“La saggezza suggerisce comunque di impostare la propria vita come se ogni giorno potesse essere l’ultimo. Così facendo non si avranno mai delusioni e si imprimerà una spinta equilibrata alla nostra vita e al nostro legittimo desiderio di viverla appieno”: così Edoardo Boncinelli oggi a pagina 41 del Corsera, in un articolo intitolato SE UN TEST DA 500 EURO CI DICE QUANTO VIVREMO. Mi è piaciuta la conclusione tirata del genetista laico, così simile a quella dei maestri della nostra migliore tradizione.
Non voglio sapere quanto vivrò
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Mi basta il Salmo 89: “Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti”. La stessa cosa diceva Erodoto. Solo che sto per compiere i settanta anni … penso che mi convenga fare qualcos’altro coi 500 euro.
AMORE E MORTE
“Muor giovane colui ch’al cielo è caro “(Menandro)
Fratelli, a un tempo stesso, Amore e Morte
Ingenerò la sorte.
Cose quaggiù sì belle
Altre il mondo non ha, non han le stelle.
Nasce dall’uno il bene
nasce il piacer maggiore
che per lo mar dell’essere si trova.
L’altra ogni gran dolore
ogni gran male annulla.
Bellissima fanciulla,
dolce a veder, non quale
la si dipinge la codarda gente,
gode fanciullo Amore
accompagnar sovente;
e sorvolano insiem la via mortale,
primi conforti d’ogni saggio core.
Giacomo Leopardi
I 500 potrebbe investirli nello studio delle Scritture quelle che dicono: ““Era necessario che la parola di Dio fosse annunciata per prima a voi. Siccome la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci rivolgiamo alle nazioni. Infatti, Geova ci ha imposto comandamento con queste parole: ‘Ti ho costituito come luce di nazioni, affinché tu sia una salvezza fino all’estremità della terra’”. Udendo ciò, quelli delle nazioni si rallegravano e glorificavano la parola di Geova, e tutti quelli che erano giustamente disposti per la vita eterna divennero credenti. ( Atti 13.46-49) Credenti nella vita eterna !
Evidentemente lei non è interessata o “giustamente disposta” – giustamente ? Perché non benignamente ?
“L’uomo, debole fin dalla nascita, vive solo pochi giorni, ma pieni di guai”. — GIOBBE 14:1, PAROLA DEL SIGNORE.
Ne vorrei 45 ma pieni anziché 90 di noia, grazie.
Mio suocero diceva sempre: firmerei per vivere fino a ottant’anni.
Ora ne ha 86, e non è più disposto a firmare nessuna scadenza.
Spesso amo anch’io sostenermi dalla sapienza antica di cui le citazioni e i ricordi di letture rappresentano le picozze che si ficcano nella dura roccia, spesso fragile, per non farmi cadere.
Ma devo immodestamente confessare che altrettanto spesso preferisco rivolgermi alle mie esperienze di vita vissuta e alla storia dei nostri giorni, a quello che leggo e vedo, per aggiungere un granellino di conoscenza a quella scompostamente accumulata in tanti anni.
Boncinelli nel suo breve articolo citato da Luigi, nasconde tante cose.
Non devono sfuggire le 435 sterline che si pagano (circa 500 euro) per sapere quale veramente è la nostra età biologica. Cioè quanto tempo ci resta da vivere.
La monetizzazione di questa previsione la dice lunga sul commercio generalizzato che ormai avvolge ogni rivolo della nostra esistenza e che senza dare ragione al marxismo francofortese, trasforma tuttavia in mercato e in merce qualunque cosa che tocca. Anche quella più sacra.
Un test che tuttavia, fa capire Boncinelli, può cadere nelle mani di speculatori senza scrupoli, di datori di lavoro, e di compagnie di assicurazioni computerizzate. Quelle senza anima, per capirci, molto diffuse in Usa ma che una volta conosciuto quanto tempo rimane ad una persona per morire, decideranno o meno di assicurarla.
Che la vita sia oggi affidata alle compagnie di assicurazioni è in America un fatto notissimo.
