“La lettura della Bibbia nelle nostre scuole è un’iniziativa a cui sono favorevole come ministro, come credente e come cittadina italiana“: così aveva risposto a una domanda di Famiglia cristiana il ministro Mariastella Gelmini la settimana scorsa e ho scelto di aspettare che passasse la polemica che ne era seguita per riprendere quelle giuste parole. Mi piace dire che sto con la Gelmini perchè nella mia casa tra i figli che fanno l’Università e la moglie maestra non passa giorno che al povero ministro non vengano lanciati i “componenti” come nei cartoni di Mazinga. Ma sparigliati i giochi familiari, che è mia goduria, chiedo aiuto ai visitatori che ne sanno di più per capire come si possa realizzare quell’ottima idea della Bibbia a scuola: in quali ore e con quale rapporto con l’Insegnamento della Religione cattolica? Butto là l’idea di una riforma combinata dell’Insegnamento della Religione cattolica e della materia a essa alternativa, facendo in modo che l’uno e l’altra siano incentrati nella lettura della Bibbia: l’insegnamento cattolico in chiave cattolica, l’insegnamento alternativo in chiave storica. Così a nessuno mancherebbe quel pane.
Sulla Bibbia a scuola sto con la Gelmini
89 Comments
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L’argomento è spinoso e suscita sempre vivaci dibattiti. Ritengo che l’insegnamento religioso nella scuola pubblica, così come è attualmente strutturato non potrà essere conservato a lungo. L’insegnamento della dottrina cattolica da parte di insegnanti di nomina vescovile e stipendiati dallo Stato costituisce oggettivamente un privilegio, residuo del periodo in cui il Cattolicesimo era considerato religione di Stato. Sarebbe preferibile un insegnamento delle religioni, nel cui programma il Cattolicesimo avrebbe necessariamente la prevalenza, per ovvie ragioni storiche e culturali. Non si possono comprendere ad esempio né la storia dell’arte, né la letteratura italiana ed europea senza conoscere i fondamenti della religione cristiana. In tal caso, non trattandosi di un insegnamento confessionale, si potrebbe anche prevedere la valutazione degli studenti, garantendo così la serietà dell’insegnamento.
Luigi,
Quel pane, come tu lo chiami, lo deve fornire in primis la famiglia e poi la Chiesa se la famiglia lo richiede.
La Gelmini con l’aggettivo “credente” usato per dichiararsi favorevole all’iniziativa , ancora una volta, scodinzolando alla gerarchia, aggiunge e marca una differenza tra la religione del Libro e ad esempio il Corano.
La Gelmini ed altri che hanno responsabilità di governo della sua stessa tendenza, garantiscono la neutralità e l’interesse generale come è richiesto nel giuramento di fedeltà alla Repubblica e alla sua Costituzione?
La domanda è sempre la stessa: questo Stato è laico o confessionale?
Certo, l’idea è buona, se non altro per non dispedere le forze durante il breve orario dell’insegnamento di religione. Mi è capitato, come volontaria, di aiutare a studiare una ragazzina che si definiva “non credente” e che doveva spiegare cosa significhi “scagliare la prima pietra”. Quando le ho detto che ci si doveva rifare al Vangelo, mi ha detto che, essendo non credente, era tenuta a non fare il compito! Di certo, le cose sono molto cambiate negli ultimi anni. Si affacciano civiltà diverse, che non si rifanno alla Bibbia e alla tradizione cristiana. Forse ci dovremo impegnare nella lettura e nel commento anche di altri testi sacri; ma non è poi un gran male.
Sono ferocemente contrario alle posizioni della gelmini sulla scuola e l’Università, ma stavolta ha ragione. Anni fa anche l’associazione laica “Biblia” lanciò una proposta del genere: non possiamo ora dirci contrari solo perché la Gelmini è antepatica.
La Bibbia è il (o almeno “un”) “grande codice” della nostra cultura (cito a memoria una frase di Piero Stefani e Brunetto Salvarani, se non ricordo male): senza di essa non è possibile comprendere Dante, Manzoni, e gran parte della nostra arte, letteratura, filosofia… Non si può quindi mettere la Bibbia sullo stesso piano del Corano per quanto riguarda la nostra identità storico-culturale (di cui la scuola dovrebbe promuovere la riscoperta, sia pure critica). Detto questo, sarei favorevole ad integrare, in un secondo momento, lo studio della Bibbia con quello dei classici delle grandi religioni mndiali, in una prospettiva interculturale (cosa che, tra l’altro, molti insegnanti di religione stanno già facendo). Ma a partire dalla Bibbia, che è parte integrante della nostra cultura.
E non ha seso lasciar fuori dalla scuola la cultura religiosa in nome di una concezione angusta della “laicità” dello Stato che grandi intellettuali (Boechenfoerde, Habermas, Ratzinger stesso…) ci stanno aiutando a superare.
il problema è che la bibbia NON la leggono neppure più quelli che scelgono religione , durante l’ora di religione. I miei figli (tre) che alle elementari e alle medie hanno fatto l’ora di religione ( al liceo poi si sono,giustamente, rifiutati, vista l’insulsaggine e la vacuità degli insegnamenti fino ad allora impartiti) non hanno MAI lettola Bibbia durante le ore di religione cattolica . I loro insegnanti di religione, scelti dai vescovi ecc, ecc, non gli HANNo Mai fatto leggere la Bibbia.!!???
questo non è un problema della Gelmini ne’ dello stato. Questo credo, sia un problema della Chiesa. Ma cosa cavolo insegnano gli insegnanti di religione ( cattolica) nelle scuole?
MC
Chiedo al mio terzo figlio, che quest’anno fa la terza media:
su quali testi avete studiato religione l’anno scorso? Nessun testo, la prof ci parlava e basta. E di cosa parlavate?’ di Gesù. Avete mai letto in classe la Bibbia o i Vangeli ? No
beh, e cosa hai imparato di Gesù?
Boh, le solite cose, che sapevo già , che Gesù ci vuole bene ecc. , come al catechismo .Mamma è un doppione del catechismo!!! a cosa serve?
Ma almeno avete approfondito dove è vissuto ,cosa ha detto , il periodo storico , avete fatto dei riferimenti ad altre religioni ecc. ? No .
Ti ha interessato l’ora di religione?’ No era noiosissima, sempre le solite cose. Al liceo vuoi fare l’ora di religione ?Per favore no mamma , è un palla mostruosa!!!
MC
Pensare che ancora ricordo (dopo più di 50 anni) le lezioni di religione del liceo, basate sul confronto e sul dibattito. Veramente erano fatte da un teologo (di base aristotelica) molto preparato. 1° anno: I fondamenti razionali della fede in Dio. 2° anno: i fondamenti razionali della fede in Gesù Cristo. 3° anno: I fondamenti razionali della fede nella Chiesa. Non mi sono mai annoiata. In quanto alla Bibbia, ricordo ancora le lezioni di catechismo che ci faceva il parroco del Duomo (avevo sette anni). Che andasse meglio quando andava peggio? Cara MC, e se avessi detto a tuo figlio che forse al liceo sabbe stato diverso e che poteva provare?
visto tutto ciò , personalmente sono contraria a che vi sia nella scuola pubblica l’ ora di religione cattolica , spesso con insegnanti neppure laureati e scelti non si sa con quali criteri. Meglio un ora , uguale per tutti, di STORIA delle religioni dove si studino testi, si confrontino tradizioni e messaggi religiosi, si parli del significato dei riti e dei simboli religiosi. Insomma un ora di CULTURA religiosa e non di semplice indottrinamento . a livello scolastico si dovrebbero avere non dei catechisti per quanto armati di zelo e buona volontà, ma degli insegnanti laureati in storia o filosofia o lettere antiche, insegnanti preparati che sappiamo far capire e trasmettere agli allievi non il credo in una religione ( a questo ci dovrebbe pensare la famiglia che ,se cattolica, manderà i figli a catechismo) ma l’interesse e il rispetto per tutte le religioni! questo sarebbe apprezzato credo da tutti perchè aiuterebbe gli alunni a conoscere e a rispettare anche i compagni di fedi diverse , musulmani, ebrei ecc. quanto ai cosiddetti “non- credenti” se la si presenta come cultura storica fatta bene, non credo che sarebbero contrari!
MC
carissima Antonella, anch’io ricordo l’ estremo interesse con cui seguivo al liceo le ore di religione! certo io insisto con i miei figli perchè continuino.. ma non posso ( soprattutto non voglio) costringerli!
d’altra parte mi fa piacere vedere che se non a scuola la Bibbia la leggono almeno a casa, anzi il mio maggiore ( ultimo anno di liceo), scoprendo che ho il Nuovo testamento in greco e latino ha voluto provare a leggerlo…
carissimi saluti
MC
Splendide le prime pagine del Vangelo di Giovanni in greco! e che dire del racconto dell’arrivo dei Magi in Matteo? Ora poi mi sto appassionando al testo originale (greco) del “Credo”. Sì, il greco è veramente una lingua splendida.
