Tibhirine: ci salverà il sangue dei martiri

Non sarà la disputa sul Concilio, o sulla liturgia, o sulla sessualità a salvare la fede cristiana in quest’epoca. Sarà il sangue dei martiri“: è un mio gagliardo aforisma, in riferimento a “Uomini di Dio” (vedi post precedente), favorito dallo spirito del Vino Nuovo.

44 Comments

  1. antonella lignani

    Che cosa si può dire su un tema così elevato? Non dispute, ma testimonianze: niente di più vero. Forse per questo dalle 13 e 42 non ci sono commenti. E se toccasse a noi? Croce, martirio .. sono le uniche parole alle quali non si può replicare, che stroncano anche la più aggressiva opposizione.

    6 Novembre, 2010 - 18:50
  2. Marcello

    Io posso dire che i miei colleghi atei o “tiepidi” sono rimasti colpiti dalla storia dei monaci di Tibhirine, hanno voluto vedere il film (tre di loro sono stati proprio ieri) e lo hanno apprezzato molto.
    Sottoscrivo il gagliardo aforisma.

    6 Novembre, 2010 - 20:49
  3. Syriacus

    [Personalmente non son potuto intervenire, neache leggere il post, perchè allora stavo andando al Festival della Scienza : ad ascoltare uno degli scienziati più atei del pianeta. (Non Dawkins, ma sempre inglese.) Mi ci ha trascinato quasi di forza un amico: entrambi abbiamo studiato la chimica-fisica su i suoi libri, come generazioni di studenti. Ho intravisto più volte Odifreddi , e Flores D’Arcais -seduto nello stesso punto di quattro anni fa fra il pubblico, e ugualmente autocompiacentesi , anche se un pochino più invecchiato- . E mi chiedevo, che mai potranno darci: il martirio, la testimonianza: sì, quelli sì ci vorrebbero. (Ma è poi quello che in profondo desiderano loro.)]

    6 Novembre, 2010 - 21:45
  4. Marcello

    Syriacus, hai visto il film?

    6 Novembre, 2010 - 21:49
  5. roberto 55

    Complimenti per il “pezzo”, Luigi: il film non l’ho ancora visto e, dunque, nulla posso (ancora) dire.
    Un pò “off topic” (ma non tanto), continua a sembrarmi ingiustificabile il silenzio del “mondo occidentale” sulle violenze subite dai cristiani nei paesi dell’Africa e dell’Asia, come se la libertà religiosa non fosse un valore universale dell’umanità.

    Buona XXXII domenica del Tempo Ordinario a tutti !

    Roberto 55

    7 Novembre, 2010 - 1:01
  6. Leonardo

    Sarà quel che Dio vorrà, immagino
    (o Insciallah, come si preferisce adesso).

    7 Novembre, 2010 - 8:38
  7. lazzaro

    Mi chiedo, e non solo in questa circostanza, perché Dio debba aver bisogno del sangue per salvarci. Non sta scritto in qualche parte che Lui non vuole sacrifici e aborre il sangue? E la mia povera vita, o la nostra, senza offesa per nessuno, non può essere importante ai suoi occhi senza che si versi sangue, se non quello delle ginocchia per le continue cadute?

    7 Novembre, 2010 - 9:20
  8. Syriacus

    No, Marcello, il film non l’ho ancora visto, se no ne avrei già parlato. (Peraltro devo ancora verificare se è ancora in proiezione in questa città.. Se mai, vi dirò.)

    7 Novembre, 2010 - 9:49
  9. Syriacus

    Ho seguito parte del culto evangelico su Rai2, mentre a Barcellona il Papa consacra la Sagrada Familia. Un attore vestito da monaco agostiniano del ‘500 ha letto un brano di Martino Lutero sulla necessità della rivisitazione del concetto di “uomo giusto”, che in seguito lui avrebbe inteso come ‘giustificato’ , per ‘sola gratia’.

    Il discorso di lazzaro (vedi sopra) non farebbe, in tale ottica, piega alcuna.

    Ora corro a messa (più o meno come quella celebrata da Lutero per una decina d’anni della sua vita..)

    Buona domenica a tutti.

