Uno si chiama Assad, viene dall’Afghanistan e ha 18 anni. L’altro Ibrahim, è ghanese e di primavere ne ha 22. Me li hanno fatti conoscere due giovanissimi amici che sanno della mia passione per le storie di vita. L’intervista ad Assad, che vive a Bologna, è stata fatta da Pietro Canelli, che i visitatori del blog già conoscono: vedi post del 2 febbraio 2011 intitolato Alla stazione di Bologna in cerca dei barboni. Ibrahim al momento vive a Monterotondo, Roma, e il video in cui si racconta è stato girato da Paloma Goycoolea, studentessa romana. Qui il video di Ibrahim. La storia di Assad la trovi invece nei primi due commenti a questo post. Mando un bacio a Pietro e a Paloma: è così che si fa con i ragazzi stranieri. Parlando con Assad e con Ibrahim impariamo a diventare fratelli. Chi ha storie simili, me le mandi.
Stranieri: storie di ragazzi narrate da ragazzi
22 Comments
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[Segue dal post] Ecco la storia di Assad annunciata nel post e narrata da Pietro Canelli:
La vita a Kabul era dura e la mia famiglia era perseguitata per religione e per etnia, in quanto sciita e persiana mentre la maggioranza era pashtun e sunnita. A 10 anni fuggii con alcuni parenti verso l’Iran, dentro a dei camion. Da quel giorno non vedo la famiglia. Rimasi in Iran 5 anni, riuscii a studiare e mi arrangiai con lavori di commesso. Non eravamo perseguitati ma troppo poveri. Partii per Istanbul, sempre in camion, sempre di nascosto. Ero clandestino e finii in prigione in Turchia ma riuscii a evadere e impiegai sei mesi per arrivare a Istanbul a piedi, sempre nascosto. L’idea era quella di comprare una piccola barca e sbarcare a Mitileni, isola greca. Prima di riuscirci passò un anno: dovevo trovare dei compagni, una barca e i soldi per comprarla. Venimmo catturati due volte in mare dalla guardia costiera. [Continua nel commento seguente]
[Continua dal primo commento] Sbarcati sull’isola ci reimbarcammo su una nave greca che ci portò ad Atene. Da Patras tentai diverse volte di imbarcarmi per l’Italia, ma i controlli erano rigidi. Ogni volta che tentavo venivo preso e ogni volta che venivo scarcerato ritentavo. Riuscii a nascondermi in un camion che stava salendo su una nave diretta in Italia. Era la terza volta che mi riusciva, ma le precedenti ero stato rispedito in Grecia dal governo italiano. Rimasi nascosto durante tutto il tragitto via mare e anche quando la nave svuotò la stiva. Non scesi dal camion se non dopo due o tre ore di viaggio, quando finalmente si fermò. Fu così che arrivai a Bologna a 17 anni senza sapere in quale porto ero sbarcato, dopo circa 2 anni di viaggio e 7 anni da quando lasciai la famiglia. Sono ospite di una casa parrocchiale, ho fatto un corso da elettricista e ho imparato l’italiano. Fuggendo ho rischiato la vita ma in Afghanistan tutta la vita è un azzardo.
”impariamo a diventare fratelli.” – Caro Luigi non capisco,” impariamo a diventare fratelli ?”
O si è o non si è, fratelli non si può imparare, e poi, anche tra fratelli si litiga.
Ci sono poi fratelli “adottivi” ma non sei tu che li scegli, sono i genitori.
Se poi vuoi essere tu a sceglierti un fratello a prescindere, dovresti almeno chiedere ai genitori se sono d’accordo ! Potrebbero non esserlo e saresti costretto ad abbandonare la casa paterna per il fratello di tua scelta ma non condiviso dai genitori.
Non credi che sia più rispettoso chiedere a loro come la vedono ? Certo se loro sono d’accordo allora sarà una sola famiglia ! Ma non dipende solo da te ! Bisognerà sapere anche se il probabile fratello è d’accordo e fino a che punto.
E poi, dai, ti scegli per fratello uno che “parte di nascosto”, “fa il clandestino” – “va in prigione” – “non rispetta le leggi di altri paese” – “fa il recidivo caparbiamente” – “mette a rischio la vita”, ti pare che possa essere un bravo cristiano ?
Mah, come si è rivoltato il mondo per accrescere il falso buonismo !