Sono insegnante di religione al liceo.
Ho studiato, per insegnare, cinque anni alla facoltà teologica per il primo grado accademico, poi tre anni per la specializzazione, non perchè sono lenta ma perchè questa è la durata dei corsi di teologia in cui sono LAUREATA.
Chi non ha seguito il mio percorso (il più lungo, propedeutico al dottorato di ricerca) ha una laurea in Scienze religiose: tre anni di corso di laurea (per insegnare a materne ed elementari) più due di specialistica per insegnare alle medie. Ci sono stati anni in cui, per far fronte all’emergenza, si sono accolte nell’insegnamento anche persone non adeguatamente preparate, ma da tempo non è più così. Resta però il pregiudizio: religione è come catechismo, l’insegnante è un pio buonanima un po’ bigotto che chissà cosa ci fa a scuola….
Il mio motto, con i miei ragazzi, è sempre stato “Non smettete mai di pensare” e il mio sforzo: insegnare loro ad esprimere, in materia di religione, giudizi criticamente motivati.
Non si riesce a leggere continuativamente la bibbia a scuola, troppo poche le ore, ma ogni volta che ho citato passi della scrittura (quasi ad ogni lezione), l’ho fatto leggendoli dal Libro. A scuola inizio (il primo anno) con fenomenologia della religione, con il senso del sacro e la sua origine, con le manifestazioni del sacro nelle culture (approcciando diverse religioni), poi si passa ai simboli e al linguaggio cristiano, al senso del celebrare, si finisce il secondo anno con il Gesù storico.
Tutto il terzo anno è dedicato a conoscere il messaggio di Cristo a confronto con le problematiche attuali, confrontando i brani evangelici con la situazione che viviamo (es. la condizione della donna…); quarto e quinto anno: bioetica, diritti umani, morale sociale, pace…. sempre in chiave cristiana.
Problemi? molti, ma non da parte degli studenti. La struttura dell’IRC rende difficile essere incisivi, per farlo occorre che ci mettiamo in dialogo con i docenti di altre materie e che svolgiamo alcuni argomenti insieme. Con filosofia, con storia, con italiano è facile, la disponibilità dei colleghi di solito buona, ma il lavoro aggiuntivo non indifferente.
La lettura della bibbia con un buon commento interpretativo sarebbe l’ideale, ma servirebbe uno spazio orario ad hoc, oppure si dovrebbe ristrutturare completamente la programmazione di religione, cosa allo stato attuale difficilmente realizzabile.
Il maggior cambiamento tuttavia dovrebbe toccare i pregiudizi diffusi, ma la vedo piuttosto dura…
Buona giornata a tutti
Nico
[…] completo fonte: Il blog di Luigi Accattoli » Sulla Bibbia a scuola sto con la Gelmini Articoli correlati: Veneto, proposto l'insegnamento obbligatorio della Bibbia – UAAR […]
Quanto riferito da Antonella non è per nulla un caso isolato. Rappresenta il modo quasi automatico con cui ci si pone di fronte al fatto religioso: come dato da privatizzare (sotto i veli della neutralità e dell’interesse generale), prima che da accogliere fenomenologicamente e poi, eventualmente, da problematizzare.
In ciò non aiutano i programmi stessi. Ad esempio, la filosofia: il cui inizio è di per sè una critica al fatto religioso (che quella criticata fosse la manchevole religione dell’Ellade, a questo livello poco conta).
p.c.
Cmq, ammiro e approvo la “critica della critica preventiva” messa in atto da Nico.
Ecco, strumentalizzazione recepita e cavalcata.
Caro Luigi, temo che quello che in buona fede auspicavi, circa la lettura della Bibbia a scuola, diventerà l’ennesimo “sole delle Alpi” per dividere e separare.
Un ottima alternativa al cosidsetto problema sicurezza che sta piano piano declinando, eccetto che per il contrasto al sistema malavitoso che del resto è malattia storicamente endemica.
Dopo il Veneto è presumibile che eguirà il Piemonte così avremo finalmente regioni “cristianizzate” e senza burka, regioni neoteocratiche in barba alla sana laicità dello Stato e della Costituzione, con prospettive assai efficaci sul piano elettorale. Svezia docet.
Anche se sogno una scuola così laica da essere capace di studiare e capire la Fede e la Religione (senza infingimenti: quella cattolica in primo luogo).
Non mi pare che la nostra Costituzione prevedesse una laicità “laicista” che relega la religione nel privato: tant’è vero che ha riconosciuto i Patti lateranensi. Laicità non significa imporre il silenzio su Dio nella vita pubblica e mutilare le radici culturali di un popolo, ma riconoscerle in un contesto che non esclude e non discrimina chi la pensa diversamente.
Niente contro la Costituzione, ma ci sono inerzie (e programmi) ideologiche che impongono di fatto quel silenzio e discriminano alla rovescia.
Un laico esempio di come porsi di fronte all’inerzia della posizione laicista e (a parziale consolazione di Nino) e al cinismo della religione come strumento dei governi, lo possiamo trovare qui:
http://www.giuseppevalditara.it/materiali/religionepolitica_allodi.pdf
Vi si sottolinea l’urgenza di “una «sfera pubblica religiosamente qualificata», e in particolare quella di una principled tolerance, come la definisce Seligman [2000], che supera l’idea moderna di laicità come sfera neutra e chiusa al
contributo che le religioni possono dare alla società”.
Da un visitatore che si firma Roberto ricevo questo messaggio:
Gent.mo dott. Accattoli, faccio mio il suo intervento sulla Bibbia a scuola, e le rispondo in quanto insegnante di religione in una scuola primaria.
Le critiche che vengono fatte all’I.R.C. sono, per la maggior parte, quella di essere un doppione del catechismo e che tale insegnamento non ha diritto d’esserci a scuola. Personalmente ritengo che entrambe le critiche possono (anzi devono) essere sfatate.
Facendo riferimento agli Obiettivi Specifici di Apprendimento della Religione Cattolica nella Scuola Primaria, tale materia di insegnamento può diventare davvero momento forte di cultura e di apertura di nuovi orizzonti per gli alunni. Sinteticamente penso che – anche per un non credente – l’ora di R.C. potrebbe essere apprezzata e vissuta (glielo dico per esperienza personale: vi sono casi in diverse scuole conosciute dove i bambini – che per decisione dei genitori non dovrebbero avvalersi della R.C. – poi vi partecipano perchè vedono che non è catechismo, ma cultura.
Guardi… ritengo che se, senza dubbio, nei primi due anni di R.C. è prevalente la dimensione esperienziale della religione (si raccontano molte “storie”: la storia della nascita di Gesù, la storia delle parabole e dei miracoli…), nel trienno successivo prevale assolutamente la dimensione culturale e storica della religione: in terza parliamo della struttura della Bibbia come libro sacro per ebrei e cristiani (e si sottolinea molto bene l’importanza per entrambe le religioni) e della storia del popolo di Israele, partendo addirittura dall’Arca di Noè per arrivare al Re Davide, fino anche ai profeti; in quarta si parla di Gesù come personaggio storico, che ha vissuto in una determinata società… e di quello che lui ha detto; in quinta (forse l’anno più bello e denso) parliamo di tutta la storia della Chiesa (ovviamente senza troppi approfondimenti) dalla Pentecoste fino ai Concili e poi delle altre religioni (Islam, Ebraismo, Induismo, Buddismo)… personalmente poi l’anno scorso abbiamo anche scelto di affrontare un tema sicuramente difficile, ma per loro molto interessante: quello dei nuovi movimenti religiosi.
Tutto questo, gent.mo dottore, per dire che in tutto questo la Bibbia trova la sua parte molto importante: probabilmente non prenderemo in mano mai la Bibbia, ma ne troviamo continuamente riferimenti sul libro di testo, nelle schede che svolgiamo in classe con i nostri alunni…
Certo che la lettura della Bibbia poi può diventare ambito di lavoro interdisciplinare: sia in italiano, dove alcuni testi poetici potrebbero essere affrontati in maniera diversa rispetto a quella data dall’insegnante di religione; oppure in storia e geografia: parlando del popolo ebraico oppure della storicità di Gesù sono continui i riferimenti alla storia dei popoli vicini, alla conformazione di quei territori; oppure in arte…
Penso che, se fatta nella maniera giusta e adeguata al trascorrere del tempo e all’evoluzione della società odierna, l’ora di Religione Cattolica potrebbe assumere una dimensione importante nella scuola italiana.