    7 Novembre, 2010 - 10:01
  10. Leonardo

    «Ho seguito parte del culto evangelico su Rai2, mentre a Barcellona il Papa consacra la Sagrada Familia».
    Ti vuoi male.

    7 Novembre, 2010 - 11:43
  11. lazzaro

    Mi spiego con Madeleine Delbrel:
    “La passione, la nostra passione, sì, noi l’attendiamo.
    Noi sappiamo che deve venire, e naturalmente intendiamo
    viverla con una certa grandezza.
    Il sacrificio di noi stessi: noi non aspettiamo altro che
    ne scocchi l’ora.
    (…)
    Vengono, invece, le pazienze.
    Le pazienze, queste briciole di passione, che hanno lo
    scopo di ucciderci lentamente per la tua gloria, di
    ucciderci senza la nostra gloria.
    (…)
    Così vengono le nostro pazienze, in ranghi serrati o in fila indiana,
    e dimenticano sempre di dirci che sono il martirio preparato per noi.
    E noi le lasciamo passare con disprezzo, aspettando –
    per dare la nostra vita – un’occasione che ne valga la pena.
    Perché abbiamo dimenticato che come ci sono rami
    che si distruggono col fuoco, così ci son tavole che
    i passi lentamente logorano e che cadono in fine segatura.
    Perché abbiamo dimenticato che se ci son fili di lana
    tagliati netti dalle forbici, ci son fili di maglia che giorno
    per giorno si consumano sul dorso di quelli che l’indossano.
    Ogni riscatto è un martirio, ma non ogni martirio è sanguinoso:
    ce ne sono di sgranati da un capo all’altro della vita.
    E’ la passione delle pazienze.”

    7 Novembre, 2010 - 11:59
  12. elsa.F

    @lazzaro

    Mi colpisce il tuo intervento e mi colpiscono le parole di Madeleine Delbrêl.
    Di sangue ne abbiamo già visto abbastanza e di martiri ce ne sono di tanti tipi: da quelli “eroici” le cui statue sono esposte nelle nicchie degli altari ai martiri quotidiani fra quattro mura nelle malattia, nelle incomprensioni, nella povertà estrema. Una grande schiera di piccoli e grandi Giobbe quotidiani che invocano Dio apparentemente senza ottenere risposta.
    Forse a salvare il mondo sarà proprio la pazienza dei credenti per un Magnificat annunciato da duemila anni, mentre ancora oggi i potenti sono ben saldi sui loro troni, i ricchi hanno le mani sempre più piene!
    Siamo tanti piccoli martiri che invocano:
    “Domine, quamdiu aspicies?”

    7 Novembre, 2010 - 15:14
  13. lazzaro 9:20 e 11:59 = Concordo in toto.
    Un abbraccio amico mio!

    7 Novembre, 2010 - 16:26
  14. Syriacus

    “Ti vuoi male.”

    Vero! (A prescindere.)

    Detto questo, va detto anche che mi ero soffermato sul Culto misto valdese-luterano, sapendo di avere in realtà in corso la registrazione (con Telepace, l’unica che ormai ti lascia l’audio originale del CTV).

    Tornato a casa, controllo su MySky, e mi dà ‘registrazione fallita’. E’ stata senz’altro una punizione divina..

    [noltre, ma qui andiamo nel dominio del paranormale : al mercatino domenicale dell’antiquariato presso Palazzo Ducale in cui ho girato un pò dopo il Culto cattolico, scorgo da lontano, su una bancarella con chincaglierie varie, alcuni libricini neri rilegati in pelle… Essendo che da diverso tempo non trovo messalini pre-riforma liturgica, esclamo: “Ah! Messalini! Finalmente! Quanti! Evvai!” pregustando un’incetta a dieci euri l’uno…

    Invece: controllo un primo libricino : Bibbia del Diodati, stampata a Londra nel 1866; altro libricino: Bibbia del Luzzi, stampata a Torino nel 1960 ; altro libricino: Bibbia del Diodati, stampata a Roma nel 1925.. Altri libricini: libretti devozionali cattolici di scarso rilievo..

    Ben intenzionato, chiedo il prezzo delle due Diodati: 80 euro, stimava la moglie del negoziante momentaneamente assente , “ma potrei dirle una fesseria”.

