, la Chiesa semplicemente e con chiarezza mette in guardia da errori mortali; dimenticando, tra l’altro, che in quanto a condanne Lutero, Calvino non erano certo più teneri della Chiesa, anzi!),
    e’ diventata altra cosa dal modello prevalente del Nuovo Testamento. Il cardinale Ratzinger, nel tentativo di tracciare ancora una volta i confini della chiesa, dimentica che puo’ farlo soltanto per la ‘chiesa militante’, quella storica e istituzionale, e non per la ‘chiesa trionfante’: di questa i confini sono definiti soltanto ed esclusivamente dalla grazia di Dio”
    (ma in grazia di Dio bisogna perseverare fino alla morte, a questo servono i Sacramenti che loro hanno, tutti meno uno, perduto).

    DOMINUS JESUS/3. “SI RISCHIA DI OSCURARE LA TESTIMONIANZA COMUNE DELLE CHIESE” Le reazioni internazionali al documento vaticano. Manfred Kock: “Un ostacolo al dialogo” Roma (NEV), 6 settembre 2000 –
    Molte le reazioni a livello internazionale alla dichiarazione Dominus Jesus, presentato ufficialmente ieri in Vaticano. Il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), una “comunione” che comprende 337 (trecentotrentasette!! ma Cristo non ne fondò UNA?) chiese (protestanti, anglicane e ortodosse) in piu’ di 100 paesi nel mondo, ha ribadito ieri in un comunicato ufficiale l’importanza di “un dialogo ecumenico genuino e di una comune azione di testimonianza cristiana di fronte ai problemi del mondo”. Secondo il teologo Tom Best, membro del gruppo di lavoro teologico Fede e costituzione del CEC, “tutte le chiese hanno tratto enorme giovamento dall’entrata della Chiesa cattolica romana nel movimento ecumenico, dopo il Concilio Vaticano II. Nell’ambito del CEC e piu’ in generale nel movimento ecumenico – spiega Best – sono in corso molti colloqui sulla reciproca relazione fra le chiese. Sarebbe un grave danno, se queste venissero ostacolate o addirittura danneggiate da un linguaggio che precluda ulteriori sviluppi del dialogo su questi problemi”. E’ quindi necessaria una testimonianza cristiana comune a tutte le chiese: “Sarebbe una tragedia – ha concluso Best – se questa testimonianza venisse oscurata dal dibattito interno alle chiese circa la rispettiva autorita’, e il rispettivo status, per quanto questi possano avere importanza”.
    Immediata la reazione al documento da parte della Chiesa anglicana: l’arcivescovo di Canterbury, George Carey, ha affermato ieri – in netta contrapposizione a cio’ che si legge nel documento vaticano – che la sua Comunione di chiese “non puo’ accettare, nemmeno per un momento, che i propri ministeri e il sacramento eucaristico abbiano delle ‘deficienze'”, come afferma esplicitamente il Dominus Jesus a proposito delle confessioni cristiane non cattoliche.
    Da Hannover (Germania), il presidente della Chiesa evangelica tedesca (EKD), Manfred Kock, descrive i “segnali provenienti da Roma” come un “rafforzamento della tradizionale immagine di se’ propria della Chiesa cattolica romana e un impedimento per la cooperazione ecumenica e per il dialogo”. Nonostante cio’, afferma Kock, “il futuro della chiesa sara’ un futuro ecumenico, come promesso da Gesu’ Cristo e come richiesto per la testimonianza e il servizio della chiesa in Germania come in altri luoghi”.

    (ora non so se nel frattempo i fratelli separati abbiano cambiato opinione sulla Dominus Iesus, ma con argomenti come questi da loro proposti, evidentemente il dialogo potrà essere solo uno sterile esercizio dialettico, e le assicuro che la cosa non mi fa piacere, anzi.)

    4 Giugno, 2008 - 23:23
  19. Giovanni Mandis

    quinta parte
    (ma vediamo come i rappresentanti delle confessioni riformate parlano della Chiesa -e del Papa- spesso con una certa supponenza, se non arroganza): una panoramica molto parziale….