La ringrazio per l’attenzione e le auguro buon lavoro. Roberto
Nei laicissimi Stati Uniti d’America, multirazziali – multiculturali – multireligiosi e multiquellochevipare, il presidente – durante la cerimonia di insediamento – giura fedeltà alla nazione sulla Bibbia e non su quella Costituzione che pure tanto sangue è costata in termini di indipendenza. Inoltre, nelle scuole statunitensi, già da tempo ( e da tempi non sospetti), esiste uno spazio e un tempo dedicati alle religioni durante i quali si legge Bibbia, Corano,e tutti i testi che aiutano a comprendere i vari e numerosi credo esistenti.
Quello che non capisco – e chiedo scusa se vi pongo le domande – sono le ragioni per cui dobbiamo crearci problemi anche quando non esistono.Perchè non concedere alternative? Per esempio, durante l’ora di religione si legge la Bibbia e se ne parla e si dedicano anche , che so?, 20 minuti alla storia di altre religioni. Oltre a formare una coscienza ai nostri giovani, si potrebbe anche espandere il loro orizzonte di conoscenza circa le religioni del mondo: hai visto mai che ne esce un futuro migliore?
( e, comunque, tanto andrebbe fatto anche per le altre materie – Italiano in testa – se bisogna credere ai servizi dei telegiornali e alle interviste ai giovani su congiuntivi e grammatica che ottenevano facce sorprese e silenziose).
Non penso che sia una cattiva idea, credo che vada organizzata bene per ampliare gli spazi di dialogo e conoscenza reciproca con i tanti bambini/ragazzi non italiani che insieme ai nostri giovani rappresentano il domani d’Italia.
C’è un problema di metodo, Principessa.
Il punto di partenza è una non-cultura o incultura religiosa (fior di laureati ignorano finanche elementari principi della religione cattolica, colpa anche dell’assurdo bando al metodo catechistico di Pio X).
Bisogna restituire il “maltolo”, tornando a consentire agli italiani la conoscenza adeguata dei contenuti del cattolicesimo, INDIPENDENTEMENTE dalla fede o meno. Il resto che auspichi verrà.
“giura fedeltà alla nazione sulla Bibbia e non su quella Costituzione che pure tanto sangue è costata in termini di indipendenza.”
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Mi pare che quella su cui giurano i presidenti degli USA da G. Washington in poi sia la Bibbia Massonica. ( mi pare cosa di non poco conto e significato ).
Non mi pare che il Presidente della Repubblica Italiana giuri sul testo della Costituzione né sulla Bibbia.
Così Obama:
I, Barack Hussein Obama, do solemnly swear that I will faithfully execute the Office of President of the United States, and will to the best of my Ability, preserve, protect and defend the Constitution of the United States. So help me God.
– President-elect Barack Obama asked that the words “so help me God” be added to the end of the oath of office at the Inauguration.
TESTO ITALIANO:
Io Barack Hussein Obama, giuro solennemente che adempirò con lealtà ai doveri di Presidente degli Stati Uniti e col massimo dell’impegno preserverò, proteggerò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti.
Con l’aiuto di Dio! – l’ultima frase è stata aggiunta su richiesta di OBAMA.
Da: http://www.italianbloggers.it/formula-del-giuramento-di-presidente-degli-usa/
Ciao Raffaele
” Laicità non significa imporre il silenzio su Dio nella vita pubblica e mutilare le radici culturali di un popolo, ma riconoscerle in un contesto che non esclude e non discrimina chi la pensa diversamente.”
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Concordo, ma mi pare che quello che si accinge a realizzare la regione Veneto contrasti anche con questo principio.
Mah .. inutile che racconti la mia esperienza perchè sarebbe devastante, ma mi chiedo se l’insofferenza dei ragazzi per l’RC e solo per l’RC.
Diciamo che è un’insofferenza strutturale dovuta anche per il fatto che è una materia che “non serve”, è un’insofferenza biologica perchè non mi si venga a dire che ai bambini, ragazzi e giovani interessa la RC.
Al di là dell’impreparazione degli insegnanti (come è vero) esiste anche l’indisposizione degli allievi.
Non … gliene … importa … nulla.
Quindi, sposo l’idea di Luigi di informazioni storiche della Bibbia e poi , scusate tanto, ma la Religione è una cosa personale e di scelta, non di insegnamento più o meno valido.
I tesori in gioco nel Vangelo che si irradiano in tutta la Bibbia sono talmente impegnativi (e nello stesso tempo facili e forse è per questo che è difficile da comprendere) che i giovani non ne vogliono sapere in termini di “ora di studio” e giustamente … perchè non è ora di studio il Vangelo, ma è vita in gioco.
Ripeto l’informazione sulla Bibbia va bene e va bene anche l’ora di Religione per chi la desidera, ma non aspettiamoci esultanza nei giovani e neppure aspettiamoci una “formazione” perchè – garantito – si scordano di quello che è stato loro spiegato non appena si trovano davanti un paio d’ore di chimica organica, 2 di fisica ecc. ecc.
Se poi fosse vero che tutto è “colpa” degli insegnanti per nulla preparati, allora preoccupiamoci molto perchè non lo sono neppure le nostre parrocchie e catechesi considerando la “fuga” post Cresima.
Sto parlando ovviamente dei più e non di quelli che dalla nascita si definiscono cristiani e ne sono convinti.
Io non sono tra questi, ma sono comunque dell’idea di Luigi anche solo per il nostro detto che dice:
“piuttosto che niente, è meglio piuttosto”.
(chiedo scusa per l’intervento poco “intellettuale”, molto ruspante, semi ignorante e un filino sciocco)
Nino, che dici? “Bibbia massonica”? …e magari pure plutocratica! …giudaica lo è già.
Sarà semplicemente una Bibbia protestante. Non esagerare.
Marta, ok in generale per le tue realistiche considerazioni, ma è proprio quel tuo “la Religione è una cosa personale e di scelta, non di insegnamento più o meno valido” che stona: non perchè non sia, ad un certo livello, vero, ma perché è usato in genere proprio per perpetuare l’ignoranza dei contenuti della Religione. Ed è da questa ignoranza che bisogna venir fuori.
Un saluto a tutti.
A mio sommesso avviso il progetto della Gelmini non è malvagio. Tuttavia dissento da coloro che sostengono la tesi secondo la quale basti un avere una laurea in teologia o competenze specifiche per poter maneggiare una “cosa” tanto delicata quanto particolare. Dove gli argomenti si muovono in uno spazio in cui si DEVE dimostrare che le leggi del cosmo e della fisica sottendono ad un intervento sopra-naturale; spiegare cosa sia il “diritto Divino” e ” diritti umani” cosa intercorre tra le due cose; che Dio non è un giocatore di dadi che si prende gioco di un mondo da Lui stesso avviato e per convesso: dimostare come l’uomo dal momento della sua comparsa in questo eone è diventato vittima involontaria di questo gioco; perché Lui (Dio) può agire liberamente tanto da “parlargli” (all’uomo) sospendendo le leggi fisiche intervenendo oggettivamente palesandosi solo laddove viene riconosciuto in un abbandono fiducioso per cui guardaNe “la faccia” si muore, e che il destino di quel Mosè è anche il nostro perché Deus semper major” concede la Sua visione solo nell’altra vita. Spiegare tutto questo e un miliardo di altre cose concatenate mirabilmente, unitamente ad un miliardo di tradizioni morali, giuridiche, di popoli seminomadi sedimentate, spalmate in un miliardo di anni che tende -assieme al tutto- verso quel fine ultimo che noi chiamiamo DIO è arduo! Raccontare tutto questo ad una gioventù così critica, che fa della ragione il baluardo inviolabile che esclude tout-court la meraviglia, il miracolo è necessario che il DIVINO entri in gioco , quel “VOLTO” che illumina, quella “MANO” che guida, e non l’umano. L’umano, con la sua dotta scienza non può arrivare lontano…
@Lyco, santo cielo, ovvio che sì, è proprio così, ma c’è un rovescio della medaglia, c’è anche l’effetto opposto: stufare, stancare, “rompere”, obbligare.
L’ignoranza della Religione non è da me da altra ignoranza visto che è più che mai vero che molti nostri giovani non sanno coniugare verbi al congiuntivo.
E’ un fatto inconfutabile che a scuola mica tutti ci vanno con la stessa gioia con cui vanno in discoteca, come è inconfutabile che viene presa per “obbligo/dovere” e non come “diritto” e – di conseguenza – tutto quello che è inerente a “scuola”, “rompe” ed altro.