Buona ottava di Pasqua a Luigi e agli amici del pianetorrolo! Sono rientrata da un giorno, fuori dalla urbe per diverso tempo…
Giusto un aneddoto al riguardo. La mattina che son partita, alle prime luci dell’alba, sul trenino che da Termini porta a Fiumicino Aeroporto mi sono imbattuta in due donne: una più giovane rispetto all’altra che appariva abbastanza anziana, ma entrambe manifestavano evidenti segni di stanchezza. Dall’aspetto mi accorsi che provenivano dall’ex unione sovietica. Infatti, avevano viaggiato l’intera notte, poiché lavoravano come badanti a Chieti -distante parecchio da Roma- per cui avevano già percorso un lungo tratto su di un pulman e alle 10 il loro aereo sarebbe partito per raggiungere Mosca, e di li -dopo aver preso una coincidenza- dirette in un paesino lontanissimo, all’estremo confine dell’ex unione, verso la Siberia. Così mi dissero, dopo avermi chiesto delle informazioni.Sul trenino ci sedemmo, in modo tale che le avevo entrambe di fronte. In breve le due iniziarono a parlare nella lingua d’origine, e, sebbene non comprendessi una sola parola mi accorsi, dal tono accorato dell’anziana e dallo sguardo pietrificato della giovane che qualcosa non andava: ne avvertii lo spirito contrito tant’è che di li a poco scoppiò in un pianto dirotto, copiose lacrime che asciugava con un grande fazzolo a quadri giallo e rosa. La cosa mi turbò e mi angosciò fortemente tanto che non potei fare a meno di gurdarla dentro gli occhi e mi venne spontaneo accarezzarle la mano quasi a volerla consolare rispetto alla causa del suo pianto. Seppi, dall’anziana, che le era morto un figlio di 10 anni, il suo unico figlio, in custodia presso la vecchia madre ridotta in fin di vita dal dolore e doveva raggiungere la salma del piccolo altrimenti lo avrebbero seppellito senza neppure un ultimo saluto. Non ci crederai Luigi, se mi avessero conficcato una lama non avrei sentito lo stesso dolore. .Mi sono sentita solidale e tutt’uno con quella sconosciuta; L’ho abbracciata, baciata, le sono stata accanto per tutto il tempo, ed essendo io in anticipo sono stata con lei fino all’imbarco. Non ho smesso di pregare per lei. Spesso mi vengono in mente le parole del Cristo che dice: “chi semina nelle lacrime mieterà nel giubilo”… Ho chiesto perdono a Dio per tutte le volte in cui mi sono lamentata per cose che a me apparivano gravi, mentre…non sono che sciocchezze rispetto alla solitudine e sofferenza di un emigrante: quella non si racconta!
“chi semina nelle lacrime mieterà nel giubilo” ? Mai sentito. Ti dispiacerebbe indicare dov’è scritto ?
Salmo 125
Nonché riferimento nel Vangelo di Giovanni 16,20, e [sempre dal salmo 125 “Chi semina nelle lacrime, mieterà nella gioia”» ] vedi: Omelie sul Vangelo, 2,13, Collana di Testi Patristici, pp. 379-380..
Grazie,
Belle parole vero ? ma non sono le parole di Cristo, è il canto di Davide.
Ricorda a chi nell’andare, portando la semente da gettare, piange ma torna, con giubilo, portando i suoi covoni.”
(Salmi 125/126) “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.”
Chi sono i prigionieri di Sion ?
Lo so! Mi premeva porre l’accento sui riferimenti, in merito al salmo, relativi ai Vangeli, che sono molti …
Ok Grazie. Bentornata. E’ pace ? ( 1 Samuele 16.4)
Pace! Va bene…
Nelle rispettive differenze…. Quanto durerà ?
Clodine il tuo racconto mi riporta a quando ciascuno dei miei figli aveva dieci anni. Bentornata.
Ciao Clodine! Bentornata!!!
Ciao Fabricianus, ho letto il tuo messaggio di auguri…e stavo per scriverti…
Ti abbraccio forte!
Clodine!
Preghiamo per quella signora e per suo figlio. A te bentornata. cona ffetto
Bentornata, Clodine
Grazie della storia che hai condiviso con noi.
Grazie e voi cari amici per il Bentornata! Vi ringrazio davvero di cuore per l’affetto che mi mostrate nonostante il mio caratteraccio….Vi esorto veramente a pregare per quella sorella, io non ho smesso dal giorno dell’incontro!
@ Clodine
Una storia triste e di ingratitudine. – Ci una donna che per 50 anni fu l’amica più fedele e la compagna più devota di un uomo importante. La lettrice preferita degli scritti del suo amico. Rimase accanto a lui, nel suo castello fino al momento della sua morte non abbandonandolo mai. Era un sodalizio “affettivo e spirituale” che alimentato dalle lettere che si scrivevano che erano talmente intense da assumere toni di struggente dolcezza.
Ella era la costante presenza nella vita di lui, in un rapporto affettivo ben inquadrato nella parabola della vita dell’uomo importante perché perfettamente innamorato della donne.
Lui morì e lei fu scacciata, allontanata e dimenticata. Nessuno ne parla più, rimane relegata nell’oblio, si chiama Wanda Poltawaska.
Che ingiustizia, che ingratitudine ! Perché dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna.
Ne convieni ?
Sarei curiosissimo di sapere dove è stata Clodine. Ha preso l’aereo, ma per dove?
(Farsi i cazzi propri mai eh?)
AHAHAHAHAHAHAhhhhhAhAhAhaHAHAHAHAHAHAHahAHaHAH….
Leonardo, voglio soddisfare la tua curiosità: mi sono recata, sola soletta almeno il tempo dell’andata e pure del ritorno, a Leon in Spagna dove ero attesa da persone [religiosi e religiose] che conosco da molti anni. Ho soggiornato e pernottato presso un monastero, mi sono rifocillata e rinvigorita spiritualmente, ho ammirato in estatica contemplazione la bellissima cattedrale gotica: superba, stupenda, che bramavo visitare da anni poi…sono rientrata a Roma…
Che dire, mi sei mancato carissimo Leonardo, lo sai che ho un debole per te e per la tua presenza, sempre così gajiarda, singolare e friccicarella!!