    Vabbé. Ho rinunciato. (Anche perché a casa ho una Diodati stampata a Londra nel 1855, benissimo rilegata, ma non certo tascabile..) ]

    7 Novembre, 2010 - 16:37
  15. Syriacus

    Anche alla luce della citazione presentata da lazzaro, non mi pare che nasca l’esigenza di “mettere da parte” il concetto di martirio “con effusione di sangue”, in ambito cristiano/cattolico. Semplicemente viene ricordato che vi è un modo ordinario, feriale, di testimoniare, e portare ciascuno il proprio fardello/croce (briciola ideale di martirio “pagato a rate”, certo) che fra i cristiani deve essere per forza complementare a quello extra-ordinario, eccezionale, della morte violenta per/nel testimoniare la propria fede.

    7 Novembre, 2010 - 16:51
  16. elsa.F

    @syriacus

    Non credo si tratti di mettere da parte il concetto di martirio, quanto piuttosto di rivalutare l’dea che si possa fare offerta della propria vita nelle circostanze che ad ognuno si presentano.

    A questo proposito il santo curato d’Ars soleva ripetere “Nel mio cimitero riposano dei santi”.

    In particolare c’è chi si trova a convivere ed accettare per anni situazioni di dolore fisico e psicologico tali che non sarei così sicura siano poi tanto diverse dal martirio “con effusione di sangue”.

    7 Novembre, 2010 - 18:23
  17. roberto 55

    Grande Lazzaro, mio carissimo compagno di ultimo banco !

    Roberto 55

    7 Novembre, 2010 - 18:43
  18. lazzaro

    @ Syriacus

    Sottoscrivo elsa.F delle 18:23

    7 Novembre, 2010 - 20:14
  19. lycopodium

    Il martirio cristiano (mai cercato, a scanso di equivoci contemporaneo) è stato sempre vissuto e pensato come dono di testimonianza e identificazione con il Testimone primo e ultimo, il Crocifisso: «Christus in martyre est», dicevano i padri, ma la stessa Apocalisse parla della moltitudine di chi ha lavato le proprie vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello Immolato.
    Esemplare è la preghiera finale del santo martire Policarpo: «Padre del tuo amato e benedetto Figlio Gesù Cristo, per mezzo del quale ti abbiamo conosciuto, Dio degli angeli e delle potestà, ti benedico per avermi ritenuto degno di questo giorno e di questo momento, rendendomi partecipe, nel numero dei martiri, del calice del tuo Cristo per la risurrezione dell’anima e del corpo nella vita eterna e nell’incorruttibilità dello Spirito Santo. Possa io oggi essere accolto fra loro innanzi a te in un sacrificio pingue e gradito, quale tu stesso mi hai preparato e manifestato e porti ora a compimento, Dio verace e leale. Perciò io ti lodo anche per tutte le cose, ti benedico, ti rendo gloria per mezzo dell’eterno gran sacerdote Gesù Cristo tuo Figlio diletto, e per mezzo suo sia gloria a te in unione con Lui nello Spirito Santo ora e sempre nei secoli venturi, amen»..
    Questa preghiera è un po’ lo schema ideale della grande preghiera eucaristica che la Chiesa proclama da un confine all’altro della terra.
    La verità delle cose è che c’è stato (anzi c’è) un Agnello immolato, che il suo sangue ci ha redenti, che le sue piaghe ci hanno guarito, che risorto da morte, intercede in eterno e in eterno vive con i segni della sua Passione. E che nei secoli c’è stato e c’è chi lo testimonia “fino alla fine”.
    Volendo andare oltre quel “corpo offerto in sacrificio”, quel “sangue sparso in remissione dei peccati”, in realtà non si raggiunge lo stato di “non violenza”, ma si sta “al di qua” di quel Dono totale, che Lui ha reso in eterno al Padre e ai fratelli.