Onestamente, poi, preferisco di gran lunga una Fede di slancio e vagamente ignorante (tanto ci penserà il Signore a defibrillare un cervello pigro ed in arresto), piuttosto che una Religione colta, “laureata”, ma senza cuore, spietata con il prossimo che giudica e condanna, offende e manca della prima Carità: quella della parola.
La Religione fa acqua da tutte le parti senza la Fede, come il “fare” è falso senza l’ “essere”.
Possiamo rovesciare/regalare ogni informazione religiosa sui nostri ragazzi, ma se non è ricerca personale, se non è “passione” personale, verrà scartata dalla loro memoria in men che non si dica e scartata proprio dalle altre “nozioni” di materie che servono.
Non ho mai capito il motivo di tanto accalorarsi per una cosa di questo genere. Voglio dire, siamo in uno Stato cattolico? Bene, nelle nostre scuole si insegna (auspichiamo sempre meglio) la “storia” della nostra Religione, nei nostri spazi pubblici come per la Bandiera Nazionale, esporremo anche il Crocifisso. Che c’è di strano?
Se poi a qualcuno “non va giù” … bé … la libera scelta impone che lasciamo liberi di scegliere (la dichiarazione di molti ragazzi che “quell’ora di lezione” è insulsa, non vale nulla, è solo un atteggiamento di chi rifiuta un obbligo … e che non possono fare apertamente – almeno fino ad una certa età – con i genitori) e quindi: ci si può andare o meno.
Se a qualcuno non credente o di altri religione si indigna rammentiamo loro che nel loro Paese nessuno di noi si sognerebbe di strappare i loro simboli religiosi, di sconvolgere i loro ritmi di insegnamento.
Concludendo riprendo il post di Lugi di qualche giorno fa (quello se è più difficile essere cristiani oggi che 50 anni fa) con il dubbio che lo rendiamo difficile noi per non essere capaci di stare al nostro posto come cristiani, di esserlo in faccia al mondo, addirittura in casa nostra, compiacendo qualsiasi persona che dica ed accusi noi di “imposizione della Religione”.
Come sempre, tutto è molto semplice, ma con più è semplice con più diventa difficile perchè richiede di spendersi e dichiararsi con molta semplicità.
E non confondiamo ignoranza delle Religioni (che tutti hanno, persino i laureati) con ignoranza della Fede (che è motore della religione e non prodotto).
Ennesimo mio commento ruspante.
Vedi Marta? Vedi come lo Spirito Santo ha fatto si che noi dicessimo le stesse cose anche se con parole diverse?
Un abbraccio
Un ultima cosa vorrei aggiungere e poi mi taccio.
Dio nella Bibbia, sappiamo, viene umanizzato, presentato in maniera antropomorfica a immagine dell’uomo allo scopo di mostrarlo come il VIVENTE! Il motivo è ovvio: tutte le filosofie nel loro astrattismo lasciano indifferente la ragione e il cuore umano che ha bisogno di dinamismo appassionato, di concretezza; per questo ripeto quanto detto sopra: un insegnamento freddo, pragmatico, che miri alla conoscenza storica fatta di luoghi, simboli, cifre, concetti più o meno distinti seppur eruditi, colti, mirati, non farebbero che allontanare il cuore da questo Dio che è essenzialmente un Dio dal Volto Umano! Per cui…riflessione metafisiche, arroccamenti su una teologia natural-scientifico-teologica non farebbero che allontanarlo ancora di più. Dio è il Divino al cui cospetto la nostra società così critica -senza dover rinunciare alla propria ragione anzi…- può pregare e sacrificare, cadere in ginocchio pieno di timore, suonare e danzare con gioia. Far comprendere tutto questo è il punto cruciale, e questo solo un cuore amante può farlo…e non sempre la cultura è sinonimo di “amore” talvolta è solo spocchiosa presunzione.
@Clodine … eh eh eh … burlone di Spirito Santo che è – tra le 3 Persone – quello più comico e simpatico che nulla tace anche ai mentecatti come me.
Doppio abbraccio … ed uno in più per tutti gli altri.
MARCELLO
“Bibbia massonica”?
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/01/02/quei-padri-che-giurano-sulla-bibbia-dei.html
http://www.ehow.com/how_4926547_read-masonic-bible-online.html
http://www.thepowerhour.com/articles/masonic_1.htm
Più volte i partecipanti al blog hanno auspicato la diffusione e la lettura della Bibbia, Luigi, io e forse altri bloggers parteciparono anche a quell’interessante evento della “la Bibbia giorno e notte”, le cui puntate sono scaricabili da: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-41268a68-b096-49d9-9e0b-f602e402081f.html?p=0.
Il punto non è la validità o la condivisione sulla lettura e la divulgazione del Libro, su cui tutti siamo d’accordo per mille ragioni: educative, spirituali, ecc.
Il punto è sul merito e sul metodo, sull’efficacia e il senso di proporre la lettura di un Libro particolare come la Bibbia, alla stregua dell’Ulisse di Joyce o di Moby Dick di Melville, testi tutt’ altro facili da capire.
Non mi dilungo in inutili e noiose elucubrazioni intorno alla dialettica e alle difficoltà sull’argomento della lettura del Libro che per esperienza personale ho incontrato in molti ambienti ecclesiastici e in alcune parrocchie.
Troppo coinvolte in calendari iperattivi sulle diverse catechesi integrate con “uscite” e “campi” di approfondimento in cui il rapporto sacerdote-fedeli , almeno nella mia parrocchia è di 1 a 4.000.
Molti hanno fatto rilevare che oggi si tratta purtroppo di partire o ri-partire dal Padre Nostro e dal segno della Croce ed è ciò che possiamo constatare nei nostri ambiti abituali.
Figurarsi l’atto di dolore, il Credo, il Salve Regina, insomma la lettura della Bibbia, a mio avviso richiede una preparazione previa attraverso una catechesi sulla Preghiera e sul senso della stessa , in generale.
Leggere la Bibbia è cosa seria e richiede impegno e consapevolezza.
E’ Preghiera elevata a potenza.
Altrimenti sarebbe una lettura come tante altre, così tanto per alzare la media percentuale di quelli che finalmente potranno dire : si l’ho letta.
E poi?
Non per fare il professorino ma nei commenti rilevo molte imprecisioni.
Un saluto a tutti.
Dicci quali, dicci quali, ti scongiuro!!
Va bene, Nino, si può anche concordare. Ma, se mai iniziamo, se stiamo sempre a fare chiacchiere, se nessuno prende l’iniziativa, ci saranno sempre milioni di idee e tantissime sfumature di interpretazioni o di proponimenti. E la realtà? dove la mettiamo?
Intanto cominciamo a leggere la Bibbia, il Corano, i testi buddisti o indiani: se anche solo un ragazzo comincia a “PENSARE” lo scopo di tale iniziativa sarà stato raggiunto. Se anche una sola persona si avvicina ai libri, alla meditazione, alla preghiera, o solamente alla conoscenza in quanto tale, sarà stato fatto un grande regalo a questa gioventù che non sa più nulla, a cui chiedi il congiuntivo del verbo “andare” e ti risponde “io andai”, che non ha più valori di base perchè la famiglia per prima non instrada più alla lettura o alla preghiera o alla semplicissima conoscenza.
Dai!! per una volta tanto che qualcuno fa una proposta accettabile! potremmo evitare di essere ipercritici.
E, per quanto riguarda gli USA e il giuramento del presidente, anche lì possiamo sforzarci di vedere solo una invocazione di aiuto al proprio Dio per il grande incarico intrapreso e la Bibbia ( qualunque essa sia) come il riconoscimento della necessità di un Essere supremo a guidare i nostri passi.
Un po’ di elasticità mentale e un po’ di colore rosa in un mondo che è già fin troppo grigio, non guasterebbe. Di polemiche sterili, anche quando non esistono le basi per esse, ne è piena ogni nostra giornata, al lavoro, a casa, con gli amici, per strada, e anche su questo blog…
Un abbraccio speciale a te e un altro a tutti quanti, sempre con profondo affetto
Io sulla Bibbia sto con Dio.
Purtroppo si torna sempre sullo stesso punto, su questioni in realtà molto dotte (nonostante il coltissimo ‘terra terra’ manifestato da Marta e Clodine), quali quelle della “differenza tra fede e religione”.
Più che un punto di snodo, è però un gorgo che rischia di fare affondare il discorso …
Invece, dovrebbe essere chiaro che non è in questione la comunicazione dell’esperienza (ahimé, difficilmente ravvisabile anche nella comune catechistica),
ma la qualità dell’offerta formativa scolastica, anch’essa “seme” esposto ai più svariati terreni d’incontro/scontro/indifferenza/rifiuto.