    Paolo Naso, chiesaluterana.it/it/index.php?mod=news&id=350 ,
    in cui si vanta del fatto che “Ogni volta che la Chiesa cattolica INTERFERIVA nelle decisioni politiche di una democrazia sovrana – pensiamo alle campagne referendarie, non ultima quella sulla fecondazione medicalmente assistita – il protestantesimo italiano ha suonato le campane della laicità. Al capezzale di Piergiorgio Welby come nelle manifestazioni per il riconoscimento delle coppie di fatto, nella difesa della 194 come nel sostegno alla ricerca scientifica sulle cellule embrionali.”
    (Il protestantesimo italiano (solo italiano?) si vanta di aver combattuto tutte le battaglie di quella che Giovanni Paolo II ha solennemente definito, in Evangelium Vitae, come “cultura della morte”.)

    ecco il celebrato Paolo Ricca che critica “papa Ratzinger” nientemeno che per le reiterate indulgenze, una vera e propria fissazione dei protestanti evidentemente! fedevangelica.it/nev_.asp?id=244 ;

    ed eccolo in una riflessione sul Pontificato di GPII: “Con Giovanni Paolo II il papato è diventato più cattolico, cioè più universale, senza diventare per questo meno romano”. Un pontificato con un potenziale ecumenico notevole, PURTROPPO non attuato pienamente: NON HA PORTATO I FRUTTI TANTO ATTESI DALLE ALTRE CONFESSIONI CRISTIANE.”
    quali sono i frutti tanto attesi? eccoli più che adombrati:
    “ma nulla è cambiato sulle questioni più importanti: quella del riconoscimento reciproco dei ministeri (che continua a non esserci), quella dell’ospitalità eucaristica (negata) e quella del sacerdozio femminile (categoricamente escluso).” fedevangelica.it/nev_.asp?id=136
    (E’ di una evidenza solare che i frutti che loro attendono corrispondono a una sempre maggiore protestantizzazione della Chiesa cattolica, altro che ritorno all’unità…)

    fedevangelica.it/nev_.asp?id=492 in cui si afferma: “AMAREZZA DEL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE EVANGELICA DOMENICO MASELLI PER L’ESORTAZIONE “SACRAMENTUM CARITATIS” e “La chiesa cattolica ha un atteggiamento di arroccamento”, ”

    fedevangelica.it/nev_.asp?id=237 e fedevangelica.it/nev_.asp?id=272 dove non gradiscono neppure i Crocifissi appesi al muro in luoghi pubblici, cosa prevista dalla legge;

    fedevangelica.it/nev_.asp?id=218 dove si sostiene che “Qualunque tipo di unione può essere benedetto, agli occhi di Dio”,
    (ma come? Dio ha detto nella Bibbia “l’UOMO lascerà la casa dei suoi genitori e si unirà alla sua DONNA” e non l’uomo si unirà col suo uomo e/o la donna si unirà con la sua donna; a che servono tutte le raffinate profonde e acculturate teologie protestanti se poi inciampano nella semplice lettura di brani biblici facili facili? mah!)

    fedevangelica.it/nev_.asp?id=673 in cui si dice “L’autonomia riproduttiva delle donne è uno dei diritti umani fondamentali. Non si possono obbligare le donne ad avere figli o a portare avanti gravidanze indesiderate”, (perfetta antitesi con quanto la Chiesa insegna)

    fedevangelica.it/nev_.asp?id=721 in cui si arriva a dire:
    “Si tratta semplicemente del rifiuto –della Chiesa e del Papa, nota mia- che le decisioni etiche siano ‘affidate al giudizio del singolo’. L’etica, per lui –il Papa n.m.-, deve stare invece nelle mani della gerarchia, la quale meglio conosce quale sia il bene di ognuno e di ognuna! A partire da questo disconoscimento della maggiore età delle cittadine e dei cittadini, ogni gesto etico della chiesa cattolica di sostegno e intervento sociale vengono quindi segnati dal paternalismo, quando non dall’imposizione. E’ così che QUESTA CHIESA NON AIUTA LE PERSONE A CRESCERE (mi viene da piangere!!!) e a decidere in piena libertà e responsabilità.”
    (come scambiare per libertà l’anarchia…
    appare chiaro che i protestanti non capiscono che per la Chiesa “l’etica non è in mano alla gerarchia”, ma a Dio.)
    Inoltre si contraddicono, perché in questo caso affermano che le decisioni etiche debbano essere “affidate al giudizio del singolo” mentre in altri casi (pena di morte) affermano l’opposto: “Il presidente FCEI Maselli aderisce all’appello dei radicali: “come credenti riteniamo che LA VITA APPARTENGA SOLTANTO A DIO e che NESSUNA ISTANZA UMANA ABBIA IL DIRITTO DI DISPORNE.” http://www.fedevangelica.it/nev_.asp?id=553.
    domande per i protestanti: allora perché approvate “l’istanza umana” della donna che vuole abortire una vita umana? la vita del bambino nel grembo materno non è umana? e se non è umana cos’è?