    7 Novembre, 2010 - 20:56
  20. lycopodium

    “Benham è tormentato. Si chiede se la sua presenza sia più utile là o qui. «È una questione aperta con Dio. Perché ha abbandonato il Suo popolo?». Dice che avrebbe preferito esserci lui al posto di quei due giovani sacerdoti e di tutti gli altri martiri. «Ho bisogno di vedere che cosa vale la mia vita per il sacrificio di quella gente. O il mio stare qui è vivere realmente da cristiano, o non serve a nulla. Mi sento chiamato a vivere concretamente il mio rapporto con Gesù Cristo, ora, qui. È l’unico desiderio che ho. L’unica cosa che ha senso». ”

    da: http://www.tracce.it/default.asp?id=376&id_n=18480

    7 Novembre, 2010 - 21:15
  21. lazzaro

    Solo una comunicazione di servizio:
    Ricambio solo ora, e mi scuso della precedente omissione, l’abbraccio di Principessa e il caloroso saluto di roberto55.
    Per il resto vedo che non riesco a spiegarmi.
    Buona notte a tutti.

    7 Novembre, 2010 - 21:32
  22. Syriacus

    Lazzaro ed Elsa, vi prego, non tiratemi per i capelli dove non volevo andare… Credete infatti che la mia vita sia o sia stata qualcosa come quella di un dandy etsetizzante che ascolta Bach in vestaglia e magari adora i pizzi e merletti tridentini, senz’altro fottendosene del mondo patiens circostante?

    Se avete pensato così, vi sbagliate di grosso.

    “In particolare c’è chi si trova a convivere ed accettare per anni situazioni di dolore fisico e psicologico tali che non sarei così sicura siano poi tanto diverse dal martirio “con effusione di sangue”.”

    Senza tirare in ballo la mia propria vita, tanto per dirne una:
    mia nonna ha passato, semiimmobilizzata e deformata nelle sue membra, sessanta anni della sua lunga vita di quasi diciotto lustri chiusa in casa, per colpa di un’artrite che l’ha colpita ancor giovane (forse complice il fatto che da ragazzina era stata non poco a fare la mondina) . Non è neanche potuta andare al matrimonio della sua unica figlia. Ma non ha mai perso la fede, semplice, da contadina munita di terza elementare, casalinga a vita suo malgrado. Morì nel ’97 (e incidentalmente due giorni fa era il tredicesimo anniversario del suo dies natalis).

    (I blog sono una bella cosa, ma talvolta mi chiedo se non li abbia inventati Pirandello per confermare certe sue teorie..)

    P.S.: @Marcello : sì, finalmente ho visto il film di cui si è parlato qui negli ultimi giorni. Stasera, fra le otto e le dieci, all’unico cinema a Genova dove ancora lo danno.

    P.P.S.: buona notte a tutti.

    7 Novembre, 2010 - 22:47
  23. Syriacus

    P.P.P.S.: dedicato a nonna Nina, al secolo Giovannina Maria . Toscanini (Quanto ci somigliava, al lontanissimo cugino ‘diretur’, soprattutto quando si rabbuiava o -più raramente- arrabbiava, con quelle medesime arcate sopraccigliari…)

    [Mai dimenticherò la sua battuta -ma per lei non era mica una battuta, dopotutto..- quando, già ottuagenaria, spesso seduta alla finestra con la sua inseparabile Famiglia Cristiana- le chiesi : “Nonna, l’è bravo il papa..?”

    Risposta: “Certo che l’è bravo: u fa u so masté (fa il suo mestiere)”.

    Sensus catholicus dei vecchi.. Requiescat. In Paradisum.]

    7 Novembre, 2010 - 23:14
  24. Syriacus

    [Giovannina Maria Toscanini , senza punti, mi scusi la nonna. ( Talvolta vorrei cambiare da “Syriacus” a “Pietro Toscanini” il nick, anche in onore del bisnonno boscaiolo battezzato con quel bel nome..)]

    7 Novembre, 2010 - 23:19
  25. Syriacus

    “Non sarà la disputa sul Concilio, o sulla liturgia, o sulla sessualità a salvare la fede cristiana in quest’epoca.”

    Lasciando stare Concilio e sessualità, sulla liturgia posso dire una cosa, ovvero che contribuisce a mantenere viva quella poca fede superstite in me e in molti altri, a prescindere da rito e confessione.