Ma con l’aria di neoliberismo che tira in tutto il mondo occidentale, dobbiamo cominciare a starci attenti anche noi nel vecchio mondo. Ci sono segnali anche in Italia.
Si può allora forse capire il perché Obama nel ricordo di sua madre che non si è potuta curare in quanto non aveva i soldi per assicurarsi, è così cocciuto nel portare a termine la riforma sanitaria del suo Paese.
Se mai ci riuscirà.
Un caro saluto a tutti
Nino Labate
Quando ho letto del test mi sono messo a ridere per il fatto che, penso, non sia previsto il fatto che uno possa lo stesso morire prima (spero di no!) per un incidente o semplicemente per i casi strani della vita.
Siamo di passaggio qui sulla terra.. un giorno, un mese, un anno, decenni.. un centinaio.. ma alla fine ognuno sperimenterà la fine del nostro viaggio terreno.
E’ per questo che a me non interessa quanto tempo vivrò qua (men che meno quindi saperlo in anticipo) ma piuttosto a dove andrò di là (spero a tal proposito che Dio sia parecchio misericordioso nel giorno della mia Pasqua altrimenti non ho scampo).
“Tu ne quaesieris, scire nefas, …” – “…nec Babylonios / temptaris numeros.”
Amavo Orazio a partire da questo: dal fatto che si rivolge, qui (Odi, I,XI), ad una donna chiamata Leuconoe. Una donna “dalla candida mente”, “dai candidi (ingenui?) pensieri”. E proprio a lei (cioè, alla dimensione “candida” della sua anima di poeta) Orazio chiede di non chiedersi quanto durerà la vita. Di non affidarsi ai calcoli “babilonesi”. C’è, dunque, un candore che può essere sedotto dalle previsioni, dai calcoli? Oh certo che c’è. “Vivono nella dilazione – si legge in uno dei papiri di Ercolano (di Ercolano!)- come se fosse possibile a loro in futuro godere dei beni, e poi per tutta la vita sono in balia di se stessi.”
@tonizzo
Noia? Cos’è?
@elsa.F
A me (poi ci dirà tonizzo) è venuto subito in mente questo:
“Che noia che barba, che barba che noia!” (Sandra Mondaini).
Bella la tua citazione di Orazio, Fiorenza. Il carme va letto rigorosamente negli asclepiadei maggiori voluti dal poeta, e molto musicali.
Poi dicono: “Cosa si fa a fare questo latino ….”. Ti segnalo, Fiorenza, che qualche giorno fa “Avvenire” ha pubblicato una mia lettera, sul tema “Il latino è un piacere”. Sono contenta di trovarti come alleata.
@ spuntocattolico
Mi ha incuriosito il suo commento che vedo in contraddizione con il “cattolico” del nick per cui mi viene da chiederle se può seriamente e da cattolico pensare di “andare di là.”
Gesù non ha mai promesso un andata in un “al di là”, bensì ha promesso la “venuta” di un Regno quà per il quale tutti continuano a pregare “venga il tuo Regno.”
Gesù non ha mai detto che coloro che avrebbero avuto fede in Lui sarebbe “andatati” da qualche altra parte, quanto che sarebbero “tornati” dalla morte” – “Non vi meravigliate di questo, perché l’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e verranno fuori” ( Giovanni 5.28-29) – Questo è ciò che accadde a Lazzaro il suo amico quando uscì dalla tomba.
Le faccio un esempio. Quando stava per morire Gesù disse al ladrone, così detto buono, “oggi, tu sarai con me in paradiso” (Luca 23.43) – quel paradiso si trova nell’aldilà ? No, perché il giorno dopo la sua morte incontrando la Maria Maddalena disse : “ Non sono ancora asceso al Padre” (Giovanni 20.17) – né ci andò per i successivi 40 giorni, quindi neanche il ladrone era potuto andare “oggi “ in paradiso, secondo ciò che gli aveva detto prima di morire dato che non ci era andato neanche Gesù.
Le chiedo, Il paradiso è la stessa cosa del Regno di Dio o una cosa diversa ?
