“Gattino&gattona – ringrazio il destino e soprattutto la chat che ci ha uniti”: scritto sotto la foto dei due guancia a guancia nel sito www.lucchettipontemilvio.com. “Ciò che Dio ha unito” si diceva una volta – e ora magari lo fa la chat.
“Ringrazio la chat che ci ha uniti”
17 Comments
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Le due cose non vanno confuse, ma tantomeno si escludono… si parla di cause prime e cause ultime, in fondo, o semplicemente di Occasioni più o meno montaliane.
Parlo per fatto personale, ovvio.
“Soprattutto la chat” . la chat come manifestazione del Destino, o la Chat sopra il destino?
“gattino&gattona”: l’accrescitivo del secondo felino salva la coppia, che sarebbe altrimenti banale e insopportabilmente dolciastra (gattino&gattina: puah). “Gattona” evoca l’immagine di una donna grande e sensuale, come spesso piacciono agli uomini gracili (Leopardi, ad esempio). (Mi rifiuto di andare a vedere la foto sul sito per mettere alla prova la mia esegesi).
Contrario al moccianesimo imperante, però se ci dobbiamo schifare dell’amore di due giovani, poveri noi…
Macché schifarsi dell’amore di due giovani, quando mai? Qui si obietta sulla lingua in cui si esprime (e se la lingua è scadente, prima o poi anche il resto irrancidirà …)
Tonizzo la simpatia era implicita. Amo tutte le scritte che riporto e non capisco come certuni protestino perchè scrivendo si imbrattano i muri e i ponti. Sarebbe come protestare perchè scrivendo si imbrattano i quaderni o scolpendo si modificano i legni. O si popolano i siti della Rete. Luigi
Oddio, magari se il muro è quello di casa tua e tu l’hai appena fatto riverniciare … e anche i monumenti forse sarebbe meglio lasciarli stare … comunque ci sono tante superfici già brutte, nelle nostre città, che lo spazio non manca di certo. (A proposito: non abbiamo mai parlato delle scritte nei cessi … la materia è un po’ scabrosa, ma anche là in mezzo al … fango, sprizzano lampi di genialità.
..dipende se quello che si imbratta è un quaderno a quadretti o un manoscritto medievale, cioè se si scrive su un muro o su un’opera di qualche pregio artistico o storico.
Entrando in una pieve romanica si vedono spesso le pietre secolari massacrate dai cuori e dalle iniziali dei fidanzatini (quando va bene). Vanno bene anche quelle? Secono me no.
Se però si ammette che debba esistere un limite alle scritte spontantee, diventa un po’ ambiguo definire dove si può scrivere e dove no.
solito incoveniente: il mio commento era contemporaneo a quello di Leonardo, e non l’avevo letto.
Comunque aggiungo una scritta: “la mia libertà sei tu” letta su una ringhiera di un parco. Sembra la parafrasi di Symbolum ’77 (…tu sei la mia vita, la mia libertà)
Secondo uno stretto divieto di scrivere sui muri altrui o monumentali non avremmo avuto i graffiti di Pompei e quelli delle catacombe, le scritte dei “palmieri” e dei crociati sulle pareti della grotta dell’Arcangelo a Monte Sant’Angelo, il Cristo graffito dal Cellini nella sua cella a Castel Sant’Angelo e chissà quant’altri lasciti di prigionieri e condannati a morte, da Tommaso Moro ai detenuti di Via Tasso. Si scrive e poi magari si cancella. Certo non sui manoscritti medievali, ma sul Ponte Milvio e sul Ponte Flaminio perchè no?
Ps. Mai trovata una buona scritta nei cessi. Luigi
Ad Auschwitz, nel sotterraneo delle celle della morte, oltrepassata quella dove morì p. Kolbe, dove il corridoio gira, nell’angolo, c’è una cella con questi graffiti: sulla parete alla sinistra di chi entra un crocifisso, sulla parete a destra una risurrezione. Sono figure di 15 centimetri circa. Non ne avevo mai sentito parlare. Li ho visti andandoci l’anno scorso. Sono protetti da poveri riquadri di plexiglas, inchiodati. Grazie ai graffiti sappiamo che qualcuno, uno che c’era, che vi è sicuramento morto in maniera orribile, chiedendosi dove fosse Dio ad Auschwitz, si è risposto.