    [Poi, nel mio caso particolare, se avete la pazienza di aprire questo video ed ascoltarlo con occhi e orecchi (magari alzando il volume) aperti in quei quaranta secondi ad altissima densità compresi fra 0:17 e 0:57 (per me vera e propria epifania di ciò che già lateva da anni, inseprimibile a parole, in me) , forse avrete una vagaidea di perchè, almeno talvolta, partecipi (e molti altri con me nel mondo) alla liturgia tradizionale del cattolicesimo romano.

    (Sulla messa del video ho capito ormai tutto su luogo, tempo, celebranti, cantanti, defunto per cui si celebra. Non banale. Ma ve lo dico dopo.

    Su “Uomini di Dio” spero di poter commentare con calma e in relativa abbondanza nel prossimo futuro; comunque mi è piacuto, ça va sans dire.)]

    7 Novembre, 2010 - 23:45
  26. lazzaro

    @ Syriacus
    Non ho mai pensato di riferirmi a qualcuno in particolare.
    Potrei dire, anzi, che la vita di nonna Nina conferma la mia idea.
    Di più: penso che la vita “comune” di ciascuno, fatta delle piccole cose quotidiane, se vissuta con amore, possa salvare la Fede. Poi, certo, potrebbe arrivare il momento dell’effusione del sangue: sarebbe la prova suprema d’amore. Ma anche una vita come la mia o la tua (non ho mai capito se nel blog ci si dà del lei o del tu), se vissuta ecc. ecc.
    Tutto qui.
    Complimenti per la tua cultura pluridisciplinare e buona giornata a te e a tutti.

    8 Novembre, 2010 - 7:50
  27. elsa.F

    @lycopodium

    Il fatto che il Figlio di Dio e Servo di Javhè abbia condiviso fino in fondo la nostra condizione umana, abbia sperimentato i nostri dolori e le nostre paure, sia passato attraverso l’esperienza della morte è l’unica ragione per cui credo in un Dio Misericordioso.

    Altrimenti non mi convincerebbe affatto il Dio vendicativo per la presunzione di Adamo si vendica seminando nei secoli morte, dolore, sofferenza.

    Nell’agonia e a morte di Cristo in croce sono riassunte tutte le condanne ingiuste, le sofferenze ingiuste, le morti ingiuste…

    Nelle carceri, nei reparti oncologici, nei centri di identificazione ed espulsione, nelle situazioni di abbandono, quello stesso Agnus Dei continua a effondere quello stesso sangue.

    Tanti martiri anonimi cui non sarà mai accesa una candela, cui non verrà mai recitato un requiem, dolore che si fa terra, terra intrisa di lacrime, in attesa di un Magnificat che tarda, tarda, tarda ad avversarsi.

    8 Novembre, 2010 - 8:28
  28. Marcello

    Bravo Syriacus, hai visto il film!
    E non ci dici niente?

    8 Novembre, 2010 - 9:33
  29. Marcello

    Leggo solo ora che lo farai… scusa.

    8 Novembre, 2010 - 9:34
  30. non oso dissertare sul martirio.

    io aggiungo solo che, vedendo questo fil – opera di un regista non credente – ho pregato per un’ora e mezzo… non credo di aver mai fatto prima d’ora un’esperienza “cinematografica” del genere.

    E non credo di aver mai visto un film “a sfondo religioso”, così bello, così pienamente e rigorosamente cristiano.

    Ma a parlare per me deve essere l’emozione del momento.

    8 Novembre, 2010 - 13:26
  31. Syriacus

    “Non ho mai pensato di riferirmi a qualcuno in particolare.
    Potrei dire, anzi, che la vita di nonna Nina conferma la mia idea.
    Di più: penso che la vita “comune” di ciascuno, fatta delle piccole cose quotidiane, se vissuta con amore, possa salvare la Fede. Poi, certo, potrebbe arrivare il momento dell’effusione del sangue: sarebbe la prova suprema d’amore. Ma anche una vita come la mia o la tua, se vissuta ecc. ecc.
    Tutto qui.”

    Appunto. Concordo. Grazie.

    Volevamo dire in fondo (ma forse anche già in supercficie) la stessa (medesima) cosa.

    Amen.