Da quanto ne so io, i traduttori della Settanta usarono appropriatamente il termine “paradiso” (paràdeisos) per indicare il giardino di Eden, perché evidentemente si trattava di un parco recintato. Dopo il racconto di Genesi, altri brani biblici che parlano del paradiso si riferiscono (1) al giardino di Eden, (2) all’intera terra quando in futuro assumerà un aspetto simile a quello dell’Eden, (3) alle fiorenti condizioni spirituali dei servitori di Dio sulla terra
Se nella preghiera si dice “sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra” ciò significa che in cielo si fa e quindi il Regno di Dio domina, ma sulla terra no, non domina ancora infatti “La terra stessa è stata data in mano al malvagio” ( Giobbe 9.24); pertanto si dovrà imparare a farla (la volontà) anche sulla terra e quando questo accadrà, il Regno di Dio sarebbe esteso anche alla terra che diverebbe “un paradiso”. In tal caso quale differenza ci sarebbe fra il Regno di Dio di là o di quà ? Nessuna !
Gesù disse :”Ma io vi dico che da ora in poi non berrò più di questo prodotto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno di Dio ”. ( Marco 14.25) – Le chiedo nell’aldilà si beve vino ? Credo di no, ma nell’aldiquà si beve;
“Poiché questo è ciò che ha detto Geova, il Creatore dei cieli, il [vero] Dio, il Formatore della terra e il suo Fattore, Colui che la stabilì fermamente, che non la creò semplicemente per nulla, che la formò pure perché fosse abitata” ( Isaia 45.18)
Se tutti andassero in un aldilà, come pensa che si potrebbe coltivare l’uva per fare il vino e come potrebbe essere abitata se tutti fossero in un altro luogo ?
La risurrezione “esclude” l’andata prevede solo il ritorno ! Rifletta !
@Gioab
Andata o ritorno, come vuole metterla.. sempre presuppone andare da qualche altra parte che non è qua! Anzi, le dirò mi piace più pensare ad un “ritorno” al Padre
Quindi secondo il suo raggionamento Gesù ha gabbato il “buon” ladrone.. facendogli credere lucciole per lanterne.. o per meglio paradiso per inferno
nb.
Nell’al di là non c’è bisogno di coltivare l’uva per il vino… c’è Dio e basta!
Fiorenza, apprezzo il tuo “Che barba, che noia!”. Intendevo proprio quello.
Me ne bastano 45 pieni anziché 90 di noia, doveri, saluti-condoglianze-felicitazioni-rispetto (permettetemi l’omaggio a Oriana Fallaci). Una vita vera, piena di sapore, la vita con la marcia in più della fede che tutto trasforma e tutto richiama. Ora che sono padre capisco che cos’è la fede. E’ un’amore così grande capace di rompere anche il buio della morte. Allora capisco anche Aldo Moro quando dice: “Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo”. Per me c’è. E tanta. Un abbraccio a tutti voi.
…La vita, la morte, due dimensioni agli antipodi o forse…un cerchio che si chiude. Si inizia e si termina con le stesse modalità: il pianto, il dolore, l’attesa e alla fine l’uscita. Similmente la fine della vita: stesso lungo travaglio per poi uscire dalla scena di questo mondo proiettati nell’insondabile mistero! Nella mia vita ho visto nascere e morire, e le cose vanno allo stesso identico modo. Credo che a cesura di questo cerchio ci sia un tratto dove vita e morte si congiungono e allora, capita che si è viventi e morti allo stesso tempo e nello stesso momento.
“Lazzaro, vieni fuori”, disse il Maestro in quell’episodio della resurrezione; e Lazzaro, che era morto da giorni, riprese a vivere. Ecco , credo che il segreto della vita sia racchiuso tutto in quel verbo: “uscire”! Uscire, da quel segmento che impedisce di guardare alla vita con le lenti rosa dell’ottimismo, della voglia di sorridere alle meraviglie del creato: ai tramonti,alle albe struggenti, al sorriso di un bambino Uscire da ciò che ci impedisce di aprirci agli altri senza null’altro chiedere, come un fiore, grato solo di spandere la propria fragranza…
@ spunto cattolico
Lei naturalmente può pensare ciò che meglio preferisce e la soddisfa. Nulla questio sulle preferenze personali.