    fedevangelica.it/nev_.asp?id=316 in cui si sostiene che “L’EUTANASIA NON È UN ATTENTATO ALLA VITA UMANA”;

    fedevangelica.it/nev_.asp?id=355
    in cui all’invito di Benedetto XVI che: “il primato di Pietro “possa essere anche sempre più nel suo vero significato riconosciuto dai fratelli ancora non in piena comunione con noi”. si risponde: “Certo, la ricerca biblica recente su Pietro è in buona parte orientata a riconoscere che egli abbia avuto un ruolo particolare nel gruppo dei discepoli, prima e dopo la Pasqua. Ma questo riguarda, appunto, Pietro, non Benedetto XVI. L’idea di una ‘successione petrina’, comunque intesa, è completamente estranea al Nuovo Testamento”.

    (a me pare che qui siamo di fronte a delle vere e proprie “contro-chiese”, con un loro vero e proprio “contro-magistero”.)
    caro Accattoli la ringrazio per l’ospitalità e la cortesia nel farmi inserire un pezzo così lungo e la saluto molto calorosamente. buonanotte e LJC !

    5 Giugno, 2008 - 0:10
  20. interessante l’impegno di Giovanni Mandis,
    complimenti!
    Molto assertivo,
    non mi sembra che ammetta replica,
    è una esposizione completa e autoreferenziale.
    mi complimento.

    5 Giugno, 2008 - 8:40
  21. raffaele.savigni

    Purtroppo i valdesi e metodisti italiani, sulle questioni etiche, sembrano preoccupati (assai più dei loro confratelli d’oltralpe) di contraddire continuamente il magistero cattolico piuttosto che di fare un cammino comune per mettere in discussione certe tendenze secolariste e relativiste della cultura contemporanea. E, in nome dell’appello alla coscienza individuale, arrivano sostanzialmente a legittimare l’aborto e l’eutanasia, dimenticando che le lettere di san Paolo contengono sempre, dopo la parte teologica, quella parenetica, con indicazioni molto precise per l'”uomo nuovo” rinato nello Spirito.Che ci sia diversità di linguaggio è normale; ma spesso c’è una vera e propria ostilità. Questo però non è un motivo valido per rinunciare al cammino ecumenico: occorre molta pazienza e una speranza “contra spem”.

    5 Giugno, 2008 - 8:44
  22. Luigi Accattoli

    Caro Mandis lei ha lavorato in questi giorni! Ma neanche io sono restato a riposo e le risponderò con un prossimo post, senza fare riferimento alle singole affermazioni ma cercando di dire il mio atteggiamento pratico, di cristiano comune che si trova spesso a conversare e a convivere in varie imprese con cristiani appartenenti ad altre Chiese o comunità ecclesiali. La ringrazio per la provocazione a cercare. A presto.

    5 Giugno, 2008 - 16:06
  23. Giovanni Mandis

    caro matteo le repliche sono sempre bene accette! non penso di essere autoreferenziale, cerco di fare mio l’insegnamento della Chiesa, che poi è l’insegnamento di Gesù (pur con tutte le difficoltà che trovo come comune mortale). ascolto volentieri quello che gli altri hanno da dire. ciao

    caro Savigni una volta tanto son d’accordo con lei in toto. saluti

    caro Accattoli, ho solo tolto qualche ora al mio riposo notturno, ma ne è valsa la pena. mi viene meglio ribattere o argomentare su quanto dice il mio interlocutore, in questo caso lei. io poi non ho pratica o esperienza di dialogo ecumenico perchè non ho mai conosciuto persone di altre confessioni cristiane, quantomeno non così bene da entrare in discussione.
    non so se in tutto quanto ho scritto sia chiaro che io non sono contro gli incontri o l’ecumenismo in sè, se Il Papa ha deciso così, senz’altro sa quello che fa (però a volte anche da cattolici si sente che alla fine siamo tutti cristiani e va bene sia la nostra versione che l’altra, o l’altra ancora, o l’altra altra ancora….che non credo corrisponda al “senso” di ecumenismo inteso dalla Chiesa).

    a presto e grazie

    5 Giugno, 2008 - 23:12
  24. @Caro Mandis,
    nella tua esposizione,
    mi sei sembrato completo alla tua visione,
    era questo che intendevo per autoreferenziale.
    Ma se è offensivo me lo rimangio.
    Io non devo e non posso giudicare, posso solo analizzare, leggere,
    il resto fa parte della coscienza personale e del suo rapporto con Cristo.
    Ciao Giovanni.

    @Aprofitto per ringraziare Luigi per avermi riportato con i piedi per terra.

    6 Giugno, 2008 - 7:24

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