Adriano
A Leonardo: a pensar male si fa peccato, ma 90 su 100 ci si azzecca. Però permettemi di sperare che, nonostante certi fetidumi linguistici (e su questo siamo quasi del tutto d’accordo), questo amore duri. Perché quando una persona dice ad un’altra che la ama in Cielo sboccia un fiore.
A Luigi: figurati se non ho simpatia per i fidanzati, essendolo anche io. Grandioso il riferimento ai cessi. Ma non sarei così sicuro, alle volte dal letame nascono i fiori, diceva il Faber…
Tonizzo: sicuro di niente! Sono solo un trovarobe e come tale dico che nei cessi non ho ancora trovato una scritta da riferire. Appena la vedo, la pubblico. Un complimento anticipato a chi me ne riferisce una. Luigi
Non è un graffito, ma un elegante motto latino che ho visto campeggiare su tutte le porte di un prestigioso istituto scolastico tenuto da religiosi: “propere et prospere”. Siccome stava anche sulle porte dei gabinetti, trovai che là acquisva, come dire, una coloritura particolarmente beneaugurante …
“Presto e felicemente”: ottima applicazione periferica di quell’orgoglio pedagogico. Luigi
Rieccomi dopo una settimana di Festival della Scienza genovese davvero intensa.
Complimenti Luigi per le sue visite raddoppiate! Ha saputo creare un blog davvero ben fatto, si respira un bel clima qui, per questo tanta gente interviene. Bravo!
Se posso unsare un versetto di San Paolo di oggi: “Gareggiate nello stimarvi a vicenda… Siate lieti in ciò che sperate, forti nelle avversità, perseveranti nella preghiera…” (Rm 12)
Un caro saluto anche a tanti altri visitatori che sto iniziando a conoscere!
Andrea
PS: i genovesi che fine hanno fatto?
Io, nel mio piccolo, non capisco come si possa credere che scrivendo non si imbrattino i muri e i ponti e qualunque altra cosa che non sia mia. Rinuncio ad argomentare perchè mi rendo conto di vivere in un altro mondo, dove chi usa l’autobus non riesce a consultare l’orario o la cartina coperta da queste scritte, per rimanere allo spicciolo.
Del resto per nobilitare queste scritte siete ricorsi chi al carcere, chi ad Auschwitz: sarà una inconscia analisi della società in cui viviamo?
Il ricorso poi alle catacombe, a Pompei – e perchè non alle incisioni rupestri? – mi ha dato una idea del significato del famoso detto “una sghignazzata ci seppellirà”.
In quanto al limite da porsi alle scritte spontanee, basta porselo: il limite ai miei diritti è il mio dovere di rispettare i diritti degli altri. Quindi, come non andrò a raccogliere quello che non ho seminato, non andrò a imbrattare quello che non ho contribuito a pulire. Da qui si vede l’arroganza dell’ incipiente analfabetismo di queste cose comunque urlate alla faccia nostra.
Da un graffito su internet
“… il solito buonismo all’italiana, per cui alla fine il prevaricatore se la cava sempre e il prevaricato deve sempre farsi una ragione dei torti subiti. Una società su queste basi non può che finire in giungla.”
(Dico io, basta vivere in un villaggio turistico.)
Io sto con le scritte innocenti, Domenico! Non voglio assolutamente dire che sia buono imbrattare i monumenti o sporcare le pareti appena ripulite di un qualsiasi edificio. Riporto scritte da quando esiste questo blog e mi pare di averle sempre lette in luoghi in cui non facevano danno. Tranne, l’ammetto, quelle tracciate – non so con quale vernice – sui vagoni della metropolitana. Se uno scrive all’interno della galleria che a Roma sottopassa il Gianicolo a mio parere ingentilisce un logo tremendo e lo stesso vale per la grande maggioranza delle scritte che trovo su muri, muretti e marciapiedi. – Infine sono favorevole alla realizzazione di appositi spazi per graffiti innocenti. Ma quelli sul Ponte Milvio non me li toccate! Quel ponte è per me come l’Antologia palatina. Luigi