Qualità che non può prescindere però dall’integrità dei contenuti.
p.s. Fede come “essere”, religione come “fare”? Se la questione è in questi termini (con il colto sottofondo dello scolastico “operari sequitur esse”), allora potrebbe anche volere il reciproco “esse sequitur operari” (“è, se opera”, avrebbe detto d.L.G.). Abbracci.
Ciao Principessa.
Scusa se ribatto, ma qui non si tratta di essere ipercritici, si tratta di guardare alla realtà per quello che è e che tu hai ben descritto.
E proporre cose fattibili in modo semplice, che abbiano senso , che lascino traccia.
Io parlo per esperienza diretta delle cose, ricordo che alla vigilia del Giubileo del 2000 la diocesi di Roma promosse la “missione cittadina” per la rievangelizzazione di Roma che coinvolse migliaia di laici.
In particolare si trattò di uscire dalle “sacrestie” ed andare incontro alla gente con il Vangelo in mano.
Immagino che anche Matteo abbia vissuto intensamente quel tempo e quella esperienza unica e coinvolgente .
Nel mio territorio organizzammo 2-3 nuclei di volenterosi parrocchiani , circa 10 persone, che promossero una sorta di reading della Bibbia riunendo le famiglie nelle loro e nelle nostre case a rotazione.
L’incontro e la lettura si concludevano con una preghiera e con una piccola agape, talvolta presiedeva un sacerdote.
Quel nucleo iniziale è oggi costituito da circa 80 persone, ritornate in parrocchia continuano il cammino di fede con incontri a carattere spirituale e attraverso un programma annuale di lectio divina.
Alcuni sono diventati catechisti, altri volontari , altri animatori liturgici.
Questo è il segno che ha lasciato quella lettura e quella esperienza.
Qualcuno pensa seriamente che la proposta in ipotesi abbia senso?
Io no!
Hanno senso iniziative del tipo sopradescritto, promosse e coordinate da laici e presbiteri inseriti nei diversi contesti ecclesiali.
Non a caso ,lo scorso lunedì , all’apertura dell’anno pastorale della diocesi di Roma il Card. Vallini, Vicario del Papa ha sollecitato a riprendere quel l’esperienza, cos’ dice Vallini:
“Presupposto imprescindibile affinché l’annunciatore «sia un vero testimone, portatore di un’esperienza umana da cui traspaiano luce e significato trascendenti intorno alle grandi questioni della vita e della morte, dell’amore e degli affetti, del bene e del male, della giustizia e della pace. Oggi è tempo di umile e coraggiosa testimonianza della luce e della gioia della fede». Da qui l’invito a una rinnovata tensione missionaria nello spirito di quella Missione cittadina che coinvolse migliaia di laici alla vigilia del Giubileo per la rievangelizzazione di Roma.”
Se ti interessa approfondire:
http://www.vicariatusurbis.org/Evento.asp?data=20/09/2010
Un caro saluto.
La scuola è stato il luogo chiave usato dal fascismo, dal comunismo, dal fascismo, dal cattolicismo.
Con la Bibbia in mano e in nome di Dio si sono proclamate guerre,
si sono squartate, bruciate e torturate tante persone.
La Bibbia non è un “libro” da scuola.
Che facciamo?
A scuola spiegheranno la formgeschichte?
Spiegheranno i generi letterari?
Spiegheranno le tradizioni del Pentateuco?
Ovviamente la redaktionsgeschichte?
senza dimenticare la sitz im leben?
Tenendo presente le varie tradizioni cristiane?
Qualcuno vorrà dire che i tre angeli in visita da Abramo erano la “trinità”?
o la “figura della trinità”?
o semplicemente tre angeli ?
Qualcuno vorrà dire che il racconto della creazione
è un racconto eziologico,
o vorrà affermare il puro creazionismo?
In questa epoca storica,
la Bibbia
dentro una istituzione di Stato,
non è a rischio guerra?
Non sarebbe bene,
aiutare amici, figli, parenti,
in un clima familiare….
ad avvicinarsi ai Libri Biblici,
che
non imporli a scuola?
Nino capisco quello che scrivi,
le chiacchere stanno a zero.
La missio non si fa a partire da una imposizione di Stato,
ma da una proposta,
in ambiente amicale.
Ecco! bravi! capitevi tra di voi! io, con tutta la buona volontà, non ci riesco.
Ma rispetto tutti coloro che la pensano diversamente da me.
Abbracci
Capisco il tuo slancio principessa, e lo apprezzo, ma sono con Nino e Matteo..
Matteo e Nino, voi sottolineate la differenza (quasi il conflitto) tra la comunicazione di una “Esperienza” e l’informazione (meglio, alfabetizzazione!) sui contenuti di un “sapere”.
Certo che c’è.
Ma il discorso qui ha bisogno di un altro modo di porsi.
Nella scuola, per ineludibili motivi di ordine culturale, vige l’insegnamento della religione (cattolica).
Non certo come Esperienza, che è più di un sapere, anche se mai meno.
Non certo come TESI.
Ma almeno come IPOTESI di quella TESI, esposta a tutte le verifiche del caso.
Una informata e scientificamente fedele presentazione dell’IPOTESI, può prescindere dalle FONTI (che non sono, ovviamente, solo un Libro)?
Grazie Lycopodium…
Io sono anche catechista. In parrocchia testimonio, cerco di coinvolgere ragazzi e adulti in “esperienze” di lettura della Bibbia, in momenti celebrativi oltre che cognitivi. Poi li stimolo a concretizzare, accompagnandoli a “fare” ciò che hanno prima udito e poi (spero…) amato, in un cammino che vorrebbe favorire la fede.
A scuola non sono chiamata a questo. Sono insegnante di religione (non catechista) in contesto laico. Devo parlare a tutti, credenti e non, e cercare di smontare i molti pregiudizi negativi. L’affectus, e poi la vita, saranno coinvolti poi, a Dio piacendo, al di fuori e al di là delle mie possibilità di controllo.
Ma la fede, dice san Paolo, nasce dall’ascolto. Allora io parlo, opportune et importune…
“tra la comunicazione di una “Esperienza” e l’informazione (meglio, alfabetizzazione!) sui contenuti di un “sapere”.
——-
La Bibbia è Parola di Dio, non è un’informazione e quelle che si leggono sono PAROLE DI DIO che forse meritano di essere pronunciate ed ascoltate con discernimento e consapevolezza.
Spiegate, ruminate e digerite.
A scuola?
Ma fammi ridere!
Mia cara Clo, grazie del costante affetto. Consentimi, però, di ribattere.
Il mio non è solamente slancio per una idea nuova, la mia è esperienza diretta.
Circa 15 anni fa, quando le mie figlie erano in età scolastica, mi interessai a questa lettura della Bibbia e alla storia delle religioni così come viene presentata nelle scuole statunitensi.All’inizio avevo qualche remora e non mi pareva giusto che si parlasse di questa o di quella religione, che si leggessero questi o quei libri, e perciò chiesi di assistere ai momenti, diciamo “religiosi”. Cosa che mi fu concessa con piacere e che rappresentò un esempio per altre mamme che sposarono l’idea di assistere a questi momenti.
Oltre ad aver beneficiato della esperienza in generale, devo riconoscere la totale imparzialità degli insegnanti nel presentare e svolgere il programma di studio che è curato e seguito fin nei minimi dettagli, vista la delicatezza del topic e le moltissime suscettibilità che potrebbe toccare. Ma i risultati più grandi sono stati quelli di vedere le mie figlie interessate alla comprensione degli altri, alla conoscenza di altre culture, alla disponibilità, alla ricerca, al saper “leggere” i libri in generale e i momenti storici, in particolare. Nessuna delle due scambia l’Islam con i fondamentalisti. Ciascuna delle due ti sa spiegare differenze sostanziali tra le varie religioni del mondo. Ognuna delle due ha avviato , a casa, la lettura di libri religiosi con i bambini, per prepararli a ciò che incontreranno a scuola.
Come potete vedere, più che uno slancio, ciò che avevo scritto intendeva anche sottolineare che si potrebbe giungere ad una educazione lungimirante, nel senso di ricondurre anche le famiglie a parlare e considerare le proprie radici (qualunque esse siano).
Ma dai discorsi che “ascolto”, anzi leggo, c’è ancora molta strada da fare. Gli arroccamenti invece delle aperture e lo spaccamento del pelo in sedicesimi invece della semina della Parola, come chiede Nostro Signore, mi confermano una mentalità elitaria che spesso rimproveriamo ad altri.
A Nino mi piacerebbe chiedere: se non a scuola, dove le menti sono ancora fresche e ricettive, allora dove? come potranno i nostri giovani scegliere a cosa credere se non gli prospettiamo ciò che esiste?
Un gesto innovativo mai, eh?