    8 Novembre, 2010 - 15:39
  32. Syriacus

    Ora. non che il film sui monaci sia il Vangelo stesso, ma, analogamente all’Evangelo, ti lascia con l’impressione che di esso si possa dire di tutto e al contempo (quasi) “niente”.
    Come sul Vangelo son state scritte pile di tomi di commento, esegesi, critica storica,.. apologetica, etcetc.. ma allo stesso tempo si può “riassumere” in poche parole “Ama il prossimo tuo come te stesso” , il Padre Nostro, etc…

    Naturalmente è una mera sensazione, e gli spunti per commenti vari li ho avuti durante la visione, annotandomeli mentalmente via via.. Sarebbe però ottimo avere copia del film in dvd con magari sceneggiatura a portata di mano.. Ora ho troppi “post-it” mentali attaccati al cervello.. (e anche al ‘coeur’ pascaliano, bien sure..) Non saprei quasi da dove cominciare, temendo di scompigliare i post-it sul frigo della mente..

    8 Novembre, 2010 - 15:57
  33. Syriacus

    bien sûr..

    (però nel film non riuscivano a pronunciare, come quasi in tutti i doppiaggi italiani, il nome ‘Luc’ con la u tipo y greca -o u lombarda- . Ma, come per il Führer spesso storpiato in ‘fiùrer’, diventava ‘Liùc’ . -Esiste anche Loïc, fra i nomi francesi.-
    Ma questa è solo una tiratina d’orecchie ai doppiatori italiani.
    Le cose più serie un’altra volta. )

    8 Novembre, 2010 - 16:08
  34. Gerry

    Lazzaro si chiede perché Dio abbia bisogno del nostro sangue per salvarci: non ne ha bisogno e ci ha già salvati, una volta per tutte, sul Golgota, con l’effusione del sangue del suo Primogento, oblazione pura, santa, unica, perfetta.
    Il nostro cammino di salvezza è dunque aperto, a partire da quell’ora, tuttavia se la nostra è (e dovrebbe essere) una sequela del Maestro, se il cristiano è un alter Christus, la via dolorosa è lì, anche per noi, sempre possibile.
    Parliamoci chiaro, l’effusione del sangue non è né sarà mai chiesta a tutti, ma oggi a tutti è chiesto un diverso martirio, forse ridotto, ma sicuramente da sopportare: quello di non lasciarci intimidire, perché oggi “quello che conta è solo ed unicamente quello che ci viene raccontato dal circolo mediatico anticattolico dell’Occidente – diciamo così- democratico”, come dice Filippo Di Giacomo (vedi, sopra, il link di Lycopodium).
    Sopportare pazientemente l’equazione cristiano=cretino (o, in alternativa, ladro o magari solo “pedofilo”), l’irrisione teorica e pratica di chi disprezza o malsopporta il nostro essere diversi ed anche il self-restraint di chi vorrebbe solo sopire e chiude entrambi gli occhi e la bocca: questo è un martirio chiesto a tutti e da qui dobbiamo ricominciare.

    8 Novembre, 2010 - 17:41
  35. Syriacus

    Grazie per il link al ricchissimo fornitore di spunti Cantuale Antonianum, Lyco.

    Per contraccambiare, strettamente in tema con la tua segnalazione, ti offro una toccante illustrazione pastoralmente concreta del discorso fatto a quel post, ove ” il colore nero si può usare, dove è prassi consueta, nelle Messe per i defunti” .

    Potevo fornire video di esequie di Stato a Santo Stefano a Vienna, con l’Arcivescovo in nero, o anche la bella immagine del Cardinal Schoenborn ad Heiligenkreuz, a celebrare liturgie funebri con i noti Cistercensi austriaci.

    Ma, ecco, se vuoi vedere come anche il Cardinal Scola (e non solo) si sia adeguato in una recente occasione alla “prassi consueta” di terre un tempo dell’Impero austriaco, ecco il servizio giornalistico della TV austriaca sule toccanti esequie del Vescovo di Bolzano-Bressanone Wilhelm Egger, mancato improvvisamente nell’estate 2008:

    Monsignor Wilhelm Emil Egger OFM. Cap., (1940 – 2008)

    Potrai notare che il clero (sacerdoti e vescovi) italiano ha paramenti principalmente viola, mentre quello austriaco e non solo, nero. (Inoltre, al di là del colore, l’uso locale ancora prevalente della pianeta ‘romana’ rispetto alla casula ‘gotica’.)