Il mio ragionamento era basato su un esame delle scritture che dovrebbe guidare il cristiano proprio perché come tale esamina e medita e si fa guidare dalla “ Parola.”
Gesù non ha gabbato il buon ladrone, ma alcuni traduttori hanno voluto far intendere che Gesù avesse detto “ti dico, oggi sarai con me in paradiso” quando in realtà Gesù disse : “ti dico oggi, sarai con me in paradiso” dipende da dove vuole mettere la virgola se prima o dopo “oggi” e può farlo solo esaminando il fatto che Gesù “oggi “non è andato in paradiso, se non dopo 40 giorni, quindi la virgola nella traduzione non poteva essere messa prima di oggi, ma dopo la parola oggi, e si accorgerà che la frase cambia di senso in armonia col quanto detto prima.
Nell’aldilà non c’è Dio, ma è ancora troppo presto per capirlo, lo capirà in seguito. Dio non sta nell’aldilà, Dio sta nella mente e nei cuori e in ogni luogo dove esiste una persona vivente. Se volesse ragionare, le chiederei : “ Dio esiste per i morti ? “ Rispondo di No, perché la scittura dice : “Riguardo ai cieli, i cieli appartengono a Geova,Ma la terra l’ha data ai figli degli uomini. I morti stessi non lodano Iah,Né alcuno che scende nel silenzio.” (Salmi 115.16)
Se i morti non lodano Dio non sanno nemmeno se esiste no ?
Se un albero cade nella foresta e non c’è nessuno che ode, fa rumore ?
@ Clodine
“La vita, la morte, due dimensioni agli antipodi o forse…un cerchio che si chiude.”
Sinceramente non capisco come possa chiudersi il cerchio, perché chiudendosi si tornerebbe all’inizio, ma in realtà non si può più tornare nel seno della madre, fu la domanda di Nicodemo a Gesù ( Giovanni 3.4) Infatti quando Lazzaro tornò non aveva dimenticato la vita precedente e i suoi cari, ma riprese il cammino da dove si era fermato.
“Nella mia vita ho visto nascere e morire, e le cose vanno allo stesso identico modo.”
Forse quello strano sono ancora io che vedo tutto alla rovescia e perdonatemi per questo, ma ho sempre visto gente felice alla nascita di una nuova vita e gente triste alla fine di una vecchia vita. La somiglianza non sono riuscito a vederla.
“Credo che a cesura di questo cerchio ci sia un tratto dove vita e morte si congiungono e allora, capita che si è viventi e morti allo stesso tempo e nello stesso momento.”
Ma se vince la morte è cessata la vita mentre se riprende la vita è cessata la morte. Ancora non ho capito. Forse si stava riferendo a quella battuta di Gesù : “e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. ( Matteo 8.22) Stava parlando degli zombi….?
“Uscire, da quel segmento che impedisce di guardare alla vita con le lenti rosa dell’ottimismo, della voglia di sorridere alle meraviglie del creato:”
Ancora non ho capito perché uno che torna dalla morte dovrebbe essere triste e non ottimista ? Devo avere delle deficienze ! Perdonate !
Ma è andata via la corrente ? o era la spina ?
Noia
Non so se siano più noiose le persone che hanno ragione sapendo di averla
oppure
le persone che scrivono in continuazione idiozie con la speranza che prima o poi qualche altro idota le legga.
idota > idiota
http://www.youtube.com/watch?v=1Pkcw5Ons2s
Solo pentole…
Antonella, in quale giorno è stata pubblicata su “Avvenire” la tua lettera sul latino? Vorrei leggerla.
fiorenza e antonella, siete professoresse?
Io no, Marco, non sono professoressa. Proprio no.
Il latino. Stupendo. Quanto mi piacerebbe saperlo leggere, scrivere e parlare correntemente…
Anch’io sono estimatrice del latino. Dicono sia una lingua morta, io invece credo sia l’unica sola lingua viva in un mondo di morti. Se il Padre Eterno l’ha scelta quale idioma, affinché diventasse la lingua interprete in quella che fu “la pienezza del tempo” un motivo dovrà pur esserci.