Qualche anno fa, mi trovai a soggiornare per un breve periodo in una cittadina italiana.Gli amici che mi ospitavano sono grandi intenditori di teatro e, naturalmente, andavamo insieme a qualunque rappresentazione li interessasse. Mi spiegarono che per la maggioranza dei concittadini andare a teatro significava solo “farsi vedere” e sfoggiare i nuovi acquisti firmati e se chiedevi a qualcuno se preferisse Cechov o Ionescu ti domandavano in che squadra giocavano. Ciò nonostante entrambi erano contenti dell’interesse nel teatro e la loro frase preferita era: “Sfoggiate,sfoggiate pure!!, l’importante è che ascoltiate! qualcosa resterà!….”
Vi ho raccontato questa cosa per regalarvi un sorriso, ma anche perchè in essa esiste un fondo di verità. Per quanto disinteressata una persona può essere a ciò che ascolta, almeno un po’ di qualcosa nella mente dovrebbe rimanere; il che – leggendo la Bibbia – potrebbe ottenere certamente migliori risultati di quelli che vengono mostrati oggi dai giovani ( e dagli adulti) ponendo loro anche solo semplicissimi quesiti religiosi.
Quanto a spiegare, ruminare,digerire, questi sono processi individuali che ciascuno compie con i propri tempi e modi, ma bisogna pur iniziare a leggere le parole di Dio e a formare quel discernimento e quella consapevolezza necessari per strutturare questi processi. Se la famiglia ha già abdicato a questo compito ( non tutti organizzano pizze e Vangelo!) mi dite qual è la istituzione più prossima ad essa che potrebbe svolgere questo compito? visto che di educazione, in senso lato, si sta parlando?
Grazie Principessa. Mi trovi d’accordo , inseme a Nico (se non mi sbaglio) e a qualche altro.
Io spalanco gli occhi quando leggo che uno si ricorda -che aveva 6/7 anni- la catechesi del suo parroco o della suora… Ma per carita’: io mi ricordo il casino che facevamo…(eravamo piu’ di 500, ogni domenica pomeriggio…in fila…x andare nei saloni…) qualche processione…qualche premio…e gli scapellotti che giravano (senza minacce pedofile, sia ben inteso). E la “mancia” -sul miserino- che scroccavo a mio padre. Ma non posso negare che certi valori/interessi e pure la fede e la scelta di vita e’ passata anche attraverso quei momenti. Senza dubbio.
Smettiamola di sognare il maestro di religione perfetto (preparato, equilibrato e…e…e…), il catechista pio, che ha fatto “l’esperienza” (magari deve aver visto la Madonna) e via dicendo. Al di la’ della scelta di Fede, la Bibbia e’ un patrimonio dell’umanita’ da conoscere e -magari- da rispettare e amare. Poi il “contenuto” della Bibbia -che e’ vivo- fara’ il resto…nel cuore di ciascuno, secondo i tempi e i modi propri dello Spirito. Per quanti uomini e donne e’ gia’ stato cosi’?
Prinicipessa, in quel post del 22 settembre ore 5,22 esordii dicendo che, a mio sommesso avviso, il progetto della Gelmini non era malvagio e concludevo la disamina esortando al Santo Timore nel pronunciare la PAROLA DI DIO la quale se non la si comunica all’interno di un contesto di fede potrebbe essere soggetta a fraintendimenti tragici e che se proporla a mo’ di leggenda, di fiaba dal sapore epico, ad una gioventù così critica che fa della ragione il baluardo inviolabile ed esclude tout-court la meraviglia, il miracolo.. potrebbe addiruttura allontanare e creare un vuoto, uno specchio deformante! non si tratta solo di raccontare le storie del Pentateuco, per altro bellissime, si tratta di estrarre da queste il significato simbolico che racchiudono, di intrattenrci sul rapporto di Dio con il dolore, la sofferenza, il dubbio: un enigma le cui chiavi non le trovi nella ragion pura, né con argomenti psicologici, filosofici, morali che pretendono trasformare in luce l’oscurità del dolore, del male. Concetti grossi, che trascendono la nostra capacità di comprensione, inafferrabili, perché appartengono ai disegni imprescrutabili di Dio sul mondo! E’ qui sorge il dubbio, l’arcano: può tutto questo bagaglio di “sacro” racchiuso nei testi biblici in cui alla bontà di Dio coniuga la miseria del nostro soffrire (espresso nei generi letterei più svariati), essere compreso nella sua essenza, oppure si danno “perle ai porci”? Questo ci si chiede…al di la del suo significato propedeutico.
E dov’è la vostra fede in questi momenti?
non pensate neppure per un attimo che chiunque si accinga ad un compito così grande e importante avrà il sostegno del Signore che guiderà i suoi passi e le sue parole?
Non fu forse detto :”lasciate che i giovani vengano a me?”
Perdonatemi l’intromissione (ma esco…subito ) 😉
Scusa Clo ma se io non fossi credente, potrei dire esattamente le stesse cose (che hai scritto nel post 13:25) circa il Corano, il Veda, il canone taoista, etc… Non ti sembra? Quello che vale x la Bibbia, dovrebbe valere anche per gli altri testi, giusto? O i testi sacri delle altre religioni parlano di te’ e cioccolata?
Uno puo’ conoscere/capire l’uomo/la storia attraverso questi libri… E come i popoli hanno cercato di interpetarla/scrutarla. E se ne ha la grazia puo’ arrivare anche a “capire/”conoscere” Dio… Se non altro puo’ imparare a conoscere meglio se’ stesso.
C’e’ tanta di quella ignoranza in giro…! E qui aggiungo anche la nostra di ignoranza verso le altre religioni (e i loro testi sacri)! Infatti pure loro sono un cammino verso una migliore conocenza dell’umanita’ e di Dio.
Mabu, per anni sono stata catechista, però…mi sono sempre per istinto rifiutata di seguire quei ridicoli libricini della CEI che raffigurano più che la Vita di Nostro Signore “le avventure di Marcovaldo”: una cosa improponibile anche per bambini di 5 anni. Sicché ho sempre seguito il mio istinto, tentando di formare innanzi a tutto le coscienze, instillare prima ancora che “la parola di Dio” concetti come amore,perdono, misericordia”. Ora, una critica che non sia costruttiva non porterebbe da nessuna parte e non è questo il mio intento! Diciamo che manifesto, come credente, una certa perplessità e preoccupazione…
Io vi chiedo scusa, ma vorrei capire.
Ci lamentiamo che i giovani mancano di valori, che non sanno più pensare, che non hanno orizzonti. Facciamo il confronto con noi che abbiamo ricevuto una educazione familiare e scolastica diversa e più approfondita. Ci ricordiamo tutti di quello che il Catechismo ha fatto per ciascuno ( concordo con Mabuhay! ma anche dai quei momenti chiassosi qualcosa è rimasto, a conferma di quanto dicevo in precedenza). Sappiamo per certo, ora che siamo cresciuti (e invecchiati) che quanto ci fu spiegato, raccontato, aiutato a capire, ci fa affrontare la vita quotidiana in maniera migliore. Concordiamo che la scuola e la famiglia si sono scrollate a vicenda del loro compito prioritario di educare i nostri figli. Siamo d’accordo che parlare di Dio (di ogni Dio) può dare una grossa mano ai giovani a trovare una strada e un senso alla loro vita. Sappiamo per certo che solo il dialogo e la comprensione reciproca può aiutare questo mondo. Siamo consapevoli che i ragazzi spesso ci sorprendono con la loro maniera di capire tutto.
Ma allora, perchè? perchè fare tutte queste differenze?perchè togliere loro la possibilità di comprendere che la vita non sono veline,calciatori,droghe e reality? perchè mettere le mani avanti dicendo che i concetti sono troppo grossi e importanti? perchè i dubbi che tutto questo “sacro” non possa essere compreso?
Con questi presupposti, neppure la filosofia – o qualunque altra materia – si può capire, o tentare di farlo.La chiave di tutto, secondo me, sta nella predisposizione e nella bravura di chi presenta questi concetti, e non tanto per la loro complessità quanto,invece, per la maniera in cui essi vengono introdotti che deve necessariamente essere “leggera” (passatemi il termine,non me ne vengono altri) ma in grado di far passare la profondità di ciò che essi esprimono.
No, decisamente non sarebbero “perle ai porci”. Se la cosa viene organizzata e gestita nella maniera giusta, potrebbe davvero essere un grande passo della scuola italiana , in generale, ma soprattutto una ricerca – e si spera un ritrovare – della coscienza e conoscenza collettiva, nonchè – e forse più importante – un metodo per ridare dignità al pensiero giovanile che ultimamente è latitante, perso tra le cavolate di oggi.
Leggo con interesse le vostre riflessioni,
e mi ritrovo in tutti,
pur continuando a ritenere quanto ho già esposto.