    Comunque, in generale :

    Rex tremendae maiestatis,
    qui salvandos salvas gratis,
    salva me, fons pietatis.

    Gratia, pietas. Qualunque sia il colore del paramento.

    8 Novembre, 2010 - 18:07
  36. Syriacus

    [Il bianco liturgico esequiale in estremo oriente:

    http://www.youtube.com/watch?v=2qGhBOu_1Sg

    Ai funerali del Cardinale Kim , in Corea, l’anno scorso.

    (Notare l’uso superstite, come almeno anche in Cina, delle chiroteche -guanti, con le stimmate..- per i vescovi. Penso che sia forse stato facilitato, lontananza di Roma a parte, dall’onnipresenza culturalmente radicata dei guanti bianchi in molte situazioni (vedere uscita del feretro dalla chiesa, etc..). ]

    8 Novembre, 2010 - 19:32
  37. Syriacus

    [Sempre l’anno scorso, è mancato il Senatore Ted Kennedy. Funerali celebrati dal Cardinale di Boston O’Malley, sempre in bianco, more statunitense..:

    http://www.youtube.com/watch?v=cUEeoZao-xY ]

    Ok, un saluto a Lyco e (se ci legge) Fiorenza.

    8 Novembre, 2010 - 19:35
  38. lycopodium

    Il mio intervento (come, immagino, quelli di Syr e Gerry) non è certo in opposizione a Lazzaro ed Elsa!
    La Croce è vertice e ricapitolazione dell’esistenza storica di Cristo, ma anche della singola esistenza creaturale, come si vede bene in questa poesia di Mario Luzi, tratta da “Sotto specie umana”:
    _________
    Sangue – sua profusione
    in ogni dove
    del mondo,
    capillarmente
    in tutto l’universo,
    sua stormente
    ramificazione
    in ogni specie
    dell’aria, della terra,
    degli acquitrini
    dentro vene,
    arterie, cannule,
    tubicini –
    suo spreco,
    sua dissipazione antica
    nelle stragi palesi e clandestine,
    nelle croci – Una alzata ad espiarne
    lo sperpero, lo scempio
    Dove corre il sangue, dove annega?
    come l’acqua, come i fiumi
    ritorna alla sorgente
    il sangue, scende e sale
    dalla morte alla resurrezione
    O sanguis meus…
    _________

    [Naturalmente, tutti siamo tanto dipendenti dalla apologia paradossale del Girard prima maniera, per ricordarci che lui stesso ha riconosciuto di non essere il Vangelo e neppure la Lettera agli Ebrei…]

    8 Novembre, 2010 - 20:31
  39. Syriacus

    “VATICANO-IRAN: PAPA RISPONDE A AHMADINEJAD CHE VUOLE ALLEARSI

    Salvatore Izzo

    (AGI) – CdV, 10 nov.

    La Sala Stampa della Santa Sede ha confermato che il Papa ha inviato al presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad un messaggio in risposta alla lettera che il capo di Stato aveva inviato a Benedetto XVI il mese scorso chiedendo un’alleanza per combattere il secolarismo.
    La lettera del Papa e’ stata consegnata a Ahmadinejad dal presidente del dicastero per il dialogo interreligioso, card. Jean-Louis Tauran, nel corso di un incontro a Teheran.

    © Copyright (AGI) “

    10 Novembre, 2010 - 17:20
  40. discepolo

    sarà un po’ difficile che la Chiesa cattolica si “allei “con l’Iran di Ahmadinejad e poi possa continuare il dialogo coi “fratelli maggiori ebrei.”..sempre che ci tenga a continuarlo…(ma questo Papa mi pare che ci tenga)
    Vabbe’ che nei secoli la diplomazia vaticana si è perfettamente allenata a dare ,come si suol dire, un colpo al cerchio e uno alla botte, a tenere i piedi in due scarpe, a salvare capra e cavoli , alleandosi ora con Francia ora con Spagna ( purchè se magna) ecc. ecc., ma in questo caso la vedrei proprio difficile….

    11 Novembre, 2010 - 9:20

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