Il latino, liturgicamente parlando, è complemento essenziale alla Parola di Dio, oserei dire imprescindibile (ritengo un errore [tra i tanti] madornale del CVII l’averlo bannato) in quanto fortemente evocativo circa la Potenza vivificante, insita nella Parola, la quale è stata depauperata,purgata, impoverita da questo passaggio. Ecco, credo che aver tolto il latino, e averne deprivato la Sacra Liturgia per decenni abbia causato dei danni, gravi, e sia un stato un arbitrio ed un abuso Liturgico imperdonabile…
E daje. Lo sapevo che c’arivavamo a ‘sto punto. “Abuso liturgico”: a clodì, ma nu starai ‘n po’ a esaggerà?
no no!!!…Per niente proprio…c’è arrivato perfino Mel Ghibson”….mi stupisce che i porporati non abbiano avuto la stessa intuizione!
Clodine, ho visto e sentito ragazzini in chiese al centro dell’Africa cantare Dio nelle loro lingue ritmate. Almeno io mi commuovevo. Non sapevano nulla di latino.
Un saluto.
..ma certo Giosal !Se si vuole parlare di Dio, far conoscere il mistero di Cristo, evangelizzare si devono usare per quanto possibile le stesse categorie di comprensione di tutti i popoli dell’intero globo! . Ma affinché questo avvenisse, e di fatto è avvenuto, non c’era bisogno neppure del Concilio: lo sapevano già i primi missionari, gli apostoli dei primi secoli, e quelli del XVI – XVII fino ai nostri giorni. Martiri che subirono cruenti supplizi nel tentativo di sdoganare la Parola di Dio.
Questo accostarsi, con amore ai popoli e alle loro usanze per lodare Dio è naturale…Come era naturale il Latino per la Liturgia della Chiesa, poiché con il Latino e il greco nacque e si propagò l’esercizio del magistero sacerdotale di Gesù Cristo . Lingua madre che mantenne per secoli la sua ufficialità. Ma mentre gli ortodossi mantennero il Greco, a noi ci venne strappato il latino, come si sdratica una pianta antica e preziosa
venia: sradica (mi si erano imbrogliati i polpastrelli)
Apprezzo molto l’intervento di Nino Labate.
Non giudico l’intenzione dell’autore dell’articolo ma “l’affare” proposto non mi piace proprio per niente.
L’eta’ biologica e /o anagrafica a me dice poco o niente: e’ molto relativa rispetto all’eta’ della saggezza che -purtroppo- non sempre va d’accordo con l’eta’ biologica e/o anagrafica. La pienezza della vita si incontra nell’accettazione della realta’, propria e altrui, bella e/o brutta, come unico modo per cercare di vivere gli ideali che amiamo e le responsabilita’ che ci toccano. Per cui diventa moooooooolto relativo il vivere fino a 30, 40, 60, 80, 100 (per l’ospite) anni. E non faccio scongiuri perche’ non ci credo!!!! 🙂
P.S. Circa il latino, Clodine su… va bene tutto ma sostenere che la liturgia e’ “naturalmente” latina (cioe’ -idealmente- da fare sempre in latino)…mi sembra un po’ troppo! Qui sono con Mattlar…Avrei una battuttina cattivella, ma non la metto qui xe’ il nostro acido wikipedico ne potrebbe abusare. Vedro’ come fartela avere. Ciao
AhAhAhAh..e vabbè va..giusto perché Tu e Mattlar mi state un sacco simpatici..mmm…
Mabu…le rondini sono tornate all’attacco, più incinte e agguerrite che pria! Hanno aggiunto un altro mono..tra le tre stanze ristrutturate in un nano secondo ! Che ingegno sti pennuti!!
“Se si vuole parlare di Dio, far conoscere il mistero di Cristo,”
Chiedo un aiuto per capire meglio sig.na Clodine, ma per definizione il “mistero” è inspiegabile e inconoscibile.
Dal Dizionario italiano, “mistèro” =
1.sm “tutto ciò che non si riesce a spiegare o che è tenuto segreto”
2. sm “verità dogmatica, d’ordine soprannaturale, che l’intelligenza umana non può comprendere”
Come pensa lei di grazia di essere in grado di spiegare ciò che non può essere compreso da mente umana ?