La Bibbia si è formata
nel tramandarsi
in un popolo (ebraico)
da clan a clan,
in un contesto che oggi si chiamerebbe familiare (!).
Il mondo oggi è diverso, profondamente.
Ma l’importanza della trasmissione
del rapporto tra Dio e il suo popolo
è un dato che continua a rimanere essenzialmente familiare.
Non è la scuola, nè lo Stato,
a doversi interessare della Bibbia,
è la famiglia prima di tutto,
poi le agenzie educative religiose (parrocchie e similari).
Diversamente siamo nella stessa dinamica
di quei primi secoli dopo Cristo,
in cui gli Imperatori
decidevano cosa era bene per la comunità cristiana,
o per l’Impero,
convocavano e presiedevano importantissimi Concili,
preoccupati per l’equilibrio politico,
che le discussioni e litigi tra le diverse fazioni cristiane
mettevano in pericolo.
Cari principessa, nico, lyco, clo,
capisco le ragioni di tutti,
in qualche modo le condivido persino,
ma cerco di vedere anche altro.
un saluto caro
Mabu,non è un caso che la primitiva teologia cristiana si vide costretta a circoscrivere il nostro credo, lo stesso che si snoda all’interno della storia della Salvezza (Bibbia), in concetti ontologici: il Dio cristiano è un Dio Trinitario, e trinitario non vuol dire “trideismo” come lo si trova in molte religioni orientali -Brahma, Vishnu e Shiva- e che, per ebrei e mussulmani rappresenta lo “scandalo” unitamente a quello della croce! Il Dio della Bibbia non solo è “persona” è di più, la trascende. Dio nella Bibbia è più che persona è proprio il Dio degli uomini. Questo per dire che la Bibbia pensa ad un autentico interlocutore umano assolutamente fidato, non ad un mero orecchio perchè Lui (Dio) è persona a cui poter rivolgere la parola, è sin-patetico, non un essere apatico! sarà compreso davvero tutto questo o non incorriamo invece in una sorta di grosso equivoco in cui si parte dal Dio cristiano si finisce in un gorgo dove a regnare è caos e sincretismo? Questo è il punto
Vedo chiaramente ciò che esprimi, Matteo caro, e lo rispetto.
Ma ho una domanda:” Se la famiglia non fa quanto tutti auspichiamo, come se ne esce per dare una mano al nostro futuro?”
“Le parrocchie o simili” mi dà l’impressione che ci limitiamo solamente alla religione cattolica o tutt’al più cristiana, senza considerare affatto tutto ciò che esiste al di là di “noi”. E allora che facciamo? insegnamo ai ragazzi la discriminazione?
Le dinamiche dei primi anni dopo Cristo dovrebbero essere ampiamente superate nel mondo d’oggi. Ma se continuiamo a relegare gli strumenti di conoscenza solamente tra gruppi appartenenti allo stesso pensiero, allora vuol dire che un ritorno ad esse è più che probabile.
“Aprite le porte a Cristo” è un grido quanto mai attuale, ma prima che possa accadere bisogna costruire la casa intorno a quella porta da poter aprire.
Un abbraccio Matteo, con affetto
capito? Il problema consiste nel valutare in quale misura la Bibbia maneggiata a mo’ di “antologia” o racconti “didascalici” potrà assolvere il suo compito eminentemente religioso atto ad avvicinare Dio agli uomini come il VIVENTE! Che entri nella coscienza individuale con appassionato dinamismo affinchè venga percepito in tutta la Sua concretezza quale volto che ci illumina, mano che guida…in maniera davvero dialettica…sinceramente c’è troppa superficialità….non lo so…sbaglierò ma credo che Dio risponda a colui che lo cerca con cuore sincero.
..ovviamente non escludo che la scuola possa rappresentare un contenitore, un canale dove il seme possa cadere trovare ora pietra, ora asfalto, talaltra anche un buon terreno fertile. Questo non sta non a noi giudicare…certo è che quando Dio inizia l’opera la porta a termine!
Ho ricevuto un messaggio da Febricianus, ma sono priva di ricarica quindi approfitto di questo gentilissimo spazio concessoci da Luigi -che saluto e abbraccio- per congratularmi con lui per aver portato a termine i suoi studi universitari
CONGRATULAZIONI FABRICIANUS BRAVO!!!
…a proposito di sottili distinzioni:
http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=5401#comments
Grazie Luigi:-)
“Ci lamentiamo che i giovani mancano di valori”
Dipende.
Credo che non si possa né si debba generalizzare, sull’argomento.
Quelli che hanno avuto genitori portatori di valori li hanno anche loro.
——
“A Nino mi piacerebbe chiedere: se non a scuola, dove le menti sono ancora fresche e ricettive, allora dove? come potranno i nostri giovani scegliere a cosa credere se non gli prospettiamo ciò che esiste?
Un gesto innovativo mai, eh?”
Provo a dirti:
Gesù parlava del Regno di Dio per parabole, ovunque vi fosse umanità a prescindere dallo stato sociale e dai luoghi.
Alle masse non leggeva la Bibbia.
In sinagoga con i dotti , parlava da Maestro controbattendo le tesi dei sacerdoti sulla vera interpretazione della Parola
Le menti dei giovani, come tu dici, sono ricettive ovunque e la scuola non è il luogo esclusivo per imparare, se così fosse avremmo sovrabbondanza di geni e risparmi miliardari in lezioni integrative extra scolastiche ed extra universitarie , né abbondanza di scuole private dove mi pare nessuno si è sognato di leggere la Bibbia, chissà perché.
Qui si sta discutendo dell’opportunità di leggere il Libro nelle scuole STATALI che già hanno l’ora di religione di fatto resa obbligatoria, tra un pò qualche sviolinatore padano o giù di li proporrà la collocazione di cappelle come è già oggi nelle università.
Poi deridiamo i talebani!
Sull’argomento, cara Principessa, abbiamo idee agli antipodi, succede e non è un problema, almeno per me.
Vorrà dire che io continuerò a cullarmi nel sogno utopico di una chiesa che faccia la chiesa e uno Stato che faccia lo Stato, “unicuique suum”.
Nel frattempo mentre si duetta intorno alla lettura della Bibbia, i veri problemi quelli seri persistentemente presenti nella nostra amata patria come quello dell’assasinio della martire Teresa Bonocore in quel di Portici rimangono relegati nei trafiletti di qualche giornale.
A proposito di fatti di Vangelo.
A FABRICIANUS
HIP HIP HURRA’.
CONGRATULAZIONI E AUGURI DI CUORE
Principessa
“E dov’è la vostra fede in questi momenti?”
—-
Se non sono più le le opere, ma sostenere la lettura della Bibbia nelle scuole statali.
Corro subito ai ripari e dopo aver letto un passo di Isaia ne “la Bibbia giorno e notte” e promosso la lettura in chiesa delle Lettere di San Paolo, l’anno scorso nell’anno Paolino in cui si sono alternati circa 100 parrocchiani di cui l’80% giovani, intensifico le attività sull’argomento.
E’ vero, Nino, abbiamo idee – ed esperienze dirette – agli antipodi. Ma ti voglio bene lo stesso.
E mi rammarico per le occasioni che si perdono…
Un grande, affettuoso,sincero abbraccio al nostro bellissimo Fabricianus per l’obiettivo raggiunto.
(mi permetto l’aggettivo “bellissimo” perchè chi lo conosce e lo legge non può che essere concorde sul grado di bellezza interiore che questo ragazzo possiede)
Congratulazioni!!!
“There are 14 steps leading up to this pulpit, and I assure you that with every one of them the preacher’s sense of unworthiness increases. Because this is Blessed John Henry Newman’s pulpit, designed by him, and built by him, and from which he preached – he who was – who is – one of the greatest teachers and preachers of the faith who ever lived. But my sense of inadequacy is matched by a sense of privilege to be here this evening, in Newman’s own church, the day after his beatification…”
http://www.newliturgicalmovement.org/2010/09/mass-in-honour-of-blessed-john-henry.html
(Per Mabuhay in primis , ma non solo 🙂
Congratulazioni a Fabricianus. (Non sai quanto ti posso capire…)
http://www.youtube.com/watch?v=y4ZrG-4Kbls
[Da uno dei commenti :] “In my opinion this is the best interpretation on youtube. The joy being sung here is not that of triumph,? but of achievement.” 😉
Un grazie grandissimo a Syriacus per questo sito straordinariamente bello ed interessante, più un saluto caro.
§ Exceeding glad shall he be of thy salvation. §
http://www.youtube.com/watch?v=eGJbPy3wCnE
(vista la luna di miele con gli Anglicani 🙂
A sentire quella solenne promessa di quella ragazza (min 4:25 in poi ) e poi sentire addirittura ‘Zadok the priest’ di Handel e vedere tutto il, resto (min 6:30) , ammetto che mi son commosso.
