A proposito di Bertinotti, presidente della Camera, che ieri a Porta a porta ha criticato il papa, invitandolo a “vedere” il positivo delle unioni di fatto, che tendono a “costruire dei valori” ai quali “egli stesso dovrebbe essere attento”. Sono sensibile a questo argomento, in nome dei giovani che scelgono l’unione di fatto e lo fanno seriamente. Bertinotti sembra dire alla Chiesa: anche quello è un modo di costruire rapporti d’amore, non vi interessa? E’ una domanda più penetrante di quanto non abbiano colto i corsivisti che hanno reagito accusando Bertinotti di voler insegnare al papa. In verità quella domanda gli uomini di Chiesa se la pongono in privato, ma evitano di porla pubblicamente perché temono che possa danneggiare l’impegno a difendere la famiglia. Dal mio angolo di battitore libero, io me la pongo così: dobbiamo pregiare, onorare e favorire ogni atto d’amore, o dobbiamo costruire una società che favorisca l’amore duraturo? Io credo che dobbiamo pregiare ogni atto d’amore, cercando di contribuire alla costruzione di una società capace di favorire l’amore duraturo. E’ forse la stessa questione che una sera di qualche anno addietro mi fu posta da un uditore sveglio di una mia conferenza: “Il nostro compito è di pregare a nome di chi non prega, o non è piuttosto quello di fare in modo che cresca il numero di coloro che pregano?”. Questa fu la mia risposta, se ricordo giusto: dobbiamo pregare a nome di chi non prega, mentre ci adoperiamo in ogni modo perché cresca il numero di coloro che pregano.