Posso capire quanto sia dura lasciare la Church of England.. (Però.)
http://www.youtube.com/watch?v=aGLN1kREJ2Q
Grazie Syr e auguri a Fabri.
Mi unisco all’esercito di auguri per fabricianus 🙂
[ Ammetto anche che (anche per provare il nuovo stereo, visto che l’avevo pescato quasi a caso fra migliaia di cd della vecchia dimora) domenica sera, a Pontefice rientrato a Fiumicino dall’UK, ho messo sù -nella mia cittadella mondiale e meticcia sinogalese nonché pakitaliana- a gran volume -tanto non ho nessuno sotto e sopra ho il cielo- il Te Deum di Walton (scritto per l’incoronazione di Elisabetta II) :
http://www.youtube.com/watch?v=xLbcvR49i0U
(Stavo incidentalmente montando due oggetti Ikea : il Rationell e il Faktum . Che ironia : Rationell come il continent razionalista e idealista , e Faktum che evoca l’empirismo e il pragmatismo insulari e anglosassoni..: ) ]
[Per finire più on topic : nello stesso cd waltoniano c’è anche la sua celeberrima “Belshazzar’s Feast ” . Fantastica.
http://www.youtube.com/watch?v=i-hABvz380Q
(@ 3:50 , ‘praise of pagan gods’ – tanto per tornare alla visita papale..)
“Praise ye the God of Gold
Praise ye the God of Silver
Praise ye the God of Iron
Praise ye the God of Wood
Praise ye the God of Stone
Praise ye the God of Brass
Praise ye the Gods!”
]
In effetti, mi piace non poco l’espressione inglese, soprtattutto se riferita a qualche personaggio dalla condotta non proprio virtuosa, “Il suo muro è stato scritto”
[ “The writing on the wall” (or sometimes “handwriting on the wall”), an idiom, is a portent of doom or misfortune. It originates in the Biblical book of Daniel—where supernatural writing foretells the demise of the Babylonian Empire. The phrase is widely used in language and literature.
http://en.wikipedia.org/wiki/The_writing_on_the_wall ]
[ http://www.youtube.com/watch?v=nX3S6Cf-Kug
@ 3:03
“In quel momento apparvero le dita di una mano d’uomo, le quali scrivevano sulla parete della sala reale…”
(“…e questa ne è l’interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha posto fine. Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato trovato mancante. Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani” ) ]
[ Nel pomeriggio di giovedì 23 settembre, nel cortile del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, il Papa ha incontrato gli alunni della scuola pontificia Paolo VI, delle suore Maestre Pie Filippini, accompagnati da insegnanti e genitori. A loro il Pontefice ha rivolto a braccio il seguente saluto :
” Cari bambini,
Cari insegnanti, cari genitori,
Cari amici,
benvenuti qui, nel Palazzo, nella casa del Papa. Sono molto felice di accogliervi finalmente, e di vedere questa Scuola Pontificia Paolo VI delle Suore Maestre Pie Filippini, per essere con voi almeno un attimo. Spiritualmente siamo sempre insieme, qui, in questo bel Castel Gandolfo, ma adesso vi posso anche vedere, e sono molto felice.
Cari bambini, voi andate a scuola, imparate naturalmente, ed ho pensato che sono 77 anni da quando io ho cominciato ad andare a scuola. Era in un piccolo paese di 300 anime, un po’ “dietro la luna”, si direbbe; tuttavia, abbiamo imparato l’essenziale. Abbiamo imparato soprattutto a leggere e a scrivere, e penso che sia una cosa grande poter scrivere e leggere, perché così possiamo conoscere il pensiero di altri, leggere i giornali, i libri; possiamo conoscere quanto è stato scritto duemila anni fa o ancora più tempo fa; possiamo conoscere i continenti spirituali del mondo e comunicare insieme; e soprattutto c’è una cosa straordinaria: Dio ha scritto un libro, cioè ha parlato a noi uomini e ha trovato delle persone che hanno scritto il libro con la Parola di Dio, così che, leggendolo, possiamo anche leggere cosa dice Dio a noi. E questo è molto importante: nella scuola imparare tutte le cose necessarie per la vita e imparare anche a conoscere Dio, conoscere Gesù e così conoscere come si vive bene. Voi trovate nella scuola tanti amici ed è bello; così si forma una grande famiglia. Ma tra i grandi amici, il primo che troviamo, che conosciamo, dovrebbe essere Gesù, che è amico di tutti e che ci dà realmente la strada della vita.
Grazie per la vostra presenza, per la vostra gioia e auguri a voi tutti. ”
(Amen.) ]
Ancora grazie, Syr.
Prego, Lyco.
(Oggi sotto casa sento a tutto volume -fra le altre cose- una voce femminile araba. Era una ragazza, molto velata, che, al fianco di una giovane latinoamericana meno velata, recitava poesie nella sua lingua, seguite da traduzione. Ne ho sentita una sua su sua madre. Oggi c’era un festival multiculti di poesia, qui.
A Fiorenza dedico questo che non conoscevo e , con grande serendipity, ho trovato in pochi secondi, e di cui mi sono subito innamorato:
http://www.youtube.com/watch?v=s5Bv3307x08
( Uno dei miei compositori più amati, Purcell, su un testo tradotto dal francese da una sua coeva poetessa, a me sinora ignota: Katherine Philips, ‘known as “Orinda” as she called herself’. )
“…O, how I solitude adore!
That element of noblest wit,
Where I have learnt Apollo’s lore,
Without the pains to study it.
For thy sake I in love am grown
With what thy fancy does pursue;
But when I think upon my own,
I hate it for that reason too,
Because it needs must hinder me
From seeing and from serving thee.
O solitude, O how I solitude adore!”
Un off-topic davvero ‘secolare’. Anche se qui mi piace vederlo come un momento di “insegnamento alternativo in chiave cattolica” 🙂
[No, la Philips la conoscevo (si fa per dire) già: http://en.wikipedia.org/wiki/Katherine_Philips
(Diciamo che l’avevo già sentita nominare.) Bye.]
O solitude, my sweetest choice!
Places devoted to the night,
Remote from tumult and from noise,
How ye my restless thoughts delight!
[
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kiltedboy1950
1 anno fa
I can’t help but feel a bit sad every time I listen to music by Henry Purcell. He died so young, at age 38. Just imagine all the great music he could have written had he lived longer. His Dido? and Aeneas rocked my world when I first heard it.
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TheCompletePurcell
1 anno fa
At? the age of 36 years and 2 months, actually. Mozart died 4 months younger.
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kiltedboy1950
1 anno fa
I read somewhere that Purcell love thedrink and one night his wife had had? enough and locked him out of the house amidst a storm. He got very ill and died. I also recently learned that Pergolesi died at 26 or 27.
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yamiyugikun
1 anno fa
Chopin also died at a young age. Why do the composers who make? such lovely music die at tragically young ages? God bless Purcell:) My favorite composer, who moves my soul.
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kiltedboy1950
1 anno fa 2
And Pergolesi died at the age of 26. Maybe they were too evolved for this physical plaine. I also love? Purcell. If he had lived to be an old man, the history of opera would be veeeery different.
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Siberiaeterna
11 mesi fa
Mayby God give us them just for? the time to write music and then he needs them in Heaven to play…
(Amen.) ]
Ti ringrazio per questo “O solitude”, Syriacus: è molto bello.
(Anch’io ho una certa confidenza con la serendipity)
(Scusa ma non riesco a scrivere di più: non sto bene. Potresti dire una piccola preghiera per me?)
Buonanotte
Un augurio grandissimo di pronta guarigione a Fiorenza e anche da parte mia una preghiera perchè essa sia il più rapida possibile. Un abbraccio sincero
Pregherò anch’io per te, Fiorenza.
Buona domenica a te ed a tutti !
Roberto 55
Certamente. God bless Florence.
Mi associo agli auguri e alle preghiere.
Ho letto su “Il Regno” del 1 settembre il testo del protocollo d’intesa tra il Ministero della P.I. e l’associazione laica “Biblia”per la fiffusione 2trasversale” della conoscernza della Bibbia nella scuola. Mi semra apprezzabile (anche se bisognerà vedere quando verrà attuato), anche perché nasce da una spinta “dal basso” (da anni l’associazione “Biblia” spinge in questa direzione) e non da un atto d’imperio del potere politico.
Un augurio a Fiorenza e a tutti.
Grazie.
leggo solo ora, e mi auguro che nel frattempo Fiorenza abbia ripreso le forze, che stia leggendo, perché leggendo le giunga il mio saluto unito ad un abbraccio!